Wednesday, March 20, 2024

GRICE E ZAMBONI -- IL LIZIO -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

Grice e Zamboni – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cento). Filosofo italiano. “Famous for his dialettica e cosmologia and implicature!” – Grice.  Figlio di Matteo Zamboni, un  pittore originario di Cremona, di cui si conservano affreschi negl’oratori delle chiese della Pietà e di San Rocco. Prende la strada degli studi umanistici. Studia legge a Ferrara, scelge poi filosofia, allievo di Pendasio, divenne insegnante di filosofia naturale nello studio ferrarese. Tenne rapporti con la corte estense. Di fronte a Leonora d'Este recitò il suo poemetto, “Le pompe funebri”, e quando si trova a essere oggetto di non chiarite gelosie e maldicenze da parte dei suoi colleghi a Ferrara, scrive al duca Alfonso per richiedere un suo intervento. Non risulta che Alfonso II risolve i conflitti denunciati da Cremonini, che, perciò, decise di trasferirsi altrove. Chiamato a Padova per insegnare filosofia naturale in sostituzione del defunto Zabarella, mentre Francesco di Niccolò Piccolomini assume la prima cattedra. Inizia il suo Corso leggendo la prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo dei gesuiti di fondare a Padova un proprio studio rivale dell'università, Cremonini si espress caon l’Oratione contro i gesuiti a favore di Padova, tenuta di fronte alla Signoria di Venezia, nella quale sostenne che Padova, per insegnare, non ha bisogno dell'aiuto dei giesuiti e paventa i rischi di dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini. L'autorizzazione all'apertura dello studio non fu rilasciata e i gesuiti sono espulsi dalla Repubblica di Venezia a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui segue la cosiddetta guerra dell'interdetto. Ha una famosa controversia con Raguseo sulla natura dei quattro elementi, sul valore della storia delle interpretazioni della filosofia del liceo, e sulle questioni didattiche.  Difensore della medicina araba e sostenitore dell’idea del anima mortale, legata indissolubilmente al corpo, e sospettato di eresia e e denunciato all'inquisizione. Con l'amico e rivale Galilei, Zamboni, ad opera di Belloni, condivideno accuse diverse, una denuncia al tribunale dell'Inquisizione che non ha conseguenza. Galilei e accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Cremonini di sostenere che l’anima e mortale e che Aristotele separata la scienza dalla teologia. Cremonini affronta altri due processi dai quali usce indenne grazie alla protezione della Repubblica di San Marco. Anche se molte fonti riportano che muore durante l'epidemia di peste che colpe l'Italia, risulta che muore a causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni, Galileo si ispira a Zamboni nella scelta di Simplicio come rappresentante dell'avversario liceale dell’eliocentrismo. Zamboni pubblica pochi saggi della sua dottrina, mentre sono a noi giunte numerose trascrizioni delle sue lezioni che prefere tenere oralmente. Le trascrizioni delle lezioni tenute a Padova presentano gravi problemi interpretativi che hanno impedito alla storiografia di poter avanzare una sintesi sicura di sua filosofia. Unica eccezione a questa difficoltà interpretativa il testo “Lecturae exordium”, letto in occasione della sua prima lezione in Padova. Nella prima parte della lezione, si rammarica che il continuo rinascere della natura, come la successione delle stagioni, dalle sue forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo e lo sgomento per il continuo morire del mondo. Il mondo non è mai. Il mondo nasce e muore continuamente. La lezione si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo di conoscere se stesso. L’uomo, scrive Cremonini, si scopre in mezzo alle tribolazioni dell’incostanza. Ebbene, la conoscenza di sé è l’unico strumento capace di dare all’uomo serenità. La strada per conoscere se stessi e raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la scienza. L'uomo ha un intelletto onnipotente che dalla conoscenza di se stesso e della natura giunge a congiungersi con la beatitudine divina. Dibattito relativo alle osservazioni di Galilei. Secondo una diffusa ma falsa narrazione Cremonini e uno di quei professori aristotelici che non solo rifiutano pervicacemente la scoperta eliocentrica di Galilei in nome della filosofia del Liceo ma si rifiutano, invitati da Galilei di osservare direttamente nel telescopio l'esistenza delle montagne della luna, delle fasi di Venere, dei satelliti di Giove. Questo avvenimento, tramandato come simbolo della miopia di coloro che si ritengono custodi del vero sapere, è ritenuto falso. Nella lettera Galilei racconta a Keplero il comportamento dei docenti di Padova ma non fa nomi. Che dire dei più celebri filosofi di Padova, i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io offro loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? Questo genere di uomini ritiene infatti che la filosofia naturale e un libro come l’Eneide e che le verità e da ricercare non nel mondo o nella natura, bensì, per usare le loro parole, nel confronto dei testi. Ad un esame superficiale una lettera a Galilei di Gualdo conferma che tra coloro che rifiutarono l'osservazione con il telescopio vi fosse anche Zamboni. Abbiamo qui lMorosini, il quale non può patire che Zamboni mentre V.S. è stata qui, non procura né voluto vedere queste sue osservationi, havendole io detto ch’ella se gli era offerta di andare sino alla sua propria casa per fargliele vedere; onde le pare che habbia torto contrariarle senza haverne fatto qualche esperienza. Nella successiva lettera di Gualdo a Galilei si riferisce di un colloquio con Cremonini che al rimprovero di essersi rifiutato dell'esperienza con il telescopio risponde che lo fa perché, non volendo approvare cose di che io non ho cognitione alcuna né l’ho vedute. Questo è quello, dico, ch’ha dispiacciuto a Galilei, ch’ella non ha voluto vederle. Rispose: Credo che altri che lui non l’ha veduto; e poi quel mirare per quegli occhiali m’imbalordiscon la testa. Basta, non ne voglio saper altro. Zamboni afferma in questo testo che gli causa disagio mirare nel telescopio e che dunque non si rifiuta di guardare ma non accetta di vedere cioè di accogliere l'interpretazione di Galilei di quelle osservazioni. Più in generale, Forlivesi sostiene che la posizione di Cremonini e sempre coerente nel ritenere che l'interpretazione dei dati osservativi non puo andare disgiunta dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale complessiva. Forlivesi rileva altresì che lo stesso Galilei, a volte, propone ipotesi circa la natura dei cieli non meno problematiche di quelle proposte dal Liceo.  D'altra parte, come conferma Bellone nella sua saggio su Galilei per i "Quaderni de 'Le Scienze'", il cannocchiale sono uno strumento di fattura artigianale e non scientifica, in quanto non esiste ancora una teoria dell'ottica - si deve attendere Newton e le immagini sono alquanto deformate. Saggi: “Le pompe funebri; ovvero, Aminta e Clori” (Ferrara); “Lecturae exordium habitum Patavii (Ferrara, Mammarelli); “Explanatio proœmii librorum Aristotelis de physico auditu, cum introductione ad naturalem Aristotelis philosophiam, continente tractatum De pædia, descriptionemque universæ naturalis aristoteliæ philosophiæ quibus adjuncta est præfatio in libros De physico auditu” (Padova, Melchiorem Novellum); “Oratio habita Ferrariae ad Clementem VIII pro S. Q. Centensi, Ferrariae; “Disputatio de formis quatuor corporum simplicium quæ vocantur elementa” (Venezia); “Oratio habita in creatione serenissimi venetiarum principis Leonardi Donati” (Venezia); “Disputatio de cœlo, in tres partes divisa, de natura cœli, de motu cœli, de motoribus cœli abstractis”; “Adjecta est Apologia dictorum Aristotelis, de via lactea, et de facie in orbe lunæ” (Venezia, Balionum); “Oratione al serenissimo principe Bembo nella sua essaltatione al principato); “Apologia dictorum aristotelis de quinta cœli substantia adversus Xenarcum” (Venezia, Meiettum); “Il nascimento di Venezia” (Venezia); “Oratione al serenissimo principe Priuli nella sua essaltatione al principato”; “Il ritorno di Damone” (Venezia); “Oratione in nome di Padova” (Chiorindo, Venezia); “Apologia dictorum Aristotelis de calido innato adversus Galenum” (Venezia, Deuchiniana); “Apologia dictorum Aristotelis de origine et principatu membrorum adversus Galenum” (Venezia, Piutum); “Expositio in digressionem Averrhois de semine contra Galenum pro Aristotele”; “Tractatus tres. Primus est de sensibus externis. Secundus de sensibus internis. Tertius de facultate appetitive” (Venezia); “Dialectica, (Venezia); “Le nubi” (Venezia, Biblioteca Marciana); Zamboni, Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, riferimenti. In A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto; C. Preti, Giorgio da Ragusa, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zamboni in occasione del trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo, “O quanto harrebbe fatto bene anco Galilei, non entrare in queste girandole, e non lasciar la libertà patavine” (Portale Galileo)  Portale Galileo  Marco Forlivesi, “Cremonini”, in Il contributo italiano alla storia del pensiero – Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti, autore dell'introduzione al “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” (Milano); C. Cremoninus, “Lecturae exordium”; M. Forlivesi, “Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia; Enciclopedia Italiana Treccani  G. Galilei, “Epistola ad Keplerum”, Padova); in Le opere, A. Favaro, lettera, Gualdo, “Lettera a Galilei” Padova,, in G. Galilei, Opere; Gualdo, lettera a G. Galilei, Padova; in G. Galilei, Le opere; M. Forlivesi. Galilei, Opere, ediz. naz.; A. Tassoni, Lettere, P. Puliatti, Bari; Giovanni Vincenzo Imperiale, Musaeum historicum et physicum, Venezia; F. Arisi, Cremona literata, Parma-Cremona; Naudaeana et Patiniana, Amstelodami; Giovanni Mario Crescimbeni, “Dell'istoria della volgar poesia” (Venezia); Ferrante Borsetti, Historia alini Ferrariae gymnasii (Ferrariae); J. Guarino, Ad Ferrariensis gymnasii historiam supplementum et animadversiones (Bologna); Borsetti, “Adversus supplementum et animadversiones” (Venezia); Facciolati, “Fasti Gymnasii Patavini” (Padova); Erri, Dell'origine di Cento (Bologna); Tiraboschi, “Storia della letteratura italiana” (Venezia);  Fiorentino, “Pomponazzi” (Firenze); Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; D. Berti, Di Zamboni e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di Roma, in Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e filologiche; L. Mabilleau, Étude historique sur la Philosophie de la Renaissance en Italie: Zamboni, Paris; Favaro, Galileo Galilei e lo Studio di Padova (Firenze); ad Indicem; Favaro, in Archivio Veneto (rec. di Mabilleau); L. Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di Zamboni a Clemente VIII in Ferrara, in Atti e memorie della Regia Deputazione di storia patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica artista nello Studio di Padova; A. Favaro (Venezia); ad Indicem; Atti della nazione germanica dei legisti nello Studio di Padova, a cura di B. Brugi, I, Venezia); J. Charbonnel, La Pensée italienne au XVIe siècle et le courant libertin (Paris); Spampanato, Documenti intorno a negozi e processi dell'Inquisizione, in Giornale critico della filosofia italiana; G. Spini, Ricerca dei libertine (Roma); Firpo, “Filosofia italiana e contro-riforma” (Torino); Savio, Il nunzio a Venezia dopo l'Interdetto, in Archivio Veneto; Saitta, Il Pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Firenze); Torre, Un processo del XVII secolo: l'inquisizione contro Zamboni, in Verità e libertà. Atti del XVII Congresso della Società filosofica italiana (Palermo); Rotondò, Nuovi documenti per la storia dell'Indice dei libri prohibiti in Rinascimento; Garin, Storia della filosofia italiana, Torino); A. Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di Galilei all'aristotelismo, in Nel quarto centenario della nascita di Galilei, Milano); Acta nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova); ad Indicem; Schiavone, in Enciclopedia filosofica (Firenze); Torre, Studi su Cesare Cremonini, Padova); A. Favaro, Galilei a Padova (Padova); Franceschini, Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel secolo XVI (Ferrara); ad Indicem; Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni, Firenze, ad Indicem; L. Rossetti, Manoscritti cremoniniani della University Library di Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; Schmitt, Zamboni, un aristotelico al tempo di Galilei (Venezia); G. Corazzol, Portenari maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Cesare Cremonini, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, M. Torre, Logica ed esperienza nel trattato "De Paedia" di Cesare Cremonini, in Aristotelismo veneto e scienza moderna, L. Olivieri (Padova); A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in «Atti del regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti», Forlivesi, Cesare Cremonini, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani – Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. A. Carlini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice: “There’s something primitive about the way Italians speak. We would never call Austin the Lancastrian, as the Greeks called Aristotle the Stagirite, or the Italians call Zamboni ‘Cremonini’ just because he had a connection with Cremona. As Wellington said when he was referred to as an Irishman: ‘being born in a stable does make you not a horse’!” Grice: “Cremonini is of course underrated in Italy because Galilei is OVER-rated. But Galilei was HARDLY a philosopher – what’s philosophical about sticking your eyes on a muddy micro or macroscope? Instead, Zamboni could lecture on Aristotle to no end!” He was a lizio! -- Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini). Zamboni. Keywords: i galileiani, la dialettica di Zamboni, de interpretatione, nomen, significatio, ad placitum. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

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