Speranza
LEILA; ossia, i pescatori di perle
melodramma in tre atti di E. Cormon e M. Carré.
Musicato da Giorgio Bizet ; traduzione italiana di A. Zanardini. – Milano : E. Sonzogno ;
Paris : Choudens fils, stampa 1891. – 46 p. ; 21 cm. – Titolo originale: Les
pêcheurs de perles. – £ 1. FONDO GHISI, N° 183 PESCATORI DI PERLE I Pescatori di
Perle I 1 OPERA IN TRE ATTI E. CORMON E M. CARRE MUSICA D I Traduzione italiana
di A. ZANARL)INI MILANO E. SONZOGNO PARIS CHOLTCTDENS FILS Via Pasquirolo, 14
Boulevard des Capucines, 30. Proprietk esclusiva per i' Italia, tanto per la
stampa quanto per la rappresentazione, ,dellJEditore E. SONZOGNO, di Milano. . _
. -__. . -p- p .p lililano, 18g1. - Tip. dello Stabiliniento di E. Sonzogno.
PERSONAGGI LEILA ......... Soprrazo NADIR. ......... Tetzore ZURGA. .........
Bnp-ifogzo NURABAD ..... Rosso. Pescatori - Faltiri - Sacerdoti - Maliarde, ecc.
ATTO PRIMO Una spiaggia arida e selvaggia nell'isola di Ceylan. - A destra e a
siiiistra, capanne intessute di stuoje e di bambù. - Verso il proscenio, alcuni
grandi palmizì, ombreggianti cacf2rs giganteschi piegati dal vento. - Nel fondo,
sovra uno scoglio clie domina il mare, le rovine di un' antica pagoda indiana. -
In distanza, il mare rischiarato da un sole ardente. SCENA I. Pescatori, Uomini,
Donne e Fanciulli. (rlll'alznrsi della tela, i pescatori dell'isola, uomini,
donne e [anciulli, ingonibrana la riva. Chi finisce di rizzar le tende, chi dà
l'ultinia mano alle capanne selvagge. - Altri danzano e bevono, al suono di vari
strumenti indiani o chinesi.) INTRODUZIONE. CORO. Sulle arene d'br, Dove l'onda
muor, La tribù si piznti ! E vi danzi al sa i I1 virgineo stuol, Dalle trecce
erranti ! I1 canto vostro va1 A discacciar gli spiriti del mal ! E I PESCATORI
DI PERLE IL CORO DEI PESCATORL Torniamo ai mesti lidi, Ove vuole il destin Che
la morte si sfidi, Incerti del bottin! Dove l'onda è più fonda, Audaci palombar,
Rubiam la perla bionda, Al seno arcan del mar! Ripresa &l com. Sulle arene
d'or, Dove l'onda muor, La tribù si pianti ! E vi danzi al sol I1 virgineo
stuol, Dalle trecce erranti ! I1 canto vostro va1 A discacciar gli spiriti del
mal ! SCENA 11. I pvecerJe?zti e Zurga. ZURGA. Ornai, dal giocondarsi a noi
convien ristar Ora elegger si de' chi obbedienza apprenda, Chi ci protegga e ci
difenda, Un duce pien d'ardir ch'abbia ognuno ad amar! CORO. Colui, che noi
vogliam per duce, E re nomiam de la tribù, Dir te1 dovea presago il cor: Sei tu!
ZURGA. Chi? io? CORO. Noi t'acclamiamo nostro re ! La legge è sacra, che ci vien
da te ! ZURGA. Voi mi giurate obbedienza? CORO. Noi ti giuriamo obbedienza !
ZURGA. Io solo avrò l'onnipotenza ? l CORO. l Tu solo avrai l'onnipotenza !
ZURGA (stringendo loro la mano). Or ben ! voi lo volete .... e re sarò! I (Nadir
comparisce nel fondo e scende gli scogli.) SCENA TTT -*L. ? Nadir. CORO. Ma vien
talun! l ZCRGA (correndo incontro a Nadir). Nadir ! d'infanzia amico ! Sei tu
che dato è a me di riveder? I I i) I PESCATORI DI PERLE CORO. È Nadir ! il
ramingo venturier ! NADIR. Sì, Nadir ! il fedel d'un'altra età ! La felice
stagione, Amici, a voi vicin, rinascerà! Della jungla e della selva, Dove
insidia il cacciator, Esplorai, siccome belva, I1 mistero e il tenebror!
Inseguii, lo stil fra' denti, I1 tigron dagli occhi ardenti, Rintracciai da mane
a sera Lo jaguar e la pantera ! E quanto jeri, o fidi miei, facea Fareste voi
doman ! CORO. Sì, diamoci la man! ZURGA. Rimani in mezzo a noi, Nadir, e sii dei
nostri ! NADIR. I miei voti sin d'or, i gaudi sono i vostri ! ZURGA. l'arti i
nostri piacer! con me tu déi Brindar, con essi cantar e danzar! Ma, pria che
all'opra sia lo spirto intenso, Si salutino il sol e I'aer e il inar immenso!
ATTO PRlhIO I1 X+vesa del coro. Sulle arene d'or, Dove l'onda muor, La tribù si
pianti ! E vi danzi al sol I1 virgineo stuol, Dalle trecce erranti ! (Si
riprendono le danze; indi i pcsc-tori si disperdorio iii varie direzioni. Ziirgn
e Nndir restano soli in iscena.) SCENA IV. Zurga E Nadir. ZGRGA. Nadir ! NADIR.
Zurga ! ZURGA. Sei tu che dinante mi sta! Trascorsi tanti i dì, da poter dirla
età, In cui vissuto abbiam, l'un dall'altro disgiunto, Del rivederci alfin il
dolce istante è giunto! Or dirniiii: al giuro tuo rimasto sei fedel? Un puro
ainico in te rivedo, o un traditore? ... NADIR. Del mio fatale anior mi seppi
far signore ! ZURGA. Per me sollevi allora, un lembo del tuo ciel! Come il tuo
calmo è il core e, al tuo simil, obblia Un istante di febbre e di follia! 12 I
PESCATORI DI PERLE NADIR. No1 puoi tu dir ! la calma il cor trovò, L'obblio
sperar non può ! ZURGA. Che di' tu? NADIR. Quando avrein l'età raggiunta
insieme, In cui il sogno dei varcati dì Dall'anima svanì, Kammemorar dovrai le
nostre gite estreme, E quella sosta ai pressi di Candì! ... ZURGA. Fuggiva il
sol -- s'udia - tra i silenzi del ciel, I1 fervente bramino, al cader della
sera, Lentamente chiamar le turbe a la preghiera! P;ADIR (alzandosi). Del tempio
al limitar, Parato a fiori e ad òr, Una vergine appar ... Mi par vederla ancor !
ZURGA. Una vergine appar ... Mi par vederla ancor ! NADIR. La turba, al Dio
prostrata, La contempla ammirata E l'udiarn mormorar: ATTO PRIMO I3 Rigaarda! è
qui la diva, Che dai limbi ci arriva, Il creato a bear! Mira! è dessa! è la dea,
Che col guardo ci bea, Qual nuovo sole appar! Sollevasi il suo velo ... Oh !
vision del cielo ! La stiamo ad adorar! NADIR. Mira! è dessa! è la dea ... ecc.
ZURGA. Mira ! è dessa ! è la dea ... ecc. NADIR. Ma s'apre un varco ornai tra la
turba pregante ... ZURGA. I1 suo velo digia ci asconde il bel sembiante ...
NADIR. Sparì! ZURGA. Lo sguardo mio da 2.l!or la cerca invan! NADIR. Ma nel mio
seno, ahimè! Qual sorge ignoto ardore! 14 1 PESCATORI DI PERLE -- ZURGA. Qual
m'ange ambascia il core! NADIR. Respingi la mia man! ZURGA. Respingi la mia man
! NADIR. Amor che entrambi ispira L'un l'altro avversi fa ! ZURGA. Gelosa
smania, od ira Non franga l'amistà ! A &le. Santa amistade, infondi il primo
affetto all'alme, E vinci nel mio cor Codesto insano amor! Fa che in una
insertiam, compagni allor, le palme, E debbaci un sospir Insin a morte unir !
ZURGA. E, da quel dì, dali'idol mio lontano, Tristamente lasciai i giorni miei
passar ... NADIR. A risanar da questo ardor insano, Tra i lupi e gli sparvier,
m'accinsi a ramingar ! ZURGA. Siccome il mio, il tuo cor si assereni! Torniam
fratelli ancor, siccome allor ! ATTO PRIMO A due. Santa amistade, infondi il
primo affetto all'alrne ! I ecc., ecc. SCENA V. I precedenti e Pescatori. ZURGA.
Che miro ! una piroga A questa volta voga !... Io l'attendea! sien grazie, o
Brahma, a te! NADIR. E chi attendevi tu su quest'arida spiaggia? ZURGA. Una
vergine ignota e bella al par che saggia, Clie gli anziani tra noi (lo stile è
in ciò costante) Vanno in climi lontani, ogni anno, a rintracciar. Agli sguardi
un gran ve1 asconde il suo sembiante, Nè alcun la può veder, niun la deve
accostar! Ma, sin che noi peschian~, su quello scoglio in piè, Ella prega e il
suo canto, d'in sulle nostre teste, Disvia del mar gli spirti, e acqueta le
tempeste! CORO. Ella vien! ella vien! sia tratta or qui ! 16 I PESCATORI DI
PERLE - SCENA VI. 1 puccede~lti, Leila, Nurabad, Faltiri e Maliarde, tratti z'
Pescatori, Uomiili, Doilile e Fanciulli. (Leila, avvolta in ampio velo,
comparisce nel io:ido, seguita da qi!.ittro f;,l Qual ansia ! Al sol vederla il
primo ardor rinasce. (a Leila) Tu? presso a me? che ti guida? LEILA. Desio Di
parlare a te sol !... ZURGA. Sta ben ! (ai pescatori) Uscite ! ATTO TERZO 37
SCENA 111. I Zurga e Leila. I LEILA (fra sè). I Qual m' assal rio terror ! da
quel barbaro cor Che m' è dato sperar ? In seil gli ferve atra procella ! I
ZURGA (C. S.). Fremo d'ansia e d'affanno ! Sommi Dei, quanto è bella! Più bella
ancor, mentre sta per morir! I1 Dio crudel, che qui l'ha tratta, I L' atroce
palpito volle punir ! LEILA (C. S.). Lo sguardo suo m' ha fatto trasalir ! I
Perchè tremar ? t' accosta ! io qui t' ascolto I LEILA. Da te mercede imploro !
Di Brahma per la fè, Pel crudo mio martoro, Risparmia lui, sì lui che reo non è,
Temer non so per me, Tremo per lui soltanto. .. Deh! cedi a questo pianto
Concedi a noi mercè ! 33 I PESCATORI DI PERLE L' anima sua mi diede, Tutto il
mio cielo egli è ! Celeste fiamma, ahimì: ! È il di fatal per te! L' ardente mia
preghiera Ti possa impietosir ! In te soltanto spera L' atroce mio martir !
M'accorda la sua vita E ajutami a morir! ZURGA. Ch' io t' ajuti a morir? Oh !
che di' tu! Mai ! - perdonar io forse lo potea , Cliè i nostri cori univa l'
amistà, Ma tu l' ami ! . . . tu 1' ami, il motto solo Va1 i' odio mio feroce a
ravvivar ! LEILA. Pietà ! m' ascolta ! ZURGA. Ogni tua prece è vana! Geloso io
sono ! LEILA. ZURGA, Chè di costui, Donna fatale, più che al par t' amai! ATTO
TERZO 39 LEILA. Dell' amor mio, Nadir , A te vien colpa data! (a Zurga) Ma di
tua mano almen Non gli squarciare il sen ! Deh! sia dal tuo furor Sol io
sacrificata ! ZURGA. D' esser amato è reo, Mentre odiato io son! LEILA. Pel tuo
Dio ! pel tuo ciel ! , ZURGA. Ei periri ! LEILA. Ebbene ! . . . or va L' ultrice
vampa, o vile, ad attizzai- ! La vita mia ti prendi ! . . . Sì - I' empia pira
accendi, Ma rei rimorsi orrendi T' inseguiranno ognor ! I1 nostro fato compiaci
! Abbia il rogo congiunti, Appena il giorno spunti, I dolcissimi amor ! ZURGA.
Con Nadir dèi perir! non ho pietà ! 40 I PESCATORI DI FERLE LEILA. Spietato cor
! Sii maledetto, o vile ! Odio sol I10 per te, Per esso eterno amor ! SCENA IV.
I precede~zti, Nurabad, che ricontpare izel fondo, seguito n'n aku~zi pescnto1.i
Grida di gioja, ziz distaizza. NURAB AD. Non odi tu questo gridìo di festa? È
giunta l'ora! LEILA. E la vittima è presta! ZURGA. Si mova alfin! LEILA. Per me
si schiude il ciel! (ad un giovane pescatore) Fratel, questo monil, quand'io sia
morta, Alla mia madre porta ! (gli porge una collana di perle) Vanne che il
cielo pregherò per te! (Leila vien tratta fuor di scena. Zurga si accosta
rapidamente al pescatore, gli strappa di nano la collana di perle, e nel
riguardarla inanda un grido di stupore, indi si slancia sulle tracce di Leila.)
ATTO TERZO 41 QUADRO SECBPJDO. Una landa selvaggia. - Nel mezzo della scena, un
rogo. - Fuochi accesi in varie parti projettano sulla scena bagliori sinistri. -
A destra dd rogo, un tripode, con sovrapposta una conca per ardervi profumi.
SCENA I. (Gli indiani, in preda all'ebbrezza, intrecciano danze sfrenate ; il
vino di palma i circola nelle tazze ricoline ) l Appena del ciel Un raggio abbia
il ve1 Dell'ombra fugato, Un sacro fi~ror Avrà di coctor I1 sangue versato!
Ardente licor, Deh! versaci in cor L'ebbrezza del forte! E turbi il lor sen I1
tetro balen, Presago di morte ! Brahma !... Brahma !... del ciel signor e re! 42
I PESCATORI DI PERLE SCENA 11. Leila e Nzctir cont,bojono, prcced~~fl tz'tri
solrz:?zl' sncc}-doiz; nlln czii fesfn è Nurabad. (Marcia funebre). NURABAD.
Tetre divinità, Iii vostra mano Zurga omai li dii! CORO. In nostra mano Zurg-a
omai li dà! (Un bagliore rossastro, che rischiara ad un tratto il fo~ldo della
scena, ia supporre agli Indiani che stia per ispuntare il gioino.) KURABAD e i/
CORO (con in~peto, agitando a!ti i pugnali). Penètra il giorno tra la nube! il
sole Splende !... raggiunta è l'ora !... orsu !... feriam ! (Mentre Nadir e
Leila stanno per salire il primo gradino del rogo, Zurgn ir. rompe sulli scena,
con un'ascia in mano.) SCENA 111. I precedei2 fa; Zurga. No! - non è questo il
dì ! - Mirate, è il foco ! Foco del ciel, che irato il Dio slanciò ! Accorra
ognun ! la vampa Ha già invaso e consuma il vostro campo. Accorra ognun! forse
in tempo s'è ancora I figli vostri alla morte strappar! (Gli Indiani escono
tumultuosamente. Nurabad rimane solo con Zurga, Nadir e Leila. Egli getta man
mano alcuni aromi sul fuoco sacro; indi si nasconde per intendere quanto Zurga
sta per dire.) ATTO TERZO 43 Acceso di mia man fu l'incendio fatale, Che
minaccia i lor giorni e a trarvi ir? salvo vale. Franti i nodi giA son !,..
sovvenga, o Leila, a te, Che salvo un dì m'hai tu, che salva or sei per me! (Le
mostra la collana e spezza i ferri che li tenevano avvinti. Nurabad, che ha
tutto udito, alza le mani al cielo, e corre a darne parte agli Indinni.) SCENA
IV Leila, Nadir e Zurga. LEILA e NADIR (tenendosi strettamente abbracciati)
Fàscino etereo ! Celeste incanto! A te daccanto Sgorga il mio pianto A noi
presago di dolce avvenir! Ha un angiol frante Le ree ritorte, Ma in vita, o in
morte A tanto amplesso niun ci può rapir! ZURGA. Fàscino etereo! Sublime incanto
! Senza rimpianto Per farli salvi me danno a perir! Ahi! qual li investe Ardor
celeste! Pene funeste! S'amano e vivon! io corro a morir! 4 4 I PESCATORI DI
PERLE MADIR (in cst~isi amorosa), Già nuovi rai scintillano Colà, nel gran seren
, E IJalma nostra slanciasi Del nuovo giorno in sen ! Sì - d'ogni nube sgombraci
In terra il tetro ve], E noi volianl cogli angeli Al desiato ciel! ZURGA. Quanto
s'amano, o Dèi! LEILA. Divina ebbrezza ! Fuggiain! fia guida a'passi nostri
Amor! (L'orchestra accenna al motivo dcl primo coro con crescendo affannoso.)
ZURGA. Essi vengon! Son qua! fuggite! ì: sgombro un vano! (a Nadir) Tu traggi
I'angiol tuo dal fero asil lontano! NADIR e LEILA. Ma tu? ma tu? ZURGA. Dio sol
sa l'avvenir! ATTO TERZO 45 Noi ti potremo ancor riveder, benedir ! (Nadir e
Leila fuggono. In pari tempo Nurabad e gli Indiani invadono la scena SCENA V
Nurabad, Zurga e Coro. NURABAD (additando Zurga). Il traditor ha salva lor la
vita Acceso di sua rnan fu l'incendio, che sfogo Nell'anipia selva or ha ! non
sia deluso il rogo! CORO. Ei de' perir! a11 sì! perir ei de' ! (Gli Indiani si
avventxno contro Zurg-i e lo trnggono a forza varso la pira) La pira funcsta È
pronta colà! 1-a cupa foresta Tramandi a ogni lido - L'orribile grido ! Ah!
Brahma ! Brahma ! ZCTRG.4. Io sol sia 13 vittima Dai vili colpita ! Addio!
Eeila, addio! 'P i i do la inin vita ! (Il rogo divanipzt. Zurgri scompnrc iii
mezzo alle fianinie. I1 teloiie del fondo si scosta, e ci scorge la foresta in
preda all';iicenclio.) 46 I PESCATORI DI PERLE CORO. Si scaglia dal ciel Sul
vile ribel Del folgore l'ira ! Non v'ha più mercè! Perir egli de' Nell'orrida
pira ! (L'incendio va sempre pib dilntandosi.) I pallidi rai Appajono omai Nei
cieli albeggianti. Vendetta sui rei Ottenner gli Dei, Prostriainoci oranti !
(Tutti si prostra.no, indi si alzano colle braccia tese al cielo.) Ah ! Brahma !
Quadro. CALA LA TELA.
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