Speranza
... che dir gli piaccia de che gente sia. --- Bradamante wants to know what 'people' Ruggero is from.
Rugiero incominciò, dal primo sdegno
che ebbero e Greci, la prima cagione
che adusse in guerra l’uno e l’altro regno,
quel di Priamo e quel di Agamenone
e’l tradimento del caval di legno,
come il condusse il perfido Sinone
e dopo molte angoscie e molti affanni
fo Troia presa ed arsa con inganni.
e come e Greci poi sol per sua boria
fierno un pensier spietato ed inumano,
tra lor deliberando che memoria
non se trovasse del sangue troiano.
usando crudelmente la vittoria,
tutti e pregion scanarno a mano a mano,
ed avanti a la matre per più pena
ferno svenar la bella Polissena.
e cercando Astianatte in ogni parte
che era d'Ettorre un figlio piccolino
la matre lo scampò con cotale arte
che in braccio prese un altro fanciullino
e fuggette con esso alla disparte
cercando i greci per ogni confino
la ritrovarno col fanciullo in braccio
e a l’uno e a l’altro dier di morte spaccio.
ma il VERO figlio, Astianatte dico,
era nascoso in una sepoltura,
sotto ad un sasso grande e molto antico
posto nel mezo de una selva oscura
seco era un cavallier del patre amico
che se pose con esso in aventura,
passando il mare e de uno in altro loco
pervenne in fine alla'isola del foco.
così Sicilia se appellava avante
per la fiamma che getta Mongi Bello
or crebbe il giovanetto ed aiutante
fu di persona a meraviglia e bello
e in poco tempo fie’ prodezze tante
che Argo e Corinto pose in gran flagello
ma fu nel fine occiso a modo tristo
da un falso Greco nominato Egisto.
ma prima che morisse ebbe a Misina
de la qual terra lui n’era segnore
una dama gentile e pellegrina,
che la vinse in battaglia per amore
costei de Saragosa era regina,
ed un gigante chiamato Agranore
re d'Agrigento la oltraggiava a torto;
ma d'Astianatte fu nel campo morto
prese per moglie poscia la donzella,
e fece contra e Greci il suo passaggio
insin che Egisto la persona fella
lo occise a tradimento in quel rivaggio
non era gionta ancora la novella
della sconfitta e di tanto dannaggio
che e Greci con potente e grande armata
ebber Misina intorno assedïata.
gravida era la dama de sei mesi
quando alla terra fu posto lo assedio
ma a patti se renderno e Misinesi,
per non soffrir di guerra tanto tedio
poco o nïente valse essersi resi
che tutti morti for senza rimedio,
poi che promesso a’ Greci avean per patto
dar loro la dama, e non l’aveano fatto.
ma essa, quella notte, sola sola
sopra ad una barchetta piccolina
passò nel stretto ove è l’onda che vola
e fa tremare e monti alla ruina
né si potrebbe odire una parola,
tant’alto è quel furor della marina
ma la dama vargando come un vento,
a Regio se ricolse a salvamento.
e Greci la seguirno, e a lor non valse
pigliar la volta che è senza periglio
perché un’aspra fortuna a l’onde salse
sumerse ed ispezzò tutto il naviglio,
e for punite le sue voglie false.
ora la dama a tempo ebbe un bel figlio,
che rilucente e bionde avia le chiome,
chiamato POLIDORO a dritto nome
di questo Polidoro un POLIDANTE
nacque da poi e FLOVIAN di quello.
questo di Roma si fece abitante
ed ebbe duo filioli ogniun più bello
l’un CLODOVACO, l’altro fu COSTANTE,
e fu diviso quel sangue gemello;
due geste illustre da questo discesero,
che poi con tempo molta fama apresero.
da Costante discese Costantino
poi Fiovo e ’l re Fiorello, il campïone,
e Fioravante e giù sino a Pipino,
regal stirpe di Francia, e il re Carlone.
e fu l’altro lignaggio anco più fino
di Clodovaco scese Gianbarone
e di questo RUGIER paladin novo,
e sua gentil ischiatta insino a Bovo.
poi se partitte di questa colona
la nobil gesta, in due parte divisa;
ed una di esse rimase in Antona,
e l’altra a Regio che se noma Risa
questa citade come se ragiona
se resse a bon governo e bona guise
sin che il duca Rampaldo e’ soi figlioli
a tradimento fôr morti con dôli.
la voglia di Beltramo traditore
contra del patre se fece rubella;
e questo fu per scelerato amore
che egli avea posto alla GALACIELLA
quando Agolante con tanto furore
con tanti armati in nave e ne la sella
coperse sì di gente insino in Puglia
che al vòto non capea ponto de aguglia
così parlava verso Bradamante
Rugier narrando ben tutta la istoria,
ed oltra a questo ancor seguiva avante,
dicendo ciò non toglio a vanagloria,
ma de altra stirpe di prodezze tante,
che sia nel mondo non se ne ha memoria;
e come se ragiona per il vero
sono io di questi e nacqui di Ruggero.
lui de Rampaldo nacque e in quel lignaggio
che avesse cotal nome fu secondo
ma fu tra gli altri di virtute un raggio,
d'ogni prodezza più compiuto a tondo.
morto fu poscia con estremo oltraggio,
né maggior tradimento vidde il mondo,
perché Beltramo, il perfido inumano,
traditte il patre e il suo franco germano.
Risa la terra andò tutta a ruina,
arse le case, e fu morta la gente
la moglie di Rugier, trista, tapina,
Galacïella, dico, la valente,
se pose disperata alla marina,
e gionta sendo al termine dolente
che più il fanciullo in corpo non si porta,
me parturitte e lei rimase morta.
quindi mi prese un negromante antico,
qual di medolle de leoni e nerbi
sol me nutritte e vero è quel ch’io dico
lui con incanti orribili ed acerbi
andava intorno a quel diserto ostico
pigliando serpe e draghi più superbi,
e tutti gli inchiudeva a una serraglia;
poi me ponea con quelli alla battaglia.
vero è che prima ei gli cacciava il foco
e tutti e denti fuor de la mascella:
questo fo il mio diletto e il primo gioco
che io presi in quell’etate tenerella
ma quando io parvi a lui cresciuto un poco
non me volse tenir più chiuso in cella,
e per l’aspre foreste e solitarie
me conducea, tra bestie orrende e varie.
là me facea seguir sempre la traccia
di fiere istrane e diversi animali
e mi ricorda già che io presi in caccia
grifoni e pegasei, benché abbiano ali.
ma temo ormai che a te forse non spiaccia
sì lunga diceria de tanti mali:
e, per satisfar tosto a tua richiesta,
Rugier sono io; da Troia è la mia gesta. -
non avea tratto Bradamante un fiato,
mentre che ragionava a lei Rugiero,
e mille volte lo avea riguardato
giù dalle staffe fin suso al cimero;
e tanto gli parea bene intagliato,
che ad altra cosa non avea il pensiero
ma disiava più vederli il viso
che di vedere aperto il paradiso.
e stando così tacita e sospesa,
Rugier sogionse a lei franco barone
volentier saprebbi io, se non ti pesa,
il nome tuo e la tua nazïone.
No comments:
Post a Comment