Saturday, April 25, 2015

PAGLIACCIO GANASSA

Speranza

 

Pagliacci (opera)

   
Pagliacci
Lingua originaleitaliano
Genereopera lirica
MusicaRuggero Leoncavallo
LibrettoRuggero Leoncavallo
Fonti letterarievicenda reale
Attidue
Prima rappr.21 maggio 1892
TeatroTeatro Dal Verme, Milano
Personaggi


Pagliacci è un'opera lirica divisa in due atti di Ruggero Leoncavallo, su libretto del compositore, rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme a Milano, il 21 maggio 1892 con Fiorello Giraud, Adelina Stehle, Victor Maurel, Mario Ancona e la direzione di Arturo Toscanini.

Il melodrama si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, quando il compositore era bambino e in seguito al quale il padre di Ruggero Leoncavallo, che era magistrato, istruì il processo che portò alla condanna dell'uxoricida.

L'opera fu ed è ancora una delle opere più eseguite al mondo, il successo immediato trova spiegazione nell'attualità del linguaggio e nell'approccio verista e popolare che in quel periodo permeava tutte le arti, ma non secondari furono l'impegno dell'editore Sonzogno che all'epoca conduceva una battaglia per contrastare il dominio dell'editore di Giuseppe Verdi e di Giacomo Puccini, Ricordi, e la celeberrima registrazione discografica con Enrico Caruso quale protagonista.

 Infatti il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica, essendo stato il primo ad aver superato il milione di copie vendute.

L'opera di Ruggero Leoncavallo s'intitolava originariamente "Pagliaccio", un personaggio della commedia dell'arte (creato da "Pagliaccio Ganassa, nel 1572).

Ma, siccome doveva rappresentarlo per la prima volta il baritono francese Victor Maurel, persona molto orgogliosa e puntigliosa, questi s'impuntò:

"Nelle opere del mio repertorio la parte del baritono dev'essere nel titolo."

"Qui il titolo, "Pagliaccio", comprende solo il tenore."

Pertanto, se non cambiate il titolo, io non canto!".

L'editore, per evitare di mettere a rischio la prima, ebbe un'idea geniale: cambiò il titolo da singolare a plurale: "Pagliacci".

Cfr. 'Pagliaccio', 'principe dei pagliacci'.

Così nel titolo era compreso anche il baritono.

Si andò in scena regolarmente e il successo fu trionfale.

La rappresentazione inizia a sipario calato, con Tonio che, in costume da "Taddeo", si presenta come Prologo, fungendo da portavoce dell'autore ed enunciando i principi informatori e la poetica dell'opera.
 
Il Prologo di Pagliacci costituisce un vero e proprio manifesto poetico-programmatico della corrente verista all'interno della Giovane Scuola italiana (Si può, si può?).
 
La compagnia di Canio è giunta in un paesino meridionale, (Montalto Uffugo in provincia di Cosenza riportato da molti libri, ma in realtà è ambientato ad Acerenza dove il santo patrono di tale città è San Canio), per inscenare una commedia.
 
SAN CANIO
 
Canio non sospetta che la moglie Nedda lo tradisca con Silvio, un contadino d'Acerenza.
 
Tonio, che ama Nedda ma che è da lei respinto, avvisa Canio del tradimento.
 
Canio scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio fugge senza che Canio lo veda in volto.
 
Canio vorrebbe scagliarsi contro Nedda, ma arriva uno degli attori a sollecitare l'inizio della commedia dell'arte perché il pubblico aspetta.
 
Canio non può fare altro, nonostante il suo turbamento, che truccarsi e prepararsi per la commedia (Recitar... Vesti la giubba).
 
Canio, nel ruolo di "Pagliaccio", impersona appunto un marito tradito dalla sposa "Colombina".
 
La realtà e la finzione finiscono col confondersi, e Canio, nascondendosi dietro il personaggio di Pagliaccio, riprende il discorso interrotto dalla necessità di dare inizio alla commedia dell'arte e, sempre recitando, rinfaccia a Nedda la sua ingratitudine e trattandola duramente le dice che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia.
 
Di fronte al rifiuto di Nedda di dire il nome del suo amante, Canio uccide lei e ferisce Silvio accorso per soccorrerla.
 
Tonio e Beppe, inorriditi, non intervengono, ma gli spettatori, comprendendo troppo tardi che ciò che stanno vedendo non è più finzione, cercano invano di fermare Canio.
 
A delitto compiuto, Canio, esclama beffardo: "la commedia è finita!".

Le partiture di Leoncavallo prevedono l'utilizzo di:
Da suonare sul palco:

Brani famosi[modifica | modifica wikitesto]

Vesti la Giubba (info file)

No, Pagliaccio non son (info file)
  • "Si può?", Prologo (Tonio)
  • "Son qua, ritornano!", coro (atto I)
  • "Qual fiamma avea nel guardo", aria di Nedda
  • "Vesti la giubba", aria di Canio
  • "Canzone di Arlecchino", Beppe (Atto II)
  • "No, pagliaccio non son", romanza di Canio e finale

Prime esecuzioni

Nel Regno Unito esordisce al Royal Opera House, Covent Garden di Londra il 19 maggio 1893 con Nellie Melba ed al Lyceum Theatre di Edimburgo l'11 settembre dello stesso anno.
Negli Stati Uniti debutta al Grand Opera House di New York il 15 giugno 1893 con la Melba ed al Metropolitan Opera House l'11 dicembre dello stesso anno con la Melba, Fernando De Lucia ed Ancona diretta da Luigi Mancinelli e da allora è stata rappresentata settecentododici volte risultando l'ottava opera maggiormente eseguita.

In questa occasione, per la prima volta, viene rappresentata con l'altro capolavoro del teatro musicale verista, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, accoppiata che diventerà consuetudine anche grazie alla brevità dei due lavori.
Il 14 agosto 1894 avviene la prima rappresentazione nel Politeama Pacini di Catania.
Il 25 dicembre 1894 avviene la prima rappresentazione nel Regio Teatro Metastasio di Prato diretta da Emilio Usiglio.
Il 25 gennaio 1895 si esegue per la prima volta al Gran Teatre del Liceu di Barcellona.
Il 14 dicembre 1902 avviene la prima rappresentazione di "Paillasse" all'Opéra Garnier per l'Opéra national de Paris nella traduzione francese di Eugène-Edmond Crosti con Jean de Reszke.
Al Manhattan Center di New York la prima rappresentazione avviene il 1º febbraio 1908.
Al Wiener Staatsoper la premiere è stata il 28 ottobre 1908 diretta da Bruno Walter e da allora è stata rappresentata quattrocentocinquantasei volte.
Al Teatro dell'Opera di Roma va in scena il 19 ottobre 1914 con Lucrezia Bori, Enrico Caruso, Giuseppe De Luca ed Angelo Badà diretta da Toscanini.
Al Teatro La Fenice di Venezia va in scena il 9 gennaio 1921.
Al Festival lirico areniano debutta nel 1922 e va in scena per sei stagioni.
Al San Francisco Opera va in scena nel 1923 con Giovanni Martinelli, De Luca diretta da Gaetano Merola.

Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1943, per la regia di Giuseppe Fatigati, viene girato il film ispirato alla scrittura dell'opera e alla vicenda narrata, con Alida Valli nel ruolo della figlia di Canio.
Nel film Gli intoccabili di Brian De Palma vi è una famosa sequenza in cui Al Capone, interpretato da un Robert De Niro sopra le righe e d'antologia, si commuove mentre assiste all'aria eseguita da Enrico Caruso di "Ridi pagliaccio".
Nella città di Montalto Uffugo (CS) si tiene ogni anno un festival dedicato al Maestro Ruggero Leoncavallo. L'8 luglio 2007 è stata rappresentata per la prima volta l'opera Pagliacci, integralmente, sulle scale del duomo della Madonna della Serra, con la regia di Maria Francesca Siciliani e l'interpretazione, oltre che di professionisti, di personaggi presi tra la popolazione.
  • L'aria è presente anche nel gioco Alone in the Dark 2, nelle scene che compaiono in caso di morte del personaggio e nei sotterranei della casa. Presente solo la musica, senza parole, viene intitolata "Mysteries".
  • Nella miniserie a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons Watchmen (così come nel suo adattamento cinematografico), uno dei personaggi, Rorschach, scrive nel suo diario di una barzelletta sentita una volta che coinvolge Pagliacci, in riferimento alla morte di un altro personaggio, Il Comico. La barzelletta racconta di un uomo che va da un medico e si lamenta della depressione. Il medico gli dice di andare allo spettacolo del "grande clown Pagliacci" al fine di rincuorarlo. Tuttavia, l'uomo scoppia a piangere, dicendo al medico che, in realtà, lui è il clown Pagliacci.
  • Nel film The Mask - Da zero a mito, durante la scena dell'officina che vede il protagonista Stanley Ipkiss (Jim Carrey) truffato dai due meccanici, si può sentire in sottofondo il "Ridi pagliaccio".

Incisioni discografiche[modifica | modifica wikitesto]

AnnoCast (Canio, Nedda, Tonio, Beppe, Silvio)Direttore
1954Giuseppe Di Stefano, Maria Callas, Tito Gobbi, Nicola Monti, Rolando PaneraiTullio Serafin
1959Mario Del Monaco, Gabriella Tucci, Cornell MacNeil, Piero De Palma, Renato CapecchiFrancesco Molinari Pradelli
1960Franco Corelli, Lucine Amara, Tito Gobbi, Mario Spina, Mario ZanasiLovro von Matačić
1965Carlo Bergonzi, Joan Carlyle, Giuseppe Taddei, Ugo Benelli, Giuseppe TaddeiHerbert von Karajan
1971Plácido Domingo, Montserrat Caballé, Sherrill Milnes, Leo Goeke, Barry McDanielNello Santi
1977Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Ingvar Wixell, Vincenzo Bello, Lorenzo SaccomaniGiuseppe Patanè
1979José Carreras, Renata Scotto, Kari Nurmela, Ugo Benelli, Thomas AllenRiccardo Muti
1983Plácido Domingo, Teresa Stratas, Juan Pons, Florindo Andreolli, Alberto RinaldiGeorges Prêtre
1992Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Juan Pons, Ernesto Gavazzi, Paolo ConiRiccardo Muti
2000José Cura, Barbara Frittoli, Carlos Álvarez, Charles Castronovo, Simon KeenlysideRiccardo Chailly

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