Luigi Speranza
Quando Tarquinio Prisco scavò le fondamenta del tempio di Giove Capitolino rinvenne, a quanto riferisce Livio (Ab Urbe condita libri, I 55 pag. 177, ed. Mondadori 1994), un
“caput humanum integra facie”,
che Ravioli (Prima tellus ed. Il Graal Roma 1988, pag. 19) identifica con il Teschio primigenio, l’edificio a forma di cranio umano eretto dai primi abitanti della regione.
Come fa notare il curatore del testo in nota 13 facies è in rapporto con la radice
*bha
che significa risplendere, da cui, aggiungiamo noi, anche la parola fax, fiaccola.
Per questo il colle Campidoglio ebbe nome da "Caput olim",
il “Capo di un tempo” (per Fabio Pittore, ibidem nota 14, il nome gli venne invece dal ritrovamento del cranio di Aulo Vibenna, compagno di Mastarna - Tarquinio Prisco nella presa di Roma da parte degli Etruschi: "Caput Auli").
Il termine Teschio indica quindi un luogo di antica sacralità caratterizzato dalla costruzione con grandi massi squadrati, luogo che assume per la sua antichità il carattere di un omphalos, sul quale le età successive ricollocano i loro templi.
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