Monday, February 2, 2015

IOLANDA: dramma lirico in un atto -- LIBRETTO

Speranza

Iolanda; ossia, la figlia del re Renato: opera lirica in un atto

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Parte I.

Scena I

MARTA: Amata Iolanda, sei stanca?

IOLANTA: Se sono stanca? Io stessa non lo so. Senti, vecchia amica.

MARTA: Parla, cara.

IOLANTA: Io sento in cuore un arcano desiderio. Di che? Vorrei ben saperlo. Papà, tu, Marta, voi, fide amiche, mi amate di un amore senza fine, d'un amore che mi bea l'esistenza, di un amore che io sento che giammai saprò ricambiare.

MARTA: Ciò si spiega -- è nostro dovere!

IOLANTA: No, non dir questo, non dirlo a me. Poi. Senti, Marta, quest'angoscia che mi grava sul cuore. Cos'è mai? un'agonia?

MARTA: Iolanda, Iolanda, non dir questo.

IOLANTA: Vieni qua. Così.. Più presso a me. Ancora più vicino. Tu piangi. Perché?

MARTA: Potrei restare indifferente se tu piangi?!..

IOLANTA: Marta, sì, io piango ed io sento, toccando le tue ciglia, che tu piangi insieme a me. Ma io non te lo dissi coi singulti, tu non toccasti le mie ciglia. Come, dunque, t'accorgesti ch'io piango? Qui c'è un mistero che mi si vuol celare.

MARTA: Ma no, no. Nulla, nulla.

BRIGIDA: Marta piange perché l'ha commossa la musica.

MARTA: Ah sì. Che mesta cantilena. Vi prego. Cessate.

LAURA: Sciogliamo dei canti più lieti. A noi.

IOLANDA: No, grazie. Vi sono davvero gratissima. Gentile pensiero è il vostro. Pur. Vi pregherei. Per ora basta. Più tardi, quando il sole sarà scomparso dal cielo, tornerete a rallegrarmi coi vostri concerti.

BRIGIDA E LAURA: E allora che vuoi? Vuoi girar il fuso?

LE ANCELLE: Vuoi un bel racconto?

IOLANTA: No, nulla, nulla per ora. Veramente mi sento stanca. Coglietemi dei fiori, ne farò dei mazzolini, ed il blando olezzare dei loro pistilli spero che mi largirà il sopore. Ho trascorso insonne tutta la notte. La natura ci concesse gli occhi solo per lacrimare, non è vero, Marta? Perché mai nell'albor della vita non conobbi le febbri del dolore? Perché allora sognavo beata fra i concenti e gli olezzi dei fiori? In aprile, quando udivo gorgheggiare gli uccelli fra i boschetti fruscianti, il mio cuore si schiudeva alla gioia e danzavo fra balde canzoni. Ora dal seno del bosco sconvolto sento uscire sospiri e lamenti, gli uccelli trasvolano muti, geme il lago con voce d'avello. Perché adesso desidero esser sola, mentre prima cercavo il frastuono?... dimmi, perché sento il cuore che si spezza quando ascolto cantar l'usignolo? Perché? Dillo tu perché. Perché mai? Dimmelo, Marta.

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Scena II

MARTA: Cara, non tormentarti e rasserena lo spirito, smetti i lamenti non giusti. Dio ti potrebbe punire!

BRIGIDA, LAURA, MARTA E ANCELLE (CORO DEI FIORI): Noi ti rechiamo il candore dei gigli, l'olezzo delle rose, delle viole, dei giacinti - ti rechiamo le gemme dell'aprile, i sorrisi imbalsamati della terra e del mare. Oh come sono leggiadri. Oh come sono smaglianti. Possano questi fiori beati coi loro profumi, possano l'anima tua guidare fra visioni celesti, possano cullare il tuo pensiero come l'onda del mare azzurro, possano espandere nel tuo spirito tutte le fragranze del maggio.

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Scena III

IOLANTA: Brigida, sei tu?

LAURA: No, sono Laura.

IOLANTA: Gentili amiche, grazie di cuore. Perché, perché tanto amore per me? Come potrò ricambiare sì dolce affetto?

BRIGIDA: Siamo noi che ricambiamo il tuo.

LAURA: Affetto vuole affetto...

IOLANTA: Dov'è Marta?

MARTA: Sono qui, mia cara.

IOLANTA: Senti. Vieni qua. Siediti. Deh lascia ch'io reclini, come un dì, il capo affaticato sul tuo seno, e tu intonami quel cantico sì languido. A noi! voi pure cantate con me.

MARTA: A noi! cantate con me...

IOLANTA: No, tu sola...

BRIGIDA: E noi?...

LAURA: E noi?...

BRIGIDA: Noi pure cantiamo.

LAURA: Noi pure danziamo...

BRIGIDA, MARTA, LAURA E ANCELLE: Dormi, e i cherubini dispieghino l'ali d'oro su di te - l'ali come ventaglio muovano sul tuo bianco seno! Dormi e sogna il cielo! - Dormi, e un angelo ti dischiuda la visione del cielo e dal cielo discenda su di tè la benedizione del Signore recandoti gioia, pace, sogni soavi - dormi e sogna... sogna il cielo.

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Scena IV

BERTRAMO: Il corno squilla!... Chi viene questa volta? Che vuole costui?... - Spavaldo, indietro! Chi entra in questo chiostro rischia la vita! Torna indietro...

ALMERICO: Vengo per ordine del sovrano! - Chiedo di compiere la mia missione...

BERTRAMO: Il nostro Re, allor che manda messaggeri, si serve sempre del suo scudiero, di Sir Raoul, fedele amico mio!

ALMERICO: Sappilo allora: Raoul, buon vecchio, è morto...

BERTRAMO: È morto?!... Povero amico! ne mi fu dato baciarti un'ultima volta!... Che Dio misericordioso abbia pietà di tè! - Tu, chi sei, dunque?...

ALMERICO: Il suo successore: eccoti l'editto del sovrano col suo sigillo...

BERTRAMO: Riconosco l'editto regale con l'augusta firma: entra pure!

ALMERICO: Fatato ostello!... Ma dimmi dove sono! - Parla, prima che ti sveli l'ordine del Re, che presto verrà qui insieme ad un Dottore Mauritano; affrettati a dirmi dove sono - dimmi qual fata regna in tanto vago recesso, vero nido d'amore...

BERTRAMO: La figlia di re Renato, la cieca Iolanta, fidanzata al duca di Borgogna, Roberto.

ALMERICO: Cieca la figlia del Re?

BERTRAMO: Purtroppo: nata cieca!

ALMERICO: Ma non dicon ch'ella viva in Spagna, nel convento delle Suore dell'Ordine di Santa Chiara?

BERTRAMO: No, non in Spagna. Ella vive qui, con Marta, mia sposa. Il Re vuole che, celata a tutti, ella viva in questo castello.

ALMERICO: E ciò perché mai?

BERTRAMO: Perché il Re vuole che, finché non sia guarita, la sua disgrazia rimanga ignorata dal suo promesso sposo. (Entra Marta). Almerico, lo scudiere del sovrano! Ei qui precede il suo signore; ci reca la notizia che il sovrano verrà fra noi in compagnia d'un dottore mauritano.

MARTA: Conosce già la disgrazia di Iolanda?

BERTRAMO: Gli ho detto tutto adesso adesso.

MARTA: Sappiate bene che la poveretta ignora appieno l'orrore della cecità e nessun profano le deve mai parlare del sole che a noi risplende e ci ravviva - eppoi dovete ben guardarvi dal nominare suo padre come monarca. Il sovrano per lei non è che 'il cavalier Renato' e nulla più; ciò per desiderio del Re medesimo.

ALMERICO: Tal desiderio sarà per me comando.

BELTRAMO: Il corno squilla! questo è il segnale del Re!

IL RE: Vecchio sapiente, eccoci nell'asilo della povera mia figlia lolanta. Già tutto ormai t'è noto; nel tuo sapere ripongo la mia ultima speranza.

IL DOTTORE: Ma dov'è Iolanda? bisogna che io la veda.

MARTA: Or ora ella s'è assopita, affranta nel meriggio afoso...

IL DOTTORE: Meglio così, perché più tranquillamente nel sonno la potrò studiare.

IL RE: Marta e Bertramo, guidate il Dottore nella sua stanza. Con ansia attendo il tuo responso...

IL DOTTORE: Possente è Allah! in lui confido, o Re!

ARIOSO DEL RE: Che ne sarà? qual mai potere avrà la scienza sul suo male? Vedrà mia figlia il sole? Dovrò per sempre rassegnarmi? - L'uman potere non è che orgoglio!... Oh Dio, sii misericordioso! Se un dì io ho meritato il tuo sdegno, perché dovresti punire lei? Perché quest'angelo, o Signore deve soffrire per i miei peccati? Deh, fammi sperare; pentito invoco il tuo soccorso; io t'offro in dono tutto, potere regale, ricchezze, vita... Si compia il tuo volere, o Signore; si compia; io tutto soffrirò contento, benedicendo il tuo rigore! Mi vedi nella polvere prostrato... - tutto vada disperso al vento... - fai soffrire me... fammi morire, o Dio; ma dona a lei la luce, dona a lei l'ebbrezza santa dell'amore... Prostrato al suolo, Signore, grazia, grazia t'imploro, mio Signore!

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Scena V

(Rientra il Dottore)

IL RE: Il tuo volto oscuro è impenetrabile come la tua scienza, o dotto: nulla svela al mio sospiro anelante...

IL DOTTORE: La fede ti rincuori, o Re: possente è Allah!

IL RE
Onnipossente invero è Dio!...

IL DOTTORE
Ah no! aspetta di sapere ciò che è meglio. - Sì, mio sovrano, la guarigione è possibile; ma ad un patto...

IL RE
Parla: a quale patto mai? Prenditi, o dotto, i miei tesori, ma il sole alfine falle contemplare!

IL DOTTORE
Ella deve conoscere appieno la sua disgrazia.

IL RE
Sapere che è cieca? ...Ma tu m'accerti, che la sua guarigione sarà completa?...

IL DOTTORE
Allah mi soccorra: la scienza non può tutto: nulla posso accertare, ma è lecito sperare...

IL RE
Ed io, nell'incertezza, dovrei abbandonare mia figlia al dolore? Potrei disserrare nel suo petto l'uragano di una nuova verità che potrebbe turbare la sua ragione? Dottore spietato, non hai un cuore, non comprendi il dolore di un padre! Fu vana illusione la pia speranza!... non credo più alla scienza dell'uomo - addio...

IL DOTTORE (MONOLOGO DI IBN HAKIA)
Sta a te la decisione; ti prego, però, di riflettere bene; puoi accettare o rifiutare la mia proposta; ma devi seguire il mio ragionamento; ascolta. Vi sono nell'uomo due forze ben distinte, quella della carne, e quella dello spirito - l'una prende il sopravvento sull'altra, se non sa opporre resistenza: se non sa opporre una pressione essa la subisce inerte e vile. Ora, la facoltà del vedere non è soltanto propria del senso: quindi per dare luce agli occhi, non basta compulsar soltanto il senso, bisogna scrutare anche lo spirito, che del senso è la forza rivale. - Ora, quando lolanta acquisterà appieno l'intuizione di questa forza, allora potrà darsi, eccelso Sire, che codesta stessa forza dello spirito aiuti quella del senso nella vittoria sul male!

IL RE
Oh giusto Dio! Fin qui io vissi, dunque incosciente? Oh terribile dubbio...

IL DOTTORE
Ebbene, adesso ti è noto il mezzo; non è possibile sperar salute se l'ammalata, conscia del suo male, non senta in sé il desiderio di guarire. - Stasera ritornerò da te per sentire la suprema tua paterna decisione.

IL RE
Oh figlia mia!... farti soffrire?!... Ah no, non sarà; nessuno irradii il mondo tenebroso nel quale il fato volle seppellirla; ecco la mia risposta. - Dottore e padre... si respingono.

Parte seconda

Scena sesta

ROBERTO
Ma dove andiamo?... siamo perduti...

VAUDEMONT
Qui c'è una porta... Guarda...

ROBERTO
Ne sei certo?...

VAUDEMONT
Vieni dietro a me!
Sogno?... non è miraggio?... qui c'è un paradiso nell'inferno!...

ROBERTO
Ma leggi cos'è scritto qua: "O pellegrin, riprendi il tuo bordone! Chi entra in questo asilo rischia la propria vita".

VAUDEMONT
E tu che dici?... Ce n'andiamo?...

ROBERTO
L'incanto m'incanta qui.

VAUDEMONT
Seguimi.

ROBERTO
Mai più! Dio ci guardi dall'abbandonare quest'oasi, questo Eden! Or non m'attrae più la strada che va al chiostro fra sterpi e fra burroni... Eppoi, già siamo disorientati...

VAUDEMONT
E se qualcuno ci cogliesse, qui, di notte?

ROBERTO
Non lo temeremmo; col brando in pugno io l'affronterei, e penserei: avanti! sempre avanti!... per giungere a lolanta, pur di mettere fine a un malinteso, Ah! non m'è dato di parlare! E sì, che per trovarla vo' aggirandomi per boschi, selve, monti e piani.

VAUDEMONT
Il Re si lascerà commuovere e ti scioglierà dall'impegno. Dicono che sia tanto buono!

ROBERTO
Oh fosse vero! fosse vero!

VAUDEMONT
Devi sperare. Ma... e lei... non è pur bella?

ROBERTO
Chi? lolanta?

VAUDEMONT
Già!

ARIA DI ROBERTO
Bellezza fredda è lei! eppoi... allora conoscevo forse Matilde?... lolanta resti fra gli "Amen" del chiostro... Lasciamo i santi nelle loro cornici!...
Qual donna può mai con Matilde rivaleggiare, con l'onda fluente del suo crine, col raggio stellante del suo sguardo divino? M'appare, e subito sento fluire nel sangue un'ebbrezza radiante qual sole di voluttà! Quando sorride, nell'estasi ardente, il ciel mi si schiude all'ebbro pensiero, e quando qual zeffìro trasvola leggera, lo spirito la segue in muta visione!... Oh bocca, schiuditi al sospiro dell'amore, o seno, discingi quell'invido velo, donami l'ebbrezza, l'ebbrezza celeste - nei sogni più dolci l'errante pensiero si culli, deliri, languendo di baci nel molle sopore...

ROMANZA DI VAUDEMONT
No! Il fascino delle carezze di una bellezza ribelle non mi dice nulla, uno sguardo languido non sveglia in me la dolce passione. No! L'amore dorme dentro di me sognando nella pace notturna. E sogna un angelo immacolato, docile, celeste, d'aspetto meraviglioso. L'immagine del luminoso splendore, l'immagine di una bellezza stupefacente, con un viso pieno di fascino, e di estrema bontà. Ospite del villaggio non terrestre, più limpida della neve primaverile, più pura del mughetto di bosco, più bella del giglio di campo, ecco chi sto aspettando e chi desidero! Oh, vieni angelo puro, fonte d'amore, riscalda le corde segrete del mio cuore, fammi rinascere! E dalle nuvole trasparenti manda un raggio di luce su un'anima buia e sofferente, fai in fretta, fai in fretta! Oh, vieni angelo puro. Ti aspetto, ti aspetto! Ah! Mio cuore stanco. Ti aspetto, ti aspetto. Fai presto, fai presto! Oh, vieni, vieni! Ti sto aspettando, angelo puro e luminoso, vieni, vieni!

Scena settima

VAUDEMONT
Ma infine dove siamo? e qual'ebbrezza esala quest'asilo?
Ma guarda, Roberto! Che orme graziose...

ROBERTO
Del piedin d'una fata sono...

VAUDEMONT
Son volte a quella terrazza là...

ROBERTO
Sollevane le tende...

VAUDEMONT
Mollissima, sul bianco letto posa e sogna una donna! Vorrei vederla bene...

ROBERTO
E va' inoltrati...

VAUDEMONT
Mio Dio!... Che veggo!... Roberto... quale prodigio!...

ROBERTO
Ma cosa c'è?!...

VAUDEMONT
Angelo del cielo!... Visione!... Bellezza celestiale!...

ROBERTO
Lascia che veda anch'io...
Ma sì, una donna come un'altra!...

VAUDEMONT
Ma che! tu resti così freddo?! Strano davvero!... Eh?.,, come una statua. Tu puoi contemplare quest'etereo incanto senza delirare?

ROBERTO
Goffredo, vieni; qui non c'è nulla di straordinario! Questo giardino, con quella donna là, (giardino d'Armida) nasconde qualche agguato... Ma che cos'hai?!... perché mai quel pallore?!...

VAUDEMONT
Visione, lascia ch'io mi prostri al suolo...

ROBERTO
Sei proprio matto... matto da legare!... Ascoltami: quest'è un tranello teso a noi...

VAUDEMONT
No, amico mio; io resto e voglio subire l'ineffabile incanto di questa fata...

ROBERTO
Ed io, contro al tuo volere, ti salverò; non ti voglio lasciare qui solo.

VAUDEMONT
Deh, chiudi gli occhi... il suo splendore mi abbaglia!... Lascia, oh lascia ch'io t'ammiri sopita... Mio Dio!... Ahimè! tu l'hai destata... scende dal letto e viene verso di noi...

ROBERTO
A te sarà fatale, se tocchi quella mano.

IOLANTA
Chi siete?...

VAUDEMONT
Sono un cavaliere...

ROBERTO
Restiamo sconosciuti... Noi siamo...

VAUDEMONT
Mi chiamo Vaudemont...

ROBERTO
Stai zitto...

IOLANTA
Non ho mai udito il suono della vostra voce! Chi siete?!...

VAUDEMONT
Siamo due viandanti sperduti in questa cupa valle...

IOLANTA
Allora sarete stanchi... un po' di vino generoso vi ravvivi lo spirito...

VAUDEMONT
Oh paradiso!...

ROBERTO
Qui c'è l'inferno, aperto sotto i nostri piedi; ma io non vi cadrò; io amo la vita! Tu resta, io tornerò presto; raggiungerò la scorta armata, e con essa tornerò qui, ti salverò, lo giuro! Sii cauto... confida in me... addio!

IOLANTA
Ecco del vino, messer... di quello gradito al babbo...

VAUDEMONT
E se nel vino ella avesse versato il veleno che inebria ed uccide?...
Ma che! in questo vino c'è il filtro dell'amore!

IOLANTA
E il tuo compagno? Gradisca pure lui...

VAUDEMONT
S'allontanò; ma per tornare...

IOLANTA
Partì? - men duole...

VAUDEMONT
Ten duole!... E perché?!...

IOLANTA
Il pellegrino è benedetto! eppoi non amo star qui sola. - Le ancelle stettero in mia compagnia finché mi sono assopita, ed ora ignorano certo che io mi sia destata...

VAUDEMONT
Fui io che il sonno t'interruppi... Perdona... Ti contemplai dormire serena e bianca, bianca come un giglio... Ti contemplai posare stanca stanca, bianca come un giglio!
Ed ora che la mia ebbrezza cresce ti scongiuro, angelo pio, no, no, non ritornare in cielo. - Tu sei un essere ideale, devi restare al mondo con noi, con noi devi godere, con noi amare!

IOLANTA
Odo parole misteriose... ascolto... non comprendo, eppure... un nuovo soffio m'investe... ed una fiamma sale al mio pensiero... Strano! sentite un po'... sussulta il cor fra l'ansia, il dolore, la gioia, il sogno! Perché continuo ad ascoltare?... perché?... - E tu... perché parli così dolcemente?... mi incontri per la prima volta...

VAUDEMONT
Risponderò con una preghiera: prima ch'io risponda, deh voglia tu donarmi un fiore, non come addio a chi parte; ma come invito a ritornare; donami un fiore di quell'aiuola, un fiore simile al tuo labbro...
No, bramerei che fosse una rosa rossa...

IOLANTA
Quale, dunque?... non comprendo...

VAUDEMONT
Di quelle rosse che son lì...

IOLANTA
Rosse!... io le credo tutte uguali... Mi rendi quel povero fiore; e allora... gradisci quest'altra...

VAUDEMONT
Ma no, non vedi ch'è bianca anch'essa... e questa rosa bianca mi rammenterebbe il tuo candore, e il simbolo suo mi purificherebbe; ma io ne bramo una rossa, segno d'ardente, d'eterna passione; e, come tale, con me discenderà nell'avello...

IOLANTA
È sacro questo desiderio; a te quest'altro...

VAUDEMONT
Ma come? tu me ne offri un'altra che è ancora bianca! Perché?...
S'io ti pregai che fosse rossa!...

IOLANTA
Ma che vuoi dire "rossa"?

VAUDEMONT
Domanda strana!...
Or dimmi un po': io quanti fiori colsi?

IOLANTA
Sono questi?... Porgili a me...
Che?!... vuoi scherzare? dammeli... devo ben contarli...

VAUDEMONT
Sì, ma senza toccarli.

IOLANTA
Senza toccarli?!... è possibile contarli?

VAUDEMONT
Dio mio!... davvero?... è cieca? cieca!... È cieca, ahimè!...

IOLANTA
Spiegami come posso fare?...
Messere?... Sire?... dove siete?...Inconsciamente forse errai?... Ho detto, ho fatto qualche cosa di scorretto? me ne pento... Ditemi... cosa ho fatto mai? Qui vennero pochi pellegrini... Sono perciò del mondo ignara... sono giovane... sono ingenua... Insegnami ed io t'ubbidirò... - tu taci?... tu mi vuoi abbandonare?... Abbi pietà!... E pria d'abbandonarmi sola, tu pur, gentil romeo, donami un fiore, un fiore almeno, non come addio a chi resta; ma come pegno di ritorno... Donami un fiore... un solo, un piccolo fiore...

VAUDEMONT
Tu piangi!... Oh no, soavissimo cuore...

IOLANTA
Ah! non partisti dunque?...

VAUDEMONT
Poveretta!... - Ma dimmi un po': t'ha cólta mai il pensier divinatore che la natura a noi largisse un dono, dono inapprezzabile, che ben spietatamente a te negava? Pensasti mai perché essa ci ha dato gli occhi, e cosa scorgono gli occhi nel creato?...

IOLANTA
Perché abbiamo gli occhi?!... Solo per piangere, credo...

VAUDEMONT
... per piangere in una notte eterna!

IOLANTA
Perché?.., forse tu non conosci la virtù del pianto? tu non conosci la serenante voluttà del pianto?... Esso è come pioggia provvidenziale che ravviva i campi riarsi!

VAUDEMONT
Non sussultò mai nel tuo seno la brama di contemplare l'incanto del creato?...

IOLANTA
Di contemplare?...

VAUDEMONT
... di scorgere la luce eterea...

IOLANTA
Ma, sire... luce!... che cos'è mai luce?...

VAUDEMONT
Fu il primo "fiat" del Creatore, sprazzo del suo divino amore, fu l'anello che cielo e terra strinse all'ara dell'amore! Sole, luna, stelle versan sulla terra il loro splendore affinchè noi contempliamo lo spettacolo del creato. - Chi la luce non contempla, e procede in buia valle, allo stesso modo sente e vede Dio, almeno in sogno, come faro abbagliatore. - Grazie a questo santo faro contemplai la tua beltà prima di vederti, contemplai la tua visione tutta amore, sì, tutta amore! - Luce, sei il riflesso d'un Dio, sei sprazzo del Suo divino amore!

IOLANTA
Tu parli così soavemente!... Soffio arcano m'espandi in core!... par che un nimbo rifulgente ora recinga il mio pensiero... - Ma tu m'inganni; no... no... no! - Per conquistare il mio cuore Dio non si serve del sole; pur nel buio più profondo io lo vedo il suo splendore! Egli splende nella notte come sfolgora nel dì, e il suo amore splende con le tenebre e pure col sole! Lo vedi tu il cinguettar degli uccelli nel bosco in fiore? vedi il sussurro dei ruscelli che scorre? Lo vedi l'olezzare dei fiori evaporanti? o il soffiar dell'aquilone, o lo scrosciar dell'uragano? Vedi tu l'anima tua?... No; dunque per conquistare i sensi, Dio non ha soltanto il sole!

VAUDEMONT
Tu dici bene: sì, nel tuo cuore la fede irradia luce e in suo confronto il nostro sole non è che scialbo viso...

IOLANTA
Pur lo sento in cuore, sai... lo sento in cuore il desio febbrile di contemplar la luce! Fu il primo "fiat" del Creatore, sprazzo del suo divino amore, fu l'anello che ciel e terra strinse all'ara nuziale!...

Scena ottava

MARTA
lolanta!...

LAURA
lolanta!...

BRIGIDA
lolanta!...

IOLANTA
Le amiche mie con Marta vengono... Si meraviglieranno ch'io sia già desta!

IL RE
Dov'è mia figlia?

IOLANTA
Qui giunge pur mio padre!... Così lo conoscerai...

LE ANCELLE
lolanta! desta! e con lei sta un cavaliere straniero?

IL RE
Dov'è mia figlia?...

IOLANTA
Mio buon babbo!...

IL RE
Figlia mia, tu non sei sola!... Che avvenne?... Come ti trovi qui? Chi sei, profano?

VAUDEMONT
Un cavaliere, che, in missione varcando i Vosgi, si trovò qui senza volerlo...

IL RE
E cosa le dicesti della vita?...

IOLANTA
Oh! babbo mio, mi raccontò gran cose, meravigliose cose, ch'io ignoravo affatto. - Mi spiegò che cosa vogliono dire le magiche parole "Luce"! "Sole!" e mi compianse perch'io ne sono priva!

IL RE
Incauto!... Or che faremo?... Quale punizione m'infliggi, o Dio!

IL DOTTORE
Non punizione, ma questo è salvezza per tua figlia!

IOLANTA
Mi parlò dei raggi del sole, del bianco nimbo della luna, e commiserò il mio destino! Oh rivelazione! Oh quale febbre in me ha destato! - Il suo parlar soave e ardente, blando eppure vibrante, stetti ad ascoltare in estasi! Lo spirito egli m'illuminò!...

IL DOTTORE
Tu, che nel tuo delirio speravi di nasconderle il suo destino, ora vedi che è vano celare ciò che erompe a rischiarare terra e cielo! Fu folle illusione; lo vedi; verità non si nasconde. - Ed ora che è conscia appien del male (oh intuizione, divina luce!), adesso spera; ella desia la luce e luce avrà! La brama stessa della luce spinge al sole!

VAUDEMONT
Ahimè! che feci. Sciagurato, rivelando a lei la verità! Il dolore più atroce e non l'ebbrezza destai nel vergine suo seno! Qual errore! Qual errore!

ANCELLE E SCUDIERI
È penetrato in quest'asilo il temerario! Il dolore qui apporta! Cotanto ardire lo sconterà sul rogo. - Qual spavento e quanto duolo cagionò! Signore, pietà di noi!...

IL RE
Mia cara lolanta, figlia mia, ascoltami: c'è qui fra noi un insigne dotto, e venne per donare a tè la luce. - Ora dimmi: vuoi vederlo il sole?

IOLANTA
Poss'io coscientemente desiare un fatto che per me è un arcano? Se voi, mio padre, lo desiate, io sono pronta ad obbedirvi...

IL DOTTORE
Perdo ogni speranza di guarirla; nulla può il solo tuo desiderio; per guarire appieno, ella stessa, conscia, deve ciò bramare!

IL RE
Ah sì! Comprendo ben che tutto è vano... eppure ancora nutro in voi speranza. - M'ispira il cielo! Su lei tu spiega la scienza tua, t'aiuterà l'amore! E tu causa del dolore, ascolta ben: entrando qui leggesti quel bando?

VAUDEMONT
Lo lessi.

IL RE
E, ciò malgrado, osasti entrare?

VAUDEMONT
Lo vedi: l'osai!

IL RE
Leggesti qual punizione è inflitta al venturier profano, che ardisce entrare?

VAUDEMONT
Ho letto.

IL RE
Ebbene, se mia figlia non sarà salvata, tu morrai!

TUTTI
Pietà, Signor! Il cavalier salvate!

IL DOTTORE
È ben deciso alfin?

IOLANTA
Orrore!... Davvero?... intesi io ben, mio padre?... Il cavaliere dovrà morire?

IL RE
Sì; da me dipenderà.

IOLANTA
Ciò non sarà... nol posso credere. - Oh babbo, sì gentil, sì dolce Sire la morte può meritare?

IL RE
Se tu non sarai salva, egli sarà dannato a morte.

ANCELLE E SCUDIERI
lolanta!... lolanta!.,. come soffre!... L'angelo d'amore! Qual fiore di bontà!... di lei, Signor, pietà...

IL DOTTORE
Ora tutto si comprende; ora mi par quasi certa la salvezza!...

IL RE
Sì, egli dovrà scontare l'errore con la morte!

IOLANTA
Dottore, ditemi orsù... quali dolori m'attendono?... dolori? torture? strazi?... tutto sopporterò...

IL DOTTORE
Oh, no, tu devi solo con tutto ardor desiare la luce...

IOLANTA
No, soffrirò anche miseria, dolore, martirio... pur di salvarlo, tutto soffrirò pur di salvarlo! Quel cavaliere m'ha rivelato il mondo dello spirito, egli la mente mi ha irradiato, grazie a lui comprendo cos'è la luce! Sì... Fu il primo "fiat" del Creatore, sprazzo del suo divino amore, fu l'anello che ciel e terra strinse all'ara nuziale...

VAUDEMONT
Ch'io mi prostri ai tuoi piedi, o creatura celestiale; sia tuo destino la notte ed il sole, a te consacro la mente e il cuore. Giuro a te la mia spada, giuro a te mia fede, giuro a te la vita mia; per te vivrò e morrò!

IOLANTA
No, cavaliere, vivere è dolce, non parlare di morte; vivremo entrambi!... Sì; dammi la mano e lascia che la mia mano sfiori il tuo viso... Oh grazie! - Dottore, sono in mano tua; tutto soffrirò. - Padre mio, stringimi sul tuo cuore e spera! Io sarò salva e lui pure con me!

TUTTI
Iddio t'assista, angelo santo!

IL RE
Adesso credo anch'io che tu sia salva, figlia mia, mio tesoro! Come un agnello ella va sotto ai ferri del dottore... Oh gran Dio!

Scena nona

IL RE
Perdonami, testé ricorsi a un gioco pur di destar la brama della vista di lolanta; t'ho condannato a morire; ma ora sei assolto.

VAUDEMONT
Tu avevi diritto di punire il mio ardire; ma chi sei tu, Messere, che così a tuo talento puoi disporre della vita altrui?

IL RE
Mi par che spetti prima a me di chiedere il tuo nome.

VAUDEMONT
Goffredo Vaudemont, Conte d'Issoudon, Champagne, Clairveau e Montargis, fino amico del Duca di Borgogna, un Cavaliere al quale, per quanto tu sia illustre per valore e per potere, puoi essere lieto di concedere tua figlia.

IL RE
Conte, tal domanda onora invero; ma sono costretto ad un rifiuto; fin da bambina, mia figlia è fidanzata ad altri.

VAUDEMONT
Ma tal diritto io posso a lui contendere.

IL RE
No, con rispetto a lui t'inchinerai.

VAUDEMONT
E chi sarà?...

IL RE
Aspetta... Cos'avvenne?...
Ebbene?...

ALMERICO
M'inchino, mio sovrano, stavo in vedetta al ponte levatoio quando scorgo uno stuolo di cavalieri che avanza e pretende di irrompere nel castello....

VAUDEMONT
È certo il Duca Roberto!

IL RE
Almerico, allora senza indugiare fallo entrare. Ed ora tu sai chi sia il rivale.

ROBERTO
Goffredo, sono tornato per liberarti... Ma che vedo?! Il re Renato?!...

VAUDEMONT
Renato, Re di Provenza?...

IL RE
Sì, mio Cavaliere; ed ora sappi pure che lolanta è fidanzata del tuo Sir Roberto.

VAUDEMONT
Roberto, mio Duca, amico, il re già ti conosce, la sua figlia è tua!

ROBERTO
Non ora... e forse mai...

VAUDEMONT
No, adesso oppure mai! Roberto, la tua risposta mi sia vita; amo lolanta, con ardore l'amo, e, senza lei, non potrò più vivere. Ed ora a te, Roberto...

ROBERTO
Mio sovrano, qui venni a soddisfare al mio antico impegno; ma tu lolanta m'hai promessa nell'infanzia... - più tardi il core mi rapì la Contessa di Loteringia, Matilde. - Sovrano, la decisione spetta a te: io sono pronto a sposare la figlia tua; ma lolanta avrà sol la mia mano, Matilde avrà sempre il mio cuore!

IL RE
Da cavaliere è il tuo franco parlare: tu sei sciolto da ogni impegno.

ROBERTO
Oh mio sovrano, sei generoso e grande!

IL RE
A voi, mio nobil Conte, ora lieto sono di darvi mia figlia in sposa, se acquisterà la luce!

VAUDEMONT
Oh possente Re, adoro vostra figlia, e basti ciò; l'adoro nel dolore e l'adorerò nella gioia; le arrida pur la luce; ma se le sarà negata, io del pari l'adorerò!

IL RE
Sia, dunque, tua mia figlia!...

VAUDEMONT
O padre mio!...

ROBERTO
È veramente cieca lolanta?...

IL RE
Ora la sua sorte sta in poter del medico.
(Rientra Bertramo)

IL RE
Tu qui?... Ebbene?... Che c'è?... Su, parla! parla!...

BERTRAMO
Salvata!

IL RE
Dio d'amore!

VAUDEMONT
Dio d'amore!

IL RE
È salva! salva!

ROBERTO
Gioia!

VAUDEMONT
Salvata!

ROBERTO
Salvata!

BERTRAMO
Mi ritrassi... non potevo più resistere... il sasso più ferrigno si sarebbe sciolto in pianto... Come un agnellino, eppur dritta, fiera come rocca, tacendo giacque... sol dicea somessa: "Viva il mio cavalier!"

VAUDEMONT, IL RE, ROBERTO E ALMERICO
Signore misericordia, grazie!...

VOCI INTERNE: lolanta è salva! è salva! lolanta scorge il sole!

DAME, ANCELLE, CAVALIERI E SCUDIERI: Trionfo! Trionfo! lolanta scorge il sole!

IL RE: Eccola!... qui vien condotta dal suo salvatore!

TUTTI: Zitti! Zitti!

IL RE: Oh Dio! per quest'istante darei l'eternità!

IOLANTA: Sogno!... Ed ora, Dottore, dove siamo? Spiegami il mondo, sogno incantatore che mi apparve improvvisamente!

IL DOTTORE: Ecco...

IOLANTA: Nuovo splendore!... Splendore!... Dove siamo?

IL DOTTORE: Nel giardino... qui sono tigli... qui sono fiori...

IOLANTA: No... no... io sono confusa... - In questo asilo io non fui mai... io tremo... Medico salvami! Salvami! È tutto a me sì appresso che parmi tutto debba a un tratto precepitarmi addosso... io sono perduta! Medico, salvami!

IL DOTTORE: Guarda là... Dal cielo venne a te la luce!

IOLANTA: Oh miraggio! Oh mistero!... Che vedo!... Dio!... è Dio?

IL DOTTORE: È il cielo.

IOLANTA: Cielo!... Cielo!... Nel cielo è Dio!... io veggo, dunque, Dio!... Signor, ch'io sciolga a te il mio inno! Nell'oscurità già t'adorai, lascia che adesso bei lo sguardo nel folgorante tuo bagliore!

IL DOTTORE: Ora guarda chi sta intorno a te.

IOLANTA: Che veggo? Cos'è tutto questo?

IL DOTTORE: Sono uomini.

IOLANTA: Uomini come me?

IL RE: Figlia, neppure me conosci?

IOLANTA: Onnipossente Dio! Tu sei? Mio padre!... i tuoi lineamenti sono questi... Ebben, ti prego, guidami tu attraverso questo mondo!...

IL RE: Mio tesoro, io sono troppo vecchio per guidarti... C'è qui il tuo protettore...

VAUDEMONT: Consacro a te l'onore, la vita!

IOLANTA: Tu mi sei rimasto fedele! Fosti il bagliore, ora sei l'amore!

VAUDEMONT: Amore fu il nostro sole, e il sole guida eterna a noi sarà!

TUTTI-FINALE: Al Creatore, fonte d'ogni bene, s'erge il nostro spirito!... Signore clemente, accogli l'inno ch'erompe fervido dai cuori. Tu a lei svelasti il sole, tu dona a lei l'amore, ch'è il sole d'ogni cuore! - Sia gloria a te! Creatore onnipotente, osanna, osanna! Tu, sole fecondatore del mondo, tu, divino splendore! Gloria al Signore!



ODNOM DEISTVIYE
 
 
1.- Kartina i Aria Iolanty
 
(Krasivyj sad s roskoshnoj rastitelnostju.
Paviljon v goticheskom vkuse. V glubine
stena s malen'koj vkhodnoj dver'ju, skrytoj
rastenijami. Kusty cvetushchikh roz na
avanscene. Plodovyje derevja. Chetyre
muzykanta igrajut. Iolanta sobiraet plody,
oshchupju ishcha ikh na derevjakh.
Brigitta, Laura i neskolko prisluzhnic,
podstavljajut ej vetvi so spelymi plodami.
Marta derzhit korzinu, kuda Iolanta kladet
ikh. Ee dvizhenija stanovjatsja medlennymi,
i nakonec, ponurja golovu, ona opuskaet
ruki.)
 
MARTA
Moj ptenchik, Iolanta, ty ustala?
 
IOLANTA
Ustala li?
Ne znaju, pravo!
 
(vzdykhaja)
 
Da!
Kormilitsa, skazhi mne...
 
MARTA
Shto, golubka?
 
IOLANTA
Chevo-to mne nedostaet...
chevo?
Hotela by ja znat'.
Atets, ty, Marta,
 
(Obrashchaetsja ne v tu storonu,
gde stojat Brigitta i Laura. Oni
perekhodiat)
 
vy, milye podrugi, vse zhivete dla menia.
Laskoj, schast'em krasite mne zhizn',
A ja nichem ne v silakh
otplatit' za vsiu lyubov'!
 
MARTA
Sluzhit' tebe nash dolg:
Ty gospozha,
my slugi!
 
IOLANTA
Nyet, nyet, nepravda, vy mne druz'ja.
O. Marta, ja hochu chevo-to, a chevo?
Sama ne znaju.
 
MARTA
(placha)
Golubka, Iolanta, perestan'.
 
IOLANTA
Postoj, postoj! Pridi ko mne,
pridi poblizhe!..
 
(trogajet glaza Marta)
 
Ty plachesh?
Otchego?
 
MARTA
Mogu li ja spokojnoj byt',
kogda ty plachesh?
 
IOLANTA
Marta, ja plachu,
no slez moikh nichem ne vydala, kak ty.
Moj golos tverd i roven byl,
glaz moikh ne kasalas' ty,
Pochemu zhe ty znayesh pro `eti slezy?
 
(Marta i podrugi v smushchenii molchat.)
 
Nyet, tut shto-to jest',
chevo nelzja skazat' mne!
 
MARTA
Polno, polno!
 
BRIGITTA
(k Marta)
Vas muzyka rasstroila.
 
MARTA
O. da, konechno muzyka.
 
(k muzykantam)
 
Dovolno, budet!
 
LAURA
(k muzykantam)
Sygrali by veseloe,
a to...
 
IOLANTA
Ne nado...
 
(k muzykantam)
 
Spasibo vam, druz'ja moi,
 
(muzykanty ostanavlivajutsja)
 
Vy khorosho igrali, no...
Spasibo vam, teper' dovol'no;
V chas kogda ne budet gret' tak solnce,
vy prijdete poveselit' menja.
 
(muzykanty ukhodiat)
 
BRIGITTA, LAURA
Shto khochesh delat'?
Zhelaesh prjast' il' pet'?
 
PRISLUZHNIC
Il' skazki slushat'?
 
IOLANTA
Nyet, nichevo ne nado...
V samom dele ustala ja.
Narvite mne cvetov, ja budu ikh perebirat'
I zapakh prohladnykh,
nezhnykh lepestkov byt'
mozhet dast pokoj...
Vsju `etu noch' bez sna ja provela.
 
(Brigitta, Laura i
prisluzhnicy ukhodiat)
 
Neuzheli glaza dany za tem,
shtob tolko plakat'?
Skazhi mne, Marta!
 
Ariozo
 
(s bol'shim chuvstvom)
 
Otchego `eto prezhde ne znala
Ni toski ja ni gorja, ni slez,
I vse dni protekali, byvalo,
Sredi zvukov nebesnykh i roz?
Chut' uslyshu ja ptic shchebetan'e,
Chut' teplo ozhivit dalnij bor,
I vezde zazvuchit likovan'e,-
Ja vstupala v torzhestvennyj hor!
A teper' vse mne dnem navevaet
Neponjatnyj, glubokij uprek,
I ukory sud'be posylaet
Ptichek hor i shumiashchij potok.
Otchego `eto nochi molchan'e
I prokhlada mne stali milej?
Otchego ja kak budto rydan'ja
Slyshu tam, gde poet solovej,
Otchego?
Otchego skazhi?
Otchego? Otchego?
Skazhi, Marta?
2. Kartina i Hor.
 
MARTA
(vedja Iolantu k lozhu bliz kusta roz)
Polno ne nado rodnaja,
Popustu dushu tomit'!
Plakat' o chem-to, ne znaja,
To zhe, shto Boga gnevit'.
 
(Za scenoj slyshny smekh i vosklicanija
Brigitty, Laury i drugikh devushek. Oni
vbegajut, nesja korzinu polnuju cvetov.)
 
BRIGITTA, LAURA, PRISLUZHNIC
Vot tebe ljutiki, vot vasil'ki,
vot mimozy, vot i rozy, i levkoja cvetki;
lilii, landyshi, chary vesny,
bal'zaminy i zhasminy, aromata polny.
 
BRIGITTA, LAURA
Tron' ikh: kak chudno dushisty,
devstvenno svezhi i chisty!
 
BRIGITTA, MARTA
Pust' aromatnym ikh dykhan'em
i dnej vesennikh laskoj nezhnoj,
muki, somnen'ja i stradan'ja
sgonit blazhennyj, sladkij son,
ty zabudesh stradan'ja, somnen'ja, muki!
 
MARTA
I pokoj vernetsja radostnyj!
 
LAURA, PRISLUZHNIC
Kak barkhatisty, mjagki,
blagoukhanny i nezhny,
ty pozabudesh somnen'ja i sny blazhennyje
sgonjat stradan'ja, somnen'ja i muki!
 
PRISLUZHNIC
Kak barkhatisty, blagoukhanny,
svezhi i chisty, nezhny, mjagki!
Akh, shto za prelest'! Shto za krasa!
 
MARTA, LAURA, BRIGITTA, PRISLUZHNIC
Vot tebe ljutiki, vot vasil'ki,... itd.
 
MARTA
Gore skroetsja vdal',
radost' smenit pichal'
o, tsvety, o, tsvety, o visna!
 
LAURA, BRIGITTA
Fse goresti skrojutsja vdal',
sladkie sny smenjat pichal'
o, tsvety, o, tsvety, o visna!
 
PRISLUZHNIC
Sny sladkie smenjat pichal'!
o, tsvety, o, tsvety, o visna!
 
3. Kartina i Hor
 
IOLANTA
Brigitta, eto ty?
 
LAURA
Nyet, ja Laura...
 
IOLANTA
(ne vypuskaja ee ruki, protjagivaet
druguju Brigitte)
Blagodarju vas, milye moi.
Za shto, za shto vy ljubite menja?
Chem ja mogu vam otplatit' za etu druzhbu?
 
BRIGITTA
Tvoja ljubov',- vot luchshaja nagrada!
 
IOLANTA
Gde Marta?
 
MARTA
Zdes', moja rodnaja!
 
IOLANTA
Slushaj, pridi sjuda.
Pozvol', kak prezhde byvalo v detstve,
golovu sklonit' mne na plecho k tebe,
i spoj mne pesnju, ty pomnish',
tu... ljubimuju!
 
(Marta delaet znak Brigitte, Laura
i devushkam. Odna iz nikh beret opakhalo
i tikho veet im nad golovoj Iolanty)
 
MARTA
Izvol.
 
(obrashchajas' g Brigitte i Laura)
 
I vy so mnoju pojte!
 
IOLANTA
(otkryvaja glaza)
Nyet, im skuchno!
 
BRIGITTA, LAURA
Da shto ty? polno, perestan'!
 
(Iolanta zasypaet. Vo vremja pesni Marta
ostorozhno ukladyvaet ee na lozhe i delaet
znak, chtoby voshli slugi. Slugi vkhodjat i
ostorozhno unosjat Iolantu. Pesnja tikho
zamiraet po ukhode dejstvujushchikh lic
za scenu)
 
BRIGITTA, LAURA, MARTA
Spi,
pust' ang'ely krylami navevajut sny,
reja tikho mezhdu nami,
blagosti polny.
Baju, baju, spi!
 
PRISLUZHNIC
Spi, ditja,
pust son blazhennyj osenit tebja!
 
BRIGITTA, LAURA
Spi, ditja,
pust son blazhennyj osenit tebja;
Bog molitve detskoj vnemlja,
shchedroju rukoj nisposhlet
na zemlju i schast'e
i radost' shchedroju rukoj,
nisposhlet on s neba i schast'e i radost'
i pokoj, i mir.
 
MARTA, PRISLUZHNIC
S nebesi Gospod' vselennoj
vzgljanet na tebja,
nisposhlet on schast'e, radost' i pokoj.
 
BRIGITTA, LAURA, MARTA, PRISLUZHNIC
Spi, spi sladkim snom, o, svetlyj ang'el nash,
Spi, spi sladkim snom!
luchezarnyj svetlyj ang'el nash!
pust' ang'ely krylami navevajut sny,
sladkije sny!
Baju, bajushki, baju, spi!
4. Kartina i Aria karolja
 
(Kartina nekotoroe vremja
ostaetsja pusta. Vdali okhota.
Razdaetsja signal'nyj zvuk
roga i stuk v kalitku)
 
BERTRAN
Prizyvnyj rog...
Kto `etot gost' nezhdannyj?
 
(Otvorjaet kalitku. Vkhodit Al'merik)
 
Kto b ni byl ty, ni shagu dal'she!
Sjuda nel'szja vojti pod
strakhom kazni. Stupaj!
 
AL'MERIK
Velen'em Karolja ja zdes' i ne ujdu,
prikaza ne ispolniv.
 
BERTRAN
Kogda Karol' zhelaet peredat' prikaz,
on posylaet nam Raulja,
oruzhenosca, druga moego.
 
AL'MERIK
Uznaj, starik:
Raul' vchera skonchalsja.
 
BERTRAN
Skonchalsja!
O, bednyj drug moj, ne privelos'
mne s nim v poslednij raz prostit'sja!
Poshli, Gospod', dushe ego pokoj.
No kto zhe ty?
 
AL'MERIK
Ja zamenil Raulja.
Vot persten Karolja i vot ego pismo!...
 
BERTRAN
Ja persten' uznaju, on Karolevskij.
Pis'mo s ego pechat'ju!
 
(klanjajas')
 
Vkhod otkryt vam.
 
AL'MERIK
O, shto za raj!
No prezhde chem sprosit', gde ja,
vam vest' ja peredam,
shto cherez chas Karol' sjuda pribudet,
a s nim velikij mavritanskij vrach!
Potoropis' zhe mne povedat', gde ja,
otkuda `etot raj sredi pustyni,
kto zdes' zhivet?
 
BERTRAN
Doch' Karolja Rene,
slepaja Iolanta,
nevesta gercoga
Burgundii, Roberta!
 
AL'MERIK
Doch' Karolja slepa?
 
BERTRAN
Ona ne znaet sveta!
 
AL'MERIK
No vsem izvestno,
shto v Ispanii ona v monastyre
zhivet u Mony Canta Klary.
 
BERTRAN
Nyet, ne v Ispanii, a zdes'
s svoeju staroju kormilicej,
zhenoj moej,
pochti so dnja rozhdenija ona zhivet.
 
AL'MERIK
Zachem zhe `eto?
 
BERTRAN
Karol' zhelajet skryt' ot gercoga Roberta
do iscelenija neschast'e Iolanty.
 
(vkhodit Marta)
 
Zhena! Oruzhenosec Al'merik.
S pismom ot korolja on pribyl
i vozvestil, shto gosudar' zdes' budet,
a vmeste s nim velikij mavritanskij vrach.
 
MARTA
(k Bertran)
On v tajnu Iolanty posvjashen?
 
AL'MERIK
Vash muzh mne fs'o otkryl.
 
MARTA
No on skazal li,
shto bednaja ne znajet nichego
pro slepotu svoju i shto pri nej
upominat' nelzja o svete,
o krasote fsego, shto nashi ochi vidjat.
Smotrite, osteregajtes' takzhe nazyvat'
otca ejo monarkhom, korolem...
On dlja nejo bogatyj rycar' Rene,
ne bolee...
Tak gosudar' velel.
 
AL'MERIK
Ego zhelan'ja dlja menja zakon.
 
(To pribyl sam)
 
BERTRAN
Prizyvnyj rog!
Na `etot raz Karol'!
 
(Idet i otvorjaet kalitku. Vkhodit Karol'
Rene v soprovozhdenii `Ebn-Khakia)
 
KAROL'
Vot mudryj vrach, gde mirnaja obitel'
moej golubki bednoj, Iolanty!
Ty znaesh fs'o teper'.
V tvoikh rukakh
poslednjaja nadezhda iscelen'ja!
 
EBN-HAKIA
No gde ona?
Ejo ja dolzhen videt'.
 
MARTA
Ona teper' zasnula,
utomjas' ot znoja i progulki.
 
EBN-HAKIA
Shtozh, tem luchshe,
ja osmotret' jejo vo sne mogu udobneje.
 
KAROL'
(k Marta i Bertran)
Marta i Bertran, provodite
vracha k golubke nashej.
 
(k Ebn-Hakia)
 
So strakhom zhdu reshen'ja tvoego.
 
EBN-HAKIA
Allakh velik, nadejsja na nego!
 
(ukhodit v soprovozhdenii
Marty, Bertrana i Almerika)
KAROL'
Shto skazhet on?
Kakoj obet proizneset ego nauka?
Uvidit Iolanta svet,
il' suzhdena mne vechno muka
znat' doch moju ob'jatoj t'moju?
O, Bozhe, szhal'sja nado mnoju!
Gospod' moj, esli greshen ja,
za shto stradaet ang'el chistyj?
Za shto poverg iz-za menja vo t'mu
ty vzor jejo luchistyj?
O, daj mne radostnuju vest',
utesh' nadezhdoj iscelen'ja!
Ja za nejo gotof prinest'
koronu, vlast', moi vladen'ja...
Lishi menja fsego,- pokoja, schast'ja
ja fs'o smirenno preterplju,
za fs'o Tebja blagoslovlju!
Smotri, gotov vo prakhe past' ja,
vsego lishitsja, fs'o otdat',
no tol'ko daj mne ne vidat'
moe ditja ob'jatym t'moju!
O, Bozhe, szhal'sja nado mnoj,
pered Toboj gotov vo prakhe past' ja,
o, Bozhe, Bozhe moj,
szhal'sja, szhal'sja nado mnoju!
 
5. Kartina i monolog Ebn-Hakia
 
(so stupenej terrasy skhodit Ebn-Hakia)
 
KAROL'
Tvoe lico besstrastno,
neprivetno i temno, kak tvoja nauka;
tshchetno khochu prochest' otvet
v tvoikh chertakh.
 
EBN-HAKIA
Nadejsja, gosudar', velik Allakh!
 
KAROL'
Vo istinu velik i blag.
 
EBN-HAKIA
Postoj, i daj mne vyskazat moe reshen'je!
Da, gosudar', vozmozhno iscelen'je,
no tol'ko...
 
KAROL'
Govori, kakoj cenoj!
Fs'o otdam, nad chem imeju vlast' ja,
daj tol'ko ej, o, vrach, uvidet' svet!
 
EBN-HAKIA
Ona dolzhna uznat' svoe neschast'e.
 
KAROL'
O slepote?
Daesh li ty obet ej zren'je vozvratit'?
 
EBN-HAKIA
Fs'o v Bozh'ej vlasti.
Nauka ne fsesil'na;
obeshat' ja ne mogu...
 
KAROL'
I ja o mrachnoj doli ubozhestva
ej dolzhen rasskazat'
raskryt' vsju glubinu jejo neschast'ja,
ne ozhidaja dobrogo konca?
O, mavr zhestokij, nyet v tebe uchast'ja
k stradan'jam bednogo otca!
Kak obmanulsja ja v svoej nadezhde...
Otnyne ja ne verju nikomu!
Proshchaj!
 
EBN-HAKIA
Ty vlasten sdelat' fs'o,
no prezhde daj mne skazat':
reshen'ju moemu ty podchinit'sja
mozhesh ili nyet,
no ja objazan dat' tebe sovet.
Dva mira: plotskij i dukhovnyj
vo vsekh javlen'jakh bytija
zdes' slilis' voleju verkhovnoj,
kak nerazluchnye druz'ja.
Na svete netu fpechatlen'ja,
shto telo znalo by odno,
kak fs'o v prirode, chuvstvo zren'ja
ne tol'ko v nem zakljucheno.
I prezhde,
chem otkryt' dlja sveta plotskie,
smertnye glaza, nam nuzhno,
shtoby chuvstvo `eto
poznala vechnaja dusha.
Kogda pojavitsja soznan'e
velikoj istiny v ume,
togda vozmozhno, vlastitel' moshchnyj,
da, togda vozmozhno, shto zhelan'e
probudit svet v telesnoj t'me.
 
KAROL'
O, Bozhe moj!
Neuzheli do sikh por ja oshibalsja?
Strashnoe somnen'e...
 
EBN-HAKIA
Teper' reshaj,
ty znajesh' prigovor,
ja ne mogu nachat' svoe lechen'e,
poka ne budet Iolanta znat' o slepote
i zhazhdat' iscelen'ja.
Do vechera ja budu zhdat'
zdes' v `etom zamke reshen'ja tvoego.
 
(ukhodit)
 
KAROL'
O, doch moja! Iolanta!
Nyet, nyet! Ne mozhet byt'!
Vkhod sjuda cenoju zhizni kupit,
kto pozhelaet tajnu ej otkryt'.
Tak resheno, i vrach otcu ustupit!
 
(ukhodit)
6. Kartina i Aria Roberta
 
ROBERT
(za scenoj)
Ne toropis', zdes' tak temno.
 
VODEMON
Vpered!
Ja vizhu dver' pred nami.
 
ROBERT
Kakuju dver'?
 
VODEMON
Idi za mnoj!
 
(Vkhodjat na scenu cherez dver')
 
Gde my?
Svoimi li glazami
ja vizhu raj sred' dikikh skal!
 
ROBERT
Smotri, tut kto-to napisal:
"Vernis' nazad ispolnennyj bojazni,
Sjuda nel'zja vojti pod
strakhom smertnoj kazni."
 
VODEMON
Robert, shto `eto? Ob'jasni!
 
ROBERT
Ja nichevo ne ponimaju.
 
VODEMON
Ujdem!
 
ROBERT
Nyet, Bozhe sokhrani pokinut' `etot sad,
podobnyj raju!
Ja ne khochu opjat' puskat'sja v dal'nij put'
chrez gory i lesa!
I tak bluzhdali my nemalo.
 
VODEMON
A esli kto-nibud' vojdet i nas zastanet?
 
ROBERT
Nu shtozh?
Poserditsja i perestanet;
my ukrotim ego mechom!
Da i potom: chem dol'she k karolju Rene
za Iolantoj ne priedu,
tem luchshe mne, tem luchshe.
Akh, eslib ej propast' bessledno!
Ja dazhe rad byl zabludit'sja,
lish by ne videt' mne jejo!
 
VODEMON
Karol' naverno soglasitsja
rastorgnut' svatofstvo tvoe.
On, govorjat, tal dobr, umen!
 
ROBERT
Akh, eslib, eslib, Vodemon!
 
VODEMON
Nu, khorosho, a vdrug ona prelestna?..
 
ROBERT
Kto? Iolanta?
 
VODEMON
Da!
 
ROBERT
Naverno choporna, gorda...
Monakhini mne razve ne izvestny?
Svoimi "benedicite" i "amen",
kholodnye, bezdushnye,
kak kamen'.
Kto mozhet sravnit'sja s Matil'doj moej,
sverkajushchej iskrami chernykh ochej,
kak na nebe zvezdy osennikh nochej!
Fs'o strastnoju negoj v nej divno polno,
v nej fs'o op'janjaet, v nej fs'o op'janjaet
i zhzhet, kak vino.
Ona tol'ko vzgljanet,-
kak molniej ranit,
i plamen' ljubvi zardejet v krovi!
Ona zasmejetsja, kak pesnej zal'etsja,-
i zhemchugof rjad lico osvetjat,
o strasti kipuchej, i burnoj, i zhguchej,
glaza govorjat i k blazhenstvu manjat,
k blazhenstvu lobzanij, bezumnykh zhelanij,
k pozhatijam nezhnym ruki belosnezhnoj,
k zabveniju gorja i k schastju bez mer,
bez konca i granic!
 
6a. Romans Vodemona
 
VODEMON
Nyet!
Chary lask krasy mjatezhnoj
mne nichevo ne govorjat,
vo mne ne budit strasti nezhnoj prizyva
k nege tomnyj vzgljad...
Nyet! Pogruzhena v pokoj polnochnyj,
ljubov' vo mne mechtaja spit...
Ej snitsja ang'el neporochnyj,
nebesnyj krotkij, chudnyj vid...
Oblik defstvennaj bagani,
velichavaj krasoty,
s vzoram polnym blagastyni,
heruvimskaj dobroty...
Gost' selen'ja nezemnogo,
snega veshnego svetlej,
chishche landysha lesnogo,
krashe lilii polej
vot chevo ja zhdu i zhazhdu!
O, pridi, svetlyj ang'el,
istochnik ljubvi,
serdca tajnyje struny sogrej,
ozhivi!
Iz-za tajushchikh tuch ozari,
svetlyj luch,
sumrak pylkoj dushi,
o, speshy, o, speshy!
O, pridi, svetlyj prizrak,
zhdu tebja! Ah!
Istomilos' serdce,
zhdu ja, pospeshy!
O, pridi, o, pridi!
Zhdu tebja, svetlyj ang'el, pridi, pridi!
7. Kartina i du`et
 
VODEMON
Odnako, gde zhe my?
Kakoj volshebnik zhivet v takom raju?
Robert, smotri,
sledy prelestnoj nozhki...
 
ROBERT
Verno fei kakoj-nibud'...
 
VODEMON
Oni vedut k terrase...
 
ROBERT
V dver' postuchi!
 
(Vodemon vkhodit na terrasu)
 
VODEMON
Ona ne zaperta i otvorilas' totchas,-
ja edva kosnulsja do nejo.
 
ROBERT
Vzgljani, shto tam?
 
VODEMON
Moj Bog! Robert, Robert!
O, shto ja vizhu!
 
ROBERT
Volshebnicu?
 
VODEMON
Nyet, angela! Tvorec!
Kak khorosha ona!
 
ROBERT
Daj posmotrju i ja!..
 
(smotrit v dver')
 
Moloden'kaja devochka!
 
VODEMON
Slepec! Kak kholodno skazal ty!
O, pogljadi! Kak?
`Etot obraz devstvenno prekrasnyj
ne budit razve trepeta v grudi?
 
ROBERT
Ujdem, Gotfrid!
Mne kazhetsja opasno zdes' ostavat'sja.
`Etot strannyj son krasavicy
kak budto nejestestven!
No shto s toboj?
Ty bleden, Vodemon!
 
VODEMON
Sozdatel'!
Kak pokoj ejo prekrasen!
 
ROBERT
On okoldovan... Gotfrid! Otvechaj!
Bezhim!
Speshi strjakhnut' ocharovan'e, za mnoj!
 
VODEMON
Molchi, Robert!
Ne narushaj sna tikhogo
nebesnogo sozdan'ja!
 
ROBERT
Ja, kak by ni bylo, spasu tebja
i zdes' ne dopushchju ostat'sja!
 
VODEMON
(k Iolanta)
Ne otkryvaj ochej!...
Ja ne snesu ikh bleska...
Daj, o daj naljubovat'sja toboj!
Moj Bog!
Robert, ona prosnulas', ty razbudil!
 
(sbegaet s terrasy)
 
Ona idet sjuda!
 
ROBERT
(starajas' siloju uvlech' Vodemona)
Ja ne pozvolju, shtob ona kosnulas' tebja...
Bezhim skorej!
 
VODEMON
(vyryvajas')
Nyet, nyet, nikogda!
 
(Vkhodit Iolanta i ostanavlivaetsja
na verkhu terrasy)
 
IOLANTA
Kto zdes'?
 
VODEMON
Burgundskij rycar' ja...
 
ROBERT
(uderzhivaja Vodemona)
Ne otkryvaj ej kto my... molchi!
 
VODEMON
(otstranjajas')
Zovus' ja Vodemon...
 
ROBERT
Molchi!
 
IOLANTA
Mne ne znakomy i stranny vashi golosa...
Kto vy?
 
VODEMON
My zabludilis', projdja chrez gory i lesa...
 
IOLANTA
Vy verno utomilis'?
Ja prinesu sjuda vina ono vernet vam sily...
 
(idet za vinom)
 
VODEMON
(vostorzenno)
O, `eto raj!
 
ROBERT
Nyet, zapadnja!
Pogibel' nam grozit, drug milyj!
Ja darom sdat'sja ne khochu,
mne zhizn' milej mogily.
Ostan'sja zdes', ja polechu,
najti otrjad sumeju,
i s nim pridu tebja spasti
s krasavicej tvojeju.
 
(Iolanta vozvrashchaetsja
s dvumja kubkami vina)
 
Ne bojsja, zhdi menja, prosti!..
 
(ukhodit)
 
IOLANTA
Vot, rycari, vino...
ego otec moj ljubit...
 
VODEMON
(beret kubok i pristal'no smotrit
na Iolantu. pro sebja)
Neuzheli menja ono soboj pogubit?
 
(reshitel'no)
 
Puskaj!
Iz `etikh ruk ja smert' primu s otradoj!
 
(vypivaet vino)
 
IOLANTA
(prodolzhaet derzhat' podnos s kubkami
v ozhidanii, shto Robert vozmet svoj)
A gde zhe drug tvoj? Emu byla ja rada...
 
VODEMON
Moj drug ushel, no on vernetsja...
 
IOLANTA
(stavit na stol podnos s kubkami)
Ushel? Kak zhal'...
 
VODEMON
Zhal'! Otchego?
 
IOLANTA
Ja rada vsem, kto zdes' byvaet
i redko ostajus' odna.
Moi druz'ja vo vremja sna ostavili menja...
i vot iz nikh nikto ne znaet,
shto ja prosnulas'.
VODEMON
`Eto ja, ja son narushil vash...
Prostite!
Vy mne predstali kak viden'e
nebesnoj chistoj krasoty,
kak prizrak sladostnoj mechty,
kak oblik chistyj vdokhnoven'ja.
Moj krik nevol'nyj voskhishchen'ja
vas razbudil i predo mnoj
vdrug ang'el neba stal zemnoj!
No vizhu ja, vy ne viden'e
i vam dano sud'boju zhit'
vnushat' ljubov', stradat', ljubit'!
 
(Iolanta podojdja k kustu roz
sryvaet v zameshatel'stve cvety)
 
IOLANTA
Ty govorish tak neponjatno...
Ne znaju.. no slova tvoi mne slushat' stranno
i prijatno, ot nikh kruzhitsja golova...
Stranno! V grudi rozhdaetsja volnen'e
i vmeste strashnoe somnen'e:
dolzhna li slushat' ja tebja?
K chemu? Za shto?
Za shto khvalit' menja?
Ty v pervyj raz peredo mnoju.
 
VODEMON
(s chuvstvom, vyrazitel'no)
Zhelan'e vashe mne zakon,
moj pyl teper' ot vas ja skroju,
no shtoby `eto byl ne son,
ne prizrak schast'ja,
v znak proshchan'ja
sorvite mne odnu iz roz
na pamjat' nashego svidan'ja
i zharkogo rumjanca shchek!
 
(Iolanta sryvaet beluju rozu i podaet emu)
 
Ja krasnuju prosil sorvat'...
 
IOLANTA
Kakuju `eto?
Ja ne znaju.
 
VODEMON
(ukazyvaja na kust krasnykh roz)
Odnu iz tekh prosil ja dat'...
 
IOLANTA
Kakuju? Ja ne ponimaju.
Verni mne tu, shto ja dala,
i ja sorvu tebe druguju.
 
VODEMON
O nyet! Kak vy, ona svetla,
ejo na pamjat' sokhranju ja
emblemoj vashej chistoty
Sorvite krasnyj rozan,
oba gerbom voz'mu ja na shchity
i budu veren im do groba.
 
IOLANTA
Ja podarit' tebe gotova druguju rozu.
 
(Iolanta sryvaet opjat' beluju)
 
VODEMON
Kak?
I snova vy dali beluju?
 
(Iolnta v zameshatel'stve
sryvaet eshche beluju rozu)
 
Opjat? Ja krasnuju prosil sorvat!
 
IOLANTA
Shto znachit "krasnuju"?
 
VODEMON
Kakaja mysl'!..
 
(sryvaet neskol'ko roz)
 
Skazhite mne: sorval ja skol'ko roz?
 
IOLANTA
(protjagivaja ruki)
Nu, shto zhe? Daj ikh sjuda! Daj!
 
(Vodemon, ne davaja roz, otstupaet)
 
Ty shutish'...
`eto tak neslozhno...
 
VODEMON
Nyet! Ne prikasajas' k nim...
 
IOLANTA
Ne prikasajas'?.. Razve mozhno?
 
VODEMON
Tvorec! Tvorec! ona slepaja! neschastnaja!
 
IOLANTA
Nu, shto zhe? Gde tvoi cvety?
o, rycar', rycar', gde zhe ty?
Tvoe molchan'e mne neponjatno,
ne znaju,
chem moi slova tebe mogli byt' neprijatny...
Skazhi mne, v chem moja vina?
Chuzhikh ja redko zdes' fstrechaju
i mnogogo eshche ne znaju;
ty nauchi ja moloda,
ja budu slushat'sja tebja!..
Molchish'? Ne khochesh' byt' so mnoj?
pust' budet tak!..
Tvoi zhelan'ja mne zakon,
moju pechal' ot vsekh ja skroju...
No, shtoby `eto byl ne son,
ne prizrak schast'ja,
v znak proshchan'ja sorvi i daj odnu iz roz
na pamjat' nashego svidan'ja!..
 
(Ne mozhet kon'chit ot naplyva slez)
 
VODEMON
Ditja, o nyet,
 
(beret ee za ruki)
 
ne nado slez!
 
IOLANTA
(radostno)
Ty ne ushel eshche?
 
VODEMON
Bednjazhka!.. Skazhite mne,
neuzh li nikogda,
khot' izredka, vam mysl' ne prikhodila,
shto groznaja, zhestokaja sud'ba
vas dara dragocennogo lishila?
Neuzh li vy ne znali, dljachego
u vas blestjat bezzhiznennyje ochi?
 
IOLANTA
(prikasajas' k glazam)
Zachem glaza dany mne?
dlja togo, shtob plakat'...
 
VODEMON
Plakat' v vechnom mrake nochi!..
 
IOLANTA
Uzheli ty ne znaesh', shto ot slez
pechal' prokhodit legche i bystreje?
Tak fs'o v prirode posle letnikh groz
stanovitsja dushistej i bodreje.
 
VODEMON
O, znachit nyet v tvoej grudi zhelan'ja
uvidet' svet i slavu mirozdan'ja?
 
IOLANTA
Shto znachit videt'?
 
VODEMON
Poznavat' svet Bozhij.
 
IOLANTA
Rycar', shto takoje svet?
 
VODEMON
(vostorzhenno)
Chudnyj pervenec tvoren'ja,
pervyj miru dar Tvorca,
Slavy Bozh'ej projavlen'je,
luchshij perl Ego venca!
Solnce, nebo, zvezd sijan'e
napolnjajut mir zemnoj,
vsju prirodu i sozdan'ja
neskazannoj krasotoj!
Kto ne znaet blaga sveta,
tot ne mozhet tak ljubit'
Bozhij mir vo mrak odetyj,
Boga v t'me, kak v svete chtit'!
Im poznal ja, nedostojnyj,
vas, o, deva krasoty,
stan vash defstvennyj i strojnyj,
obraz milyj i cherty,
da, on pervenec tvoren'ja,
luchshij miru dar Tvorca.
IOLANTA
Ty govorish tak sladko!
Ja ne znaju, shto so mnoj?
Nikogda takovo schast'ja
ne ispytala ja...
No ty oshibsja,
nyet, nyet, nyet!
Shtoby Boga slavit' vechno,
rycar', mne ne nuzhen svet:
blagost' Bozh'ja beskonechna,
ej nigde predelaf nyet!
V zharkom dne, v blagoukhan'jakh,
v zvukakh i vo mne samoj,
otrazhen vo vselh sozdan'jakh
Bog nezrimyj i blagoj!
Mozhno l' videt' shchebetan'e
ptichki v rozovom kuste,
ili sladkoe zhurchan'e
bystroj rechki na peske?
 
VODEMON
Da! Pravda! Pravda!
Blagost' Bozh'ja beskonechna,
ej nigde pridelov nyet!
To pravda! To pravda!
O, ty prava, v tvoej grudi
sijaet pravdy svetoch,
i pered nim nash svet zemnoj
i prekhodjashch i zhalok.
Vechno mozhno chtit' Tvorca,
i ne znaja blaga sveta!
Blagost' Bozh'ja bez konca!
Ej nigde predelov nyet!
 
IOLANTA
Mozhno l' videt' v nebe
groma rokotan'e,
ili treli solov'ja,
il' cvetka blagoukhan'e,
golos tvoj, tvoi slova?
Nyet, shtob Boga slavit' vechna,
rytsar', mne ni nuzhen svet!
No shtoby stat' kak ty,
khotela b ja uznat' svet solnca.
`Etot pervenec tvoren'ja
pervyj miru dar Tvorca,
slavy Bozhej projavlen'je
luchshij perl Ego venca!
 
8. Kartina
 
MARTA, LAURA, BRIGITTA, PRISLUZHNIC
(za scenoj)
Iolanta! Gde ty?
 
IOLANTA
(prislushivajas')
Menja zovut podrugi, Marta;
Oni udivleny, shto ja prosnulas'...
 
KAROL'
(za scenoj)
Gde doch' moja?
 
IOLANTA
To golos moego otca!
On zdes'! Jevo uznajesh ty?
 
MARTA, BRIGITTA, LAURA, KAROL'
(za scenoj)
Iolanta!
 
(Vbegajut Marta, Brigitta i Laura)
 
PRISLUZHNIC
Gde ty?
 
MARTA, BRIGITTA, LAURA, PRISLUZHNIC
(Prisluzhnicy vbegajut na scenu. Iolanta
idet na vstrechu k korolju i obnimaet ego.)
Tvorec!
S neju neznakomyj rycar'!
 
KAROL'
(vkhodja)
Gde doch' moja?
 
IOLANTA
O, batjushka!
 
KAROL'
Doch' milaja! Ty ne odna...
 
(Vkhodjat Ebn-Khakia,
Bertran i Al'merik)
 
Shto `eto?
 
(k Vodemonu)
 
Kak ty voshol sjuda i kto ty derzkij?
 
VODEMON
Burgundskij rycar'.
Ja sluchajno voshol,
bluzhdaja po goram Vogezskim.
 
KAROL'
Ty s neju ni o chem ne govoril?
 
IOLANTA
O da, otec, on mnogoe otkryl mne,
chego ne znala prezhde nikogda ja.
Ego slova zvuchali tak otradno,
kogda on ob'jasnjal, shto znachit svet
i tak zhalel menja, shto zren'ja lishena ja.
 
BRIGITTA, LAURA, MARTA, VODEMON,
AL'MERIK, EBN-HAKIA, BERTRAN,
KAROL', PRISLUZHNIC
Tvorec!
 
KAROL'
Neschastnyj, shto ty sdelal!
Bozhe, za shto poslal Ty `eto nakazan'e!
 
EBN-HAKIA
(podkhodit k korolju)
Ne nakazan'e,
a spasen'e docheri tvoej.
 
(S `etogo momenta kartina nachinaet
temnet', vdali gory prinimajut okrasku
vechernej zari. Karol', zakryv lico
rukami, opuskaetsja na skam'ju.)
 
Ty, osleplennyj mysl'ju lozhnoj,
khotel jejo neschast'e skryt',
no vidish': bylo nevozmozhno
ponjat'e sveta utait'.
To bylo zabluzhden'e, ver' mne,
pravdu skryt' nel'zja na veki,
soznan'e v nej teper' prosnulos',
otkrylas' istina umu!
Pitaj nadezhdu, shto v nej zhelan'e
probudit svet!
Teper' vozmozhno, shto zhelan'e
dast ej svet!
 
IOLANTA
On govoril mne o sijan'e,
o bleske solnechnogo dnja,
v nem bylo stol'ko sostradan'ja!
On otkryl mne pravdu!
S nim bylo serdcu tak otradno!
V ego rechakh zvuchala laska,
nezhnost', sostradan'e
i s naslazhden'em ja emu vnimala!
On prosvetit' khotel menja!
 
VODEMON
Shto sdelal ja moim priznan'em,
k chemu privel moj pyl rechej!
Vmesto schast'ja, gore, ispytan'e
prines krasavice moej!
Shto sdelal ja, o,
Bozhe, Bozhe moj, poshchadi!
Jejo ot bedstvij sokhrani, Bozhe moj!
BERTRAN
Derzostnyj bezumec!
Kak smel narushit' ty zapret?
Pogibnesh' ty!
Ty golovoj svoej iskupish' derzost'.
Skol'ko gorja, skol'ko bedstvij ty prines!
O, Bozhe, o, Bozhe, poshchadi!
Spasi jejo ot bedstvij, o, Bozhe moj!
 
MARTA, AL'MERIK, LAURA, BRIGITTA
Kak smel narushit' prikazan'e,
bezumec derzkij?
Ty s soboj sjuda vnes gore!
Ty postupok svoj iskupish' smert'ju!
Spasi jejo ot bedstvij, Bozhe moj!
 
KAROL'
Golubka Iolanta, doch' moja,
poslushaj, ja privel vracha s soboj.
On v silakh vozvratit' tebja ko svetu;
skazhi mne: khochesh' li ty videt'?
 
IOLANTA
Mogu l' ja plamenno zhelat'
togo, shto smutno tol'ko ponimaju?
No esli khochet moj otec,
ego poslushajus' pokorno...
 
EBN-HAKIA
(k Karol')
Ja terjaju nadezhdu iscelen'ja;
vot plody tvoej sistemy:
v nej zhelan'ja nyet dar zren'ja poluchit'
i videt' svet.
 
KAROL'
(tikho vrachu)
Postoj! Teper' ja vizhu: prav byl ty!
Eshche zhiva nadezhda na spasen'e,
Gospod' vnushil mne mysl'.
 
(gromko)
 
Nachni lechen'e, velikij vrach!
Gospod' tebe pomozhet!
 
(k Vodemonu)
 
A ty, vinovnik gorja, otvechaj!
Vkhodja sjuda, prochel ty `etu nadpis'?
 
VODEMON
Prochel.
 
KAROL'
I nesmotrja na to, reshilsja proniknut' v sad?
 
VODEMON
Kak vidish', da, reshilsja...
 
KAROL'
Ty pomnish':
nadpis' osuzhdaet k smerti,
proniknuvshikh sjuda bez pozvolen'ja?
 
VODEMON
Ja pomniu... da!..
 
KAROL'
Itak:
kogda lechen'je nad neju ne pomozhet,
ty umresh'!
 
IOLANTA, BRIGITTA, LAURA, MARTA,
AL'MERIK, BERTRAN,PRISLUZHNIC
O Bozhe moj! neschastnyj, bednyj rycar'!
 
EBN-HAKIA
Shto zatevaet on?
 
IOLANTA
Otec, postoj, ja tak li ponjala?
neuzheli on poginbnut' dolzhen?
 
KAROL'
Da, on dolzhen byt' kaznen.
 
IOLANTA
Ne mozhet byt, nyet, ja ne verju!
Otec, ty miloserd, ved' ty ne mozhesh' byt'
tak beschelovechen!
 
KAROL'
On umret, kogda tebe lechen'e
ne pomozhet.
 
BRIGITTA, LAURA, AL'MERIK,
MARTA, BERTRAN, PRISLUZHNIC
Bednjazhka Iolanta, kak stradaet!
O, szhal'sja, gosudar'!
Szhal'sja nad nej, szhal'sja!
 
EBN-HAKIA
(Korolju)
Tebja ja ponjal i teper'
spasenie vozmozhno...
 
KAROL'
Nyet, on umret,
mol'by naprasny!
 
IOLANTA
Vrach! Gde ty? Skazhi skorej,
shto preterpet' dolzhna ja?
Perenesti stradan'ja?
 
EBN-HAKIA
O, nyet, dolzhna ty tol'ko
plamenno zhelat' uvidet' svet.
 
IOLANTA
(goriacho, vyrazitel'no)
Nyet, nazovi muchen'ja, stradan'ja, bol':
o, shtob ego spasti,
bezropotno mogu ja fs'o snesti.
On dorog mne,
on pervyj mne otkryl dukhovnyj svet
i serdce mne sogrel.
Teper' ja verju, znaju, shto svet est'
chudnyj pervenec tvoren'ja,
pervyj miru dar Tvorca,
Slavy Bozh'ej projavlen'e,
luchshij perl Ego venca!
 
VODEMON
(padaja na koleni)
Ang'el svetlyj! O, svjataja,
pred toboj sklonjajus' ja!
Budesh' videt', il' slepaja --
ty teper' navek moja!
Ja kljanus' kak rycar', chest'ju
lish' tebe prinadlezhat'...
Kazn' li dolzhen perenest' ja,
za tebja li smert prinjat'!
 
IOLANTA
Nyet, rycar' nyet!
Zhizn' tak prekrasna,
nado zhit', zhivi!..
Ja budu videt'... da!
Daj ruku mne...
teper' pozvol' mne do lica kosnut'sja...
 
(trogaet ego lico)
 
Vot tak!
Vrach', nachinaj lechen'e,
teper' ja fs'o snesu. Otec,
prizhmi menja k grudi!..
Nadejsja! Ja budu videt' i on budet zhit'!
 
BRIGITTA, LAURA, MARTA, VODEMON,
AL'MERIK, EBN-HAKIA, BERTRAN, PRISLUZHNIC
Gospod' s toboju, ang'el chistyj!
 
(Iolanta medlenno ukhodit,
soprovozhdaemaja vrachom,
 zhenshchinami i Bertranom.
Al'merik ukhodit v potajnuju dver'.)
KAROL'
(gljadja ej vsled)
Teper' ja verju sam v tvoe spasen'e,
golubka, ang'el moj!
Kak Agnec Bozhij ona idet na pytku.
Bozhe moj!
 
(v molchalivoj molitve sklonjaet golovu).
 
9. Final
 
(Slyshny postepenno priblizha
jushchiesja fanfary gercoga Burgundskogo.
Karol' vykhodit k Vodemonu)
 
KAROL'
Prosti menja, ja obmanul tebja,
shtob v docheri moej
zhelan'e zren'ja prosnulos'
Ty byl k smerti osuzhden,
teper' svoboden ty...
 
VODEMON
Ty vlasten byl menja kaznit'
za moj prostupok derzkij.
No kto ty,
shtob tak vlastno reshat' sud'bu ljudej?
 
KAROL'
Mne kazhetsja,
shto ja mogu tebja skorej sprosit' ob `etom.
 
VODEMON
Ja Gotfrid Vodemon, graf Issodjuna,
Shampanii, Klervo i Montarzhi,
drug gercoga Burgundii, Roberta.
I kak by ni byl ty bogat i znaten,
ty ne unizish' zvan'ja svoego,
kol' soglasish'sja dat' mne doch' v suprugi.
 
KAROL'
Nyet, nyet, rycar'!
Khot' sojuz s toboj mne lesten,
ja dolzhen otkazat' tebe:
eshche rebenkom drugomu doch' obruchena.
 
VODEMON
No ja prava ego mogu osporit'...
 
KAROL'
Nyet, pered nim pokorno ty sklonish'sja.
 
VODEMON
No kto zhe on?
 
KAROL'
Postoj, ja slyshu shum...
 
(vkhodit Al'merik)
 
shto znachit on?
 
(k Al'meriku)
 
Kto tam?
 
AL'MERIK
Prostite, gosudar'!
Ja dozhidalsja za dver'ju vas so svitoj
i uvidel tolpu ljudej vooruzhennykh,
smelo sjuda idushchikh!
 
VODEMON
`Eto drug moj, gercog Burgundskij.
 
KAROL'
Al'merik, vpusti nemedlja ikh!
 
(K Vodemonu)
 
Ty sejchas uznaesh', kto sopernik tvoj.
 
(Al'merik otvorjaet dver'. Vkhodit
Robert so svitoj oruzhenoscev)
 
ROBERT
Gotfrid,
ja vyruchat' tebja javilsja.
 
(Uvidja Korolja, preklonjaet koleno)
 
Shto vizhu? Karol' Rene!
 
VODEMON
Rene?.. Karol' Provansa?..
 
KAROL'
Da, moj khrabryj rycar',
teper' ponjatno fs'o: ty Iolantu,
nevestu gercoga Roberta ljubish'...
 
VODEMON
(s chuvstvom)
Robert, moj gercog, drug!
Ved' ty khotel priznat'sja korolju vo vsem.
 
ROBERT
(smushchenno)
Ne vremja i ne mesto...
 
VODEMON
Teper', il' nikogda!
Robert, tvoe priznan'e dast mne zhizn',
ja Iolantu poljubil do smerti
i nyet mne schast'ja bez nejo na svete...
Robert, molju tebja!
 
ROBERT
(k korolju)
Gosudar'! Ja zdes',
shtob obeshchanie svoe ispolnit'.
No s Iolantoj obruchen ja byl rebenkom,
vozmuzhav, ja poljubil grafinju Lotaringii,
Matil'du.
Teper' moja sud'ba u vas v rukakh:
velite, i pred altarem sejchas zhe
doch' vashu ja suprugoj nazovu,
no serdcem budu veren ja Matil'de!
 
KAROL'
Vy blagorodny v vashej prjamote.
Ja vashe slovo vozvrashchaju vam.
 
ROBERT
O, gosudar', kak vy velikodushny!
 
KAROL'
(k Vodemont)
Teper', ljubeznyj graf,
soglasen ja otdat' vam Iolantu,
esli zren'e k nej vozvratitsja.
 
VODEMON
O, moj gosudar',
ja vashu doch' ljublju takoj, kak est',
i byt' oporoj ej zhelaju v gore i v schastii,
uvidit svet ona, il' ne uvidit:
ja zhizn' moju ej otdaju!
 
KAROL'
Ona tvoja, syn milyj!
 
VODEMON
Otec moj dobryj!
 
ROBERT
Neuzheli Iolanta slepa?
 
KAROL'
Jejo sud'ba v rukakh vracha teper'!
 
(vkhodit Bertran)
 
Skorej, Bertran, skazhi, nu shto lechen'e?
 
BERTRAN,
Svershilos'
 
KAROL', VODEMON, ROBERT
Iolanta vidit!
BERTRAN
Ne znaju ja, ja ne mog ostat'sja dol'she:
i kamen' by rastajal ves' v
slezakh pri `etom vide...
Kak ovechka smirno
i tverdo kak skala ona sidela,
golubka nasha, tikho povtorjaja:
"O, rycar' moj, zhivi!"
 
VODEMON, AL'MERIK, ROBERT, KAROL'
Gospod', bud' milostiv nad nami!
 
MARTA, LAURA, BRIGITTA
(za scenoj)
Iolanta vidit!
 
MARTA, LAURA, BRIGITTA, PRISLUZHNIC
Iolanta vidit svet!
O, schast'e, o, radost',
Iolanta vidit svet!
 
(Ebn-Khakia vvodit Iolantu i delaet znak,
shtoby fs'o otstupili v glubinu sceny. Pochti
noch'; tol'ko dal'nie vershiny gor chut'
osveshcheny otbleskom vechernej zvezdy.
Iolanta v poviazke.)
 
KAROL'
Tishe! Jejo vedet sjuda spasitel' vrach!
 
HOR
Tishe, tishe!
 
KAROL'
Tvorec!
Za `etot mig voz'mi ostatok zhizni fsej!
 
IOLANTA
Gde ja?
Kuda vedesh' menja ty, vrach'!
O, daj uvidet' snova chudnyj svet,
kotoryj vdrug blesnul peredo mnoju!
 
(Ebn-Khakia snimaet povjazku)
 
Vot on! Opjat', opjat'!
O, blesk nevynosimyj!
Shto `eto?
 
EBN-HAKIA
Tvoj sad, tvoi derev'ja, tvoi cvety!..
 
IOLANTA
Nyet, nyet! Ja ikh ne znaju!...
Ja nikogda zdes' ne byla!
mne strashno!..
Vrach', gde ty? Strashno!
Menja tesnjat krugom...
vot shto-to padaet...
Kak budto fs'o obrushitsja gotovo...
ja pogibaju!.. Vrach! Spasi menja!
 
EBN-HAKIA
Smotri na verkh,
tebja ne ispugaet nebo!
 
IOLANTA
(podnimaja glaza k nebu)
O, kak chudno!
Kak svetlo! Shto `eto?
Bog? Dukh Bozhij?
 
EBN-HAKIA
Svet i nebo.
 
IOLANTA
Nebo, nebo, nebo!
Na nebe Bog?..
Ja pred toboju, Bozhe!
 
(opuskaetsja na koleni)
 
Blagoj, velikij, neizmennyj,
vo t'me javljal ty mne sebja!
Daj mne teper', Tvorec vselennoj
uznat' Tebja i v svete dnja!
 
EBN-HAKIA
Vzgljani teper' vokrug sebja.
 
IOLANTA
Kto `eto? Ja ne ponimaju?
 
EBN-HAKIA
To ljudi...
 
IOLANTA
Ljudi, kak i ja?
 
EBN-HAKIA
Ty znajesh' ikh.
 
IOLANTA
Ja ikh ne znaju...
 
KAROL'
Doch'! I menja ne znaesh'?
 
IOLANTA
O, Bozhe, Bozhe moj! Kto `eto?
 
(trogaet lico Korolja)
 
Otec moj!
Tvoi uznala ja cherty, molju tebja,
v novom mire sveta bud' mne zashchitoj!
 
KAROL'
Ang'el moj!
Ja star, moi slabejut sily,
 
(podvodja Vodemona)
 
i vot tebe zashchitnik!
 
VODEMON
Zashchitnik vernyj do mogily!
 
IOLANTA
O, drug moj, tebja l' ja slyshu vnov'!
Ty dal mne svet, ty dal ljubov'!
 
VODEMON
I putevodnoju zvezdoj tot
svet mne budet navsegda!
 
HOR
Khvala Tvorcu, podatelju vsekh blag,
khvala Tvorcu!
 
IOLANTA
Primi khvalu raby smirennoj,
moj golos slab i robok vzgljad
Pered Toboju sonm blazhennyj
i Kheruvimy predstojat!
No Ty velik i v snishozhden'i,
Tvoej ljubvi predelov nyet,
i v samom malom iz tvorenij
blestish', kak v kaple solnca svet!
 
KAROL'
Primi khvalu rabov smirennykh,
Bozhe moj!
Sleznoj mol'be moej ty vnial, Gospod'!
Slava Tebe!
Ty svoju rabu iz mraka t'my izvlek!
O, Sozdatel' nash!
 
BRIGITTA, LAURA, MARTA, VODEMONT,
AL'MERIK, ROBERT, IBN-HAKIA, BERTRAN
Bozhe, primi khvalu raby smirennoj!
Svershylas'! Ty nisposlal ej svet!
Ty s neba milast' nispaslal!
Gaspot' fsesil'nyj, slava Tibe!
Tvoej ljubvi predelov nyet,
i v samom malom iz tvorenij blestish'
kak v kaple solnca svet!
Ty chuda svershyl, o Sazdatel' nash!
Tvorec blagoj!
Ty svaju rabu is mraka t'my isvl'ok!
Ty molen'jam nashim vnjal!
Khvala Tebe!
O Bozhe, padatel' blak, slava Tibe!
 
HOR
Primi khvalu rabov smirennykh!
Vo prakhe my pered Toboj!
 
FS'O
Slava Tebe, Tvorec vsesil'nyj!
Osanna v vyshnikh!
Ty sveta istiny sijan'e,
slava, slava Tebe, Gospod' vsemogushchij!
Slava, Gospod' Vsederzhitel',
Khvala Tebe!
 
(fs'o opuskajutsja na koleni. Zanaves)

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