Speranza
Marco Valerio Marziale (38/41 - 104) fu un poeta romano, comunemente ritenuto il più importante epigrammista in lingua latina.
Marziale nacque a Bilbilis, una cittadina della Hispania Tarraconensis e che ebbe la sua prima educazione a Tarraco (Tarragona), sotto la guida di grammatici e retori.
Nel 64 si recò a Roma, sperando di farvi fortuna come era accaduto ad altri letterati provinciali quali Seneca, Lucano, Quintiliano.
Nella capitale imperiale accettò di essere al servizio di qualche ricco patrono romano, diventandone suo cliente, ricevendo in cambio la sportula (donativo in cibo o danaro).
Nell'80, in occasione dei giochi inaugurali dell'Anfiteatro Flavio, Marziale pubblicò il primo libro di epigrammi chiamato Liber de spectaculis ("Sugli spettacoli") che gli procurò fama e lodi.
Grazie a questo primo successo ebbe in dono dall'imperatore Tito lo ius trium liberorum, che comportava una serie di privilegi per i cittadini che avessero almeno tre figli, nonostante - a quanto pare - il poeta non fosse nemmeno sposato.
Il successore di Tito, Domiziano, confermò i privilegi concessi dal fratello. Verso l'anno 84 o 85 comparvero altri due libri di epigrammi: "Xenia" (doni per gli ospiti) e Apophoreta (doni da portar via alla fine di un banchetto), composti esclusivamente di mono distici elegiaci.
L'accoglienza di tali libri deluse le aspettative del poeta che si ritirò per alcuni mesi a Forum Cornelii (Imola), ospite di un potente amico. Lì pubblicò il suo terzo libro, ma tornatagli la nostalgia dell'ambiente variopinto e multiforme romano, fonte di ispirazione della sua poesia, fece ritorno nella capitale.
Dopo l'assassinio di Domiziano nel 96, sotto i principati di Nerva e Traiano, si instaurò a Roma un clima morale austero. Marziale tentò di ingraziarsi i nuovi governanti, ma i suoi epigrammi mal si conciliavano con il nuovo orientamento imperiale. Inoltre probabilmente egli era ormai troppo noto per i suoi passati rapporti con l'odiato predecessore di Nerva. Nel 98, infine, compì il viaggio di ritorno alla città natia dove morì nel 104. Tra il 90 e il 102 pubblicò complessivamente altri otto libri di epigrammi.
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