Wednesday, January 21, 2015

La bella notte di Offenbach

Speranza

I racconti di Hoffmann (28 nov. 1903, Teatro del Corso, Bologna)

 

"I racconti di Hoffmann" è un melodramma fantastico in cinque atti di Offenbach su libretto di Giulio Barbier, tratto da una pièce scritta nel 1851 assieme a Michele Carré.

"I racconti di Hoffmann" è la seconda opera composta da Offenbach, compositore dedito al genere dell'operetta, che tuttavia morì prima di completarne la strumentazione, terminata in seguito da Ernesto Guiraud.

La prima rappresentazione assoluta avvenne all’Opéra-Comique di Parigi il 10 febbraio 1881.

Genere: melodramma comico
Musica: Offenbach
Libretto: Giulio Barbier
Atti: 5
Epoca di composizione: 1880
Prima rappr.: 10 febbraio 1881, postuma
Teatro: Opéra Comique, Parigi.

Versioni successive

numerose versioni contrastanti


Personaggi

Olympia, una bambola automa (soprano)
Antonia, una cantante (soprano)
Giulietta, una cortigiana (soprano)
Stella, una cantante (soprano)

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Hoffmann, poeta (tenore)

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Lindorf, consigliere municipale (baritono)
Coppelius, inventore (baritono)
Dr. Miracle, medico (baritono)
Dapertutto, stregone (baritono)
Nicklausse, amico di Hoffmann (contralto)
Andrès, servo di Stella (tenore)
Cochenille, aiutante di Spalanzani (tenore)
Frantz, servo di Crespel (tenore)
Pittichinaccio, spasimante di Giulietta (tenore)
Crespel, liutaio e padre di Antonia (basso)
Spalanzani, inventore (tenore)
La madre di Antonia (mezzosoprano)
Hermann / Schlémil, studente/spasimante di Giulietta (basso)
Nathanael, studente (tenore)
Luther, taverniere (basso)
La Musa (mezzosoprano)

La pièce di Michele Carré e Giulio Barbier, così come il libretto dell’opera, sono ispirati principalmente a tre racconti dello scrittore e compositore romantico E.T.A. Hoffmann.

Atto II, Olimpia, "L'uomo della sabbia", il primo racconto dei "Notturni" (1817).

l protagonista Nathanael, innamoratosi di Olimpia che alla fine scoprirà essere un automa, deve fronteggiare il fisico Spalanzani e la figura «diabolica» dell’ottico Coppelius.

Il racconto è portato ad esempio nel saggio Il perturbante di Sigmund Freud e ha ispirato anche il balletto Coppélia di Léo Delibes.

Atto III Antonia, Il consigliere Krespel), tratto dalla prima parte de "I confratelli di Serapione" (1819), tragica storia d’amore tra la cantante Antonia e il «compositore B.».

Atto IV, Giulietta, Le avventure della notte di S. Silvestro, estratto dalle "Fantasie alla maniera di Jacques Callot" (1814), in particolare dal quarto capitolo, "La storia del riflesso perduto".

Il protagonista Erasmo Spikher incontra Peter Schlemihl, eroe del romanzo di Adelbert von Chamisso, Storia straordinaria di Peter Schlemihl (1813).

Si possono però trovare riferimenti anche ad altre opere di Hoffmann.

Ad esempio la "canzone di Kleinzach", intonata dal protagonista nel primo atto, è un ritratto grottesco dell’eroe del romanzo breve "Il piccolo Zaccheo detto Cinabro".

Pittichinaccio, spasimante di Giulietta nell’atto a lei dedicato, è ispirato all’omonimo personaggio del racconto Signor Formica (I confratelli di Serapione, quarta parte).

Infine il capitolo delle Fantasie alla maniera di Jacques Callot consacrato al Don Giovanni di Mozart, nel quale la cantante che interpreta Donna Anna muore per aver troppo cantato, è fonte di ispirazione sia per Stella (atti I e V) che per l’epilogo del terzo atto.

I librettisti hanno unito queste differenti storie di Hoffmann utilizzando lo scrittore stesso, protagonista dell’opera, come anello di congiunzione.

L'azione si sviluppa in diverse città durante i primi anni del XIX secolo.

Il prologo e l'epilogo sono ambientati a Norimberga.

Gli atti II, III e IV si svolgono rispettivamente a Parigi, Monaco e Venezia.

Nell'atto I, prologo, nella taverna di mastro Lutero, situata in prossimità del teatro dell'opera di Norimberga, si parla della famosa cantante di nome Stella la quale interpreta il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni.

Stella ha risvegliato l'amore di due personaggi: Hoffmann, un poeta la cui passione per la cantante l'ha portato ad abusare dell'alcol, e il consigliere municipale Lindorf, un uomo sposato che la corteggia.

Mentre i clienti ordinano le loro consumazioni, entra in scena Lindorf.

Il consigliere ha corrotto Andrea, un servitore di Stella, perché gli consegni una lettera che la cantante ha inviato a Hoffmann, con la chiave delle sue stanze.

In questo modo, il consigliere potrà sostituirsi al poeta.

Lutero, il taverniere, entra seguito da vari camerieri e si accinge a riordinare una parte della locanda prima che arrivino gli studenti.

Questi fanno il loro ingresso cantando, diretti da due di loro, Hermann e Nathaniel.

Gli studenti chiedono a Luther di Hoffmann, che giunge proprio in quel momento accompagnato dal suo fedele amico Nicklausse.

Il compagno del poeta paragona la storia amorosa di Hoffmann con quella di Don Giovanni, alludendo al testo dell'aria di Leporello "Notte e giorno faticar".

Il poeta sembra pensieroso al cospetto delle persone riunite, però, cedendo alle richieste dei suoi amici, decide di intrattenerli cantando un'aria comica su un nano di nome Kleinzach.

Tuttavia, durante la narrazione, lo spirito romantico dello scrittore lo porta ad allontanarsi da quel soggetto per trattare dell'amore.

Poco dopo Hoffmann si incontra con Lindorf, che si burla del poeta.

Questi, però, crede di riconoscere nel consigliere le forze del male che sempre l'hanno tormentato. La tensione fra i due personaggi sfocia in un reciproco scambio di insulti.

Dopodiché, Hoffmann torna a conversare con gli studenti e inizia a raccontare loro le sue esperienze con tre amori del passato, Olympia, Giulietta e Antonia, le cui caratteristiche si trovano riunite in Stella. I giovani si dispongono ad ascoltare il poeta trascurando l'avvertimento di Luther, che li informa che il sipario si sta alzando per il successivo atto dell'opera.

Atto II[modifica | modifica wikitesto]

L'atto II è dedicato a Olympia e si svolge a Parigi.

Il fisico e inventore Spalanzani si inorgoglisce della sua creazione, una bambola meccanica chiamata Olympia. Entra in scena Hoffmann, che è stato suo allievo ed è perdutamente innamorato della fanciulla, credendo che si tratti di una donna vera. L'inventore dà istruzioni al suo assistente Cochenille e lascia Hoffmann da solo.Il poeta è rapito dalla visione, attraverso una tendina, della bella Olympia, che sembra addormentata.

Appare quindi Nicklausse, che rivela al suo amico che l'unico interesse di Spalanzani è la scienza, e aggiunge che l'inventore costruisce bambole, fra cui la stessa Olympia, che sembrano vere. Tuttavia, il contrariato Hoffmann si rifiuta di credere a questa affermazione.

Entra in scena Coppelius, un rivale di Spalanzani. Dopo aver fatto pubblicità alle proprie invenzioni, il curioso scienziato vende a Hoffmann alcune lenti che consentono una visione ideale degli oggetti.In questo modo il poeta potrà godere, con i suoi nuovi occhi, di una visione ancora più perfetta della bella Olympia.

Senza che Hoffmann se ne accorga, torna Spalanzani, al quale Coppelius chiede di saldare il debito per la fabbricazione degli occhi di Olympia.Il creatore della bella automa consegna al suo rivale un assegno.

Cominciano ad arrivare gli invitati alla festa organizzata da Spalanzani per presentare la sua creazione. Fra questi vi sono anche Hoffmann e Nicklausse, desiderosi di vedere Olympia. Finalmente lo scienziato presenta, con grande piacere del poeta, la fanciulla e annuncia che lei andrà ad interpretare un'aria di coloratura. Nel bel mezzo della presentazione dell'automa, Spalanzani deve avvicinarsi precipitosamente a lei per ricaricare il suo meccanismo e impedire che si interrompa la finzione.

Però l'estasiato Hoffmann non sembra rendersi conto di quest'ennesima prova dell'artificialità della sua amata. Quando Olympia ha terminato la sua aria, il poeta cerca di invitare a cena la bambola meccanica, ma il suo creatore inventa una scusa. Lungi dal rinunciare ai suoi propositi, e mentre il resto degli invitati si dirige verso la sala da pranzo, il poeta dichiara il suo amore all'automa. Tuttavia, quando prende fra le sue la mano della fanciulla, Olympia si alza e, dopo essersi mossa in varie direzioni, esce dalla sala. Torna in quel momento Nicklausse, che insiste con il suo amico sulla natura meccanica dell'oggetto dei suoi desideri: anche questa volta, Hoffmann si rifiuta di ammetterlo.

Entra quindi Coppelius, che ha verificato che l'assegno che gli ha dato Spalanzani non è coperto. Con l'obiettivo di vendicarsi, il rivale del fabbricante di automi, si nasconde nella stanza di Olympia.Al ritorno degli invitati, ha inizio il ballo. Hoffmann comincia a danzare con Olympia, ma la sua compagna meccanica volteggia sempre più velocemente, con grande sorpresa del poeta, finché il suo inventore si vede obbligato a darle un colpetto sulla spalla per farla smettere.

Da parte sua, Hoffmann perde gli occhiali, mentre la fanciulla si allontana dalla stanza senza smettere di danzare. Una volta sparita dalla vista si ode un grande fracasso provenire dalla sua stanza: Coppelius ha compiuto la sua vendetta e ha distrutto Olympia, con grande orrore di Hoffmann, che finalmente si rende conto di essersi innamorato di una donna meccanica. Gli invitati si burlano del poeta afflitto, mentre Spalanzani e Coppelius si insultano a vicenda.

Atto III[modifica | modifica wikitesto]

L'atto III ha come titolo il nome del nuovo amore di Hoffmann, Antonia, e si svolge a Monaco.

Appare in scena l'amata del poeta, che canta, seduta al clavicembalo, un'aria triste. Giunge il liutaio Crespel, suo padre, che rimprovera la figlia di non avere mantenuto la promessa: la giovane ha giurato di non cantare, poiché ha ereditato dalla madre non solo una bella voce, ma anche la tubercolosi. Antonia assicura al padre che non canterà più ed esce di scena. Sicuro che le insistenze del pretendente della figlia, Hoffmann, ne avrebbero debilitato la salute, Crespel prende una decisione: ordina al suo servitore sordo, Franz, che il poeta faccia visita alla giovane inferma.

Dopo un numero comico del servitore, arrivano Hoffmann e Nicklausse, che non trovano alcuna resistenza da parte del servo per entrare in casa di Crespel. Ha luogo quindi l'incontro fra il poeta e la giovane malata: Hoffmann dà l'avvio al duetto amoroso ed entra in scena Antonia, che si getta appassionatamente fra le sue braccia. Una volta che Nicklausse ha abbandonato la scena, la donna rivela a Hoffmann che il padre le ha proibito di cantare a causa della sua malattia. Tuttavia, il suo innamorato la incoraggia a sedersi al pianoforte e a intonare con lui il loro duetto amoroso.

Alla fine del pezzo, la giovane si sente male e, avvertendo il sopraggiungere del padre, si affretta a rifugiarsi nella sua camera mentre Hoffmann decide di nascondersi. Torna Crespel al quale il servitore Franz ha annunciato l'arrivo del dottor Miracle; tuttavia il padre di Antonia non desidera che il dottore visiti sua figlia, temendo che ciò aggravi le sue sofferenze, così come era stato per la sua defunta moglie.

Per mezzo delle arti magiche, Miracle fa la diagnosi della malattia di Antonia e desidera far cantare la giovane ma Crespel, in preda all'indignazione, scaccia il medico da casa sua. Quando Antonia torna in scena, si trova da sola con Hoffmann che, prima di andarsene, chiede all'amata di abbandonare per sempre il sogno di diventare cantante; la giovane promette di non cantare più.

Appena Hoffmann si allontana riappare Miracle che loda la bellissima voce di Antonia e la convince che la attende un futuro straordinario come cantante professionista; confusa, Antonia, si avvicina al ritratto della madre. Con sua grande sorpresa, il ritratto prende vita e le consiglia di cantare, mentre il losco dottor Miracle impugna con entusiasmo un violino. Alla fine, il medico sparisce sotto il pavimento, il ritratto torna ad assumere il suo aspetto normale e la povera Antonia cade a terra, agonizzante.

Crespel torna appena in tempo per dare l'estremo saluto alla figlia. Arriva in quel momento Hoffmann, che il liutaio accusa di essere la causa della morte della figlia. Il poeta chiede a Nicklausse di chiamare un medico. Stranamente torna il dottor Miracle, che alla fine constata la morte di Antonia.

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L'atto IV è dedicato a Giulietta ed è ambientato a Venezia.

L'azione si svolge in un grande palazzo, dal quale si vede il Canal Grande.

Nicklausse e una cortigiana di nome Giulietta cantano la celebre barcarola alla presenza di numerose persone.

Quando finisce, Hoffmann intona un brindisi e lo dedica alla cortigiana della quale è perdutamente innamorato.

Giulietta presenta Hoffmann a altri due suoi ammiratori, Schlemil, con il quale ha una relazione, e Pitichinaccio, e propone loro di giocare una partita a carte.

Rimasti soli, Nicklausse consiglia a Hoffmann di non commettere sciocchezze, spinto dalla passione per Giulietta, ma l'avventato scrittore decide di non prestare attenzione agli avvertimenti dell'amico.

Quando entrambi i personaggi hanno abbandonato la scena compare Dapertutto, uno stregone che si serve di Giulietta per manipolare la volontà delle sue vittime.

Lo strano personaggio, che è già riuscito a rendere schiavo dei suoi poteri Schlemihl, adesso vuole impadronirsi di Hoffmann.

Dapertutto esibisce sul palcoscenico il diamante con il quale circuirà Giulietta perché segua i suoi ordini. In quel momento entra in scena la cortigiana, alla quale lo stregone chiede di sedurre Hoffmann allo scopo di rubargli l'anima catturando il suo riflesso in uno specchio. Una volta che il malefico personaggio è uscito di scena, torna Hoffmann, che dichiara appassionatamente il suo amore per Giulietta. Seguendo gli ordini dello stregone, la sua amata gli fa sapere che i suoi sentimenti sono corrisposti e lo mette in guardia dal carattere geloso del suo amante, Schlemihl.

Dopodiché invita il poeta a guardarsi in uno specchio per conservare la sua immagine riflessa una volta che se ne sarà andato; Hoffmann, un po' sconcertato, acconsente al suo volere. Tornano in scena Schlemihl, Pitichinaccio, Nicklausse e Dapertutto in compagnia di altri personaggi e lo stregone mostra a Hoffmann uno specchio. Il poeta si accorge con orrore che nello specchio non viene riflessa la sua immagine e manifesta i suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Giulietta, che ama e odia al tempo stesso.

In seguito Hoffmann chiede a Schlemihl la chiave della stanza della cortigiana, ma tale richiesta fa scoppiare una violenta lite fra i due che si conclude con la morte di Schlemihl per mano di Hoffmann, che usa la spada di Dapertutto per commettere il crimine.

Dopo essersi impossessato della chiave di Giulietta corre verso casa sua, per tornare subito indietro perché si accorge che la giovane sta arrivando in gondola lungo il canale.

Il sopraggiungere della cortigiana da un risultato sorprendente: lungi dall'accettare l'amore di Hoffmann, Giulietta sceglie il terzo dei suoi pretendenti, Pitichinaccio. Hoffmann, desolato, si allontana in compagnia del suo inseparabile Nicklausse.

L'epilogo si svolge ancora una volta a Norimberga, nella taverna di Luther.

Hoffmann ha terminato il suo racconto e Lindorf, vedendolo completamente ubriaco, pensa di avere ormai partita vinta. Nel vicino teatro dell'Opera, intanto, la rappresentazione del Don Giovanni è finita tra gli applausi ed anche nella taverna tutti brindano al successo di Stella.

Luther prepara il punch, mentre gli studenti riprendono uno dei cori del primo atto. La prima donna fa la sua entrata nel locale e si dirige subito verso Hoffmann ma il poeta è in uno stato tale di ubriachezza che non può impedire a Lindorf di accompagnare la diva.

Hoffmann canta un'ultima strofa della storia di Kleinzach, prima di crollare su di un tavolo. Rimasto solo, ha una visione nella quale gli appare la musa della poesia che gli consiglia di dedicarle tutta la sua vita; il poeta acconsente stregato. In lontananza le voci degli studenti, che brindano di nuovo.

Nel 1851 Offenbach aveva assistito al drame-fantastique "I racconti di Hoffmann" di Barbier e Carré all’Odéon di Parigi ed aveva immaginato che poteva essere un soggetto valido per un melodramma.

Offenbach iniziò a comporre l'opera già sul finire degli anni ’70.

Un primo estratto venne infatti eseguito in forma di concerto nell'abitazione parigina del compositore già il 18 maggio 1879.

L’anno successivo lo spartito è praticamente terminato, rimangono da completare il finale e l’orchestrazione di alcuni brani, cominciano dunque all'Opèra-Comique le prime prove.

Offenbach si vide costretto ad effettuare diverse modifiche, dovute soprattutto all’inadeguatezza degli interpreti.

Il 5 ottobre dello stesso anno i preparativi vengono bruscamente interrotti dall'improvvisa morte dell'autore.

L'opera andrà comunque in scena il 10 febbraio 1881, con successo ma in forma ridotta. Il direttore dell'Opera-Comique, Léon Carvalho, affida a Ernest Guiraud (già autore del rimaneggiamento della Carmen di George Bizet) il compito di curare la messa in scena.

Quest'ultimo effettua numerosi tagli, in particolare sopprimendo l'atto quarto, o atto di Venezia, per eccessiva lunghezza e difficoltà sceniche.

I dialoghi parlati vengono sostituiti con recitativi (utilizzando, anticipandola, musica della stessa opera, vanificandone, di conseguenza, l'originalità e la forza).

Viene inoltre eliminato il personaggio della Musa, spezzata in due l’aria di Hoffmann nell'atto di Olympia, semplifica l’orchestrazione e talvolta trasportata la tonalità (l’aria di Olympia, ad esempio, viene privata delle colorature e abbassata al Fa maggiore).

Sempre nel Théâtre National de l'Opéra-Comique il 15 dicembre dello stesso anno avviene la centesima rappresentazione ed il 3 marzo 1927 avviene la cinquecentesima.

Contemporaneamente Choudens pubblica ben quattro edizioni dell'opera, a cui ne succederà una quinta (nel 1887), ulteriormente rimaneggiata.

Fortunatamente, il manoscritto originale di Offenbach viene messo in una scatola, salvandosi, a quanto pare, dall'incendio dell'Opéra-Comique avvenuto nel 1887. In seguito, verrà smembrato fra diversi proprietari e disperso in più luoghi.

Nel 1904 l'opera viene riproposta all'Opéra di Monte Carlo, dove il direttore Raoul de Gunsbourg e André Bloch (che ne curò la riorchestrazione) effettuano proprie modifiche, integrando l'atto quarto, o di Giulietta, dopo il secondo atto (Olympia) ed aggiungendo proprie composizioni (aria di Dappertutto Scintille, diamant; settetto su tema della barcarola, Perte du reflet) seppur basate su musica di Offenbach. Con la pubblicazione nel 1907, dal solito Choudens, dell'edizione Gunsbourg, l'opera assume la veste che, considerata come definitiva, verrà adottata nei teatri di tutto il mondo sino agli anni ’70. Sempre su questa versione si basa l'edizione Gregor, edita da Peters nel 1905 in tedesco, la versione standard adottata nei paesi di lingua germanica.

Bonynge prepara nel 1971 una nuova fondamentale edizione: accanto al ripristino dei dialoghi (esperimento già tentato da Felsenstein nel 1958) e del fondamentale personaggio della Musa, viene però mantenuta la forzata suddivisione dell’aria di Hoffmann in due parti, l’apocrifa Scintille, diamant, ma soprattutto la disposizione scorretta degli atti (quello di Antonia dopo quello di Giulietta), atto comunque destinatario di nuovi numerosi tagli e rielaborazioni.

Il fortuito ritrovamento da parte di Antonio de Almeida del manoscritto dell'atto quarto presso un castello di Cormatin, residenza di Raoul de Gunsbourg, che si era procurato le parti soppresse da Carvalho in vista della rappresentazione del 1904 a Monte-Carlo, Grazie alle ben 1.250 pagine (comprendenti anche alcuni schizzi preparatori, il materiale relativo al concerto privato del 1879, lo spartito realizzato dai copisti di Offenbach in vista delle prove e l’originale partitura per orchestra della versione Guiraud dell’atto di Giulietta), Fritz Oeser pubblica nel 1976 la prima edizione critica de Les Contes d'Hoffmann. Viene innanzitutto ripristinato l'ordine corretto degli atti, il ruolo di Nicklausse assume spessore musicale e psicologico mentre i ruoli malefici sono previsti per un solo interprete così come quello dei differenti amori.

Nel 1984 dell'ulteriore materiale (circa 350 pagine autografe, contenenti lo straordinario rondò di Giulietta L’amour lui dit: la belle e gran parte dell’atto veneziano prima delle manomissioni di Guiraud) viene venduto all'asta a Londra; lo acquista un miliardario statunitense che lo cederà all'Università Yale. Il musicologo Michael Kaye, che ha accesso al manoscritto e ne detiene una fotocopia, prepara una nuova edizione.

Nel 1987 Joseph Heinzelmann scopre, presso l'Archivio Nazionale Francese, il libretto dell'opera che venne consegnato alla censura statale per l'approvazione in occasione della rappresentazione del 1881. Il musicologo Jean-Christophe Keck, confrontando il libretto con la copia dell'atto quarto, deduce l'esistenza di un finale dell'atto ma mancante nel manoscritto depositato all'Università Yale. Le parti mancanti del finale quarto (24 pagine) vengono successivamente ritrovate sempre presso il castello di Cormatin e vengono acquistate da un amico di Keck; a seguito della sua morte, il manoscritto diventa però inaccessibile fino a quando lo Stato Francese decide – nel 2002 – di metterlo all'asta. Keck lo acquista per 160.000 euro.

Nel 1999 l'editore musicale Schott Musik International pubblica una nuova versione della partitura, comprendente sia l'atto quarto sia il finale quarto, ottenuto tramite fotocopia. Questa partitura verrà utilizzata per varie rappresentazioni in Europa e negli Stati Uniti d'America.

Nel febbraio 2003 Marc Minkowski dirige al Théâtre Municipal di Losanna, con la regia di Laurent Pelly, Les Contes d'Hoffmann, cercando, in collaborazione con Keck, di attenersi il più possibile alla versione prevista da Offenbach. I ruoli di Olympia, Antonia, Giulietta e Stella vengono sostenuti tutti da Mireille Delunsch, mentre Laurent Naouri canta tutte le parti di Lindorf, Coppelius, Dr. Miracle e Dapertutto.

Il ruolo di Hoffmann è sostenuto da Marlin Miller.

Keck, nel 2009, pubblica insieme a Kaye il risultato delle proprie ricerche.
Quest'ultima edizione, oltre a ritoccare l’orchestrazione sulla base dei nuovi ritrovamenti, fornisce, per la prima volta, tutti i brani alternativi composti da Offenbach, tutte le redazioni successive e tutti gli aggiusti; ma soprattutto include nuovi brani: da singole misure a intere frasi, perse nel corso delle successive redazioni (e quindi ricostruite dai curatori che si sono avvicendati) e, finalmente, riportate nella loro forma più autentica.

Riassumendo, Offenbach sembra dunque avere terminato la composizione dell'opera lasciando incompleta l'orchestrazione.

Di seguito le principali ricostruzioni ed edizioni critiche.

Versione Choudens, in 5 atti - Fu la riferenza per almeno un secolo, ma non include varie pagine originali (aria di Nicklausse, aria di Coppelius e altri) e contiene parti differenti dal manoscritto. Inoltre la casa d'edizione Choudens propose più versioni sin dal 1881.

Versione Gunsbourg (1907) – Rispecchia la rappresentazione del 1904 a Monte-Carlo e si impone, negli anni, come la versione più autentica.
Versione Felsenstein (1958) e versione Bonynge (1972) sono successivi tentativi di ritornare all'originale.

Versione Oeser (Vienna, 1976), in 3 atti con prologo ed epilogo – Considerata la prima edizione critica, realizzata a seguito del ritrovamento di vari manoscritti, più scrupolosa rispetto alla versione Choudens.

Versione Kaye (1992) – Integrazione dell'atto quarto alla sua originale posizione e ricostruzione in base al libretto consegnato alla censura per la rappresentazione del 1881.
Versione Schott (1999) – Integrazione del finale quarto, basato su fotocopie dell'originale.

Versione Keck, in 5 atti – Rispecchia la rappresentazione del 2003 a Losanna e costituisce, al momento, la versione che meglio si avvicina all'originale di Offenbach.
Versione Keck-Kaye (2009) - ad oggi la più affidabile.

Da notare che parti del manoscritto, relativi al primo e al secondo atto, non sono state ritrovate, rendendo ancora difficoltoso distinguere l'originale previsto da Offenbach da parti non autentiche, soprattutto per quanto riguarda l'orchestrazione.

Infine, essendo la prima rappresentazione avvenuta postuma, non si potrà mai sapere quale sarebbe stata la versione ufficiale che Offenbach avrebbe proposto al pubblico in quell'occasione, essendo costume apportare modifiche nel corso delle prove.

Al Ringtheater di Vienna avviene la prima rappresentazione in forma completa il 7 dicembre 1881 diretta da Giuseppe Hellmesberger.

Il 15 dicembre dello stesso anno avviene la centesima rappresentazione nel Théâtre National de l'Opéra-Comique.

Il 20 settembre 1882 avviene la prima nello Stadttheather di Amburgo di "Hoffmanns Erzählungen".

Il 16 ottobre dello stesso anno avviene la prima rappresentazione nel Fifth Avenue Theater di New York.

Il 18 ottobre 1888 avviene la prima nel Národni Divadlo di Praga di "Hoffmanns Erzählungen".

Il 30 dicembre 1890 avviene la prima nella Salle Garnier del Grand Théâtre de Monte Carlo.

Il 16 gennaio 1892 avviene la prima nel Národní Divadlo in Veverí utca di Brno di "Hoffmanns Erzählungen".

Il 7 febbraio 1893 avviene la prima nella Salle de la Renaissance du Théâtre Lyrique di Parigi.

L'11 novembre 1901 avviene la prima nel Kaiserl.-Königl.-Hofoperntheater di Vienna diretta da Gustavo--Mahler.

Il 18 febbraio 1902 avviene la prima nel Semperoper di Dresda.

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Il 28 novembre 1903 avviene la prima nel Teatro del Corso di Bologna.

Il 6 novembre 1904 avviene la prima nel Teatro Carignano di Torino nella traduzione italiana di Angelo Zanardini.

L'8 aprile 1905 avviene la prima nel Teatro Costanzi di Roma.

Nel Regno Unito la prima è stata il 17 aprile 1907 all'Adelphi Theatre di Londra, al Royal Opera House il 5 ottobre 1910 ed in Scozia per la Beecham Opera Comique Company nella traduzione di Edward Agate ha le prime al King's Theatre di Glasgow il 17 ottobre ed al Royal Lyceum Theatre di Edimburgo il 31 ottobre.

Il 14 novembre dello stesso anno avviene la prima nel Manhattan Opera House di New York.

Al Théâtre national de l'Opéra-Comique la prima nella versione integrale è stata il 13 novembre 1911 diretta da Albert Wolff.

Al Metropolitan Opera House di New York la premiere è stata l'11 gennaio 1913 con Lucrezia Bori ed Angelo Badà diretti da Giorgio Polacco e fino al 2010 ha avuto duecentocinquantasei rappresentazioni.

Il 16 febbraio 1914 va in scena nel Royal Lyceum Theatre di Edimburgo.

Il 27 gennaio 1919 va in scena nel Her Majesty's Theatre di Dundee nella traduzione di Agate per il Carl Rosa Opera Company con Eva Turner.

L'11 maggio 1938 avviene la prima nel Teatro Comunale di Firenze «Vittorio Emanuele II» diretto da Vittorio Gui con Mafalda Favero, Jarmila Novotna e Giuseppe Nessi.

Al San Francisco Opera va in scena il 24 ottobre 1944 con Licia Albanese ed Ezio Pinza diretti da Gaetano Merola.

Al Wiener Staatsoper va in scena il 24 ottobre 1945 con Anton Dermota ed Erich Kunz diretti da Josef Krips e fino ad oggi è andata in scena 386 volte.

Al Teatro alla Scala di Milano la prima è stata il 6 maggio 1949 con Hilde Güden (Antonia), la Favero (Giulietta), Giovanni Malipiero (Hoffmann), Mario Carlin (Nathanael), Gino Del Signore (Spalanzani), Nessi (Andrea/Cocciniglia/Pitichinacchio/Franz), Giuseppe Taddei (Lindorf/Coppelio/Dappertutto/dr.Miracolo), Enrico Campi (Hermann) diretti da Nino Sanzogno.

Al Teatro Verdi (Trieste) va in scena l'8 dicembre 1956 con Piero Guelfi ed Agostino Lazzari.

Al Teatro Regio di Torino va in scena negli anni 1956, 1973 e 2009.

Il 27 febbraio 1960 avviene la prima nel Teatro San Carlo di Napoli con Mirella Freni, Adriana Lazzarini, Lazzari, Sergio Tedesco e Sesto Bruscantini diretti da Peter Maag.

Il 23 dicembre 1961 avviene la prima nel Teatro Comunale di Bologna con Virginia Zeani, Nicola Rossi-Lemeni, Lazzari e Tedesco diretti da Oliviero De Fabritiis.

Al Teatro La Fenice di Venezia Hoffmanns Erzählungen (in tedesco) va in scena il 23 maggio 1965 per la Komische Oper di Berlino ed il 3 febbraio 1994 in lingua originale.

All'Opéra national de Paris il 28 ottobre 1974 avviene la prima con Nicolai Gedda.

All'Opera di Chicago va in scena nel 1976 con Plácido Domingo diretto da Bruno Bartoletti.

Al Festival di Salisburgo la prima va in scena nel 1980 con i Wiener Philharmoniker, Domingo, José van Dam ed Edda Moser diretti da James Levine.

Il 10 febbraio 1988 avviene la prima nel Teatro Regio di Parma con Barbara Hendricks, Nicola Ghiuselev ed Angelo Nosotti.

All'Opera di Santa Fe The Tales of Hoffmann va in scena nel 2010.

Tra le arie più famose dell'opera c'è sicuramente la barcarola che apre l'atto veneziano: "Belle nuit, ô nuit d'amour".

Curiosamente l'aria non fu composta da Offenbach pensando a Les contes d'Hoffmann, ma come "canzone degli Elfi"’ per l'opera "Le fate del Reno", rappresentata per la prima volta a Vienna l'8 febbraio 1864.

Fu Ernest Guiraud, incaricato di terminare l'orchestrazione alla morte del collega, a decidere di inserire la barcarola nella nuova opera.

"Belle nuit, ô nuit d'amour", oltre ad aver ispirato al compositore inglese Kaikhosru Shapurji Sorabji una "Passeggiata veneziana sopra la Barcarola di Offenbach" (1955–56) e "Tonight Is So Right For Love" ad Elvis Presley (1960), è stata utilizzata in molti film, fra i quali "Titanic" (1997) e "La vita è bella" (1997), "Midnight in Paris" (2011).

Incisioni discografiche: Anno, Cast (Hoffmann, Olimpia, Giulietta, Antonia, Nicklausse, Lindorf, Coppelio, Dapertutto, Dottore Miracle), Direttore.

1964 Nicolai Gedda, Gianna D'Angelo, Elisabeth Schwarzkopf, Victoria de los Angeles, Jean Christophe Benoît, Nicolai Ghiuselev, George London, Ernest Blanc, George London Andre Cluytens.

1972 Stuart Burrows, Beverly Sills, Beverly Sills, Beverly Sills, Susanne Marsee, Norman Treigle, Norman Treigle, Norman Treigle, Norman Treigle Julius Rudel
Placido Domingo, Joan Sutherland, Joan Sutherland, Joan Sutherland, Huguette Tourangeau, Gabriel Bacquier, Gabriel Bacquier, Gabriel Bacquier, Gabriel Bacquier Richard Bonynge.

1989 Placido Domingo, Edita Gruberova, Edita Gruberova, Edita Gruberova, Claudia Eder, Andreas Schmidt, Gabriel Bacquier, Justino Diaz, James Morris Seiji Ozawa
Francisco Araiza, Eva Lind, Cheryl Studer, Jessye Norman, Anne Sofie von Otter, Samuel Ramey, Samuel Ramey, Samuel Ramey, Samuel Ramey Jeffrey Tate

1996 Roberto Alagna, Natalie Dessay, Sumi Jo, Leontina Vaduva, Catherine Dubosc, José van Dam, José van Dam, José van Dam, José van Dam Kent Nagano

Bibliografia:
Programma di sala della rappresentazione dell'opera al Théâtre Municipal di Losanna, 2003.
Guide de l'opéra, Fayard, 1986.
Le manuscript disparu: une histoire des «Contes d'Hoffmann», documentario di Gérald Caillat, 2004, Francia.

Film[modifica | modifica wikitesto]
Hoffmanns Erzählungen (film 1916)
I racconti di Hoffmann (film).

Nota: Luigi Forte, introduzione a L'uomo della sabbia e altri racconti, Milano, Mondadori.

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Jean-Christophe Keck
Libretto in italiano (traduzione di Graziella Mainardi Granata), dal Fondo Ghisi della Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia

Portale Musica classica.
Categorie: Opere liriche in lingua francese, Opere di Offenbach, Opere liriche incompiute.

I RACCONTI DI HOFFMANN
Opera in quattro atti
Versi di
J. BARBIER
Musica di
J. OFFENBACH
Dal Dramma di J. Barbier e M. Carré
Rappresentata per la prima volta a Parigi,
al teatro dell'opéra - Comique, il 10 febbraio 1881
Edizione originale francese:
Librairie Théatrale Gérard Billaudot Éditeur
3, me de Marivaux 14, me de 1'Echiquier
Paris 2 Paris 10
Editore proprietario:
Editions Choudens - Parigi
Rappresentante esclusivo per l'Italia:
Casa Musicale Sonzogno di Piero Ortoli - Milano
Autorizzazione con lettera del 26/10/1982
Introduzione e Traduzione italiana di Graziella Mainardi Granata
CORO: studenti, garzoni di taverna, invitati di Spalanzani, lacché, spiriti della
birra e del vino.
PERSONAGGI
Hoffmann ..............................
Spalanzani .............................
Pitichinaccio ...........................
Nathanael .............................. Tenore
Cochenille ..............................
Andrés e Frantz .......................
Lindorf .................................
Coppélius ...............................
Dapertutto ............................. Baritono
Dr. Miracle .............................
Crespe1 ..................................
Luther ................................... Basso
Schlemil .................................
Stella ....................................
Olympia ................................
Giulietta ................................ Soprano
Antonia .................................
Nicklausse .............................. Contralto
La Musa ................................
Il Fantasia .............................. Mezzo Soprano
JACQUES OFFENBACH (Colonia 18 19 - Parigi 1880)
Figlio d'un cantore della Sinagoga di Colonia, si trasferì giovanissimo a Parigi
dove frequentò i corsi di violoncello di quel Conservatorio. Fu poi violoncellista
all'opéra Comique e nel 1855 aprì un teatro egli stesso, Les Bouffes Parisiens, di cui
fu direttore e per il quale scrisse un gran numero di operette.
Nel 1872 assunse la direzione della Gaité Lyrique, posto che occupò fino al 1876,
anno in cui intraprese una tournée in America che però non ebbe fortuna. Tornato a
Parigi, si dedicò esclusivamente alla composizione.
Compose più di duecento operette, le migliori - "Orfeo al171nferno", "La Bella
Elena", "La Vita Parigina", "La Granduchessa di Gérolstein" - oltre che autentici
capolavori, nel loro frequente atteggiamento ironico, nel loro carattere satirico e
frivolo sono un autentico riflesso storico della vita parigina sotto il 11" Impero.
Offenbach può essere senza dubbio considerato uno dei maggiori e più geniali
compositori d'operetta, grazie alla sua 'vis comica', alla genialità dell'intuizione teatrale,
alla caratterizzazione di tipi ed ambienti, all'estrosa varietà del discorso musicale.
Morì il 5 ottobre 1880 mentre stava per completare "I Racconti di Hoffmann",
'l'opera seria' che aveva iniziato per farne il suo capolavoro.
E.T.A. HOFFMANN (Konigsberg 1776 - Berlin 1822)
È una delle figure più stravaganti, più irrequiete ed originali della letteratura
tedesca: novelliere, musicista (direttore e compositore), coreografo, pittore e magistrato.
Novelliere fecondissimo, la sua ricchissima produzione è raccolta in numerosi
volumi (Fantasie - Notturni - Gli Elisir del Diavolo - I Confratelli di San Serapione -
Le Opinioni del Gatto Murr - Le Awenture della Notte di San Silvestro ecc.),
Hoffmann ebbe un notevole influsso sulle letterature europee de11'800, specialmente
quella francese e russa.
"I RACCONTI DI HOFFMANN"
Il libretto dell'opera di J. Offenbach fu ricavato da vari racconti del geniale e
bizzarro scrittore tedesco, già riuniti in un dramma "I Fantastici Racconti di Hoffmann"
di Barbier e Carré, rappresentato all'odéon di Parigi nel 185 1.
Questi sono i racconti dai quali furono tolti gli argomenti dei tre atti dell'opera:
"L'Uomo della Sabbia" (Olympia) - "I1 Riflesso Perduto" (Giulietta) - "Il Violino
di Cremona" (Antonia).
La congenialità delle due figure di Offenbach e Hoffmann si risolve, dunque, in
questa opera fantastica e sentimentale, in cui il surreale si mescola al grottesco.
Fu rappresentata postuma all'opéra Comique di Parigi.
Offenbach aveva completato l'intero spartito per pianoforte e I'orchestrazione del
Io atto, il resto dell'orchestrazione fu completata da E. Giraud su precise indicazioni
dell'autore. LA TRAMA
I1 poeta Hoffmann, narratore e protagonista dell'opera, racconta le sue fantastiche
awenture amorose con tre donne: Olympia, la bambola - Giulietta, la cortigiana
- Antonia, I'artista.
1" Atto o Prologo. Una taverna a Norimberga: il consigliere Lindorff, una delle
quattro personificazioni del genio malefico del poeta, si impossessa della lettera che
l'attrice Stella invia a Hoffmann. Questi, sopraggiunto con l'amico Nicklausse, dopo
una disputa con Lindorff, incomincia a narrare:
11" Atto. Hoffmann ama Olympia, credendola figlia del fisico Spalanzani. Olympia è
invece la bambola meccanica che Spalanzani ha costruito con l'aiuto del mago
Coppélius. Durante una festa Hoffmann, sempre più innamorato, danza vorticosamente
con l'instancabile Olympia. Ma ecco Coppélius che, volendosi vendicare di
Spalanzani, distrugge la bambola rivelando così la verità a Hoffmann.
111 Atto. Monaco, casa del consigliere e liutaio Krespel. Hoffmann è innamorato della
di lui figlia Antonia. Questa, pur avendo una bellissima voce non può cantare, se lo
facesse potrebbe morire. Ed infatti morirà subito dopo aver cantato: a farlo l'ha
persuasa il malefico Dottor Miracle.
n7 Atto. Venezia, il palazzo di Giulietta. Giulietta, succube del diabolico Dappertutto,
gli ha promesso di far uccidere uno dei suoi amanti: Schlemil. Hoffmann, innamorato
e a sua volta succube di Giulietta, uccide Sclemil in duello - Giulietta se ne va
con un altro amante, Pitichinaccio.
Epilogo. Nella taverna Hoffmann, ubriaco fradicio, dorme. Ha bevuto pensando di
essere stato tradito da Stella. Lindorf approfitta della situazione e se ne va con
l'artista.
ATTO PRIMO o PROLOGO
LA TAVERNA DI MASTRO LUTHER
Interno di una taverna tedesca. Sul fondo, a destra, un portoncino che dà sulla strada. A sinistra, una
finestra a piccole vetrate. Nel mezzo una grande cavità riempita da botti disposte simmetricamente
attorno ad una botte enorme sormontata da un piccolo Bacco che ha in mano una banderuola con questa
scritta: Alla Botte di Norimbega. Disposti sopra le botti dei ripiani stipati di bottiglie. Davanti alla grande
botte, un piccolo banco. Porte laterali, in primo piano, a sinistra, una grande stufa; a destra, un orologio
di legno e una piccola porta nascosta nella Boiserie. Questa boiserie ricopre completamente i muri della
sala ad altezza d'uomo.
Qua e là, dei tavoli e delle panche.
SCENA PRIMA
Si.
SPIRITI
E notte: la scena è rischiarata da un raggio di luna.
LINDORF
Che viene da Milano ...
IL CORO INVISIBILE
GLI SPIRITI DELLA BIRRA
Glou! glou! glou! glou! Io sono la birra.
Si.
GLI SPIRITI DEL VINO
Glou! glou! glou! glou! Io sono il Vino.
TUTTI GLI SPIRITI INSIEME
Glou! glou! glou! glou! Noi siamo.
Gli amici degli uomini!
Noi scacciamo da qui
Languore e crucci.
Glou!
SCENA I1
LINDORF
Che si trascina appresso
Una quantità d'innamorati, vero?
Si.
LINDORF
È a uno di loro, scommetto,
Che porti questo messaggio?
IL CONSIGLIERE LINDORF - ANDRÈS Si.
LINDORF
LINDORF, entrando seguito da Andrès. Te lo compero io.
Il consigliere Lindorf, perbacco! Sono io
Il consigliere Lindo rf?... Non aver paura e seguimi. ANDRÈS
Non hai tu per amante
La Stella, la famosa ammaliatrice? Bene. LINDORF Che produce sui nervi
L'effetto di una pila elettrica,
Elettrica! ...
Con i nervi arrivo al cuore
Domino con la paura
Con la paura! ...
Si, mia cara prima donna
Quando si ha
La bellezza perfetta
Si deve disprezzare un poeta,
Un poeta! ...
Di questo boudoir profumato.
Profumato!
Che il diavolo mi porti
Se non aprirò la porta!
Drig! drig! drig! a noi la birra,
A noi il vino!
Fino al mattino
Riempi il mio bicchiere!
Fino al mattino
Riempi i boccali!
Drig! drig! drig! a noi la tua birra;
A noi il tuo vino,
Fino al mattino
Riempi il mio bicchiere,
Fino al mattino
i riempi i boccali (di peltro)
Dieci talenti!
No! Gli studenti si siedono. bevono e fumano, sparsi in
NATHANAEL tutti gli angoli.
LINDORF Luther è un brav'uomo;
Tire lan laire!
Domani lo accopperemo;
Tire lan la!
LUTHER
Venti! Trenta! ...
Ebbene! Stella? ...
Andrès non risponde. - A parte
Pargliamogli la sua lingua
Alzando il bastone.
Quaranta!
Il mio rivale è amato,
Io non lo sono, che m'importa?
Che m'importa?
Senza parlare del lato positivo.
Sono vecchio, ma sono vivo!
Sono vivo!
Guarda I'orologio.
Due ore davanti a me! ... Se ho buona memoria,
E in questo cabaret, che con giovani folli
Hoffmann viene a chiaccherare e a bere!
Sorvegliamolo sino al momento
IL CORO NATHANAEL
Tire lan la
Gli studenti battono i boccali sui tavoli.
Viva Dio! amici miei, la bella creatura!
Come al capolavoro di Mozart*
Sa prestare l'accento d'una voce ferma e sicura!
E la grazia della natura,
E il trionfo dell'arte!
Che il mio primo brindisi sia per lei!
Bevo alla salute di Stella!
Si! ... LUTHER, andando di tavolo in tavolo con igarzoni
per servire gli studenti.
LINDORF. dandogli il denaro e prendendo
la letrera.
Ecco, signori, ecco!
dell'appuntamento!
*r'Don Giovanni", che si sta rappresentando, proDammi,
e va al diavolo! tagonista Stella, in una sala adiacente la taverna). HERMANN
La sua è la cantina d'un buontempone
Tire lan laire
Domani la saccheggeremo
Tir lan la!
TUTTI
Evviva! a Stella!
SCENA I11
Si! Si!
Esce.
LINDORF - LUTHER - Garzoni
IL CORO NATHANAEL
LINDOR F, guardando I'indirizzo della lettera.
LUTHER, entrando, seguito dai suoi garzoni. Tire lan la
Rumore di bicchieri,
Come mai Hoffamnn non è qui
Per festeg~iare con noi questa nuova stella!
Ehi! ... Luther! ... mia grossa botte!
Che ne hai fatto del nostro Hoffmann?
Vediamo: "per Hoffmann", bene ... lo sospettavo!
oh donne
Ecco i padroni dei vostri cuori!
Ecco delle vostre anime
I felici vincitori!
Un poeta! ... un ubriacone! ... Insomma! Lasciamo
Presto! presto! su, muovetevi!
Le brocche! i boccali, le lampade!
Gli applausi seguiranno gli aromi del vino
E daranno il benvenuto
A questo astro del firmamento!
Su veloci, ragazzi, veloci!
LUTHER
Ecco, signori, ecco! HERMANN perdere! ...
Apre la lettera. ne estrae una piccola chiave e lecge.
"Se ti ho fatto soffrire, se anche tu mi ami, È il tuo vino che lo awelena!
Tu Phai ucciso. parola di Hermann!
Restituiscici Hoffmann!
I garzoni jiniscono di preparare la sala. Si apre la
porta sul fondo: Nathanael, Hermann. Woffram.
Wilhelm e una compagnia di studenti entrano allegramente
in scena.
WILHELM
"Amico, perdonami,
"Questa chiave ti aprirà la mia casetta,
ricordatelo! .."
A se stesso.
Si, uno diventa degno d'invidia,
Quando, ferito dall'amore, porta ai cabarets
Le sue speranze ed i suoi rimpianti!
Ecco cosa vi occorre! ... Ebbene! No, lo giuro sulla
Sua moglie è figlia di Eva,
Tir lan laire;
Domani la rapiremo,
Tir lan la!
1
TUTTI
SCENA IV IL CORO Restituiscici Hqffmann!
mia vita!
Nel molo d'innamorato
Languido
So di essere pietoso;
Ma ho dello spirito come un diavolo
Come un diavolo! ...
I miei occhi lanciano lampi,
Lampi! ...
C'è in tutto il mio corpo
Un aspetto satanico
1 Tir lan la!
LINDORF - LUTHER - NATHANAEL
HERMANN
Studenti - Garzoni di taverna
LINDORF, a parte
LUTHER
Ecco, signori, ecco!
Al diavolo Hoffmann!
CORO DEGLI STUDENTI IL CORO
Drig! drig!drig! mastro Luther,
Tizzone d'inferno,
Perbacco! Portacelo
O il tuo ultimo giorno è amvato! LUTHER HERMANN, a Hoffmann
Signori, sta aprendo la porta,
E Nicklausse è con lui!
Oh! Oh! perché quest'aria arrabbiata?
NATH ANAEL, a Hoffmann
TUTTI
Non ti si riconosce.
Ewiva! È lui!
HERMANN
LINDORF, a porte
Sorvegliamolo.
Ti sei alzato col piede sinistro?
(lett. quale erba hai calpestato?)
HOFFMANN
SCENA V Ahimé! un'erba morta
Al vento gelido del nord! ...
Gli Stessi - HOFFMANN - NICKLAUSSE
NICKLAUSSE
HOFFMANN, con aria cupa. E là. vicino a questa porta
Sopra un ubriaco che dorme!
Buongiono, amici!
HOFFMANN
NICKLAUSSE
Buongiono!
È vero! ... quel briccone, perbacco! mi ha fatto
invidia!
Da bere! ... e, come lui, corichiamoci per la strada.
HOFFMANN
Uno sgabello! un bicchiere!
Una pipa! ...
HERMANN
Senza cuscino?
NICKLAUSSE beffardo. HOFFMANN
Perdonate, mio signore! ... se non vi dispiace, Il sasso!
Berrò, fumerò e mi siederò come voi! ... in parti
uguali!
IL CORO
NATHANAEL
E senza tenda?
È giusto! ... posto per entrambi!
HOFFMANN
Hoffmann e Nicklausse si siedono: Hoffmann si prpnde
la testa tra le mani. Il cielo!
NICKLAUSSE, canticchiando NATHANAEL
Notte e giorno mal dormire ... Senza coperta?
HOFFM ANN, bruscamente HOFFMANN
Taci, per tutti i diavoli! ... La pioggia!
NICKLAUSSE, tranquillamente HERMANN
Si, mio signore. Hai degli incubi, Hoffmann?
8
No, ma stasera,
Poco fa, a teatro ...
TUTTI
Clic, clac
Ecco Klein-Zack!
HOFFMANN
Ebbene?
HOFFMANN
Aveva una gobba a mo' di stomaco:
I suoi piedi biforcuti sembravano uscire da un
sacco,
Il suo naso era nero di tabacco
E la sua testa faceva cric. crac.
Cric, crac,
M'è parso rivedere ... Ecco Klein-Zach.
Basta! ... ~ e r c h ér ia~r i reu na vecchia ferita?
La vita è breve! ... bisogna rallegrarla cammin
facendo. IL CORO
Bisogna bere, cantare e ridere oggi,
A costo di piangere domani! Cric, crac,
Ecco Klein-Zach!
NATHANAEL HOFFMANN
Canta dunque per primo, senza che te lo si chieda; Quanto ai tratti del suo
Noi ti faremo coro.
Sembra che si immerga poco a poco nel suo so,?no.
HOFFMANN IL CORO
Sia! Quanto ai tratti del suo viso? ...
NATHANAEL HOFFMANN, molto lentamente.
Qualcosa di allegro! Quanto ai tratti del suo viso ...
HERMANN
La canzone del Topo!
NATHANAEL
No! Io ne sono nauseato.
Ciò che fa per noi, è la leggenda
Di Klein-Zach? ...
TUTTI
La leggenda di Klein-Zach!
Ah! Il suo viso era incantevole! ... la vedo,
Bella come il giorno in cui, rincorrendola,
Abbandonai come un pazzo la casa paterna
E me ne fuggii attraverso boschi e valli!
1 suoi capelli raccolti in una treccia corvina
Gettavano le loro calde ombre sul suo collo
elegante.
I suoi occhi, ammantati d'azzurro,
Lasciavano vagare intorno a lei uno sguardo fresco
e puro
E, mentre il nostro carro portava senza scosse
I nostri cuori e i nostri amori, la sua voce vibrante
e dolce
Ai cieli che l'ascoltavano gettava questo canto
seducente
Di cui l'eterna eco risuona nel mio cuore!
HOFFMANN
Vada per Klein-Zach! NATHANAEL
Oh testa bizzarra!
C'era una volta alla corte di Eysenach Chi diavolo stai dipingendo! Klein-Zach? ...
Un piccolo aborto che si chiamava Klein-Zach!
Aveva in testa un Kolbak
E le sue gambe facevano clic, clac! HOFFMANN
Clic, clac
Ecco Klein-Zach! Parlo di leiNATHANAEL, toccandogli la spalla.
Chi?
HOFFMANN LINDORF HOFFMANN
Se lo bevo, lo pago
Caro oratore di bordello!
Innamorato ... Che il diavolo mi porti
Se un giorno lo diverrò! ...
Se amo...
LINDORF, sogghignando
Ha! ha! il signore ama dunque qualche volta? ...
HOFFM ANN, ritornando sulla terra
LINDORF. a mezza voce. HOFFMANN
No! nessuno! ... niente! il mio animo era turbato!
Nulla! ... E è meglio Klein-Zach, benché così
deforme! ...
Quando aveva bevuto troppo gin o arac
Si potevano vedzr fluttuare le falde del suo frac,
Come erbe in .,n lago! ...
E il mostro faceva flic, flac! ...
Flic, flac!
Ecco Klein-Zach!
Eh! eh! l'impertinenza è forte;
Non bisogna giurare su nulla!
Con lo stesso denaro che
Mi rubate. caro strozzino? HOFFMANN
E con ciò? ...
HOFFMANN, voltando.osi. LINDORF
NATHANAEL
Prego?
Riconoscendo Linrlorf
Quando si parla del diavolo,
Se ne vedono le corna! ...
Ammesso che un bohème
Possa essere derubato, caro mio! Non bisogna arrossirne, immagino.
Il nostro amico Wilhelm ora
Brucia per Léonor e la trova divina.
Herman ama Gretchen; io mi sto rovinando
Per la Fausta!
I L CORO HOFFMANN. alzando il bicchiere.
Flic, flac!
Ecco, Kleine-Zach!
A madama vostra moglie,
Caro seguace di Lucifero!
NICKLAUSSE
Pardon.
La parrucca! ... casto dono
D'una sposa troppo cortese!
HOFFMANN, a Wilhelm
HOFFMANN, gettando via il bicchiere LINDORF, alzando il suo bicchiere. Si, Léonor, la tua virtuosa! ...
Ella, in fede mia, ne morrà,
Caro evaso dall'lnferno!
Puah! ... questa birra è orribile!
Diamo fuoco al punch! ubriachiamoci!
E che i più folli
Rotolino sotto il tavolo.
IL CORO
bevono Si, Gretchen. la tua bambola inerte. dal cuore
Rispetto ai mariti! Non beffiamoci di loro! gelido!
Movimento generale. Si spengono le luci. Luther dà Un giorno ci troveremo nelle stesse condizioni!
fuoco ad una enorme ciotola di punch.
Una luce bluastra illumina la scena.
NICKLAUSSE e IL CORO
Semplice scambio di cortesie!
E così che all'ombra dei boschi
Due pastori. per le loro amanti
Alternavano i canti e le voci!
HOFMANN. ~entilmente
E la tua Fausta, povero stolto! ...
E da dove la vostra diavoleria La cortigiana dal viso impassibile!
IL CORO E entrata qui, caro uccello del malaugurio?
E che i più folli
Rotolino sotto il tavolo!
Luther è un brav'uomo,
Tire lan laire,
Tire lan la,
Domani lo accopperemo,
Tire lan laire,
Tire lan la,
La sua è la cantina d'un buontempone
Tire lan laire,
Tire lan la,
Domani la saccheggeremo,
Tire lan laire,
Tire lan la.
NATHANAEL
LINDORF, alzanclosi e alrretranto gentilmente. HOFFMANN, ac~lli- ru(lenti
Spirito funesto,
Vi dico, in verità. che una disgrazia mi minaccia! Grazie infinite per Fausta, Gretchen e Léonor! ...
indicando Lindov
Non l'ho mai incontrato faccia a faccia
Senza che mi sia capitato qualche guaio!
Ogni sventura mi viene da lui! ...
Se gioco, mi fa perdere! ...
Dalla porta, come la vostra ubriachezza,
Cara cicuta in fiore!
HOFFMANN
HOFMANN Basta! queste quanto altre!
Come Anselmo, rara meraviglia,
Venite forse a imbottigliarmi,
Caro freddurista!
NATHANAEL
LINDORF
È dunque la tua amante un tale tesoro
Bene, bisogna credere Per cui tu debba disprezzare tanto le nostre?
Che giochiate male!
LINDORF
NICKLAUSSE HOFFMANN
Voi mi prenderete per uno sciocco,
Il vinello si mette in brocca,
Caro artefice dei miei mali?
HOFFMANN
Alla buonora, finalmente! ecco che ci si vanta
Di saggezza e senso pratico!
Maledetti i cuori languidi!
La mia amante? ...
Se bevo
Mi va di traverso.
A parte
HOFFMANN
NATHANAEL
Scommettiamo che Hoffmann è innamorato!
1 o
LINDORF Si Stella!
Tre donne nella stessa donna!
Tre ariime nella stessa anima! Artista, fanciulla, e cortigiana! ...
Tendendo la mano verso destra.
Là! ...
Ad alta voce.
La mia amante? ... No! Precisate, tre amanti,
Incantevole trio d'incantatrici
Che si dividono i miei giorni!
Volete il racconto di questi folli amori? ...
LINDORF, a parte AWO SECONDO
Prima che l'opera finisca,
Avrò anch'io il tempo d'ascoltare.
Luthc,r ritorna al suo banco.
OLYMPIA
IL CORO
IL CORO
Si, si!
NICKLAUSSE
Perché mai parli di tre amanti?
HOFFMANN
Fuma! ...
Prima che questa pipa spenta si riaccenda
Mi avrai certamente capito,
Tu che in questo dramma, in cui il mio cuore
si consuma,
Beffardo
Ottenesti il premio del buon senso!
Tutti gli studenti tornano ai loro posti.
LUTHER, rientrando in scena.
Signori. si sta per alzare il sipario.
NATHANAEL
Che si alzi!
Non ce ne importa niente!
Ascoltiamo! È dolce bere
Al racconto d'una folle storia,
Seguendo la nuvola chiara
Che la pipa getta nell'aria!
HOFFM ANN, sedendosi sull'angolo $un tai*olo.
Incomincio
IL CORO
Silenzio!
LINDORF, a porte
Tra un'ora, spero, non sapranno più cosa dire!
HOFFMANN
Il nome della prima era Olympia!
Cala il sipario. Hoffmann sta parlando a tutti gli
studenti che lo ascoltano attentamente.
Sontuoso studio di un fisico - dà su una galleria le cuiporte sono nascoste da arazzi - anche le porte laterali
sono nascoste da pesanti tendaggi. La scena è illuminata da candele.
SCENA PRIMA Conoscerete mia figlia, un somso angelico,
La fisica è tutto, mio caro!
Olympia vale moltissimo! ...
SPALANZAN I, solo, tiene il tendaggio della porta
di destra sollevato.
HOFFMANN, a parte
Là! dormi in pace. Eh! eh! ... saggia, modesta
e bella, Quale rapporto può esserci tra la fisica e sua figlia?
Riavrb per merito suo
I cinquecento ducati che mi ha fatto perdere
La bancarotta dell'ebreo Elias! SPALANZANI. chiamando
Rimane Coppélius che, falso com'é,
Per ottenere da me una certa somma, Ehi là! ehi! ... Cochenille!
Potrebbe rivendicare dei diritti sulla paternità,
Diavolo d'un uomo! ... Cochenille appare
E lontano, per fortuna!
Fai accendere dappertutto ...
COCHENILLE, balbettando
SCENA I1
E... lo champagne.
SPALANZANI - HOFFMANN
poi COCHENILLE e i Lacché SPALANZANI
SPALANZANI, vedendo entrare Hoffmann. Aspetta!
Seguimi.
Ah! buongiomo ... lietissimo! ...
a Hoffmann
HOFFMANN
Sono arrivato troppo presto, forse?
SPALANZANI
Come, un allievo ...
HOFFMANN
Indegno del suo maestro.
SPALANZANI
Troppo modesto, in verità!
Non più versi, non più musica,
E presto sarete di fisica
Professore d'università.
Scusatemi, mio caro. tomo subito.
Escono
SCENA I11
HOFFMANN, solo
Su! Coraggio e fiducia
Sto diventando un pozzo di scienza!
Bisogna cambiare ad ogni mutar di vento.
Per meritare colei che amo,
Saprò trovare in me stesso
La stoffa d'un sapiente,
Ella è là ... Se osassi! ...
Solleva piano piano il tendaggio
E lei! ... Sta sonnecchiando! ... Quant'è bella! ...
Ah! vivere in due! ... Non avere che una stessa
speranza,
Uno stesso ricordo!
Condividere la felicità, condividere la sofferenza,
Condividere I'awenire! ...
Lascia, lascia che il mio amore
Sparga luce su di te!
Lascia che la tua anima sbocci
Ai raggi dell'Amore!
Fuoco divino! ... Sole di cui ci penetra l'ardore
E viene a baciarci! ...
Ineffabile brama in cui si sente tutto il proprio
essere
Fondersi in un bacio.
Lascia, lascia che il mio amore
Sparga in te la luce!
Lascia che la tua anima sbocci
Ai raggi dell'Amore!
Solleva di nuovo la tenda - appare Nicklausse.
HOFFMANN
È sufficiente uno sguardo per abbracciare i cieli!
NICKLAUSSE
Che ardore! ... Sa ella almeno che tu l'ami?
HOFFMANN
No!
NICKLAUSSE
Scrivile
HOFFMANN
Girava per tre volte su sé stesso;
Spinta da un meccanismo ingegnoso
La bambola, roteando gli occhi,
Sospirava e diceva: Ti amo!
o bianco come l'ermellino,
Scurisce
Illumina
Rischiara o scurisce
Gli oggetti.
Ho degli occhi, dei veri occhi,
Occhi vivi, occhi di fuoco,
Occhi meravigliosi
Che penetrano sino in fondo all'anima
E che, persino, già in molti casi
Ne possono prestare una a chi non ne ha.
Ho degli occhi, dei veri occhi vivi, occhi di fuoco,
Ho degli occhi
Bellissimi occhi
Si!
Vuoi vedere il cuore d'una donna?
Se è puro o infame!
O forse preferiresti vederlo
Vederlo tutto candido quando invece è nero?
Prendi e vedrai
Ciò che vorrai.
Prendete i miei occhi, i miei occhi vivi, occhi di
fuoco,
I miei occhi che penetrano l'anima.
Prendete i miei occhi!
SCENA V
Gli Stessi, COPPELIUS.
Sono io, Coppélius! ... adagio, stiamo attenti!
scorgendo Hoffmann
Qualcuno ...
NICKLAUSSE. voltandosi
Che! ...
Non oso
SCENA IV
NICKLAUSSE
Povero agnellino! Parlale
Che cosa sta mai guardando questo signore?
Guardando sopra la spalla di Hoffmann.
La nostra Olympia! ... benissimo ...
HOFFMANN - NICKLAUSSE
HOFFMANN
NICKLAUSSE Dici il vero?
Perdio! ... Ero certo di trovarti qui! ...
HOFFMANN NICKLAUSSE, a parte
I pericoli sono gli stessi La loro Olympia? COPPÉLIUS, por.gendo~qliu n paio d'occhiali.
HOFFMANN, lasciando ricadere bruscamente la Guardate!
tenda NICKLAUSSE COPPÉLIUS, a Hofmann
Allora, canta, perbacco! per toglierti da un tale HOFFMANN
impiccio!
Sss! st! Giovanotto,
alzando la voce
Ehi! Signore!
Vedendo che Hoffmann non risponde, gli batte sulla
spalla.
Non sente niente!
Signore!
Dammi
NICKLAUSSE
HOFFMANN
Perché ... È là che respira
La colomba che rende innamorato ogni tuo
pensiero,
La bella Olympia? ... Va, ragazzo mio! Sta attento!
Il signor Spalanzani non ama la musica.
Tre ducati
NICKLAUSSE, ridendo HOFFMANN
HOFFMANN, sollevando la tenda e vardando
Si, lo so! Tutto per la fisica! ...
Una bambola dagli occhi di smalto
Si trastullava assai bene col ventaglio
Vicino ad un piccolo gallo di cuoio;
Entrambi cantavano all'unisono
In modo meraviglioso,
Danzavano, ciarlavano, sembravano vivi.
HOFFMANN
Si, io l'adoro!
Prego?
Dio onnipotente! Quale grazia risplende
Sulla sua fronte!
NICKLAUSSE
Aspetta di conoscerla meglio!
Mi chiamo
Coppélius. un amico
Del signor Spalanzani.
Hoffmann lo saluta.
Guardate questi barometri
Igrometri
Termometri
In liquidazine, ma in contanti.
Guardate, ne sarete contento.
Vuota per terra il suo sacco pieno di occhiali. occhialini
e binocoli.
Ognuno di questi binocoli rende nero come il
carbone,
Tre ducati.
HOFFMANN
HOFFMANN HOFFMANN
L'anima che si ama è facile a conoscersi!
Scusa. Perché questa canzone?
Caro Angelo, sei proprio tu?
NICKLAUSSE
NICKLAUSSE, beffardo C O P P É L I U S , ~ric~ad~er~e l~a t~en~da .
Cosa? con uno sguardo? ... dalla finestra?
14
Il piccolo gallo lucente e vivo,
Con un'aria imbronciata, Tre ducati! HOFFMANN
Ah! perché rapirmi questa visione
Di gioia e d'amore?
Nicklausse dà i ducati a Coppélius.
11 suo segreto. Ma ci penso, eh si!
forte
Volete altri
Cinquecento ducati? Allora che un vostro scritto
mi lasci
I suoi occhi, ed anche tutta la sua persona,
Ed ecco il vostro denaro sul conto dell'ebreo
Elias.
SPALANZANI, abbracciandolo HOFFMANN
Questo caro amico Silenzio! ... Eccola! ...
Entra Spalanzani portando con sé Olympia. Co-
COPPÉLIUS, stando a/ ~ioco chenille li segue. Curiosità generale.
Questo caro amico.
SCENA VI11
SCENA VI COPPÉLIUS
Elias?
Gli Stessi - SPALANZANI -poi COChENILLE
SPALANZANI
SPALANZANI, entra.fregandosi le mani.
poi scorgendo Coppé/ius: Una casa sicura.
Che! Voi?
HOF FMANN, piano. a Nicklausse.
COPPÉLIUS Quale affare possono mai concludere?
Questo caro maestro! ...
COPPÉLIUS, scrivendo
SPALANZANI Allora, ecco fatto.
Perbacco!
Era inteso che ... SPALANZANI, si scambiano i loro documenti.
COPPÉLIUS
Nulla di scritto ...
SPALANZANI
Donando, donando!
Questo caro amico!
Si abbracciano
Questo caro amico!
SPALANZANI, a parte
Chimere! ...
Il denaro fra poco pioverà su di te,
Voglio spartire tutto.
SPALANZANI
Non sono forse io il padre
D'Olvmpia?
Scusa, gli occhi sono miei
SPALANZANI
Più piano! ...
a parte
Per sua fortuna ignoro
Va. ora!
Va a farti pagare!
A proposito, un'idea,
Maritate Olympia!
indicando Hofjinann
Quel giovane pazzo
Non ve l'ha dunque chiesta?
Che sciocco!
SPALANZANI
È giovane!
Si, voi l'avete ingannato.
SPALANZANI, a Hofmann
La fisica, mio caro! ...
Gli Stessi - OLYMPIA.
SPALANZANI
HOFFMANN
Ah! ... ma è una mania.
Signore e Signori,
Vi presento
Mia figlia Olympia.
COCH ENI LLE. apparendo sul fondo. IL CORO
Signore ecco tutta la compagnia.
SCENA VI1
Incantevole!
Ha occhi bellissimi!
Una figura stupenda!
Guardate com'è elegante!
Non le manca niente!
E molto bella!
HOFFMANN - SPALANZANI HOFFMANN
COCHENILLE - NICKLAUSSE
Invitati - Lacché. Ah! com'è adorabile!
IL CORO DEGLI INVITATI NICKLAUSSE
No, nessun anfitrione, veramente,
Sa ricevere più sontuosamente!
Per il buongusto, la sua casa brilla!
Tutto vi si trova riunito.
Su, signor Spalanzani,
Presentateci vostra figlia.
Si dice sia graziosissima,
Amabile, senza difetti.
Speriamo di poterci ristorare
Dopo alcuni esercizi.
No, nessun anfitnone, veramente,
Sa ricevere più sontuosamente.
Incantevole, incomparabile.
SPALANZANI, a Olympia
Che successo!
NICKLAUSSE, sbirciandola
È veramente molto bella.
IL CORO
SPALANZANI
Sarete accontentati, signori, tra un momento.
i Fa segno a Cochenille di seguirlo, ed esce con lui a
destra. Gli invitati passeggiano a gruppi ammirando
la casa di Spalanzani. Nicklausse s'awicina a
Hoffmann.
Ha occhi bellissimi!
Una figura stupenda!
Guardate com'è elegante,
Non le manca niente.
E veramente molto bella.
NICKLAUSSE, a Hoffmann.
Finalmente, vedremo da vicino questa meraviglia
Senza pari!
SPALANZANI
Signore e Signori, orgogliosa dei vostri applausi
E soprattutto impaziente
di conquistarne di nuovi, COCHENILLE
A... attenzione!
SPALANZANI
Andiamo, signori! ... il braccio alle signore! ...
La cena è servita! ...
SPALANZANI
No!
IL CORO
La cena! ... Buona! ...
l
SPALANZANI
Mia figlia, ubbidiente ai vostri minimi capricci,
Sta, per favore ...
NICKLAUSSE, a parte
A meno che prima non preferiate
Danzare! ...
I Per passare ad altri esercizi. IL CORO
I Attenzione.
SPALANZANI
Per cantarvi un famoso motivo, accompagnando Olympia
con la voce, Accompagnata da Spalanzani - ogni tanto la sua
I Talento raro! voce s'indebolisce, Cochenille le tocca una spalla e
l Il clavicembalo, la chitarra si sente il rumore dun meccanismo a molla.
O I'arpa, a vostra scelta! Gli uccellini-sul-per-golato.
Nei cieli-l'astrodel-giorno,
Tutto-parla-alla-fan-ciulla
1 COCHENILLE, in fondo, con voce in falsetro. D'a-more!
i D'a-more!
La-can-zo-ne-gen-tile,
I L'arpa! ... Ecco
La-can-zo-ne-d'O-lym-pia!
Una voce di Basso, rispondendo da dietro le quinte -Ha!
I alla voce di Cochenille
!
L'arpa! ... IL CORO , È la canzone d'olympia!
! SPALANZANI
Molto bene! ... Cochenille
Va subito a prendere I'arpa di mia figlia! OLYMPIA
l Cochenille entra nell'apparramento di Olympia.
Tuttotiò-che-canta-e-ri-suona : E-sos-pira-di-volta-in-volta,
HOFFMANN Com-muove-il-suo-cuore-che-fre-me
D'a-more!
La sentirò ... oh che gioia! Ec-co
La-can-zo-ne-leggiadra
Ec-co
NICKLAUSSE, a parte Ec-co
La-can-zo-ne-d'O-lym-pia.
Oh folle passione! -Ha!
l
SPALANZANI, a Olympia IL CORO
l Domina la tua emozione, È la canzone d901ympia
Bambina mia!
OLYMPIA HOFFM ANN, a Nicklausse
Ah! amico mio! che accento! ... i
Si!
l
COCHENILLE, rientrando in scena con un'arpa. NICKLAUSSE
Ecco! Che scale! ...
i Cochenille ha tolto I'arpa e tutti circondano
SPALANZANI, sedendosi vicino ad Olympia Olympia che ringrazia sollevando a turno la mano
e sistemando l'arpa davanti a sé. destra e quella sinistra.
!
I
Hoffmann la contempla rapito. Un lacché s'avvici-
Signori, attenzione! no a Spalanzani e gli parla brevemente.
18
b i
IL CORO, con vi,qore
No! ... no! ... la cena... buona cosa,
Poi si danzerà.
SPALANZANI
Come preferite! ...
HOFFM ANN, avvicinandosi ad Olympia.
Posso osare? ...
SPALANZANI, intervenendo
È un po' stanca,
Aspettate il ballo.
tocca la spalla di Ol~mpia.
NICKLAUSSE, a parte
Anima romantica
Spalanzani passa un momento dietro a Olympia. Si
sente di nuovo il rumore di una molla che viene ricaricata.
.Wcklausse si volta:
Prego?. ..
SPALANZANI
Niente! la fisica! ... ah! signore! la fisica.
Accompagna Olrwrpia ad una poltrona e la fa sedere:
poi esce con gli invitati.
COCHENILLE
La-a cena è servita
IL CORO, con sempre maggior entusiasmo.
La cena, la cena. la cena è servita!
No, nessun anfitrione veramente
Sa ricevere più sontuosamente.
SCENA IX
HOFFMANN - OLYMPIA
HOFFMANN
OLYMPIA
Si.
SPALANZANI
Vedete. Sino a quel momento
Volete farmi la grazia
Di tener compagnia alla mia Olympia?
HOFFMANN
Oh gioia!
SPALANZANI, a parte. ridendo.
Vedremo cosa le canterà.
NICKLAUSSE, a Spalanzani
Ella non cena?
Si sono allontanati finalmente! ... Ah! respiro! ...
Soli! Noi due soli!
Avvicinandosi ad Olympia.
Quante cose ho da dirti,
Oh mia Olympia! ... Lascia che ti ammiri! ...
Lascia che m'inebri del tuo sguardo incantevole.
Tocca lergermente la spalla di Olympia.
OLYMPIA
Si.
HOFFMANN
Non è forse un sogno provocato dalla febbre?
M'è parso veder un sospiro sfuggire dalle tue
labbra! ...
Tocca di nuovo la spalla di Olympia.
OLYMPIAHOFFMANN OLYMPIA vano. Spalanzani continua rivolgendosi agli invitati:
Ecco.
Si A Olympia
Hoffmann cinge la vita di Olympia e incominciano Basta, basta, figlia mia.
a ballare. La gente fa loro largo ed essi spariscono
I sulla sinistra. Il coro li segue con lo sguardo.
Spalanzani. davanti. chiacchera con Nick/ausse. OLYMPIA
NICKLAUSSE
I Dolce confessione, pegno del nostro amore,
Tu m'appartieni, i nostri cuori sono uniti per
sempre!
Ah! percepisci tu, dimmi. questa gioia eterna
Dei cuori silenziosi? ...
1 Vivi, non essere che un'anima sola, e con lo stesso
colpo d'ali
Slanciarci verso i cieli!
Lascia, lascia che il mio amore
Sparga in te la luce!
Lascia che la tua anima sbocci
Ai raggi dell'amore!
i Stringe la mano di Ofl~mpiaco n passione - questa.
come mossa da una molla. si alza immediatamente.
Oppure non fu mai viva.
HOFFMANN
Angelo che il desiderio
Segue fremendo,
Giustizia eterna!
Nicklausse! ... Lei mi ama! ...
Mi ama! ... Dio onnipotente! ...
IL CORO
Ella danza!
1,n cadenza!
E meraviglioso,
Prodigioso!
Fate posto, fate posto!
Passa lei.
Lei fende l'aria
Come un lampo!
SPALANZANI
Non bisogna più ballare.
Esce precipitosamente, Nicklausse lo segue
percorre la scena in largo e in lungo ed infine esce
da una delle porte del fondo senza servirsi delle
mani per scostare la tenda.
OLYMPIA
Si SCENA XI
~oifmann si alza e segue Olympia nelle sue
evoluzioni.
Tu mi sfuggi? ... che ho fatto? ... non mi rispondi? ...
Parla! ... ti ho infastidita? ... Ah! ... seguirò i tuoi
assi!
Durante questo coro, Hoffmann e Olympia sono ripassati,
danzando. sul fondo della galleria e sono
scomparsi sulla destra. Il movimento del valzer di- SPALAN ZAN I, a Cochenille. COPPÉLIUS, entra. furioso,
dalla piccola porta di sinistra. venta sempre più vivace
Tu, Cochenille,
Riconducila.
La voce di HOFFMANN, dietro le quinte Egli tocca Olympia che si gira verso destra.
Nel momento in cui Hoffmann sta per allontanarsi
I seguendo Olympia, da una delle porte appare Nicklausse
che lo chiama. Ladro! ... brigante! ... Che rovina! ...
Elias ha fatto bancarotta! ...
Su, saprò trovare il momento opportuno
Per vendicarmi ... Derubato! ... Io! ... Ammazzerò
qualcuno.
Vengono scostate le tende sul fondo.
Coppélius entra furtivamente nella camera di
O~lmpiaa. destra.
Olympia! ...
COCHENILLE, spingendo Olvmpia.
SCENA X SPALANZANI, risalendo la scena. Va-a dunque! ... Va! ...
Fermateli! ...
l OLYMPIA HOFFMANN - NICKLAUSSE
IL CORO
Chi di noi li fermerà? ...
Si
Uscendo. spinta lentamente da Cochenille
HA! HA! HA! HA! HA! HA! HA!
NICKLAUSSE
SCENA XII Eh! perbacco! modera il tuo zelo!
Vuoi che ci si ubriachi senza di te? ...
SPALANZANI - HOFFMANN - OLYMPIA IL CORO
NICKLAUSSE - COCHENILLE.
Invitati, Lacché e poi COPPÉLIUS.
HOFFMANN. inebriato NICKLAUSSE
Che volete che si dica?
E una ragazza squisita!
Non le manca niente!
E una ragazza in gamba!
0,vmpia esce sulla destra. seguita da Cochenille.
Nicklausse! ... lei mi ama! ...
Mi ama, Dio onnipotente! ...
Gli farà rompere la testa! ...
Hqffmann e Olyrnpia ricompaiono in scena danzando
sempre più velocemente. Nicklausse si slan-
SPALANZANI
Ecco i ballerini.
NICKLAUSSE cia perfermarli.
Eh! per mille diavoli! ...
In fede mia!
Se tu sapessi ciò che si dice della tua bella!
NICKLAUSSE, con voce lamentosa.
COCHENILLE Viene urtato violentemente e va a cadere su una indicando Hoffmann
Ecco il ritornello!
poltrona girando più volte su sé stesso.
HOFFMANN I È morto? ...
Che si può mai dire? Che cosa? IL CORO
HOFFMANN SPALANZANI, esaminando Hqffmann.
È il valzer che ci chiama
Patatrà! ...
No! Insomma,
Solo i suoi occhiali sono in frantumi.
Sta riprendendo spirito.
NICKLAUSSE
Che è morta. SPALANZANI, slanciandosi a sua volta.
SPALANZANI, a Oivmpia
Alt!
HOFFMANN IL CORO
Santo Dio! ...
Prendi la mano del signore, bambina mia ...
Toccandole la spalla.
Su! ...
Tocca Olympia sulla spalla. Ella si ferma immediatamente.
Hoffmann, srordito. va a cadere su un di- Povero giovanotto! ... COCHENILLE, tra le quinte.
Ah!
Entra in scena. il viso stravolto.
SPALANZANI
Che c'è?
COCHENILLE
L'uomo degli occhiali! ... Là!
SPALANZANI
Misericordia! Olympia! ...
HOFFMANN
Olympia! ...
COPPÉLIUS
Ladro
SPALANZANI
Brigante
COPPÉLIUS
Pagano!
SPALANZANI
Bandito!
COPPÉLIUS
Pirata!
Spalanzani sta per slanciarsi. Si sente nelle quinte HOFFMANN, comparendo. pallido e spaventato.
un rumore di meccanismi a molla che si rompono
con fracasso. Un automa, un automa!
SPALANZANI
Ah! Terra e cielo! Si è rotta! ...
Si lascia cadere su una poltrona.
Nicklausse cerca di calmarlo. Scoppio di risa
generale.
IL CORO
HOFFMANN, alzandosi
Ha! ha! ha! La bomba t esplosa!
Rotta? ... Lui amava un automa!
COPPÉLIUS, entrando da destra SPALANZANI, disperato
e scoppiando a ridere.
Il mio automa!
Ha! Ha! Ha! Ha! Si ... fracassata! ...
Hoffmann si slancia e scompare sulla destra. Spa- TUTTI
lanzani e Coppélius si gettano I'uno contro I'altro e
si azzuflano. Un automa!
SPALANZANI IL CORO
Mascalzone Ha! Ha! Ha! Ha!
ATTO TERZO
ANTONIA
A Monaco. casa Crespel.
Una camera ammobiliata in modo molto strambo. A destra. un clavicembalo. A sinistra divani e poltrone.
Violini appesi ai muri. In fondo. due porte dangolo. In primo piano. a sinistra. una finestra che forma una
rientranza e dà su un balcone. E il tramonto. Infondo. tra le due porte un grande ritratto di donna appeso alla
parete.
SCENA PRIMA CRESPEL
Là è il mio tormento. La tua cara mamma
ANTONIA, ,j davanti c~ovicemba~e o Ti ha lasciato la sua voce, lamenti inutili!
canta. La sento attraverso te. No ... no... te ne prego.
E fuggita, la tortorella.
E fuggita lontan da te!
Ah! ricordi troppo dolci! immagine troppo
crudele! ...
Ahime! in ginocchio davanti a me, lo sento, lo
vedo! ...
Scende in primo piano
E fuggita, la tortorella,
E fuggita lontan da te! ...
Ma rimane sempre fedele
E ti serba la sua fiducia.
Mio diletto, la mia voce ti chiama,
Tutto il mio cuore è tuo.
Si avvicina al clavicembalo e continua a cantare in
piedi. sfogliando la musica.
Caro fiore appena sbocciato,
per carità, rispondimi,
Tu che sai s'egli m'ama ancora,
S'egli mi serba la sua fiducia! ...
Mio diletto, la mia voce t'implora.
Che il tuo cuore venga a me! ...
Si lascia cadere sulla sedia che P davanti al clavicembalo.
SCENA I1
CRESPEL - ANTONIA
CRESPEL, entrando improvvisamente
e correndo verso Antonia.
ANTONI A, tristemente
La vostra Antonia non canterà più! ...
Esce lentamente.
SCENA I11
CRESPEL, solo.
Disperazione! ... Sino a poco fa
lo vedevo delle macchie di fuoco
Colorare il suo viso, mio Dio!
Perderò questa bimba che adoro?
Ah! quel Hoffmann ... E lui
Che ha gettato nel suo cuore questa malia ... Sono
fuggito
Fino a Monaco ...
SCENA IV
CRESPEL - FRANTZ.
CRESPEL
Tu. Frantz, non aprire a nessuno.
Bimba infelice, figlia adorata FRANTZ, fa finta d'uscire.
Mi avevi promesso di non più cantare.
Credete ...
ANTONI A
CRESPEL
Mia madre si è nanimata in me;
Al mio cuore, cantando, sembrava d'ascoltarla. Dove vai? ... FRANTZ Che mi manca, io penso ... FR ANZ, sorridendo Siamo fedeli all'amore!
Tra la la! Tra la la! Che le sue catene eterne
Vado a vedere se suonano. No! è il metodo. Molto bene! ... Quale gioia Custodiscano i nostri cuori,
Come avete detto ... Diamine! Non siamo tutti uguali. Per il signor Crespel! Vinciton anche del tempo.
Io canto in modo pietoso; Esce.
Ma danzo in modo grazioso,
CRESPEL Me lo dico senza complimenti.
ANTONIA
Perbacco! la danza è a mio favore, HOFFMANN, sedendosi davanti al clavicembalo Ah. Ho la felicità nell,anima!
Ho detto: non aprire a nessuno Il fascino mio maggiore è proprio quello, e accompa~nandosi.
E danzare non è facile.
Domani, sarò tua moglie!
Gridando
Tra la la! Tra la la!
Sposi felici,
A nessuno! Hai capito adesso? È una canzone d'amore
Bal/a - si ferma.
L'awenire è nostro!
Che vola via
Vicino alle donne la gobba
Ogni giorno, canzoni nuove!
Triste o folle
FRANTZ Non è ciò che mi danneggerebbe
Il tuo genio apre le sue ali!
A turno! ...
Tra la la! Tra la la! l mio canto vincitore
I Cade
E l'eco del tuo cuore!
Ah! Dio mio!
Non sono sordo! No! è il metodo. ANTONIA, entrando precipirosamente in scena.
HOFFMANN, sorridendo
Hoffmonn entra da/ fondo, sepito da Nicklausse. Hoffmann! ...
CRESPEL Tuttavia, fidanzata mia,
Posso esprimerti un pensiero
Bene! Va al diavolo! HOFFMANN, alzandosi P acco~liendo Anronia Chi mi turba mio malgrado?
SCENA VI nelle sue braccia. La musica m'inspira un po' di gelosia,
l Tu l'ami troppo!
I FRANTZ Antonia! ... FRANTZ - HOFFMANN - NICKLAUSSE.
Si, signore. la chiave sulla porta.
ANTON I A, sorridendo
HOFFMANN, appare alla porta del fondo.
NICKLAUSSE, a parte
Che strana fantasia!
CRESPEL Sono di troppo: buona sera. T'amo dunque per lei, o amo lei per te?
Frantz! ... È qui! Se ne va. Perché tu certamente non mi proibirai
Scende in scena, rocca la spalla di Frantz.
Gaglioffo, imbecille fatto e finito! Di cantare, come ha fatto mio padre?
In piedi. amico.
HOFFMANN
FRANTZ FRANTZ SCENA VI1
1 Siamo intesi. Eh? chi va là? Che dici? I Si alza sorpreso. HOFFMANN - ANTONIA
Signor Hoffmann! ANTONIA l CRESPEL
l
I ANTONIA Si, ora mio padre m'impone la virtù
r
Per Dio! HOFFMANN Del silenzio.
Ah! lo sapevo bene che mi amavi ancora! Vivacemente
Escono rapidamenre. Frantz va a chiudere la porta e Proprio io! Ebbene, Antonia? Vuoi ascoltarmi?
ridiscende.
HOFFMANN
FRANTZ
HOFFMANN, a parte
I1 mio cuore mi aveva ben detto che ero
SCENA V È uscito. signore. rimpianto! ... È strano! ... È dunque ...
Ma perché ci hanno separati?
ANTONIA, trascinandolo verso il clavicembalo.
FRANTZ, solo. HOFFM ANN, ridendo
ANTONIA Vieni qua, come un tempo,
Ebbene! Che cosa! Sempre in collera! Ha! ha! Ancora più sordo Ascolta, e vedrai se ho perso la voce.
Bizzarro! bisbetico! pieno di pretese! Dell'anno scorso? ... Lo ignoro.
Ah! ce ne vuole per accontentarlo
Per il suo denaro ... HOFFMANN
I
Giorno e notte io mi faccio in quattro, FRANTZ INSIEME
AI minimo cenno sto zitto, Come s'anima il tuo occhio e come trema la tua
E proprio come se cantassi! ... Il signore mi onora mano!
Non proprio, se cantassi, Sto bene, grazie al cielo. HOFFMANN
Dovrebbe attenuare il suo disprezzo.
Io canto solo raramente; Ah! Ho la felicità nell'anima! ANTONI A, facendolo sedere davanti
Ma cantare non è facile! HOFFMANN Domani tu sarai mia moglie. al clavicembalo e chinandosi sulla sua spalla
Tra la la! tra la la! Sposi felici
Non è la voce tuttavia Antonia! ... Su! ... fa che io la veda! L'awenire è nostro! Tieni, cantiamo insieme questo canto d'amore
24 25Canta accompagnata da Hoffmann.
E una canzone d'amore
Che vola via
Triste o folle
A turno;
E una canzone d'amore.
La rosa novella
Sorride alla primavera
Poverella! ... quanto a lungo
Vivrà?
SCENA VI11 MIRACLE Uno strano terrore
M'incatena a questo posto,
Ebbene! eccomi! sono proprio io. Ho paura.
Questo buon signor Crespel, gli voglio bene!
Ma dov'è?
CRESPEL, HOFFMANN nascosto, poi FRANTZ
CRESPEL. sedendosi sullo sgabello
CRESPEL, guardandosi artorno del clavicembalo.
No, niente! Ho creduto che Hoffmann fosse qui.
Possa essere a casa del diavolo!
Perbacco! Su, parla e sii breve!
Miracle continua a far gesti tla ipnorizzarore. La
porta della camera d'Antonio si apre lenramente.
Miracle.fafinta di prendere la mano di Antonia invisibile.
di accompagnarla ad una polrrona e di farla
sedere.
HOFFMANN, a porre.
Molte grazie.
MIRACLE
INSIEME
Ha! ha! ha! ha'
Stavo cercando la vostra Antonia!
Ebbene! E questo male ch'ella ereditò
Da sua madre! Progredisce sempre? Cara bellezza!
Noi ia guariremo. Accompagnatemi da lei.
È una canzone d'amore
Che vola via
Triste o folle
Di volta in volta.
E una canzone d'amore.
FRANTZ, entrando, a Crespel
Signore! M I RACLE, indicando una delle poltrone
e setlendosi sull'altra.
CRESPEL
CRESPEL
Che cosa?
HOFFMANN Vogliate sedervi là!
Per assassinarla! ... Se fai un passo.
Un raggio di fuoco Ti scaravento giù dalla finestra.
Adorna la tua bellezza.
Vedrai l'estate
Fiore dell'anima?
. CRESPEL
FRANTZ
Il Dottor Miracle
MIRACLE Sono seduto!
Ehi là! piano! Non voglio
Contrariarvi.
Avvicina una poltrona.
INSIEME MIRACLE, senza ri~pontlerea Crespe/.
Quanti anni avete, prego?
CRESPEL
È una canzone d'amore
Che vola via
Triste o folle
Di volta in volta
E una canzone d'amore
Antonia si porra la mano al cuore e sembra stia per
Furfante! ... Infame!
Chiudi subito la porta! CRESPEL
CRESPEL
Chi, io?
Che fai, traditore?
FRANTZ
svenire. Si, signore, medico ...
MIRACLE
MIRACLE
HOFFMANN Per scongiurare il pericolo.
Bisogna conoscerlo
Permettetemi d'interrogarla.
CRESPEL
Sto parlando a vostra figlia.
Che hai? Lui! Medico? no, per l'anima mia,
Un beccamorti, un assassino!
Che dopo la moglie mi ammazzerà la figlia.
Sento il tichettio dei suoi flaconi nell'ana.
Lo si scacci lontan da me.
HOFFMANN, a patte
ANTONIA, mettendosi la mano al cuore CRESPEL e HOFFMANN
Antonia?
Nulla La paura m'invade.
Improwisamente appare Miracle. Frantz scappa.
MIRACLE
HOFFMANN, ascoltando INSIEME
Quanti anni? ...
Ascolta
Vent'anni!
sss ! MIRACLE, la mano resa
verso la camera tPAnronia. SCENA IX
ANTONIA Gli stessi. MIRACLE Al mio potere vincente
Arrenditi di buon grado
Vicino a me, senza paura,
Vieni qui a sederti,
Vieni!
CRESPEL
Che?
Cielo! Mio padre!
Vieni! ... Vieni! ... MIRACLE
Ha! ha! ha! ha!
HOFFMANN MIRACLE
CRESPEL e HOFFMANN
No, svelerò questo mistero.
Si nasconde nella rienrranza della jìnestra. Crespe1
appare.
La primavera della vita! ...
Fa.finta di tastare il polso
Vediamo la mano! ... CRESPEL MIRACLE
La mano? ... Di cui bisognerebbe ...
MIRACLE, tirando fuori I'or~lo~qio. CRESPEL
Sss! Lasciatemi contare. Taci! Dio mi guardi
Dall'ascoltare i tuoi consigli, miserabile assassino!
HOFFMANN, a parte
MIRACLE
Mio Dio! ... sono vittima d'un sogno? ...
E questo un fantasma? Di cui bisognerebbe. tutte le mattine ...
MIRACLE INSIEME
Il polso è irregolare e forte, brutto sintomo!
Cantate! ... MIRACLE
CRESPEL, alzandosi
No, no, taci! ... non farla cantare! ...
Si sente In voce dAnronia.
Eh si! Vi sento!
Poco fa! un istante!
Dei flaconi! povero padre,
Ne sarete, spero,
Contento!
MIRACLE CRESPEL
Vedete. la sua fronte si anima e il suo sguardo Vattene! vattene! vattene!
s'illumina; Esci da casa mia, Satana!
Ella si porta la mano al cuore agitato. Abbi timore della collera
Fajinta, a sye.~tic.li se,~uireA ntonia. La porta della E del dolore di un padre!
camera si chiude bruscamente. Vattene!
CRESPEL HOFFMANN, a parte
Che dice? Alla morte che ti attende.
Io saprò, povera bimba,
Strapparti, lo spero
MIRACLE, alzandosi e mettendo a posto Ti burli invano d'un padre,
una delle poltrone. Satana!
Sarebbe un peccato, in verità,
Abbandonare alla morte una si bella preda! MIRACLE, continuanrlo sempre
con la stessa j7emrna.
Ah! Eccolo fuori e la mia porta è chiusa!
Siamo soli finalmente
Figlia mia adorata!
MIRACLE, rienrrando dal muro.
Di cui bisognerebbe tutte le mattine ...
CRESPEL
Ah! miserabile!
Vieni! ... Vieni! Che i flutti possano inghiottirti
Vedremo se il diavolo
Uscirne ti farà! ...
INSIEME
CRESPEL
Vattene! Vattene! Vattene!
Esci da casa mia, Satana!
Abbi tirmore della collera
E del dolore d'un padre.
Vattene!
HOFFMANN, a parte
Alla morte che ti attende,
Io saprò. povera bimba.
Strapparti, lo spero.
Ti burli invano d'un padre,
Satana!
MIRACLE
Di cui bisognerebbe ...
CRESPEL Di cui bisognerebbe ...
Taci! ...
Spin,qe indietro violenternrnte l'altra poltrona.
Vattene
CRESPEL
Vattene!
MIRACLE
Se volete accettare il mio aiuto. MIRACLE
Se volete salvare i suoi giorni,
Ho qua certi flaconi che tengo di riserva. Tutte le mattine ...
Tira fuori dalla tasca parecchiflaconi e li fa suonare
come nacchere.
CRESPEL
CRESPEL
Taci! ...
Vattene! ...
Spinrc fuori Miracle dalla porta del fondo e la
richiude.
CRESPEL
MIRACLE
Ogni mattina
CRESPEL
SCENA X
HOFFMANN solo, poi ANTONIA.
HOFFMANN, ridiscende in scena.
Non più cantare! Ahimé! Come ottenere da lei
Un simile sacrificio?
ANTONIA, appare
Ebbene?
Mio padre, che ha detto?
HOFFMANN
Non chiedermi niente,
Più tardi saprai tutto; una nuova strada
Si apre per noi, Antonia mia! ...
Per seguirvi i miei passi, scaccia dalla tua mente
Quei sogni del futuro, del successo e della gloria
Che il tuo cuore al mio confidò.
ANTONIA
Ma tu stesso?
HOFFMANN
L'amore entrambi ci invita,
Tutto ciò che non è te non è più niente per me.
ANTONIA
Prendi! Ecco la mia mano!
HOFFMANN
Ah! cara Antonia! Potrò mai ricompensare
Tutto ciò che fai per me?
Le bacia la mano.
Tuo padre forse sta
Per tornare, ti lascio ... a domani!
ANTONIA
Vattene! A domani!
Sepe Miracle che esce a ritroso facendo suonare i
suoi flnconi. Hoffmann esce - Antonia lo guarda mentre s'allon-
Scompaiono insieme. tana. Dopo un momento. ridiscende in scena. SCENA XI Ho giurato d'essere sua, il mio Diletto m'attende,
Non mi appartengo più e non posso riprendermi;
E ancora poco fa, sul suo cuore adorato,
Quale eterno amore non m'ha egli giurato! ...
Chi mi salverà dal demonio, chi da me stessa? ...
Madre mia! Oh madre mia! ... io l'amo! ...
Cade pian~endo vicino al clailicembalo.
ANTONIA, alzandosi
Madre mia!
ANTONI A
Cedo all'impulso che mi ubriaca!
Quale fiamma abbaglia i miei occhi! ...
Un solo momento ancora di vita,
E la mia anima se ne vola in cielo!
ANTONIA. poi MIRACLE
IL FANTASMA
ANTONIA, andando ad aprire Antonia!
una delle porte larerali. INSIEME
MIRACLE riappare dietro Antonia.
Di mio padre facilmente s'è fatto complice!
Suwia, le lacrime sono superflue,
L'ho promesso, non canterò più.
Si lascia cadere sulla poltrona.
MIRACLE
Tua madre? ... Osi tu invocarla? ... IL FANTASMA
Tua madre? Ma non è forse lei
Che parla attraverso la mia voce, oh ingrata, e ti
ricorda
lo splendore del suo nome che tu vuoi rinnegare?
Riprendi con lei! ...
Alferra un violino e suona in modo quasifurioso. Bambina mia cara che io chiamo
ecc.
MIRACLE, venendo fuori improvvisamente
dietro di lei e chinandosi verso il suo orecchio.
INSIEME
Il rirrarro s'illumina e sembra animarsi. È il fantasma
della madre che appare al posto del dipinto
Ascolta! ...
ANTONIA
Tu non canterai più? Sai quale sacrificio
S'impone la tua giovinezza, e l'hai valutato?
La grazia, la bellezza, il talento, dono sacro
Tutti questi beni che il cielo ti ha parimenti
elargito,
Bisogna forse nasconderli nell'ombra di casa?
Non hai sentito, in un sogno superbo,
Come una foresta scossa dal vento,
Quel dolce fremito della folla frettolosa
Che mormora il tuo nome e ti segue con lo
sguardo?
Ecco l'ardente gioia e i'eterna festa
Che i tuoi vent'anni in fiore stanno per
abbandonare,
Per i piaceri domestici ai quali ti si vuole
incatenare
Per dei marmocchi che ti renderanno meno bella!
È mia madre, è lei,
Sento la sua voce
Ah!
Cade morente sul divano. Miracle sprofonda in terra
scoppiando a ridere. Il fantasma scompare e il
quadro riprende il suo aspetto.
ANTONI A
Si. il suo spirito mi chiama
Come un tempo
E mia madre, è lei
Sento la sua voce!
LA VOCE
Antonia!
ANTONIA
IL FANTASMA
Dio! ... mia madre! mia madre! SCENA XII
Bambina mia cara che io chiamo
Come un tempo,
E tua madre, è lei,
Ascolta la sua voce!
INSIEME
ANTONIA. CRESPEL, poi HOFFMANN,
IL FANTASMA NICKLAUSSE. MIRACLE e FRANTZ.
Bambina mia cara che io chiamo
Come un tempo,
E tua madre, è lei,
Ascolta la sua voce!
ANTONI A
No! basta! ... Non reggo più!
CRESPEL, accorrendo.
La mia bambina! ... mia figlia! ... Antonia! ...
ANTONIA, senza voltarsi
Ah! Che voce è mai questa che mi turba l'anima?
E l'inferno che parla o Dio che mi awerte?
No, no, non può essere là la felicità, voce
maledetta,
E contro la mia vanità il mio amore s'è armato;
La gloria non vale certo l'ombra felice dove
m'invita
La dimora del mio Beneamato.
MIRACLE
Ancora
ANTONIA
ANTONIA, morente
Mia madre!
Padre m@! ...
Sentite! E mia madre
Che mi chiama! ... E lui ... di ritorno ...
E una canzone d'amore ...
Che vola via
Triste o folle ...
Muore
ANTONIA
Non voglio più cantare.
MIRACLE
Si! si! è la sua voce, la senti?
La sua voce, miglior consigliera,
Che ti trasmette un talento che il mondo ha
perduto!
MIRACLE
MIRACLE
Ancora!
Che è amore è mai il vostro?
Hoffmann ti sacrifica alla sua brutalità;
Di te non ama che la bellezza,
E per lui, come per gli altri,
Verrà presto il momento dell'infedeltà! ...
Scompare
CRESPEL
IL FANTASMA No! ... una parola sola! ... una sola! ... Figlia mia ...
parlami.
Parlami su! ... Morte odiosa! ...
No! ... pietà! ... per favore! ... Allontanati!
ANTONIA
Quale ardore mi trascina e mi divora?
Antonia!
ANTONI A, alzandosi. MIRACLE
HOFFMANN, entrando precipitosamenre.
Perché queste grida?
3 1CRESPEL HOFFMANN, a .Nicklausse ATTO QUARTO
Hoffmann! ... ah! miserabile!
Sei stato tu ad ucciderla! ...
Presto! ... dà l'allarme! ...
Un medico! ... un medico! ...
HOFFM ANN. correndo (la Antonia MIRACLE, comparendo
Antonia! ... Presente!
S'aiwicina ad Antonia e le tasta il pol.~o.
Morta!
CRESPEL, correndo sconi,olto.
Del sangue! CRESPEL. sconi~olto.
Per dar colore alle sue guance! ... Un'arma,
Un coltello! ... Ah! Dio. bambina mia! figlia mia!
Prende un coltello sul tavolo e sta per slanciarsi
contro Hoffmann.
HOFFM ANN, disperare
NICKLAUSSE, entrando in scena Antonia!
e trattenendo Crespel.
Franr: h entrato per ultimo e s'è inginocchiato vici-
Infelice! ... no ad Antonia.
GIULIETTA
A Venezia. Galleria delle~festein un palazzo che si affaccia sul Canal Grande. Sul fondo acqua abbastanza
alta per le gondole. Balaustre, scale. lampioni. lampadari. cuscini. fiori.
Porte larerali in primo piano. più in fondo grandi porte o arcate: da queste si accede ad altre gallerie.
SCENA PRIMA
HOFFMANN - PITICHINACCIO
Giovanotti e Signorine - Lacché
poi GIULIETTA e NICKLAUSSE.
Gli ospiti di Giulierta sono riuniti in gruppetti, alcuni
in piedi altri accovacciati su cuscini.
Quadro brillante e molto animato.
BARCAROLA
CANTO DI BACCO
Amici! ... l'amore tenero e sognatore
Errore!
L'amore nel baccano e nel vino
Divino!
Quando d'un bruciante desiderio
I1 vostro cuore s'infiamma
Alla febbre del piacere
Consumate la vostra anima!
Slanci d'amore,
Durate un giorno!
Al diavolo chi piange,
Per due occhi belli!
A noi la miglior sbronza
Di canti gioiosi!
Viviamo un'ora
Nei cieli!
GIULIETTA e NICKLAUSSE, dietro le quinte.
IL CORO
Bella notte, oh notte d'amore,
Sorridi alla nostra ebbrezza,
Notte più dolce del giorno,
Oh bella notte d'amore!
Il tempo fugge e per sempre
Si porta via le nostre carezze!
Lontano da questa felice dimora
I1 tempo fugge senza ritorno.
Zefiri ardenti
Riversateci le vostre carezze;
Zefiri ardenti
Regalateci i vostri baci.
Bella notte, oh notte d'amore,
Sorridi alla nostra ebbrezza,
Notte più dolce del giorno,
Oh bella notte d'amore!
Giulierta e Nicklausse entrano in scena. venendo lentamente
dalla galleria del .fondo.
Al diavolo chi piange
Per due occhi belli!
A noi la miglior sbronza
Di canti gioiosi!
Viviamo un'ora
Nei cieli
HOFFMANN
Il cielo ti presta il suo chiarore
Bellezza,
Ma voi nascondete, oh cuori di ferro,
L'inferno!
Felicità del paradiso,
Dove l'amore invita,
Giuramenti, speranze maledette,
Sogni della vita!
Oh castità!
Oh purezza!
Mentite!
HOFFMANN
IL CORO
Povero me, non c'è, perdinci! ciò che m'incanta!
Ai piedi della bellezza che viene ad inebriarci
I1 piacere deve sospirare?
No! ... il riso sulla bocca, ascoltate come canta!
Giulietta si siede. a destra, e poco a poco si sdraia
SUI divano ascoltante Hoffmann.
Al diavolo chi piange
Per due occhi belli!
A noi la miglior sbronza
Di canti gioiosi!
Viviamo un'ora
Nei cieli. SCENA I1 SCHLEMIL, prendentlo la mano di Giulietta
che cerca cli calmarlo.
NICKLAUSSE DAPERTUTTO
Si!
I1 suo riflesso! ... Dubiti forse
Della forza dei tuoi occhi?
Andiamo!
Gli Stessi, SCHLEMIL, poi DAPERTUTTO. Per tutti i diavoli! Escono.
DAPERTUTTO. solo
GIULIETTA, qpli invirari
Al gioco, signori, al gioco!
SCHLEMIL, entrando in scena. GIULIETTA
Vedo che siete in festa. Benissimo, signora!
Andate! ... per gareggiare
Gli occhi di Giulietta sono un'arma sicura.
Fu inevitabile che Schlemil soccombesse.
Fede di diavolo e di capitano!
Tu farai come lui.
Voglio che Giulietta ti streghi oggi stesso.
Si toglie dal (filo un anello con un ,grosso diamante e
lo fa scintillare.
No.
DAPERTUTTO
GIULIETTA IL CORO
Come! ... Ma io vi ho pianto per ben tre giorni.
Chi lo sa? Forse il tuo Hoffmann sogna meglio
Con asprezza
Si, ero là, prima, ad ascoltare,
Con ironia
Egli ti sfida ...
AI gioco! al gioco!
Tiari escono. tranne Nicklausse e Hoffmann.
PITICHINACCIO
Diamine!
CANZONE
Gira. gira specchio che attiri l'allodola, GIULIETTA
Scintilla, diamante. affascinala. lusingala ...
L'allodola o la donna
Verso questa lunsinga irresistibile
SCENA I11
Hoffmann? ... sta bene! ... da oggi
SCHLEMI L. a Pitichinaccio ne farò il mio giocattolo.
Aborto!
HOFFMANN. NICKLAUSSE.
vanno con l'ala o col cuore;
L'una ci lascia la vita e l'altra ci perde l'anima.
Gira, gira, specchio che attiri l'allodola,
Scintilla, diamante, affascinala, lusingala.
Hoffmann entra
NICKLAUSSE. a Hoffmann.
DAPERTUTTO
PITICHINACCIO
Olà!
Una parola! ... Ho due cavalli sellati; al primo
sogno
In cui il mio Hoffmann perderà la testa, io lo
porterò via.
Appare Giulietta che s'a~~i~icicnoam. e affascinata. al
diamante che Dapcrrurro rende verso di lei.
È lui!
Dapertutto esce dopo aver baciaro la mano di
Giulietta.
GIULIETTA, calmandoli
Calmatevi! HOFFMANN SCENA IV
Abbiamo tra noi un poeta straniero.
Presentantlo Hqffmann
Hoffmann!
SCENA V
E quali sogni, mai, potrevvero essere generati
Da simili realtà!
Si può amare una cortigiana? ...
DAPERTUTTO, GIULIETTA.
GIULIETTA - HOFFMANN.
Hqffmann attraversa la scena, saluta Giulietta e fa
jinta di allontanarsi.
DAPERTUTTO, infilnndo l'anello
al dito di Giulietta.
SCHLEMIL, scorresemenre
Signore!
NICKLAUSSE
Questo Schlemil, però ... Caro Angelo! GIULIETTA, a Hoffmann
HOFFMANN, ironico Voi mi lasciate?
Signore!
GIULIETTA
HOFFMANN
Che vi aspettate dalla vostra serva? HOFFMANN, beffardo
Io non sono Schlemil
GIULIETTA, a Schlemil Ho perso tutto ...
DAPERTUTTO
NICKLAUSSE
Stacci attento. il diavolo è furbo.
Sorrideteci, di grazia.
E venite a prender posto
Al faraone! ( Bene. mi hai capito,
Abile tra tutte a sedurre i cuori,
Mi hai già donato
L'ombra di Schlemil! Io muto
i miei piaceri e ti prego
di farmi avere oggi
Il riflesso di Hoffmann!
GIULIETTA
Cosa! ... anche voi! ...
Ah! voi mi offendete
Senza pietà, né misericordia.
Andatevene! ... Andatevene! ...
Daperrutro appare sul .fon(lo.
IL CORO
Evviva! Al faraone! HOFFMANN
Giulietta. dopo aver invitato rutri. con un gesto. a HOFFMANN
se~quirla nella sala da gioco: si dirige verso I'uscira.
Hqffmann s'avvicina per offrire la sua mano a Giulietta.
Schlemil inrerviene prontamente.
Suppongo di si,
Se me la fa amare, acconsento che mi faccia
dannare. - -
Andiamo!
GIULIETTA
Le tue lacrime ti hanno tradita.
Cosa! Il suo riflesso! Ah! Io t'amo ... a costo della mia vita. DUETTO GIULIETTA
GIULIETTA. a Hoffmann INSIEME
Silenzio!
piano
Ti amo, lui ha la mia chiave.
Nel mio cuore. Sono io che ti supplico,
GIULIETTA Hoffmann, esaudisci i miei desideri! HOFFMANN
Ahimé! il mio cuore si smarrisce ancora,
I miei sensi si lasciano infiammare.
Maledetto l'amore che mi divora,
La mia mente non può placarsi.
Sotto questa fronte chiara come un'aurora
L'inferno stesso viene ad inebriarmi.
La odio e l'adoro
Voglio morire d'un suo bacio.
Ah, infelice, ma tu dunque non sai
Che un'ora, che un momento possono esserti
funesti?
Che il mio amore ti perderà per sempre se resti?
Che Schlemil stasera si può scaraventare nelle mie
braccia?
Non respingere la mia preghiera,
Ti appartiene la mia vita intera
Ovunque ti prometto accompagnerb i tuoi passi.
HOFFMANN
I1 mio riflesso?
PITICHINACCIO, a Schlemil.
Ammazziamolo.
SCHLEMIL
Pazienza.
GIULIETTA
Il tuo riflesso. Si, senno o follia,
Io l'attendo, io lo voglio!
HOFFMANN DAPERTUTTO, ar~ricinan(1osai Hoffmann.
Come siete pallido!
GIULIETTA
Oh Dio! Di quale ebbrezza inebri I'anima mia? INSIEME
Come un concerto divino la tua voce mi ha
pervaso;
Da un fuoco dolce e ardente il mio essere è
divorato;
Il tuo sguardo nel mio ha diffuso il suo ardore,
Come astro radioso,
E io sento, oh mia adorata,
Il tuo alito profumato passare
Sulle mie labbra e sui miei occhi.
Mio bel Hoffmann, io vi adoro,
Ma non ho il coraggio di rifiutare
Questo diamante dallo scintillio d'aurora
Che non mi costa che un bacio.
Poiché io sono donna e adoro
Ciò che mi fa ancor più bella
Per sedurvi!
Poeta, dovetc calmarvi.
HOFFMANN HOFFMANN
Estasi! ebbrezza inappagata, lo!
strano e dolce terrore!
Il mio nflesso, la mia anima e la mia vita,
per te, sempre per te! DAPERTUTTO, por~penc10,qIui no specchio
Piuttosto, guardatevi!
GIULIETTA DAPERTUTTO e PITICHINACCIO.
GIULIETTA HOFFMANN, stupito. ,puardandosi allo specchio.
Cielo!
Se la tua presenza mi manda in estasi,
voglio conservare di te
Il riflesso, l'anima e la vita,
amico mio, donamele!
Povero Hoffmann, l'amore ancora
Viene invano ad infiammarti;
La bella dallo sguardo d'aurora
Ci ha venduto il suo bacio.
Poiché la "civetta" adora se stessa;
Un gioiello che può farla diventare
Ancor più bella e sedurci
Per lei può ben valere un bacio.
Oggi, poi, rinsalda il mio coraggio
Lasciandomi qualcosa di te!
NICKLAUSSE, a Hqffmann
Cosa?
HOFFMANN
Cosa intendi dire?
SCENA VI
GIULIETTA HOFFMANN. con una sorta di terrore.
Gli Stessi, SCHLEMIL, DAPERTUTTO, SCHLEMIL, impu,qnando I'elsa della sua spada.
NICKLAUSSE, PITICHINACCIO.
Ascolta, e non ridere di me.
Ella cinge Hoffmann con le sue braccia e prende
uno specchio che è sul tavolo.
Ciò che voglio, è la tua vera immagine
Che riproduca i tuoi tratti, il tuo sguardo, il tuo
viso,
I1 riflesso che tu vedi allungarsi sul mio.
Il mio riflesso!
Correndo a due frandi specchi alternativamente.
Ho perso il mio riflesso!
Questo poeta che detesto
Avrà presto il suo bacio
Senza questa spada lucente e risonante
Che io so molto ben usare.
Un folle amore ti divora?
Son qua per rasserenarti
Tu pretendi di essere molto amato
Va bene. parliamone.
GIULIETTA, vivacemente
Schlemil! NICKLAUSSE. indicando ironicamente Giulietta.
Entra Schlemil seguito da Nicklausse. Dapertutto, Per la Signora.
HOFFMANN Pirichinaccio e qualche altro invitato.
Tutti, tranne Hoffmann e Nicklau~~rei.d endo con
Che! il mio nflesso! Che follia! voce sofocata.
SCHLEMIL NICKLAUSSE e IL CORO Ha! ha! ha! guardate il suo terrore.
GIULIETTA Ne ero sicuro! Insieme!
Risale. rivolrendosi agfi invitati.
Venite, signori, venite,
E per Hoffmann, a quanto pare,
Che noi veniamo trascurati.
Risa ironiche.
.4himé! Il suo cuore s'infiamma ancora!
Da lei si è lasciato sedurre.
L'amore lo brucia e lo divora
No! ... perché può staccarsi NICKLAUSSE
dal lucido specchio
Per venire interamente a nascondersi nel mio
cuore.
Niente potrà placarlo
La perfida ch'egli adora
Prende i cuori per spezzarli.
Fuggi la bella dalla fronte d'aurora,
Si muore. infatti, d'un suo bacio.
Ah! vieni. fuggiamo da questi luoghi dove tu
perderai l'anima.
HOFFMANN. sperduto
No! no!, io l'amo. Lasciami!
HOFFMANN HOFFMANN, quasi parlato
Si ode un canto di gondolieri. FINALE HOFFM ANN, prendendo la spada* EPILOGO
Grazie!
GIULIETTA STELLA
IL CORO, nel retroscena
Ascoltate, signori, che si chiude al calare del sipario.
Ecco le gondole,
L'ora delle barcarole
E quella degli addii!
Bella notte, oh notte d'amore!
Sorridi alle nostre ebbrezze?
Notte più dolce del giorno,
Oh bella notte d'amore!
Stessa scena del primo atto. HOFFMANN, furioso. rompendo il bicchiere.
Schlemil riconduce gli invitati sino al fondo della Ancora una aro la e sul mio onore
scena. Giulietra esce dalla porta di sinistra dopo
aver gettato un ultimo sguardo a Hoffmann che la
segue con gli occhi.
Dapertutto rimane sul fondo della scena. Nicklausse,
vedendo che Hofimann non lo segue, ritorna da
lui e gli tocca la spalla.
SCENA PRIMA
Ti mando in frantumi come questo! ...
Hoffmann e Schlemil si battono: dopo alcuni passi,
Schlemil è ferito a morte, e cade. Hoffmann getta
la sua spada. si china sul corpo di Schlemil e gli
prende una piccola chiave che aveva appesa al collo.
Hoffmann si slancia verso l'appartamento di
Giulietta. Pirichinaccio guarda Schlemil con curiosità
e si assicura che sia morto. Dapertutto raccoglie
tranquillamente la sua spada e la rimette nel
fodero. poi risale verso la aqalleria...
Giulietta appare su di una gondola; nello stesso
momento rientra Hqffmann.
NICKLAUSSE
HOFFMANN, NICKLAUSSE, LINDORF, Io, il tuo Mentore? Grazie! ...
NATHANAEL, HERMANN, WILHELM,
WOLFRAMM, LUTHER.
NICKLAUSSE Gli Studenti. HOFFMANN
Vieni?
Ritroviamo tuttiglistudentinellastess~posili~inn ~ Ah! sono pazzo! ... A noi la vertigine divina
cui li abbiamo lasciati alla fine del primo arto. Dei fumi dell'alcol, della birra e del vino!
A noi la sbornia e la pazzia,
Il nulla che fa dimenticare.
HOFFMANN
HOFFMANN
Non ancora. HOFFMANN*
NICKLAUSSE Ecco quale fu la storia
Dei miei amori
Il cui ricordo
Nel mio cuore per sempre resterà.
Nessuno ... IL CORO
Perché?
Bene, capisco! Addio!
a parte
Ma veglierò su di te.
Saluta Schlemil ed esce.
Diamo fuoco al punch! ... Ubriachiamoci!
E che i più folli
Rotolino sotto il tavolo.
Luther è un brav'uomo.
Tire lan laire, tire la la!
Domani lo accopperemo
Tire lan laire, tire la la!
D'un buontempone è la sua cantina,
Tire lan laire, tire la la!
Domani la saccheggeremo!
Tire lan laire, tire la la!
Fino al mattino
Riempi il mio bicchiere,
Fino al mattino
Riempi i boccali
GIULIETTA, ridendo*
Ah!, ah!, ah! ...
Hoffmann si volta verso Giulietta e la guarda con
stupore.
LUTHER, entrando
Un grande successo, acclamiamo
DAPERTUTTO, a Giulietta* La nostra "prima donna"
SCHLEMIL*
Che aspettate, signore?
Ed ora che te ne fai?
LINDORF, o parte
GIULIETTA* Non è più da temere. .. a me la "diva"!
HOFFMANN* Se ne va alla chetichella.
Te lo lascio!
Che voi mi diate una certa chiave che ho giurato
d'avere. NATHANAEL
Che ha Stella in comune?
Gli studenti passano tumultuosamente nella sala acPITICHINACCIO,
entra nella gondola* canto. Hoffmann rimane come colpito dallo stupore.
SCHLEMIL*
Caro angelo!
Non avrete questa chiave, signore, che con la mia Giulietta lo prende tra le sue braccia.
vita! NICKLAUSSE, alzandosi SCENA I1
HOFFM ANN, rendendosi conto
di tutta l'infamia di Giulietta*
Ah, capisco! tre drammi in un dramma
Olympia ... Antonia ... Giulietta ...
Non sono che la stessa donna
Stella!
HOFFMANN*
HOFFMANN - LA MUSA
LA MUSA, apparendo
Avrò dunque l'una e l'altra.
Sciagurata!
SCHLEMIL*
IL CORO
La Stella!
Ed io? Io, la fedele amica
La cui mano asciugò i tuoi occhi?
Per la quale il dolore assopito
Si effonde in sogno nel cielo?
Non sono nulla? Che in te la
Tempesta delle passioni possa placarsi!
Non esiste più l'uomo; rinasci poeta!
Io ti amo, Hoffmann! sii mio! Nella serenità sorridi alle tue pene,
La Musa addolcirà la tua sofferenza benedetta,
Si è grandi per l'amore e ancor di più per il pianto!
Sparisce
HOFFMANN, solo
O Dio! di quale ebbrezza infiammi tu l'anima mia,
Come un concerto divino la tua voce mi ha
pervaso
Da un fuoco dolce e bruciante il mio essere è
divorato
Il tuo sguardo nel mio ha diffuso il suo ardore,
Come astro radioso
E io sento, oh Musa amata.
Il tuo alito profumato passare
Sulle mie labbra e sui miei occhi.
Cade, il viso su di un tavolo.
No! ... ubriaco fradicio! ... Troppo tardi, signora!
LINDORF
Perbacco!
NICKLAUSSE
Guardate, ecco il consigliere Lindorf che vi aspetta.
Stella prende il suo mantello dalle mani GAndrès e
se lo getta sulle spalle; poi s'appoggia al braccio di
Lindor- si ferma dopo qualche passo per guardare
Hoffmann, strappa un fiore dal suo "houquet " e lo
getta ai suoi piedi.
Hoffmann la segue con uno spardo stupito.
Durante questa scena muta, gli studenti cantano battendo
rumorosamente i boccali sul tavolo.
SCENA I11
IL CORO
HOFFMANN - STELLA - LINDORF
NICKLAUSSE
Gli Studenti
STELLA, andaado verso Hoffmann
Hoffmann addormentato! ...
Fino al mattino
Riempi il mio bicchiere!
Fino al mattino
Riempi i boccali!
F I N E
 

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