Sunday, January 20, 2013

Il vero Conte di Leicester: Roberto Dudley ----

Speranza

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Robert Dudley, I conte di Leicester, dipinto anonimo, c. 1564
 
 
Robert Dudley, I conte di Leicester (24 giugno 15324 settembre 1588), fu per lungo tempo favorito della regina Elisabetta I d'Inghilterra.
 
Era il figlio minore di John Dudley, Duca di Northumberland, che fu giustiziato nel 1553 per aver tentato di far salire Lady Jane Grey al trono d'Inghilterra.
 

 

 

Robert Dudley fu temporaneamente imprigionato, insieme al padre e ai fratelli Guilford, John, e Henry Dudley, nella Torre di Londra e la sua permanenza colà coincise con quella dell'amica d'infanzia, la principessa Elisabetta Tudor, che vi era stata mandata dietro ordine della sorella maggiore, la regina Maria I d'Inghilterra.
 
A quell'epoca Robert Dudley era già sposato con Amy Robsart, la prima contessa di Leicester.
 
Un documento intitolato "Leycester's Commonwealth", che fu bandito in Inghilterra quando fu pubblicato in tutta Europa, ipotizza che Robert Dudley, il primo conte di Leicester, fosse al centro di un'intricata cospirazione.
 
Si dice che abbia avvelenato la sua prima moglie, Amy Robsart, e il conte di Essex, per poterne sposare la vedova.
 
Molti aristrocratici di spicco iniziarono a sospettare le sue macchinazioni, viste come tentativi per salire al potere, e si unirono per contrastarlo.

 

Con l'ascesa al trono di Elisabetta, Dudley fu nominato Master of the Horse(s).
 
Vi erano già voci diffuse su una loro relazione.
 
Nel 1560 la moglie di Dudley morì.

Fu trovata in fondo a una rampa di scale e si suppose fosse caduta.
 
Alcuni credevano fermamente che Dudley ne avesse organizzato l'omicidio per essere libero di sposare la regina.
 
In effetti, secondo quanto afferma una valida fonte scritta, sul cranio del cadavere della donna, furono trovate due ferite profonde, l'una un centimetro, l'altra ben cinque.

Quest'ultima sarebbe bastata da sola a causare la morte della contessa.
 
Sotto questi fatti, potevano essere considerati vari sospettati, tra cui Roberto Dudley, la regina Elisabetta, o magari persino qualche servitore, volenteroso di vedere un matrimonio tra Roberto Dudley e la stessa regina.
 
Inoltre, non è da escludere che si sia trattato di un incidente, poiché, si dice che Amy soffrisse di un tumore al seno.

Esso avrebbe potuto essere causa di una cavità vuota tra le ossa del collo, il quale non avrebbe resistito all'impatto, se la testa avesse sbattuto contro una parete oppure contro gli scalini.
 
Altri sostenevano che avesse avuto luogo un matrimonio segreto.
 
Per ironia della sorte, la morte di Amy mise fine a qualunque ambizione Roberto Dudley avesse.
 
Elisabetta, attenta all'opinione pubblica e poco convinta di volere davvero un matrimonio, non diede mai modo di credere di essere seriamente intenzionata a fare del favorito suo marito.
 
Oggi gli storici pensano che se Amy fosse stata uccisa, quest'atto sarebbe stato compiuto da qualcuno convinto che gli avrebbe fatto ottenere il favore reale o da una persona che sapeva molto bene che i sospetti che sarebbero sorti nei confronti di Dudley avrebbero impedito alla regina di sposarlo.
 
 
 
 
Sembra improbabile che Elisabetta sia stata così avventata da lasciarsi coinvolgere in un crimine del genere, anche se Dudley lo avesse voluto.
 
 
Si è anche ipotizzato che Amy fosse malata terminale e soffrisse di cancro al seno, cosa che renderebbe l'ipotesi dell'omicidio meno probabile del suicidio o di un incidente fatale, indicando inoltre che il cancro al seno con metastasi può indebolire le ossa del collo, causando quella sorta di collasso avvenuto in cima alle scale con la successiva caduta, come accadde in quel caso.
 
 
 
 
Nel 1563 Elisabetta propose Dudley come secondo marito per la vedova Maria Stuarda, regina di Scozia, che lei sperava di neutralizzare facendole sposare un protestante.
 
I documenti di Stato riportano che lei avesse alluso a questo matrimonio come a una ricompensa a Dudley per i suoi servizi alla corona.
 
Maria Stuarda, oltraggiata dall'idea di accettare come marito il maniscalco di Elisabetta, che si diceva fosse anche suo amante, lo rifiutò.
 
L'anno seguente, nel 1564, Elisabetta concesse Roberto Dudley la contea di Leicester, rendendolo così il suo protetto ufficiale per la vita.

 

Dudley fu sempre il beniamino delle donne.
 
Sospettato di aver sposato segretamente la vedova Lady Douglas Sheffield nel 1573, sebbene non siano mai emerse testimonianze certe in tal senso, così come la legalità di qualunque contratto tra loro non è mai stata dimostrata.
 
In seguito Dudley la lasciò per Lettice Knollys, vedova di Walter Devereux, I conte di Essex e prima cugina da parte di madre della regina Elisabetta.
 
Lettice era figlia di Catherine Carey, figlia di Maria Bolena, sorella di Anna.
 
A Dudley fu richiesto di sposare Lettice due volte perché il padre di lei, Sir Francis Knollys, ricordando lo sfortunato matrimonio di Lady Sheffield, insisté per poter assistere personalmente alla cerimonia.
 
Il matrimonio offese oltremodo la regina, tanto che questa bandì Leicester da corte per qualche tempo e non ricevette mai la nuova contessa di Leicester, da lei chiamata "la lupa".
 
D'altro canto, nessuno, se non Elisabetta, si sarebbe aspettato che la devozione di Leicester nei suoi confronti potesse portarlo a condurre un'intera vita di celibato dopo la morte della prima moglie.
Leicester nei suoi ultimi anni, 1580–85
 
Nel 1573 si fece notare che non solo la vedova Lady Douglas Sheffield, ma anche sua sorella nubile,
 
Frances Howard, erano "perdutamente innamorate di lui" e che la regina "non aveva una buona opinione su di loro, tantomeno su di lui" che incoraggiava le loro attenzioni. Comunque, nel 1573/4 da Lady Sheffield nacque un figlio che fu chiamato Robert Dudley. La ragione del suo tradimento riguardo al matrimonio con Lady Sheffield può essere stata il desiderio di proteggere lei e il figlio dai debiti (dagli intrighi) con la regina, piuttosto che le minacce di quest'ultima nel voler fare incarcerare Leicester.
 
L'unico fratello sopravvissuto di Leicester, Ambrose, non aveva figli e se non avesse messo al mondo una prole legittima il ramo della famiglia sarebbe scomparso.[3] Mantenere segreto il secondo matrimonio può essere sembrato un fatto di grande importanza, dato che Leicester non desiderava turbare la sua relazione con Elizabeth. La segretezza all'epoca del matrimonio potrebbe avere reso più semplice dichiarare in un secondo tempo l'assenza di un contratto legale, quando Leicester desiderava sposare Lady Lettice Knollys. Elizabeth stessa, sentendosi tradita nello scoprire il matrimonio con la Knollys, ricordò a Leicester le voci che lo volevano già impegnato con Lady Sheffield, che se si fossero dimostrate veritiere l'avrebbero portato a marcire nella Torre. Non sorprende dunque che egli abbia congedato gli Sheffield.
Nel XIX secolo la questione delle pretese legali dei Sidney sulle proprietà di Dudley fu sollevata quando Sir John Shelly‐Sidney rivendicò i titoli di De L'Isle e Dudley, per cui non avrebbe potuto avanzare diritti se il primo Robert Dudley fosse stato onesto e schietto sulle origini del proprio figlio. La House of Lords condusse dettagliate indagini in materia e concluse che Sir John Shelley non aveva potuto stabilire con successo che il matrimonio dei genitori di Robert Dudley, Leicester e Lady Sheffield, era legale e perciò il suo diritto alla baronia non era sancito. Leicester, nonostante nutrisse affetto per il figlio, non riconobbe mai la paternità.

 

Tomba di Robert e Lettice Dudley
 
 
Tornato finalmente nelle grazie di Elizabetta, Dudley ottenne il comando della campagna in Olanda nel 1585 (guerra anglo-spagnola dal 1585 al 1604), culminante nella battaglia di Zutphen. Gli fu concesso il titolo di governatore generale della Repubblica olandese con il trattato di Nonsuch.
Tuttavia il sostegno diretto degli inglesi si sarebbe dimostrato di poco aiuto alla rivolta. Leicester era un amministratore inefficiente, spesso in conflitto con lo statista olandese Johan van Oldenbarnevelt. Anche le sue imprese militari furono un insuccesso, culminante nella disfatta della battaglia di Zutphen e si vide costretto a tornare in Inghilterra in disgrazie.
Nel 1588, nonostante si fosse dimostrato un fallimento come condottiero militare, si ritrovò al comando delle forze inglesi di terra contro l'Armada spagnola. Gli spagnoli non sbarcarono ed egli morì poco dopo, probabilmente a causa di un tumore allo stomaco. All'epoca della sua morte il posto di favorito della regina stava passando nelle mani del suo figliastro Robert Devereux, 2º Conte di Essex.[4]
 
Dudley è sepolto nella cappella Beauchamp a St. Mary, Warwick, Warwickshire, Inghilterra.
 
Quando Lettice Knollys morì nel 1634, fu sepolta accanto a Dudley a St. Mary. Il loro figlio, Robert Dudley, più noto come Lord Denbigh e dagli amici come noble imp, che morì all'età di cinque anni, è sepolto nella Beauchamp Chapel, di fronte ai genitori.

 

Le principali residenze di Robert Dudley furono Leicester House sul famoso Strand di Londra, Wanstead nell'Essex e Kenilworth nel Warwickshire.

[modifica] Onorificenze

[modifica] Cinema


MELODRAMME:

"Elisabetta al castello di Kenilworth" (1829) -- tenor role

"Maria Stuarda" -- Donizetti (1834) -- tenor role

La trilogia/tetralogia dei tenori dei Tudori

[modifica] Note

  1. ^ Lady Jane era la moglie del giovane fratello di Robert, Guilford Dudley
  2. ^
    « ... che, se dipendesse da noi, faremmo possessore ed erede del nostro regno »
    (Elisabetta I d'Inghilterra)
  3. ^
    « Devi pensare sia uno strano caso che tocca la mia condizione presente molto da vicino che mi forza a essere praticamente la causa della rovina della mia famiglia »
    , osservava Dudley in una lettera a Lady Sheffield, spiegando che la sua situazione era unica, impossibilitato com'era a prendere moglie senza causare
    « un rivolgimento totale dei miei cari »
  4. ^ Elisabetta fu sconvolta dalla perdita del suo vecchio amico e amante e si racconta che si chiuse nei suoi appartamenti per ore, se non giorni. Custodiva con amore la lettera che le aveva spedito solo pochi giorni di morire e vi scrisse sopra "La sua ultima lettera", la mise nella scatola dei tesori ed era ancora al suo posto quando morì 15 anni dopo.

 Bibliografia

  • The Uncrowned Kings of England: The Black History of the Dudleys and the Tudor Throne by Derek Wilson (2004) ISBN 0-7867-1469-7

  • Robert Dudley: Earl of Leicester, by Benedictine Brethren of Glendalough ISBN-1425461557
  • Sweet Robin: A Biography of Robert Dudley, Earl of Leicester 1533–1588 by Derek Wilson (1981) ISBN 0-7490-0360-X
  • The Lover Of Queen Elizabeth: Being The Life And Character Of Robert Dudley Earl Of Leicester 1533-1588 by Jerusha D. Richardson (May 2006)
  • Household Accounts and Disbursement Books of Robert Dudley, Earl of Leicester by Simon Adams (1995)
  • Robert Dudley, Earl of Leicester by Alan Kendall (1980) ISBN-0304304425
  • Household Accounts and Disbursement Books of Robert Dudley, Earl of Leicesterby Robert Dudley, edited by Simon Adams (1996) ISBN-0521551560
  • The Bear's Whelp: The Autobiography of Robert Dudley, Duke of Northumberland, Earl of Warwick and Earl of Leicester in the Holy Roman Empire by Derek Wilson (1979) ISBN-0006154751
  • Life of Sir Robert Dudley by John Temple Leader (1977) ISBN-9060411226
  • Correspondence of Robert Dudley by John Bruce (1968) ASIN-B000PYH1V2
  • Il bastardo della regina (The Queen's Bastard) by Robin Maxwell;Data pubblicazione: 2004-Collana: Piemme pocket;ISBN 8838482675
  • Il giullare della regina (The Queen's Fool) by Gregory Philippa;Editore: Sperling & Kupfer;(2006) ISBN 882004286X
  • L'amante della regina vergine (The Virgin's Lover) by Philippa Gregory (2004),In Italia Editore: Sperling & Kupfer (2006) ISBN 882004045X

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[modifica] Collegamenti esterni

PredecessoreMaster of the HorseSuccessore
Sir Henry Jernyngham1558 - 1587Il Conte di Essex
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