Tuesday, February 6, 2024

Grice e Lucilio — DE ROMANA VIRTVTE

Lucilio fu un romano insigne che nutre interesse vivo per i problemi della filosofia.

Nato a Sessa Aurunca da famiglia ricca e distinta, fu membro del circolo degli

Scipioni. Ebbe un fratello che fu senatore e, per mezzo della figlia, nonno di Pompeo. Deve avere conosciuto la cultura greca (di cui si penetrò) nell'Italia meridionale e a Roma, ove passò la maggior parte della vita: forse soggiornò anche in Atene. Come cavaliere partecipò alla guerra contro Numanzia, agli ordini di Scipione Emiliano, con cui aveva già stretti rapporti; in seguito ne appoggiò energicamente l'azione politica. Fece parte, oltrechè del circolo degli Scipioni, di uno più ampio. Deve essere stato amico del neo-accademico Clitomaco, che gli dedicò un libro. Mori a Napoli. Scrisse 30 libri di satire, di cui restano frammenti.

In esse rappresenta e critica la vita romana dell'età sua, interessandosi soprattutto di questioni politiche; ma dei vizi del tempo fu giudice severo. Si occupò molto di problemi grammaticali, retorici e letterari, ma si interessò anche di filosofia, alla quale deve avere dedicato una satira. Nei framm. del l. 28 la teoria epicurea è confutata verisimilmente da un accademico, anche perchè vi si trovano varie notizie sulla storia di tale scuola. La forma e il contenuto dei suoi scritti rivelano l'influsso della filosofia popolare del Cinismo di Bione e di Menippo. Un ampio frammento in cui è dipinta l'antica virtù romana, secondo alcuni proviene da Panezio, secondo altri da Cleante: però qualche storico pone Lucilio in relazione con l'Accademia.


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