Tuesday, February 6, 2024

Grice e Giunio

 M. Giunio Bruto apparteneva all'antica Accademia - cioè, effettivamente, 


all'eclettismo con tendenze stoiche di Antioco d'Ascalona. Appunto accettò dottrine derivate dallo Stoicismo. Fece studi di filosofia sotto Aristone. Nella guerra civile parteggiò per Pompeo e combattè a Farsaglia, ma ottenne di riconciliarsi con Cesare. Formò allora stretti rapporti con Cicerone che gli dedicò varie opere (Brutus, Paradoxa, Orator, De finibus, Tusculanae, De natura Deorum) e a lui egli dedicò il De virtute. Legato propretore nelle Gallie, pretore urbano, partecipò alla congiura contro Cesare e fu uno dei suoi uccisori. Sconfitto a Filippi da Ottaviano, si uccise. Fu oratore insigne e scrisse lettere (8 a Cicerone ci restano nella corrispondenza di questo), poesie e tre opere morali. Nel "De virtute" difese la teoria dell'auto-sufficienza della virtù; in uno scritto "Sui doveri" diede precetti ai genitori, ai figli, ai fratelli sulla loro condotta; nel "De patientia," trattò di questa.

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