Fetonte è una figura della mitologia greco-romana.
Secondo la maggior parte degli autori egli era figlio di Apollo, dio del Sole, e della ninfa Climene. Solo Esiodo ne fa un figlio di Cefalo ed Eos.
Secondo il mito, Fetonte, per far vedere ad Epafo che Apollo era veramente suo padre, lo pregò di lasciargli guidare il carro del Sole; ma, a causa della sua inesperienza, ne perse il controllo, i cavalli si imbizzarrirono e corsero all'impazzata per la volta celeste: prima salirono troppo in alto, bruciando un tratto del cielo che divenne la Via Lattea (questo è uno dei miti che spiegano l'origine della Via Lattea; ve ne sono diversi altri), quindi scesero troppo vicino alla terra, devastando la Libia che divenne un deserto. Gli abitanti della terra chiesero aiuto a Zeus che intervenne per salvare la terra e, adirato, scagliò un fulmine contro Fetonte, che cadde alle foci del fiume Eridano, forse nell'odierna Crespino sul Po o nelle terre di Alfonsine. Le sue sorelle, le Eliadi, spaventate, piansero abbondanti lacrime con viso afflitto e vennero trasformate dagli dèi in pioppi biancheggianti. Le loro lacrime divennero ambra. Un'altra versione racconta, invece, che Fetonte precipitò nella zona termale dei Colli Euganei, fra Abano Terme e Montegrotto, collegandosi con il culto locale del dio veneto Aponus, identificato con Apollo.
Secondo alcuni mitografi, fu in questa occasione che Zeus fece straripare tutti i fiumi uccidendo completamente il genere umano a eccezione di Deucalione e Pirra.
Citando questo mito nella Divina Commedia, Dante si riferisce all'eclittica (il cammino percorso dal Sole nel sistema geocentrico) come la strada che mal non seppe carreggiar Fetòn (Purgatorio IV, 71-72); viene citato anche nell'Inferno riguardo volo sopra il demone Gerione come Maggior paura non credo che fosse quando Fetonte abbandonò li freni, per che 'l ciel, come pare ancor, si cosse (Inferno, XVII, 106-108). Viene citato nel Paradiso (Canto XVII, vv.1-3, senza però essere nominato): "Qual venne a Climenè, per accertarsi di ciò ch'avea incontro a sé udito, quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi" e nel canto XXXI, v.125, in riferimento alla visione della Vergine Maria paragonata al sorgere del sole.
Voci correlate
- Adimno
- Michelangelo, Caduta di Fetonte (1533 circa)
Bibliografia
- Palefato, Incredibilia, LII
- Igino Astronomo Fabulae, 152A-154
- Clube & Napier The cosmic serpent, 1982, pgs 206-9
Collegamenti esterni
- (EN) http://abob.libs.uga.edu/bobk/phaeth.html Articolo in inglese della teoria dell'impatto cosmico.
- http://www.litterator.it/index.php?option=com_content&task=view&id=102&Itemid=48 Fetonte nella divina commedia
- http://alfonsinemonamour.racine.ra.it/alfonsine/Alfonsine/fetonte.htm Fetonte è caduto ad Alfonsine (RA)
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