Sunday, March 31, 2024

GRICE E NIZOLIO: L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Nizolio: l’implicatura conversazionale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescello). Filosofo italiano. Grice: “I read Nizolio and it’s like reading myself!” – Insegna a Brescia e Parma. Pubblica il lessico “Observationes in M. Tullium Ciceronem” (Brescia), il Thesaurus Ciceronianus” (Venezia, Facciolati) e il “Lexicon ciceronianum” (Venezia, Facciolati). Ha una lunga polemica con Maioragio per una critica portata da quest'ultimo a Cicerone che, iniziata con la Epistola ad M. A. Majoragium, prosegue con l'Antapologia e si conclude con i “De veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudo-philosophos” (Parma), scritto contro gli scholastici, che interessarono Leibniz al punto che questi li fece ristampare premettendogli il titolo “Anti-barbarus Philosophicus, sive Philosophia Scholasticorum impugnata” con una prefazione ed una lettera a Thomasius sulla dottrina di Aristotele, Francofurti (Roma, Bocca). E chiamato da Gonzaga a Sabbioneta. Contemporaneamente alle critiche di Ramo alla logica dei lizii, anche per lui occorre sostituire all'astrattezza di quella logica un pensiero che sia concretamente legato al reale, e a questo scopo la strada maestra sta nel ritrovare i processi del pensiero direttamente nella struttura grammaticale dell’italiano. Individua cinque principi per fare della buona filosofia. Il primo principio generale della verità e della buona filosofia consiste nella conoscenza della lingua romana, in cui sono espressi quei saggi filosofici. Il secondo principio è la conoscenza di quei precetti che si trovano nella grammatica e nella retorica di Cicerone, sostituendo la grammatica e la retorica alla metafisica, ontologia, o filosofia speculativa, dal momento che il metafisico si e preoccupato solo di ricercare il vero, senza occuparsi dell’utile, il necessario, o il pertinente delle cose trattate. Il terzo principio consiste nell’interpretare il filosofo antico come CATONE IL CENSORE, o Cicerone, o Antonino, e nello sforzarsi di comprendere il modo con il quale il popolo romano si esprime, essendoci verità in quella schiettezza – Grice: ‘slightness” -- di linguaggio. Il quarto principio generale del vero è il libero, e la vera licenza delle opinioni e del giudizio su qualunque argomento, in contro ogni domma, come richiede il vero e il naturale. Non devono essere dunque CICERONE o ANTONINO  nostril maestri, ma i cinque sensi, l'intelligenza, il pensiero, la memoria, l'uso e l'esperienza delle cose.  Il quinto principio afferma che, oltre a esporre ogni tesi con la chiarezza della lingua comune – l’italiano volgare, senza introdurre nel discorso oscurità (avoid obscurity of expression, be perspicuous [sic], avoid unnecessary prolixity [sic] o sottigliezze, occorre non trattare problemi che non hanno realtà. Esempi di invenzioni filosofichi prive di oggettività sono la “idea” platonica e la tesi del reale dell’universalie. Infatti, il reale è costituito soltanto da singoli individui e questi devono essere indagati non attraverso la loro natura propria e privata, ma attraverso la loro comune e continua successione. Si fa filosofia non astraendo, ossia togliendo da una singola realtà quel quid che viene poi analizzato come se esso fosse reale, ma comprendendo, ossia considerando insieme il singolo reale. L'universale è una vana e finta astrazione che deriva invece dalla comprensione di ogni singolare di ogni genere, accolto insieme con un atto solo, senza astrazione intellettiva, ma con il solo ausilio di un'intelligenza che comprende il singolare. In sostanza, noi non possiamo distaccare, con un'operazione dell'intelletto, un universale da ogni singolare, ma semmai passare dall'individuale al collettivo. L'operazione consiste nel sostituire alla dialettica la retorica e alla logica la grammatica ma, pur mettendo in rilievo i difetti della logica classica, non riesce a fondare una nuova logica efficace e persuasiva. Saggi: Garin, Rossi, Vasoli, “Testi umanistici su la retorica”; “Testi editi e inediti su retorica e dialettica di N., e Ramo, Milano, Bocca  N. in M.T. Ciceronem observationes Caelii Secundi Curionis labore et industria secundo atque iterum locupletatae, perpolitae et restitutae. Ejusdem libellus, in quo vulgaria quaedam verba et parum Latina, ad purissimam Ciceronis consuetudinem emendantur, ab eodem Caelio, s.c. limatus & auctus”. Dizionario Biografico degli Italiani. Ballestri, Massimiliano. Milano, Cosmo editore, Battistella, umanista e filosofo, Treviso, L. Zoppelli, Il rinnovamento scientifico moderno, Como, Meroni, Rossi,  “La celebrazione della rettorica e la polemica anti-metafisica del "De Principiis" in La crisi dell'uso dogmatico della ragione, A. Banfi, Milano, Bocca); W. Fink, Logica aristotelica Universale Idea. Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. G. Calogero,  Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Grice: “I was slightly disappointed when I got hold of Nizolio’s overadvertised masterpiece, the “Lexicon Ciceronianum;” while Urmson liked it, I found it more to be a common-or-garden dictionary. I did not care for philosophical concepts, seeing that he starts wih “A”, ‘the first letter of the alphabet,’ as N. defines it. So, I went straight to the third tome – heavy as they are, and reprinted in London for use at public schools –‘adolescens’ – to ROMA, ROMANVS, ROMVLVS. As for his advice as to deal with the longitudinal unity of philosophy and his rhetorical, ‘Plato is my friend but a better friend is truth,’ I can’t believe it coming from one who dedicated his life to TRACE every little ‘diom’ (slogans as the London edition has it) uttered by Cicero! WhileI would expect praise against the barbarian scholastic from Roger Bacon, it sounds hypocritical coming from Leibniz. By N.’s standard, Leibniz was a barbarian his self. The scholastics actually saved the books from the flames of the Longobards and the Eastern Goths (earlier on) Roma, Contr. RuJ.  Romain montibus posita, et convalUbus, ccenacolis  sublata atque suspensa.1. de Div.. Certahant, Urbem  Romam  Uemamne  vocdrent, Post  led. in  Sen. Roma  arx omnium terrarum. De Pet Cons. Roma civitas CK nationnm conventu constituta. 1. de Onu. Roma domus virtutis, imperii et dgnitatis. Roma domid Uum imperii et gloris. Roma luxorbisterraruhi, et  arx onuuum gentium. Div. Bmoul sexenniojpost Veios  captos a  GaUis capta.  Rome et reges augnres, et postea privati eodem sacerdotio prsediti, lem pub. regionum autoritate rexemnt. Qu. Fr. Roma, ubi tanta arrogantia est, tam immoderate libertas, tam infinita hominum centia. Redu Romam Fonteu cansa .Idns Qu. de Nat. Roma in terries nihU meUns. Inoer. Romam conditam 01 vmpiadis sestss anno tertio. Romani. Pro Leg.Man. Romani  pn»ter ctiteras gentes laudis et glori» avidi. Romani cives facti Siculi lege Antoni L9. Fara. Romani veteres atque urbau sales. Tus. Romani serius quam GffKci poeticam acceperant 1. Di.  Romaia nihU in bello sineextis agebant nihU d<»B& sine auspiciis. Off. Romani Toscoianos, Equos, Volscos, Sabinos, Hemicos, victoria parta non modo conservarunt, sed etiaro in ciritatem acceperantPro Mur. Romani tempora voluptatis laborisque dispelrtiunt, etc. Tus. Romani omnia aut invenerant per se sapientius, quam Greciaut accepta ab illis fcicerant meUora. Div. Romani omnibut rebus agendis, quod bonnm, faustum, felix, fortunatnmque esset prefabantur. Pro Cnc . Romani eos vendere solebant, qui mUites facti non essent 3. de Ora. Romani minos qoam liitm Utteris stndebant Pro Leg. Man. Romani omnibus navalibus puffuis Carthagienses vicerant Aoad. Romanorum antiqua jurisjurandi formulaet consuetudo. de Or. Romanoram ingenia raultnm csBteris liomiaibos omnium gentium prsstiterunt Snavitassemkonis  Atticoram  et  Romanomm  propiia. Tosc. Apod  priscos Romanos morem honc epolaram fiijsseantor est Cato in Originibos, ut  deincepi, qui aocobaient, canerent ad tibiam virorom daroram Uodes atqoe virtutes Romanos, a, uro. 1. de Nat Romana  RO JaiioteIbBoa«t,<f«aUs8oif2li« $.S.Fo^ paU RoaiaBi ovnk religio in ftcrt etin anspida diyia.  . Popalnm Boaunun nan DJ saasnon Sn defendenda ropnb.sed Sn pUndendo cooso Bieie. Bum non nodo Romano bomini, sed ne Perse qwden coiqaam tolerabile. Fam. Bomaoo nsoae oommendare. Romano more feqni.1. de Orat et Ver. Romani ladL Att. Nu Bc Romanas res aedpe. Romilla, iribus. t. cont Ral. Respondit, Romilla tribo se initiam esse £se-tnram. I^,Tribos. Romalos, li, Qutnntti.   Romalam» qu banc aibem condidit, ad deos immortales benerolentia famaqae sastulimas.de L.  Roawhis post exoessum suum dixit Proculo Jolio, se deom esse,  et Qaoinum vocartem plumaae sibi dedicari ia eo loco jussit  Romuhis  quem  iaauratum m Capitolio pamun ac lacttntem, uberibos lopiais inhiantem fuisse meministis.  OfF. Peccavit igitar, paoe vel Qoirini toI Bomali  du Eerim.1. de D. Romuhis  puldier. Ih, Romulus urbm auspicato oodidit Roamlus non solom aospieato Romam condidit, sed etiam optimos augur feit de N. Romnlos  auspicBs,  Numa  sacris  constitatb,  fandamenta  jeeit  ostiSB  dTitatii. Off. Romjlus, cum ci visom csset utilios solum, quam cum altero regnarefiratrem interemit De Or. Roma Jns consitto magis et sapientfaqaam doqueotia usns est S. Div. Romolas et Remus com altrice bdhui vi folminis idi oooddeiant Romulis et Remus ambo augures fberant Roorali  stataa  decoelo taeta. Som. Ronmlo  moriente deficere sd  bommibas  eatingaiqao visus est. Summatim quanam fine principia generalia veritatis investigande, recteque philosophandi. Item in summa quanasmint princigpeianeralia pseudo-philosophorum et perverse philosophandi. De generali omnium nominum divisione in substantiva, adjectiva propria appellativa, deq; eorum proprietatibus et differentia, nginguam facisusque inbuncdicmab ullo traditisaut cognitis, contra pseudophilosophos. De nominibus propriis et appellativis, tam cole&li vis quam simplicibus non cola Letivis, ac decorum proprietatibus et diferentis, contra philosophastros. s.De  us)0(sem (falsis. De denominativis reliquis capitibus Ante predicamentora, vel supervalaneis vel. Universalia realia etiam five raese concedantur, tamen non fuisse facienda quin. Que numeross ed velunumtantum, hoc est, GENUS, vel plura quam quinque hoc est, septem veloflo, adiecto communi, simils, contrario, arque substantia. De nominibus substantivis et adiectivis. De eorum proprietatibus ac diferentis, contra pseudo-philosopos. De generaliomnium rerum divifione oratoria pera & deila pseudo-philosophorum falsa, simul quede voce universi anni versalis et in summa de falsirate universaslium realium ut vocant. Universalia realia nec propter scientias artes quetradendas, nec propter syllogismos eocateras argumentations formandas, nec propler predications superiorum de inferioribus faciendas necessario ese ponenda contra pseudo-philosophos. Universalia realta vere in rerum naturaese non posse. Co propter canone c, uirea Etiffime dicunt nominales. Cintra sultam illam realium opinionem de universalibus realibus, quorum rationes omnes plusquam in aneslabefaltaneur. um suffi.ientia ,quamvocant. De toris,& corum divisionibus, compositionibus quepere, contra falsissimam dialecticorum de his omnibus doctrinam. De vere philosophico e oratorio genere et de vera eius definitione. Contra falsum genus dialecticum et falsam cius definitionem. De vera specie oratoria et vera ejus definitione, contra falsam speciem dialecticam & falfam illius definitionem. De vera diferentia & vero proprio philosophicis oratoriis do simulde eisdem adversariorum vel falfsis vel inutilibus. De accidente vero quid esmedin constanter definite et simul pauca quadam de falsis universalibus, eorum vanis questionibus in universum. De preceptis dividendi et definiendi oratoriis veris et dialecticis falis. De homonymis et synonymis grammaticorum veris quid vere sint et quis verus eoru mufus, contra ftultaila aquivocado analoga dialecticorum. Ele tantum modo unum et summum et verum á generalisimum genus oralo rium, quod est, genus rerum sex autem s a transcendentia Dialecticorum, decem pre dilamenia Aristotelis et tria Laurentii Vallaele falsa. Quam ob levem causam Aristoteles CATEGORIAS fore predicamenta decemponenda ex iftima verii et quam non re et tetriatantum Vallusta rucrit, fimul quopactonosar borem generica ma Porphyri analonge diversam, faciendam arbitramur. GENUS rerum vere in duasrantum species divide in s ubstantias et qualitates, omnia alia accidentium dialecticorum pradicamenta sub qualitate generalitan quamo verascius specie sper econtineri. Simul de falsa universali. De o sem. De qualitale generali et omnibus e iustam comparata quam absoluta speciebus, praferrimquede qualitate speciali, quantum different a speciebus accidentium dialectic corum ,& fingillarim quærario de causa diversitatis. De nominibusscientia“ arris quid APUD LATINOS communite rad proprie significe ne, u quormo dis virum que corum accipiatur et deniq; quibus differentis attes elit entia mnter sediftinguantur, contra falas scientias et artes pseudo-philosophorum, (falla. De generalı scientiarum do atrium divisionenoftrarera, et pseudo-philosophorum. De errales Peripateticorum in generalı philosophia divisione admflis. Dialectica minter scientias ariesnecut universalem nec ut particularem ul lumomninolo cum habere pose sed tanquam non modo falsams ed etiaminutslem de sua pervacuam ex omni artinm do scientiarum numero ejiciendam. Metaphysicam inter scientias Cartesnecut universalem nec ut parricularem ul lumomninolo, um habere pofe, sed tanquam partim falsam, parliminutlım, partim super vacnam ab omni artium scientiarum numero removendam. De comprehensione universo rufmingularium vere philosophica de oratoria et simul de abstractınoe universalium pseudo-philodophia et BARBARA contrafallam Ardo stotelis doctrinam falsode ceniis, abstrahentiam non efemendacsum. Oratoriam esse facultatem vere generalem, grammaticam sub se primo, deinde reliqua somnesarl es fcrentias vere continentem, iumpartese jusmajores breviter ex ponuntur omnes, ở cidem, quaà Pseudophilo fophis unique fuerunt ablatare stituuntur. De sophisticis Elenchis ab Anstoelein Rhetoricam non recte introductis et delio brofophifticorum elenchorum quid senciendum, Que et quot fintea, quarequiruntur cascientise artibus, ex quibu spendetac fitomnis eorum dividio definition o distinclıo, contra falfam de eisdem rebus Pjendophialosophorum doctrinam. De utilibus & veris argumentis de que utılı vero eorum iam tradendorum, quam usurpandorum modo, conira partım fulumpurtom inutilem ipsorum doctrinam ab Aristotele traduam in libro Topicorum. De definitionibus nominis et verbido orarionis grammaticorum veris. Pseudo-philosophorum falfis, códealis, queab Aristorele falso vel inutiliter in libro Sepiépenveids traduntur. Dentılıbus et veris argumeniationibus, de queutilido verocarumufu, contrainu tolemdo vanā Aristotelis decudem rebus doctrmamtraditam in libris Analyticorum. De falfa demonftratione & falfafcientia & falsa sapientia pseudo-philosophorum simul de inutili falsoque posteriorum analyticorum libro. De vanitate eorum, quaà recentioribus dialedicis appellantur parva logicalia. Libros qushodiefub Arif. Nomine leguntur plerosque non vere eflesri Roselicos, sed subdititioscon adulterinos, contra communem pseudo-philosophorum opinionem. De Platone, Aristotele, Galeno, Porphyrio. Deomnibus Arifterelis interpretibus Grucis, LATINIS e Arabibus: reviter quid fentiendum re&te philosophaturis. De ratione philosophandi o de corrigendis instaurandisq; Philosophia studis, qua nunc maxima exparte perveriae corruptfaunt. Nizzoli. Mario Alberto Nizolio. Nizolio. Keywords: Cicerone, lexicon ciceronianus, Antonino, Leibniz’s ‘anti-barbaro’. – Refs.: Luigi Speranza: Grice e Nizolio: il thesaurus ciceronianus” – The Swimming-Pool Library. 

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