Friday, May 31, 2024

GRICE E SCIPIONE

 I N T E R L O C U T O R I

P. C. SCIPIONE .......... CONTRALTO

LUCEJO, principe de' Celtiberi .......... SOPRANO

C. LELIO, duce romano .......... TENORE

ERNANDO, re delle isole Baleari .......... BASSO

BERENICE, prigioniera .......... SOPRANO

ARMIRA, prigioniera .......... SOPRANO

La scena è in Cartagine nova.

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All'eccellenza... Scipione

All'eccellenza...

...di Carlo Lenos duca di Richmond e Lenos, conte di March e Darnly, barone di

Setterington e Methuen, e cavaliere del nobilissimo Ordine del bagno.

My lord, nulla meno dell'eroico deve dare pubblico divertimento alla britanna nobiltà

per interamente compiacerla. Gli antichi Romani sono il modello di questa in armi e

in lettere floridissima nazione: e non può trovarsi soggetto più nobile delle loro gran

geste, per un teatro ove la medesima vegga rappresentati i personaggi a' quali i suoi

più gloriosi figli somigliano.

P. C. Scipione che fu poi nomato l'africano, vittorioso, amante, e vincitor di sé stesso,

comparisce   al   pubblico,   e   mi   dà   una   giusta   occasione   di   attestar   pubblicamente

l'interno mio sentimento di stima e devozione verso l'e. v. con dedicarglielo. Io sin da

che v. e. tornò da' suoi viaggi, la stimai, l'ammirai, ed ottenutone l'accesso ed il

patrocinio, la ritrovai adorna delle più belle doti e naturali e acquistate: prestanza di

persona, vivezza d'Ingegno, nobiltà di costumi, grandezza di maniere, affabilità di

conversazione, conoscimento di lettere, buon gusto nelle belle arti ammirai nell'e. v. e

godei vederla felice presso a nobile gentile e bella consorte.

Negli affetti di padre e di marito dio prosperi il corso de' suoi floridi anni, al quale se

non mancheranno occasioni, non potranno mancar fatti che lo rendano ancor più

simile   a   quegli   eroi,   che   d'uno   de'   più   Illustri   de'   quali,   io   presento   la   più

ragguardevole azione all'e. v. in questo mio novo dramma. Ed ossequiosamente mi

rassegno

di v. e. umilissimo servitore

PAOLO ROLLI.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Argomento

Argomento

Publio Cornelio Scipione proconsole nelle Spagne prese per assalto Cartagine nova

signoreggiata   dalli   Cartaginesi:   s'innamorò   d'una   bellissima   prigioniera,   ma

trovandola già promessa a Lucejo principe de' Celtiberi, gliela rese generosamente

con tutti i doni portati dal di lei padre per suo riscatto.

N. B. Il solo primo motivo ed alcuni pochi versi di questo dramma sono stati tolti da

un vecchio dramma del medesimo titolo.

Il celebre signor Federico Handel ne compose la musica, al sommo espressiva ed

armoniosa: ed il tutto fu eseguito in tre settimane.

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Atto primo Scipione

A T T O   P R I M O

[Ouverture]

Scena prima

Piazza con arco trionfale.

Scipione su carro trionfale seguìto dall'Esercito vittorioso, Schiavi

d'ambo i sessi, e Lelio duce romano.

[N. 1 ­ Marcia]

[N. 2 ­ Arioso]

SCIPIONE

Abbiam vinto: e Iberia doma,

par che dica il fato a Roma,

serva Egitto ancor sarà.

Recitativo

SCIPIONE

A Tiberiolo e a Sesto

porgo egualmente la mural corona,

ché noto è a me, ch'ambo saliro i primi

sovra il muro scalato.

Lelio, al roman senato

fia noto il tuo sommo valore, in tanto

segno d'illustre militar decoro

splendati al crin questa corona d'oro.

LELIO Scipione, grazie ti rendo

e del dono e del merto:

ché se i doveri adempio;

di tua grand'alma sol seguo l'esempio.

Di tanti illustri prede,

queste stimai degne di te; cui rende

rare amabil beltà che i cori accende.

SCIPIONE (Numi! Che gran bellezza!)

Bella, nel vago petto

ad un vano timor non dar ricetto:

cadesti in sorte a vincitor cortese.

BERENICE Ah mia sorte infelice!

SCIPIONE Il nome?

BERENICE Berenice.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto primo

SCIPIONE Non ti lagnar: tu nel bel volto porti

armi che il vincitor rendon già vinto.

(ad Armira)

E tu chi sei?

ARMIRA De' predatori all'ira

tolta da Lelio illustre, io sono Armira.

SCIPIONE A te duce fedel consegno queste

sì preziosa spoglie.

BERENICE A te Scipione

confido l'onor mio: tu che le leggi

sai tutte di virtù, tu lo proteggi.

[N. 3 ­ Arioso]

SCIPIONE

Scaccia o bella dal seno il timore,

di tua vaga beltà, dell'onore

la virtù a difesa starà.

Abbiam vinto, e Iberia doma

par che dica il fato a Roma,

serva Egitto ancor sarà.

(parte)

Recitativo

BERENICE Oh Lucejo!

LELIO E qual nome

con dolor proferisti?

BERENICE È forse noto

tal nome a te?

LELIO Del generoso parli

principe de' Celtiberi?

BERENICE Deh come

t'è noto?

LELIO Prigioniero un tempo io fui

del re suo padre, e generoso ei volle

rendermi libertade, e il cor m'avvinse.

BERENICE Destinato in mio sposo

egli a me fu, ma di nemica sorte

il barbaro furore

cangiò in dure ritorte

i bei lacci d'amore. Oh prence amato

che fia di me! Di te che fia!

LELIO Non darti

in preda al duolo.

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Atto primo Scipione

ARMIRA Io spero,

che il vincitore ancor sì generoso

libere ne farà.

BERENICE Misero sposo!

LELIO Nella regal magion ricetto avrete

vaghe illustri donzelle:

nei giardin dilettosi

troverete riposi al vostro affanno.

BERENICE Ahi qual riposo i miei tormenti avranno?

[N. 4 ­ Aria]

BERENICE

Un caro amante

gentil costante

mi diede amor,

e un empio fato

me 'l tolse allor

che amante amato

venia fedele

in braccio a me.

Infin che porto

tal piaga al cor,

senza morire

al mio martire

altro conforto

no che non v'è.

(partono)

Scena seconda

Lucejo in abito di soldato romano.

Recitativo

LUCEJO

Quando vengo alle mie nozze bramate

con Berenice l'idol mio, ritrovo

Cartagin presa d'improvviso assalto,

e cerco invan l'anima mia: mi vesto

qual soldato roman: vengo alla pompa

trionfal di Scipione, e per mia sorte

la veggo, oh dèi! ma prigioniera. Udii

che Lelio n'è custode:

ne' giardini reali

m'introdurrò: seconda amor la frode.

Oh con quai fissi sguardi

l'ammirò il vincitore!

Ahi! La perdo per sempre

s'ella non fuggirà. M'aita amore.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto primo

[N. 5 ­ Aria]

LUCEJO

Lamentandomi corro a volo,

qual colombo che solo solo

va cercando la sua diletta

involata dal cacciator.

E poi misero innamorato

prigioniero le resta a lato,

ma la gabbia pur l'alletta

perché restaci il su' amor.

Scena terza

Giardino.

Scipione, e poi Lelio.

Recitativo

SCIPIONE Oh quante grazie amore

in quel bel viso accolse!

Ma non son io già preso

da quel celeste sguardo?

La mia gloria è in periglio.

E si dirà.

LELIO Signor, le due vezzose

prigioniere lodar tua cortesia.

SCIPIONE Lelio, alla vaga Armira

troppo spesso girar ti vidi i guardi.

LELIO Perché celarlo? Il cor per lei sospira;

ma il vincitor tu sei...

SCIPIONE Molto l'avanza

di beltà Berenice.

LELIO E pur soggiace

all'altra l'amor mio: d'ogni bellezza

è più bel quel che piace.

SCIPIONE A te la cura

d'ambe già diedi. Capital delitto

sia l'ingresso a tutt'altri in queste mura.

Armira tua sarà.

(parte)

LELIO Generoso Scipione! Ecco la bella.

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Atto primo Scipione

Scena quarta

Armira e detto.

LELIO Armira, e perché mesta?

ARMIRA Oh quante volte in questa

selvetta amena a mio diporto venni!

Chi mai creduta avria

le delizie cangiarsi in prigionia?

LELIO Dal momento che tu fosti mia preda,

che t'affanna?

ARMIRA Il pensar che serva io sono.

LELIO Ma di questa crudel sorte al rigore

involar ti potria.

ARMIRA Chi? Dillo.

LELIO Amore.

[N. 6 ­ Aria]

ARMIRA

Libera chi non è

i lacci del suo piè

no mai, non porta al cor.

Chi adora una beltà,

le renda libertà

poi le domandi amor.

(parte)

Recitativo

LELIO Indegna è inver di servitude un'alma

di sì bei pregi ornata:

quand'ella in mio poter sarà concessa,

risolverò.

Scena quinta

Berenice e detto.

LELIO Del vincitore, o bella,

vittoria avesti co' begli occhi tuoi:

che t'ami un tanto eroe vantar ti puoi.

BERENICE Onde scorgesti l'amor tuo?

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto primo

LELIO M'impose

che a tutt'altri che a noi

delitto capital sia qui l'ingresso.

BERENICE E tal segno è d'amor?

LELIO Dirne potrei

altri ancor: ti consiglio a riamare

il primo fra' Romani.

BERENICE E ingrato sei.

Che? Già ti prese oblio

dell'amico Lucejo?

LELIO Ah! Che diss'io!

BERENICE Giunger dovea l'istesso dì, che presa

fu Cartago infelice.

Chi sa? Forse perì.

LELIO No, Berenice:

spera miglior destino, e ti conforta.

BERENICE Ah! Chi scampar può mai, quando a ruina

il fato inesorabile ne porta?

[N. 7 ­ Aria]

LELIO

No non si teme

d'incerto affanno

quando la speme

con dolce inganno

l'alma che brama

può lusingar.

Cangian vicende

il male e il bene:

spesso un s'attende,

e l'altro viene,

se vuol temere,

non disperar.

(parte)

[N. 8 ­ Recitativo accompagnato]

BERENICE Oh sventurati, sventurati affetti!

Di Cartagin col fato

periro le mie gioie,

cadder le mie speranze.

Chi sa, chi sa, se mai

rivedrete il mio bene, occhi dolenti.

Continua nella pagina seguente.

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Atto primo Scipione

BERENICE Che fortunosi eventi

hanno sempre delusa

la speme (o dèi!) de' puri miei diletti!

Oh sventurati sventurati affetti!

[N. 9 ­ Aria]

BERENICE

Dolci aurette che spirate,

deh volate all'idol mio,

poi tornate a dir, dov'è.

Aure dolci se 'l trovate,

velocissime tornate:

oh potesse ove son io,

dolci aurette,

far con voi ritorno a me.

Dolci aurette che spirate,

deh volate all'idol mio,

poi tornate a dir, dov'è.

Scena sesta

Lucejo dentro la scena, e detta.

Arioso e recitativo

LUCEJO Molli aurette v'arrestate.

Sì malgrado al fato rio,

idol mio, pur vengo a te.

BERENICE E che ascolto! Che veggio?

LUCEJO Mia Berenice.

BERENICE Oh dèi!

Quale ardir? Qual consiglio?

LUCEJO Così accogli lo sposo?

Che turba la bell'alma?

BERENICE Il tuo periglio.

LUCEJO Son deluse le guardie

dall'abito mentito.

BERENICE Ah se scoperto in finte spoglie

sei, chi dall'ira di Scipion ti toglie?

LUCEJO Non bramasti vedermi?

BERENICE Sì vederti bramai.

LUCEJO Che più, mio bene?

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto primo

BERENICE Ma vederti tornar liberatore,

e non compagno delle mie catene.

Parti, se m'ami, e a quelle del mio padre

unisci le tue squadre, e torna armato:

e se ingiusto anche il fato

il tuo zelo tradisce, e il mio desire;

vedrai se o cor che nacque,

se non teco goder, teco a morire.

[N. 10 ­ Aria]

LUCEJO

Dimmi, cara,

dimmi, «tu dei morir»

ma, o cara, non mi dir,

«parti lontan da me».

Pria di vederti, sì

forse potea partir:

or che ti veggio, no

no che non vuol non può

partire il cor e il piè.

Recitativo

BERENICE Ah t'ascondi: non lunge

veggo Scipione: ahi! di timor son morta.

LUCEJO Non temer, ti conforta.

BERENICE S'ami la vita mia, prence t'ascondi.

LUCEJO T'ubbidirò.

(si ritira)

BERENICE Numi 'l celate! Ei giunge.

Che improvviso timor m'ingombra l'alma!

Lo scorgerà nel volto: altra cagione

ne fingerò!

Scena settima

Scipione, e detta, e poi Lucejo.

BERENICE Guardin gli dèi Scipione...

SCIPIONE Bella, perché turbata

ne' begli occhi sereni?

Non rispondi? Perché? Forse non lice

saperlo a me?

BERENICE Come apparir può mai

se non turbata ognor serva infelice?

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Atto primo Scipione

SCIPIONE Deh rasserena i languidetti lumi:

la servitù non ti sarà penosa.

Comanda al vincitore

chi tanta ha in sua beltà forza amorosa.

BERENICE Ignoti senti a me ragioni.

SCIPIONE Ancora

a donzella di sì vago sembiante,

ignoto ancora è forse

il parlar d'un amante?

LUCEJO Soffrir più non poss'io.

BERENICE Oh ciel!

SCIPIONE Qual calpestio?

Che fai tu qui soldato?

Chi sei? Rispondi.

LUCEJO Io sono

uom qual mi vedi innanzi ad un altr'uomo

e se fra noi v'è differenza alcuna,

non è merto, è fortuna.

SCIPIONE (Sotto latine spoglie

straniera è la favella.)

Qui che pretendi?

BERENICE (Anch'ei si scopre, oh dèi!)

LUCEJO Io non pretendo in costei

di te maggior ragione.

SCIPIONE Grand'ardire! Chi sei?

LUCEJO Sono...

BERENICE Scipione,

lascia, ch'io parli: e quale

hai ragion sovra me?

LUCEJO Sono...

BERENICE Tu sei

o folle o temerario,

che con finto pretesto

insidi l'onor mio, cerchi la preda

rapire al vincitor.

LUCEJO Sogno! Son desto!

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto primo

[N. 11 ­ Aria]

BERENICE

Vanne, parti, audace, altiero,

menzognero.

Ahi! Non bastan le mie pene,

ch'altri viene

più infelice a farmi ancor.

Taci, fuggi, non m'intendi?

Mi proteggi, mi difendi

o cortese vincitor.

(parte)

Scena ottava

Lelio, e detti.

Recitativo

LELIO (Giunsi a tempo, si salvi.)

LUCEJO (È Lelio.)

LELIO Erennio,

che fai qui? Vanne al campo!

Signor, folle soldato

ti disturbò.

(a Lucejo)

Non ubbidisci ancora?

LUCEJO (Errai nel mio trasporto.) Ubbidirò.

SCIPIONE All'accento credei fosse un ibero.

LELIO Servì Publio tuo padre,

e restò prigioniero,

e nelle ostili tirannie perdette

parte del senno, ma il mio cenno teme,

ed anche è pieno di valor.

SCIPIONE Gran cura

prendine o Lelio nella sua sventura.

Pietade inver l'amico

abbi eguale al valor contro al nemico.

(partono)

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Atto primo Scipione

LUCEJO Gelosia, m'ingannasti?

Gratitudin d'amico

oh quanto industriosa mi scampasti!

Ma! Soffrir chi potea

sentir parlar d'amore alla sua bella?

Non è costume ibero

un rivale soffrir: ma... menzognero!

Audace! Vanne! Parti!

Fur sentimenti d'alma, o fur sol arti?

Ahi! Con troppo diletto

ella certo sentia parlar d'affetto.

[N. 12 ­ Aria]

LUCEJO

Figlia di reo timor,

freddo velen

d'innamorato sen,

o gelosia crudel

esci dal cor,

lasciami in pace.

Gelo ed ardor,

smania ed affanno,

dubbiosa fé,

nascosto inganno

porti con te,

e alfin così

di vita e amor

spegni la face.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto secondo

A T T O   S E C O N D O

[N. 13 ­ Sinfonia]

Scena prima

Porto con nave approdata.

Ernando padre di Berenice, che sbarca, e poi Lelio.

Recitativo

ERNANDO Mercé del vincitor mi fu concesso

pacifico lo sbarco.

Se i tutelari numi

che veglian d'innocenza alla difesa,

scampar la figlia dal furor di Marte,

le portate ricchezze

ne renderanno facile il riscatto.

Vadano diligenti esploratori

subito sulla traccia:

ma fino a sua scoperta

l'infortunio si taccia. Un roman duce

s'appressa.

LELIO Al forte Ernando

che alle due Baleari isole impera,

manda Scipion salute.

ERNANDO Al proconsol romano

la gloria e l'armi cedo,

offro tributo, ed amistà gli chiedo.

LELIO Grata a Scipione sia l'amistà d'Ernando,

ma il tributo maggiore

anzi il sol ch'ei ricerca, ad offrir vieni,

a Roma e a lui pien d'amicizia il core.

[N. 14 ­ Aria]

ERNANDO

Braccio sì valoroso

core sì generoso

il mondo vincerà.

E senza usare il brando,

co 'l nobil cor pugnando

tutto vi cederà.

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Atto secondo Scipione

Scena seconda

Appartamenti delle due prigioniere.

Berenice e poi Scipione.

[N. 15 ­ Arioso]

BERENICE

Tutta raccolta ancor

nel palpitante cor

tremante ho l'alma.

BERENICE

Ah! pria di rivederti

adorato mio sposo in tal periglio,

prendi dagli occhi miei perpetuo esilio.

Quanto propizia sorte

ebbe il regal mio genitore Ernando

non approdaro per contrario vento!

Ch'abbia già Lelio il fido amico, io spero,

persuasa la fuga al prence amato:

ma so che disperato

soffre di gelosia le pene amare,

e fuggir non vorrà. Gravi tormenti

alfin cadrò sotto la vostra salma.

BERENICE

Tutta raccolta ancor

nel palpitante cor

tremante ho l'alma.

Recitativo

SCIPIONE Di libertate il dono,

prigioniera gentil, grato ti fia?

BERENICE Mi renderà del donator più serva.

SCIPIONE Spera, ma dimmi pria

tuo vero stato: i nobili sembianti

spiran grandezza.

BERENICE Io son d'Ernando figlia

re delle Baleari isole.

SCIPIONE E come

in Cartagine?

BERENICE Il principe Sitalce

che n'è morto a difesa, era germano

della mia genitrice, ed in sua corte

vissi gran tempo, ah!

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto secondo

SCIPIONE Deh non darti in preda

a vano duolo: è inesorabil morte.

Libera tu sarai,

ma libertà per libertà si chiede.

Del suo laccio più forte

per te già strinse amor.

BERENICE Signor, t'arresta,

non mi dir che tu sei...

SCIPIONE M'odi.

BERENICE No, ascolta.

De' Celtiberi al prence,

che meco un tempo visse, il cor già diedi.

Riamar non poss'io se non...

SCIPIONE (Spietato

spietato mio destin! Misero core

scoppierai di tormento e di furore.

[N. 16a ­ Aria]

SCIPIONE

So gli altri debellar,

ma porto nel mio cor

chi mi fa guerra.

Che giova trionfar,

se tirannia d'amor

l'onor ne atterra.)

[N. 16b ­ Aria]

SCIPIONE

Pensa o bella alla mia speme

e il desio non ingannar.

(Ahi che l'alma troppo teme,

e comincia a disperar.)

(parte)

Recitativo

BERENICE Troppo qui noto è il mio natal, celarlo

era timido e vano:

dissimulare affetti è di me indegno.

Scena terza

Lelio, Lucejo, e detta.

LELIO Ecco o prence la bella

cagion del tuo dolore.

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Atto secondo Scipione

LUCEJO Tu per me le favella:

io non ho tanto core.

BERENICE Oh numi! E questa

di Lucejo è la fuga? Ah folle! Ei torna

a turbar l'alma mia.

LELIO (Sì mi dicesti 'l vero, o gelosia.)

BERENICE Lelio, da me l'invola.

LELIO E non vuoi tu?

BERENICE Voglio che parta, e che non torni più.

LELIO Ei brama sol...

BERENICE Folle colui che vuole

perdere le pupille

per rivedere una sol volta il sole.

LUCEJO Lelio andiam. Vado a morte.

BERENICE A morte! Ah no. Lelio l'arresta.

LELIO A morte.

Sirena ingannatrice,

che importa a te? L'amor la fé giurata

son questi? E qual ragione

puoi dirmi ingrata?

BERENICE Ahimè! Verrà Scipione.

LUCEJO Verrà il novello oggetto

dell'amor tuo?

BERENICE Cieco, e non vedi?

LELIO Io vidi

già ne' tuoi lumi infidi il cor fallace.

In vana ambizion cangi il tu' amore,

e il mio divien furore.

Resta con quella pace

che a me dai, ma la falsa alma poi tema

piangere del rivale o dell'amante

o d'ambo a un tempo sol, fu l'ora estrema.

Ma no, risolvo abbandonar.

BERENICE Rivolto

ogni pensiero in te...

LUCEJO Va', non t'ascolto.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto secondo

[N. 17 ­ Aria]

LUCEJO

Parto, fuggo, resta e godi

di tue frodi,

tu sarai felice altera,

menzognera.

Sventurato io resterò

sventurato sol per te.

Resta ingrata, e che puoi dire?

Quando invece di fuggire,

vuoi restar co 'l vincitore.

Quest'è amore? Questa è fé?

(parte)

Recitativo

BERENICE Seguilo o duce. L'agitata mente

lo trasporterà certo al suo periglio.

LELIO L'orme ne segue, e penserò allo scampo.

(parte)

BERENICE Misera Berenice!

Ah già preveggo il fine

della tragedia mia tutta infelice.

[N. 18 ­ Aria]

BERENICE

Com'onda incalza altr'onda,

pena su pena abbonda,

sommersa al fine è l'alma in mar d'affanno.

E tutt'i miei momenti

oh come lenti lenti

di dolore in dolore a morte vanno!

(parte)

Scena quarta

Armira, e Lelio.

Recitativo

ARMIRA Importuno tu sei.

Quando in tua man sarà

il darmi libertà, penserò allora

di riamarti.

LELIO Ed ora

perché amor non prometti?

ARMIRA Sarian forzati e men sicuri affetti.

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Atto secondo Scipione

[N. 19 ­ Aria]

LELIO

Temo che lusinghiero

il labbro menzognero

amor prometta per ingannar.

Pur benché finga,

sì dolce è la lusinga,

che più m'alletta sempre a sperar.

(parte)

Recitativo

ARMIRA Lusingarlo mi giova,

finché del mio servaggio

a Indibile il mio padre

giunga l'infausta nuova, onde s'attenda

soccorso tal, che libertà mi renda.

[N. 20 ­ Aria]

ARMIRA

Voglio contenta allor

serbar del piè, del cor,

la cara libertà.

L'amante avvezzo a dir

che sol volea servir,

tiranno poi si fa.

Scena quinta

Lucejo e detta.

Recitativo

LUCEJO Qui torno, e qui vuo' pria morir, che mai

lasciar.

ARMIRA Qui che vuoi tu?

LUCEJO Vuo' quel che vuole

la mia disperazione.

ARMIRA Chi cerchi?

LUCEJO Berenice.

ARMIRA Ancor non sai,

che l'adora Scipione?

LUCEJO E corrisposto

credi il romano amante?

ARMIRA E tu qual cura

ne prendi? L'ami ancor?

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto secondo

LUCEJO Per mia sventura.

ARMIRA Del vincitor latino

non paventi lo sdegno?

LUCEJO Alma che nacque al regno

non conosce timor.

ARMIRA Dimmi chi sei?

LUCEJO Ora de' casi miei

non mi lice dir più.

ARMIRA M'offendi: in pegno

di fé, la destra mia prendine.

LUCEJO O bella,

tu mi conforti.

(si danno la mano)

Scena sesta

Berenice, e detti.

BERENICE Bella! Mi conforti!

Ah traditore! Ah indegno!

LELIO Oh van sospetto!

BERENICE Sospetto il ver? Ma il tuo decoro, Armira?

Sì l'audace correggi?

ARMIRA Lascioti sola con quest'altro amante,

così titolo avrai

d'insegnar di modestia a me le leggi.

(parte)

LUCEJO E la mancata fede?

Con finta gelosia pur si colora?

BERENICE Va' traditor.

Scena settima

Scipione, e detti.

SCIPIONE Tanto s'ardisce ancora,

contra gli ordini miei?

LUCEJO Scipione, a te costei

diede fortuna, a me la diede amore.

BERENICE È quel folle soldato.

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Atto secondo Scipione

LUCEJO Io son Lucejo

de' Celtiberi il prence: un vil timore

non mi celò: tentai ritor la preda,

se si potea, con onorata fuga,

ma la crudel non m'ascoltò.

SCIPIONE Tentasti,

prence, un delitto: e prigionier già sei.

BERENICE Ah misera! Il previdi.

LUCEJO Se qual duce roman parli, ti cedo.

Ma come un mio rivale,

so ch'hai nell'alma onor, se non m'abbatti;

prigionier non son io: ceder non voglio

fin che vivo, il mio ben.

SCIPIONE Deggio al senato

risponder della mia, della tua vita.

LUCEJO Disperazion non t'ode: il ferro stringi.

Scena ottava

Lelio con Guardie che circondano Lucejo con l'aste al petto.

BERENICE Numi, lo difendete... Io manco... Io moro...

SCIPIONE Olà? Non m'offendete.

Non temer principessa, ei salvo fia.

LELIO Cedi amico quel ferro.

LUCEJO Avverso fato!

Lelio m'uccidi tu... Son disperato.

[N. 21 ­ Aria]

LUCEJO

Cedo a Roma, e cedo a te.

Questi dica innanzi a me,

s'ebbi già romano il cor:

ma in amor,

no non ti cedo no, ti sfido all'armi.

E se rival tu sei,

esser duce più non déi:

l'onor ti vieterà

privar di libertà chi non disarmi.

(Lucejo, Lelio e guardie partono)

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto secondo

Recitativo

BERENICE Signor, del tuo fisso pensar pavento.

SCIPIONE Sì sì Roma altro sposo

sceglierà del tuo merto ancor più degno.

BERENICE Lucejo è nato al regno.

SCIPIONE Merta però di posseder tuoi pregi

un che dia legge ai regi,

un romano.

BERENICE In vil core

han sempre forza ambizion, fortuna;

nel mio non già, dove ha sol forza amore.

SCIPIONE Del senato a' decreti

forza è chinar la fronte, ed ubbidire.

BERENICE Forzata esser non può, chi può morire.

SCIPIONE Odi tanto i Romani?

BERENICE Io n'ammiro il valor, n'amo il bel core,

e se mia fede e l'amor mio non fosse

avvinto altrui, sì n'arderei d'amore.

[N. 22 ­ Aria]

BERENICE

Scoglio d'immota fronte

nel torbido elemento,

cima d'eccelso monte

al tempestar del vento,

è negli affetti suoi quest'alma amante.

Già data è la mia fé:

s'altri la meritò,

non lagnisi di me;

la sorte gli mancò del primo istante.

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Atto terzo Scipione

A T T O   T E R Z O

Scena prima

[Sala magnifica.]

Scipione e poi Lelio ed Ernando.

Recitativo

SCIPIONE Miseri affetti miei!

Tutte le vie d'onore

saranno chiuse all'amor mio?

LELIO Scipione

a privata udienza Ernando vedi,

secondo i cenni tuoi.

ERNANDO Del vincitore

l'alta presenza onoro.

SCIPIONE A cortesia

amistà corrisponda: accetta Ernando

la destra in pegno. Fortunato evento

pose tua figlia in mio poter.

ERNANDO Già Lelio

tutto narrommi: dal tuo nobil core

spero sua libertà.

SCIPIONE La sua bellezza

l'alma m'avvinse: in casto nodo io spero

ottenerla da te.

ERNANDO Sì grande onore,

per mia sventura, troppo tardi è giunto.

La promisi a Lucejo

principe de' Celtiberi.

SCIPIONE Ma questi

è nostro prigionier.

ERNANDO Con la sua vita

la mia parola irrevocabil vive.

La mia vita, il mio regno

son tuoi, né per serbarli unqua io vorrei

mancare all'onor mio. Corso è l'impegno,

memore sino a morte animo grato

n'avrò.

SCIPIONE Vanne, e ci pensa.

ERNANDO Ho già pensato.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto terzo

[N. 23 ­ Aria]

ERNANDO

Tutta rea la vita umana

saria sol brutale e vana

senza il freno dell'onor.

Dar parola, è dar sua fede:

e la lingua che la diede

fu ministra sol del cor.

(parte)

Recitativo

SCIPIONE Degni amici di Roma

son questi Iberi. Il saguntino onore

sparso di tutti è nelle vene! Vanne,

qui conduci Lucejo

e Berenice, e a lui dirai, che deve

gir prigioniero al novo giorno a Roma.

LELIO Esperienza, e senno

ai più ch'io possa consigliar. Fia tosto

eseguito il tuo cenno.

(parte)

[N. 24 ­ Recitativo accompagnato]

SCIPIONE Il poter quel che brami,

il bramar quel che puoi

sono in tua forza, e tu goder non vuoi?

Della vita i diletti

non sono che momenti,

se brami... pensi... e speri,

fuggono come venti.

Chi meno gode, vive men. Virtute

è tormentosa opinion per cui

muor di sete il desire al fonte appresso.

Sì sì voglio... ma... no...torna in te stesso.

Puoi non usar tua forza,

puoi non voler, giusto perché tu puoi

posseder quel che vuoi.

Questo è un piacer che non avrai comune

co' bruti e co' tiranni.

Qual fama di virtù! Ma no. Per fama

ben oprar non si dée. Ben far verace

è quel ch'uom fa, perché al su' interno piace.

Oh fecondo pensier, sei generoso,

tu riporti, lo sento, il mio riposo.

(parte)

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Atto terzo Scipione

Scena seconda

Lelio, Lucejo, in proprio abito, e Berenice e Guardie.

Recitativo

LELIO In questo luogo o prence, ov'io dovrei

renderti quel che tu a me desti, in questo

devo darti un annunzio aspro e funesto.

BERENICE Numi! Che fia?

LUCEJO L'alma ho maggior dei mali.

Di' pur.

LELIO Prence, tu devi... ah!

LUCEJO Da un romano

con sì lungo esitar, morte si noma?

LELIO Gir prigioniero ero al nuovo giorno a Roma.

LUCEJO Questo è più fier che morte.

BERENICE No non andrai senza di me, mio bene.

Il dolore o la mano

l'alma mia scioglierà da sue catene.

Ti seguirò nud'ombra.

LUCEJO Oh fida! Oh cara!

Di cieca gelosia perdon ti chiedo!

Oh compensati affanni miei! Deh resta,

deh vivi sì amorosa, e sì costante

alla memoria mia sola, e poi serba

serba a fato miglior tua nobil vita.

Amico un solo da te aspetto, un solo

segno di gratitudine infinita,

deh fa che cangi il vincitore in morte

l'aspra sentenza della mia partita.

[N. 25 ­ Aria]

LUCEJO

Se mormora rivo o fronda,

sussurrano venticelli,

di', che i sospir son quelli,

ho l'alma mia che viene,

mio bene, intorno a te.

Dia vita o morte il fato,

fian' ambe ugual tormento:

sarò sol consolato

pensando alla tua fé.

(parte)

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto terzo

Recitativo

LELIO Più resister non posso. Il cor si spezza.

Se a sì teneri affetti,

se a lacrime sì belle

può resister Scipione, il cor romano

ei non ha, ch'esser dée grande ed umano.

(parte)

[N. 26 ­ Recitativo accompagnato]

BERENICE Ah! Scipion dove sei?

Ascolta i pianti miei:

o rendimi il mio bene,

o avvinta in sue catene,

mandami seco, sì spietato vieni

saziati delle mie lagrime amare.

Scena terza

Scipione e detta.

Recitativo

SCIPIONE (Tenerezze del cor, cedo, son vinto.)

BERENICE Non dovevo sdegnarti,

ma non potevo amarti.

La rea sola son io; mortal sentenza

deh fa ch'io sola dal tuo labbro senta.

SCIPIONE Bella non pianger più. Sarai contenta.

(parte)

[N. 27 ­ Aria]

BERENICE

Già cessata è la procella

e la calma tornerà.

E ne' rai d'amica stella

l'amor mio scintillerà.

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Atto terzo Scipione

Scena quarta

Sala con trono.

Scipione assiso che riceve Ernando preceduto da Mori che portano vari

presenti d'argento e d'oro.

[N. 28a – Sinfonia]

[N. 28b ­ Sinfonia]

Recitativo

ERNANDO All'invitto proconsole romano,

all'inclito Scipione, e al Campidoglio

offro tributo e pace.

SCIPIONE In nome del senato

l'amiche offerte accetto,

e patrocinio ed amistà prometto.

ERNANDO Queste ancorché inuguali al tuo gran merto

ricchezze accetta ancor: prezzo al riscatto

della mia figlia Berenice. Oh degno

cui tutto il mondo ceda,

rendimi della vita

il conforto migliore.

SCIPIONE Venga la bella.

Scena quinta

Berenice e detti.

ERNANDO Oh dolce figlia!

BERENICE Oh genitore amato!

SCIPIONE Libera sei: ma le ricchezze tutte

del mondo, prezzo eguale a te non sono:

ti rendo al caro genitore in dono.

BERENICE Ho il cor da gioia oppresso.

ERNANDO Vieni al paterno affettuoso amplesso.

Cortese vincitor, pregoti almeno

d'accettare in legger segno d'affetto

i nostri doni.

SCIPIONE Accetto

le preziose offerte: ma in tuo volto

tutta non veggo scintillare ancora

l'anima lieta o Berenice.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto terzo

BERENICE È vero.

Troppo timida ancor l'alma paventa.

SCIPIONE Spera, non sospirar, sarai contenta.

[N. 29 ­ Aria]

SCIPIONE

Gioia si speri sì,

sol voglio in questo dì

letizia e pace.

Marte riposo avrà,

e lieto accenderà

amor la face.

(partono)

Scena sesta

Appartamento.

Lelio ed Armira.

Recitativo

LELIO Tu d'Indibile figlia

tanto amico a' Romani? E perché mai

tacermi il tuo natal?

ARMIRA Bastante asilo

pareami aver nel tuo cortese affetto.

LELIO In risponder così, mostri chi sei.

In piena libertate or vivi, ed io

rimango in tue catene.

ARMIRA Qual Berenice, io non ho dato ancora

ad altri il cor.

LELIO Se a fedeltà sincera

vorrai darne possesso...

ARMIRA Amami, e spera.

(parte)

[N. 30 ­ Aria]

LELIO

Del debellar, la gloria,

è il bel piacer d'amor,

sono del mio valor pregi immortali.

Del par con la vittoria

un corrisposto ardor

è il sommo del gioir, ch'è senza uguali.

(parte)

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Atto terzo Scipione

Scena settima

Berenice e Lucejo.

Recitativo

BERENICE Dove o principe amato?

LUCEJO A te mio bene.

BERENICE Veggoti al fianco il nobil ferro.

LUCEJO Dianzi

per man di Lelio, Scipion me 'l rese,

ed a sé m'invitò.

BERENICE La gioia intera

speriam da un cor generoso.

LUCEJO Oh cara,

abbiasi il mondo tutto,

mi lasci del tuo cor libero il dono,

e il più felice io sono.

BERENICE Anch'io dovea

senza vederti ire a Scipione, ma volli,

principe amato, rivederti pria.

Vo piena di lietissima speranza.

LUCEJO Oh fida! Oh dolce? Oh cara anima mia.

[N. 31 ­ Aria]

BERENICE

Bella notte senza stelle

chiaro sole senza rai

tu vedrai, non il mio core

senz'amore e senza te.

Mancheranno al mar le sponde,

mancheranno ai fiumi l'onde,

pria che manchi la mia fé.

(parte)

Recitativo

LUCEJO Squarciasi 'l fosco vel del mio sospetto,

e qual fra nube il cui torbido seno

rompa e dilegui il vento,

veggo apparir più chiaro il ciel sereno.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Atto terzo

[N. 32 ­ Aria]

LUCEJO

Come al natio boschetto

augel che vien dal mar

vola nell'arrivar,

l'anima mia così

impaziente già

se 'n vola al caro ben.

No più non è crudele

la bella mia fedele:

anima mia sì sì

vattene innanzi a me

posati nel bel sen.

(parte)

Scena ultima

Scipione, Lelio, Ernando, Armira, Berenice, e poi Lucejo.

[N. 33 ­ Arioso]

SCIPIONE

Dopo il nemico oppresso

voglio esser di me stesso

più forte vincitor.

(ascende il trono)

Recitativo

SCIPIONE

Venga Lucejo...

SCIPIONE

Prence,

vinto dai primi sguardi

arsi d'amor per la beltà che adori:

la trovo tua: vinco me stesso, e illesa

pronto a renderla io sono,

poiché d'ambedue noi fia degno il dono

premio da te si chiede

a Scipio e a Roma d'amicizia e fede.

Lelio all'illustre tuo scampo tentato

per l'amico Lucejo

tutta la lode io do d'animo grato.

Ernando, i doni tuoi

accettai per poter disporne poi:

seguano la vezzosa Berenice

al possesso del suo sposo felice.

LELIO Oh magnanimo core!

ERNANDO Oh virtù rara!

LUCEJO Oh senza esempio anima grande!

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Atto terzo Scipione

BERENICE Oh degno

d'esser fra i numi accolto!

[N. 34 ­ Recitativo accompagnato]

LUCEJO In testimonio io chiamo

Giove e gli eterni numi,

che la mia vita e il regno

a Scipione a Roma, in guerra e in pace, impegno.

[N. 35 ­ Duetto]

BERENICE E LUCEJO

Si fuggano i tormenti,

si vengano i contenti

di bella fedeltà.

Non più crudel timore

il dolce dell'amore

amareggiar potrà.

Recitativo

SCIPIONE Marte riposi, accenda amor la face

sia questo un dì sol di letizia e pace.

[N. 36 ­ Coro]

CORO

Faran la gioia intera

vittoria pace e amor.

E sia l'Iberia altera

d'un tanto vincitor.

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P. Rolli / G. F. Händel, 1726 Indice

I N D I C E

Interlocutori............................................3

All'eccellenza..........................................4

Argomento..............................................5

Atto primo...............................................6

[Ouverture].........................................6

Scena prima........................................6

[N. 1 ­ Marcia]...................................6

[N. 2 ­ Arioso]....................................6

[N. 3 ­ Arioso]....................................7

[N. 4 ­ Aria]........................................8

Scena seconda....................................8

[N. 5 ­ Aria]........................................9

Scena terza.........................................9

Scena quarta.....................................10

[N. 6 ­ Aria]......................................10

Scena quinta.....................................10

[N. 7 ­ Aria]......................................11

[N. 8 ­ Recitativo accompagnato]....11

[N. 9 ­ Aria]......................................12

Scena sesta.......................................12

[N. 10 ­ Aria]....................................13

Scena settima....................................13

[N. 11 ­ Aria]....................................15

Scena ottava.....................................15

[N. 12 ­ Aria]....................................16

Atto secondo.........................................17

[N. 13 ­ Sinfonia].............................17

Scena prima......................................17

[N. 14 ­ Aria]....................................17

Scena seconda..................................18

[N. 15 ­ Arioso]................................18

[N. 16a ­ Aria]..................................19

[N. 16b ­ Aria]..................................19

Scena terza.......................................19

[N. 17 ­ Aria]....................................21

[N. 18 ­ Aria]....................................21

Scena quarta.....................................21

[N. 19 ­ Aria]....................................22

[N. 20 ­ Aria]....................................22

Scena quinta.....................................22

Scena sesta.......................................23

Scena settima....................................23

Scena ottava.....................................24

[N. 21 ­ Aria]....................................24

[N. 22 ­ Aria]....................................25

Atto terzo..............................................26

Scena prima......................................26

[N. 23 ­ Aria]....................................27

[N. 24 ­ Recitativo accompagnato]. .27

Scena seconda..................................28

[N. 25 ­ Aria]....................................28

[N. 26 ­ Recitativo accompagnato]. .29

Scena terza.......................................29

[N. 27 ­ Aria]....................................29

Scena quarta.....................................30

[N. 28a – Sinfonia]...........................30

[N. 28b ­ Sinfonia]...........................30

Scena quinta.....................................30

[N. 29 ­ Aria]....................................31

Scena sesta.......................................31

[N. 30 ­ Aria]....................................31

Scena settima....................................32

[N. 31 ­ Aria]....................................32

[N. 32 ­ Aria]....................................33

Scena ultima.....................................33

[N. 33 ­ Arioso]................................33

[N. 34 ­ Recitativo accompagnato]. .34

[N. 35 ­ Duetto]................................34

[N. 36 ­ Coro]...................................34

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Brani significativi Scipione

B R A N I   S I G N I F I C A T I V I

Abbiam vinto: e Iberia doma (Scipione) ...................................................................... 6

Il poter quel che brami (Scipione) .............................................................................. 27

Scoglio d'immota fronte (Berenice) ........................................................................... 25

Se mormora rivo o fronda (Lucejo) ............................................................................ 28

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