Galleria Giustiniani
Grande raccoglitore di antichità, Vincenzo Giustiniani
decise attorno al 1631 di far riprodurre i pezzi più prestigiosi della sua
collezione archeologica (statue, busti, sarcofagi, are, ecc.) in una serie di
tavole incise a bulino, un vero e proprio catalogo illustrato, primo nel suo
genere nella storia del collezionismo, che chiamò la Galleria Giustiniana. Allo
scopo, incaricò una fitta schiera di disegnatori e incisori del momento attivi a
Roma, ma anche fatti venire appositamente dall'estero, come Giovanni Lanfranco,
Giovan Francesco Romanelli, il tedesco Ioachim Sandrart, il francese Claude
Mellan, il fiammingo Cornelis Bloemaert, alcuni dei quali risiedettero durante
l'impresa nel palazzo Giustiniani, creandovi una sorta di Accademia di grafica.
Buona parte delle 322 matrici della Galleria Giustiniana, ritenute a lungo
disperse, sono state ritrovate ca. 15 anni fà a Genova tra le carte
dell'archivio della famiglia Giustiniani e si trovano da alcuni anni in deposito
presso l'Istituto Nazionale per la Grafica, dove sono state oggetto di studio,
di restauro, di ristampa completa. La prima immagine è l' "Erma di Omero" di
Joachim von Sandrart, disegnato e inciso da Anna Maria Vaiani insieme ad un
altro busto, posto in basso sulla medesima pagina La scultura rappresentata è
probabilmente identica al Ritratto di Omero oggi conservato nella Stanza dei
Filosofi dei Musei Capitolini noto nel XVII secolo come Pindaro Giustiniani, la
testa venne più volte riprodotta in bronzo in età barocca, probabilmente quando
ancora si trovava nella collezione di Vincenzo Giustiniani
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