Speranza
Il Medioevo non conosce un vero sistema di generi e una teoria dei generi, che nascerà solo nel Rinascimento.
Ai teorici medievali manca perfino un termine corrispondente a quello nostro di genere.
Stilus e Genus sono molto usati ma non coprono che in parte la nostra idea di genere, cioè di una categoria testuale regolata a priori da convenzioni formali e comunicative che ordinino le opere prodotte in categorie riconoscibili e distinte.
Una larvale teoria dei generi, fondata sul contenuto delle opere, sembra apparire all'inizio del XIII secolo con Jean Bodel.
Bodel distingue la "materia narrativa" in tre tipi:
- Materia di Francia, soprattuto canzoni di gesta.
- Materia di Bretagna, cioè racconti e romanzi bretoni.
- Materia di Roma, che attinge alla tradizione latina.
La retorica e la poetica degli antichi hanno fornito al medioevo quattro schemi di classificazione che solo parzialmente e spesso confusamente sono serviti a fissare le caratteristiche dei generi medievali:
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Tipi di discorso: genus demonstrativum, deliberativum, iudiciale.
- Stili (genera dicendi): humile, medium, sublime.
- Forme di rappresentazione: genus dramaticum, narrativum, mixtum.
- Argomenti e Materia: pastor otiosus, agricola, miles dominans.
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