Luigi Speranza
La madre di Elisabetta II di Inghilterra venne per la prima volta a Bordighera nel 1910.
In un primo tempo abitò con la madre a Villa Poggio Ponente mentre i nonni risiedevano nella famosa Villa Etelinda. Tutta la famiglia trascorreva l'inverno a Bordighera e sovente fu loro ospite il Duca di York, il futuro Giorgio VI con il quale Elisabetta convolerà a nozze nel 1923. Allo scoppio della prima guerra mondiale gli Sthratmoore vendettero la Villa Etelinda alla Regina Margherita e tornarono in Scozia nel castello di Glamis. La villa della regina, o meglio, "il Castello" com'è nota, resta in piedi oggi grazie all'impegno dell'Associazione Nazionale Vedove ed Orfani di Guerra che ha sede a Roma. A cui lo Stato ha limato ulteriormente i contributi. Eppure questa associazione, presieduta da dodici anni a Igino Achilli, continua ad effettuare perennemente opere di restauro, con grande fatica, in questo splendore del primo Liberty italiano. In questi giorni, ad esempio, si stanno effettuando lavori di sistemazione del lastrico solare nel Castello lo stesso dal quale la regina usciva per recarsi, attraverso un piccolo ponte, alla Specola: lo studio del pittore Pompeo Mariani, ancora intatto come allora. La regina amava l'arte, le piaceva moltissimo veder creare capolavori quali erano quelli di Mariani. In più era una passeggiata bellissima in un giardino che ancora oggi mantiene inalterate alcune sue caratteristiche. Come il roseto che la prima regina degli italiani tanto amava. «Durante la guerra il parco, oltre un ettaro e mezzo, così come la dimora reale, caddero in disgrazia - racconta Achilli - furono depredati e saccheggiati dei tesori più belli, come quadri ed oggetti. Ed anche il roseto fu distrutto. Con il nostro giardiniere abbiamo provveduto a ricrearlo, proprio dov'era un tempo e con le stesse specie amate da Sua Maestà». Dopo la morte della regina, nel 1928 il re Vittorio Emanuele III donò la proprietà, di cui fa parte anche villa Etelinda, all'Associazione romana proprio per la devozione che la madre aveva per questo organismo di volontari. E da allora si sta operando per il mantenimento della struttura: «Stiamo ultimando proprio in questi giorni - spiega Igino Achilli - i lavori di ristrutturazione di villa Etelinda che, già concessa ad un gestore, ospita periodicamente vedove, orfani di guerra, a prezzi più che contenuti. A Villa Etelinda si sta lavorando nella torretta, ma anche al restauro, se ne occupa David Marani di Ventimiglia, degli affreschi scoperti sui muri. Gli interni erano stati invece ristrutturati di recente. Ma intanto vogliamo anche restituire al Castello il pregio di un tempo. Stiamo cercando di affittare i suoi saloni per ricevimenti, per mostre di importanza internazionale, per convegni di studio, per sfilate di moda: ogni centesimo incassato potrà così essere reinvestito nel Castello». E comunque anche il Comune, visto l'impegno con cui l'amministrazione si sta occupando della proprietà, verrà presto fregiato di un'onorificenza concessa dall'Associazione.
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