Luigi Speranza
Savona
Il "Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua" è un'opera di Niccolò Machiavelli composta, secondo gli studiosi, nel 1524.
Non fu pubblicato, ma circolò in forma manoscritta negli ambienti letterari impegnati nella discussione sulla lingua (la questione della lingua).
L'opera fu pubblicata solo nel 1730, come appendice all'
"Ercolano"
di Benedetto Varchi.
In epoca recente, si ricordano un'edizione a cura di Ornella Castellani Pollidori (Firenze, Olschki, 1978) ed una a cura di Paolo Trovato (Padova, Antenore, 1982).
Nella discussione si confrontavano la posizione, sostenuta da Baldassarre Castiglione, della lingua cortigiana, e quella, sostenuta da Pietro Bembo, del modello letterario trecentesco (rappresentato specialmente da Petrarca e Boccaccio).
Secondo Machiavelli, invece, la lingua da preferirsi è il fiorentino contemporaneo, come idioma per natura superiore a tutti gli altri.
Del resto - egli argomenta - Dante Alighieri nel suo poema non usò una lingua "illustre" con caratteri sovraregionali (come Dante stesso aveva teorizzato nel "De vulgari eloquentia" (1302)), bensì il fiorentino parlato del suo tempo.
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