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Wednesday, July 11, 2012

Omoerotismo nella storia dell'arte italiana

Speranza


    
Erotismo lesbico in un dipinto di Édouard-Henri Avril

Con la parola omoerotismo (composta dal termine greco "omoios" - "simile"; "analogo", che appare nella parola "omosessualità" - e da "erotismo"), ci si riferisce:

-- all'amore e al desiderio fra persone dello stesso sesso, quasi sempre (ma non esclusivamente) per indicare le loro manifestazioni non esplicite (cioè, prive di rappresentazioni di rapporti sessuali o di richiami sessuali di tipo omosessuale) nelle arti visive e in letteratura.

-- ai forti legami affettivi tra persone dello stesso sesso (anche eterosessuali) che abbiano un'intensità amorosa (addirittura fino alla gelosia) ma escludano la sessualità, come l'amicizia intima, l'amicizia amorosa, l'amicizia romantica, il cameratismo, il matrimonio bostoniano, la fratellanza di sangue, ecc.. L'esclusione della sessualità può comunque essere solo teorica in tutti quei casi in cui si tratti in realtà di relazioni omosessuali camuffate per essere meglio accettate da una società che le condanni. Questi legami affettivi sono stati teorizzati anche da movimenti quale i Wandervogel oppure la Gemeinschaft der Eigenen di Adolf Brand.

-- Nell'uso inglese contemporaneo (e quindi nelle traduzioni italiane da tale lingua) il termine "homoeroticism" è però spesso usato nel significato esattamente opposto di "arte esplicitamente erotica a carattere omosessuale".

-- Infine, alcuni autori usano "omoerotismo" come eufemismo per evitare il termine "omosessualità", da loro giudicato "troppo forte" per la presenza della parola "sessualità". Tale uso è però minoritario.

 

 

L'omoerotismo può essere presente in un'opera d'arte in modo volontario o involontario.

L'omoerotismo volontario può essere a sua volta:

-- il risultato di una scelta deliberata da parte di un autore omosessuale, che però sceglie di non affrontare apertamente il tema omosessuale per una varietà di motivi (leggi che lo proibiscono, motivi morali o religiosi, timore di ritorsioni, censura, ecc.). In questo caso è legittimo leggere nel contesto di produzione l'opera per verificare se essa non esprima, per i parametri dell'epoca, i sentimenti e l'attrazione fra persone dello stesso sesso in modo più intenso e in qualche modo "insolito" rispetto al contesto di produzione. "Amicizia spirituale" o "amicizia amorosa", "amicizia intima", "affetto", "cameratismo", "affinità" e quant'altro, possono essere in questi casi trasparenti metafore per descrivere l'amore omosessuale in modo socialmente accettabile (e soprattutto non condannabile per legge).

-- Il risultato di una scelta deliberata da parte di un autore non omosessuale, nei periodi nei quali un grande artista o movimento artistico dalla forte sensibilità omoerotica abbia imposto come accettabile, nell'arte di tale periodo, l'omoerotismo.

Come esempio si può citare l'estetica neoclassica, che recupera dall'antichità greca l'apprezzamento della bellezza del corpo nudo maschile, o l'accademismo ottocentesco che si rifà a tale filone, o il caravaggismo, o il Rinascimento italiano subito prima della Contro-riforma.

In tali contesti, l'omoerotismo è per così dire "ambientale" e non rivela necessariamente preferenze dell'autore, anche se poi in periodi come questi abbondano gli artisti omosessuali che approfittano del clima più tollerante per esprimere in modo più aperto le loro preferenze.

Parlando di artisti del passato, un risultato estraneo alle intenzioni dell'autore, che intendeva solo esprimere deliberatamente sentimenti che per la sua epoca o per la sua cultura non erano connotati in senso omosessuale, anche se possono apparire tali alla nostra epoca e alle nostre convenzioni sociali.

Quale esempio possiamo prendere le società arabe contemporanee, nelle quali tenersi per mano per strada fra due amici è un atto socialmente normale, totalmente privo di implicazioni erotiche, mentre nella cultura occidentale è un chiaro gesto che esprime intimità affettiva.

Occorre quindi fare attenzione a non leggere un'opera d'arte proveniente da questo contesto, che rappresentasse una scena di questo tipo, attraverso la griglia interpretativa del nostro tempo.

Gli stessi gesti, in contesti sociali e storici diversi, possono avere o non avere affatto valenza omoerotica / omosessuale.

Ovviamente vale anche il principio inverso.

Oggi può facilmente sfuggire all'osservatore non specialista il significato di gesti che nell'antichità o in un contesto dato hanno avuto o hanno un chiaro significato di seduzione/supplica o d'intimità anche erotica (per esempio: carezzare il mento (upochorizein), anche solo sfiorandolo o appoggiando la punta delle dita, nell'arte greca).

 
George Rennie, Cupid Rekindling the Torch of Hymen

L'omoerotismo involontario si può avere invece nel caso in cui un artista ha scelto di negare l'espressione i propri desideri affettivi ed erotici per persone dello stesso sesso, non intende renderli pubblici, non desidera che essi traspaiano nelle sue opere, non intende esprimersi direttamente sui temi dell'amore e dell'attaccamento e dell'attrazione fisica fra persone dello stesso sesso.
Di solito queste strategie sono relativamente (anche se di rado totalmente) efficaci nell'epoca dell'artista in questione; tuttavia in una prospettiva successiva, avendo una visione d'insieme dell'arte di un periodo storico, è possibile notare (a volte con estrema chiarezza) slanci, commozioni, turbamenti, debolezze di un artista ogni volta che si avvicini alla bellezza e all'intimità fra o con persone del suo stesso sesso, che possono raggiungere un'intensità omoerotica, nonostante le intenzioni originali dell'autore.

Si può avere anche il caso di artisti che alternano in fasi diverse della loro produzione un atteggiamento volontario ed uno involontario, che ovviamente di solito è molto meno marcato; come esempio si può prendere Guido Reni, che inizia con opere connotate da forte omoerotismo esplicito (il suo San Sebastiano è addirittura usato come icona masturbatoria da Yukio Mishima nel suo Confessioni di una maschera), sul filone caravaggesco, ma che dopo la conversione religiosa si dedica a soggetti devozionali, nei quali l'attenzione omoerotica traspare solo episodicamente, raggelata, e sicuramente contro la volontà dell'autore.

Viceversa, si dà il caso di artisti che dopo inizi timidi e poco espliciti, hanno maturato una ricerca deliberata di risultati di tipo omoerotico in una fase successiva della loro arte.

 

L'arte omoerotica è solitamente impercettibile e contiene una "carica emotiva"; che è il fattore principale che la distingue dalla pornografia che invece involve atti sessuali espliciti. Per questo spesso l'omoerotismo può sfuggire alla censura. Il materiale omoerotico può, nonostante tutto, essere più potente della pornografia, dato che spesso è richiesta dell'immaginazione per renderli esplicitamente eccitanti.

 

Qualche volta i critici rilevano omoerotismo nelle opere d'arte, anche quando l'autore avrebbe probabilmente negato la presenza di tale argomento. Comunque, può ancora essere valido etichettare l'opera come parte della tradizione dell'omoerotismo; poiché l'opera può avere risvegliato tali sentimenti nella parte omosessuale del pubblico, ed un'influenze sulla produzione artistica futura.

 

Questo tipo di arte è necessariamente figurativa.

 

Esempi uomo-uomo, nelle arti visive, vanno di pari passo con le epoche storiche.

Greca antica vasi artistici.

Romana anfore per il vino (The Warren Cup).

Il Rinascimento italiano (con ad esempio Agnolo Bronzino, Caravaggio), fino ai molti dipinti storici del XIX secolo di personaggi classici come ad esempio Giacinto, Ganimede e Narciso.

L'opera degli artisti della fine del XIX secolo (come ad esempio Thomas Eakins, Eugene Jansson, Henry Scott Tuke e Magnus Enckell).

Fino a giungere alle opere moderne di artisti come Yannis Tsarouchis, Paul Cadmus e Gilbert & George.

Anche fotografi artistici come David Hockney, Will McBride, Robert Mapplethorpe, Pierre et Gilles, Bernard Faucon, Anthony Goicolea hanno dato un forte contributo, Mapplethorpe and McBride rompendo le barriere dei censori delle gallerie e sfidando le norme di legge sull'argomento.

Bibliografia essenziale 

Letteratura classica e medievale:

Murray & Roscoe, Islamic homosexualities: culture, history, and literature (1997).

J. W. Wright, Homoeroticism in classical Arabic literature (1997).

Rictor Norton, The homosexual literary tradition. (1974). (Epoca grecoromana ed Inghilterra elisabettiana).
Letteratura dopo il 1850:

David Leavitt, Pages passed from hand to hand: The hidden tradition of homosexual literature in English from 1748 to 1914, (1998).
  • Timothy d'Arch Smith, Love in earnest; some notes on the lives and writings of English 'Uranian' poets from 1889 to 1930, (1970).
  • Mark Lilly, Gay men's literature in the twentieth century, (1993).
  • Patricia Juliana Smith, Lesbian panic: homoeroticism in modern British women's fiction, (1997).
  • Gregory Woods, Articulate Flesh - male homoeroticism and modern poetry, (1989). (Poeti statunitensi).
  • Vita Sackville-West, Louise De Salvo, Mitchell A. Leaska (a cura di), Vita Sackville-West. The letters of Vita Sackville-West to Virginia Woolf (1985).
  • Virginia Woolf, Congenial spirits. The selected letters of Virginia Woolf, a cura di Joanne Trautmann Banks, Harcourt Brace, 1991.
Arti visive

Jonathan Weinberg, Male desire: the homoerotic in American art (2005).

James M. Saslow, Pictures and passions: a history of sexuality in Italian arts.
  • Allen Ellenzweig, The homoerotic photograph: male images, Delacroix to Mapplethorpe, (1992).
  • Thomas Waugh, Hard to imagine: gay male eroticism in photography and film from their beginnings to Stonewall, (1996).
  • Emmanuel Cooper, The sexual perspective: homosexuality and art in the last 100 years in the West, (1994).

Claude J. Summers (a cura di), The queer encyclopedia of the visual arts, (2004).
  • Harmony Hammond, Lesbian Art in America: A Contemporary History, (2000). (Solo opere successive al 1968).
  • Laura Doan, Fashioning Sapphism: the origins of a modern English lesbian culture (2001). (L'Inghilterra dopo la prima guerra mondiale).
  • Alessandro Bertolotti, Books of nudes, (2007).

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