Saturday, August 13, 2011

Guidobono, pittore genovese

LA Famiglia de' Guidoboni verfo la fine del fecolo decimofefto venne da Caftelnuovo di Lombardia in Savona, dove fi ftabili. Di quefta famiglia fu il Pittore Gio. Antonio , che in quella città nacque . Egli per lo più lavorò fu' vafi di maiolica con gufto non ordinario; ed alcune altre cofe ad olio, e a frefco dipinfe. Ma fpe

rando

rando poi di migliorare fua fortuna con mutare paefe, fi

portò a Torino; e dato colà faggio di fua abilità con—

_ qualche non difpregevol pittura, ottenne ftipendio da Ma

DelPrete dama Reale, Madre dei Duca Vittorio Amedeo. Laonde

BGu^BONo£.0potè con quache agio viver in auella città fino all'anno

1585. ottantefimo di fua età; nel auale terminò fua vita,

e fu fepolto in S. Francefco di Paola .

Quefto Gio. Antonio, allorché pafsò a Torino , condufle feco due fuoi figliuoli Bartolommeo , e Domenico; il primo de' quali è quello, che ora ci porge materia di favellare. Coftui nacque in Savona nel 1654.: e quivi attefe alle lettere: fi rendè Cherico, e a fuo tempo ricevè il Sacerdozio . Ma ficcome fempre era fiato portato da particolar genio per la Pittura, e dal Padre n' avea bevuti i principi: deliberò di paflare a Parma , per iftudiarvi fulle Opere del Coreggio. Tanto efe^ui, e con fuo molto profitto;

fierciocchè giunfe ad acquiftare un' ottima maniera di coorito, che viepiù perfezionò pofcia in Venezia; ove dopo un anno fi trasfert, e fece più lunga dimora .

Ritornato da Venezia alla patria, vi fi ltabili, applicandovi a dipingere fulle maioliche, le quali tanto erano di que' giorni prezzate anche fuori d' Italia . Da quefti lavori, per la facilità prefavi, ne ritraeva un onorevol guadagno. Onde molto tempo vi perfeverò , dipingendo vafi , (òttocoppe, bacini, ed altre fatture folite formarli di quella fina terra: e per lo più figurava in efii galanterie bofcherecce, cori di fatiretti, di amorini, di paitorelli, o di puttini graziofi al fommo: e però tali maioliche di mano fua dipinte erano ricercate da' principali Signori; e lo (ieflò Duca di Savoia molte ne volle, e in grand'eitimazione le avea: ficcome anche oggidt chi ne poflìede, le tiene per cofe rare.

Ma al noftro Prete venne finalmente a noia un tale_» lavoro, parendogli, che fu' più nobili materie dovefle impiegare il fuo pennello . Abbandonò per tanto dopo qualche anno V efercizio della pittura in maioliche, e diedefi tutto a dipingere a frefco , e ad olio fu pareti, e fu tele. A frefèo dipinfe nella cafa allora del Signor Lelio Gavoni [ora Peirani ] la volta d' un falotto, in cui fece le proiettive Arrigo HafFner. In detta volta figurò il carro del sole^ , Giove , Mercurio, Amore, ed altre Deità . Tal pittura è una delle più rare di queft' Artefice. ,

In compagnia dello fteflò Hatther fu il noftro Prete_» Da Prete invitato dal Signor Pietro Paolo De Franchi; perché gli di- bg*tm0lo'tmeo pingeiTe la Chiefuola rotonda, che quefto Signore avea fab- UJE0BC1"° • bricato a' fianchi del Tuo palazzo, fituato in cima d' un_. colle poco diftante dall' infigne Santuario di Noftra Signora di Mifericordia. Figurò il Prete in quella Chiefuola i quattro miracoli operati da Dio per interceffione della .prefata Noftra Signora: il primo è quello d' una bambina , che, eflendo mancato improvvifamente il latte alla di lei Madre , fu allattata da una capra: il fecondo, quello d' un_* indemoniato rimafo libero: il terzo, quello d' un uomo tratto illefo da un profondo pozzo d' acqua, dopo eftervi (lato per lungo fpazio d' ora fommerfo: il quarto, quello nella perfona di Gio. Ba trifta Bozello, che, fuggito dalla mifera fchiavitù de' Tripolini, invocando femore la Madre di Mifericordia, valicò fopra un barile tutto il lungo tratto di mare, che dalle cofte dell' Affrica fi (tende fino alla Sicilia; dove profperamente arrivò . Nella cupola poi della Chiefuola defcritte la proceffione votiva de' Savonefi, che ogni anno fi portano con otterte a quel Santuario; e vi dipinfe in alto la fteffa Santiflìma Madre in atto di benedirli. E ficcome il mentovato colle è appunto il luogo; dove Ella fi diede in quell' atro a vedere per più anni ad un_* Santo Religiofo dell' Ordine de' Cappuccini: cosi quefto fu il motivo, per cui il De Franchi fece colà erigere quella Chiefuola .

Di pubbliche tavole ad olio di mano del Prete favonefe non ve n' ha in Savona, fe non una: ed è la rapprefentativa dell'Apoftolo S. Tommafo , che tocca la cicatrice del Coftato al Riforto Signore; la qual tavola è locata ad uno degli Altari della Chiefa Parrocchiale di S. Gio. Battifta . Un' altra però ve n' ha fuor di città nel foprammentovato Santuario di Noftra Signora: e moftra il Miftero dell' Annunciazione. Quefta tavola mandoila il Prete in dono colà da Torino; dove pofeia pafsò , per fecondare gl'impulfì, che fotto riferiremo . Tenne

Tenne cofmi molti anni cafa in Genova impiegatoci

da' principali Signori. Qui dipinfe entro il palazzo Centu

■ i rione, che fa lato alla piazza di Foffatello, la vafta galle

Dil Prete ria con favole , e figure di Deità. Queft' Opera è leggia

GAu*MBONoE.°dra Per la foavità del colorito: ma molto più per li fiori,

frutti, ed animali, che il Pittore con giudiziofa diftribu

zione, ed armonica varietà e' introdufle: e fpecialmente

gli animali ci fono efpreflì cosi al naturale nelle penne,

ne' pelami , e nelle movenze; che fembrano veri. Contiguo

a quefta galleria v' è un (alotto da lui pur dipinto, entrovi

in cinque diverfi fpazj altrettante Deità.

Fu egli quindi chiamato a Pegli dal Marchefe Marcantonio Grillo; perché gli dipingente colà il fuo palazzo. Fecevi il noflro Pittore nella fala alcune immagini di Dei; e diftintamente affai belle fon quelle di Giove, di Mercurio , e di Aftréa, che reggono 1' Arma del Padrone di detto palazzo . In un' altra ftanza figurò la Fortezza , fingendola con la fìniftra appoggiata ad una gran colonna, e con la deftra in atto di tener legato con un guinzaglio un feroce leone. Opera egregia , sì per la bizzarria dell' idea , sì per la vivacità del colorito .

Ebbe anche il noftro Prete da lavorare per li Signori Durazzi, che vollero da lui parecchie tavole ad olio, le quali tuttavia fi confervano nel magnifico palazzo frante lungo la ftrada Balbi, ora poffeduto dall' Eccellentiflìrno Marcello del fu Gio. Luca di quella Famiglia . Quivi ne' mezzanini fono due tele dimoftranti Apollo, e Diana con Endimione : pitture di molta forza, e d'ottimo colorito . E lo fteflb Signore nel fuo palazzo d' Àlbizzuola conferva di effo Artefice due copie di quadri con animali del Grechetto, che fon preziofe, quanto i medefimi originali. Altre pitture a frefeo egli fece per quefti Signori Durazzi , e fpecialmente nel loro palazzo di diporto nella villa di Pino; ove tuttavia fe ne confervano alcune efprimenti le ftagioni dell' anno; fendo le altre andate a male per gl' incendj, e rovine , a cui foggiacque nell' ultima guerra quella parte di territorio .

Nella fala del fuperbo palazzo Brignole di ftrada nuova veggonfi del Prete favonefe quattro quadri de' migliori,

GuiSOfiONO •

eh' ei mai faceffe . Havvi in eflì Abramo co'tre Angioli: I.ot ubbriacato dalle figliuole: e due altre (acre Storie. Appari(ce in quefti dipinti un lume, ed un effetto d' ombre, che incanta: onde a prima vifta fembrano del Guercino: "dh. Prete tanto fono con forte, e vigorofo impafto adombrati. Bartolommeo

Nella Chiefa de' Santi Giacomo, e Filippo fuor della porta detta dell' Acquafola dipinfe buona parte della volta. Dietro all' Aitar maggiore v' efpreffe la Rifurrezione di Crilto: e all'ingreilò della porta laterale effigiò pur nella volta Sant' Orfola in Gloria. Ma a dir vero quetV Opera non ha il buon gufto delle altre fue . Egli v' adoperò nel finger le nuvole certe tinte pagonazze, e vi vefti le figure di certi Svolazzanti panni, che tanno poco bella comparfa. Migliore la fanno alcuni puttini, che vi dipinfe a' fianchi, e dentro della cappella dedicata alla fteffa Sant' Orfola , e nell' altro vano , che v' è dirimpetto . Quefti puttini fono così gentili, e Ipirano un' aria così innocente, ed infieme così vivace; che V occhio Sommamente dilettano, e tirano a più volte replicarvi gli fguardi.

Nella Chiefa della Gloriofiflìma Vergine Aftunta de' PP. Agoftiniani Scalzi dipinfe tutta la fotterranea cappella. Nella volta vi figurò efta Vergine coronata Reina del Cielo dalle tre Divine Perfone; e v' aggiunfe all' intorno alcuni Angioletti con fimboli in mano allufivi alla fteffa . Pofcia nel refettorio di quel Convento rapprefentò fui frefeo 1' Evangelica Storia; quando Gesù , là nel Cailello d' Emmaus, allo Spezzar del pane, fi diede a conofeere a' due viaggianti Difcepoli .

Varie fono le tavole da Altare, che di quefto virtuofo Soggetto poflìede la noilra città . Una ve n' ha in Santa Fede: e ino(tra 1' Arcangelo S. Michele. Una dentro la Chiefa de' Santi Bernardino, ed AleiTio: e fa vedere Santa Margherita la Martire , e in alto Gesù . Una nella ChieSa della Vifitazione; e figura la Vergine Addolorata con Angioli, che tengono gli lirumenti della Paffione: ed una in S. Niccola rapprefentativa pur della Vergine co'Santi Agoftino , e Monica . In San Remo poi ve ne ha un' altra all' Aitar maggiore della Chiefa delle Monache Salefiane; la qual tavola ; efprime

efprime la ftefla Vergine, che fa vifita a Santa Elifabetta.

Opera di molta bonta, confervata in tutta la fua frefchezza:

—^^-^ lo che non poffono vantare le altre due tavole, che abbia

Delphete mo qui nella Chiefa di Noftra Signora delle Vigne entro

bgwtosonoe.° ^a cappella del Crocifittò; attefoché fono molto annerite.

Nella prima di effe fta defcritto il facro Prefepio: nella

feconda il dolorofo viaggio di Crifto al Calvario.

Nel tempo, che quefto Pittore dimorò in Genova, ci fu molto ben veduto , e trattato, fpecialmente da' Profeffori, che in grande ftima l'aveano: e fopra tutti da Domenico Piola, di cui era amiciffimo . Ei tenne aperta fcuola: e con geniale affetto infegnò . Ben è vero, che pochi Difcepoli ci ebbe: e niuno di Genovefi, che n' ufciffe con molta abilità. Ce n' ebbe bensi un Milanefe: e fu Giufeppe Petrini, morto dopo 1' anno 1750. in patria, ed in età più che ottuagenaria. Di qual valore nella Pittura fofte coftui lo fa la Lombardia , che di lui molti eleganti lavori conferva; e meritamente 1' annovera fra' fuoi Artefici in quefto genere più diftinti.

Ma ritornando al Prete Guidobono dirò , come egli, quantunque agiatamente, e con molto decoro, e grido in Genova ne viveffe: ad ogni modo furono tante le cortefi efibizioni, che gli vennero fatte dal Duca di Savoia Vittorio Amedeo, per tirarlo a Torino; che quegli finalmente v'andò. Ciò fegui intorno all'anno i68o. . Egli colà fu accolto con dinioftrazioni di rara ftima; e immantinente^» dichiarato Pittore di Corte. E' credibile , che molte Opere vi facefle: ma ficcome non ho potuto averne certa notizia: cosi mi convien tralafciar di parlarne. Non tralafcerò però di accennare, che altri lavori, oltre a quelli di Corte, egli fece: e principalmente, che dipinfe a frefeo quafi tutta la Chiefa della Madonna, detta del Pilone, fuor di Torino; nella qual Chiefa efpreflè alcune Storie della vita di Maria Vergine; e belliffima è quella, che moftra la di lei Affunzione al Cielo . In Torino poi dipinfe due quadri per la Chiefa di S. Francefco di Paola; uno de' quali moflra eflò Santo avanti la Madonna; 1' altro figura Santa Maria Maddalena in atto di penitenza. Nel chiofiro del Convento de' PP. Minimi anneflò alla prefata Chiefa dipinfe fui frefeo

in una facciata effo Santo di Paola in atto d' adorazione del

Santiflìmo Sacramento; ed altre ftorie cavate dalla vita

del Santo medefimo; e nelle fcale, per le quali sr afcende ,

al Convento , v' ha del Prete l'Immagine del Crocififlb, Del Prete

che infpira divozione , e pietà . Bartolomeo

Era il noftro Guidobono fcarno di vifo, e di color pai- "' °B° * lido, che lo dichiarava di poco buona fanità . Reflava perciò fovente da indifpolizioni travagliato; e ogni minimo incomodo baftava, per abbatterlo. Quindi avvenne, che nel verno del 1709. memorabile in tutta Europa per l'eccepivo gelo, una fera, rimafe ( come da tutti fì giudicò ) talmente intirizzito, ed oppreflb dal rigore del freddo; che_» cadde per la fcala di cafa; e non eflendovi chi fubito potefle foccorrerlo, fu indi a non molto trovato morto. Cosi fgraziatamente finì il buon Prete favonefe in età d'anni cinquantacinque: e con folenni efequie fu data al fuo cadavere onorevole fepoltura nell' anzidetta Chiefa di S. Francefco di Paola .

Reftò dopo di lui qualche tempo in Torino Domenico fuo minor fratello, nato in Savona l'anno Iójo. . Quefti era diluì Scolare, ed imitatore sì efatto; che l'aiutava in molte Opere, e fpecialmente nel dipingere fiori, e frutti; nel che riufciva per eccellenza . Domenico fu fermato in_, Torino da Madama Edoarda di Savoia; e molte cofe le dipinfe per lo fpazio di ventun' anno , in cui la fervi. In Torino v ha di queflo Pittore la caduta degli Angioli rubelli defcritta in una facciata dei chioftro di S. Francesco di Paola: ed è cofa, al riferir d' alcuni, alTai buona.

Egli paflava già il quarantefimo anno di fua età, quando venne a Genova: e tanto ci dipinfe; che par cofa imponìbile . Vero è, che molte pitture di poco merito ci fece: ma molte ancora non del tutto difpregevoli, ed altre buone. Fra quefte a ragione può annoverarli quella, che formò nella prima ftanza d' ingreflb alla fala del palazzo de' Signori Mari in Campetto . Pittura condotta con lavori di chiarofcuro d' un impafto ben ordinato, e godibile.

Neil' ultima fua vecchiaia partì Domenico per Napoli, e colà dipinfe non poco. Finalmente l'anno 1746. vi morì Tom. II. K còlto

còlto da apoplesìa; e fu fepolto nella Chiefa di Santa Maria della Pace . Lafciò quattro figliuoli, due mafchi, e due femmine . Tutti attefero alla Pittura; ma niuno vi fi. diftinfe. Ebbero il Prete, e Domenico un più piccol fratello nomato Niccolò. Coftui fu parimente Pittore; e ftudiò la Profeflìone fotto eflò Prete. Di quefto Niccolo non accade formar difcorfo; perciocché i quadri, che di lui fi veggono non gli fanno onore; anzi ad altro non fervono, che a pregiudicare alla fama del Prete fuo fratello, a cui fogliono attribuirfi da chi poco di Pittura s'intende.

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