Speranza
"Léïla; ossia, i pescatori di perle" è un melodramma in tre atti di Giorgio
Bizet, su libretto di Michele Carré e Eugenio Cormon, trad. A.
Zanardini.
"Léïla; ossia, i pescatori di perle" è oggi considerata il
primo capolavoro melodrammatico di Giorgio Bizet.
Il melodramma, di
ambientazione esotica, gli fu commissionata da Léon Carvalho, il direttore del
Teatro Lirico di Parigi.
Alla prima, il 29 settembre 1863, "Léïla;
ossia, i pescatori di perle" ottenne un discreto successo di pubblico ma una
fredda accoglienza da parte della critica, nonostante in favore del compositore
si fossero levate le voci autorevoli di Ludovico Halévy e Ettore
Berlioz.
"Léïla; ossia i pescatori di perle" restò in cartellone fino
alla fine di novembre, per un totale di 18 repliche; ma da allora scomparve dai
teatri francesi.
Lo stesso Giorgio Bizet apportò in seguito alcune
modifiche alla partitura, ma non ebbe mai la possibilità di rivedere il
melodramma in scena.
"Léïla; ossia, i pescatori di perle" fu ripresa solo
molti anni dopo la morte di Giorgio Bizet, nel 1893, durante l’esposizione
universale di Parigi, presentata in lingua italiana dall'editore Sonzogno nella
traduzione di Angelo Zanardini e con un finale posticcio.
In seguito la
fama della "Léïla; ossia, i pescatori di perle" in Italia fu legata soprattutto
alla romanza del tenore, "Mi par d'udire ancor."
"Mi par d'udire ancor"
diventò il cavallo di battaglia dei più grandi tenori lirico-leggeri, da Tito
Schipa a Beniamino Gigli.
Col tempo, tuttavia, "Léïla; ossia, i pescatori
di perle" ha conosciuto una piena riabilitazione ed è oggi entrata in
repertorio.
Il limite della "Léïla; ossia, i pescatori di perle" è in
genere individuato nel libretto, piuttosto sgangherato.
Ma la partitura
musicale ha l'espressiva morbida, elegante e sensuale del miglior Giorgio Bizet
ed è orchestrata magistralmente.
Prima rappr.: 29 settembre 1863
Teatro: Parigi, Théâtre Lyrique
Personaggi
Léïla,
sacerdotessa di Brahma (soprano)
Nadir, un pescatore (tenore)
Zurga, capo
dei pescatori (baritono)
Nourabad, gran sacerdote di Brahma
(basso)
Pescatori, fachiri, sacerdoti (coro)
L'azione si svolge
nell'isola di Ceylon.
Nel primo atto, un gruppo di pescatori di perle
danza e brinda sulla spiaggia.
I pescatori hanno deciso di scegliere un
capo che li guidi e li protegga e la scelta cade su Zurga (baritono), a cui
tutti giurano obbedienza.
Sopraggiunge il pescatore Nadir (tenore), amico
di gioventù di Zurga.
Rimasti soli, i due amici rievocano un misterioso
episodio, che ancora li turba, accaduto una sera di molti anni prima alle porte
di Candi: l'apparizione di una donna velata, un'affascinante sacerdotessa al cui
passaggio la folla si chinava.
Da allora quella visione è rimasta nei
loro cuori, ma entrambi giurano che nessun sentimento d'amore per una donna
potrà mai dividerli.
Una piroga attracca sull'isola.
Ne scende
una fanciulla velata, Léïla (soprano), accompagnata dal sacerdote Nourabad
(basso).
I pescatori danno il benvenuto all'ospite e la invitano a
cantare per allontanare gli spiriti delle onde.
La vergine consacrata
pronuncia un giuramento di fedeltà e castità e promette di non togliersi mai il
velo, pena la morte.
Dovrà attendere su una roccia, sola, tutta la
notte, affrontando se necessario anche la tempesta.
Quando Nadir,
impietosito dal pericolo che incombe sulla sacerdotessa, le si avvicina, Léïla
riconosce in lui il giovane incontrato a Candi e mai dimenticato.
Nasconde però il suo turbamento e, dopo aver rinnovato le sue promesse,
si avvia verso il tempio con Nourabad.
Si fa sera.
I sacerdoti
accendono i fuochi, Nadir pensa all'affascinante creatura di cui sente ancora
aleggiare nell'aria la voce e si assopisce su una stuoia.
Finché viene
svegliato dal canto di Léïla che, attorniata dai fachiri, invoca il dio Brahma.
Nadir scivola verso la roccia, si avvicina alla fanciulla e la chiama.
Nel chinarsi verso di lui, Léïla fa cadere il velo.
I due
finalmente si riconoscono.
Nel secondo atto, è notte.
Leila
incontra Nourabad presso le rovine di un tempio e gli narra di essersi imbattuta
da bambina in un uomo inseguito da una turba di nemici, di averlo salvato e di
aver ricevuto da lui in segno di gratitudine una collana (più tardi si scoprirà
che quest'uomo è Zurga).
Poi, rimasta sola, vince la paura pensando al
giovane che ama e di cui le sembra di sentire la presenza calda e rassicurante
accanto a sé.
Ma non è una suggestione: cantando una canzone
malinconica, Nadir le si avvicina e i due giovani finalmente si dichiarano,
decidendo di sfidare il destino pur di non rinunciare al loro amore.
È in
arrivo un pauroso temporale.
Gli innamorati si separano ma Nourabad, che
li ha scorti, ordina alle guardie di arrestare Nadir.
Sopraggiunge
tuttavia Zurga che, forte del suo potere, ordina ai pescatori di liberare i
prigionieri.
Ma quando Nourabad strappa il velo a Léïla ed egli
riconosce la fanciulla del tempio, credendosi tradito dall'amico, ordina che i
due vengano tratti a morte.
Nel terzo atto, è ancora notte, il temporale
sta per cessare.
Zurga, passato il primo momento di furore, è pentito di
aver condannato a morte l'amico e la donna amata; ma quando Léïla si reca da lui
supplicandolo di uccidere solo lei e di salvare Nadir, egli cade preda di una
furiosa gelosia e cambia nuovamente parere: morranno entrambi.
Ormai
rassegnata a morire, Léïla consegna ad un giovane pescatore la collana ricevuta
dallo sconosciuto, pregandolo di consegnarla a sua madre.
Zurga
riconosce l'oggetto: è lui il fuggiasco che l'ha donato alla bambina, a cui deve
la vita.
La scena cambia: Nadir è in catene accanto al rogo, già
approntato per il supplizio.
Attorno a lui gli indiani bevono e danzano
freneticamente.
Quando Nourabad e i fachiri stanno per dare inizio
all'esecuzione un violento bagliore rosso illumina il fondo della scena.
Gli indiani corrono atterriti alle loro tende e Zurga - che ha attizzato
l'incendio per favorire la fuga dei prigionieri - spezza le loro catene.
Quindi rimane solo nella foresta in attesa che si compia il suo
destino.
La partitura di Bizet prevede l'utilizzo di ottavino, 2 flauti,
2 oboi, (II anche corno inglese), 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 pistons
(cornette a pistoni), 3 tromboni, basso tuba, timpani, grancassa e piatti,
tamburo, triangolo, tamburello, tam-tam, 2 arpe, ed archi; e per la musica di
scena (può essere suonata da strumentisti dell'orchestra): 2 ottavini,
tamburino, arpa
I brani famosi: "Sur la grève en feu" (coro) - atto I;
"Au fond du temple saint" (duetto tra Zurga e Nadir) - atto I; "Je crois
entendre encore" (romanza di Nadir) - atto I; "O Dieu Brahma" (romanza con coro
di Léïla) - atto I; "L'ombre descend des cieux" (coro) - atto II; "De mon amie,
fleur endormie" (canzone di Nadir) - atto II, "Ton cœur n'a pas compris le mien"
(duetto tra Léïla e Nadir) - atto II; "O Nadir, tendre ami de mon jeune âge"
(aria di Zurga) - atto III
Incisioni discografiche, cast (Nadir, Leila,
Zurga, Nourabad) e direttore
1953 Léopold Simoneau, Pierrette Alarie,
René Bianco, Xavier Depraz, Jean Fournet
1961 Nicolai Gedda, Janine Micheau,
Ernest Blanc, Jacques Mars Pierre Dervaux
1970 Alfredo Kraus, Adriana
Maliponte, Sesto Bruscantini, Antonio Campò Carlo Felice Cillario
1977 Alain
Vanzo, Ileana Cotrubas, Guillermo Sarabia, Roger Soyer Georges Prêtre
1989
John Aler, Barbara Hendricks, Gino Quilico, Jean Philippe Courtis Michel Plasson
Programma di sala, con libretto italiano e note, per l'allestimento al
Teatro La Fenice di Venezia
Libretto in italiano (traduzione di Angelo
Zanardini), dal Fondo Ghisi della Facoltà di Musicologia dell'Università di
Pavia
Categorie: Opere di Bizet, opere liriche in lingua francese, Opéra
comique.
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