Luigi Speranza
Il Ritmo bellunese è una delle prime attestazione dell'uso letterario del volgare in Italia.
Composto alla fine del XII secolo, tramanda gli avvenimenti del Comune di Belluno negli anni 1183-1196.
In particolare è narrata la guerra che Belluno, in alleanza con Feltre, intentò contro Treviso e che le permise la conquista di territori prossimi alla città.
Nella quartina seguente, in endecasillabi epici, è descritta la distruzione del Castel d'Ardo, avamposto trevigiano nei pressi di Trichiana, i cui pezzi vennero gettati nel fiume.
E lo scortare di sei cavalieri di Treviso a Belluno città vincitrice.
De Castel d'Ard av li nost bona part.
I lo getà tut intro lo flum d'Ard.
Sex cavaler de Tarvis li pui fer.
Con sé dusé li nostre cavaler.
Linguisticamente presenta già tratti tipici del veneto moderno come la 3ª persona plurale maschile del verbo con il clitico ("i lo getà", modernamente "i lo ga getà", "i l'à getà"), con sfumature specifiche della variante settentrionale come l'ampia caduta vocalica (part, tut, cavaler, flum) tuttora presente nel feltrino-bellunese e nel trevigiano di sinistra-piave.
Sopravvive il passato remoto, tratto arcaico oggi completamente scomparso.
Arrigo Castellani,
"I più antichi testi italiani"
-- edizione e commento di Arrigo Castellani, Bologna, Pàtron, 1973
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