Thursday, February 22, 2024

Grice e Frontino

 

Sesto Giulio Frontino

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Sesto Giulio Frontino
Console dell'Impero romano
Ritratto a medaglione di Frontino nel frontespizio dell'edizione bipontina delle sue opere
Nome originaleSextus Iulius Frontinus
Nascita40 circa
Morte103/104
Preturaurbanus nel 70
Consolatosuffectus nel 73 e nel 98, ordinarius nel 100
Legatus Augusti pro praetoredella Britannia nel 74-78

Sesto Giulio Frontino (in latino Sextus Iulius Frontinus40 circa – 103/104) è stato un politicofunzionario e scrittore romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque verso il 40 nella Gallia Narbonense.[1] Il suo cursus honorum è caratteristico di un esponente preminente dell'oligarchia senatoria, e ciò confermerebbe una sua parentela con il cavaliere Aulo Giulio Frontino, il quale sposò Cornelia Africana, l'unica figlia di Publio Cornelio Scipione[2].

È certo che fu praetor urbanus nel 70[3] e console suffectus nel 73; fu inviato in Britannia come governatore negli anni 74-78, e in tali vesti sottomise Siluri e Ordovici,[4] popolazioni celtiche che risiedevano nei territori dell'attuale Galles, fondando la fortezza legionaria di Deva Victrix.

Divenne curator aquarum (sovrintendente agli acquedotti di Roma) nel 97, sotto l'imperatore Nerva. Fu ancora console suffectus nel 98 e ordinarius nel 100.

Morì tra il 103 e il 104, durante il principato di Traiano, dato che in quegli anni Plinio il Giovane gli succedette alla morte nella carica di augure; lo stesso autore definì Frontino «uomo preclaro»,[5] e riferì che aveva desiderato che non gli fosse dedicato in morte alcun monumento, quale «inutile spesa, poiché soltanto ai nostri meriti è affidata la nostra memoria».[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Gli Strategemata sono commentari di una sua opera perduta, il De re militari, e consistono in quattro libri di stratagemmi militari:

  • il libro primo tratta della preparazione al combattimento e le varie operazioni;
  • il libro secondo tratta del combattimento vero e proprio;
  • il libro terzo tratta dell'assedio di città;
  • il libro quarto espone detti e fatti di celebri generali. Per le differenze di stile e di contenuti, e per le frequenti ripetizioni di cose già scritte nei libri precedenti, si sospetta che questo quarto libro non sia opera di Frontino.[7]

Il De aquaeductu urbis Romae è un trattato sugli acquedotti ed è l'opera più importante di Frontino, una buona e concreta trattazione, svolta in due libri, dei problemi di approvvigionamento idrico a Roma. Frontino era stato curatore delle acque, cioè il responsabile degli acquedotti e dei servizi connessi, e il trattato riflette la serietà e lo scrupolo del suo impegno. L'opera contiene notizie storiche, tecniche, amministrativo-legislative e topografiche sui nove acquedotti esistenti all'epoca, visti come elemento di grandezza dell'Impero Romano e paragonati, per la loro magnificenza, alle piramidi o alle opere architettoniche greche.

L'opera si è conservata nel codice Cassinensis 361 di mano di Pietro Diacono (XII secolo), ritrovato nell'Abbazia di Montecassino da Poggio Bracciolini nel 1429.

Restano solo estratti di un suo trattato di agrimensura (la disciplina che ha per oggetto la rilevazione, la rappresentazione cartografica e la determinazione della superficie agraria di un terreno, chiamata a Roma gromatica, da groma, lo strumento usato per le misurazioni del terreno), scritto durante il principato di Domiziano (81-96), in un periodo in cui Frontino abbandonò momentaneamente la carriera politica per dedicarsi principalmente all'attività letteraria.[8]

Frontino è pochissimo studiato nelle scuole e nelle Università sia italiane che straniere a causa del suo linguaggio semplice, della compilazione non sempre precisa e per lo stile fin troppo generico. Tuttavia, la sua opera (scritta per fini pratici e, forse, personali) è importante perché ha dato agli storici ottime indicazioni per quanto concerne i lavori legati alle opere idriche che si realizzavano nell'Impero Romano.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Astutie militari di Sesto Iulio Frontino huomo consolare, di tutti li famosi et eccellenti capitani romani, greci, barbari, et hesterni, traduzione di Francesco Luci, Venezia, per Giovan' Antonio di Nicolini da Sabio, 1536
  • Gli Acquedotti di Roma, da Commentario di Sesto Giulio Frontino - Degli Acquedotti della Città di Roma - con note e figure, illustrato da Baldassarre Orsini, Perugia, Stamperia camerale di Carlo Baduel, 1805
  • Gli Stratagemmi, traduzione di Roberto Ponzio Vaglia, Milano, Casa Editrice Sonzogno, 1919

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M.-P. Arnaud-Lindet, Histoire et politique à Rome, p. 259.
  2. ^ E. Fantham, Julia Augusti. The Emperor's Daughter, p. 18.
  3. ^ TacitoHistoriae, IV, 39
  4. ^ S. S. Frere, Britannia: A History of Roman Britain, p. 87.
  5. ^ Epistularum libri, IV, 8, Ad Arriano.
  6. ^ Epistularum libri, X, 13, A Traiano.
  7. ^ C. Marchesi, Storia della letteratura latina, II, p. 330.
  8. ^ Questa opera fu poi utilizzata nel IV secolo da Agenio Urbico come base per il suo De controversiis.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Concetto Marchesi, Storia della letteratura latina, II, Milano-Messina, Giuseppe Principato, 1957
  • Sheppard S. Frere, Britannia: A History of Roman Britain, London, Routledge & Kegan Paul, 1987 ISBN 9780710212153
  • Marie-Pierre Arnaud-Lindet, Histoire et politique à Rome, Paris, Éditions Bréal, 2001 ISBN 9782842917722
  • Elaine Fantham, Julia Augusti. The Emperor's Daughter, London, Routledge, 2006 ISBN 0-415-33146-3

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Opere minori:

  • Julii Frontini de coloniis libellus, ex commentario Claudi Caesaris subsequitur, in Rei agrariae auctores legesque variae, Amstelredami, apud Joannen Janssonium à Waesberge, 1674, pagg. 102 sgg.
  • Julii Frontini de qualitatibus agrorum, in Gromatici veteres ex recensione Caroli Lachmann, diagrammata edidit Adolfus Rudorffius, Berolini, impensis Georgii Reimeri, 1848, pagg. 1-8.
  • Julii Frontini de controversiis agrorum, in Gromatici veteres ex recensione Caroli Lachmann, diagrammata edidit Adolfus Rudorffius, Berolini, impensis Georgii Reimeri, 1848, pagg. 9-58.
PredecessoreFasti consularesSuccessore
Imperatore Cesare Vespasiano Augusto IV[1] e
Tito Cesare Vespasiano II[1]
(73 d.C.)
con (?)
Imperatore Cesare Vespasiano Augusto V e
Tito Cesare Vespasiano III
I
Gneo Domizio Afro Tizio Marcello Curvio Tullo II e
NN
(98 d.C.)
con (?)
Lucio Giulio Urso II e
NN
II
Aulo Cornelio Palma Frontoniano I e
Quinto Sosio Senecione I
(100 d.C.)
con Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto III
Imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto IV e
Quinto Articuleio Peto
III
PredecessoreGovernatori romani della BritanniaSuccessore
Quinto Petillio Ceriale(74-78 d.C.)Gneo Giulio Agricola
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