Toro Farnese
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Descrizione |
English: The death of Dirce. Roman adaptation of the Imperial era after a Greek original of the Early Hellenistic era; heavy modern restorations.
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Data | inizio del III sec. d.C. (copy) |
Tecnica/materiale | marmo |
Ubicazione attuale | |
Ground floor | |
Numero d'inventario | Inv. 6002 |
Attribuzione | Farnese Collection |
Il cosiddetto Toro Farnese è un gruppo scultoreo ellenistico in marmo attribuito all'artista di Rodi Apollonio di Tralle e a suo fratello Taurisco.
L'attribuzione ad Apollonio e Taurisco è stata possibile grazie agli scritti di Plinio il Vecchio.
Questi afferma che "il toro Farnesino" fu commissionata alla fine del II secolo a.C. e fu tratta da un unico blocco di marmo.
Fu importata da Rodi, come parte dell'incredibile collezione di sculture e opere d'arte di Asinio Pollione, un politico romano vissuto nel periodo di passaggio tra la repubblica e il principato.
È la più grande scultura dell'antichità mai ritrovata.
Venne rinvenuto nelle terme di Caracalla a Roma nel 1545, durante gli scavi commissionati da papa Paolo III allo scopo di recuperare antiche sculture per abbellire la sua residenza, Palazzo Farnese.
Insieme al resto della collezione di antichità Farnese, arrivata a Napoli con l'eredità del re Carlo di Borbone, figlio dell'ultima discendente della famiglia Elisabetta Farnese, è oggi esposto al Museo Archeologico di Napoli.
Il soggetto, tratto dalla mitologia greca (il complesso marmoreo è forse un copia di un originale greco), rappresenta il supplizio di Dirce.
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