Speranza
"Parisina" è una tragedia lirica o opera in quattro atti del compositore Pietro Mascagni.
Il libretto è di
Gabriele D'Annunzio
tratto dal poema omonimo di Byron (1816).
La sua prima esecuzione fu data al Teatro alla Scala di Milano il 15 dicembre 1913.
Mascagni raggiunse il successo agli inizi della sua carriera con l'opera
"Cavalleria rusticana", forse la sua più famosa composizione.
Con quella batté più di settanta compositori che parteciparono al Premio Sonzogno nel 1888.
La fama che gliene ne derivò incoraggiò una prolifica carriera, in quanto subito associato alle melodie vibranti di "Cavalleria rusticana".
Infatti Mascagni fu anche ben noto all'estero.
In Inghilterra diresse le sue opere nella stagione italiana al Covent Garden nel 1892.
Nel 1902 intraprese un tour in Nord America dove ritornò anche l'anno successivo.
La sua inventiva sembrò però esaurirsi e diverse delle sue prime furono ampiamente criticate sia dal pubblico che dalla critica.
In particolare per "Le maschere", che debuttò simultaneamente in sette teatri in tutta Italia, il successo arrise soltanto a Roma, dove lui stesso diresse l'opera.
Nel tentativo di riguadagnare il suo precedente successo, Mascagni compose la colta "Parisina" con l'aiuto del librettista "d'occasione" Gabriele D'Annunzio, che adattò il poema omonimo di Byron (1816).
Mascagni trasse dal libretto, che era inizialmente destinato ad essere la seconda parte di una trilogia -- il primo era "Francesca da Rimini" e il terzo "Sigismondo", che non venne nemmeno iniziata -- l'atmosfera tragica e potente e la brillantezza di D'Annunzio nel creare personaggi convincenti.
Meno di un mese dopo che D'Annunzio terminò il libretto, Mascagni aveva già iniziato a comporre l'opera, tale era il suo entusiasmo per il progetto.
La sua unica preoccupazione espressa fu per la durata dei lavori.
Adorava la "semplicità trasparente" della "cantabilità melodiosa dei versi", che "insieme al fuoco delle idee" faceva "pulsare gli impulsi".
La creatività venne però a scemare quando la moglie venne a sapere di una sua storia con Anna Lolli e lo costrinse a partire.
Al suo ritorno fece grandi progressi e finì l'opera, all'inizio di febbraio del 1913 (appena 11 mesi dopo che il libretto era stato completato).
I ruoli creati in Parisina erano molto impegnativi, sia vocalmente che emotivamente.
Le frasi lapidarie sono drammatiche e spesso accompagnate da musica dello stesso tenore da parte dell'orchestra.
I rapidi cambiamenti di umore e di carattere sono efficaci e il declamato in stile arioso è realizzato con brillantezza.
La paura di Mascagni per la lunghezza dell'opera si era dimostrata fondata.
L'opera, in quattro atti, durava tre ore e quaranta minuti, troppo per i gusti del pubblico italiano e anche della critica.
La lunghezza fu condannata da Giovanni Pozza, il critico italiano allora più influente, nel suo commento alla prima rappresentazione.
Dopo aver ricordato le numerose qualità del lavoro scrisse:
"Smodata lunghezza: se questo difetto non è impostato bene, non poteva che pesare sul suono di Parisina.
Indipendentemente dal giudizio sul valore intrinseco della nuova opera, anche il più fanatico sostenitore del Maestro non può che esprimere una speranza: tagliare, tagliare, tagliare!
Quest'ultima frase venne poi legata indefinitivamente a Parisina.
Parisina è raramente ripresa, ma quando lo è, il quarto atto, che secondo Stivender e altri, contiene la miglior musica, è generalmente rivisto.
Ruoli [modifica]
Personaggi
Voce
Cast prima, 15 dicembre 1913[1]
(Direttore: - )
Parisina Malatesta, soprano ... Tina Poli-Randacio
Ugo d'Este, tenore ... Ippolito Lazzaro
Stella dell'Assassino, mezzosoprano ... Luisa Garibaldi
Nicolò d'Este
baritono
Carlo Galeffi
Aldobrandino de' Rangoni
basso
Italo Picchi
La Verde
mezzosoprano
Giuseppina Bertazzoli
Atto I.
Nella villa del marchese Nicolo d’Este.
Il figlio del marchese, Ugo, viene interrotto da sua madre Stella dell'Assassino, nel bel mezzo di una sessione di tiro con l'arco.
Stella, che è stata recentemente sostituita da Parisina Malatesta come matriarca nella casa di famiglia, è in cerca di vendetta. Supponendo che il figlio abbia le stesse sue motivazioni, cerca di convincerlo ad aiutarla.
Atto II [modifica]
Nel santuario di Loreto
Giungono canti devozionali dal Santuario e dai marinai sull'Adriatico. Parisina si prepara a offrire alla Vergine il suo pezzo di stoffa più bello. Un amico di Ugo d'Este (Aldobrandino) afferma che Ugo si trova vicino a una vittoria sugli Esclavons. Al suo ritorno, la matrigna, lo porta al santuario ad inginocchiarsi insieme a lei. Ugo dona la sua spada come offerta alla Vergine. Ugo, insanguinato e sfinito dalla battaglia, macchia di sangue la tunica di Parisina durante un abbraccio. Felice della vittoria, Ugo viene trascinato dalle emozioni ed i due si baciano fra i canti di devozione sentiti prima del suo arrivo.
Atto III [modifica]
Nel palazzo Belfiore
Parisina diventa pazza tanto da confondere il libro che sta leggendo (Tristano e Isotta) con la realtà. Nel libro, Francesca da Rimini viene trovata dal marito insieme ad un altro uomo. Ugo entra e la coppia si saluta a vicenda. Improvvisamente irrompe la cameriera di Parisina, La Verde, per annunciare il ritorno di Nicolò d'Este dalla sua battuta di caccia. Il marchese scopre il proprio figlio a letto con la sua amante e li condanna entrambi alla decapitazione.
Note [modifica]
1.^ Parisina www.italianopera.org
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V · D · M
Gabriele D'Annunzio
Categorie: Opere liriche in lingua italiana
Opere di Mascagni
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