Wednesday, May 8, 2013

IL BACIO DI LANCILLOTTO -- il Bacio di Paolo Malatesta -- MALOALTO -- [E la regina vede che il cavaliere non ha il coraggio di andare avanti: lo prende per il mento e lo bacia a lungo; tanto che la signora di Maloalto si accorge che lo bacia].

Speranza

Francesca e Paolo: lettura del V canto dell'Inferno - 5 -
Il "Lancelot" e la scena del bacio
 
Francesca parla d'amore e parla di letteratura.
 
Purtroppo ciò che lei chiama amore è lussuria e la letteratura di cui fa sfoggio non sempre è buona letteratura.
 
In ogni caso, Francesca non distingue la buona dalla cattiva.
 
Ebbene, è anche possibile che per Alighieri, appena autoproclamatosi "poeta", la cattiva letteratura sia di per se stessa peccaminosa -- è certo, comunque, che Francesca l'adduce a scusante della sua colpa.
 
Anzi, il suo racconto sembra proprio additarla come causa di peccato.
 
 
È stato un libro a scatenare la lussuria:
 
 
noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse
soli eravamo e sanza alcun sospetto
 per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura e scolorocci il viso
ma solo un punto fu quel che ci vinse
quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante
questi che mai da me non fia diviso
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse
quel giorno più non vi leggemmo avante
(vv. 130-38)
 
 
 
Francesca e Paolo stavano leggendo il romanzo del Lancillotto ("Lanciallotto"), testo fra i più diffusi della diffusissima saga bretone.
 
Di quel ciclo variante corsiva non già testo fra i più arcaici ed eletti, sorta di romanzo-fiume.
 
Oggi parleremmo di letteratura di consumo.
 
Non è detto, tuttavia, che Alighieri condividesse questo giudizio sul Lancillotto.
 
Anzi, direi proprio di no.
 
In ogni caso, quel "libro" poteva stare
benissimo fra le mani di un'intellettuale di
provincia qual è Francesca.
 
Ora, se Francesca si limitasse a citare il
"Romanzo del Lancillotto", difficilmente
si potrebbe pensare che nelle intenzioni di Alighieri quel romanzo rappresenti l'intera
area della letteratura cavalleresca, romanzesca o, addirittura, l'intera letteratura cortese.
 
 
Se gli si attribuisse questo ruolo rappresentativo, senza dubbio Alighieri verrebbe a condannare la tradizione letteraria cortese in quanto causa di corruzione morale.
 
Ma difficilmente il "Romanzo del Lancillotto" potrebbe svolgere questo ruolo, soprattutto perché Francesca ci mette abbondantemente del suo.
 
Il romanziere racconta che la regina
Ginevra, invaghitasi di uno
sconosciuto cavaliere,
tramite Galeotto combina
 un incontro segreto in un boschetto
-- ma pur sempre alla
presenza della dama di Maloalto e dello stesso Galeotto. 
 
Durante l'incontro di Ginevra e Lancillotto,
dopo avere scoperto che il cavaliere è
Lancillotto, la regina Ginevra riesce
a vincerne la riluttanza
a parlare e a
fargli infine confessare il suo amore
per lei.
 
 
L'amicizia amorosa,
per suggerimento di Galeotto, viene
sancita da un BACIO
che la regina Ginevra concede al cavaliere Lancillotto,
avendo come testimoni Galeotto e la dama di Maloalto:
 
 
Et la roine voit que
ki li chevaliers n'en
ose plus faire, si le
prent par le menton et le baise
devant Galahot assés longuement
si que la dame de Malohaut
seit qu'ele le baise

(pp. 115-16)


 
E la regina vede che
 il cavaliere non ha il
coraggio di andare avanti.

Lo prende per il mento e lo bacia a lungo.

Tanto che la signora di Malohaut si accorge che lo bacia.

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E' il bacio di cui parla Francesca.


Ma quanta differenza
tra il racconto che stava leggendo e quello che essa fa
della sua caduta nel peccato.

Il "romanzo" è tutto nelle sue parole.

Tanto per cominciare, nel
testo francese manca
quell'atmosfera di intimità
inconsapevole e insieme
colpevole ("gli occhi ci sospinse", "scolorocci il viso")
che aleggia sul racconto di Francesca.

Altro che "soli" e "sanza alcun sospetto",
al boschetto tutto è preparato accuratamente e
tutto si svolge davanti a testimoni.

Ma soprattutto, nel bacio RITUALE
che Ginevra dona a Lancillotto
mancano le vibrazioni sensuali
che accompagnano quello di Paolo a Francesca:

"la bocca mi baciò tutto tremante".

Infine, "il disiato riso"
baciato "da cotanto amante" è
una invenzione di Francesca --
o meglio, una proiezione
della sua esperienza sulla
vicenda del libro.

Qui non è Lancillotto a
baciare Ginevra, al
contrario, in tutta la
scena Lancillotto, in
accordo con il suo statuto
di personaggio frigido, oggetto
renitente di desiderio,
ripetutamente e
vanamente baciato e tentato,
ha un ruolo passivo.

Sono la regina GINEVRA e Galeotto a guidare il gioco.

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Insomma, Francesca sembra avere letto un romanzo
diverso da quello di cui parla.


Un esile spunto testuale le dà
occasione per imbastire una sua storia d'amore,
romantica e lasciva al tempo stesso; una storia che al
posto di un cavaliere di eroica cortesia colloca un
seduttore.

E che il suo "eroe" si comporti
così, a Francesca sembra essere del tutto normale.

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