Wednesday, September 19, 2012

Il BARONE di MONTEFIASCONE (Viterbo, LAZIO) e la principessa di SALERNO -- Rossini

Speranza



 

Montefiascone
comune
Montefiascone – Stemma
Montefiascone – Veduta
Dati amministrativi
Statobandiera Italia
RegioneLazio – stemma Lazio
ProvinciaViterbo – stemma Viterbo
SindacoLuciano Cimarello (Lista civica) dal 16/05/2011
Territorio
Coordinate42°32′25″N 12°2′13″E / 42.54028°N 12.03694°E / 42.54028; 12.03694 (Montefiascone)Coordinate: 42°32′25″N 12°2′13″E / 42.54028°N 12.03694°E / 42.54028; 12.03694 (Montefiascone) (Mappa)
Altitudine590 m s.l.m.
Superficie104,75 km²
Abitanti13 712[1] (31-12-2010)
Densità130,9 ab./km²
FrazioniLe Coste, Le Grazie, Le Mosse, Zepponami
Comuni confinantiMarta, Bagnoregio, Bolsena, Viterbo
Altre informazioni
Cod. postale01027
Prefisso0761
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT056036
Cod. catastaleF499
TargaVT
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)
Cl. climaticazona E, 2 467 GG[2]
Nome abitantifalisci o montefiasconesi
Patronosanta Margherita d'Antiochia, san Flaviano
Giorno festivo20 luglio
Localizzazione
Montefiascone è posizionata in Italia
Montefiascone
Posizione del comune di Montefiascone nella provincia di Viterbo
Posizione del comune di Montefiascone nella provincia di Viterbo
Sito istituzionale

Vista aerea di Montefiascone

Montefiascone è un comune italiano in provincia di Viterbo con oltre 13.600 abitanti, dista dal Capoluogo circa 15 km ed è terra di produzione del vino DOC Est! Est!! Est!!! di Montefiascone

 

Collocata sul versante sud-orientale della catena dei Monti Volsini, la cittadina presenta generalmente un clima non troppo caldo d'estate grazie alla quota altimetrica e grazie a ciò sono frequenti d'inverno delle nevicate. Rappresenta il comune dell'intero comprensorio del lago di Bolsena con maggiore elevazione d'altitudine superando i 600 m. s.l.m. nella zona del "Belvedere" da dove si ha una splendida visuale sul lago.

Storia [modifica]

Nascita del borgo: il nome [modifica]

Le radici del toponimo Monte Fiascone (dovuto al fatto che si trova a 600 m s.l.d.m. e per via dell'EST! EST!! EST!!!) sono forse da far risalire a un

"mons faliscorum"

-- con riferimento ai falisci, che sarebbero approdati da queste parti dopo la distruzione dei vari centri dell'ager faliscus ad opera dei romani.

C'è anche l'improbabile ipotesi di mons phisconis, dal nome di una popolazione di origine greca, ma ciò è soltanto una pura casualità.

Al periodo etrusco risalgono due aree sacre templari a Cornos (in riva al lago) e alla Rocca.

Tracce di civiltà più antiche sono state rinvenute nella zona tra Montefiascone e Viterbo, dove fiorì la civiltà eneolitica di Rinaldone.

Montefiascone conobbe migliori fortune nel periodo romano, grazie ad un efficiente sistema viario (un esempio è la via Cassia, costruita tra il 170 e il 150 a.C.), facilitato proprio dalla carenza di fenomeni urbani rilevanti da parte degli etruschi.

Alcuni ritrovamenti nella zona della basilica di San Flaviano ci fanno pensare che il nucleo iniziale romano si trovasse proprio in questa area. Sono stati trovati mausolei, necropoli e numerose lapidi.

Prime testimonianze [modifica]

I primi documenti che citano Montefiascone, allora mons flasconis, risalgono all'853, quando pare che Leone IV confermava al vescovo di Tuscania Virobono i possedimenti della diocesi alla quale il nostro territorio apparteneva. Abbiamo così notizie del convento di San Pietro "in Vico pergulata", sulla riva del lago di cui rimangono le tracce di fondazioni delle scomparse chiese di Santa Maria e Sant'Agnese, della chiesa di San Pancrazio in Nocerina e di Sant'Andrea, prima posta all'interno delle mura cittadine.

Medioevo [modifica]

Nel medioevo la piccola fortezza inizia ad avere importanza strategica. Nel 1058 vi si fermò il papa Stefano IX (per maggiori informazioni consultare l'apposita pagina sui papi a Montefiascone), e nel 1065 vi si stanzia l'esercito della contessa Matilde. Il 15 giugno 1074 Papa Gregorio VII incontrò la stessa contessa Matilde e la madre Beatrice, sue preziose alleate, a San Flaviano (vedi notizie sulle due chiese più importanti a Montefiascone). La fortezza venne messa sotto assedio nel 1093 da Enrico IV, ma i conti Farnese, Ildibrandini e di Bisenzio la difesero energicamente. Nel 1111 Enrico V passò con la sua corte al seguito mentre andava a Roma per la consacrazione della sua sovranità; secondo la leggenda Johannes Defuk era venuto con lui in Italia. L'imperatore Federico Barbarossa venne a Montefiascone nel 1185, poiché aveva intuito l'importanza strategica della fortezza.

Il periodo di splendore [modifica]

Negli anni seguenti Montefiascone divenne uno dei più importanti centri della chiesa. Papa Innocenzo III costruì nel XIII secolo il patrimonio di San Pietro, facendosi forte delle promesse incompiute di Pipino e Carlo Magno. Innocenzo III venne per la prima volta a Montefiascone nel 1207. Rinforzò la Rocca munendola di un muro di cinta. Tre anni dopo la venuta del papa, Ottone IV occupò Montefiascone e vi instaurò il suo quartier generale. Nel 1222 passò di qui San Francesco, e vi lasciò uno dei suoi seguaci, frate Morico da Viterbo, affinché iniziasse i cittadini al suo modo di intendere e vivere il Vangelo. Nel 1267, per un breve periodo il paese fu invaso dai ghibellini. Papa Martino IV soggiornò ininterrottamente alla Rocca, e la abbellì tanto da farla diventare una reggia. Egli era ghiotto delle anguille del lago di Bolsena, e per questo motivo Dante lo pose in Purgatorio nella cornice dei golosi. Nel 1315 la fortezza fu messa sotto assedio a causa di una disputa con un vicario rettore di San Pietro. I ghibellini (sostenitori dell'imperatore) vinsero, e derisero gli sconfitti. La vigilia di Natale fu tenuto un processo a carico dei prigionieri, e ci furono condanne pesanti. Nel 1321 papa Giovanni XXII, da Avignone, ordinò che si coniasse nella Rocca una nuova moneta, la "papalina" o "paparina". Nel periodo della cattività avignonese non abbiamo pontefici a Montefiascone, ma vi soggiornano per anni e anni i loro legati, che li sostituivano alla guida del governo. Uno di essi fu il cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Nelle sue missioni in Italia nel 1353-57 e nel 1358-67 risedette in prevalenza a Montefiascone. Passò il primo inverno totalmente all'interno della rocca, predisponendo i piani di battaglia ed accattivandosi più alleati possibili. In questo periodo la fortezza si poteva ritenere inespugnabile. Quando Urbano V salì al soglio pontificio, l'Albornoz aveva quasi del tutto restaurato lo stato pontificio. Il 30 aprile 1367 riportò la sede da Avignone a Roma. Furono intrapresi dei lavori per abbellire ulteriormente la Rocca, ed Urbano V vi risedette nelle estati del 1368, 69, 70. Il 9 ottobre 1368 ritornò a Roma per incoronare Carlo IV. Nel 1463 la Rocca aveva ormai perso il suo prestigio, poiché la sede del regno pontificio era stata spostata prima a Viterbo, e poi definitivamente a Roma. Il papa Pio II, visitandola, la descrive: "...il palazzo fu costruito come una fortezza, con saloni, sale da pranzo, stanze da letto convenienti alla dignità di un papa, ma ora è in parte cadente, sia per vecchiaia che per incuria...". Il 2 settembre 1471 vennero approvati degli statuti da Sisto IV, tra i quali vi era anche l'ordine in cui si doveva entrare in chiesa: prima il podestà, i priori e i notai; poi i mercanti, i calzolai e gli osti; i marmisti, i fabbri e i carpentieri; i lavoratori, i pastori e gli albergatori, dopodiché era il turno dei bifolchi e dei vetturali, seguiti da pescatori, vagliatori e macellai. Ultimi erano i barbieri.

Il Rinascimento e il declino [modifica]

Nel 1534 Paolo III, conosciuto come Alessandro Farnese, venne eletto papa. Egli fu un abile diplomatico, e seguì una politica di pacificazione, diretta alle autorità della chiesa. Nel 1590 la rocca cadeva a pezzi, ma non fu mai restaurata. I papi non vennero più se non occasionalmente e per decenni Montefiascone rimase nell'anonimato. Nel 1657 la città fu colta dalla peste, ed ogni precauzione risultò vana. Morirono in circa 1200: 1/3 della popolazione di allora. Nel 1695 vi fu un grande terremoto, che atterrò quasi totalmente la vicina Civita di Bagnoregio. I danni furono notevoli, ma tuttavia non morì nessuno. Fu provvidenziale la venuta nel 1687 del cardinale Marco Antonio Barbarigo. Trovatovi un seminario, lo riadattò fino a farlo diventare uno dei più grandi centri di cultura in Italia. Lentamente però anche il seminario perse importanza, e il 26 maggio 1706 il cardinale morì. Il 1º settembre 1719 il vescovo cardinal Pompilio Bonaventura celebrò le nozze tra la principessa polacca Clementina Sobiesky e Giacomo Stuart, pretendente al trono d'Inghilterra. Non diverranno, tuttavia, sovrani. Nel 1731 la principessa donò un parato con ricami d'oro. Nel 1797 Pio VI passò a Montefiascone in veste d'esiliato. Nel 1798 i repubblicani francesi invasero lo stato pontificio, e, entrando a Montefiascone, manomisero il giardino del vescovato, distruggendo le cento statue di marmo che l'adornavano. Nel 1860 i "Cacciatori del Tevere" la assalirono, ma le truppe papaline ripresero immediatamente il controllo della città. Gioacchino Rossini vi ambientò la sua cenerentola. Nel 1870 Nino Bixio occupò la città senza trovare resistenza. La votazione per l'annessione al Regno D'Italia fu unanime: su 1473, 1469 furono per l'annessione, 4 votarono contro e 491 si astennero. Dopo otto secoli cessava di esistere il patrimonio di San Pietro in Tuscia. Con i nuovi amministratori venne ricostruita gran parte degli edifici e palazzi, costruite fogne, strade e l'acquedotto del Cimino. Montefiascone venne definita da molti la "perla dell'Alto Lazio", e fu un'ambita meta di villeggiatura per i primi decenni del nostro secolo. Pagò il suo contributo di caduti nella prima guerra mondiale: 20 caduti, tra cui il sindaco Oreste Borghesi. Nel 1930 venne resa santa Lucia Filippini, nata nel 1672, che aveva fatto da maestra in moltissime scuole che nascevano nelle diocesi. La città venne visitata da Mussolini negli anni trenta accompagnato da Italo Balbo. Durante la seconda guerra mondiale la città subì due bombardamenti aerei da parte delle truppe alleate nel maggio del 1944. Vi furono numerose vittime ed ingenti danni. Nel 1958 venne istituita la Fiera del Vino, che ancora rimane la punta di diamante del turismo locale.

In tre monumenti, la storia di un borgo che divenne città [modifica]


San Flaviano
Nei primi anni del medioevo le case cominciano a raggrupparsi sulle pendici del colle,primo atto di una graduale espansione che giunge nel XIV secolo all'acquisizione del titolo di città e della dignità di sede vescovile. Le fasi più significative di questo processo storico si possono identificare in tre monumenti,simboli della città Il primo di essi è la già ricordata chiesa di San Flaviano, centro del primo insediamento,che si concluse con la sua distruzione subita nel XII secolo. Confinata ai margini dell'abitato dal suo progressivo spostamento verso la sommità del colle, la chiesa continuò a vivere le vicende del castrum falisco. All'inizio del XIV secolo alla chiesa romanica venne aggiunto un prolungamento ed una ed una nuova facciata in stile gotico, inoltre vennero rialzate le navate laterali: successivamente vennero costruite anche le cappelle che si aprono oggi sul lato sinistro della chiesa. Al suo interno sono gelosamente conservati alcuni affreschi di scuola romana e toscana risalenti al XIV secolo, altri di scuola umbra del secolo successivo e la Cattedra di Urbano IV. È presente, inoltre, la tomba del Fugger, prelato tedesco che pare sia morto per il troppo bere.

Rocca dei Papi
Segue in successione storica la rocca, che lega la sua genesi,il suo sviluppo e anche la sua decadenza ai rapporti di Montefiascone con vari pontefici. Nel periodo che risale alle invasioni barbariche il paese si vide costretto a rafforzare le difese ambientali con opere murarie che impedissero a chicchessia di introdursi all'interno del centro abitato. Venne così eretta una grande e possente rocca con alte mura, all'interno delle quali si riversarono anche gli abitanti delle campagne. Presto essa divenne meta privilegiata di papi che, costretti a scappare dalla Roma assediata, la scelsero quale meta del loro esilio. Questa assidua presenza di personalità ecclesiastiche fece ben presto di Montefiascone una Sede Vescovile. La zona della Rocca rappresenta ancor oggi una delle principali attrattive del luogo, ma non è l'unico punto di orgoglio del paese: non dimentichiamo infatti l'ottimo vino.

Santa Margherita
Al terzo posto, l'ordine cronologico colloca il maestoso tempio della cattedrale di Santa Margherita, che insieme alla rocca costituisce l'elemento caratteristico del panorama di Montefiascone; la cattedrale dedicata ad una giovinetta le cui spoglie erano giunte fortunosamente sul colle falisco dalla remota terra di Antiochia dove era vissuta e morta per la fede cristiana. I lavori furono avviati intorno al secolo XV su ordine di Alessandro Farnese, poi Paolo III, su una chiesa già esistente e vi presero parte artisti quali il Bramante e Antonio Sangallo il Giovane. Sembra sia stato proprio il Bramante a disegnare la pianta ottagonale, prendendo spunto dalla forma originale della vecchia costruzione. A causa di ostacoli imprevisti però, quali la peste e le varie guerre, vennero portati a termine molto più tardi.. Fatalità volle che a causa dei carboni usati per sciogliere la cera che serviva per l'organo, lasciati sembra proprio dall'organista, nel 1670 la grande chiesa si incendiasse irrimediabilmente. La ricostruzione iniziò immediatamente su ordine del card. Albertoni Altieri, vescovo della città, il quale sopportò tutte le spese, e in 4 anni l'edificio era completato più grande e sontuoso di prima, dominato da una maestosa cupola, simbolo della città.

Monumenti e luoghi d'interesse [modifica]

Architetture religiose [modifica]

Società [modifica]

Evoluzione demografica [modifica]

Abitanti censiti

Tradizioni e folklore [modifica]

Attorno all'anno 1111 Giovanni Deuc detto Defuk, un principe prussiano amante del buon vino, incaricò il fedele servo Martino di cercare per lui il migliore. Martino partì per questa ricerca e per far capire al suo padrone che era stato in quel paese e che vi si trovava del buon vino, scriveva sulla porta della locanda Est! Che stava per c'è. Defuk, passando per i paesi visitati dal servo, si fermava dove trovava la scritta. Martino arrivato a Montefiascone rimase talmente colpito da questo vino da scrivere Est! Est!! Est!!! Quando Defuk assaggiò quel vino non poté più smettere di gustarlo così che il troppo bere lo portò alla morte. Il principe prussiano venne sepolto nelle basilica di San Flaviano, dove ancora oggi si trova la sua tomba, e prima di morire espresse il desiderio che ogni anno nella ricorrenza della sua morte venisse versato del vino sulla sua tomba. Da questa vicenda nasce il Corteo Storico falisco e viene tratta la manifestazione “Fiera del Vino”, che si svolge ogni anno nel mese di agosto.

Cultura [modifica]

Istruzione [modifica]

Scuole secondarie di secondo grado [modifica]

Le scuole secondarie di secondo grado presenti a Montefiascone sono sia statali sia non statali paritarie.
  • Scuola Statale:

Veduta esterna dell'istituto
L'ISIS "C.A. Dalla Chiesa" nasce all’inizio dell’anno scolastico 2009-2010 dall’accorpamento dell’ITCG “C.A. Dalla Chiesa”, istituto per ragionieri e geometri (via Aldo Moro,1), con la sede distaccata di Montefiascone del liceo classico e scientifico “Leonardo da Vinci” di Acquapendente (via Cardinal Salotti,1, Montefiascone).
Dall’inizio dell’anno scolastico 2011-2012 tutti gli indirizzi sono stati concentrati nella sede di via Aldo Moro,1. L’istituto, all’anno scolastico 2011-2012, conta 749 studenti divisi negli indirizzi di liceo classico, liceo scientifico, istituto tecnico ad indirizzo economico (amministrazione, finanza e marketing) e un istituto tecnologico ad indirizzo costruzione, ambiente e territorio. I P.E.CU.P. (Profili Educativi CUlturali e Professionali) in uscita hanno caratteristiche diverse essendo l’indirizzo liceale maggiormente orientato verso gli approfondimenti disciplinari, mentre quello tecnologico garantisce lo sviluppo di competenze prassiche e organizzative. Sono possibili, ed anche richiesti da studenti e professori, insegnamenti di discipline non presenti nel curricolo di indirizzo, per ampliare lo spettro delle possibilità formative.

Veduta interna dell'istituto

Tra queste:
  • educazione ambientale
  • educazione alla salute
  • educazione alla cittadinanza
  • educazione stradale
  • educazione alla legalità.

Corsi aggiuntivi per tutte le classi di:


Eventi [modifica]

  • Luglio "Est Film Festival"
  • Agosto "Fiera del vino"
  • Agosto "A Tuscia Birra" (Fiera della birra artigianale che si svolge nelle suggestive vie del centro storico)

Personalità legate a Montefiascone [modifica]

Sport [modifica]

Montefiascone fu nel 1983 punto di arrivo di una tappa del 66º Giro d'Italia.
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Montefiascone
AnnoTappaPartenzakmVincitore di tappaMaglia rosa
1983Terracina225Bandiera dell'Italia Riccardo MagriniBandiera dell'Italia Giuseppe Saronni

Geografia antropica [modifica]

Frazioni [modifica]

Le Mosse [modifica]

La frazione de "Le Mosse" si è sviluppata intorno alla via Verentana, sul versante occidentale del colle falisco. La chiesa parrocchiale è quella di San Giuseppe lavoratore, al centro della frazione. In questa frazione si trova la pregevole Chiesa di S. Maria di Montedoro, progettatta da Antonio da Sangallo il giovane.

Zepponami

Zepponami [modifica]

Zepponami è una delle frazioni di Montefiascone, situata tra Viterbo e il capoluogo. La popolazione è costituita da 1660 abitanti e dista circa 2 km dal centro di Montefiascone. A Zepponami è presente una stazione ferroviaria che consente il collegamento con la linea Viterbo-Roma. Nella frazione vengono celebrate diverse feste paesane tra cui la più conosciuta è la sagra della castagna che si svolge nel mese di ottobre.
La nascita della contrada [modifica]
Per affrontare la nascita di Zepponami è necessario fare riferimento alle innovazioni ecclesiastiche seguite al Concilio di Trento (1545/63). Dopo questa riunione si era deciso che tutti i Vescovi erano obbligati a risiedere nelle proprie diocesi e che potevano effettuare Visite Pastorali per prendere nota dei beni della Chiesa. È dalla conoscenza e dall'analisi di quei documenti che scaturiscono elementi per la datazione di questa contrada.

La via Cassia di Zepponami
Da un documento di Don Curzio Franceschini emergono due importanti informazioni: la prima, che una posizione del territorio era già definita "contrada" implicando così un agglomerato abitativo, l'altra che già nel 1630 c'era un luogo conosciuto già come Montisole. Verso gli inizi del Settecento dall'isolata famiglia patriarcale si passò alla condivisione di costruzioni ravvicinate o attaccate, moltiplicandosi, costruirono un aspetto difensivo e la nascita di alcuni agglomerati che divennero mano a mano dei piccoli villaggetti. Si può dire quindi che in questi anni il villaggio di Zepponami cominciò un lento processo di crescita. Altre informazioni sulla crescita di Zepponami vengono dalla Visita Pastorale del 1754-1755, dove si dice che gli abitanti della zona volevano cominciare ad essere autonomi e non recarsi sempre in città per assistere alle Sante Messe. Per questo risulta che nel 1734 i contadini e i pastori della zona avevano raccolto elemosine ed eretto una piccola Chiesa che fu dedicata alla Beata Maria Vergine del Giglio. Gli abitanti del territorio che poi diverrà Zepponami, vivevano direttamente del lavoro dei campi e pochi erano gli artigiani e i negozianti.Come narrano alcune storie, i contadini del territorio di Montefiascone, dovevano sottostare a un padrone e raccomandarsi a lui per essere autorizzati a zappare e a seminare i suoi appezzamenti di terreno per poi dividere a metà il magro raccolto. Le condizioni igieniche erano pessime: infatti nelle scuole Elementari erano presenti bambini malati di scabbia; anche il bestiame suino di un contadino era malato di angina carbonchiosa. Le persone erano anche molto malnutrite, la mortalità infantile era elevata, l'indebolimento fisico degli uomini diventò cronico perché lavoravano sette giorni su sette senza mai fare riposo né settimanale né festivo. La mancanza di aiuti fisici e psicologici non agevolava molto la vita nelle contrade; c'era la presenza di un solo ospedale in città e qui ci si andava solo in casi di estrema necessità perché si teneva conto dei costi, che non erano sostenibili da tutti, la lontananza dal centro, e l'età del malato dove i bambini avevano la precedenza sugli anziani che venivano lasciati alla sorte della natura.

Le Coste [modifica]


Le Coste
Le Coste sono situate intorno alla via Cassia tra Montefiascone e Bolsena. La popolazione è costituita da 1200 abitanti. Luoghi significativi della frazione sono la moderna chiesa del Corpus Domini, un antico lavatoio, detto del Cunicchio, e l'originaria chiesa del patrono San Pancrazio, immersa nel verde della Valle Perlata che circonda il lago di Bolsena. La chiesa è una delle più antiche di Montefiascone. Di origine romanica, ha un'unica navata e conserva l'affresco di un pregevole crocifisso ai cui lati sono raffigurati San Pancrazio e Santa Margherita. La tradizione popolare vuole che nella "Buca de la Strega" vivessero delle temutissime streghe che si riunivano nella "Casa del Cémpene" per ricevere ordini dal demonio, chiamato "Crapione"; quest'ultimo portava dall'inferno il fuoco malefico per i suoi sortilegi che San Pancrazio avrebbe spento con le sue urine, lasciando il demonio e le streghe al buio più completo.[senza fonte]

Galleria Fotografica [modifica]

Note [modifica]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, pp. 151. Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011. URL consultato in data 25 aprile 2012.

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

Tappa Precedente
- da Roma -
Itinerario di Sigerico
Via Francigena
Tappa Successiva
- verso Canterbury -
Mansio VI - Sce Valentine
Bullicame
Mansio VII - Sce Flaviane
Montefiascone
Via-Francigena-sign.jpg
Mansio VIII - Sca Cristina
Bolsena



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