Thursday, March 28, 2013

IL NILO VATICANO (Santa Maria sopra Minerva)

Speranza

Nilo Vaticano 1410 area tra S. Maria/Minerva e S. Stefano Cacco

Statua del Nilo, Museo Chiaramonti, Braccio Nuovo, inv. 2300.

Materiale e tecnica: Marmo giallognolo a grana grossa

Misure: 1, 65 m x 3,10 m x 1,47 m

Cronologia: 1 - 100

Tutte le fonti cinquecentesche (Boissard, Gamucci, Aldrovandi) sono concordi nell'indicare il luogo di rinvenimento nell'area compresa tra le chiese di S. Maria sopra Minerva e S. Stefano del Cacco, ma non specificano quando il colosso del Nilo fu portato alla luce.

Si pensa che questo dovette avvenire circa un anno dopo la scoperta, nello stesso luogo, del simulacro del Tevere.

Entrambi, infatti, furono immediatamente trasportati nel Cortile Ottagonale del Belvedere, ma il Nilo non è menzionato nei loro componimenti nè da Giovan Francesco Pico della Mirandola, alla metà del 1512, nè da Andrea Fulvio del 1513.

La notizia contenuta nel "De Fortunae Varietate" di Poggio Bracciolini, collocabile cronologicamente attorno al 1447, relativa al ritrovamento

"prope porticum Minervae"

di una statua di personaggio maschile semisdraiato, la cui testa, per dimensioni, integrità e bellezza superava, a suo parere, tutti gli altri simulacri presenti in città, è stata talvolta messa in relazione con il Nilo.

Come già sottolineato da Amelung, questo giudizio mal si accorderebbe, se riferito al Nilo, alle dimensioni della sua testa paragonabili a quelle delle teste di colossi ben noti all'epoca, come il Marforio o i Dioscuri di Monte Cavallo.

Michaelis, a sua volta, sostiene, a proposito della notizia fornita da Poggio, che essa possa riferirsi al ritrovamento di una statua colossale di uomo semisdraiato in un piccolo giardino nei pressi di S. Maria sopra Minerva, la cui fama divenne tale da costringere il proprietario, per il continuo afflusso di curiosi, a seppellire nuovamente la statua.

Il ricordo di questo ritrovamento non dovette, tuttavia, perdersi del tutto e dovette motivare, poi, durante il pontificato di Leone X, gli scavi nello stesso sito, durante i quali vennero alla luce il Tevere ed il Nilo.

Oltre a ciò, Michaelis sottolinea come si possa, del resto, riferire la notizia di Bracciolini anche al ritrovamento, nello stesso sito, della statua dell'Oceano, passata in possesso dei Cesarini e poi dei Farnese.

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Colossal ancient Roman marble statue of the river Nile, Braccio Nuovo, Museo Chiaramonti, Vatican Museums, Rome.

A copy of a Hellenistic statue, probably Alexandrian in origin, the "Nile" was discovered in the early sixteenth century in excavations of the shrine to Isis and Serapis near Santa Maria sopra Minerva in Rome.

Pliny the Elder mentions the statue in his Natural History (36.58), explaining that the babies surrounding the river god represent the ideal height of sixteen cubits to which the Nile river rose annually, thereby assuring abundant fertility in Lower Egypt.

The Nile's waters are carved as wavy lines and embellished with ibisis, crocodiles, and hippopotami.

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