Saturday, August 13, 2011

Gaulli, pittore genovese

L'amicizia, che in Roma contratti l'anno ijóo. col1' Avvocato Giulio Gaulli figlio di quel Gio. Battifta , di cui ora fono per ragionare; e le (incero notizie, che egli intorno a fuo Padre mi diede; fpero, che me ne faranno fcrivere la vita con quella verità , che effer dee la principal dote di uno Storico , e alla vquale mi dichiaro d' avere in qudH fogli la prima mira,

Quali foflèro gli antichi Progenitori di Gio. Battifta, e donde traeffe origine la fua cafa, non è ben noto . Sol tanto fi dice, che quefta abbia avuto cominciamento in Ve- ^^^^— nezia , e che di quivi l'Avolo fuo, Gio. Battifta anch'effo Digio. di nome, veniffe ad abitare in Genova. Coftui fra noi fta- B$TTMTM bilitofi, e preflò un ricco Banchiere accomodatofi, s'ammogliò , ed ebbe un figlio per nome Lorenzo, il quale*, prefa poi anch' eflò moglie, fi vide in pochi anni Padre di dieci figliuoli, uno de'quali fu il noiìro Gio. Battifta, 1' unico di si numerofa famiglia, che rimanente illefo dal morbo pcftilenziale dell'anno 1657., di cui tutti gli altri perirono .

Era egli allora nell'anno diciottefimo di fua età ( poiché nacque nel itfjp., e fu battezzato in quefta Chiefa Parrocchiale di S. Siro il dì io. di maggio ); e già della Pittura avea apparato alcuni buoni principj dal celebre Luciano Borzone: ma trovandofi malagiato, fenza Maeftro, fenza.. Congiunti, ed in una città mezzo {popolata; itene qualche tempo dubbiofo di Tua elezione; mentre l'indigenza iuggerivagli d' appigliarfi piuttofto a un' arte plebea , onde prefto n' aveflè un giornaliero fuflìdio. Il genio però, che portavalo alla Pittura, vinfe gli oftacoli, e induffelo a profeguir da per fe 1' efercizio di quella . Del tenue frutto d'un fuo podere parcamente vivea Gio. Battifta [ o, per meglio divinarlo, il Bacciccio; che cosi in noftra Genovefe favella era comunemente denominato]; e coraggiofo in foffrire gl' incomodi della povertà, fol penfava a profittare imitando. Quindi le lue occupazioni in quella giovanile età. furono di copiare i fuperbi dipinti di Perino del Vaga entro il palazzo del Principe Doria; nel che, concorrendo col1'induftria l'ingegno, a maraviglia riufeiva .

Lo ftudio fu que' dipinti l'invogliò di farlo anche fu quei di Raffaello . Onde un giorno fenza far motto a veruno s'incamminò alla volta di Roma . Quivi ebbe la forte d' accomodare' con un Pittore franzefe, che impiegollo in far copia di certi quadri. Ma con quefto nuovo Maeftro diede il Gauili i primi faggi dell' indole fua ftravagante, e focofa; concioflìaché dopo alcuni giorni, venuto con elio a parole,

afferrò

afferrò di lancio una ferratura, che ftava fopra d' un defco, e colpitolo in vifo, via fi fuggi. In tal guifa fiaccola' prefto

^^^^= da quella fcuola . Digio. Fin qui non avea punto ftudiato in Roma il Gaulli

Battista falle grand' Opere , che tirato l'aveano a quella città . CoAulli . minci5 per tant0 a fari0 9 poiché ebbe lafciato il Pittor franzefe. Portava!] ogni giorno nelle (lanze del Vaticano, e fulle immortali fatture del divin Raffaello indefeffamente coglieva il più bel fiore della diletta fua Profeflìone . Ma la neceflìtà di procacciarli onde vivere 1' obbligò dopo qualche tempo ad abbandonare un tale fludio; e il conduffe in cafa di certo Pellegrino Peri Genovefe negoziante di quadri; òhe molto aiutollo. Or avvenne, che quefto Peri un giorno efpofe di mano del noflro Artefice due piccole tele di bambocciate, le quali, veduteli dal Bernino, gli fecero concepir tanta ftima del loro Autore, che volle conofcerlo . Quanto felice riufciffe un tal incontro al Gaulli, 1' udirà il Lettore nel profeguimento di quefta ftoria . Mi bafta per ora accennare , che de' fuoi progreflì in Pittura, in aderenze , ed in credito, fu, come egli (Ieflò ingenuamente confeflava, debitore in gran parte al1' affetto, ed alla protezione di quel chiari flimo Proieflore .

Avea già il Gaulli acquiflato non ordinaria perizia in ritratti: e però, appoggiato a sì falda amicizia, molti dovette farne per commiflìone di riguardevoli Personaggi. Qualora poi veni vagii occorrenza di dipingere quadri (toriati; il Bernino fteflò gliene formava i modelli. Cosi alleggerivagli la fatica , e co' fuoi efemplari inftruivalo; talché lo ftudiofo Giovane divenne in breve un de' primarj Pittori di Roma, qual diftintamente fi fece conofcere nell' egregia tavola , ch' ei dipinfe per la feconda cappella di S, Rocco a Ripetta; ove rapprefentò quefto Santo inatto d'implorare dalla Vergine Madre foccorfo per alcuni appeftati, che giaciono in terra. V ha in quella tavola anche S. Antonio l'Abate, che è una figura bellittìma; ficcome lo fono le altre, che vi fi veggono dillribuite con giudiziofa fimmetrìa, e dintornate conifquifita finezza .

Compiuta

Compiuta quelV Opera , prefe moglie . Fu coftei un' onefta giovanetta di cafa Murani. Ella non avea dote di beni di fortuna: ma era dotata di vivace fpirito, e di graziofe , maniere . Da lei ebbe molti figli, de' quali più a baflò ra- Di do. gionerò . Frattanto la protezione del Bcrnino , che mai non Battuta Y abbandonava, l'introdufle al Principe Panfili, il quale tal- AULU' mente gli prefe affetto, e tanto ftimollo; che , a preferenza de' più accreditati Profeflòri, lui folo trafcelfe a dipingere a freico i peducci della Chiefa di S. Agnefe di fuo ius, ed al fuo palazzo contigua . Vi dipinfe il Gaulli negli angoli le figure delle quattro Virtù Cardinali; ed altre difpoite in-j varj gruppi d'egregio artifizio con mafie di chiarofcuri avvivate da brillanti lumi con si fugofo, ed armonico colorito; che poterono fgomentare infìno 1' animo di Cirro Ferri, allora quando nella fteffa Chiefa dovette dipingervi la cupola; perocché, come alcuni affermano , quefti fu udito dire più d' una volta: Quelle fettegolette, che ha dipinto ne' peducci quel Genove/ino, mi dan faflidio . E con ragione; poiché il Ferri nel colorito mai non arrivò ad uguagliarlo.

Gran fama acquiftoffi il Gaulli per quefte fue egregie fatture. Onde, avuta di lui notizia il Pontefice Aleffandro VII. ebbe genio di vederlo . Gli fu introdotto: ed il Santo Padre con diftinta benignità l'accolfe, e gli fi efpreftè con_. termini di molta (tima. Volle in oltre , che gli faceffe il ritratto: e gli promife in ogni occorrenza 1' acceflò, anche per la fcala fegreta . Quefto ritratto, riufcito Angolariffimo, li conferva prefentemente in cafa Ghigi infieme con un quadro , entrovi Endimione , che fu dal Gaulli dipinto pel Cardinal Flavio , Nipote del prefato Pontefice .

Pafsò quindi alla Chiefa di Santa Maria, fopra Minerva: e nella cappella Altieri colorì a frefco la Santifllìma Trinità in Gloria a Angioli; e pofcia la bella tavola di San Lodovico Bertrando in meditazione del Crocififfo, nel quale fu improvvifamente trasformata la piftolla d' un inlìdiatore Cittadino , mentre già la fparava contro eflò Santo . Vedeli in Tegno del miracolo il piè della Croce fatto in forma., del ceppo d' una piftolla: e fono colà intorno efpreflì alcuni Angioli in atto eli maraviglia. Il Bertrando fpira dal volto

una tal

una tal divozione, e pietà, che non fanno efprimerla lo mie parole. i ■ Fu quindi chiamato dalle Monache di Santa Marta.. Di do. a dipinger la volta della lor Chiefa . Egli imprefe il lavoro: ^3aulua e v* raPprefentò tre fatti della vita di quella Santa con_. molta energia, e vivezza . Succeffivamente per la Chiefa di S. Niccola da Tolentino formò il quadro del S. Gio. Battifta , che predica nel deferto alle turbe: Opera veramente lodevole. Del refto ci fa male, che a' tempi noftri fi vada perdendo; non fo, fe per cagione della meftica mal compofta, o della foverchia forza del colorito. Difetti materiali , che febbene talora fuccedono anche negli Artefici più valenti: non han però forza di fcemar loro il merito della lode.

Fra' Soggetti cofpicui, che andarono ad offervare i lavori del Gaulli fatti in Santa Marta , uno fu il Padre Gio. Paolo Oliva Generale de' Gefuiti, il quale avendo già deliberato di far dipingere la Chiefa del Gesù. ed effendo meflì in nota varj concorrenti, tutti Profeffori di molto valore, e difttntamente il Maratti, il Ferri, ed il Brandi; fcorta la perizia del Gaulli, lui ancora v' inchiufe . Prima però d' appoggiar 1' Opera ad alcun di coftoro, volle (entire l'informazione del Gavalier Bernino, da cui 1' ebbe tale a favor del Gaulli; che baftò quella a farlo determinare_> intorno all' elezìon del Pittore . Propofe adunque V affare al Gaulli, che, prefone 1' aflunto , pofe tofto mano all' Opera. Ma ficcome poi nel profeguimento s'avvide, che, fecondo il concertato prezzo , farebbegli convenuto riftringerfì, nè avrebbe potuto ornarla di quegli ftucchi, ed altri fregi , che ideato s' avea; rimafto effendo ingannato , com' egli diceva, dall' ampiezza del fito: così ne pafsò parola al Bernino, e quefti al Padre Oliva , il quale diede cortefe rifpofta_., dicendo, che facefle pure il Gaulli quanto abbifognava-,, e che a fatica, e fpefa non rifparmiaffe; perocchè gliene avrebbe porta la rimunerazione a mifura dell' operato. Non mancò già alla promefla; ftantechè ad ogni poco lo regalava: ed una volta fra le altre, effendo già il lavoro alquanto avanzato , gl' inviò full' ora di pranzo a cafa

un nobil

un nobll pafUccio, fotto del quale avea nafcofte feicento pialire . Come Gio. Battifta vide il denaro, credette efler queflo il foprappiù , che il P. Oliva gli avea promeflò per ■ quel lavoro . Onde , inviperito , gettò giù dalle fcale il pa- Di do. (liccio , e le piaflre; lagnandoli di detto Padre , che sì fcar- Battista fornente voleflè ricompenfarlo . Il Padre, che mai non avea Btu? avuto un tal penfiero, a ragion fe ne offefe . Il Bernino, che vi s'intromife, acconciò ogni cofa . Il Gaulli dimandò fcufa al Padre Oliva; e quefti lo ricevette di nuovo in fua grazia: e da indi innanzi iempre più 1' accarezzò con dimoi! razioni di generofità; talché una volta gli donò mille doppie effettive . Saliva fpeffo fu i palchi a vifìtarlo, e con eflo lui familiarmente, in lingua genovefe difcorrendo , fe la paffava. V andavano anche a vifirarlo altri di que' Padri > i quali in vece di recargli divertimento nelle ore più forti del fuo dipingere, V annoiavano . Quindi egli, per levarteli d' attorno, di nafcofto faceva mila carta con la matita il ritratto di ciafcun di elfi caricato in forma ftrana, e ridicolofa , e con tanta felicità di fomiglianza, che non v' era chi fubito non ne ravvifaffe il rapprefentato . Lafciavalo pofcia fui palco in vilta di tutti; onde traeva le rifa di chi imbattevafi a rimirarlo . Così liberoflì da tal dilturbo; perciocché que" Religiofi, per ifcanfare la beffa, cefiaron d'andare a lui, quand' egli operava .

Era già preffo alla fine il lavoro , quando venne a morte il Padre Generale, che ben ricordevole di quanto avea promeflò al noflro Pittore , per grata ricompenfa alle virtuofe fatiche diluì, lafciò a'Padri un biglietto fìgillato da aprirfi dopo fua morte alla prefenza dello fteffl ò Pittore . Tanto fu efeguito . Ma ben rimafero turbati que' Religiofi, alloraché videro contenerfì in quel biglietto una commifiione_* di darfi al Gaulli quella fomma, che egli per fua rimunerazione aveffe giudicato convenirfegli. Potrà facilmente^ immaginarfi chi legge, quali foffero le querele, che fi fecero contra il defunto Superiore . 11 Gaulli però gli tolfe prefto di pena; perciocché , montato al fuo lolito in furia, ilrappò di mano ad un di loro quella fcrittura, e ne fe' mille pezzuoli: indi poftafela in bocca rabbio(amente manicandola,

fe ne partì rifoluto di non voler più ingerìrfi in queir Opera. E vi vollero di autorevoli mezzi per indurlo a finirla. Ei la ripigliò: e la diede compiuta quindici anni, dappoichè Di Gio. cominciata 1' aveva. Ma per lo fuo ftrano procedere nulla Battista ^be di più del convenuto, che per altro afcefe a dodicimila feudi romani. Ben e vero, che in quel tempo conduce altri lavori; fra' quali fi conta 1' infigne quadro, che ei fece per la Chiefa di S. Andrea de' medefimi PP. Gefuiti a Montecavallo, entrovi S. Francefco Saverio moribondo attorniato da una Gloria d' Angioli [ quadro, che fu poi egregiamente incifo a bulino da Benedetto Fariat]; e l'altro della cappella Albertoni in S. Francefco a Ripa, in cui vedefì la Beatiflìma Vergine, che preiènta il fuo Divino Infante,. a S. Anna. Varj altri lavori pur fece allora per parti diverfe, de'quali troppo lungo farebbe dar minuto ragguaglio.

Eterna lode fi meritò ne' quindici anni la più gran parte occupati in dipingere la prefata Chiefa del Gesù. Ed ecco una breviflìma definizione di quelle pitture . Egli nella gran volta di mezzo rapprefentò il cielo, la terra , e 1' inferno in umiliazione al Sacrofanto Nome di Gesù: e tutto ciò in un gran quadro retto da Angioli di rilevato flucco lavorati con difegno di lui da'celebri Scultori Antonio Raggi, e Lionardo Reti. Entro lo fteflb quadro vedefi una Gloria di Paradifo con le Gerarchie degli Angioli in atto d' adorazione. Da'fianchi del quadro in bellifllmi gruppi difpofti, e fopra nuvole, ftanno in foavi atteggiamenti di umiltà, e riverenza i Santi di diverfi gradi, Ordini, e uflìzj , contemplando anch' effi 1' adorabil Nome . E nel baffo del quadro al di fuori sboccano innumerabili moftri infernali in rabbiofe, e fpaventevoli fembianze, i quali, inorriditi all' inaceffibile luce, confufamente fi lanciano in precipizio . Quefte figure dalla volta talmente fi fpiccano; che pare fiano per piombar in capo a' riguardanti. Entro la cupola dipinfevi il Paradifo; ove rapprefentò la gloriofa Vergine fra le tre Divine Perfone, che la incoronano. E ne'triangoli figurò i Vangelifti attorniati da leggiadri Angioletti . Nella tribuna efprefle la vifione dell' Agnello Immacolato, con alcuni Profeti, che genufleflì l'incenfano. Nella fteffa Chiefa

dipinfe

dipinfe anche la volra della fuperba cappella dedicata-, a Sant' Ignazio, e vi fece il Santo in Gloria d' Angioli. In fommajì fegnalò talmente in quefto Tempio il Gaulli; che forpafsò fe (teffo, e la comune efpettazione; e avvegnaché l'invidia non mancaflè di fuggerire a' maligni critiche , e fpregi: pure le lodi prevalfero; ed a' fatirici motti furono oppofti in numero sì grande gli encomj ; che egli viepiù crebbe nella ftima de' Saggi; e per modo , che i PP. Teatini volentieri gli avrebbero fatta dipingere, ficcome nel pregarono , la principale volta della lor magnifica Chiefa intitolata di S. Andrea della Valle; fe egli fcufato non fe ne foflè per la venerazione, che avea alle immortali dipinture del Domenichino, e del Lanfranco, che il Presbiterio e la_ cupola di detta Chiefa llngolarizzano.

Il Cardinale Lorenzo Imperiale, che volle eflere da lui ritratto , e che molto 1' amava , gli commife alcuni quadri. Dipinfegli il Gaulli: ed oltremodo belli riufcirono . Alcuni altri poi gliene ordinò il Principe Altieri, cui pur foddiffece aflài bene: ficcome anche al Cardinale Girolamo Ga-fìaldi, che un altro gliene fe'dipingere, entrovi il Miftero dell' Immacolata Concezione di Maria Vergine per un degli Altari della Chiefa fondata infieme col Moniftero a fpefe_> di queil ' Eminentiffimo Porporato . Anche quefta pittura foggiacque alle mordaci critiche di certi malevoli, chealnoftro Artefice invidiavano la buona fortuna, in cui lo vedevano follevato: ma il numerofo applaufo di poetiche compofizioni, che in lode di quell' Opera ufcirono, e le fane apologie de' più famofi ProfelTòri fecero ragione al Gaulli e diflìparono la fufcitata tempefta .

Per lo Re Giovanni V. di Portogallo dipinfe un gran quadro: né io fo qual ne folle 1' argomento: fo bene, che quel Monarca affai lo gradì; che oltre il danaro fattogli ia larga copia pagare, gli trafmife di più un onorifico diploma , con cui dichiaravalo Cavaliere, e fuo attuale Pittore. Ma tanta fu la modeftia del Gaulli; che mai, finché viffe' non s' ebbe di ciò la minima contezza da alcuno, neppure di quei di fua famiglia: e fol dopo morte nel rivolgerli gli ferirti di lui, fi rinvenne accidentalmente un tal diplomo;». Il F ma*

Di Gio.

Battista Gaulli. ma, che io fteffo ho veduto: e fi conferva preflb de' fuoi Difendenti. ^^^^ In quanto pregio foffe il Gaulli tenuto da Papa Aleffan

Di do. dro VII. già l' ho accennato dianzi: in quale poi lo tenefBattista fero i tre Pontefici fucceffivamente eletti dopo quefto Alef

Gawixi. fancjro? cioè Clemente IX., Clemente X., e Innocenzio XI., chiaro il dimoftrano i molti ritratti, che di effi dovette fare, e le altre belliffime tavole , che pur di mano di lui fi veggono ne' rifpettivi palazzi di quelle Pontificie Famiglie^ . Il Cardinale Pietro Óttoboni, Nipote di Papa Aleflandro VIII. ebbe grande (lima, ed affetto al Gaulli. Volle, che ritraete il Pontefice Zio: commifegli varj quadri Moriati: alcuni de' quali per cortefe dono del prefato Cardinale paflarono in mano dell' Abate Adami, che con fommo riguardo li conferva. Fra quefti quadri fuperbo è quello della cacciatrice Diana .

Aveva fin qui il noftro Pittore feguitato nel dipingere una maniera armoniofa, vaga, e torte di colorito; quando a un tratto lafciolla, e appiglioflì ad un' altra faporofa sì, e delicata, ma meno vivace, e meno robufia. Pensò alcuno , che ciò poteflè provenire da concepito difgufto, che_. il toglieffe in parte di cervello, come noterò più fotto . Ma qualunque ne folfe il motivo, il fatto (ta, ch'egli variò maniera; mentre un quadro, che fece colà per un Altare della Chiefa della Maddalena , entrovi S. Niccolò di Bari avanti la Vergine; ed un altro della Natività di S. Gio. Battifta per la Chiefa di Santa Maria in Campitelli, moftrano uno (tile affai differente dal primiero Gaulliano: flile tenue , di foverchio leggiero; ma che per la fua dolcezza , e grazia tuttavia molto piace, e diletta.

A' prenominati Perfonaggi, che in grande eftimazione ebbero il Gaulli, e gli procacciarono vantaggi, ed onori, debbo aggiugnervi il Cardinal Gio. Battifta Spinola feniore, infigne Protettore anch' eflò de' Virtuofi . Quefto Porporato , per 1' alta eftimazione , che avea di sì raro Artefice, gli commife alcuni quadri, che riufeirono di tutta perfezione.-.. Quindi fu, che diftimamente onorollo, e fortemente impegnoflì a promuoverlo.

Di que'giorni appunto il Sereni/fimo Senato di Genova avea determinato di far dipingere la gran fala di quefto Reale Palazzo . Seppelo 1' Eminentiflìmo Spinola; e tofto propofe' a' Signori Deputati il GauHi, dando loro un' onorifica infor- Dl Glo. inazione di tal Soggetto, che fu trafcelto all' Òpera anche Battista a fronte di tanti'altri valenti Pittori. Già egli ebbe da Ge- GAUU'I• nova le mifure del fito, in cui dovea lavorare: onde formò il difegno delle cofe da dipingervi a frefco; e di qual bontà quello riufciffe, di leggieri può immaginartelo chi ha letto le poche pagine qui precedenti. Io ho veduta in cafa di Giulio figliuolo di sì grand' uomo la bozza, che il Padre avea ftefa per la volta di quefta Real Sala, e parmi Opera di nobiliflìma idea . Era quivi efpreha in atto di trionfo la Liguria feduta fopra un arco baleno, entro la cui circonferenza leggeva!! a caratteri d' oro il motto Libertas . Accanto alia Liguria (lavano in varj maeftofi atteggiamenti le principali Virtù fue indivifibili compagne. E a'piedi d'efta il tempo in atto di fviluppare da un panno, ond'era avvolta la Verità, che compariva con un sole in mano, da' raggi del quale abbagliati, ed atterriti alcuni moftri [ cioè i vizj più pregiudiziali alla libertà] precipitofamente fuggivano. Fornito di tali preparamenti pafsò a rivedere la patria: e ciò fu l'anno 1693. Qua giunto conobbe il fìto, e di» mandò prezzo . Ma quefto fu, o per meglio dire, parve sì eforbitante, che nulla fi conchiufe; e maggiormente per non aver egli mai voluto, neppure per poco, difeoftarfi dalla prodotta dimanda . Grandi tuttavìa furono le accoglienze, che egli ebbe qui da molti de' principali Signori, e fpecialmente dal Signor Lorenzo Invrea , che poi fu Doge. Quefti volle effere da lui ritratto , e largamente rimunerollo. Il quadro rapprefentativo di detto Personaggio fi conferva preÀò il Signor Domenico Invrea , Pronipote di lui: quadro d' un' energia , e vivezza maravigliofa .

Ritornato a Roma fenza efecuzion dell'affare, per cui n' era partito, vi ripigliò altri lavori, che v' avea lafciati imperfetti. Pofe quindi mano a varj ritratti, uno de' quali fu quello dell'allora Regnante Pontefice Innocenzio XII. Giunfe frattanto in quella città il Marchefe Luigi Centu

F * rione,

rione , che molti uflìzj di benevolenza avea praticato in Genova verfo il Gaulli. Quefto Cavaliere gli die commiflìone __,_ di fargli il ritratto del Marchefe Ippolito fuo zio già da_ . Dl ciò. parecchi anni defunto. Il Gaulli gliel fece, per quanto fi Battista dice, fomigliantiflìmo all' originale, che pur egli non avea Gaulli. ma> vecjut0 . prefane fol tanto l'idea dalla detenzione del volto , e delle fattezze efpoftagli in voce dal prefato Cavaliere. Quefto ritratto fi conferva ora in Pifa preifo l'eruditiftìmo Sig. Marchefe Centurione, Pronipote di effo Ippolito; ed è per più capi pregevole.

Frattanto Luca Capocaccia, ricco mercadante, faceva ornare di marmi, e di pitture la fua cappella eretta nella_ . Chiefa di Santa Maria della Vittoria de' PP. Carmelitani Scalzi a Termini. Coflui, uomo magnifico nelle cofe fue; ma del denaro tenace rifparmiatore, invitò il Gaulli a dipingerla . Succedette qualche po' di contrafto nello ftabilire il prezzo dell' Opera . Ma il tutto s' accomodò per mezzo del Padre Sacripanti allora Priore di quel Convento . Già il Pittore formata n' avea la bozza; quando il Capocaccia-. andato a vederla , difle, che intendeva fi doveife anche quella comprendere nel prezzo pattuito . Allora Gio. Batti(ta , divenuto una furia, caricò di male parole il Capocaccia , diè de' calci nel cavalletto, fe' pezzi della bozza; nè mai più volle udirfi parlar di quell' Opera . Quefta bozza per fe belliflìma dopo efiere fiata molti anni in tal modo gualla, fu ultimamente da me racconciata, mentre in Roma io godeva dell' amabil converfazione del già mentovato Giulio Gaulli figliuolo del noftro Gio. Battifia.

Già la fala del Real Palazzo Genovefe era fiata data a dipingerli al Cavalier Marc' Antonio Francefchini da Bologna . Si dovean però dipingere tre gran quadri per 1' altra fala del Minor Configlio; e il Cardinale Spinola, cui forte premea, che il Gaulli lafciafTe in patria qualche vafta produzione del fuo nobil talento , 1' avea perfuafo a formare i difegni di quefti quadri. Quando era appunto per metter mano al lavoro, fu impiegato dall'Eminentiflìmo Cornaro del titolo de' Santi Apoftoli, per dipingere a frefeo la volta di quella gran Chiefa; ciò, che il Gaulli intraprefe col patto

d'averne in mercede duemila feudi romani, che pofcia_» ridufle a foli cinquecento, per la fua divozione a S. Antonio di Padova. In quefta volta ridotta in un quadro, che «.__m tutta l'occupa , lungo palmi ottantafette, e largo quaranta, Di do. efpreffe il trionfo della Religion Francefcana. Pare incre- Battista dibile, ch'egli potefle compiere quefta grand'Opera nel breve fpazio di cinquanta giorni, e fempre fui frefeo lavorando . Vero è pero, che, si pel grave alito della calcina, si per l'età già avanzata, la fua compiendone, tuttoché forte, venne in ciò molto a patire.

Aft'unto al fupremo Pontificato l'anno 1700. col nome di Clemente XI. il Cardinal Gio. Francefco Albani, egli richiefe tofto il Gaulli, per efler da coflui ritratto. Lo ritraiTe il Gaulli [ e quefto Papa fu il fettimo de' Papi ritratti dal noflro Pittore ]. Sua Santità rimafe tanto foddisfatta del Gaulli; che avea penfato di onorarlo con le divife di Cavaliere dell' abito di Crifto; fe le modefte ripugnanze, che trovò in elio Gaulli, non l'aveftèro da tal intenzione diftolta. Vaglia il vero, quefto Pittore non fi curò mai d'acquiftar nuovi titoli; trovandofi abbatlanza contento, com' ei folea dire, dell' amata convenzione dell' Arte fua, per cui avrebbe rinunziato a qualunque Monarchia.

Delle ultime fatture di coftui furono i due quadri laterali , che veggonfi nella cappella di San Francefco Saverio al Noviziato de'Gefuiti, dove pochi anni prima avta dipinto il foprannotato quadro del Santo medefimo agonizzante . Ne' riferiti due, ne' quali fono efprefii due fatti cavati dalla vita di effo Santo, non fi feorge più quella franchezza , ed armonia di colorito, che già era (lata fua particolar dote. Colpa dell' età . Cominciò da indi innanzi a indebolirfegli la fantasia; e flette qualche tempo quali fenza operare; perciocchè dentro lo fpazio d'un anno altro lavoro non fece, fe non che il ritratto del Generale Ottam Avignonefe.

Era fin dal Pontificato di Clemente X., eh' egli avea avuto incumbenza d' adornare co' fuoi difegni nella Balilica di S. Pietro la cupoletta del Battifterio, per poi efeguirll in mufaico. Clemente XI. gli accomandò maggiormente quell'O

F 3 pera:

pera: ma non potè vederla effettuata; perché il noftro Gaulli prevenuto fu dalla morte fuccedutagli nel modo fe^^^^ guente . Giulio fuo figlio avea 1' agenzia della cafa Malvezzi. Di do. Quefti Signori fovente lo regalavano di fini rofolj, e d' alBattista tri fquiiiti liquori; de' quali diedefi il Pittore a berne.* Gauui. fmoderatamente: ciò, che gli accefe il fangue, gli cagionò indifpofìzione di ftomaco, e naufea di qualunque forta_. di cibo. Crebbegli il male; onde chiamatofi il Medico Sinibaldi; quefti, per rinfrefcarlo, gli ordinò frequenti bevande di limonéa; ma poco ftantc fcopriflì l'infiammazione, che il dì due d'aprile dell'anno 1709. il tolfe di vita con molto difpiacere di chi lo conobbe; e fpecialmente del Cardinal Giufeppe Renato Imperiale, che nella di lui malattia più volte era flato a vifitarlo.

Gli iu data onorevole fepoltura nella Chiefa di S. Tommafo in Parione, accanto alla quale abitava in un funtuofo cafamento, che comperato s'avea, e che lafciò inficine con la fomma di ben quarantamila feudi romani: tutto frutto della fua eccellente virtù.

Ebbe Gio. Battila quattro figliuoli Lorenzo, Aleffandro, Giulio, e Lodovico . Il primo , che un tal nome portava, per effere ftato tenuto al fagro fonte dal Cavaliere Gio. Lorenzo Bernino, miferamente finì nel modo, che or qui fòggiugnerò. Era quefto Giovane in età di diciannove anni, e applicava allo ftudio delle Leggi. Andò egli un giorno in cafa di Gio. Maria Baldinucci ricco banchiere, abitante preflò la Chiefa di S. Andrea della Valle. Colà s'intertenne un dopo pranzo full' ora calda a giuocare a dama; quando giuntovi il Padre, che amico era del Baldinucci, al veder il figlio in quella cafa in tempo appunto , che credea_. foffe ito allo ftudio, tanto fdegno ne prefe, che dopo di averlo afpramente ingiuriato, gli diede un calcio . Difguftato il Giovane fi partì; né per due giorni li feppe alcuna nuova di lui. Finalmente il trovarono affogato nel Tevere. Qual foftè il dolore del Padre, che grande amore portavagli, lo dichiararon gii effetti. Perocché all' udire l'infaufta novella fu forprefo da sì profonda malinconia, che mancò poco non impazzale: e vi volle tutta 1' opera del fuo Con

leflòre

fettòre Gefuita , che il tenne feco da un anno nel Noviziato a Montecavallo , per rimetterlo in calma . Aleflandro , il fecondo figlio, che attendeva all' Architettura, ed anche dipin- , geva alquanto di figure, mori giovane l'anno 1728.. Giulio, Digio. il terzo da me conosciuto - equi più volte nominato, ultima- Battista mente e morto in eta di novantaquattro anni, lenza aver lafciato prole mafchile . Il quarto , ed ultimo figlio, ch' era Segretario di Monfignor Lancetta, trapafsò poco dopo del Padre. Cosi è rimafo eftinto in Roma il calato Gaulli.

Quanto foffe pronto quefto Pittore nel dipingere ben_. fi feorge dalle tante fue Opere qui deferitte; oltre le quali molte altre ne ha fatte, delle quali il prefato Giulio fuo figlio ne avea ripiena la cafa . In Genova poco abbiamo del Gaulli; e fol qualche quadro di fua mano fi trova in cafe private; come un S. Gio. Battifla, ed un Prefepio, ed un altro bel difegno a matita rofta rapprefentativo di S. Guglielmo, che fana alcuni travagliati dalla podagra . Tali fatture fi confervano dal Signor Gio. Battifla Spinola nel fuo palazzo fituato lungo la ftrada di Lucoli. Un fuperbo quadro pur di quefto Autore, entravi lo fleffl ò Santo, che predica alle turbe, fi conferva preflo l'Eccellentiffimo Niccolò Cambialo . Nella loggia de' Signori Spinola fi vede un maeflofo ritratto d' un Cardinale di quefta Famiglia; e credo appunto fia quello del titolo di S. Cefario. L'unica Opera più vafta, che abbiamo del Gaulli in Liguria, è la bella tavola da Altare, di cui è ornata la cappella Guarnieri nella Chiefa de'Min. OfTervanti al Porto Maurizio . Ivi fta figurata la Santilfima Vergine in luminofa Gloria d' Angioli, che porge a S. Antonio di Padova il celefle Bambino: ed è cofa veramente Angolare.

Ma chi potrebbe mai ridire i quadri di quefto Pittore fparfi per la Romagna, per 1' Umbria, e per la Tofcana? In' Afcoli entro la Chiefa de' PP. Gemiti v ha di lui una_. fquifita tavola dimoflrante S. Francefco Saverio moribondo fotto mal fornita capanna nell' ifola di Sanciano, intorno alla quale ftanno in atto di divozione alcuni Indiani; e al di fopra alcuni begli Angiolini. Un altro quadro dello fleffo Santo, ma orante avanti la Vergine , confervafi pure nella roedefima città nel palazzo degli Anziani entra la fola dell'Ac

F 4 . cademia •

cademia degl' Innevati. Di ritratti poi di fua mano moltiffimi ne fono fparfi per tutta Italia: né Londra ne fcarfeg^^«^^jjj» gia: concioffiaché non capitava in Roma alcun Signore InDi do. glefe , che di mano del Gaulli noi voleffe. Egli ebbe in ciò flutti? una maniera particolare; perocché, dopo d' avere fcrupolofamente difegnato quel tale ritratto, che egli prendeva a formare , dava tutta la libertà all' originale di motteggiare-., di ridere, ed anche di muover la tefta; mentre in sì fatta maniera , foleva dire, che vedea quel tale ne' movimenti naturali , e proprj di lui; e perciò allora con tratti rifoluti, e franchi gli dava il pieno della fomiglianza.

Fu Gio. Battifta, come vedemmo, uomo di primo impeto, e oltremodo facile a montare in collera: ma pronto a rimetterfi, ove la ragione lo avefle appagato. Del refto egli aveva un animo generofo, liberale, e caritativo, fpecialmente verfo de' poveri, che largamente foccorreva-.. Per la fua gentilezza, affabilità, e allegria rendevafi amabile a tutti. Tenne femore una fiorita fcuola di fcelta gioventù , a cui con affetto ftraordinario infegnava; ed era verfo loro sì cordiale , che non gli veniva regalo [ e affai fpeflò gliene venivano] di cofè commeftibili, che fra loro tutto noi divideffe. Oltre a ciò aiutavane alcuni con danari, qualor accadea, che ne abbifognaffero . Neil' inftruirli, non li contentava di accennare materialmente ciò, che far doveano; perché diceva effere quefto un tradirli; ma fopra d' ogni minutezza fermava!!, ragionandone a lungo, affinché ne penetraffero tutto il fondo. Era poi molto precifo nel farli dipingere; volendo, che abbozzaffero i quadri con la diligenza medefima, con la quale avrebbero data a quelli V ultima mano. Quindi non è maraviglia, fe dalla fcuola di lui ufeirono Dìfcepoli di molta perizia; in alcuni de' quali può dirli , che egli lungo tratto dopo fua morte fìa gloriofamente vivuto.

Leone Pafcoli, che ha fcritto la vita di quefto valentuomo, regiftrò in efta certi infipidi racconti di groflblane facezie, che non meritan fede; sì perché in tal Soggetto non fono verifìmili; sì perchè Giulio non me ne fece mai motto; quando per altro ogni minuta notizia ftudioflì recarmi del fuo Genitore. Non fo poi con qual fronte abbia potuto . . effo Pafcoli

eflò Pafcoli afferire, che Gio. Odazj fia ftato l'infigne, ed unico Pittore ufcito dalla fcuola del Gaulli; giudicandolo tale dal gran quadro a frefco, che quegli fece nella Chiefa — della Madonna degli Angioli, e dalla cafcata de' demonj, D, Gio. eh' ei dipinfe entro la volta dell' Aitar maggiore a' Santi Battista Apoftoli. Rifpetto alla prima di quefte Opere il Maratti gaulu» ne fu inventore, e 1' Odazj efecutore. Rifpetto alla feconda , certamente ella non è cofa di gran pregio . Ed io avrei fempre formato poco buon concetto dell' Odazj, fe non aveflì veduto di lui un quadro dell' Affunta nell' Oratorio della Cofta di San Remo: due quadri laterali nella già mentovata cappella Guarnieri al Porto Maurizio, entrovi S. Diego nell' uno, e San Pafquale nell' altro: ed un quadro a' Cappuccini di Taggia con S. Francefco di Paola, ed altri Santi. Pitture tutte, che poffono dirfi buone. Del refto, e chi non fa_. eflere ftati Difcepoli del Gaulli Pietro Bianchi, che, quantunque fotto la direzione del Gaulli non fi formafle , del tutto: pure ebbe da quello i più faldi principj: Gio. Maria delle Piane , detto il Molinaretto , Ritrattifta, e ftorico Pittore cotanto celebre: Enrico Vaymer: il Cavalier Lodovico Mazzanti da Orvieto; ed altri, che lafciar voglio per riftringernn a' foli valentuomini. Di alcuni di cofloro fcriverò qui fucceflìvamente le vite; come di coloro , i quali non meno del Maeftro hanno queft' illuftre lor patria nobilitato .

Nè voglio fra quefti lafciare fepolto nel filenzio Gio. Battifta Brughi, detto 1' Abate Brughi, per cagion dell' abito chericale, che veftiva . Coftui, fe non fu un raro Pittore, difegnò almeno affai bene , ed ebbe in ciò per Maeflro il Gaulli. Quefto Brughi diedefi a lavorar di mufaico; e vi acquiflò grande ftima; eiTendo in eflò riufeito valente al par de' migliori, che queft' arte praticarono; e per ciò ottenne da non fò qual Perfonaggio un titolo di Cavaliere. Coftrui queft' Artefice a mufaico il quadro del S. Pietro battezzante i Santi Proceflb, e Martiniano , entro la cappella del Battifterio in S. Pietro. Tal quadro lo ricopiò da un originale di Giufeppe Paireri. In quella Chiefa medefima, enell'ifteflà cappella infieme con Giufeppe Ottaviania altro lavorator di

mufaico, conduffe in fomigliante lavoro tutte le cofe, che vi fi veggono ideate da Francefco Trevifani. Morì il Brughi affai vecchio, e credo in Roma, circa l'anno 1730., Eh do. e in S. Martino ebbe fepoltura. Ci ha lafciato alcuni fuoi Grulli1? di^gnetti alle (lampe di gufto non difpregevole, incifì da diverti" Intagliatori, e fpecialmente dal Fariat.

Del Gaulli noi non abbiamo finora alle (lampe altro, che quattro carte: V una è quella fopra riferita del S. Saverio moribondo incifa dal Fariat; 1' altra è quella del difegno del "S. Giuliano, pofleduto dal Signor Gio. Battifta Spinola, la quale è incifa dal Frey . Due altre (lampe poi cavato da' quadri riportati nella raccolta del celebre Monfieur Crozat anche fon pubbliche: e fono, 1' una la Predicazione_. di S. Gio. Battifta , Opera del Lepicier: 1' altra di S. Chiara davanti alla Santiffima Vergine, Opera del Defplaces, ambi egregj Intagliatori Franzefi. .

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