Saturday, April 27, 2013

LA STORIA DI ROMA NEL MELODRAMMA ITALIANO: -- "Ezio" di Metastasio

Speranza

E z i o:
dramma per musica in tre atti

di Pietro Metastasio.

PERSONAGGI:

Valentiniano III
imperatore, amante di Fulvia

Fulvia
figlia di Massimo, patrizio romano, amante e sposa di Ezio
 

Ezio
generale dell’armi Cesaree, amante di Fulvia

Onoria, sorella di Valentiniano, amante occulta d’Ezio

Massimo, Patrizio Romano, padre di Fulvia, confidente, e nemico occulto di Valentiniano

Varo, prefetto de’ Pretoriani, amico di Ezio



Atto Primo

Scena I
Parte del Foro Romano, con trono imperiale da un lato.
Vista di Roma illuminata in tempo di notte con archi trionfali, ed altri apparati festivi
apprestati per celebrare le feste decennali, e per onorare il ritorno di Ezio (vincitore d’Attila),
che si vede avanzare preceduto da istromenti bellici, schiavi, ed insegne de’ vinti, e seguito da’
soldati vincitori.
Valentiniano sopra il trono, Massimo, Varo con pretoriani. Ezio, e popolo.
Marcia
Recitativo
Ezio
Signor, vincemmo.
Attila fuggitivo lasciò campo alla strage;
il sangue corse in torbidi torrenti,
e fra i timori, e l’ire erravano indistinti
i forti, i vili, i vincitori, e i vinti.
Se una prova ne vuoi,
mira le vinte schiere,
ecco l’armi, l’insegne e le bandiere.
Valentiniano
Ezio, tu non trionfi d’Attila sol;
hai del mio cor l’impero.
Fra queste braccia intanto
(scende dal trono e l’abbraccia)
prendi d’amore un pegno;
che tra gli acquisti miei
il più nobile acquisto,
Ezio, tu sei.
Aria di Valentiniano
Se tu la reggi al volo,
su la Tarpea pendice
l’aquila vincitrice
sempre tornar vedrò;
Breve sarà per lei
tutto il cammin del sole,
e allora i Regni miei col ciel dividerò.
Se tu la reggi al volo, etc.
(Parte)
Scena II
Ezio, Massimo, e poi Fulvia con paggi, ed alcuni schiavi.
Recitativo
Massimo
(Abbracciando Ezio)
Lascia, ch’al sen ti stringa.
Ezio
Io godo, amico, nel rivederti.
Oh Dei!
Fulvia dov’è per consolar quest’alma?
Massimo
Ecco s’en vien.
Ezio
(rincontrandola)
Cara! Di te più degno torna il tuo sposo,
e al volto tuo gran parte deve
de’ suoi trofei: ma
al dolce nome e di sposo,
e d’amante ti veggio impallidir?
Dopo la nostra lontananza
Crudel, così m’accogli?
Fulvia
(Che pena!)
Sono…
Io vengo…
Signor…
Ezio
Tanto rispetto, Fulvia, con me!
Fulvia
Son quella …. Ma senti
Ah! Genitor, per me favella.
Ezio
Massimo, non tacer!
Massimo
Si vive, amico, sotto un giogo crudel:
or che vincesti, Cesare a nostro danno
fia più ingiusto, più fiero
e più tiranno.
Ezio
La tirannide sua mi fu nascosa.
Che pretende? Che vuol?
Massimo
Vuol la tua sposa.
Ezio
La sposa mia!
Massimo, Fulvia, e voi consentite a tradirmi?
Fulvia
Ahimé!
Massimo
Qual arte, qual consiglio
Adoprar contro un tiranno?
Con vittoriosa mano vendicar Roma,
e i torti tuoi potrai,
svenar Cesare…
Ezio
Oh Dei! Che dici mai?
Ogn’altra via si tenti
Fuor che l’infedeltade.
Massimo
(l’abbraccia di nuovo)
Anima grande!
(finger convien!)
Fulvia
Ezio così tranquillo
La sua Fulvia abbandona ad altri in braccio?
(Fulvia piange)
Ezio
Il merto, e il nome mio faran,
che Augusto, amor tutto si cangi.
Son vincitor;
sai che t’adoro, e piangi?
Aria di Ezio
Pensa a serbarmi, oh cara,
i dolci affetti tuoi;
amami, oh cara,
e lascia poi ogn’altra cura a me, cara!
Tu mi vuoi dir col pianto,
che resti in abbandono;
nò, così vil non sono,
e meco ingrato tanto
Cesare non è.
Pensa a serbarmi, oh cara, etc.
Scena III
Massimo e Fulvia
Recitativo
Fulvia
E’ tempo, oh genitor,
che uno sfogo conceda al mio rispetto.
Tu pria d’Ezio all’affetto
Prometti la mia destra;
indi mi imponi il lusingar
di Cesare l’amore, e m’assicuri poi,
che di lui non sarò;
ma quando spero stringer d’Ezio
la mano, ti sento dir
che lo sperarlo è vano.
Massimo
T’accheta, oh figlia!
Il talamo d’Augusto
non è il peggior de’ mali.
Fulvia
E soffrirai, ch’abbia sposa la figlia
Chi della tua consorte insultò l’onesta?
Il tuo onore offese?
Massimo
Degna parte di me, vieni al mio seno!
(L’abbraccia)
Conserviam pur quell’odio illustre,
e cauti ricerchiam la vendetta;
ora è vicina.
Sposa al tiran tu puoi svenarlo,
o almeno agio puoi darmi
a trapassargli il seno.
Fulvia
Che sento, oh Dei!
Son questi quei semi di virtù,
che in me versasti,
da miei primi vagiti
infine ora?
M’inganni adesso, o
M’ingannasti allora.
Massimo
Chiede diversa etade atti diversi.
Fulvia
Sì, ma un vil tradimento?…
Ah! Caro padre, pensa alla gloria tua,
pensa che vai…
Massimo
Taci, importuna;
io t’ho sofferto assai.
Le tue pari consiglia, rammenta
Ch’io son padre,
e tu sei figlia.
Aria di Fulvia
Caro padre, a me non dei
Rammentar che padre sei:
io lo so, ma in questi accenti
non ritrovo il genitore
Non son io che ti consiglia,
è il rispetto d’un regnante,
è l’affetto d’una figlia,
è il rimorso del tuo cor.
Caro padre, a me non dei, etc.
Scena IV
Massimo solo
Recitativo
Un oltraggiato amore d’Ezio
Li sdegni ad irritar non basta!
La figlia mi contrasta.
Eh! Di riguardi tempo non è:
pria che nel Ciel l’Aurora sorga,
cesare mora.
Emilio il braccio mi presterà.
Se non riesce appieno il colpo suo,
al sospettoso Augusto
farò che sembri Ezio il fellon.
Su dunque alla vendetta, all’opra;
in gran periglio pronto eseguir
sempr’è ‘l miglior consiglio.
Aria di Massimo
Il nocchier, che si figura
Ogni scoglio, ogni tempesta
Non si lagni se poi resta
Un mendico pescator.
Darsi in braccio ancor conviene
Qualche volta alla fortuna;
che sovente in ciò ch’avviene
la fortuna ha parte ancor.
Il nocchier, che si figura, etc.
(Parte)
Scena V
Camere Imperiali istoriate di pitture.
Onoria, e Varo.
Recitativo
Onoria
Del vincitor ti chiedo,
non delle sue vittorie.
Varo
A me perdona,
sembran tali richieste d’amante più,
che di sovrana.
Onoria
O Varo! Al tuo fedel servir
Tollero e scuso di parlarmi così.
La sol distanza, ch’è dal suo grado al mio,
teco dovrebbe difendermi abbastanza.
Varo
Ogn’uno ammira d’Ezio il valor.
Roma l’adora; ogn’uno ne parla con rispetto,
ingiustizia saria negar affetto.
Onoria
(Ah! Purtroppo l’adoro!)
e saltando il suo merto
presso il german geloso,
ufficio ingrato
all’amico lo rendi.
Chi sa?.. potrebbe un dì…
Varo, m’intendi.
Varo
Più cauto parlerò;
ma se tu l’ami, mostrati, oh principessa,
meno ingegnosa in tormentar te stessa.
Aria di Onoria
Quanto mai felici siete,
innocenti pastorelle,
che in amor non conoscete
altra legge che l’amor.
Ancor io sarei felice,
se potessi all’idol mio
palesar, come a voi lice,
il desio di questo cor.
Quanto mai felici siete, etc.
(parte)
Scena VI
Varo solo
Recitativo
Perché tanto tormento?
Se a spiegar il suo duol
Grande è il contento?
Aria di Varo
Se un bell’ardire
Può innamorarti,
perché arrossire? Perché sdegnarti?
Di quello strale che vi piagò.
Perché soffrire sì gran tormento?
Se dà contento dire al suo bene
Provo gran pene, che far potrò?
Se un bell’ardire, etc.
(Parte)
Scena VII
Valentiniano, e massimo con seguito
Recitativo
Valentiniano
Olà! Ezio qui venga.
(una guardia parte)
Comincia ad adombrarmi
la gloria di costui.
Massimo
Cesare, in vero un aura popolar
nutre l’orgoglio d’un vincitor.
Chi impara dee de’ vassalli suoi
Benchè fedeli osservar ogni azion,
se ben leggiere.
Aria di Massimo
Se povero il ruscello
Mormora lento e basso
un ramoscello, un sasso
quasi arrestar lo fa.
Ma se alle sponde poi
Gonfio d’umor sovrasta
Argine oppor non basta,
e co’ ripari suoi
torbido al mar sen va.
Se povero il ruscello, etc.
(Parte)
Scena VII
Valentiniano solo
(scena in alternativa)
Recitativo
Olà! Ezio qui venga.
(una guardia parte)
Comincia ad adombrarmi
la gloria di costui.
Massimo amico, i miei sospetti approva
Assicurarmi della sua fedeltà voglio,
ed Onoria al talamo innalzarlo;
acciocchè sia suo premio il nodo
e sicurezza mia.
Scena VIII
Valentiniano, ed Ezio
Recitativo
Ezio
Signor!
Valentiniano
Duce, un momento non posso tollerar
D’esser ingrato.
La mia grandezza, il mio riposo,
e tutto del senno tuo,
del tuo valor è frutto.
Ezio
Che mi resta bramar?
L’amor d’Augusto
quand’ottener poss’io,
basta al mio cor.
Valentiniano
Non basta al mio.
Ezio, il Cesareo sangue
s’unisca al tuo;
d’affetto darti pegno maggior non posso mai.
Sposo ad Onoria al nuovo dì sarai.
Ezio
(che ascolto!)
Valentiniano
Non rispondi?
Ezio
Io son vassallo;
e l’alta tua germana meco unita
sudditi produrrà;
onde…
Valentiniano
Si parli con franchezza tra noi:
dunque che brami?
Ezio
T’ubbidisco, signor;
allor che credi premiarmi,
mi punisci.
Valentiniano
Ed è castigo
una sposa germana al tuo regnante?
Ezio
Non è gran premio a chi
D’un’altra è amante.
Valentiniano
Dov’è questa beltade,
che ti tiene in catene?
Spiegami il nome suo.
Ezio
Fulvia è il mio bene.
Valentiniano
Fulvia?
Ezio
Appunto
(Si turba!)
Valentiniano
(Oh sorte!)
Ed ella sa l’amor tuo?
Ezio
Non credo
Valentiniano
Forse che il suo consenso
Il tuo contrasta.
Ezio
Quello sarà mia cura;
il tuo mi basta.
Valentiniano
Ma se un altro amator?…
Ezio
Dov’è chi ardisca
Involar la mercede alla man,
che di Roma il giogo scosse?
Costui non veggo.
Valentiniano
E se costui vi fosse?
Ezio
Cesare, un sol momento
Tollerare non può d’essermi ingrato.
Valentiniano
(Temerario!)
I suoi merti rammentar da se stesso…
Ezio
Io li rammento,
quando in premio pretendo…
Valentiniano
Non più: dicesti assai, tutto comprendo.
Aria di Valentiniano
So chi t’accese: basta per ora,
Cesare intese, risolverà.
Ma tu procura d’esser più saggio
Fra l’armi e l’ire
Giova il coraggio
Pompa d’ardire qui non si fa.
So chi t’accese, etc.
(Parte)
Scena IX
Ezio, e Fulvia
Recitativo
Fulvia
Ezio. Ti leggo in volto
l’ire del cor.
Forse ad Augusto, dimmi,
ragionasti di me?
Ezio
Sì, ma celai, cara,
che m’ami:
onde a temer non hai.
Scena X
Onoria e detti
Recitativo
Onoria
Ezio, volle il germano
avvilir la mia mano sino alla tua:
ma tu però più giusto,
d’esser indegno hai persuaso Augusto.
Ezio
Non merta tanto orgoglio
Chi salvò Roma, il tuo germano,
e il soglio.
Onoria
E’ ver, ti deggio assai;
perciò mi spiace al tuo amore infelice
esser d’infauste nuove apportatrice.
(a Fulvia ed Ezio che è appena entrato)
Fulvia, ti vuol sua sposa Cesare al nuovo dì.
Fulvia
Come!
Ezio
(Che sento!)
Onoria
Di recartene il cenno egli stesso m’impose.
Ezio
Ah! Questo è troppo!
Qual diritto, qual ragione
Ha sugli affetti miei?
Fulvia rapirmi?
Disprezzarmi così?
Forse pretende ch’io lo sopporti,
o pure vuol che Roma
si faccia di tragedia per lui funesta…..
Onoria
Ezio minaccia?
E la sua fede è questa?
Aria di Ezio
Se fedele mi brama il regnate,
non offenda quest’anima amante
Nella parte più viva del cor.
Non si lagni,
se in tanta sventura
un vassallo non serba misura
se il rispetto diventa furor.
Se fedele, etc.
(Parte)
Scena XI
Onoria e Fulvia
Fulvia
A Cesare nascondi, Onoria,
i suoi trasporti.
Ezio è fedele.
Parla così da disperato ama nte.
Onoria
Mostri, Fulvia, al sembiante
Troppa pietà per lui, troppo timore.
Fosse mai la pietà segno d’amore.
Fulvia
Principessa, m’offendi!
Assai conosco a ei deggio l’affetto!
Onoria
Non ti sdegnar così;
questo è un sospetto…
Fulvia
Anch’io dai sdegni tuoi
Come soffri un rifiuto
Or ben m’avvedo.
Potrei crederti amante
E pur nol credo.
Onoria
Quando m’oltraggi con sospetto insano,
per non dirti arrogante,
io m’allontano.
Scena XII
Fulvia sola
Recitativo
Fulvia
Via, per mio danno
Aduna sempre nuovi disastri
Empia fortuna!
Sarà per questo core
Trionfo di costanza il tuo rigore!
Aria di Fulvia
Finchè un zeffiro soave
Tien dal mar l’ira placata
Ogni nave è fortunata
E felice ogni nocchier.
E ben prova di coraggio
L’incontrar onde funeste,
navigar fra le tempeste
e non perder il sentier.
Finchè un zeffiro soave, etc.
(Parte)
Atto Secondo
Scena I
Orti Palatini, corrispondenti agli appartamenti Imperiali, con viali, spalliere di fiori, e fontane
continuate.
Nel fondo caduta d’acque, ed innanzi grotesche, e statue.
Sinfonia
Massimo, poi Fulvia
Recitativo
Massimo
Qual silenzio è mai questo?
E’ tutto in pace l’imperiale albergo.
In oriente rosseggia il nuovo giorno
E pur ancor d’intorno
Suon di voci non odo,
alcun non miro.
Dovrebbe pure Emilio aver compito il colpo.
Ei mi promise nel tiranno
Punir tutti i torti miei!
E pigro….
Fulvia
Ah, genitor!
Massimo
Figlia, che porti?
Fulvia
Che mai facesti?
Massimo
Io nulla feci…
Fulvia
O Dei!
Fu Cesare l’assalito!
E tu la mano che l’assalì.
Spingesti a vendicarti…
Massimo
Ma Cesare morì?
Fulvia
Pensa a salvarti!
Scena II
Valentiniano senza manto, e senza lauro con spada nuda, seguito da pretoriani, e detti
Valentiniano
(parlando ad alcuni d’essi, che partono)
Ogni via custodite ed ogni ingresso!
Massimo
(Egli vive. Oh Destin!)
Valentiniano
Massimo, Fulvia, che creduto l’avria?
Massimo
Signor, che avvenne?
Valentiniano
M’insidiano la vita i miei più cari!
Massimo
(Ardir!)
Come potrebbe un’anima
sì rea, trovarsi mai?
Valentiniano
Massimo, e pur si trova.
Or lo saprai!
Fulvia
(Misero padre!)
Massimo
(Ah! Tremo!)
Valentiniano
Emilio in vano trafiggermi sperò!
Nel sonno immerso credea trovarmi
E s’ingannò.
Previdi un tradimento
Ed impugnando il brando
Tra l’ombre lo rotai:
accorre al grido stuol di custodi,
e allor mi veggo al lume,
inaspettato e nuovo sanguigno il ferro
e il traditor non trovo.
Massimo
Forse Emilio non fu?
Valentiniano
La nota voce nel piagarlo conobbi
Massimo
Ed a qual fine un tuo servo
Arrischiarsi colpo indegno?
Valentiniano
Il servo lo tentò….
D’altri è il disegno!
Massimo
Ma hi del tradimento tu credi l’autor?
Valentiniano
Puoi dubitarne?
In esso Ezio non riconosci!
Massimo
(Io torno in vita!)
Fulvia
(Ecco al mesto mio cor nuova ferita!)
Massimo
Io non so figurarmi in Ezio un traditor.
Ma.. pur l’amore, l’ambizion,
la lode e l’assoluto comando delle schiere…
chi sa?
Potria scordarsi il suo dovere
Fulvia
Tu lo conosci, ed in tal guisa, o padre
Parli di lui?
Massimo
Son d’Ezio amico,
è vero,
ma suddito d’Augusto.
Valentiniano
(Oh! Gelosia!)
(a Fulvia)
Ma tu così difendi un traditor?
Massimo
La fa pietà
Sol per te sente amore.
Scena III
Varo e detti
Recitativo
Varo
Cesare, invano il traditore cercai.
Valentiniano
Massimo, fido amico,
sia la tua cura….
Massimo
Io cercherò d’Emilio,
io veglierò per te.
Per tua salvezza d’alcuno
Intanto assicurarti puoi.
Valentiniano
Deh! M’assistete.
Io mi riposi in voi!
Aria di Valentiniano
Vi fida lo sposo
Vi fida il regnante
Dubbioso ed amante
la vita e l’amor.
(A Massimo)
Tu, amico, prepara
Soccorso ed aita,
(A Fulvia)
tu serbami, oh cara,
gli affetti del cor.
Vi fida,etc.
(Parte con Varo ed i pretoriani)
Scena IV
Massimo e Fulvia
Recitativo
Fulvia
E puoi d’un tuo delitto Ezio incolpar?
Chi ti consiglia, o padre?
Massimo
Folle!
La sua ruina è riparo alla mia:
lasciane il peso a chi
di te più visse,
e più saggio è di te.
Fulvia
Dunque ti renda la tua età,
il tuo saper l’alma più giusta.
Credi, ch’un traditor?
Massimo
Fulvia, raffrena i tuoi labbri loquaci,
ed in avvenir non irritarmi
e taci.
Fulvia
Ch’io taccia, e non t’irriti
Allor che veggio il monarca assalito
Te reo del gran misfatto
Ezio tradito?
Lo tolleri chi può;
d’ogni rispetto o mi disciogli
o quando rispettosa mi vuoi
cangia il commando.
Massimo
Ah, perfida!
Conosco che vuoi sacrificarmi al tuo desio.
Va! Dell’affetto mio, che nulla ti nascose,
empia, t’abusa.
E per salvar l’amante il padre accusa!
Aria di Massimo
Va! Dal furor portata
Palesa il tradimento
Ma ti sovvenga, ingrata,
il traditor qual è!
Scopri la frode ordita,
ma pensa in qual momento
ch’io ti donai la vita….
Che tu la togli a me!
Va! Dal furor portata, etc.
(Parte)
Scena V
Fulvia, e poi Ezio
Recitativo Accompagnato
Fulvia
Che fo’? Dove mi volgo?
Egual delitto è il parlar
E il tacer!
Se parlo,
o Numi, son parricida,
e nel pensarlo io tremo.
Se taccio,
al giorno estremo giunge il mio bene.
Ah! Che all’idea funesta
S’agghiaccia il sangue,
e intorno al cor s’arresta!
Recitativo
(vedendo Ezio)
Fulvia
Ah, qual consiglio mai….
Ezio, dove t’inoltri?
Ove ten vai?
Ezio
In difesa d’Augusto!
Intesi…
Fulvia
Ah! Fuggi:
in te del tradimento cade il sospetto.
Ezio
In me?
Fulvia, t’inganni.
Fulvia
Cesare il reo ti chiama;
io stessa udii.
Ezio
L’Italia, il mondo tutto,
il conservato Impero gli dirai
s’el credesse che non è vero
Non teme un innocente.
Il sol tuo affetto si figura perigli,
eh! Ti consola.
Fulvia
Fuggi! Se m’ami:
al mio timor t’invola.
Scena VI
Varo con pretoriani, e detti.
Recitativo
Varo
Cesare a te m’invia.
Ezio
A lui dunque si vada.
Varo
Non vuol questo da te. Vuol la tua spada.
Ezio
Come?
Fulvia
(Il previdi!)
Ezio
E qual follia lo mosse?
Varo
E mia fatal sventura un uffizio
A compir contrario tanto
Alla nostra amicizia, al genio antico.
Ezio
Prendi.
(gli dà la spada)
Augusto compiangi e non l’amico.
Aria di Ezio
Recagli quell’acciaro
Che gli difesi il trono.
Rammentagli chi sono
E vedilo arrossir!
(A Fulvia)
E tu serena il ciglio
Se l’amor mio t’è caro
L’unico mio periglio
Sarebbe il tuo morir.
Recagli,etc.
(parte con guardie)
Scena VII
Fulvia e Varo.
Recitativo Accompagnato
Fulvia
Varo, se amasti mai, de’ nostri affetti pietà dimostra
E d’un oppresso amico
Difendi l’innocenza.
Varo
Io vo’ per lui impiegar l’opra mia
Ma voglia il Ciel,
che inutile non sia.
Tu puoi salvarlo.
Fulvia
E come?
Varo
Egli è sicuro,
sol che tu voglia.
A Cesare ti dona, e consorte di lui
Tutto potrai.
Fulvia
D’altri che d’Ezio
io non sarò giammai
Varo
Cedi sol per salvarlo;
in qualche parte placa
l’ira d’Augusto
e nel suo seno
se amor non hai per lui,
fingilo almeno.
Fulvia
Seguirò il tuo consiglio; e ….
Varo
In simil caso il finger è permesso
E poi non è gran pena al vostro sesso.
Aria di Fulvia
Quel finger affetto
Allor che non s’ama
Per molti è diletto
Ma pena la chiama,
quest’alma non usa a finger amor.
Mi scopre, m’accusa
Se parla, se tace il labbro
Seguace dei moti del cor.
Quel finger, etc.
(parte)
Scena VIII
Varo solo.
Recitativo Accompagnato
Varo
Foll’è colui che al tuo favor si fida,
instabile fortuna.
Pur troppo, o sorte infida!
Aria di Varo
Nasce al bosco in rozza cuna
Un felice pastorello.
E con l’aure di fortuna
Giunge i regni a dominar.
Presso al trono in regie fasce,
Sventurato, un altro nasce.
E fra l’ire della sorte
Va gli armenti a pascolar.
Nasce al bosco, etc.
(Parte)
Scena IX
Gallerie di statue e specchi, con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace
di due persone.
Gran balcone aperto, in prospetto dei quali vista di Roma.
Onoria, e Massimo
Recitativo
Onoria
Massimo, anch’io lo veggio
Ogni ragione Ezio condanna.
Eppure incredulo il mio core
Reo non sa figurarlo
E traditore.
Massimo
O Virtù senza pari!
E chi dovria più di te
Condannarlo?
Onoria
E’ ver; ma il giusto…
(In atto di partire)
(Ah! Che vorrei salvarlo)
Scena X
Valentiniano e detti
Recitativo
Valentiniano
Onoria, non partir. Per mio riposo tu devi
Ad uno sposo, forse
Poco a te caro offrir la mano
Onoria
(Ezio è pentito)
Il nome?
Valentiniano
Ho pena in proferirlo.
I nostri oltraggi sono recenti,
ma il commun periglio vuol che
cauto a tal nodo io ti consiglio.
Onoria
(Rifiutarlo or dovrei, ma…)
Senti al fine, se giova alla tua pace,
disponi del mio cor
come a te piace.
Massimo
Signor, il tuo disegno io non intendo.
Ezio t’insidia, e pensi solamente
A premiarlo?
Valentiniano
Ad Ezio non pensai:
d’Attila io parlo.
Onoria
(Oh Inganno!)
Attila!
Valentiniano
Sì, ti chiede in sposa.
Onoria
Germano, io voglio pria vederti salvo.
Il traditor si cerchi.
Ezio favelli,
e poi Onoria spiegherà gli affetti suoi.
Aria di Onoria
Finchè per temi palpita
timido in petto il cor,
Accendersi d’amor non sa quest’alma.
Nell’amorosa face qual pace ho da sperar
Se comincio ad amar, priva di calma?
Finchè, etc.
(Parte)
Scena XI
Valentiniano, Massimo, poi Fulvia.
Recitativo
Valentiniano
Olà! Qui si conduca il prigionier.
(Una guardia parte)
Fulvia
Augusto, ah! Rassicura i miei timori: è il traditor palese?
Valentiniano
Tanta cura hai di me?
Fulvia
Puoi dubitarne?
S’hai del mio cor l’impero,
Ezio perdona.
Massimo
(Io non comprendo il vero)
(vedendo venir Ezio)
Ezio qui vien.
Fulvia
(Che mai farò?)
Valentiniano
(A Fulvia)
Ti siedi al fianco mio
Fulvia
Suddita sono. E vuoi?…
Valentiniano
Non più. Comincia ad avvezzarti al trono.
Siedi.
Fulvia
Ubbidisco.
(In qual cimento io sono!)
Scena XII
Ezio disarmato, e detti
Recitativo
Ezio
(Stelle! Che miro?
In Fulvia come tanta incostanza?)
Fulvia
(Resisti, anima mia….)
Valentiniano
Ezio, t’avanza.
Ezio
Il giudice, qual è?
Valentiniano
E’ Fulvia ed io. Siamo un giudice solo.
Ella è sovrana or ch’in lacci
Di sposo a lei mi stringo.
Ezio
(Donna infedel!)
Fulvia
(Potessi dir ch’ io fingo!)
Valentiniano
Ezio, qui si cospira contro di me.
Del tradimento autore ti credi ogn’un.
D’un temerario amore
Di tue minacce io testimonio sono:
pensa a scolparti o a meritar perdono.
Massimo
(Sorte, non mi tradir!)
Ezio
Cesare, invero ingegnoso è il pretesto
E chi m’accusa?
Tu, che sei eccelso giudice, e testimonio
Ad un tempo istesso?
Fulvia
(Oh Dei! Si perde!)
Valentiniano
(E soffrirò l’altero?)
Non hai miglior difesa?
Ezio
Eh! Vuoi ch’io dica che a te dispiace
Ingrato d’essermi debitor;
che tu paventi in me quei tradimenti
che sai di meritar quando mi privi
d’un cor, ch’è mio?
Valentiniano
A questo eccesso arrivi?
Fulvia
(Ahi me!)
Valentiniano
Punir saprò…
Fulvia
(Si leva per partire, ma Valentiniano la trattiene)
Soffri ch’io parta.
Valentiniano
Dunque Fulvia t’ama?
Fulvia
(Che pena!)
Valentiniano
Oh cara!
Digli s’io fui per te ‘l foco primiero
Se l’ultimo sarò, spiegalo.
Fulvia
(a Valentiniano freddamente)
E’ vero.
Ezio
Ah! Perfida!
Ah Spergiura!
A questo colpo manca la mia costanza!
In faccia a lei mi si divide il cor!
(Fulvia cava il fazzoletto)
mai non provai….
Fulvia
(S’alza piangendo, e vuol andarsene)
Io mi sento morir.
Valentiniano
Fulvia, che fai?
Fulvia
Voglio partir a tanti ingiusti oltraggi!
Valentiniano
Digli, che m’ami e godi alle sue pene.
Fulvia
Ma se vero non è,
S’egli è il mio bene!
Valentiniano
Che dici?
Massimo
(Ahimè!)
Ezio
(Respiro! Oh fido core!)
Fulvia
Cesare, per placarti finsi sinora.
Ezio è il mio caro amore.
E sappi: fuor di questo, di tutto il mondo,
ogni altro amor detesto!
Ezio
(Oh cari accenti!)
Valentiniano
Iniqua!
Massimo
Il sangue tuo….
Fulvia
Potrai se vuoi svenami.
Ma per farmi temer debole or sei.
Han vinto ogni timore i mali miei!
Aria di Fulvia
La mia costanza non si sgomenta,
Non ha speranza, timor non ha !
Son giunta a segno che mi tormenta
Più del tuo sdegno, la tua pietà!
La mia costanza, etc.
(Parte)
Scena XIII
Valentiniano e detti
Recitativo
Valentiniano
Ah! Ingrata!
Ah temerario!
Olà custodi
Toglietemi d’innanzi quel traditor.
Nel carcere più orrendo
Serbatelo al mio sdegno.
Ezio
Il tuo furor del mio trionfo è segno.
Valentiniano
Rabbiosa gelosia sol mi consiglia.
Massimo
L’offese tue mi pagherà la figlia.
Scena XIV
Ezio solo.
Recitativo
Ezio
Chi di me più felice?
Io cederei per questo ogni vittoria.
Non t’invidio l’impero,
non ho cura del resto.
E’ trionfo leggiero Attila vinto, al paragon di questo.
Aria di Ezio
Ecco alle mie catene
Ecco a morir m’invio, sì.
Ma quel core è mio, sì
Augusto, cede a me!
Caro bell’idol mio,
perdona a chi t’adora
So che t’offesi allora
Ch’io dubitai di te.
Ecco alle mie catene, etc.
(Parte)
Atto Terzo
Scena I
Atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto, che condcono a diverse prigioni, con
guardie a vista sulla porta de’ detti cancelli.
Onoria, indi Ezio con catene.
Sinfonia
Recitativo
Onoria
(ad una guardia)
Ezio qui venga.
Il suo fatal perielio mi fa più amante.
(vedendo venir Ezio)
Oh, come vien ridente.
Mostra la calma sua ch’egli è innocente.
Ezio
(mostrando le catene)
Questi del tuo germano, principessa, è ‘l premiar?
Cinto d’allori del giorno al tramontar
Tu mi vedesti;
e poi coi lacci intorno tu mi rivedi
all’apparir del giorno!
Onoria
La crudeltà del fato tu potesti emendar
Per mia richiesta Cesare
L’ira sua tutta abbandona:
T’ama, ti vuol amico, e ti perdona.
Ezio
E ‘l crederò?
Onoria
Sì. Né dimanda solo:
che tu scopri le trame, e allora
appieno libero sei.
Può dimandar di meno?
Ezio
Ei che sa la mia fede prova rossor
Nell’oltraggiarmi a torto:
perciò mi vuole o delinquente o morto.
Onoria
Con sommesso parlar mitiga Augusto
Ezio
Onoria, per salvarmi ad esser vile,
io non appresi ancora!
Onoria
Ma sai che corri a morte.
Ezio
Eh ben, si mora.
Onoria
Se di te non hai cura,
abbila almen di me!
Ezio
Che dici?
Onoria
Io t’amo. Più tacerlo non so.
Con mio rossore…
Ezio
Qual stima ho di te, sentissi amore!
Ma d’altro stral piagato,
non saprei a tanto onor ch’esserti ingrato
Onoria
Ancor ch’ingrato. Vivi.
E se la vita spezzi,
perché m’è cara,
cerca almeno una morte degna di te….
Ezio
O in carcere o tra l’armi
Ad altri insegnerò come si mora.
Farò invidiar mi
In questo stato ancora!
Aria di Ezio
Guarda pria se in questa fronte
Trovi scritto alcun delitto?
E dirai che la mia sorte
Desta invidia e non pietà!
Guarda, etc.
(Parte)
Scena II
Onoria e Valentiniano
Recitativo
Valentiniano
Eh ben, da quel superbo
Che ottenesti, o germana?
Onoria
Io nulla ottenni
Valentiniano
Già lo predissi
Onoria
E pur non posso, O Numi
Crederlo reo. Quella franchezza
è segno d’alma innocente
Valentiniano
Il traditor si fida nell’aura popolar.
Vo’ che s’uccida!
Onoria
Meglio ci pensa
Valentiniano
E che far deggio?
Onoria
Il fatto saper da lui senza rigor procura.
E’ debole in amor
Ei Fulvia adora; cedila
All’amor suo, offrila ancora.
Valentiniano
Crudel consiglio a questo cor…
Onoria
L’esempio da me prendi.
Io amante sono al par di te
Né perdo meno:
Fulvia è la fiamma tua, per Ezio io peno.
Valentiniano
E l’ami?
Onoria
Sì, e pur vedi….
Il tuo coraggio , la tua virtù
Faccia arrossir la sorte.
Una donna t’insegna ad esser forte.
Valentiniano
Si tenti, oh Dei!
Quivi Fulvia attendo.
Onoria
Dalla mia pena il tuo dolor comprendo.
Aria di Onoria
Peni tu per un’ingrata
Un ingrato adoro anch’io.
E’ il tuo fato eguale al mio
E’ nemico ad ambi Amor.
Ma s’io nacqui sventurata,
se per te non v’è speranza
sia compagna la costanza
come è simile il dolor.
Peni, etc.
(Parte)
Scena III
Valentiniano, indi Varo
Recitativo
Valentiniano
Olà! Varo si chiami.
(Una guardia parte.)
A questo eccesso della clemenza mia
Se il reo non cede,
Non viverà un momento.
Varo
Augusto!
Valentiniano
Ascolta: disponi al varco i tuoi più fidi.
Ed Ezio, quando ritorna
S’io non son sua guida,
se non è al fianco mio,
fa’ che s’uccida!
Varo
Ubbidirò, ma il popolo al funesto….
Valentinano
Va, pur; Massimo avrà cura di questo
(Alle guardie dei cancelli)
Il prigionier qui rieda.
Scena IV
Massimo e detto
Recitativo
Massimo
Signor, tutto sedai.
D’Ezio la morte
A tuo piacere affretta.
Roma t’applaude,
Ogni fedel l’aspetta.
Scena V
Ezio incatenato, e detti
Recitativo
Valentiniano
Ezio, qui tra di d’odio
Più non si parli.
Io vengo amico.
Il mio rigor detesto….
Massimo
(O Dei! Che ascolto?)
Valentiniano
…e voglio
Ezio
Onoria intesi.
S’altro a dirmi non hai,
torno alla mia prigion.
Seco parlai.
Valentiniano
Quanto offrirti vogl’io dir potea….
Ezio
Sì, rammentò quali i tuoi doni sono.
Valentiniano
Ma non disse il maggior: vedi, qual dono!
Accennando Fulvia che esce
Ezio
Fulvia!
Scena VI
Fulvia e detti
Recitativo
Massimo
(Che mai sarà! L’alma s’agghiaccia!)
Fulvia
Da Fulvia che si vuol?
Valentiniano
Che ascolti, e taccia.
Risolsi or l’eseguisco
Ad Ezio
Ecco la mano di Fulvia, io te la rendo.
Fulvia
Ed è ver?…
Ezio
Ma a qual prezzo si concede
Ch’io ne sia possessor?
Valentiniano
Poco si chiede.
Svela solo il disegno a finch’io
Viva senza timor intorno.
Ezio
(A Fulvia in atto di partire)
Addio, mia vita!
Alla prigion io torno.
Valentinano
Rispondi: e sono tali i detti miei
Che un reo, come sei tu,
Debba sprezzarli?
Ezio
Quando parli così, meco non parli
Valentiniano
(Eh si risolva.)
Olà, custodi!….
Fulvia
A Valentiniano
Ah, prima lo sdegno tuo
Contro di me si volga!
Valentiniano
A Fulvia
Né puoi tacer?
Il prigionier si sciolga!
Levano le catene ad Ezio
Ezio
Come!
Fulvia
Che veggio!
Massimo
(Oh stelle!)
Valentiniano
Alfin conosco che innocente tu sei.
Vanne, Fulvia è già tua.
Libero sei!
Aria di Ezio
Se la mia vita dono è d’Augusto
Il freddo Scita, l’Etiope adusto
Al piè di Cesare piegar farò.
Perchè germoglino per te gli allori
Mi vedrai spargere nuovi sudori;
Saprò combattere, morir saprò.
Se la mia vita, etc.
(Parte)
Scena VII
Valentiniano, Fulvia, e Massimo
Recitativo
Massimo
(Che mai sarà?)
Fulvia
Su quella mano augusta
Lascia ch’un bacio imprima.
(Vuol baciar la mano a Valentiniano)
Scena VIII
Varo e detti
Recitativo
Varo
Eseguito è il tuo cenno.
Ezio morì.
Fulvia
Come? Che dici?
Varo
(A Valentiniano)
Al varco l’attesero i miei fidi.
Il sen trafitto si vide.
Sospirò, cadde fra loro.
Massimo
(Oh sorte inaspettata!)
Fulvia
(Si appoggia ad una scena coprendosi il volto)
Oh Dei! Mi moro….
Massimo
Il suo dolor ingiusto, lascia Signor…
Scena IX
Onoria e detti
Recitativo
Onoria
Liete novelle, Augusto!
Valentiniano
Che reca Onoria?
Il volto suo ridente
Felicità promette…
Onoria
Ezio è innocente.
Valentiniano
Come?
Onoria
Emilio parlò.
Nelle mie stanze, già vicino a morir
Era celato. E disse: “Ezio è innocente”.
Massimo
(Ah! Iniquo fato!)
Valentiniano
Ma… chi fu l’alma rea
Che gli commise il colpo?
Onoria
Ei disse: “E’ quello che a Cesare
E’ più caro, e che da lui fu oltraggiato in amor”
Valentiniano
Il nome?
Onoria
Appunto nel voler proferirlo, ei spirò l’alma.
Valentiniano
Oh sventura…
Massimo
(Oh periglio!)
Fulvia
(Infuriata verso Valentiniano)
Or dì, tiranno, s’era infido il mio sposo?
Or chi la vita, empio, gli renderà?
Onoria
Fulvia, che dici? Ezio morì?
Fulvia
(Additando Valentiniano)
Sì, quel mostro…
Onoria
Ah, spietato! Ah inumano. E potesti?
Valentiniano
Onoria, oh Dei, non insultarmi, errai.
Ma il traditore?
Onoria
Pensa pur ch’offendesti di Massimo la sposa….
Massimo
(Io son perduto!)
Fulvia
(Eccomi, per il padre in novo affanno!)
Onoria
Spolo al riparo tuo pensa, o tiranno
(Parte)
Scena X
Valentiniano, Massimo, e Fulvia
Recitativo
Massimo, discolparti il tempo è questo.
Tutto conviene a te, sei reo.
(Sdegnato )
Qual altro insidiar mi potea?
(Alle guardie )
Olà!
Fulvia
Tiranno, ascolta!
Io son la rea.
Io commisi ad Emilio la morte tua.
Quella son io che cara tanto ti fu.
Quella che nel mio amore, barbaro, tu oltraggiasti!
Massimo
(Ingegnosa pietade!)
Valentiniano
Io mi confondo….
Fulvia
(Il genitor si salvi, e pera il mondo)
Valentiniano
Ah! Che non curo più vita né morte.
Disponi al grado tuo, barbara sorte!
Aria di Valentiniano
Per tutto il timore perigli m’addita
Si perda la vita, finisca il martire.
E’ meglio morire che viver così!
La vita mi spiace, se il fato nemico
La speme, la pace l’amante
L’amico mi toglie in un dì;
Per tutto, etc.
(Parte)
Scena XI
Massimo e Fulvia
Recitativo
Massimo
Cara Figlia, per te vivo.
Deh, lascia, mia speme,
mio sostegno, cara difesa mia,
ch’alfin t’abbraccia
(Vuole abbracciarla)
Fulvia
(Lo respinge)
Vanne, padre crudel!
Massimo
Perché mi scacci?
Fulvia
Tutte le mie sventure io riconosco in te.
Massimo
Deh! Non negare al grato genitor
Quest’affetto testimonio verace
(Vuole abbracciarla di nuovo, ma lei lo respinge)
Vieni….
Fulvia
Vanne, crudel, lasciami in pace!
Se grato esser mi vuoi,
Stringi quel ferro; svenami pronto or or
Questa mercede col pianto sulle ciglia
(Piange)
Al padre che salvò, chiede una figlia.
Aria di Massimo
Tergi l’ingiuste lagrime,
Dilegua il tuo martiro.
Che s’io per te respiro,
Tu regnerai per me.
Di raddolcirlo io spero
Questo penoso affanno
Col dono d’un impero
Col sangue d’un tiranno
Che delle nostre ingiurie
Punito ancor non è.
Tergi, etc.
(Parte)
Scena XII
Fulvia sola
Recitativo accompagnato
Fulvia
Misera, dove son?
L’aure del Tebro son queste
Ch’io respiro?
No! In Cocito m’aggiro. E son Furie
Al mio core.
Un monarca inclemente,
un padre traditore
uno sposo innocente.
Rimembranze funeste!
Oh, reo martiro!
Ed io parlo, infelice
Ed io respiro?
Aria di Fulvia
Ah, non son io che parlo:
è il barbaro dolore
che mi divide il core,
che delirar mi fa.
Non cura il Ciel tiranno
L’affanno in cui mi vedo:
Un fulmine gli chiedo
E un fulmine non ha.
Ah, non son io, etc.
Scena XIII
Campidoglio Antico
Massimo senza manto con seguito, e varo in disparte.
Recitativo
Massimo
Inorridisci, o Roma.
Ezio il tuo duce invitto
Il tuo liberator, cadde trafitto.
E chi l’uccise?
Ah! L’omicida ingiusto fu l’invidia d’Augusto.
Or vendicate, Romani, il vostro eroe.
Chi vuol salvar la patria,
stringa il ferro e mi segua.
(Tutti snudano la spada)
Ecco il sentier
(Accennando il Campidoglio)
Onde avrà libertà, Roma e l’Impero.
(Parte verso il Campidoglio seguito da tutti)
Varo
Che indegno!
Egli la morte d’un innocente affretta.
E poi Roma solleva alla vendetta!
S’ode strepito di Trombe e Timpani
Aria di Varo
Già risonar d’intorno
Al Campidoglio io sento
Di cento voci e cento
Lo strepito guerrier.
Che fo’? si vada
E sia stimolo all’alma mia
Il debito d’amico
Di suddito il dover.
Già risonar, etc.
Parte
Scena XIV
Si vedono scendere dal Campidoglio le guardie Imperiali, che combattono coi sollevati. Siegue
zuffa, quale terminata, esce Valentiniano senza manto, con spada rotta, difendendosi da due
congiurati; e poi massimo con spada e Fulvia.
Recitativo
Valentiniano
Ah traditor!
A Massimo
Amico, soccorri il tuo Signor!
Massimo
Fermate! Io voglio il tiranno svenar!
Fulvia
(Frapponendosi)
Padre! Che fai?
Valentiniano
Ah, traditor!
Massimo
Se il mio commando Emilio mal eseguì,
Per questa man cadrai!
Fulvia
Padre,
(Si frappone di nuovo)
Rendimi pria di vita priva!
Massimo
Cesare morirà!
Scena Ultima
Ezio e Varo con spade nude, popolo e soldati, indi Onoria e detti
Recitativo
Ezio e Varo
Cesare viva!
Fulvia
Ezio!
Valentiniano
Che veggo!
Massimo
Oh sorte!
(Getta la spada)
Onoria
E’ salvo Augusto?
Valentiniano
Vedi….chi mi salvò!
(Accennando ad Ezio)
A Varo
Varo, ma come….
Varo
Finsi la di lui morte….
Valentiniano
Provvida infedeltà!
Ezio
Della mia fede qualche dubbiezza
Ancor s’hai in mente ascolta
Eccomi prigioniero un’altra volta.
Valentiniano
(L’abbraccia)
Anima grande!
Dell’affetto mio, del pentimento mio
Ricevi un pegno!
Eccoti la tua sposa!
Onoria, lieta la tua man generosa a Fulvia cede.
Onoria
E’ poco sacrificio a tanta fede.
Ezio
Oh contento!
Fulvia
Oh piacer!
Ezio
Concedi, Augusto, la salvezza di Varo
Di Massimo la vita, ai nostri prieghi!
Valentiniano
A tanto intercessor nulla si nieghi!
Aria e Coro finale
Ezio
Stringo alfine il mio contento
Tengo in pugno il mio tesor.
Dalle sfere del tormento
Passo a un ciel tutto ristor.
Fulvia
Sulle sponde di Cocito, caro
Ti volea seguir;
Ma un bel fato il più grato
Vivo ancor, mi fa gioir
Onoria
Cangia sorte di ripente
Dunque ogn’or si deh sperar
Cade il folgore e sovente
L’ombre sol per rischiarar.
Varo
Un gran cor non dà ricetto
A tranquillo e pigro amor
Vuol la guerra aver nel petto
Per pugnar e aver l’allor.
Coro
E’ più bella quella fede
Ch’ha le prove del martor.
Tal da fiamma uscir si vede
Sempre più brillante l’or!
Fine

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