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Friday, July 13, 2012

La tazza farnesina

Speranza

 

Tazza Farnese, interno
Tazza Farnese, esterno

La Tazza Farnese è un piatto da libagione (phiale) di epoca ellenistica, fabbricato in agata sardonica e del diametro di 20 cm circa, probabilmente non usato per i banchetti ma per libagioni rituali, attualmente conservato al Museo archeologico nazionale di Napoli.

 

Storia [modifica]

Si hanno notizie certe sulla sua esistenza dal 1239, quando ne è documentato l'acquisto da parte di Federico II. Notizie successive ne documentano la presenza a Samarcanda o Herat nel 1430, mentre ricomparve a Napoli nel 1458, anno in cui venne vista da Angelo Poliziano nella collezione di Alfonso V d'Aragona.
Lorenzo il Magnifico la acquistò a Roma nel 1471 e passò quindi nella collezione della famiglia Farnese, dalla quale prende il nome con il quale è conosciuta attualmente.
Datata alla prima metà del II secolo a.C., della sua storia precedente si sa molto poco, anche se è convinzione universalmente condivisa che sia stata portata a Roma a seguito della conquista dell'Egitto da parte di Ottaviano nel 31 a.C. Passata poi a Bisanzio, venne probabilmente riportata a Roma a seguito della presa della città del 1204.
Pervenuta eccezionalmente intatta attraverso i secoli, venne infranta nel XX secolo dall'inavvedutezza di un custode che la colpì con un ombrello. Restaurata, oggi i segni delle fratture sono stati resi il meno percepibili possible.

Descrizione [modifica]

La superficie interna della tazza raffigura un'immagine con sette figure: una Sfinge, su cui siede una figura femminile che reca in mano delle spighe; una grande figura maschile con barba, su un albero, che regge una cornucopia; un giovane che impugna un aratro e che reca a tracolla un sacco di sementi; due figure femminili sedute, una delle quali regge un phiále; due figure maschili che volano trasportate da un mantello gonfiato dal vento.
La superficie esterna invece è interamente decorata da una grande Gorgone; il naso della Gorgone reca un piccolo foro, la cui esistenza è documentata già nel catalogo della collezione Farnese, probabilmente utilizzato per infilarvi un sostegno onde esporre il manufatto.

Interpretazioni [modifica]

Le immagini rappresentate nella Tazza Farnese, soprattutto quella interna, hanno dato adito a diverse interpretazioni, tutte comunque legate all'Egitto, grazie al preciso riferimento rappresentato dalla presenza della Sfinge.
Tradizionalmente viene visto nell'immagine il riferimento alle piene del Nilo, rappresentate dalla figura femminile sulla Sfinge, all'utilità di queste per la fertilità dei campi, con la figura barbuta con la cornucopia, ed alla conseguente prosperità dell'Egitto, rappresentata dalla stessa Sfinge.
Altre interpretazioni portano a vedere belle figure della superficie interna una rappresentazione dei principali dei egizi: la Sfinge, simbolo del regno tolemaico, è dominata da Iside, affiancata da Osiride, mentre la figura barbuta rappresenta Horus; le due figure femminili sedute rappresentano invece le Horai, le dee delle stagioni e del raccolto, oppure la terra coltivata e la rugiada; le due figure maschili volanti sono invece i venti Etesii, venti da Nord.
Ulteriori studiosi interpretano invece le figure come i personaggi significativi di un particolare momento storico: questa interpretazione tuttavia si concentra soltanto sulle tre figure centrali, individuabili come tre membri della famiglia dei Lagidi; la figura femminile sarebbe Cleopatra I, rappresentata in maniera molto simile in un ritratto conservato al Museo del Louvre.

Voci correlate [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

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