Marc'Aurelio | |
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Imperatore romano | |
In carica | 8 marzo 161 – 180 |
Predecessore | Antonino Pio |
Successore | Commodo |
Nome completo | (Cesare) Marcus Aurelius Antoninus Augustus |
Altri titoli | Pater Patriae dal 166, Armeniacus (164), Parthicus (166), Medicus (166), Germanicus (172), Sarmaticus (175)[1] e Germanicus maximus (179).[2] |
Nascita | Roma, 26 aprile 121 |
Morte | Vindobona o Sirmio, 17 marzo 180 |
Dinastia | Antonini |
Padre | Marco Annio Vero |
Madre | Domizia Lucilla |
Coniuge | Faustina minore |
Figli | 13, fra cui Commodo, Marco Annio Vero e Lucilla |
Fu adottato nel 138 dal suocero Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Fu imperatore - assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo essendo stato anch'egli adottato da Antonino Pio - dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180, a Sirmio (secondo Tertulliano, suo contemporaneo), o presso Vindobona.[4]
Considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano capace e assennato - il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon - il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e guerre marcomanniche), carestie e pestilenze.
Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con se stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco).
Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per sottolineare un inesistente legame con Marco Aurelio. Tra questi vi furono: Marco Aurelio Probo, Marco Aurelio Mario, Marco Aurelio Caro e Marco Aurelio Carino.
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Biografia [modifica]
Origini familiari [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Dinastia degli Antonini. |
Gli anni di governo del padre adottivo Antonino Pio (139-161) [modifica]
Marco Aurelio sposò nel 145 la cugina Faustina Minore, figlia dell'imperatore dell'epoca, Antonino Pio, e di Faustina Maggiore, da cui ebbe diversi figli tra cui il futuro imperatore, Commodo e Lucilla, futura moglie di Lucio Vero.Principato (161-180) [modifica]
Primo esempio di collegialità di governo imperiale (161-169) [modifica]
Fin dalla sua ascesa al principato, Marco Aurelio ottenne dal Senato che Lucio Vero gli fosse associato su un piano di parità, con gli stessi titoli ad eccezione del pontificato massimo che non si poteva dividere. La formula era innovativa: per la prima volta alla testa dell'impero vi era una collegialità. In teoria i due fratelli avevano gli stessi poteri. In realtà Marco Aurelio conservò sempre una preminenza che Vero non contestò.Le ragioni di questa collegialità non sono chiare. La successione congiunta potrebbe essere stata motivata da esigenze militari, come accadeva in età arcaica nella diarchia spartana.
Occorreva infatti una figura rappresentativa e carismatica al comando delle truppe. Neanche l'Imperatore in persona avrebbe potuto difendere entrambi i fronti allo stesso tempo, né avrebbe potuto semplicemente incaricare un generale di condurre un assalto. Già in passato comandanti militari molto popolari come Giulio Cesare e Vespasiano avevano usato l'esercito per sovrapporsi ai governi esistenti e installarsi al potere.
Amministrazione dello stato [modifica]
Sul piano della politica interna, Marco Aurelio si comportò, come già Augusto, Nerva e Traiano, da princeps, cioè "primo cittadino" e non da monarca assoluto, rivelandosi rispettoso delle prerogative del senato, consentendogli di discutere e di decidere su tutti i principali affari dello Stato, come la dichiarazione di guerra ai popoli e i trattati con questi stipulati, nonché di quelle delle magistrature romane. Avviò anche una politica tendente a valorizzare le altre categorie sociali: a uomini di tutte le province fu reso possibile raggiungere le più alte cariche dell'amministrazione statale. Né ricchezza, né illustri antenati influenzavano il giudizio di Marco Aurelio, ma solo il merito personale. L'assetto amministrativo introdotto da Augusto quasi 150 anni prima e che fino ad allora aveva servito egregiamente l'Impero salvandolo anche quando si erano succeduti Imperatori dissoluti come Caligola e Nerone o in occasione della guerra civile del 69, cominciava ad acquisire piena consapevolezza del proprio potere. Tentò anche nuove vie commerciali: si ricorda una ambasceria mandata presso l'Imperatore Cinese nel 166. I Cinesi lo conoscevano col nome di An-Tun. Istituì l’anagrafe: ogni cittadino romano ebbe l'obbligo di registrare i propri figli entro trenta giorni dalla loro nascita. Impiegò il denaro non in splendide architetture, ma in opere di ricostruzione assolutamente necessarie, o in migliorie della rete stradale, da cui dipendeva la difesa dell'impero e il progresso del commercio, in fortezze, accampamenti e città. La grandiosa colonna di Marco Aurelio di fronte a Palazzo Chigi (alta 42 m) fu eretta dopo la sua morte per ricordare proprio le vittorie sul fronte germanico-danubiano. La colonna era sormontata da una statua dell’Imperatore, ma ora vi è posta quella di S. Paolo (è lo stesso destino di Traiano sulla cui Colonna è stata posizionata una statua di S. Pietro). Non riuscì a realizzare i suoi ideali stoici di eguaglianza e libertà perché l'esigenza di controllare le finanze locali lo portarono alla costruzione di una classe burocratica che presto volle arrogarsi diritti e privilegi e si costituì quale classe chiusa. Tra le altre leggi proibì la tortura per i cittadini eminenti, poi per tutti i cittadini liberi, come era stato sotto la Repubblica romana.Norme in favore degli schiavi [modifica]
Marco Aurelio, anche se fu continuamente impegnato nelle guerre, specie alla frontiera danubiana, si interessò attivamente dell'amministrazione e delle leggi, cercando di mitigare le condizioni degli schiavi e favorendone l'emancipazione. In coerenza con lo stoicismo, filosofia contraria alla schiavitù, emanò norme favorevoli alla classe servile: ad esempio il diritto di asilo (cioè l'immunità finché si stava in un determinato luogo) per gli schiavi fuggitivi (che potevano essere uccisi e puniti in ogni modo dal padrone) presso ogni tempio e ogni statua dell'imperatore.Politica estera [modifica]
Guerra partica (161/2-166) [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Campagne partiche di Lucio Vero. |
Questa autorità compartita era molto simile al sistema politico della passata Repubblica che si basava sul principio della collegialità e non permetteva a una singola persona di impadronirsi del potere supremo. Il governo congiunto sarebbe stato ripristinato dalla struttura del potere inaugurata da Diocleziano: la Tetrarchia nel tardo III secolo.
La grande crisi germano-sarmatica (166/7-180) [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Guerre marcomanniche e Colonna di Marco Aurelio. |
La frontiera danubiana era in quel periodo più sguarnita del solito, sia per la sottrazione delle legioni inviate contro i Parti, sia per una grave epidemia di peste, scoppiata durante l'ultimo anno di campagna in Oriente (166) e portata dagli stessi legionari all'interno dei confini dell'Impero. Tale epidemia avrebbe falcidiato la popolazione dell'Impero per oltre un ventennio, causando una catastrofe demografica paragonabile a quella che colpì l'Europa nel XIV secolo.[6]
Nel 166/167, avvenne il primo scontro lungo le frontiere della Pannonia ad opera di poche bande di predoni longobardi e osii, che, grazie al pronto intervento delle truppe di confine, furono prontamente respinte. La pace stipulata con le limitrofe popolazioni germaniche a nord del Danubio furono gestite direttamente dagli stessi imperatori, Marco e il fratello Lucio Vero, ormai diffidenti nei confronti dei barbari aggressori e recatisi per questi motivi fino nella lontana Carnuntum (nel 168). La morte prematura del fratello, Lucio (nel 169 poco distante da Aquileia), e il venir meno ai patti da parte dei barbari, portò una massa mai vista prima d'ora, a riversarsi in modo devastante nell'Italia settentrionale fin sotto le mura di Aquileia, il cuore della Venetia, e provocando un'enorme impressione: era dai tempi di Mario che una popolazione barbara non assediava dei centri del nord Italia.
Marco combatté una lunga ed estenuante guerra contro le popolazioni barbariche, prima respingendole e "ripulendo" i territori della Gallia cisalpina, Norico e Rezia (170-171), poi contrattaccando con una massiccia offensiva in territorio germanico, che impiegò diversi anni di scontri, fino al 175. Questi accadimenti costrinsero lo stesso imperatore a risiedere per numerosi anni lungo il fronte pannonico, senza mai far ritorno a Roma. L'apparente tregua sottoscritta con queste popolazioni, in particolare Marcomanni, Quadi e Iazigi durò però solo un paio d'anni. Alla fine del 178 Marco fu costretto a fare ritorno nel castra di Brigetio da dove, fu condotta l'ultima campagna nella primavera successiva del 179, che prevedeva l'occupazione romana di parte della Germania Magna (Marcomannia) e della Sarmatia. Si racconta infatti che:
« I Quadi essendo poco disposti a sopportare la presenza di forti romani costruiti nel loro territorio [...] tentarono di migrare tutti insieme verso le terre dei Semnoni. Ma Marco Aurelio Antonino che ebbe queste informazioni in anticipo della loro intenzione di partire per altri territori, decise di chiudere loro tutte le via di fuga, impedendone la loro partenza. » | |
(Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXXII, 20.2.)
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Niccolò Machiavelli cita Marco Aurelio ne il Principe (cap XIX "come evitare il disprezzo e l'odio"). Secondo il Machiavelli Marco Aurelio era un uomo straordinario, dotato di infinite virtù, fra cui l'amore per la pace e per la giustizia. Machiavelli a questo punto spiega che anche se gli imperatori romani con queste qualità non avevano grande successo fra i soldati (che preferivano gli imperatori bellicosi), Marco Aurelio non fu mai vittima di una congiura perché aveva ottenuto l'imperio per diritto ereditario e non doveva essere riconosciuto da nessuno. Fu dunque funesto per Pertinace e Alessandro Severo (che non erano imperatori ereditari) volerlo imitare.
Egli riuscì ad assicurare la successione al figlio Commodo, anche se la scelta non fu felice e venne perciò molto criticato in seguito. Commodo, infatti, si rivelò un cattivo politico, ma non un cattivo militare come molti autori latini sostenevano, oltre che un sovrano esageratamente dedito ai propri interessi.
Matrimonio, figli e successione [modifica]
Aurelio sposò Faustina minore nel 145. Durante i trent'anni di matrimonio Faustina mise al mondo tredici figli, dei quali solo un maschio e quattro femmine vissero più a lungo del padre:- Annia Aurelia Galeria Faustina (30 novembre 147 – m. post 165)
- Gemellus Lucillae, fratello gemello di Lucilla (m. circa nel 150)
- Annia Aurelia Galeria Lucilla (7 marzo 148/150–182), in seguito sposa di Lucio Vero, co-imperatore di Marco Aurelio
- Tito Elio Antonino (151 – m. ante 7 marzo 161)
- Tito Elio Aurelio (n. post 150 – m. ante 7 marzo 161)
- Adriano (152 – m. ante 7 marzo 161)
- Domizia Faustina (157 – m. ante 7 marzo 161)
- Fadilla (159 – m. post 192)
- Annia Cornificia Faustina Minore (160 – morta durante il regno dell'imperatore Caracalla che regnò fra il 211–217)
- Tito Aurelio Fulvio Antonino (31 agosto 161–166)
- Commodo (31 agosto 161–192) imperatore
- Marco Annio Vero Cesare(162–169)
- Vibia Aurelia Sabina (170 – m. ante 217)
Carattere e pensiero filosofico [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Colloqui con se stesso e Storia della letteratura latina (117 - 192). |
Titolatura imperiale [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Monetazione degli Antonini. |
Titolatura imperiale | Numero di volte | Datazione evento |
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Tribunicia potestas | 23 anni (da solo) e 11 con Antonino Pio per un totale di 34 volte: | la prima volta (I) dal 1º dicembre del 146, rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno. |
Consolato | 3 volte: | nel 140, 145 e 161. |
Titoli vittoriosi | Armeniacus nel 164, Medicus e Parthicus Maximus nel 166, Germanicus nel 172, Sarmaticus nel 175 e Germanicus maximus nel 179[2] | |
Salutatio imperatoria | 10 volte: | I (al momento della assunzione del potere imperiale) nel 161, (II) nel 163, (III) 165, (IV) 166, (V) 167, (VI) 171, (VII) 174, (VIII) 175, (IX) 177 e (X) 179. |
Altri titoli | Pater Patriae nel 166; Pontifex Maximus nel 161. |
Nei media [modifica]
Marco Aurelio appare:- nel film del 1964 interpretato da Alec Guinness La caduta dell'Impero romano
- nel film del 2000 Il gladiatore, dove il ruolo dell'imperatore fu ricoperto da Richard Harris
- nel romanzo Household Gods di Judith Tarr e Harry Turtledove.
- nel romanzo "La prima morte di Marco Aurelio" di Gisbert Haefs, Il Saggiatore, 2004
- nel romanzo "L'Aquila di sabbia e di ghiaccio" di Massimo Pietroselli, Mondadori 2010
Note [modifica]
- ^ AE 1897, 124.
- ^ a b AE 1971, 292 = AE 1986, 533 = AE 1987, 791.
- ^ Anthony Birley, Marco Aurelio, Rusconi, Milano 1990, p.60.
- ^ Marco Aurelio, voce su Enciclopedia Britannica Online.
- ^ Southern, pp. 206-207.
- ^ Giorgio Ruffolo, Quando l'Italia era una superpotenza, Einaudi, 2004, p. 84.
Bibliografia [modifica]
Fonti primarie [modifica]
- Aurelio Vittore, De Caesaribus (qui nella versione latina) ed Epitome de Caesaribus (qui nella versione latina).
- Dione, Storia romana, LXXII e LXXIII; versione inglese QUI e QUI.
- Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio, I; versione inglese QUI.
- Historia Augusta, Marco Aurelio e Commodo; versione inglese QUI, QUI e QUI.
- Marco Aurelio, Colloqui con se stesso, I-XII.
- Tertulliano, Apologeticum, XXV (qui nella versione latina).
Fonti secondarie [modifica]
- Anthony Richard Birley, Marco Aurelio, trad. it., Rusconi, Milano, 1990.
- Guido Clemente, La riorganizzazione politico-istituzionale da Antonino a Commodo in: AA.VV., Storia di Roma, Einaudi, Torino, 1990, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Ediz. de Il Sole 24 ORE, Milano, 2008 (v. il vol. 16°)
- Albino Garzetti, L'Impero da Tiberio agli Antonini, Cappelli, Bologna, 1960 (v. pag. 493 e segg.: Marco Aurelio e Lucio Vero)
- Michael Grant, The Antonines: the Roman empire in transition, Londra e N.Y. 1994. ISBN 978-0-415-13814-7
- Pierre Hadot, "La cittadella interiore. Introduzione ai 'Pensieri' di Marco Aurelio, 1996.
- Pierre Grimal, Marco Aurelio, trad. it., Garzanti, Milano, 1993 e 2004; altra ediz.: Il Giornale, Milano, 2004.
- Santo Mazzarino, L'Impero romano, tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. I)
- Giuseppe Antonelli, Gli uomini che fecero grande Roma antica, Roma, 2002
- Cosimo Costa, L'umano riuscito. Una ermeneusi dei ricordi di Marco Aurelio, Roma, 2012.
Voci correlate [modifica]
- Lucio Vero
- Albero genealogico degli Antonini e Dinastia degli Antonini
- Colonna di Marco Aurelio
- Guerre marcomanniche
Altri progetti [modifica]
- Wikiquote contiene citazioni di o su Marco Aurelio
- Commons contiene file multimediali su Marco Aurelio
Collegamenti esterni [modifica]
- Attributi di Marco Aurelio
- Marcus Aurelius Voce "De Imperatoribus Romanis"
- Saggio sul pensiero e la filosofia di Marco Aurelio
Scritti [modifica]
- Testo elettronico inglese delle Meditazioni
- Meditazioni, testo inglese delle Meditazioni con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
- La più recente traduzione in Italiano dei 'Ricordi' di Marco Aurelio con note e commenti di ogni frammento
- Testo integrale italiano dei 'Ricordi'
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