Sunday, February 12, 2012

Il racconto del crepuscolo: Wagner in Italia

Speranza

"L'anello del Nibelungo"(in tedesco Der Ring des Nibelungen, altrimenti detto "Tetralogia") è un ciclo di

quattro

drammi musicali di Riccardo Wagner, che costituiscono un continuum narrativo che si svolge nell'arco di un prologo e tre "giornate":

PROLOGO:

L'oro del Reno

PRIMA GIORNATA

La Valchiria

SECONDA GIORNATA

Sigfrido

TERZA GIORNATA:

Il crepuscolo degli dei

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Wagner compose la musica e scrisse il libretto dei quattro drammi nel corso di 26 anni, dal 1848 al 1874 (peraltro con una lunga interruzione fra il 1856 ed il 1867, periodo in cui si dedicò alla composizione di "Tristano e Isotta" e "I maestri cantori di Norimberga").

Un periodo tanto lungo che sono molteplici e a volte contrastanti le influenze culturali e le differenze di stile che si mostrano nel quadro complessivo.

Queste differenze sono però minime rispetto alla mole del lavoro, che costituisce una delle più gigantesche creazioni della storia dell'arte (15 ore di musica).

In essa Wagner inaugurò la sua nuova concezione drammatico-musicale, al punto che la "Tetralogia" può definirsi qualcosa di assolutamente nuovo.

Per una più estesa informazione sulla trama e sui significati dell'opera si rinvia alle sezioni specifiche delle quattro parti e alla concezione wagneriana.

In primo luogo la genesi del progetto risale al 1848, anno di fermenti rivoluzionari in tutta Europa (ai quali lo stesso Wagner prese fisicamente parte al fianco dell'anarchico Bakunin).

L'abbozzo prende quindi forma in un ambiente socio-politico atto soprattutto a denunciare il sistema capitalistico e borghese che nel primo Ottocento cominciava ad affermare il suo monopolio sulle classi lavoratrici.

Tale denuncia è mascherata dalla connotazione mitica della storia, tratta dall'epopea tedesca del

"Nibelungen lied" e dalle antiche saghe dell'"Edda", cui Wagner attinse per rielaborare la trama del suo lavoro.

Preminenti sono le figure di

Alberich

e

Wotan.

Alberich, lo gnomo nibelungo da cui la storia prende nome,

è

la personificazione del

male assol'amore si
impossessa dell'oro
e dell'anello magico
che lo rende il

padrone del mondo.

Wotan (l'Odino della mitologia nordica, il

re degli dèi che dimora tra le nubi del Valhalla) gli si contrappone come figura inizialmente ambigua (ambisce anche lui alla potenza, inconsapevole artefice della propria rovina), in seguito sempre più conscio della necessità di rimediare ma coinvolto nell'inevitabile caduta, fino al tragico crollo del suo stesso mondo - il "Ragnarök" - che ristabilisce un nuovo ordine cosmico.

Tra di loro, gli eroi

Sigfrido e

Brunilda,

che dovrebbero rappresentare la luce della speranza e che invece cadono vittima della loro stessa innocenza.

Solo Brunilda, all'ultimo momento, determinerà il riscatto delle colpe commesse, immolandosi nel grande incendio distruttore e riconsegnando l'anello maledetto alle limpide acque del fiume "Reno", da dove Alberich l'aveva strappato.


Inizialmente, il significato finale e il suo svolgimento all'interno della vicenda non fu chiaro nemmeno allo stesso Wagner, che partì da un'idea positivistica basata sulla filosofia di Marx e di Feuerbach per poi optare per un finale tragico dopo l'incontro col pensiero di Schopenhauer e la sua visione di vita.

Non si trattò, però, di un cambiamento improvviso e radicale, quanto di una conferma alle sue stesse nuove concezioni filosofiche (da cui i continui cambiamenti adottati alle parole finali di Brunilda).

Altrettanto ambiguo risulta essere - volutamente - il tema musicale che risuona alla fine del dramma, quella "redenzione" che non si sa precisamente cosa voglia significare.

È bene sapere che l'autore non lo chiamava tema della "Redenzione" ma tema della "Glorificazione di Brunilda", dove il monologo finale della protagonista costituirebbe più che altro una cosmica comprensione del

"fallimento di ogni desiderio" (Schopenhauer).

Proprio per la presenza di numerose chiavi interpretative, "L'anello del nibelungo" è stato successivamente sbandierato dalle più opposte ideologie:

1. Comunismo,

2. Anarchia,

3. Nazismo.

Lo stile della composizione inaugura la rivoluzionaria concezione teatrale di Wagner.

La musica è composta da un mosaico fittissimo di temi conduttori - melodie associate a cose, personaggi e stati d'animo - che col loro continuo riapparire formano il tessuto fondante della partitura.

Sul numero di questi leitmotiv non vi è accordo fra i vari studiosi wagneriani.

Il sistema dei leit-motiv raggiunge nell'Anello il suo massimo sviluppo, calcolato quasi matematicamente con uno straordinario gioco di fantasia e sfumature dalle infinite tonalità.

La psicologia gioca un ruolo fondamentale nell'evoluzione musicale dei personaggi e nelle varie situazioni che si instaurano volta per volta.

È da segnalare la differenza di stile che intercorre tra "L'oro del Reno" (scritto nel 1853) e "Il crepuscolo degli dei" (terminato nel 1874), il primo ancora bilanciato tra canto e orchestra, con maggiore spazio al declamato, il secondo più evoluto nello spessore sinfonico e costituito da una polverizzazione continua di frammenti tematici.

Per contro, la stesura poetica risulta essere più arcaica nel "Crepuscolo" in quanto Wagner scrisse i testi a ritroso, cominciando dall'ultima giornata e procedendo all'indietro verso il prologo.

"Il Crepuscolo degli dei", infatti, denota ancora alcune impostazioni legate all'opera lirica convenzionale:

-- il coro e il terzetto (Brunilda, Hagen, Gunter) alla fine del 2° atto

poi bandite negli altri tre drammi.

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