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Friday, July 13, 2012

La collezione Farnese

Speranza

 

Alessandro Farnese (qui papa Paolo III) ritratto in un dipinto di Tiziano facente parte della collezione farnese. Ritratto di Paolo III, Tiziano (1543) - Museo di Capodimonte
Elisabetta Farnese, ultima diretta discendente della famiglia

La collezione Farnese è una collezione di opere d'arte nata nel periodo rinascimentale su volontà di Alessandro Farnese (1468-1549) che dal 1543 iniziò sia a collezionare che a commissionare opere d'arte ai più grandi artisti dell'epoca.


Sviluppatasi a Roma e Parma, gran parte della collezione è stata trasferita nella prima metà del XVIII secolo, per motivi di eredità, a Napoli.
 

 

L’elenco delle opere è molto vasto e spazia in ogni settore artistico.

Vi sono infatti pitture, sculture, disegni, libri, bronzi, arredi, cammei, monete, medaglie, e numerosi altri oggetti di carattere archeologico.

La raccolta si sviluppava essenzialmente su due nuclei distinti.

 Da un lato vi era la collezione Farnese di Roma, legata agli stessi Farnese della città, le cui opere erano esposte nel palazzo di famiglia: il palazzo FARNESE.

Dall'altro vi era quella di Parma, con una rilevante presenza di opere di scuola emiliana e fiamminga che venivano esposte nel palazzo della Pilotta.

Inizialmente l'intera collezione (sia di pitture che sculture archeologiche) era collocata tutta a Roma.

Importanti tappe nell'arricchimento della stessa furono quelle del 1564, quando diverse sculture archeologiche furono rinvenute a Caracalla ed in altri luoghi di Roma -- IL TORO FARNESINO.

Poi verso fine XVI secolo ed inizi XVII, quando la collezione inizia ad arricchirsi, grazie anche ai contributi di Alessandro Farnese, nipote di Pio III e figlio di Ottavio, di opere di Raffaello, Sebastiano del Piombo, Tiziano, Guglielmo Della Porta, Michelangelo, El Greco e tanti altri.

Ancora, vi furono altre importanti acquisizioni ottenute grazie a Fulvio Orsini, bibliotecario di casa Farnese, ed al nucleo di pitture fiamminghe, che entrò a far parte della collezione a seguito della nomina di Alessandro a reggente dei Paesi Bassi.

Parallela alla collezione romana, iniziò a svillupparsi a Parma un'altra collezione facente sempre capo ai Farnese.

Al 1587, infatti, gli inventari elencano una quarantina di dipinti fra i quali:


A partire dalla metà del XVII secolo, l'intero nucleo di opere pittoriche fu pian piano spostato da Roma a Parma, a seguito di rivolte nella città papale e di sentimenti anti Farnese.

Da lì a pochi anni, ciò che rimase nel palazzo di famiglia fu solo l'insieme delle sculture romane.

Intanto a Parma, Ranuccio II Farnese trasferisce i pezzi migliori della raccolta al palazzo della Pilotta.

ELISABETTA FARNESE.


Data cruciale fu quella del 1734 quando, Elisabetta Farnese, consorte di Filippo V di Spagna e madre del nuovo re di Napoli Carlo III di Spagna, ereditò l'intera collezione farnese.


Elisabetta era l'unica diretta erede della nobile famiglia non avendo infatti né fratelli né altri maschi del casato che potessero contestarle l'eredità: l'ultimo maschio dei Farnese, Antonio, era infatti morto pochi anni prima (1731) senza eredi, portando all'estinzione la famiglia.

Con Carlo III, la collezione farnese da Parma fu così spostata a Napoli.

L'effettivo trasferimento si svolse fra il 1735 e il 1739 e Carlo di Borbone, al momento dell'acquisizione, volle nella capitale del regno l'edificazione di una "lustre dimora" che servisse come contenitore delle opere.

Il re avviò così i lavori che portarono alla nascita della reggia di Capodimonte, ideata unicamente a tale fine e solo successivamente utilizzata come residenza reale.

Negli anni successivi, il nuovo duca di Parma, Filippo I di Parma, proibì l’alienazione di alcune opere tentando in questo modo di salvaguardare ciò che rimaneva della ricca collezione di palazzo della Pilotta, mentre intorno al 1760, vi furono alcune restituzioni da parte del regno di Napoli alla collezione parmense.

Il trasferimento della collezione Farnese venne completato solo cinquantaquattro anni dopo, quando Ferdinando IV di Borbone decise di spostare a Napoli anche la collezione romana, costituita essenzialmente da sculture archeologiche conservate nel palazzo Farnese di Roma.

Tale trasferimento, avvenuto tra il 1786 ed il 1788, non suscitò poche perplessità nell'ambiente capitalino.

Infatti forti furono le proteste ed opposizioni sollevate da parte di papa Pio VI, che provò a tenere in loco la collezione scuoltorea.

Durante i vari tumulti che viveva il regno, in occasione delle fughe del re a Palermo era abitudine di questi portare con sé alcune opere della collezione evitando così la loro trafugazione.

Infatti, durante la rivoluzione del 1799 il re Ferdinando IV nella fuga in Sicilia portò il Danae, il Paolo III con i nipoti ed il Paolo III a capo scoperto di Tiziano, nonché anche alcune opere archeologiche del real museo borbonico.

Tornato l'anno successivo a Napoli, a seguito della restaurazione del regno borbonico, queste opere furono riportate nuovamente nella capitale del regno e conservate temporaneamente nella sala del "Gabinetto Segreto", in attesa della definitiva allocazione.

Dopo l'Unità d'Italia, il nome del palazzo dei regi studi, venne cambiato in "museo nazionale" e solo nel 1957 venne distaccata la pinacoteca dall'edificio e risistemata assieme ad altre opere ed oggetti d'arte medievali e moderni nella reggia di Capodimonte.

Nacque così la "Galleria nazionale di Capodimonte".

 

Per quanto riguarda la parte pittorica, le armature farnesiane ed i diversi oggetti provenienti dal palazzo di Roma, oggi la collezione farnese è interamente esposta al piano nobile del museo di Capodimonte;[2] le sculture archeologiche di Roma ed altri reperti, invece, sono esposti al pian terreno del museo archeologico nazionale di Napoli.[3] Nella biblioteca del palazzo reale di Napoli invece, sono custoditi i testi librari della biblioteca farnesiana.
Collezione farnese di Roma (non esaustiva)
La collezione romana è costituita da

STATUE romane

 e da oggetti d'antiquariato rinvenute ed acquisite nel tempo ed ospitate per lungo tempo nel palazzo Farnese.

Tra le principali opere, si ricordano:

L’Ercole Farnese

Il gruppo scultoreo del Toro Farnese

L’Atlante Farnese

Il Gruppo dei Tirannicidi

La Venere Callipigia

La Tazza Farnese
Collezione farnese di Parma (non esaustiva)
La collezione di Parma era costituita prevalentemente da pitture emiliane e fiamminghe. Alcune opere che comparivano nell’elenco erano:

Note [modifica]

  1. ^ a b c D. Mazzoleni, I palazzi di Napoli, Arsenale Editrice (2007) ISBN 88-7743-269-1
  2. ^ a b Sito ufficiale del Museo di Capodimonte. URL consultato in data 02 febbraio 2012.
  3. ^ Sito ufficiale del museo archeologico di Napoli. URL consultato in data 1 febbraio 2012.

Voci correlate [modifica]

      

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