Saturday, March 30, 2024

GRICE E PAOLINO: IMPLICATURA CONVERSAZIONALE -- DIZIONARIO FILOSOFICO PORTATILE PER GINNASTI -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Paolino: implicatura conversazionale -- dizionario filosofico portatile per ginnasti -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo italiano. Grice: “In England, we have it easy: we have Oxford and we have Oxford. In Italy, small a country as it is, they have Bologna, Bologna, Bologna, and Nappoli, Venezia, Roma, etc.” Autore di quattro trattenimenti De' principj del dritto naturale, stampati a Napoli presso Giovanni di Simone, di un supplemento al Dizionario storico portatile di Ladvocat, ma è noto soprattutto per i due volumi della sua Istoria dello studio di Napoli, uscita anch'essa dalla stamperia di Giovanni di Simone. Si tratta della prima storia compiuta dell'Napoli, nella quale l'autore dimostra con buoni argomenti (come ricorda Tiraboschi nella sua Storia della letteratura italiana), che quello studio non fu veramente fondato da Federico II di Svevia, ma, prima di lui, dai Normanni, benché questi non le dessero veramente forma di università e non la onorassero dei privilegi che a tali corpi convengono, cosa che invece fu fatta da Federico, che così meritò la fama di suo vero fondatore.  Opere: Giangiuseppe Origlia, Istoria dello studio di Napoli,  Torino, Giovanni Di Simone, Girolamo Tiraboschi. Grice: “Paolino is a quasi-contractualist. His contractualist treatise is very accessible. Man is the political animal, so politics is in the essence. Polis means civil, so a man who is not civil is not a man. Paolino analyses a contract – in general, and then the social contract in particular. This sets him to analyise such duties which are addressed to the other members of the civitas. Paolino was alo the author of a dictionary of antiquities, which has the nice alphabetical touch about it, if you are into a first  thought on Julius Caesar or Cicero! He also traced the stadium tradition to the ‘gym,’ ‘nudare’ as he notes. And notes that it started in the cities where such as Athens or Rome where the athletes needed a place to get undress and practice. He mentions Plato’s Academy (after Hekademos) and Aristotle’s Lycaeum, after the statue of Apollo Liceo, reposing after extercise. It is good to call Platonists accademici and Aristotelians liceii then. The gyms were particularly popular in Italy – even before the great expansion of the Latins and Romans over other ethinicities. In the South of Italy especially, due to the weather, it is more natural for an athlete to feel the need to get undress as soon as possible, and philosophers followed.” --   D. Di tutte adunque le società dei Mondo non fu ch'una ftetia l'origine , perchè tut te,giusta ilvostro avviso, nonsìmisero inpiè, nèsi formarono, se non secondo le diverse nécessità, e bisogne degl’uomini. Anzim in tutte altre sìsi ebbe un istesso fine perchè non si risguardò ad altro, se non al commodo, e dutile commune de socii. Ma quali sono le società particolari, che sarebbero statemainel Mondo inufo,semante nuta si fofle ben falda, e stabile la società Universale (A )? (A) Egli è fuor di dubbio, che gl’uomini, essendo tutti in obbligo, ed in dovere d'amarsi u vicenda; el'unocomenon nato, per se medesimo, dovendo non che al proprio anche all’altrui commodo badare, quando ciò tutto esattamente osservavano, non venivano a comporre che una società universale inguisa che niundiefi considerarsene potea aldi fuor. Quindi divero io non  M. La  271 safidica l'Eineccio, il quale tutto scaglian, dosicontro il Puffendorfio, che trattiavea, e deafai malamenge inferiti tutti gli obblighi, e gl’umani doveri della società, soggiugneto, jto ch'era uom tenuto soddisfara tuttiquegli che Uella ,ch'è la più vera, e la più saggia, Antichità del e lasola infallibile maestra dell'umana GinnasioNa   II. Cosa fossero  prudenza si lasciarono in dietro di gran lunga ogni altra Nazione. Quindi, giustache scrive Dion Crisostomo agl’Alessandrini sull'autorità d'Anacarside, non vi fu città della Grecia,che non avesse avuto il suo Ginnasio. Questo solo basta di presente supporre per farci sicuramente acredere, che Napoli Città oggi dall'eterna divina provvidenza maravigliosamente fornitadi quanto in una ben nobile,e doviziosa potrebbe mai l'uom brą mare ;e sopra tutte l'altre ben culte città dell'Europa, e per le scienze,e per l'armi, e per lo Erano presso de Greci questi Ginnasj alcuni grandi, ftatii Ginnasie magnifici edifizii con ampii portici, e stanze d'ogni ca ondevenifer opacità, luoghi coverti,e scoverti, ombre, ed altrepref così deti: eso che infinite comodità, ove la gioventù ammaestravasi qual fosse la lor forma. Oppinio non meno nell'arte ginnica, che nelle scienze, e nelle fa  pari celebre gran trafficodi )essendostata, come tutti fuor versia asseriscono, fondata diogni contro l'altre da Greci, ebbe anch'ella come della Grecia il suo Ginnasio finda' suoi cominciamenti Infatti Strabone,che vise che a’ suoi al tempo di OTTAVIANO, scrive, giorni questa città avea ancora tiche Greche costumanze molte dell'an , come le Curie, le l'Efebeo,e altre dital Fratrie, fatta. E con queste ha il Ginnasio. Né v'ha scrittore al tresì osi su questo muover di buon senno, che ombra di dubbio e ne di coloro che arti liberali; onde sotto uno stesso tetto venivano a c o m avuto il luogo prendersi, per così dire, due diverse accademie proprio per le, e due Scuole, ribut ta varj, e diversi generi di Scuole, cioè: quelle dell'arte ta comefavolo- bellica , e quelle delle scienze, e delle belle lettere. E niodimoltiçe perchè a coloro, che applicatierano alla Ginnica, e per lebri scritori. Io gran novero loro, e per gli esercizi, che far doveano, come il corso, la lotta, il salto,il pancrazio, il di Strab.1.s. fco,   . “γύμνοω”, det idioma, senza aggiugnimento d'altro, semplicemente O ti Ginnasj. Per la qual cosa alcuni nel progresso del tempo non badando che al semplice suono del vocabolom con cui chiamavansi, li credettero non per altro essere edificati, che per un tal mestiere: opi stati esi prima , forse il primo, Craffo presso Cicero nione che porta la ne (2) , e tra gli altri , che in questi ultimi secoli sostennero fi furono Mercuriale, e Pier L a però avendo per certo, per quel, che ne scri sena. Noi Ginnica non fu pove Galeno a Trafibolo, che l'arte sta in voga nella Grecia, che alquanto prima dell'età di Platone, e che in Grecia, come manifestamen te fi ravvisa nell'ingegnoso, ed ammirabile poema di visselungamente prima di quel cele Omero, il qualee da molti celebri scrittori, come bre filosofante avanti lo Lino, Filamone, Tamiride , e altri fioriti stesso Omero, furonvị le Scuole delle belle lettere fi no da’primi tempi; stimiamo più ragionevole il credere, che s'introdussero i giuochi Ginnici, ed Atle che dopo fatto , che amtici, I Greci altro allor nonavessero pliare que’ medesimiedifizj, fattimolto tempo prima non per altro fine, che per le Scuole, e chiamatigli per le ragioni, che testè noiaccennammo, Ginnasj:poichè Crasso steso, il quale fu il primo, come disimo, ed A2 inge sco, facea mestieri d'uno spazio maggiore, e asai più grande diquello,che bisogna percoloro,che istrụi vansi nell'arti liberali, e venivano per questo ad occupare buona parte di tali edifizii; erano questi dal modo, con cui in es si faceansi quegli esercizj, cioè dalla voce greca yújrow , che tanto vale quanto nudare , nel nostro e . Cic.l.2. de orat. Apud Anson.Vandal differt. 8. de Gymnasiarcb.  ingenuamente egli anche lo attesta, a metter in campo un sentimento a questo del tutto opposto. Parlando del suo tempo dà atutti a conoscere, che le pubbliche scuole delle scienze non era allora in costume d'a prirsi in altro luogo, che ne' Ginnasi; e che per quanto egli si studialle, non potea in niun modo fisar in cui queste erano colà state erette. Ego alio modo interpreter (diceegli) quiprimum Palæstram e sedes deporticusetiamipsos, Catulé, Grecos exercitationis, eg delectationis causa, non disputationis invenisse arbitror; et sæculis multis ante Gymnasia inventa sunt, quam in his philosophi garrirecæperunt; hocipsotem porecumomnia Gymnasia Philosophi teneant tamen eo rum auditores discum audire, quam Philosophum malunt etc.  Per verità non v'e ginnasio nella Grecia, in cui non vi fossero queste Scuole; cosi leggiamo,che in Atene nel “Cinofarge”, il quale fu un Ginnasio eretto molto prima del tempo di Platone, eran vi tra l'altre Scuole, quelle della setta “cinica”, dalle quali egli anche forse ha il nome, e nell'Accademia eravi l'uditorio di Platone (5) come nel Liceo quello d'Aristotele. Anzi accolto, ovvero al di dentro d'alcuni celebri ginnasii trovavansi non meno delle scuole, che delle famose, e celebri biblioteche; come sappiamo diquello parimente in Atene, che avea dappresso la celebre biblioteca di Pisistrato, rammentata da Girolamo, e da altri, e quello in Rodi, della cui celebre Biblio Schol. Ariftoph. Pace Xenophont. In Hippar. Plutar. Symphofilovi11. q. iv. Suid. Pauf. in Artic. Hieron.de Beat. Pompbil. martyr. ep. Ad Marcel.14.Gell. l.vi.c.17. Lucian. adverfus indo&um. Pauliin Atricis. Ifidor.orig.hiv1.3. a Р ерос (s) Suid. Pauf. in Attic. Schol. Ariftoph. ad Nubes ec. Ammon. vit. Aristot. Plutarch. De exilio. CICERONE .q. TUSCULO. teca parla Ateneo; é per questa stessa ragione forse, per cui sempre ai ginnasii accoppiavansi le scuole delle lettere, troviamo che molti valenti uomini, e dotti scrittori applicarono in molti luoghi delle lor opere questo vocabolo, a significar non altro, che queste, quasi pereccellenza; essendo lo studio delle scienze molto più nobile, e sublime di tutti gli esercizi ginnici. III.che h una con quello nello stesso tempo le Scuole nide le Scuole Atben. Biblioth. l.1. dipnofoph.c.1. Senec. epift.76. ut 0 1 , Supposto adunque pervero, come lo è infatti, Tenimonianza che Napoli, come Città Greca, ha il suo Ginnasio fin di Seneca, e di da' suoi primi principi, egli convien credere anchevero, tri autori Lati . di Napoli : delle belle lettere; senza le quali nella Grecia, come Scienze che vi abbiam detto, non si formava Ginnasio; e certamente s'insegnarono; di queste, di cui è solo or nostro assunto il favellare ,vifiorirono. parlaSenecainuna suapistola, nellaquale,come dalle parole ,che poco fa da noi fi allegarono di Crasso, con lui filagna presso Cicerone di que'giovani, che al meglio delle lorlezioni lasciavano ilormaestri nel le Scuole per correre frettoloji a veder il disco, la lotta, e gli altri ginnici esercizi; così egli fiduole fortemente col suo LUCILI, che nelle scuole della nostra città vistoavea farcerchio ai filofofi, giovani in nove romolto pochi al paragone di quelli, che a calca tra ftullavansi nel Teatro, il quale, come egli narra, era in questa Città non guari distante dello stesso ginnasio, Pudet autem me generis humani -- scrive egli -- Quoties Scho lam intravi, prater ipfum Theatrum Neapolitanum  Il fcis,transeundum eft, Metronactispetentibus domum lud quidem farctum est: hoc ingenti studio , quis fit Pithaules bonus, judicatur. Habet tibicen quoque Græcus   du præco concursum:at in ilo loco,in STAL: quo ritur, inquovirbonusdiscitur, paucissimisedent; & bi plerisque videntur nibil boni negotii babere , quod agant, inepti cu inertes vocantur. i più nobili della Città non isdegnavano neppur d'inviarviper tal finei propri figliuoli; poichèegliscrive, chepor tatosi in Napoli con Antonio Giuliano, professor di rettorica udito vavea un giovinetto molto riccocum utriusque lingua magistris -- per valerci delle stesse sue parole 00 meditans, exercens ad caul'as Roma orandaselo quentia Latina facultatem. Quanto alla Filosofia, la dottrina di Epicuro, la quale venne da'più dotti dell' antichità ricevuta con applauso, e fu universalmente se guita da tutti que'grandi uomini del tempo d'Ottaviano; era quella , che in queste medesime scuole avea maggior voga; come par che si conobbe da una Iscrizione,che nel 1685.fi rinvenne in un Cimiterio fco verto nella Valle della Sanità , non guari distante da quella Chiesa sopra alcune urne,che state erano per quel che n'appariva , di Epicurei. Poichè in alcune di quelle vedeası il nome di alcuni celebri filosofanti di questa setta, scritti con Greci caratteri, e in alcune altre con caratteri Latini leggevasi; manonbene, e oscuramente: E come apprendiamo da Gellio, che fa anche di questo Ginnasio onorata memoranza vir bonusque. 3 DELLA e fiori alquanto dopo Seneca; al suo tempo in queste Scuole nell'istessa guisa, che in quelle del Ginnasio di Cartagine ramme morato da molti Autori, s'istruivano I giovani non meno nelle scienze,chenellelingue; e I più  Salvion. Hieron. in Catbalog. Jone Proph. Aug. conf. fc. Celan. Giorn.3. delle notizie di Nap.  STALLIVS.GAIVS.SEDES HAVRANVS.TVETVR EX EPICVREIO.GAVDI.VIGENTE CHORO Quindi tra' maestri , che in tali Scuole insegnarono le lettere umane , e le lingue , fi conta Stazio Papinio nativo di Silta, Città dell'Epiro, che fiorì circa al tem po dell'Imperadore Domiziano; padre di Publio Stazio; il quale, come dal costui poema fi ravvisa espose in queste Scuole l'opere de'più celebri poeti Greci, come Omero, Esiodo, Teocrito, ed altri di questo genere; e tra coloro, che v'insegnarono le scienze filosofiche, deve annoverarsi senza dubbio quel Metronatte,di cui, come prima abbiam fatto vedere, fa motto Seneca; e fimorì molto giovine,che glifu contemporaneo,co me questi medesimo attestainun'altra pistola diretta al lo stesso fuo Lucilio;e febbene degli altrimaestri, e professori, che vi furono in questi, o in altri più anti chi tempi,dato non ci siaora di tesser un ben lungo,e distinto catalogo , poichè i lumi , e le memorie della Storia totalmente ci mancano ; non però egli è certo , che essi furono tutti di tanto sapere adorni,e di sì rara dottrina,che abbondando perciò laCittà digiovani let terati venneellada’ Romani concordemente non con altro titolo chiamata , che di dotta, e studiofa ; e così per tralasciar degli altri,che cið fecero Columella in parlando di Napoli, non con altro epiteto nominol la>,che con questo: Doftaque Parthenope, Sebethide roscida lympha. E'l medesimo fece anche Marziale col seguente verso: bi  di 00 .1 >1 li al Papir. Star. flvar. s. epiced. inpatr. Senec. ep. Er Oras. Epod. Ad Canid. Sil. Italib. Stor. Syluar. Ovid. Metamorpb. is.  Napoli, quanto Illo Virgilium me tempore dulcis alebat mente cari; ond'è,che niuna altra Città più della loro Costantino. Sen.ritroviam nellaStoria, che avessero eglinofino nel cadi li, che vogliomento dellor Imperio maggiormente frequentata; equel no, averTitalisopratuttolafrequentavano,se vogliam prestarfe in rifateleScuo-de a Strabone che impiegavano ilpiù del lor tem le,con allega re'inpruovailpo allostudio delle lettere,edelle scienze. marmo,cheog  Et quas d o &t a Neapolis creavit. Anzi Virgilio e riguardo scienze Parthenope, studiisflorentem ignobilis oci. E tra perquelto conto iNapoletani,e per laGin comebenrifletteil Bembo inunasua pistola, fu mandato , e mantenuto da Augusto in questa Città a proprie spese per farvi i suoi studj. E in fat ti nella prima Egloga de' Buccolici, scrit ti anche in Napoli , egli riporta a' favori di quel Principe il suo Napoletano ozio,cioè,studioconquelleparole:Deus nobis hæc otia fecit. E confessa nella fine de'Georgici, che: che visicolei nica , la quale nel si. lor Ginnasio esercitavano anche con vavanofofefta somma diligenza e con tutta la magnificenza del Mon ta frequentata da'Romani;edo,divennero universalmente agli stesiRomani somma anche dagl'Im peradori fino a gi fi conserva Quindi LUCILIO, che fu ilprimo tra’Latini a scrive fopra la fontere delleSatire, non solo visse, ma anche morir volle tra' .An nunziata;mo:Napoletani, comeattefta Quintiliano,e Cicerone, il strato falso ; e quale v’ebbe anche un'abitazione e Virgilio, dicui di che propriamente in efoabbiam favellato, Orazio, Livio, Marziale, Silio Italico - fac cialimenzio --, Claudiano , e tutti gli altri tra gl’antichi , ne mar che morapportatomercè dellor saperelasciaronoa'posteriillornome im in cuilafenzamortale,abitarono inNapoli perpiù tempo; anzi dubbio fi parla delle Scuole . molti Bemb. lett. 27. Strab.l.3.infin. Quintil. CICERONE ep. famil. Crinit. de Poet. Latin. Philoftr. Icon. Sil. Ital. per  9 molti,come dal Poeta Archia narra Cicerone  brama rono ben' anche di esservi ricevuti per Cittadini; cosa, che iGreci non erano molto larghi a concedere;feb bene su ciò non tuttiusassero lastesa moderazione: Ma non menode'privatiCittadiniRomani,visita rono questa nostra Città glistesiImperadori ; poichè sal vo Celare, il quale, come scrisve CICERONE inalcun tempo ebbe a sdegno i Napoletani, forse perchè infer matosi fra esi Pompeo nelprincipio della lor guerra, gli mostrarono,come scrivePlutarco,moltisegnid'af fezione, gli altri tutti fino a Costantino, lebbero per le stese ragionianche molto cari: così che eglino molte prerogativen'ottennero. Il perchè TITO, chesuccef se a Vespasiano circa l'anno 79.. dell'era Cristiana, essendo pe'violenti tremuoti accaduti al suo tempo , a cagione di unobengrande incendio del Monte Vesuvio rovinati molti luoghi vicini ; e traquelli, come scrivonoalcuni de'noftri Storici,in Napoli anche il Ginnasio: egli pose ogni studio per farlo con pubblico danajo ristorare: e comunalmente fivuole, chediquestofattonefacciaanche oggi giorno una chiara, e certa testimonianza quella Gre. eLatina Inscrizione, la qualetuttaviaravvisiamoin questa città in un marmo elevato nel muro della Fonta na dell'Annunziata , ch'è la seguente , riferita anche dal Grutero, non cheda tuttiinostri Istorici, li quali vogliono, che in essa fi faccia parimente una espressa memoria dellescuole, ch'esistevano nel Ginnasio.  " 100 Jens 1 CI, 22 > 1 00 TO са, fuz a . B  Cic. pro Archia. Ezechiel. Spanhem. Orb. Roman.  Cic. Ad Attic.l.10. ep.11. Plutar.inPomp. V. l'Autor della Stor. Civil. Del Regn. lSueton.in Tit. cap.12.b.i. Gruter. Infcript. oper. & locor. publicor. Capacc.ift. l. 1. c.18. Bened. di Falco Antich. Di Nap.&c. TI   -ΙΤΟΣ -ΚΑΙΣΑΡ ΕΣΠΑΣΙΑΝΟΣ: ΣΕΒΑΣΤΟΣ ΚΗΣ ΕΞΟΥΣΙΑΣ ΤΟΙ OE TIIATOE TO :H :TEIMHTHE OETHEAE·TOT: TYMNASIAPXHEAE ΥΜΠΕΣΟΝΤΑ •ΑΠΟΚΑΤΕΣΤΗΣΕΝ NI ·F ·VESPASIANVS ·A V G .COS.VIII.CENSOR.P. P. IBVS .CONLAPSA ·RESTITVIT Ma senza che quì noi ci distendiamo molto nepo co in far riflettere agli abbagli, ed agli errori, che co munalmente han preso tutti nella sposizione di questo marmo ; basta, che con qualche diligenza per uom si legga , per dubitare se in esso si tratti del Ginnasio; o v ver più tosto dell'antiche Terme , come più probabil cosa essercrediamo, nel fito delle quali eglifu trovato ; ed ; il numero delpiù,il quale si vede in esso adoperato a notare gli edifizj rifatti per ordine di Tito ,par che troppo chiaramente lo ci additi ; nè per qualunque ftu dio vi fi faccia, potrà mai scorgervisi parola, che colle Scuole, o cogli esercizj letterarj abbia coerenza ; onde quanto su ciò fi dice sono tutte pure,e prette immagi nazioni de'nostri; egli v'ha però un altro marmo rife rito dal Capaccio, ove espressamente leggasi: SCHOLAM. CVM. STATVIS ET IMAGINIBVS  ORNAMENTISQVE. OMNIBVS SVA: IMPENSA FECIT Capacc. Ift. tom.I.h.1.6.18. . E per   .I. 11 E perverità ebberoi Greciin costume di adornardi statue, e d'immagini ilor Ginnasj, con riporre quellede più celebri Atleti, ed icoloro, che si erano più nella Ginnica refi immortali, ne’luoghi, ove l'arte esercitasi. E quelle de’ gran FILOSOFI nelle Scuole; come del Ginnasio diTolommeo celebre in Atene narra Pausania Per la qual cosa se non a Tito , sicuramente ad Adria no , che nell'anno 117. dell'Era volgare successe nell Imperio a Trajano. Di quanto narrasi in questo marmo convien darsi il vanto. Poichè questo Imperadore, come scrive Sparziano  inomnibus pæne urbibus,com aliquid ædificavit,o ludosedidit:efucotantoamatoda'Na poletani, che volontariamente lo elessero Demarco; ch' è quanto dire Pretore della lor Repubblica. Come prug va il Reinesio  contro il Capaccio, ed altri,che cre dettero esser questo un Magistrato:Greco;avendo avuto le colonie a fomiglianza diRoma parimente un talMa giftrato. Orciðne fa chiaramente conoscere, che il Ginnasio, e le scuole in NAPOLI sono ugualmente celebri di queste Scuo non meno prima, chedopo che questa città fi: sottolefinoa Costan mise aldominio de Romani; poichè febbene i Napole tanidall'anno diRoma,come sostienetraglial triil Reinefio finoad Augufto, edanche molto tempo dopo, toltone il tributo, che pagano a’Romani, essendo stati trattati da quelli con ogni piacevolezza,ed. amore ,e reputati amici anzi, che soggetti ; fossero stati dopocircail tempo di Tito,o diVespasiano,se si vuol credere al Caracciolo, ridotti in forma di Colonia, Paulin Attic. Cic. De finib. Spart.in Adrian. Reinef. var. le&t. l.3.0.13. Lo Meliovariar, bection 6.3. 6.16 20 CO ) 210 eto 7h OV V. Continuazione CIT per col ied che cole :ftu. onde magi 0 rife : e refi B 2 Cih   e refi più soggetti,preso avessero a dismettere gl’antichi greci inftituti. Tutta volta seguirono pur eglino, come manifestamentedaquantoabbiam dettoappare,adeser citarsi nella Ginnica , e tener te loro Scuole ben ordi nate ; con mantenervi ottimi professori in ogni genere di scienze. Ma in quale regione della nostra città situato esse le, e del Ginna-questo Ginnasio, molto'vario è il sentimento degli Au tori. Alcuni credettero, che le Scuole state foffero ove nel corso degli anni edificosi la Chiela di S.Andrea; non però questa oppinione quanto sia folle, e vana di leggieri si mostra ; poichè o fi vuole, che queste scuole sono divise dal GINNASIO. E ciò quanto sia lungi dal Summon.  le cole che di sopra abbiam detto,bastante mente lo appalesano; o fivuol credere,che queste era no , come in fatti furono,accoppiate,ed unite, anzi in corporate con quello; e giammai si verrà a mostrare esservi in tal luogo apparse vestigia di tali edifizj. E' ben vero,che essisupposero laddove fuinappresso eret to ilCollegio de'RR.PadriGesuiti,vifossestatoun altro Teatro, diverso da quello, che di sopra divisam mo; ma questo anche quanto sia inverisimile, anzi impossibile chiaramente appare da quel che in tutti i noftri İftoricisilegge; come dire: che Napoli a tempo parimente di Ruggiero Normanno dopovarj, e diversiac crescimenti diedifizj, ediabitanti, nonera, che'una Città molto picciola, etale,chefatta da quel Remi. surare, non li rinvenne il fuo giro maggiore, che di pallil;onde ove:mai figurarvifi voglia notanti diversi Teatri, e Ginnasi di quella magnificenza,ed a m piezza , ch'era solito dagli antichi edificarsi, non po trem VI. Sito delle Scuo vero ,   tremmo mai concepire; senza che in sì picciolo spazio non vi farebbe rimasto luogo per abitarvi. Seguente sillogismo. Appare eglidicono da Platone,che: il luogo proprio per liGinnasj esserdebba ilmezzo della Gittà:aveano questi, secondo gli antichi, il più dappresso leTerme; e come si deduce da Stazio nelGinnasio de’ napoletani era vi un tempio dedicato ad Ercole. Orduppo Ito, che in Napoli il Ginnasio occupasse questaregione, veniva egli ad aver tutto ciò;perchè ella quafiil mez: zo occupava dell'antica Città;avea nel suo distretto le  chi IK er qual sopra tutti ik prese a difenderla, avendo preso, a scrivere di questo GINNASIO, che per la morte sopraggiun tagli, non potè terminare; fi appoggiano del tutto sul Altri all'incontro furono di parere, che il Ginna fro occupasse propriamente quella regione della Città, la quale per le Terme, ch'erano nelsuo distretto, chiamossi Termense; e si vede anche dagl’antichi filosofi chia mata Erculense, come chiamola Gregorio nelle fue pistole perloTempio,cheiviancheera inonor di Ercole oveoggièla Cappella detta S. M. Ad Ercole e dopo fu chiamata,comeparimente or fichiama,di Forcella. Non già come vogliono alcuni,ch'è troppo follia il credere dalla scuola di Pittagora,che quivi era, la qualeavea per insegna la lettera biforcata Y ;ma si bene , giusta che fu il sentimento de'più favj, da un antico Seggio, il quale facea per avventura per sua im-. prela, quelta lettera, che finoggimiriamo scolpita in un antico marmo sopra la porta della Chiesa Parrocchia ledi S.Maria a Piazza; e diede ilnome a tutto il quartiere.Quegli,che'fifostengono inquesta oppinione, come sivede da quel dotto libro, che Pier Lalena, 1 Gregor. Terme, Terme, ed un Tempio ancora consecrato ad Ercole. Dunque, eglino conchiudono,deve credersi di necessità, che questo così fosse. Pur tutta volta, posto che Platone non parli di quel che in fatti costumavasi nella Grecia al fuo tempo, ma soltanto di quel che bramava, che si costumasse. Poichè sappiamo per certo che tutti i GINNASJ eretti erano fuora delle porte della Città, o a can to a quelle , come lungamente pruova Meursio, e tutti gli altri, che dottamente hanno le cose deGreci co'lo roscrittiillustrato;e perchèleTerme esser potevano, come realmente sono anche in altri luoghi di Napoli, e cosi pure il Tempio in onor di Ercole , il quale ove fifuppone accoppiato al Ginnafio,figurar non fideve moltoampio,e magnifico, ma per ben picciolo,e come un nostro Oratorio, o Cappella; nè creder, che questo fosse stato solo, ma con esso insieme congiunti, o dentro lo stesso ben molti altridellamedesima formaerettiinonordiMercurio,di Apollo,di Cupido, e di altro Dio di questo genere, del Teatro, e Somma piazza. E per verità quiviiveg gonfi! ancheoggienellecase, che diciamo dell'Anticaglia , e in tutta quella vicinanza, ove dopo fu eret: to il Tempio in onor de'Principi degli Apostoli S. Pie tro , e Paolo infino al vicolo della Porta piccola della Chiesa della Vergine Avvocata, volgarmente detta l'A nime del Purgatorio, infiniti pezzi d'opera laterizia, e condo costume era di farsi universalmente da Greci ne' Ginnasj; devequestosentimentoanche con tutta ragione: ributtarfi. più koNon pochi finalmente contesero, eforsecon saldo giudizio,econ maggior fondamento,che ilGinna fio, e 'l Teatro stati fossero in questa città in una stessa ,verso quella contrada, che anticamente dicevasi saparte fe secolo, quella di Berito  e quella di Costantinopoli eretta teflandrini;te del pra Viil Celan. notiz. di Nap. Giorn, 2.  V.Plutar.inopusc.viramepicur. non esse beatam.Strab.l.s.& Philostr. in Po lemon.] Spartian. In Adrian, Sueton. in vit. Claud. Gronov. dissertat. de Museo. Juftinian. Conftitut. Ad Anteceffores $.7.6 Dioclet. h.n.c.quietate velprofeffione fe excufat.6 l.10.c.eod. V.l'Autor della Stor.Civile del Regnol.s.  dur NON Comunque però ciò sia, rientrando in nostro sentiero. Dopo che Costantino trasfere la sede dell’imperio dele Scuolede nellanuova sua Città, non vihadubbio, ch'egli, echedopotraj. Lita ove crediamo noi essere stato il Ginnasio , viene ad essere per avven tura fuor delle mura, ovvero accanto a quelle. Continuazione quelli, che lo seguirono, tralasciaffero perla lorlonta-dpeolrl'taItmapelraifoe de nanza, di frequentar Napoli alla guisa, che ilorante - Costantinopoli. ceffori avean fatto; e che perciò venne ella anche me- Womenerico da no da’ private cittadini romani frequentata. Ma non per tempo di NERONE questo il suo Ginnasio fcemò dipregio :erano allora in letani, eglio an di marmi Orientali di una maravigliosa bellezza,in gui fa , che in niuna altra parte di Napoli se ne rinvenga tanta copia ; e vi si discuoprono parimente le vestigia d’alcuni edifizj, che pajono non aver fervito che per leTerme. Questo sentimento vien confermato oltre modo non solo da quelche scriveSeneca a Lucilio,che come di sopra abbiam riferito,suppone in fatti ilGin nasioaccanto alTeatro;ma benanchedalcostume di già ricevuto nella Grecia, il quale come testé da noi notossi, e d'erigere questi Ginnasj fuora , o vicino le 1 porte della Città; poichè comunque tra levarie op 0 pinionide'scrittorifisupponga, che fosseilsitodell' anticaNapoli,questo luogo veramente Oriente le scienze in un molto sublime grado. Per tro-rientali, accre varsi in molti luoghi delle famose Università degli Studj,  etonelIV.eV. delle celebri Academie , di cuiquella d’Alessandria Coʻ Leterati A stimonianza dal medesimo Costantino il Grande portavano 10-fa Agostino bilito netrai Napo 3 ita   qual cosamoltidiquesti, ed egli altri Orientali soprattutto in questi tempi, ne'quali trovandosi la Sede dell'Imperio in Costantinopoli; rela era la‘nostra Città a quella fu bordinata , capitando continuamente in essa; questo gran cambiamento delle cose non solo non apporta niuno im pedimento alla letteratura napoletana. Ma moffii Na poletani dall'emulazione di superar gli Orientali , che è troppo naturale tra gli uomini,egli è incredibilequarto maggiormente ella fosse venuta ad accrescerli. Ciò tanto è vero, che anche nel V. secolofiori vano perciò in queste Scuole mirabilmente le scienze; e vi fioriva soprattutto lo studio dell'eloquenza, come attesta Agostino, che allora altresì ,vivea. Perchè scrivendo egli contro gli. A. Paolino. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Paolino” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.

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