Wednesday, May 14, 2014

LOEB IS ALL YOU NEED -- OVIDIO -- Le metamorfosi -- FETONTE

Speranza

La caduta di Fetonte, Johann Liss, inizi delXVII secolo.


Fetonte è una figura della mitologia greco-romana.

 Secondo la maggior parte degli autori egli era figlio di Apollo, dio del Sole, e della ninfa Climene. Solo Esiodo ne fa un figlio di Cefalo ed Eos.
Secondo il mito, Fetonte, per far vedere ad Epafo che Apollo era veramente suo padre, lo pregò di lasciargli guidare il carro del Sole; ma, a causa della sua inesperienza, ne perse il controllo, i cavalli si imbizzarrirono e corsero all'impazzata per la volta celeste: prima salirono troppo in alto, bruciando un tratto del cielo che divenne la Via Lattea (questo è uno dei miti che spiegano l'origine della Via Lattea; ve ne sono diversi altri), quindi scesero troppo vicino alla terra, devastando la Libia che divenne un deserto. Gli abitanti della terra chiesero aiuto a Zeus che intervenne per salvare la terra e, adirato, scagliò un fulmine contro Fetonte, che cadde alle foci del fiume Eridano, forse nell'odierna Crespino sul Po o nelle terre di Alfonsine. Le sue sorelle, le Eliadi, spaventate, piansero abbondanti lacrime con viso afflitto e vennero trasformate dagli dèi in pioppi biancheggianti. Le loro lacrime divennero ambra. Un'altra versione racconta, invece, che Fetonte precipitò nella zona termale dei Colli Euganei, fra Abano Terme e Montegrotto, collegandosi con il culto locale del dio veneto Aponus, identificato con Apollo.
Secondo alcuni mitografi, fu in questa occasione che Zeus fece straripare tutti i fiumi uccidendo completamente il genere umano a eccezione di Deucalione e Pirra.
Citando questo mito nella Divina Commedia, Dante si riferisce all'eclittica (il cammino percorso dal Sole nel sistema geocentrico) come la strada che mal non seppe carreggiar Fetòn (Purgatorio IV, 71-72); viene citato anche nell'Inferno riguardo volo sopra il demone Gerione come Maggior paura non credo che fosse quando Fetonte abbandonò li freni, per che 'l ciel, come pare ancor, si cosse (Inferno, XVII, 106-108). Viene citato nel Paradiso (Canto XVII, vv.1-3, senza però essere nominato): "Qual venne a Climenè, per accertarsi di ciò ch'avea incontro a sé udito, quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi" e nel canto XXXI, v.125, in riferimento alla visione della Vergine Maria paragonata al sorgere del sole.

 

È stato fatto notare da un certo numero di commentatori, tra i quali gli astronomi Victor Clube e Bill Napier, che, se ovviamente depurata dei relativi elementi mitologici, la storia di Fetonte può essere letta come un genuino resoconto dell'effetto di un impatto di un asteroide o di residui di una cometa. Nei racconti dei testimoni oculari dell'evento di Tunguska (i quali riferiscono di una luce molto intensa e di un calore fortissimo, e del rosseggiare e dello scurirsi del sole, dovuti al sollevamento di grosse quantità di polvere), si può notare l'analogia col racconto mitologico.

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