LETTERA ' DEL SIGNOR GIUSEPPE VALLETTA NAPOLETANO. I ! Digitized by Google r l I I > r * V { ♦ r # #» * « . * % \ _-! Digitìzed by Google lettera DEL SIGNOR GIUSEPPE VALLETTA napoletano fn difetta della moderna Filofòfia , e de' coltivatori di eflà , INDIRIZZATA ALLA SANTITÀ’ DI CLEMENTE XL Aggiuntavi in fine un'ojf umazioni fopra ' la medefima . IN ROVERETO Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr. MDCCXXXII. Digitized by Google è /' • c % -s « K. / i. i i. » 4 * * \ V « ** ;. : p * f » * 4 * - \ * K r. ; *♦ # 7 •» T-* *.♦ . V ■•» r • * f ' *' * * #«» * *4 4M • . » «t> ^ *«• # I I Digitized by Google : -, 'ALL’ XLWSTRISS. SIC. AB. ’f FRANCESCO PARTINI • • * è ;DE N AJOF, • f + • - Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, , l ♦ « » »# » , » • * * » , » * • » • Olto tempo è, Jlluflriffmo Signor Abate , che per darvi qualche piccio- lo contraffegno della divo - Zioa mia verfo di voi , io vado tra me ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut- to di] pregevole , e di . voi indegna , do - vejft offerirvi . Ed ora ufcendo da’ miei * 5 tor- / ' « ' *- .4 . * * ' p t * •# /« •. è . * » . • * •* . • * . - j» % ■ T“ » 'f '' i*' *'* * -ì r .! *orri&; la prima volta una dotta * ed erudita Opera del Sig. Giufeppe Val* tetra , la quale manofcritta lungamen- te era andata per le mani de* virtuofi; quefta appunto ho . difegnato d' indiriz- zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo faggio del de fiderio ardentìjfimo > eh' io bo d' incontrare con e fio voi ferviti , sì ancora per fare un pubblico attediato al mondo della /lima grande , ch'io con- fervo della voftra ragguardevole Perfo- ra . E nel vero fé , com * a tutt' altri è in ufo di fare , io voleffi raccoglier qui le glorie de * trapaffati , teffendo un lunoo catalogo di tanti e tanti glorio fi Antenati della vofira nobile Famiglia , i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif- plendendo , non meno il vofiro Ceppo , che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ; certo de non ■; uno > ma ben mille moti- osi io avrei per indurmi a ciò fare . . Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe . tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar- mi di PIETRO , illu (Ire, e .antico ger- irne della vofira onorati fiima Prof apia , * il Digitized by Google il quale da Galeazzo Vìfconte Duca di Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere delle fue. armi > Mi . fi prefent crebbe fitto gli occhi il valore di quell* altro PIET RO d' età ma ? non di merito inferiore , a cui i eccellenza nel mefiier te ftmil mente della guerra , acqutfiò l* uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj • fimifiano J. i , e di ALESSANDRO altresì , che in qualità pur di Capita • no fi morì in Ungheria . Ma molti , e molti ì anche fiudiof amente, trapalan- do y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla vijìa la , decantata dottrina . , fingolar- mente nell* arte Medica > e la probità 9 e integrità de' cofiumi di FRANCES- CO P ART INI , il quale in quel feli- ce fecola del cinquecento cotanto s* avan- zò > e ft difiinfe , che meritò le lodi , e gli applaufi d'uno de' maggiori letterati di quell'età , che fu Andrea Mattioli > (i) • e d'ef- (i) Nell* Epiftola dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u Aria . Ve- nezia 1668. E negli fte/fi Difcorfi /opra il libro 4- di Diofcoride capitolo 80. e d' e ([ere fatto Prot omedico dì due Ce- fali , cioè Ferdinando I . , e - Maffimilia- no li.'? Cèrto che i pregi di co fiat , i quali di molto accrebbero lo fplendore del- la vofira Stirpe -, io non potrei per mo- do alcuno non Jommamente celebrare : e tanto meno que' di MELCHIORE fuo figlio i il quale dalla matura pru- denza pur di Maffimiliano li. Impera - dorè » di cui era ' Configliero , > fu' (celta a far efeguire ^Imperiai comandamento di por giù /’ armi , fattola'- judditì del Finale in Italia '.(*) Ma io non ne verrei sì toflo a' capo , : quando 'a’ me- riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó det- to piuttofiò chea voi mede fimo va- le jft riguardare . " I pregj degli ante- nati' apportano più (limolo >3 -che lode a' ■ (uccefiori \ , ed è molto ' mifer, abile la condizione di colui -, ' il quale noti po((a in altro . mod o diftinguerft , che col! aprire i (epolcri de’ fuoi maggio- ri » . \ • r t • r i n* •* a (2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II. a io4« ri , e temendo nn lungo panegirico del- le loro gloriofe azioni , far fi corona al capo di meriti non fuoi . ■ Per la qual cofa , ponendo da /’ • un de' lati quelle lodi , le quali non fono sì pro- prie dì voi , che comuni non fieno an- cora a tutta la Famìglia , ed alle fole voftre t in cui gli altri non v* hanno parte alcuna rifiringendomi ; dico > che quello , che principalmente rn ha invogliato a procacciarmi luogo nel no- vero de' vofìri fervidori t e che non pojfo fe non grandemente ammirare , fi è quella incredibile gentilezza , ■ e foavità di coftumi.y e di maniere , per mezzo della quale ben fate chia- ramente apparire da qual . forgente traete t origine , e i natali . h non fo per cagion di quefla con qual fronte poffano riguardare in voi cer- te anime t le quali non riflettendo > che • /’ e (fere nate nobili è fiato un accidente , cui altro loro non appor- ta , che impegno di ben imitare gli antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e fai - ... V3&7' falvatkhe^za ripiene comparirono folamente nell * afpre , ed altiere fembr ano .avere ripofia la loro gloria . Poi fiete certamente di un amaro rim- provero a tutti cofioro % e C umanità vofìra , quando attentamente vi riguar- da Q ero , non potrebbe che riufcir loro di jomma vergogna , e confo fione . Ma fic- come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi la nobiltà della Famìglia , per chiara , eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan- te ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al- la. libertà le •comodità » e gli agj > che dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo- ria * o alla prefunzione le nobili quali- tà. dell’ animo voflro , hanno giammai potuto aprirvi la firada , Tanti rari pregi- finalmente , tutti infieme uniti , non fono -fiati valevoli a feemar punto di quella vofira naturale affabilità , e dolcezza di tratto , la quale quanto in altri è più rara > altrettanto in voi ab- bondantemente appari fee t e campeggia . Qttefta vi eccita la maraviglia di tut- ti coloro , che di voi hanno alcuna co. no- • >. . / * 't d - * *• 'V. •4 ami. * - ' Digitized by Google difienpì guefia concilia ì* amore , e ^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito adì* . niy^ 0?quefia finalmente induce , an- zi con una dolce violenta quaft rapi* ffce , e sforzai cìafcbeduno a farvi un volontario tributo de* fuoi affetti , e del fuo cuore . Ma che dirò di quel - i* bontà j ingoiare , con cui prendete a protteggere qualche perfona ingiù • fiamente oppreffa , e oltraggiata > fa- cendo vedere , non altrimenti effervi fenfibili- i torti > che fi fanno alla ragione , e alla gtufiìzia , che fe a voi me de fimo f off ero fatti ? Voi con quel rincrefcimento fiete folito fentìre i colpi t che la fortuna vibra con - tra /’ onefie infelici perfine > col qua- le gli fentirefie , fi contra voi me- ' de (imo foffero fcagltati ; e con queir occhio riguardate gl * infortuni » e mi- ferie altrui , con cui riguarderefie quel- le de* vojìri più cari congiunti . Di qui è y che e col configlio , e con /’ opera non mai vi mofìrate fianco di fivvenire > e beneficare coloro > i qua- Digitized by Google * quali per la loro innocenza fi ren- dono meritevoli della vofira protezio- ne ; ; ed avendo avvertito , che il ve- ro carattere degli animi nobili , an- zi quello , che piu .all' Al tifiimo ld- dio viene ad accodarci , è * il f al- levamento delle per fine \o dalla ma- lignità degli uomini, >o dall' .avver- ata della fortuna inìquamente fir ac-' date ; voi perciò, avete creduto im - prefa degna di voi lo fendere a que- > fie benignamente il braccio , acciò la Patria vofira potefse andare altiera ; e dar fi vanto -, d'. avere >■ d mercè di voi maifempre aperto un a filo all ' innocenza , re .fempremai pronta una fpada cantra la malvagità , e la co* lunnia . Con tal- mezzo voi rifiorate - i danni , che la me de [una '.per /’ im. matura morte dì MELCHIOR PAR- TINI vofiro . degnifsìmo , Fratello ha que fi* anni addietro, fifferti # e quello ~ fplendore le ritornate ,%che allora per efser ella refiata priva -d'-uno de'-fuoi ■ più cofpicui , e qualificati Cittadini , ave- aveva pèrduto l ; A che fero molto t molto contriluifcono ancora gli altri due vofìri meritevoli (fimi Fratelli , di - co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI- NI > Abate della Reai Badìa di San Pietro di Loreto nell ’ Abruz- zo , e il Padre CARLO PAR- TINI , Definitor Perpetuo Carmelita- no t la prudenza , e pietà di cui è così nota , e pale/e in quefìa Cit- tà. .y che. inut il cofa farebbe il farne per me qui parole . Ma troppo chiaro io m’aveggio d* avere già foverchiamen- te la modejìia vofira offefa , non ri- flettendo f che una delle maggiori lo- di > che vi fi debbono , è appunto il franco rifiuto , anzi difpregio , che voi fate delle medefime , Solo mi re- fia adunque di fupplicare il generofo animo voflro a ricevere in buon grado ia piccolezza del dono , che umilmen- te vi offro , non alla qualità di ejfo , ma al de fiderio dei donatore riguardan- do \ e pregandovi in fine a non difdir- mi la fofpirata grazia d’effere anch' io al- A >** » * * allogato tra i voflri ~ fso v • y i , , , • Di V.S ♦ . / f . * * i l Rovereto 17. Ottobre 1732; V *'> 1 ^ «a ^ V . o V ^ / «' • 1 . . . . t i » ‘ t •• « • V « • 1 J VmìUfs. Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo Pierantonio Berno. lo Digitized by Google LO STAMPATORE A CHI LEGGE. * - , • . N ON poco tempo e (Tendo , che va per le mani degli ftudiofi una Lee* tera manoferitta del Signor Giu » feppe Valletta Letterato Napoletano in di- fefa della Filofofia moderna , e d’ alquan- ti Tuoi concittadini profeflori della medefi» ma , .fino dal 1700. dirtela : ed avendo rav. v ifato , com’ ella è molto avidamente ricer. cata , e letta dagl’intendenti ; ho (limato di far colà grata al pubblico , ed alle per* Ione letterate , dandola fuori per mezzo delle (lampe, sì per renderla più comune, e sì ancora per levare la briga a chi deli* dera averla, di farla tralcrivere.* (concia co*, là parendomi , che un così utile lavoro ve* nirte tuttavia contaminato, e guado dalla trafeuraggine, e fonnolenza de’copifti. Io a» vrei per verità molto caro avuto di abbatter* mi (e non all’ Originai medelimo dell’ Auto- re , almeno a qualche copia elàtta , e fedele; il che per diligenza ufata non m* è venuta pienamente fatto di conlèguire. Spero però,' che mercè 1’ afliftenza da perlbne delle buo- ne lettere amanti predatami > le quali lì fono validamente adoperate in correggerla , rive- dendo poco men che tutti i palli nel proprio fonte, e togliendovi que* moiri , e quali in- finiti errori incorfivi nelle copie ; il cottele Lettore non avrà molto che deliberare . V* ho in fine aggiunta un’Offervazione fopra la medefi ma, affai tortele mente dal Sig. Gir ola- 7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami , la quale fono più che certo , o Lettore , che non t’ increfcerà d’aver Ietta. Vivi felice , e - favorirci col tuo aggradimento la buona incli- nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van- taggio . La fegùente notizia , polla per più contezza dell* Autore dell’Opera , è tratta dal Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men. thenio . • ’ '• '■ » • Giufeppt Valletta Giureconfulto Italiano , na. Io in Napoli a* 6 . d' Ottobre V anno 1 666. fece la pratica nella fua Patria , e ranno una copio, ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo di monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde . va co ’ più infigni Letterati d’ Europa . Traduf- fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano . Scriffe un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma- teria di religione , come pure un ’ opera toccante V impresone di monete move . Morì a' $. di Marzo Vanno 17.14. ' • BEA. Digltized by Google I v s * 2 . BE AT 1S S IMO « P A D R E. f * » **• ♦ » « 4 %# * • * t • • • f f • f l,i * • » ; r r* « * I. ’ s. »4 I Ntichìflìmo coftumefu Beatissimo Pad re ,o dir il vogliamo naturai genio, ovvero inclina- zione, o qual egli fi .fia avvenimento degli uomini, i quali a’pofteri hanno avuto in penfiero di lafciar qualche me- moria per mezzo delle lettere, di muo- A * verfi Digltized by Google % verfi a tal opra da picciola e lieve oc- cafione , ed. alle voi ce incominciare da balle , e aHai deboli fondamenta , ed indi poi pian piano p a dare più olcre fin- ché al defiato fine fi aggiunga ; e quali Tempre digiuni , e non mai fazj di di- vorare fulle carte il tempo , e l’ore. Quindi è , che veggiamo , che una fa- - tica, la quale fui principio fu ftimara opra di pochi fogli , tratto tratto li avanzi » e fi accresca in tanta gran- dezza , e mole , che a gran pena fe ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av- ' venuto a me io già divido; ma non fo com’egli avvenuto fia . Perocché aven- do già per foddisfare al gènio de* Depu- tati » incominciato a fcrivere una lette- ra indirizzata alla Santità' Vostr a intorno al procedimento del Santo Uf- fìzio nella noftra città di Napoli ; cer- to è, che io non ebbi altra intenzione^ che di raccorre breve e femplicemente le ragioni) ch’ella ne tiene. ..Indi po>i crefcendo da giorno in giorno , o ciò folfe per l’ampiezza della materia > o per r Digitized by Google pér la moltitudine delle ragioni , e va» rietà degli argumenti, e delle autorità che fi recavano in prova; s’ è tant’ol- . tre la fcrittura avanzata. , eh* è -per comporre un volume intero .. Così io mentre penfava di avere già compita tutta la fatica , volli ancora inveftiga- r e la cagione , el’ origine de* movimen- ti > e tumulti della noftra città, acca» * » duti per tal procedimento nel tribunale del Santo Uffizio ; quand’ecco che io conobbi-, Ae vidi chiaramente, che la cagione-di tai tumulti altro non fia fra- ta c che una tal gelofia, per così dire, di Scuole coll* occafione d' una . cer* ta Filofpfia , nomata- comunemente Moderna , avvegnaché dia fia anct» chiffima , e profetata dagli uomini mi- gliori, e più fa vj della noli r a città. £ perchè la cofa o non è pur ben intefa , ovvero fe intefa , per ambizione, por aftio, o per altra cofa , è contrafiata a campo aperto , fono forzato , come av« vifai nella fuddetta altra fcrittura > con quell* altra lettera , indirizzata pari- A 2 racn- f i Digitized by Google mente alla Santità* Vostra , dimoi Ararne apertiflinumente la verità. ( per ordine ancora datomi da’ medefimi De- putati ) acciocché niente li taccia per quello , che convenevolmente appar- tiene alla difefa così della vita » come della fama de’ noftri cittadini ; e difen- dere un lungo ragionamento > per far palefe una volta > e più chiara teliimo- nianzaal mondo dell* empietà della Fi- iofolia Ariftotelica * « dell* innocenza di quell* altra che chiaman Moderna; al di cui manifeflamento ben poteano dare opera gli altri , e non ftarfene sì lentamente a ripofo in una caufa pub- blica, e di tanta, importanza ,• perla quale ne lìamo malignamente tacciati , echi per Eretico» e chi per Ateo» fe- condo il livore» e l’ignoranza di quelli banditori del Periparo; mentre vene fono pur molti intendentilììmi di que- lla novella Filofofta , che meglio di me» e più profondamente l’appararono» il che loro eforco a fare ugualmente , per non cadere almeno nel bialìmo» che Ci- .cerone diede a coloro , che appretto di fefolirengon na 'corti i tefori delle let- tere!,, fenza farne partecipi gli altri ; così dicendo nell’orazione a favore di Archia . Pudeat , ft qui ita fe litteris abdiderunt , ut nibil po fjìnt ex bis , ne - que ad communem adferre fruSìum , ncque in : adfpeSìum , lucemque proferì re . Ma non con animo , che pubbli- candoli quella fcrittura » vi lìa taluno, che fcrivcndo full’ifteffa materia , del- le medelìme co fe li avvagha , facen- done un’ altro edificio , in cui non vi ila di nuovo che una deferente figu- ra, e dimenfione. . . Laonde tralafciando la parte difpu- tabile, dalla quale fempremai la veri- tà fugge , e ne va lontana , opponen- doli ragioni a ragioni , . argomenti ad argomenri , e fpette volte iofifmi co* fofifini pugnando » con aliai delibera- to conliglio ho, fcelta la-parte idonea, in qua ponete, argumenta licei , non argument ari . , La quale ettendo màe- fira della vita , e de’ tempi , e de’co- A 3 ftu- « « _ _ fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j potrà affai bene acconciamente com- parire più fchietta, e più finceramen- te difenderli avanti la Santità* Vo- stra la caufa oneftilfima, e il diritto di quella Filofofia iniquilfimamente oltraggiata dalla turba de’ Peripateti- ci . Così furon degni di grandiffima lo- da tanti fcrittori , e Greci , e Latini ; i- quali all* i fioria fi appigliarono , po- nendo perpetuo filenzio alle difpute , tormento degl* ingegni delle Scuole li- cenziofiflime delle feienze : così anco- ra fu degnilfimamente commendato an- che dagli eretici fiefii il dottilfimoCar- dinal Baronio , il quale dovendo fcri- vere delle colè appartenenti alla noftra Chiefa cattolica » lafciando a’ chioftri le controverfie , e le quefiioni , elefie con affai maturo , e più fano avvedi- mento la parte ifiorica > per trarne le confeguenze- più vere , e reali . Plus enim Annate s Baranti > quam Contro - verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt . • .£ qui io avrei già finito , nè bifb. gne- ; . 7 gnerebbe più dilungarmi : ma perchè 1* origine di tutto ciò è. d’ uopo che Ha palefe , prima di paflare più oltre , e affine , ,-cbe niente fi taccia per quello, che appartiene alla difeia , così della vita , come della fama de’noftri citta- dini; egli è neceflario far noto ancora alla Santità' Vostra, che 1 * origine di quelli nuovi rigori dell' Inquifizio- ne ella è data , che vedendoli pur trop- po fuora de’chioftri dilattate le lette-, re, e propagata nella noQra patria la Filofofia , la quale o fia. propria fata- lità / portando fempremai feco defla difagj , e fyenture , come dice Boe- zio , Atque boe ipfo affine s fuiffe vtde- mur maleficio , quod tua imbuti dìfcU pìtnis o Pbìlofopbia :o-fia per propria- gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-, fanti ; perchè Nibil volunt inter borni' nes credi jmlius , quam quod ipfi te w, nent / ha cagionato a’ medefimi fai movimenti,. che fi fon lafciati a dire, .che quella fpffe di pregiudizio aliano* Ara fede , perchè da’ principi d’ A-ri-, A4. fio- . /•» » Itotele lontana fia, come per la tanta autorità data ad Arinotele , diede mo* tivo a taluno di dire fcherzando: Se»* %a Ariftotele noi mancavamo di molti articoli dì fede : come fe quelli fof- fero (tati cavati dalla dottrina d' Ari- notele , e non dalla facra Scrittura , e da altro ; che tanto dir non fi po- trebbe di S. Paolo , quanto alcuni han detto d’ un autore gentile , quando, come fcrifle un altro autore , e con fenno : Sanila fanliorum non babet _ bete Pbilofopbia . Ma prima di venire allo fcioglinaen- to di quelle vaniflìme oppofizioni , egli è di bifogno ricordare alla Santità* Vostra , quanto fia (tata commenda, ta la Filofofia non meno da' Gentili, che da* fanti Padri medefimi . Ecco quel > che se diffe Tullio . Pbilofopbia am vita parentem , & hoc parricidio fe ( quifquam ) inquinare audet y & tam impie ingratus effe , ut e am accufct , quam vereri de ber et etiamfi minus per - cipere potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi- lo m I ! 9 lofopbìa efl revfrà maximum lonutn t & poffeffio i & apud Deum verter abili fi qua" ducit ad eum > &■ fi flit fola > & fanti i , beatique Htì, qui mentem et do- nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo- pbia reti am rationem intelligit ; quare omnes homines pbilofopbari % & barre pracipuam fanti ione m ducere (de. San Clemente 1* Aleflandrino n* avvifa lo fteflò, e Sant* Agortino parimente co- sì : Qui Pbilofopbiam fugiendam putat % nibil ■ vult aliud , quarti noi non amara fapientiam . E 1’ A portolo quando dif» fe , Videte ne quii vos decipìat per Pbi- lofopbiam t egli intefe di quella Filofo- fia , la quale con folli argomenti da Sofirti > e fecondo lemalfime del mon- do 6 produce ; il che chiarirtimo fi feor- ge dalle parole che feguono , a ut ina • nem fallati am % fecundum traditionem bomìnum , fecundum dementa mundi . 11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk no medefimo, detto luogo fpiegando: Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con- fiderete rem magnam , totoque animo ap- Digitized by Google *° appetendam ffgnifieat ( fiquìdem Pbiìoì fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), . cautifftme Apcfialus h ne ab amore fapie a*, ti* deterrere videretur , fubjeeit fecun - d*m dementa bujus mundi . . Egli è dunque affai ben chiaro, che nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o niun altro fanto Padre , Greco, o La- tino , abbia giammai pretefo , che quel» la apparare non fi doveffe ; anzi che leggiamo tutto il contrario , come s’è detto. Al che aggiugner u può - l’av- vertimento di S. Clemente l’ Aleffan- drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante Domini adventùm , Crucis ad jufiitiam fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei caltum t & pietatem utilem effe (*j La m* * » i j C|tt3e l • ». ■ • » » ... " « » « ... ’ * (*) Quello non fi vuol in terpefrar In modo, che S* Clemente Aimafle , che I Greci fi giufti6catfe- ro per mezzo della Filofofia .» Egli credeva , che la Filofofia remotamente gli difndnetfe alla cogni- zione di Crifio , dando lor notizia del vero Dio, c fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli er- rori . Per altro fenza la Divina grazia , la fede, la carità &c. non credette, che uom fi giuftificaf- • fe. Vedi Naral Alefiàndro Dijfert. Vllh in Hijior . , E cc kf. f*c. IL Digltlzed by Google qual co fa ugualmente avverti il Cardi* nal Palla vicino : La Fibfofia nelle dot- trine Teologiche è utile come i foldati frante ri negli eferciti; cioè in maniera che fervano > ma non comandino . Im- perocché a tutti fi permette la liber- tà di fìlofofare. Bona mene ( dice Se- neca ) omnibat patet , omnes admittit , omnes ad hoc fumus nobile r , nec rejicit quemquam Pbilofopbia , nec digit > omni- bus lue et . Tanto maggiormente che la natuta invidiofà per così dire a li- vellare i fuoi Segreti avarifiimaraen- te permette , che ora una cola , ora un* altra fi fveli , come s’ è finora fperimentato per tante ofiervazioni fatte e che fi fanno in molte cele- bri Accademie dell* Europa , (copren- doli fempremai novelli arcani » non che nuove, e plausibili opinioni nel- le Filosofie . Jn Pbilofopbia ( lafciò fcritto Seneca fcefio ) re maxima , & involai iffima , cum etìam multum atìum fuerit , omnis tamen atas , quod agat , inveniet . Quindi Atenagora , che det- tò k* tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani agl* Imperatori Antonino , e Commodo ambeduo filofofi , dille : Nulìum in Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più oltre così : Profeto autem bac crimine vacat . Tutto ciò però intender fi dee per la cognizione di quelle cole > che dipendono da caufe naturali, non al* tri menti foprannaturali. Il che fu con- fiderà to dal medefimo Seneca , ancorch* ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~ nam mentem , quam fiultum ejì opta - re, cum pojfis a te impetrare. Non fune ad Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri- ma di lui avvisò Simplicio , Eos folum de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata « ifie: nequaquam autem de Ut ^ qua fa « fra naturam exifiebant . r : Ora fia lecito d* efaminare più efpref- famente, fela Filofofia, che chiama» Moderna fia d* alcun pregiudicio alla noftra fede cattolica . . Primieramente è neceflario, ch'io rinnovi alla mente della Santità* Vo- stra quei tempi più frefchi , in cui sì Digitized by Google sì felicemente apparò le feienze tut- te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri infìeme . 1* idee della prima fua età ; perchè non v'è co fa (come ditte il Cardinal Bentivoglio ) che maggior- mente I’ animo ricrei , che la memo- ria degli anni fcolarefchi , perchè ciò egli non è altro , che un tornare a vi- vere quella vita innocente , e piò lieta dell’ uomo. Si ricorderà dunque Vostra Santità» , che malamente quefta Filofofìa fia nomata moder- na , perocch* ella è più antica , anzi la primiera d’ Bardefane, ed altri difenfori della Religione, furono tutti Platonici • Ed a chi non è palefe l’A- leffandrina fcuola in Oriente , ripiena di tanti fanti Padri, e tutti Platonici? Origene, Clemente, Cirillo, Eraclio, Dionifio , Atanafio , ed altri , io modo che Aleflandria , non meno per lofplen» dorè della difciplina Ecclefiaftica , che della domina, fu dimata un’altra Ro- i ma, e la feconda fedia Patriarcale do» po quella di S. Pietro . Sant’Agoftino nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \ d* altri rettifica eflere flati Platonici , quan- / Digltized by Google quando e’ narra la vilìta , che fece a Si m> pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio, raccontandogli i libri eh' egli aveva letto de’ Platonici , da' Vittorino Ora- tore Romano tradotti in Latino , che morì poco dopo d’elferfi fatto Criftia- no . Sopra la qual cofa fè palefe anco- ra il piacere, che ricevette Simplicia- no in fentire , che non era caduto nel- la lezione d'altri libri di Filofofia , pie- ni di menzogne, e d* inganni; ma lo- lamente in quei de' Platonici , che in* fegnavàno la conofcenza di 'Dìo, e del Verbo Divino , le di cui parole fono qu ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non in aliorum Pbilofopborum f cripta incidi f- fem , piena faltaciarum , & deceptionum , fecundum dementa bujus mundi : in illh autem omnibus in ftn aari Deum ' % & ejus Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli 1 chiamò i Filofofi di Dìo amatori ; ed Eufebio nel libro XI. della Demolirà- zione Evangelica , narra , commendan- do tanto le contemplazioui di Plato- ne, averle tratte da’facri libri degli E-' B x brei , IO *, * brei, cioè dell’Ente primiero ndelPI- dee , deli*, immortalità dell’ Anima , della produzione dell’ Univerfo ,;del bruciamento del Mondo , del R i forgi - mento de’ morti , della Terra cele (le* e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti ri- portato ancora da Teofilo Galeo in di- fefa della Filofofia Platonica; ed Eu- febio. (lefib la difugualianza tra la Fi- lofofia Platonica ,.e T Ariftotelica in quella maniera divisò : Mofes , Hebra't- que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r ih mòdo • che fecondo la jua dottrina il Mondo * non è già - una monarchia , ma poliarchia y o piuttòflo anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i. anzeno ha' affai ben ■ condannato . * II, Platone chiama 'Dio nofìro fovra - no Padre:' Arinotele non conofce ver fin Dio' per padre . 1 * «4 u«>v > -.-v. -> III. Platone nel primo- libro della fua Repubblica affìcura , - che Dio fia > una fo fianca (empiici fftma : • Arinotele ah duo- decimo della fua 'Me taf (tea , lo pone nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e compone. B 3 IV- il . ; IV. Platone nel [e fio della fua Re- pubblica , che Dio fta nofro fommo be- ne : Arinotele al duodecimo, della fua Metafiftca , che' Dio fta un bene , che conviene folamente al primo Cielo > del quale egli è Motore. > , . V. Platone nel quinto della ' fua Repub- blica y che Dìo fta la fovraha Sapienza: . Arinotele y che. fta un' intelligenza , che conofcendo le cofe un he rf ali » non, f appi a le. particolari . • •**..« VI. Platone nel Timeo y che Dio fta onnipotente,: Ari fot eie nell Opere fue , che, non abbia ' altra potenza. > che di far muovere il Cielo. , . VII. Platone nel.Filebo , , nel Soffia* e nel Parmenide % thè . Dio abbia crea- to le foftanze incorporee: Ari fatele che tati . ? X; Piatone , che il Mondo offendo' un corpo , abbia . una potenza finita: Ari-, (tot eie , che il Cielo , e il Mondo abbia- no una potenza infinita dì muover fi . XI. Platone y che il Cielo , e il Mon- do^ come corporei ftano corruttìbili • A* tintotele incorruttibili « - = XII. Platone , che- Dìo [taf opra ogn\ e fiere , J opra ogni foftaitzai Arifioteic-y. cbe’fìa falò foftanza . ^ X /. . Platone che hi fogna pregare D.io .a fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote - le , , che Dio. -non .poffa- fentire, le no fi re preghiere , non conofcendo le cofe parti» eoi ari . XXllvPlaton* i/ebe p uomo di buo- na vita. i:. fta gradevole' a Dio: Art fia- te le , che non .io gradifc4-\ t % 'non cono» fcendolò\ «'■Vi ( , .. . . ^ viv ■.XXIII, Platone , che dopo morte , 7* ani- «* *5 anime de * malfattori fatto gafligate : ' A- ri flot eie-, ube /’ anime e fendo corrotte Col corpo i non -patif canti- più altro . f ■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti rifer- gerantio' 1 Arijìotele , che dalla privanti* otte all'abito non vi fia "rif òr pimento . XXK Piatone , che V anirne derub- ili faratino collocate in luogo y dove fa- ranno molto' felici i' Arinotele non cono- fce alcun- luogo di quefia fori a . • '■ ' Quindi il Sidonio-difle, Explicatut Plato, ìmpiicat ut Ari fot elei, 'e il Pei trarca del difcorfo dell* ignoranza di fe ftefloy e d’altri, attéfta , che Pia* toner» Divinum, Ari fot e lem Damo» iuta Grati nuncupabant ; e però nel Trioni» fo della Fama, così di lui. degnamene te canto: A • \ \ • t I n it . V'olfimi dà man manca , e vidi . Plato, ....... Cfo n quella fcbiera andò più prefr , . fo al fegno, . s «* 4 / ?«*/ aggiunge , a chi dal cielo ...... ^ dat o • .. '*■ ... E fi- Digltized by Google *, £ finalmente tutti concordano, che la Filofofia di Platone fia fiata la più favorevole > ed acconcia , e quella d* «Ariftotele la più contraria , e pregiu- diciale alla dottrina della nofira Chie- fa cattolica, E Sant* Agoftino attefla. Platonica f amili* Pbilofopbos facillìme omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe Cbrifiianos , Anzi un Autore, che fé* ce una Diftertazione del modo di ftu- « \ 1 diare la Teologia , impreca coll’altre di Ugone Grozio De Jìudiis inflit uendis , vituperando aifatto la Filofofia Ari» fio te lica , e ragionando egli degli anti- chi Filofofi Crifiiani , così dice \ \Qm quis effet Arifiot elicti s , eo minus • Còri- flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge : Olir» multi viri pii , (S doElì % Origene: t Clemens Alexandrinut , Jufiinus , Augu - jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c- clefiam Cbriftianamtranfierunt : f ed nul- li y aut certe pattei ex fcbola Ariftotelis , qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , & arguti is inferii erant . E il medefimo Autore dice f che Pietro £amo era -fi d’opi* Digitized by Google d’ opinione , che fi dovefle bandire da T tutte le Scuole , ed Accademie la Me-t tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi I ( fono parole dello fleflò Autore ) stiri do fi us , & perfpicacis in Philofopbia ju- dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant ) Tbeologiam illam , quam ? Arinotele s in Metapbyjica docet » impietatem omnium impie tatum maxime execrabìlem , & de-> tefiabilem effe confirmat , adeoque ex A- cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s fa- flit atum efi . Avendo egli ancora propo- fto> fecondò l'ufo dell’ Uni ver (Ita di Pa* rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro , e primachè caduto fofle nell’erefla, pub* bliche Conclufioni,per le quali foftenne, Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4 & commentiti a effer , e perciò ifuoi fcrit- ti in Francia in grandiflimo pregio fono tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap* porta il medeflmo Autore > che Omnes Metapbyficas a regno fuo expulit t & exfu- Idrejuffit . Come primamente Antonino Caracalla, conofcendo ancor egli quefra verità , vietò affatto l’ Accademie de’ ‘ Pe- / Peripatetici , 'facendo bruciare ancora tutti i Iibrrd’ Arinotele . E Pietro Poi- ret nel libro de Deo , le diede più. che bando dalle fcuole con quella ’ defini- zione: Pbilofopbia e fi contemplatiti , vel cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari - fiotelicarutii t vel fimiVtum , ad oblivi] ce n- dum Dettm , mentemque tumidi s tenebri! t & inquieta - pet ulani ta implendam ; In modo che da’ mèdefimi Eretici fi con- feda edere la Filosofia Ariftotelica dan- nofilfima al Criftianefitrio. ■: £ chi potrà giammai dubitare , che la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata l’uni- ca e fola cagione, anzi l’origine ftefta di tutte 1* creile, eflendo ciò mani fe- llo per l’autorità di tutti gl’lftorici, e di tutti i fanti Padri , ' che in quei tempi fiorirono, i quali erano preden- ti alle difpute , e ne’ Concili ftefti per confutarle ? Aezio Vefcovo d* Antio- chia ne’ primi tempi appunto della no- ftra Chiefa , non fu egli Eretico, e poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe- usì non peraltro, fe non perchè trop- *9 po addetto alle Categorie d* Arinote- le egli era , come nota Svida; ed Epi- fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio afr fermano.. De Chrijìo magis Academico t quant Eccleftaftico more f ape differebat . E fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi Ateo, coro’ è detto,; fu. privato della Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la ftefla, che l’Eunomiana , detta da Eunomio fuo, difcepolo , e compagno nell’erefia; fu fino alla morte perieguitata dagl* Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te- miftio Ariftotelico , come nota Svida ftefio , chefcriffe fopra il trattato del- la Fifica ». dell*. Animai» e d’altri libri d’ Arinotele , fu Eretico, come Gio- vanni Filopono. ; N ice foro così d’eflb loro dicendo : Johannes ifte Philopone - us Alexandrìnus , . ita ut diximus T rithei- tarum i hdereticorum pr afe Bus fuit , prò- inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut jub .Valènte Agnoetarum feft & , qua conventi» lucis ad Be- Hai? £ S. Gregorio Nazianzeno ugual- mente ne fa molta doglianza, dicendo : In Ecclefiam irrepftffe captiones fopbiflicas , ac pravum art if cium Arinotele# artìs , & bujus generis alia , veìut ALgyptiacas quafdam piagar . E altrove così . Abjice Ariflotelis minutiloquium , Jagacitatem , & art ifi cium: abjice mortale s illos fuper Anima fermones,& human a illa dogmata. Ed in altro luogo deteftando in tutto e per tutto Ariftotele il chiama Struggit »• re della provi de n^a Divina . Ireneo in in quefto modo ne parla: Minutiloquium, & fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt Ariflotelicum , fidei inferre conantur : Lattanzio così ; Arijlotelem de Deo ìpfum fecum dtfftdere , & repugnantia di- cere t & Jentire immo Deum nec colu- ti, % nec curavit « San Girolamo ad Eu- ftochio feri vendo : Attende & tu fa - tuorum fapientum princeps Ariftoteles . In altro luogo . Omnium b*reticorum do- ppiata fedem fthi & requiem inter Art - fiotelif , 0 Cbryfippi [pineta reponunt , & Ut fub diem cunfia concludam fer mo- ne , de illis fontibus univerfa dogmata ar - gumentationum fuarum rivulis . trabunt . E femprcmai.con aperto vocabolo Gi- rolamo fteflb verfutiet chiama gli ar- gomenti di lui. Origene ne* libri ch’ha fatto contro Celfo , grida in più luo- ghi contro d’ A ri Itotele come nocivo al Criftianefimo > e la maggior parte degli altri fanti Padri fono del mede- limo fentimento, come Sàn Giuftino nel Dialogo per la verità della religio- ne Criftiana- con Trifone Giudeo : S. Clemente PAleflandrino nelfuo avver- timento , . che fa a’ Gentili ; Eufebio in più luoghi delle fue Opere: Sant’Ata- nalio contra Macedonia no : San Gre- Digitized by Google gorio Ni fieno eontra Cunomio : San Gregorio Nazianzeno più voice nelle fue Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di nuo- vo ne* libri degli Uffizi : S Gio. Grifo- ftomo fall* Epistola a* Romani ; e fo- pra tutto, quel» che ne feri fie Tertul» liano in più d’un luogo nel libro delle Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel di San Paolo , Ne quii tot decipiat per Pbilofopbiam , intende egli quella d’A« riftorele vana , e fallace per fentenza di tutti. Quindi Cirillo l’ A leflandrU no gridava.* Heeretici- nìbil aìiud , quarti Arifiotelem ruSlant . E Sant’ Ambrogio con ugual fentimento, e colle lagrime agli occhi dicea , Reliquerunt Apofiolunt » fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni Melchior Cano così ; Habent Arifiote- lem prò Cbrtfto , Averroem prò Retro , & Alexandrum prò Paulo . E tant' ab tri, i quali l'hanno riprovato, e con* futato , foto per timore, che non s’irn- primefle al Criftiano un carattere deb fa fua dialettica » per efler tutta con» *• C tra- traria alla femplicità della fede > la qua» le altro non richiede , che una umile fommiffione» e totale credenza, fenza veruno ragionamento , e difcorfo uma- no . E finalmente lafciar non fi dee ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo Ferre-- rio » che fremeva contro un tanto abu- fo nelle Scuole . Quel Predicatore io dico tanto zelante , che introduce la vigilanza dell’ Inquifizione .per man- tenere la purità della fede, non appel- la egli queft-a dottrina d’ Arinotele, e quella d‘ Averroe fuo feguace, Pbia ìas ir che nell’ anno MCCIV. fotto Filip- po ;1* Augufto , per pubblico confi- gli©,' come dannevoli alla noftra fe- de i libri della Metafilica , che al- lora folamente veduti s’erano, e tut- ti gli altri ancorché, non veduti , e foflcro per ^comparire , fu ordinato > che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec- co le : parole . , dell’ Iflorico riporta- .te dal medefimo Padre Petavio > in diebus .uillis .legebantur, Parifiis. li- belli quidam ab Arinotele > ut dice ? » C i ban- Digltized by Google * bamur, compo fiti t luì aocebdnt Meta - pbyftcatn , éf 4 Graco in Latinum translati; qui quoniam non folum pre- dilla bareft fententiis (ubtitibus occafto * **0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/ sondane investii pr abere poter ant , jufi funt 0- mnes comburi t & fub paena excommuni- eationis cautum eft in eodem Concilio , ne quìi de cetero eoi fcribere , legere fra fumerete vel quocumque modo b abe- re. Esfei anni dopo che fu condanna- ta ia Metafilica dei medeiimo , il Car- dinal di S. Stefano mandato in Fran- cia da Innocenzio III. in qualità di Le- gato , proibì a* Profeffori dell* Oniver- fità di Parigi d’ infegnare più la Fifica del medefimo Arifrotele , il che fu con- fermato poi per una Bolla di Gregorio IX. come ancor prima per lo Concilio •Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu pa- rimente vietato leggerli più la Fifica a’Religiofi ; quindi dall* Università del- la Facultà Teologica di Parigi , c da Francefco primo fu fcabilito > Che s* r Digitized 37 infognale la f 'anta Scrittura , i fanti Canoni > i fanti Padri , la Teologia an- tica con tutta la purità e femplicità pofjtbile , e che fe ne sbandi (fero tutte le vane fattigliele , come riferifce coll* autorità di molti , M. Baillet . Alma* rico ( narra il medefimo Ifrorico , ri* portato dal P. Petavio (tetto ) non fu egli eretico , come feguace de* princi* pj d* Arifrotele? Simone de Turne ce* iebre Profettòre di Teologia della me- defima Univerfità di Parigi, e David Dedinant, poco tempo dopo , non fu- rono acculati per eretici , come trop- po attaccati, a* fentimcnti d* Arinote- le ? Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi- * tierfi, i Porretatii» come Iettatori del medefimo , non furon eglino eretici ? Quefte fono le parole del prologo del libro contro le fentenze de* medefimi condannate « Quii quii hoc legerit , non dubitabit quatuor labyrintbos Francia , id efl Abaelardum , & Lombardata , Pe- trum PìEìavìnum , & Cilbertum Porre* tanum uno fpiritu Arijìotelico affiatos , C j dum 3 * . dum ineffabtìia Trmitatis , & Incarna- tionìs fcholaflica levitate t raffi arcnt , multai barefet olim vomuiffe , & adbuc errore s pullulare. I Luteri, i Calvini , iMelantoni , i Buceri, i Zuinglj , e ' gli altri loro feguaci , ancorché apparen- temente fi dimoftraflfero nemici. d’Ari- ftotele, gettarono, e coltivarono i loro velenofi Temi , non con altri ^principi fe non 'con quelli d’Ariftotele ftefio . I Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna- rono da’ veri fentimenti deirimmorta- lità dell’anima, non con altro errore , fe non con quello d* Ariftotele medefi- mo . I Serveti , i Socini , i Poftelli , non con altra direzione che di lui ftefio divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ; e fceleratifiìme innovazioni alla noftra Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è lo ftefio che l’Ateifmo Exiit ( dice il Campanella , col fentimento ancora di Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo, ed uno de’ più facondi Scola dici del Tuo tempo, ed il maggior ornamento della famiglia Domenicana , degnifiimo Vef- , co- Digltized by Google J9 covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio uno de'Padri , che intervennero ahCon- cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco- ra : Ex Arinotele nata funt in Italia pe* fiifera illa dogmata de mori alitate animi , & divina circa res bumanat improvi dea- tia. £ Seneca ancorché Stoico , perchè la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag- guaglia,' come dice Girolamo il Santo nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar cancellare dal cuore di Nerone Aio di- fcepolo que* peftilènriflìmi. fentimenti, che imprefli. gli *avea. Alèflandro d\E- gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe- ripatetico. Come Peripatetico fu ancor ' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau- mety il che* vien -riferitò da Pico della Mirandola ; avendo ancoi egli ( Arido* tele io dico) d’ una maniera- infegnato la fua Fitofofìa ad Alèflandro , e d’ um al- tra in Atene, quafi che varia , ediver- fà la.lnat ural Filofofìa infegnar fi dovef» fe ad un Principe ciré al popolo ; del che molto-de me. querelò «Alèflandro • cor» 4 ® . . „ Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó nel dominio delle lettere , come fa di più mondi . £ il Carpentario , an- corché eretico, nel principio del libro della fua JFilofofìa libera , non dice li- • \ bera mente così tjQuis enim ita ferver fi genti e fi , qui mecum nitro non fatea* tur., Pbilofophorum Principi ( d* Arino- tele ei parla )) ut bomini multa falja » & erronea ; : ut etbnico, & pagano mul* ta impia , & profana ; ut primo in* fìauratori multa . manca , & $mperfe * fi a excictife». £ il Padre Petavio ftef- fo , torno a dire , il genio veramente della Teologia * e delle feienze , il qua- le degnamente appellare fi dee il fior degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto* rità. d’Anaftafio Sinai ra, non dice egli così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem Via: Ducem nominavif, tefiit e fi , ha* reticos omnet , qui vel contra Incarna* tionit dogma nefarium movere belìum , ex ilio Ari fìat elico fonte fuxiffe . Indi egli è , che 1\ Autore fiefib della Filo- Digitized by Google 4 * . fofia volgare re fatata ; così contro i fetrarj del medefimo grida : Et adbuà Arifiotelem leghi s t interpretamini , de- fenditi ! , & exornatis. Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa- dri medefnni , e da molti favillimi , e dotti (fimi Autori è (lato ancora nota- to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif- fe tutto un Trattato contro i dogmi a e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi- pio del quale così ragiona : It nibil dà rebus , quas definiendas ftbi commenta - tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li- bro contro a Giuliano fra i Filofofi » eh’ hanno errato , principalmente ri- pone Arinotele . E' perciò molto deri- fo da Bafilio , e particolarmente per quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma- teria prima , e che la materia abbia una limpatia naturale d* unirli i e per- fezionarti colla forma - Eufebio nel li- ti ro della Preparazione dell’ Evangelio* e in quello contro i Filofofi detefia non (blamente la vita» i cofiumi, la Filo- fofia morale > e naturale ; ma la fua Me- 4 ** Metafifica, come una pelle delle Re- pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan- na come Sofilla ., ed a fe fteflo contra- rio . Ambrolio ugualmente come va- rio, e incollante.- Come menzognero, efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo- , doreto, S. Bernardo, e il .Beato Sera- fino da Fermo . San Tommafo allegane do Agoftino medefimo coll’autorità del Gcllio, prova, che fia un impoflore > come rapporta il Campanella.. Scoio, e Francefco Mairone , come un igno- rante affatto della Metafifica, e che le cofe tra effo loro repugnanti a-yefle ap- provato . Gio. Pico della 'Mirandola , e Francefco Patrizio il riprendono nel- la Geografia , e nell’ Agronomia, nel- le Meteore , nejl’jftorie degl’ animali; e eh* egli abbia ! malamente creduto , che la terra fia più elevata verfo il Settentrione, che altrove.* che’l Da- nubio prenda l’origine da’ Pirenei . Pie- tro Gaflcndp lo biafima nell’errore in- torno alla Galaflìa , all’ origine' delle Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol- . . •> te s V N Digltized by Google te altre fimili cofe . Telefio, Duran- do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo >• Cherneo , Galilei , Maurneo , e Pie- tro Alliacenfe , e Niccola di Cufa Car-, dinali , ed ultimamente il P. Valeria- no Magno , piiffimo , e dottiamo au- tore Cappuccino , che fu Miffionario al Nord, il confutano» l’ acculano, e lo tacciano di molte altre limili fcioc- chezze . La fomma , e la foffanza fia, dice il medefimo Gaffendo ,che non v’è per fona, che fenza roffore diffen- der lo poffa , nè fenza tema , e nota ef- preffa d’infamia, e di vituperio , che l'eguire lo voglia nell’ impoffibilità del- la creazione per lo ftabilimento del fuo principio , che noii fi faccia niente dal niente: che il Mondo fia eterno» e l’a- nima mortale : che la previdenza di Dio fia talmente limitata nelle cofe ce- letti , che non fi eftenda più di queir lo, ch’è fopra la Luna , negando an- corai’ idee, e confeguentemente il Ver- bo di Dio , non che Dio fteffo auto- re di tutte le cofe : l’efiftenza degli . An- ^ ^ ' - Angeli, de* Diavoli! , l’Inferno , eia gloria beata,, e con ciò le pene adat- tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni , & Supere s , effe fabulas Legislatori! e' dif- fe nel libro II. e XII. della fua Meta- filica. £ tutto ciò o fia propria difav- vedutezza , o fi a perchè fi ano fiate trafilate , e guade le fue opere , co- llie vogliono alcuni , perocché egli fa uno de’ maggiori Filofofi della Grecia» di cui molto n* hanno celebrata la fa- ma , e la dottrina, come dice Macro- bio : Nibil tantus vir ignorare potuit * Certo egli è nondimeno , che leggia- mo predo Diogene Laerzio , antichif- fimo autore , che Cleante Stoico fin da’fuoi tempi dir folea , Peripateticit idem uccidere , quod litteris , qua cum bene fonent , fé ipfas tamen non nudi*- unt * £ che il medefimo Arifiotele fof. fe fiato chiamato in giudicio a pena capitale dagli Ateniefi, per non poter (offrire anche nella loro politica , e falfa religione quei bugiardi , e corrot- ti principi d’ Arifiotele, diruttori per così Digitized by Google così dire dell* uomo , e di Dio freffo } la qual pena egli fchifò colla fuga . Per la qual cofa in quella maniera fcla- mò il Campanella di fdpra lodato; Et nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma - gijlrum , ne àum tontra Patres > & Con- cilia / aera jubentia , quod jubebant A *> tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat in illis, fciolonm au£lori%abit in nobisì Abfit Cosi il fuo difeorfo conchiu* dendo. O Ecelefia prudente r paftores , & o prudente s priucipes , vefirum eft banc domenicani perni eiem agnofeert » & prodigate . : i . £ quel , che maggiormente reca maraviglia egli è , che quei medefimi, che 1* hanno comentato , difendono Platone , dove Aratotele lo danna , e quei > che 1* hanno feguifato in molte cofe , non folamente 1* hanno contrad* detto y ma 1* hanno quali infamato . Alberto Magno l’arguifce , Quod ani- mai Coeli mot or e m facit . San Tomma* fo lo beffa , Quod bine Mundi eterni- tatem adferuit > illine animarum immor • 4 « . . t alitatevi fili contradixerit . Scoto il fot- tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam in - conflanter de anima fenferit . E quel , che fommamente notar fi dee egli è , che il mentovato Alberto Magno, tan- to feguace d’ A ri (lo te le, per lo dubbio, ch’egli aveva» fe bene, o male avef- fe ragionato , in quello modo prote- •ftandofi ne’ Tuoi comentarj , conchiu- fe : In bis nibil.dixi fecundum opimo- nem me am propriam ; fed juxta pofitio - nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au- det , vel reprebendat , non me . Quindi S. Tommafo fteflò, difcepo- lo d’Alberto Magno, fi avvalfe nella fua Teologia di quella Filofofìa , e di .quella morale d’ Ariftotele , che più. purgatamente fu difcefa in compendio ! da S- Gio. Damafceno , avendo da ef- • & * % « , v - ^ * W fo prefo un modo, più particolare, e (incero ; e il Campanella afferma , che S. Tommafo . Nullo palio putandum efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote- lem expofuiffe , ut occurreret malis per I Arifìotelem illatis. E S. Tommafo me- Digltized by Google 47 defìmé^iì lamentò molto con altri Fi- lofofi più giudiciofi del fuo tempo , che gli Arabi, e i Mori colà nell' Àfri- ca avevan contaminata laFilofofia, e T Opere tutte d’ Ariftotele , per non faper eglino molto bene di Greco; per la quai cofa Giovanni Lomejero nel fuo libro della Biblioteca n* avvisò ; Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue - runt , quid de bis putandum e fi , qua in Lattnum.converfa funt ? Sed melius cum eo a Slum efi, qtsam cum aliis , . quo* rum opera funditus perierunt , & ipfe c auffa cxtitit cur multa per irent , qui aliar um gloriam adfetraxit .. Indi Monfignor Ciampoli chiamolla Filo- fofia Morefca t Monfignor Minturno Barbarica , e tutti Pagana-. E ben- ché in «tempo poi dello /cadimento dell* Imperio , e dell; Imperatore Pa- leologo > venuti alla noftra Italia i Greci filosofanti , e, fcienziati, forte ri- fiorita; la nobiltà dell’ idioma Greco 9 delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap- prettano! già eStinte* e tamraerfc coll* ♦* innondatone de* Barberi ; eglino parò fi manifeftarono gagliardi difenfori del* la Filosofia Platonica » e particolar. mente il Cardinal BeiTarione Arcivef* covo di Nicea , e il più dotto tra elfi fai merito di cui tolfe il Papato laru* fiicità dell* Arcivefcovo Perotti Tuo fa* migliare » e concia viftaj dicendo in pri* mo luogo contro i Peripatetici , eh* e* glino .malamente . Conantur Ariftote • lem ex gentili) & infitteli Apoflolum f& sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum Feripatcticorum dottrina no» convenite Ne formò molte E pi (loie ; il quale fu poi feguitato da' maggiori ingegni Italiani» cioè da Marfilio Ficino , Gio. Pico della Mirandola , e da altri cat- tolici , e particolarmente da Niccola di Cufa , e da Pietro Bembo ambe* due Cardinali ; il quale contro d* Ari* itatele così fclamò: Fovemus ferpentem inter vifeera noftra . Di maniera che vedeli per lo più Tempre ofiervata là Platonica t la Democritica , e 1' Epi- curea Filofofia « e (fendo che fono tut- to \ Digitlzed by Google z. . 49 te uniformi in concedendo , che gli Ato- mi foflero i primi principi di tutte le co fé corporee , e che il fovrano bene del piacere non confìtta ne’ diletti in- degni , e brutali ; ma (blamente nell» animo , e nella vitaonetta, e tranquil- la della virtù : non come altrimenti voleva Arittotele , conti* è detto . .Fu notato bensì Epicuro per così dire pla- giario > avendo pubblicati per fuoi i li- bri degli Atomi di Democrito, «dan- nata in lui l' opinione della mortalità dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti, per la fua moderazione, e moralità , fembrarono così giutti , e ragionevoli a Girolamo il Santo , che propofe a* Crittiani di fuo tempo la lezione de* fuoi libri ; e da molti fanti Padri eì fu commendato . E San Gregorio Naziao- zeno, così ne ragiona: jQuis crederete Mode rat us , & cafìus dum vixit fuìt fi- le , dogma moribui probans. E Sant’Am-. brogio ancorché più fevero d'ognaltro fanto Padre, e nelle Filofofie più ri- gido» pur egli ftimò effere più cpmpa* * . D ti* 59 tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari- notele i portici , come affatto danne- voli non che pericolofì ; perocché ne* libri degli uffizj al Cri diano apparte- nenti » così n’ avvisò ; Epicuri Hortot tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il che rien confettato ancora da Lattan- zio » e da Origene contra Cello . Ari* Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que- lla Filofofia adunque d’ Epicuro , o fe altrimenti chiamar fi voglia Democri. tica » vien molto largamente di vi fata, e comprovata dall* incomparabile Pier Gattendi > Canonico , e poi Propoflo nella Chiefa di Digne fua patria , Teo- logo , e profeffore delle Matematiche feienze in Parigi» il quale fu di pura* e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri ornamenti della Francia» o quali l’ora- colo detto delle lettere del fecol no- Uro» di cui giudamente dir li potreb- be , eh* egli intorno alle cofe filofofi- che » e feienze Matematiche ne diede il giudicio cóme Pittagora , e fpiegol- le come Platone . Indi il volere qui ri- pe. 5 1 petere , anche in menoma parte quel* 10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto , farebbe un ridire miferamente ciò » eh’ egli felicemente ne diffe ; e tanto mag- giormente , quantochè noi richiede la prefente fcrittura, per edere il tutto notiflìmo alla Santità' Vostra. An- zi in qualunque altra occalione che fofle , farebbe un cimentar la propria ftima , ed acquetarli certamente la rota di temerario , e d’arrogante. Ma da lecito farne qualche parola , e dir folo > che il Galìendi avendo apprefo nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle, e da eflo poi tutti i varj fiftemi degli antichi Filofofanti , per quanto gli fu permeilo dalla condizione umana » e dal fuo proprio intendimento » e abi- lità ; volle dopo feguitare , e perfe- zionare quella d’ Epicuro , come piti acconcia , e proporzionata Filofofia d’ ognaltra , ammettendo gli Atomi principi di tutte le cole corporee ; come fende di fe Giacomo) Colonna 11 Vefcovo al Petrarca: Da Se 5 * Se le parti del corpo mio diflrutte , E ritornate in atomi > e faville . Softenendo però , che Dio gli abbia creati , e che Dio averte lor dato il movimento) e il dirtendimeato , e la figura. E che il corpo umano, fia di minu- ti ffime particelle coni porto, leggefine* libri del diritto Civile, e propriamen- te nel Titolo de judiciis , nella Lege ' Proponebatur , così dicendo A 1 fono Var- rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful- to, e Confole di Roma, Quod fi quis pittar et , partibut commutati s , aliam rem feri: f ore, ut ex ejus ratione nos ipfi non idem eflemus , qui abbine anno fuiffemur, fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent , ex quibus particul'ti mìnimts confliteremus , bue quoti die ex noflro corpore dee e dere nt, aliaque extrinfecus in earum locum acce* derent. Ouapropter, cujus rei Jpecies e a- dem confifieret , rem quoque eandem ef- fe exifìimari &c. Quelta Filofofia è (lata feguitata / v in Digitized by Google 51 io molte i e quali innumerabili carte- dre dell’ Europa, e ballerebbe fol di- re, eh* ella non è altrimenti proibita da verun Pontefice voftro predeceflb- ; re; anziché quali in tutti i luoghi cat- tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap- para , e li profèta . Sia ancor lecito aggiungere a tante dottrine che li ad- ducono dal mede fimo G a flcndi , e da altri, per corroboramento di tal Filo-: fofia, un’ altra autorità di S. Grego.: rio Vefcovo di Nilfa, la primiera «fé-: dia della Cappadocia, il quale viveva nel quarto fecolo, fecondiamo di tan- ti e tanti fanti Padri , e Dottori della noftra Chiefa , fratello di S. Balilio il grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se perocché egli diffe: Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa - bat aures . £ finalmente foggiunfe , Che Veritas placet , & vincit . Carte - fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma- li . Onde ravvedutili gli altri , fi di- chiararono ugualmente Cartefiani . ^Soggiungendo ancora altriTeologi , che fentimenti di Renato intorno all’efi» ftenza di Dio fi conformavano con quei medefimi di Sant* Agostino , diftefi nel librò X. della Trinità > e -propria- merv 5 * mente nel capitolo X. Ed un dotti f- fiimo Padre , di cui ne lafcia il no- me lo fcrittore della vita di Rena- to , vi aggiunfe molte altre limili dot- trine > eh’ egli aveva ritrovato in pro- va delle opinioni di Renato ; in mo- do che ciò fu di gran gioja.a Rena- to fteflò, in fentire, che i fuoi penile- ri erano uniformi con quei di Sant’A- goftino , e di Sant'Anfelmo nel libro, detto Profologio , e d’altri fanti Padri. E per li fentimenti dell' anima io vi aggiungo Glaudiano Mamerto , uno de’ più celebri fonti Padri, . che fiori nel quarto fecolo ftefiò della noli ra Chiefa , che compofc un divinilfimo Trattato dell’anima t in confutando quell’ enormilfimo errore di Faufto , Ve f covo di Rems nella Francia, che tenea quella falfiffima opinione >xhe nelle creature non vi fia niente d’ in- corporeo; ma Solamente in Dio . Que- llo Trattato fu dedicato. a Sidonio Apollinare, amiciflimo di Mamerto; .ed egli è molto elegantemente, e con foni- 59 fommo giudicio , e finimmo • ingegno dirtelo , in cui trattanfi le queftioni metafifi che con ogni chiarezza , e fa- cilità poflibile in prova dell’immorta- lità dell’ anima in modo che non vi è fiato chi migliore, di lui ciò abbia comprovato . Fondando egli con ro« bufiifiitne ragioni, che l’anima operi tutta intera ne’ Tuoi movimenti: che non fi mova nè verfo l’alto, .-nè ver- fo il baffo , o altrove ; eh* ella non fia nè lunga» nè, larga, nè più alta r eh’ ella non abbia parti interne , nè efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta, ella immagini , e penetri tutta in tutte le fofianze : eh* ella fia tutta intendimento , tutta fentimento , tut- ta immaginazione , tutta di. qualità» e non altrimenti di quantità; e final- mente , che fia immagine di Dio » e confeguentemente incorporea , e im- mortale. Et quia imago Dei efi , non e fi corpus . E che però cerchi Tempre Dio , e defideri conofcerlo , non con al- tra immagine di Divinità, chedelia /ua 6o propria ; e che fola mente il corpo fi tnifuri per lo fuo di (tendi mento in lunghezza» larghezza, e profondità , e con altri fomiglianti principi , de* quali fe la maggior parte fi veggono nelle Meditazioni , e negli altri libri di Renato » dir fi potrebbe , o che Renato gli abbia stolti da Mamerto , ò ch’egli abbia avuto un ingegno geo» metrico » giudo » e uguale a quello di Mamerto . Da tutto ciò adunque fi vede » che quelli principi di Rena» to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre , che fu Mamerto » gran Filofofo , e gr.and* Oratore , il quale fu giudicato uno de’migliori, e favillimi Padri del- la Chiefa: che meritò la dima d’ ef- fere tenuto dotto , quanto Girolamo; dedruttore degli errori , quanto Lat- tanzio ; provatore della verità » quan- to Agodino; e che fia levato in alto t quanto Uario ; che abbia ancora fa- vellato , come Grifodomo ; riprefo , come Bafilio ; confortato» come Gre- gorio/ e che fia dato fertile » come Òro- « Digitized by Google $t Orofio; robufto, come Ruffino; nar- ratore, come Eufebio; dettatore, co* me Eucherio ; declamatore , come Paolino ; e foavitfimo , come Ambro- gio . Quella adunque nuova Filofofia , o rinnovellata per dir meglio Filofofia di Renato, è fiata feguitata, e dife- fa dalle migliori Uniycrfità, e proviti- eie dell'Europa, ed infegnata pubbli- camente nelle cattedre più rinomate del Mondo ; e i cattolici fieffi ne fo- no difenfori , non che gli autori , e fer- rar] ancora , così attefiando il dottif- fimo Sorel ne’ Tuoi libri della Scienza universale . La dottrina di Momìt Defi cartes oggigiorno è feguitata in molte , Accademie , e conferenze . V* ha de* Prof e (fori di Filofofia , che /* infegnano. Molti fe ri appagano piu , che del - la Filofofia antica . La quale vien con- fermata con pubbliche (lampe da mol- ti Religiofi , che n’han divifato tanti e tanti libri che nulla più, approvati da’ loro Superiori , e fpeciali/fimamen- te Digitized by Google te ne fono Seguaci nelle cofe più prin- cipali i dottiifimi Padri Merfenni , e Detei , e Niceron Minimi . IIP. Mai- gnani, e il P. Barde : T incomparabi- le P. Nicolle , e il P. Malebranche , che nel fuo libro de inquirenda Verità - te vi pofe tutti i principi , e tutti le parti della fua Filofofia Opera , che fi potrebbe appellare ' 1’ ultimo sforzo dell’ ingegno umano ; ed altri Padri dell* Oratorio di Parigi , i quali furo- no ancora amiciffimi di Renato, e fo- pra ognaltro affezionati (fimo , e mol- to famigliare di lui , e della fua JFilo- _ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de» maggiori Teologi della Sorbona , e che M per la fublimità del fuo ingegno , ed eccellenza della fua dottrina , fi può - £ /giustamente chiamare l’Aquila degl* ingegni, lo Splendore dell’età noftra, e il più gagliardo foftenitore della fe- ‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il quale col __ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in ~ * cui con robufte ragioni , e con eloquen- za veramente Grifciana ha fondata 1* eli* J Digltized by Google e fi (lenza reale di Cri (lo nella fantini** ma Eucaristia , e poi con altri volu- mi , autorizzando colle fentenze de* fanti Padri e Greci, e Latini di feco- lo in fecolo, e della Chiefa Orientale ancora , che fervirono di ri fpofta al li- bro di Monsù Claudio , Minirtro di Charenton , approvati da tutti gli Ar- ci vefcovi , Vefcovi * e Curati della Francia > e da altri Teologi , e Dotto- ri della Sorbona ; ha dato tal confu- sone a'Calvinirti , colla lezione di quel* lo , che molti d’elfi illuminati , fi fo- no uniti alla nortra Chiefa , come il Vefcovo della Roccella , uno degli ap- provatoti fuddetti l’attefta: e per tan- ti altri libri , che quali ogn’ anno di fua vita ha dato alle (lampe , fe ne va carco di gloria , e d* anni con quella folitudine , propria d* un let- terato in Olanda , dove gran tem- po menò la fua vita ugualmente Renato , con rifiuto magnanimo delle cofe del Mondo . Parimen- te furono di Renato amorevoli il Car- I «4 , Cardinal de Bagne , e il Cardinal di Ecrè, e il Cardinal Berul , e il Car- dinal Barberino* quando ei fu Lega» to alla Francia * il quale tanto fu a- mantiflìmo delle cofe dell’anima > che non per altro . pare * eh* egli avelie trasportato dall’ idioma Greco al no* Uro Italiano la vita di Marco Aure* lio Antonino Imperadore , eh* ei def* crifle di fe fteflb a fa fteffo * fé non per dedicarlo all’ anima fua , come Specchio veramente, e dottrina , quel libro* delle cofe morali * che ponde- rar fi debbono dall* uomo ; perciocché tutte le cofe di quaggiù, anche in ai- tiamo grado confiderate * fvampano in nulla . Fu protetta » e difefa anco* ra quefta Filofofia da tutti i Principi* e potentati ftelfi d* Europa } e partico- larmente dal Re di Francia* che grati- ficò di due penfioni Renato* e dalla Re- gina di Svezia * in cafa di cui egli mo- ri * ed ella in grembo della Chiefa ; coftà venuta , e fatta cattolica per o- pera fola d’un folo Renato * com’ el- la 65 la fteffa afferma in fua lettera , che fi legge nella vira del medefimo; l’auto- re della quale narra ancora , che la iua maniera di parlare della Religio- ne fece convertire alla noftra. Chiefa il Marefciallo di Torrena , un Ateo , e due Proiettanti; e dalla Principcfla Ehfabetta r fu nomato il refugio de’ cattolici di Olanda , ed al medefimo furono celebrati i funerali con aflìften- za di molti Prelati, e delì’Ambafcia. tore di Francia -, e d* altri perfonaggi illuftri t ed Ecclefiattici , e fu compian- to con funeftiffime Orazioni, e lugu- bri apparati dalle migliori Accademie, a cui ugualmente furono rizzati più e. pitafj e maufolei, ed impreffe medaglie in memoria della fua pietà , e dottrina . - Ed ancorché i Padri Gefuiti , i quali poffono dar norma, ed efemplo per la loro dottrina , e - fantità di coftumi , abbiano, particolare infti- tuto , e regola di feguitare affolu- tamente .la . Filofofia d’ Ariftotele ; il che vien riferito ancora da uno E fcrit- 66 fcrittore , così dicendo : Apud Jefuitas ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo - fopbia prater Ariftotehm [equi , qua caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non alia de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam qmd abfque ea non poffe cum Jefuitis rette difputari ; nulladimeno vedefi , che molti d’ elfi di celebre .fama , e d’ una vita efemplare , non fedamente la FUofofia.Ariftotelica hanno trala. fciata, ma quella novella forma difi- lofofare hanno abbracciata , come fo- no il P. Fabbri , • il P. Cafati , ' il P. Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies » e il P. Bartoli . La qual cofa li olTer- va per lo modo di filofofare , fpiegan- do gli effetti della natura per mezzo delle particelle, eh’ eglino -han tenu- to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam- pe , le quali non altrimenti permettonli fe non coll’ approvazioni d’altri Padri, , a ciò deflinati dal medefitno lor P. Generale, o Provinciale . Il P. Char- let , ugualmente Gefuita , che fu affi- ttente Francefe del P. Generale della Com- Digltized by i 6 > Compagnia, e milfionario nell’Attjefi* ca, non fu egli amico , protettoref^é direttore di Renato? 1} rJ*>j Giacomo* Dinet ^Provinciale nella Francia,:^* conf flore di Lodovico XIII. e di Lo-: dovico XI V. non fu affezionato di Re-- nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j mente Gefuita, benché una volta, gli? avelie contraddetto » e riprovate lo, Meditazioni , non fu egli medefimo £> che ravvedutoli, fi riconciliò con Re» nato IfelTo per mezzo del medefimo P.; Dinet ? Il P. Atanafio Kircher preoc-' cupato una volta dall’odio contro Re-» nato, non procacciò poi la fua amici» zia, e corrifpondenza èri! P. Miland ugualmente Gefuita, non fu feguace della Filofofia. di Renato, riducendo; in compendio le di lui Meditazioni , ed in metodo Scolallico per infegnarle a’ fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo Padre prima di partire per 1* America, volle oflequiofamente , e con particó* lar fentimento dar. 1* ultimo addio: a Renato fuo amiciflìmc , quali che in £ 2 tal 68 ' tal dipartenza non fendile altro cor- doglio, che di lafciar Renato , non già i Tuoi compagni , i parenti , e la patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non fu egli parziali (fimo di Renato, e fat- to Rettore del Collegio di Chiaramon-' te a Parigi , non dedicò i due fuoi li- bri di Filìca a Renato , conformandoli co’ fentimenti del medefimo ? Pren- dendo ancor egli la difefa contro Paf- cale per l’opinione toccante il Vacuo. IlP.Vatier, parimente Gefuita , non fu egli fettario di Renato , ed appro- vante delle maniere di fpiegare il fa- crofanto mifterio della Santilfima Eu- cariftia, fecondo i fuoi principi, e ra- gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen- te amiciflirao i II P. Francò , il P# Fournier furono tanto amici di lui , che gli dedicarono i loro libri-. Il P. Fonfeca, benché Portoghefe , e il P. Ciermans Fiamingo , ma ugualmente Gefuiti, fecero un elogio alla Metafi- lica del medefimo . In fomma tutti i ' Padri-Gefuiti de’ Collegi della Fran- i eia Digltized by Google 69 eia furonoapprovatori , e fettatori della filofòfia di Renato, co’ quali egli ebbe una continua corrifpondenza , e vicen- devoi commercio di lettere ; e della Tua vita ne' due libri ultimamente pubbli- cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP. Rapini , Umilmente Gefuita fi fia al- quanto allontanato da’fentimenti di Re- nato , dicendo egli molte cofe contra lui, ie quali quanto fian meritevoli di rifpo- ila lo dican gli altri , noi comportando la prefente Scrittura ; nulladimeno il xnedefimoP Rapini, parlando egli pri- 3 fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi egli tròppo attratto nel fuo Trattato dell* immortalità dell'anima , così di .Renato favella : Le Meditazioni Meta « .fifiche del Defcartes hanno avuto della re. f> ut azione j perch'egli s'interna più che al - .trinci midollo di quefte materie. Soggiun- gendo a quefte parole l’autor della vita di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti Suarez , e Fonfeca , de* quali prima egli aveva parlato, e che p affano per i migliori, e più profondi Met affici delle Scuole . • E 3 Ag- Aggiungendoli ancora , che-veden* do le Univerlìtà Protettami di Bafilea e d* Olanda effer pur troppo pregi udi- ziale la Filofofia di Renato al Calvi* nifmo, Il concitarono tanto contro Re* . nato , che non contenti di fori vere con- tro la fua dottrinargli ordirono anco- ra contro la per fona molte calunnie, in modo che GisbertoVoezio Miniftro d* Utrecht , per avergli oppofto con malignità il Ir r» V ► * { t > t ì | * * t .ì r • — 74 tìamo le vivande fenza penfarci , dice il dottiffimo Boezio , noi refpiriamo dormendo fenza ciò considerare, e tan- to meno faper fi, pofTono 1* altre cofe naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò fcritto Cicerone ) ita omnia crajjts oc» calta , & circumfufa tenebris , ut nul- la acies bumani ingenti tanta fit , qua penetrare . in coelum , & terram intrare pofjit i Corpora noftra non novimus , qui fit fitus partium , quam vim unaquaque pars , babeat ignoramus . L’Angelo del- le Scuole manifestandone la ragione nella fua Somma, così favella : Quia ratio bumana in rebus bumani s ejl multum ■ defciens , cujus fignum ejl , quia Pbilo/o- pbi de rebus bumanis naturali invejìi- gatione perfcrutantes in multis errave • runt , & / ibi ipftt contraria \fenferunt .. Il che Similmente avea detto Crifo. Homo ; Hi ipji , qui ad omnem pom- pam de Pbilofopbia gloriantur, multos , & plurimos de eifdem cauffts fcribentes libros , non modo fimpliciter difcepta- rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque ' di » X 1S dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino fteflb, delle cole Metafifiche ragionando, con* figliò : Noli qu^rere quid fit Veritas % fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi • num corporalium , & " nubila ■ pban t af- ta at a , & pertutbabunt ferenitatem t qua primo iftu diluxit tìbi , ut dìce- rem Veritas . • Non perchè quella non vi lìa ; ma perchè di quella capaci non fu- mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve- ri effe al'tquìd non negamut , pertipi pof- fe negamus : E altrove : Non enim fu- mar ii , quibus nihil verum effe videtur ; fed qui omnibus veris fai fa quidam a- djunSla effe dicamus tanta fimilitudi - ne y ut nulla inftt certa judicandi , & difcernendi nota . £ quella è la cagio- ne , per ria- quale tanto fi lamentava A gofiinò medelimo dell* ignoranza u- •mana. QUomodo hoc fcio, quando quid fit tempus nefcioì-An forte ne feto que- madmodum- die am quod fcio ? Hei mi- bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam ! Come Plinio parimente compaifionan* do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò mi* L 9 f » ' 1 $ i an incredibili celeritate vol- vatur : quanta fit terra crajjitudo , aut qtitbus fundamentis librata > & ( ufpen - fit . £' volere ciò difputare, e con- ghietturare Lattanzio il medefimo di- ce , non e (Ter altro , che difeorrere , e giudicare di cofe fatte in remotifiime parti non mai da noi vedute , o fapu- te . Quindi il medefimo Lattanzio- , così ragionando , il fuo difcorfo con- chiude : Si nobis in ea re feientiam vendicemus , qua non potejl feirì , non- ne infanire videamur , qui id affirmare audeamus , *» quo revinci po/Jimus ? Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet* ri ab bomine non poQunt , /city />«- , furìofi , dementefque funt ju di- cati di ? £ A rnobio così ; X?*»*/ incerta r fuf- penfa ; magìfque omnia verifimilia , quam vera , Minuzio Felice dille , Indi il Poeta .j In- 8 $ Incerta bac ft tu poflules ' Battone certa facere nihilo plus ■ 1 agas > Quam ft des operata , ut cum ra- • tione infantai . £d in confermamento di ciò , fs noi riguardar vogliamo a quel, che n’han giudicato i medelimi , e i primi fetta- tori delle Filofofie, ritroveremo , eh’ eglino fteffi han detto > aver fondato il filofofare fu i principi dell’ ignoran- za medefima, comen’avvifà Arnobio fteflo . Ipft denique principe t & feti a- rum patres , nonne ipfa e a , qua dicunt , fuit eredita fufpicionibus dicunt* Zeno- ne, e tutti gli Stoici negarono 1’ opi- nazioni ftefle .• Opinar i entra , te feire , quod nefeias , non ejl fapientis , fed te- mer a rii potius , ac fluiti . Socrate , Quod neque feiri quicquam poteft, nec opinati oportet . Adunque Tota Pbilo- fophia fublata efl , difle Lattanzio. Ariftotele fteffo ne’ libri della Metafi- sica così ; De bis- enìm omnibus non mo- ** ’ Fi do \ 84 do invenire veritatem difficile ejl , verune ncque bene ratione dubitare facile ejl . Gli Accademici contro a’ Filici, Nul- la m effe fcientiam , ed ogni cola proba- bile . Democrito , che la verità delle fcienze ftia nell’- abiflò nafcolta . Arce- fila ( narra Epifanio ) nomato il mae- ftro dell’ignoranza da Lattanzio ftef- fo , niente doverli affermare di certo , negando all’ uomo la fcienza , riponen- dola lolo in Dio , e Dio ftelfo Non nifi ignorando fcire pojftmus Là onde Cice- rone così tutto il fuo detto fiabililce : Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit , non pertinacia , aut fludìo vincendi , ut mihì quidem videtur , fed earum tettine ohfcuritate , qtu ad confejjionem ignora- tionif adduxerant Socra tem , & velutì a- mantes Socratem, Democrìtum , Anaxa- goram , Empedoclem , orane s pane vele- rei ; qui nìbil cognofci , nihil per dpi , ni- hil fciri pofje dixerunt : angttjlos fenfus , imbecillos animoiy brevia curricula vita t & y ut Democritus , in profundo verita- tem effe demerfam; opinicnibus , & injìi - tu- S J Digitized by Google 8 5 tutìs ornata teneri : . nìhil ■ ventati reità* qui : deinceps omnia tenebri! circttmf ti- fa effe dixerunt . £ della varietà di tan- te opinioni , dell* incertezza delle fa- enze y e della moltitudine di tanti Fi- losofi giudiciofiffi ma pirico così ne ragiona : Ita etiam in' hunc mundum , velati in quamdamma - i gnam domum , accefjìt multitudo Pbi - lofophorum t ad quarendam veritatem , quam qui acceperit e fi veriftmile e am non credere , quod reEìe conjecerit . li quidem certe non dicit ejse \aliquid , quod judicetur verità! , propterea quod 4 in eorum ,r qua funt natura , nìhil pef- ftt comprebendi . Il che vien confermato ancora da Galeno, così dicendo: Scien- tiam neque apud Pbilofophoi , prafertim dum rerum naturam perfcrutantur , in- ventai . Ammonio tanto fettario d’ A- riftotele fteffo n’allega la ragione: Quia diverfitate opinionum, diverfo modo rei ef- fe verni velf alfa! : quoniam autem opinio- ne ihominum varine funt ,& incerta , ideo fcientiat quoque e] se variai , & incerta!, ac F l prò - 86 proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie ». tiam , & veritatem. Avendo ciafcuno il fuo fenfo , e la fua fantafia a parte, perchè , come fi dice , quanti uomini, tanti pareri: m Mille homìnum fpecies , & rerum difcolor ufus . Per la qual cofa è egli moltd virifimi- le, che ognuno dipenda dalle fue fan- tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis o- pinio affluxus diffe Empirico fletto; di qui viene , che Eraclito nominava O- pìnìonem facrum morbum . Quella è quella , dalla quale fìam tocchi , e non dalle co fe medefìme, la quale di. - pende dalle prevenzioni , ed anticipa- zioni della mente , Sua cuique cum (tt animi cogitatio , colorque prior . Come ancora per la flima fuperiore al meri- to , eh’ ognuno fa di fe flefTo * cagio- natagli dall’ amor proprio, eh’ è il più cieco, ed il più violento d’ognalero,, a niuno ceder volendo : Pbilautia enim ejl omnium amorum violentiffìmus , cete- .. * ToJ- i Digitized by Google *7 rofque fuperat ; vien fempremai a darli cieco , ed imperfetto il giudicio . A - mor , ftcut odium , ventati! judicium nefcit , ditte Bernardo il Santo. E 1* uomo non ha altro di proprio, che il mentire, e *1 peccare . Nemo enìmba v het de fuo y nifi mendacium , & pecca - tum . Per la qual cola , torno a dire con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi- lofofia? O coll'autore de’ cinque Dia- loghi , della Filofofia fletta parlando : Non e fi enìm de terminisi fed de tota profefftone coment io . Cioè, che non vi fia affatto certa , e determinata Filo- fotta, anche Propter natuv alerti borni - num ad difjentiendum facilitatem . Re- nato medefimo per primo principio nelle fue Meditazioni non pone egli 1’ averli Tempre a dubitare nelle co- fe filofofiche? In modo eh’ e’ con mo* deftiflima protefiazione la Tua Filo- fotta dirtele , confettando egli . dì fe fletto nella IV. Meditazione così . Cum enìm jam feiam naturam me am effe vai - di tnfirmam , & limitatam . Ed etten* F 4 do- 88 dogli (lato una volta afpra, ed acerba- mente jfcritto contro da un Padre Ge- fuita , di cui virtuofameate non volle palefare il nome alle (lampe , fé ne la- mentò benignamente in una lettera , che fcriffe al P. Dinet Tuo amico , ri- chiedendogli , ch’ei tro valle il modo, acciò gli fi notificaflero gli errori , per emendargli , così dicendo-; Nibil enim inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum mearum certitudinem experiri , fi forte a magni! viris ex aminata nulla ex parte falfa rsperiantur , vel faltem errorum admoneri , ut ìpfos emendem . Come di (e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid vel incautius , vel tndoSìius a me pofitum , ab aliis merito reprebenderetur , necm't- randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì- gnofcendum , atque gratulandum , non quia errai um eft ; fed quia improbatum. E pure quello Padre non aveva lette, nè vedute l’opere di Renato ; così egli fcrivendo nella medefi ma lettera: Etfi enim mibi valde indignum videretur , hominem Rtligìofum , cum quo nulla n *9 mibt unquam inìmìcitia , nee quidem notitia intercejjerat , tam . publice t tam aperte , tam infolenter de me ma • le dixìfje , nibilque aìiud balere excu « f atlanti , . quota quod diceret , fe Dif* fertationem meam de Metbodo non le* gip-- \ • £ tutto quello perchè ben Sapeva non eflervi certo filtema di Filofofia, che l’uomo Scuramente Seguitar do* vede ; elfendo ella in tante fette di- vifa j che Varrone fin da* Suoi tem- pi ducento ottantotto ne conta , e Temiftio trecento: onde Sant’Ambro- gio gridò: lnter bas diffenfiones , qu& veri potejl effe affina t io ? £ Lattanzio ugualmente così : In qua ponimus ve* ritatem ? In omnibus certe non potejl Or che direbbero Ambrogio, e Lat- tanzio Hello fe foffero a* tempi no- ftri , ; vedendoli in maggior numero Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra Religiofi (ledi , dalla Chiefa non con- traddetta , quella io dico sì fiera , e da non mai rappattumarli , e quietarli tra Tom- 9 . „ . . Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re- alifti, ed altri, e tutti Ariftotelici , a fembianza degli Arabi , de* Greci , e Latini , i quali eran difcordi in fegui- re , ed interpetrare 1’ opinioni del me> delimo Arinotele, come rapporta Pi- to della Mirandola . Per la qual .cola Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò : In litibus omne fiuditim , ornai s nibiì denique de quo univerfi una men- te , ac voce confentiant . £ San Bafilio di quei , che furon tenuti i primi Savj della Grecia, dice non efiervi nè an- che una fola ragione ferma, e collan- te . Nee fola quidem ratio , apud Gr ita ut eos refel- lere nibil fit negotii , cum illi propria dogmatibus evertendo fujficiant. E Teo- > doreto (ledo in quella maniera favel» la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~ età tum de anima , tum de corpore , tum de bominis genitura , & confiit ut io- ne inter fe litem exercent , dum olii qttidem bac » alti vero illa pr a ferunt , alti rurfus & bis & - illis contrariam o- pinionem adducunt , neque enim verità- tìs dicentes fiudio , & defiderio teneban- tur ; fed inani gloriola » & ambitioni fervientes, ex quo fané faBum efi, ut in errores multo: inciderint . Per la qual cofa in quella maniera n’avvisò Minu- zzo Felice : Itaque indignandum omni- bus y indolofcendumque efi , audere quof- dam certum aliquid de fumma rerum , ac majeftate decernere » de qua ab o- mnibus faculis feftarum plurimarum uf- que adbuc ipfa Pbilofopbia deliberat * Ed i t Ed allora » che le Filofofie de’Greci in* cominciarono a comparire al cielo Ro- mano, i Romani ftelfi non s’appiglia* rono a veruna d’cfle, foggi ungendo Ci- cerone , perchè non eran sì balli gl’ in- gegni Romani , che avelfero a foggia* cere alle altrui difcipline ; perocché Ro- ma t che aveva trionfato nell* armi , non comportava farli fervile alle lette* re : anzi i Romani ftelfi non fi manife* fìarono giammai fettatori d* alcuna Fi- losofia, ed i Nobili li guardavano, co* me da una pelle , di non efl'er tenuti tali ; perchè certi , che avevano prò* felfato la fetta Stoica , come Bruto , e Caffio ; Aruleno , e Sorano ; Sene* ca, e Trafea , ed altri erano tutti mal capitati , come macchinatori di congiu- re > quantunque Seneca flelTo avelie altrimente prote flato in una delle fue .Epi Itole , dicendo : Non me cu'tquam mancipavi , nttllius nomen fero , multum magnorum ingenio virorum tribuo , ali - quid et fi meo vindico . Onde lubito che alcuno attendeva alla Filofofia, ca- , 93 deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te Tacito di Agricola fuo focero . E a 'tem- pi notòri dal Re di Francia con un fuo arrefio delli d’Ottobre 1668. fu proibito a tutti i fuoi fudditi di chia- marli l’un l’ altro fettario > e fpecial* mente Gianfenitòa. I fanti Padri me- defimi avvertirono non dover elfere fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle- mente 1’ Aleffandrino > così dicendo : Praterea non particularìs fefia efi eli- genda , [ed quidquìd omnes reile dixe - runt Stoici , Platonici , Epicurei > Ariflo- telici . Hoc totum [eie Slum dico Pbilofo- pbiam. E Sant’Agoftino nel libro deh le Confezioni, diffe, Non iftam , a ut illam feti am , [ed ipfam , quacumque ef- jet , fapientiam diligebam > q vare barn , & ampie Sì ebar , Quindi San Tommalo ne’ fuoi Opufcoli infegnò con Agotòino medefimo , Non effe adfentiendum alieni Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex omnibus decerpendum^quodreiìe dixerint. E fra moderni filofofanti Pietro Petito afferma nelle Differtazioni , che fece in- Digitized by Google f »♦ incorno alla Filofofia ftelfa di Cartellò , doverli notare d’arroganza colui, che* preflumcr voglia d’ alfentire più ad u- na fetta, che ad un’altra , la ragione egli rendendo : Ne uni precipue inba- rentes , in alias fotte me Hot e s , iniqui, & contumeliofi viderentur . Ed ancora quell’ altra» perchè non puote perfo- na veruna, benché a tutt’ uomo vi s* applicale , apparare , e farli capace di tutte; conciolfiecofachè non potreb- be darne retto giudicio , lodando più una , che un’ altra Filofofia . Omnium ( die’ egli ) fetta rum fieri perfette pe- ritum , humanum piane captum exce- dit . E a fen lenza d’ Euripide .* Unus non omnia vìdet . E Galeno così : Dif- ficile effe , ut qui homo fit , non in multis peccet , quadam videlìcet peni- tus ignorando , quadam vero male in- dicando , & quadam tandem negligen- tius fcriptis tradendo . E quando vo- glia alcuno vantarli di fapere , appet- to di quel , che non fa , egli è nul- la , dille Temiltio . Ea , qua novimuty por- I i Digitized by Google 9 $ por t ione minima contìnentur , fi .colla* ta, & comparata bis fuerint , qua igne* ramus. E Paganino Gaudenzio Teolo- go , e Protonotario A poftolico nel Li- bro degli errori delle Sette , parlando egli delle Scuole di Zenone) di Plato- ne , di Democrito , e d’ Arinotele , così n* avvisò : Illusi quoque colligendum, in iis , in quibus nobis Cbnfiianis diffi- derà licet > non effe exploratam verità * tem. Magna nobis fas e fi uti liberiate extra illa , qua arcem Re ligio ni s non refpidunt , ut defendamus , quod nobis probabilius videretur. , Ora egli è vero , com’ è verini- mo, che quei medefimi tanto fegua- ci d’ Arinotele fono gli autori , oppu- re gli approvatoti neflì dell* opinione probabile nelle cofe Morali , ammet- tendola per lo parere di due , ed an- che alle volte d’un folo Teologo, dot- to , e dabbene ; perchè nella Èilofofia non ammettono ugualmente la proba- bilità per tanti, e tanti gravifiimi au- - tori, e Teologi , e fanti Padri medeli- mi. 9 t mi , dove ancora vi è la libertà di file* fofare , fecondo Ariftotele fteffo ? Per- chè concedere la probabilità nelle co- fe Morali, e poi nelle Fifiche negarla? Perchè amettere la probabilità in quel- le co fe, che riguardano i precetti del Decalogo, e di Cri Ilo, e poi contrad- dirla nelle Filofofie , così incerte , e dubbiofe? Perchè approvar , per co- sì dire, la libertà di teologare, e poi oppugnare la libertà nel filofofare ? In- trodurre il probabile nelle cofe fpiri- tuali, l’improbabile nelle feienze uma- ne : magnifiche opinioni nel mefiiere dell’ anima, Gretti cancelli nell* ope- razioni dell’intelletto, argomenti nel- la Morale, freno agl’ingegni : fetenza nelle confcienze, confidenza nelle fet- enze : ed in un motto , Accademici nella ^Teologia, Dogmatici nelle Filo- fofie : Filofofi nella Teologia , e nella Filosofia Teologi? Di qui neceffariamente nefegueper forza de’ loro argomenti medefimi , o che neghino affatto la probabilità nel- le 97 ' le co fé Morali , o feguitandola , la con- fe(fino .lunga certamente s’ in- gannerebbe , perocché eflendo.fi dopo tante fette fcòvérro, -nuove' delle, nuo- vi pianeti , ed altri fenomeni,: e tane* altre cofe, e quali :un nuovo Mondo * par eh’ egli era d’uopo di nuova Filo- fofia per inveli igarle , non badando 1* antiche, per le quali torno 3 dire con Seneca dedo , Multum adhuc re fìat 0- - pe- / Digltized by Google IOf perii, multumque refìabit ; nec ulti noi to pofl mille facula pracludetur oc c a fio aliquid adbuc adjiciendi . E altrove c Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+ perta noi nefcìffe mirentur . Plotino predo Teodoreto così : Multa , qua nobis 'ohm latebant , ipfa die i invenie tJ Ed il Poeta: • v . * • Multa dies 9 tabilii avi f 4 k • • t * Rettulit in melius • 4 * # « * • 0 t • • » • * ' ,» * » t E noi fopravanzando in due mila anni d’ efperienza , fiam piuttofto fuperio- ri . . Indi Cicerone tteflò fin da* Tuoi tempi vantava d* efferfi la fua etàl.u- gualmente fatta fuperiore nell’ arti, e nelle» feienze , perchè più finamente refe migliori , e perfette , come ugual- mente de’fuoi tempi affermò Tacito .• Nec omnia apud priores meliora , fed nojira quoque atas multa laudit > . & art tu m imìtanda pofleris . £ che i Mo- derni abbiano trapaflato , e fopraftat- to gli Antichi > egli è chiaro per tanti G 3 fpe- variufque lai or ma- I 102 . fperimenti , e. nuovi inftrumenti per elfi fatti nelle celebri Accademie di Firenze, della Fraocia , della Germa- nia, dell’Inghilterra , di Lipfia , ed al- trove ; come ancora per molti libri ciò fi comprova ,• e particolarmente per quelli delPerhault nel paragone tragli Antichi, e i Moderni; e del.P. Rapi- ni nella comparazione de’ medefimi % , * * i « V * * ' * . | * * dottilfimi in vero , ed eloquenti Ili mi fcrittori . Quelle fono le parole del me* defimo P’ Malebranche : Si quis Ari- jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui ([e crederet , tum ih folis dumtaxat intei « ligendis merito • forte incumberet , [ed quii id credat , cui faltem mens jana fuerit ? quin ratio noe monet ìpfos no- vi s Pbilofopbis inferiore s effe , quippe bis mille annorum , quo tempori s fpatio silos Pbilofophos fuperamus , experien- ti a nos efficere debuit pe/tticres . E più nobilmente da Renato {ledo in quella maniera : Non eft quod anti- quis multum. tribuamus propter antiqui- tatem , (ed nos ■ potius jis antìquiores .... di- Digitized by Google 10 $ dìcendi ; jam en'rn fenior e fi mundus t quatti tutte » major emque babemus rerum experientiam . Il che fu detto fi foll- mente prima dal P. Antonio Pofle- vini dottillimo , ed eruditismo Ge« fuita - \Quamobrem fi diutius vtxijjet Anftotekt , vel fi jam revwifceret pofl tot fxcttla » quibtts ali £ res innumera t ac propemodum alter orbis emerfit , mul- ta effet correSìurus , quia contraria not experimur . Ed anche fulle feene dal latiniStno Comico . • r- I Res y tetas , ufus » aliqtiid adpor- ' ; tet novi y Aliquid admoneat , ut qu quos varia de parte Ventai éff anditi- non cernant , propte>ea quod uni fefe Arinoteli non dediderunt fnodo y fed adeo devoverunt , ut fi fue - rit opus , prò dogmatibus ejus tuendit in fierrum , fiammamque ruaUt;' in cu - jus Pbilofopbia fi quafdam opinione s pra- va! conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret e a defiomacbaturum putem &c. -E vicn confermato ancora dal medesimo So- rel , così dicendo .* Noi ci' prete jìia- mo di voler men male ad Arinote- le , che agli 'Arifiot elici . ; JZjfi fono guelfi , che ofiinatamente #* oppongono a cofe > ch’egli , fe vive (fé riceverebbe con piacere , per far profitto de' nuovi lumi , che ai .Mondo comparir vedreb- be. Lamentandoli ancora il medefimo P. Malebranche , che li ut piar imam, qui adverfus quafdam Pbilofopbia veri - ’tates : ree e ns ‘ compertas pertinacia s ob- firepunt , quibufdam innovatìonibus in Tbeologia detefiandis, pertinacia! a db at- tere 1 & indulgere videntur-. Quando i fe- Digltized by Google iò 5 i feguaci fteflì d” Ariftotel® , Ammo- nio dico» e Simplicio» : antichilfimi au- tori, avvertirono non dover effere gl» Interpetri ^cogì attaccati a’fentimenti delmedefimò» cornei ex tripode pro- nunziati, e tanto meno , come fetta- rj fcguirgti . Ammonio così: Horum . vero explanatcr debet ; neque per bene - volentiam afiruere conari ea , qua per - per am funt ditta , ac velati a tripode ea recipere t fed fuum ìpftus adferre dicium . Simplicio in quell’ altra ma- niera : Dignum autem Ariftotelicorum fcriptorum expofetorem oportet , non ef- fe vacuum undequaque magnitudine il- lius mentis . Oportet quoque judicium babere fwcerum^ jut neque ea , que re- tte ditta funt , malo more fufcipiendo , invalida ofiendat , neque ft quid ani- madverftone indigeat , omni contentane inculpabilia moneret , velati in Pbilofo- pbi fettam fe fe infcripfe/tt • Anzi infra i Giureconfulti ancora , i quali a guifa di Filofofanti fi divife- ro ugualmente in fette , chiamandole Tul- v ioS Tullio Famtlias diffentìentet ; legge fi, ch’eglino non erano cosi pertinaci in feguire le loro fette , che liberamen- te non dicefiero i loro proprj lenti- menti , ed alle volte a quei della con- traria fcuola non aderifiero , come fi vede praticato tra Capitone , e La- beone > i quali furono i primi fetta- tori affatto contrari fotto Auguflo ,* e fotto Vefpafiano , ancorché vi folle quella de' Proculejani , e Pegafiani , e l’altra de’Sabiniani, e Caffiani, af- fai più contrarie fra efiò loro , perchè quei 1’ Aritmetica proporzione, e quc- fti la Geometrica feguitavano, gli uni Stoici , e gli altri Accademici elfendo; nulladimeno fu riguardevole la loro modeflia in non aderire tanto fervil- jnente alle loro famiglie , che volle la loro modejflia avellerò apportato freno alla libertà delle loro opinioni. Matiifejia futi , & confpicua vtterum Jurifconfultorum mode fi a y quod non ita nec certa alicujus feSìa opinionibus, nec futi quoque peculiaribus fententiis inh il quale ragionando di Cello; contrario alla fetta di Jabo* leno , fotto Adriano > e Antonino Pio f così loggiunge : Et fané videtur bh Celfus non adeo partium fiudiis addiSlut fuiffe ; • quintino Uberrima voluntate in utraque verfatut barefi , & qua ( ibi ad palatum fuere , nullo babito feSìa fua refpetlu [elegiffe . E in ritornando al medefimo Arinotele , leggeli nell’ O- pere di effo lui, ch’egli non prelume- va tanto di fe , che altri onninamen- tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif- fe un autore ) noi docet Arìftoteles * quam quod etiam docuerat Plato : ni» mirum fe ipfum refutare. Dicendo dife quello medelimo autore. Omne equidem genus Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f- co, & quamvis ex pr : mis fludkrum rudimen- ti! , Peripatetici , Stoici , aut Ac aderitici audivimus, pofiremotamen fapientijjimum quem- IO? f uemque Scepticam faSlum , tanquam ffanum aliquem in fetenti* campii in - gredientem video . E chi fece la nota al libro del fuddetto autore, foggiun- fe : Plato docuit Veritatem omnibus re* bus effe anteponendam . Male ergo fibi confulunt , qui veterum , a ut Arijlote - ìis placitis ita ob finate inbarent , ut tnalint cum illis . Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi Pare * '■ r», e nelle Mofetc , e di Francesco Re- di . Il nobilissimo ritrovamento dell* argento vivo ne* cannelli per la prova del vuoto del Torricelli , efaminata alla lunga dal P. Bartoli Gefuita : de* Vortici del gran Renato ; e di tanti , e tant* altri ritrovati del Verulamio , del Sorelli , del Keplero , del Gil- berto, dello Steiliola, del Campanel- la , del Digby , del GaSTendi , del Boy- le , ed’ altri. Neil’ Algebra il Cardi- nal Slulio , che non ha rinvenuto col fuo libro Mefolabium , e il Cardinal Ricci in quello De maximis , & mini- mii ? Nell’ Agronomia che non hanno fcoverto i moderni ? dimostrando i Cieli edere fluidi, e non più orbi So- lidi, come vollero gli antichi : i pia- neti Stimati prima fare i loro giri in- ili >» torno alla terra , muoverli intorno al Sole; Venere mutar le lue fall , o figure a gutfa di Luna : Mercurio , e Marte ancora far lo' Hello : Giove • « t edere circondato da quattro delle , chiamate Medicee, e Saturno da cin- que altre , come ditte il Cattini .* ef- fer la Lunà un corpo di fùperficie di- fuguale , e montuofa : ritrovarli nel-- la faccia del Sole molte macchie di' difuguale grandezza , e di varia dura* zione, agli antichi affatto ignote; eia qualità, e difpolizione delle Comete» e d’altri corpi celelti non intefe da A- riftotele , ed ; inveftigàte da Ticone ; e dal" Galilei : la Zòna torrida ere- duta inabitabile, etter abitabile, Antì- pode! , qui imaginarìì dicelantur , nunc rt- vera effe t & alia f excent a , ditte il noftro Luca Tozzi nella fua Lezione: e final- mente l’agghiacciamento de* liquori non etter condenfazione.ma rarefazione con- tra Ariftotele:ne’gravi cadenti accelerar- fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef- fer il tempo radice quadrata dello fpazio de- Digitized by Google r I « ì * Jt # Ir I t IM ' '#1 « J ij V I 1:i r 11. ' avverandófi quello, che dagli antichi (ledi fu pre- detto , e fi confeda da Cicerone anc'o^ ra : O pintori um commenta delet dies 't natura judicia confrmat . E però egli è vero , che quella Filofofia d’ Ari- notele dagli Àriftotelici (ledi non è altrimenti commendata , così dicendo 1 il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride monjìrandum ( id quod etiam tritura ejì apud omnet Ariflotelicos ) nidiata- e!}e in Arifìotelis libris fcientificam de- fnonftrationem qua ' perfedìiffma fit y & omnibus numeris abfoluta' it agite nàti effe ipfius doSlrinam inconcuffam . La quale ha avuto- tanta varietà , ed incodanza di fortuna , óra 5 abbrac- ciandofi , ora rifiutandoli > che nul- la più , dome fi può- leggere Irt quel libro di Giovanni Launoi ^ quin- di in fimil calo ebbe a dire un au- tore Francefe : In effetto fi vede 1 '; che la fortuna ugualmente efercita il fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio- ni , che jopr a /’ altre coje umane ; . H ma ma. non già fopra ìe mentì purìffime , e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem* pre è (lata bìafi mata, come nociva al* la noftra religione , e proibita da’ Sommi Pontefici , e da* Concili ltefli, com* è detto, e da quello Lateran eTe nella Seflìone ottava affatto vietato da infegnarfi piu nelle Scuole, come rap- porta il Campanella , e Giovambati- ila Neri nel libro, detto Setta Pbilo - fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con- ciliarti Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo- telila non immorari , quoniam babet ra- dica infetta!. ' J ' ' * ■ * i ■ ■ . , Ma Te, come poco dianzi io dilli , fra tanti Filofofì , i prìncipi di Rena* to fono piìi conformi alla nollra reli- gione, chi non dirà, che colf ui, più che Ariftoteie .feguìr li debba ? Perocché chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri- lliani co* medelimi principi di Renato, li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A- goftino il. Santo , da cui o avvertito Renato , o Renato col proprio fpirito Criftiano, e filofofico meditandogli , Digltized US gli ha pubblicati , e dirteli. Parole del Santo , nella Città di Dio , fecondo i documenti -del quale compofe il fuo Cftema Renato : Quìcumque igitur Pbi- lofophi de -Dea fummo > & vero ifìa jen- jerunt y quod & rerum creatarum fit ejfefior y & lumen cognofcendarum , & borni m agendarum » quod ab ilio nobis ftt & princtpium'- natura meritar doZìrin# * & felicita s vitee , five Pla- tonici accomoda tius numupentur ? fi ve quodlibet aliud fu a feti a. nomea impo * nani ; five itant ammodo J onici generiti- qui in eit precipui -fuerunt , ifìa jenfe - rinty ficut idem Plato , & qui eum be- ne intellexerunt : five etiam Italici prò- pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , & fi qui -forte alii: ejufdem Pententi# in ìd idem fuerunt : -.five -. aliar um quoque gen- tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba li , Hi f pani. , alìique reperiuntur , qui boQ viderint. , ac docuerint ; eos amnes. ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò -tV* H 2 fin - x 1 6 pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f vo- lt fle co’principj diRenatofi unifor- merebbe con S. Gregorio Nifleno, di- cendo egli nella narrazione della vira di Moisè : Si immortalerà effe animarti Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe non negat , - creatoremque omnium , d quo curiti a depende nt , & vere adfeve - rat , ac rationibus quantum fieri potè fi , demonftrat ; propìtius nobis Dei angelus fiet. Quella adunque è la Filofofia ve- ramente Criftiana , e non altrimente Pagana , come quella d’ .Arinotele Quella è la '. Filofofia veramente cat- ' tolica , fecondo gli avvertimenti de’ fanti Padri-.»..... . Quella è quella Filofofia di Rena- to, il quale fdegnando di vedere piò- involte , e deturpate le fcuole Criftia- ne nelle Filofofiede’ gentili, meditò, e diltefe una Filofofia affatto lontana dal Paganefimo , conformandola, alla, noffra fanta religione, alla quale pa- reagli , che folo mancafle ,* per laper • egli molto bene , che Definitisi! erat - - i Pia - » r «7 Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri - ■ fii , & eo rum I afte atta in Ecclefta pro> nibilo' babetur , come il dottiflìmo Re- my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea infegnato colla fentenza fuddetta; de- liri dimando le Filosofie d’ ambedue il piiflimo. Prudenzio , in quella ma-: niera dicendo . ,t ■ ■ ■ Confale barbati delir amenta Pia - >tonis .« Confale » & birce fot Cynicos > quos • fomniat , Ó* quos ■ Texit Arijloteles torta vertigine , -nv- nervotv • Quella .è quella Filofofìa di Re- nato il quale confederando , che tutta la Filofofìa Agoflino il Santo diftinfe in due foli principi , che fo- no 1* immortalità dell’anima , accioc- ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’ efi- lienza diDio» acciocché riconofciamo la noftra origine . Pbilojopbi# duplex guaflio e fi , una de Anima > altera de Deo . Prima ejficit y ut'nofmet ipfot nove rimas : altera originerà noflram ; H 3 fon- ri8 fondò i principi dei fuo fi'lofo/are fu quefte eterne,. ed infallibili verità., v ; .Quella è; quella Filofofia di Rena*, to, la quale non folo , come didi, fu > lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed uomini di fantiffima vira,. -ma fpecial- mente dal P. Merfcnni , intendentifli- xno delle Matematiche, e 'Teologiche fcienze , così dicendo in un' Epiflola : Son refiato forprefo , che .un -uomo , il quale non ha fluitato in Teologia , ab - ha rifpofio sì fondatamente / opra punti import antijfimi della noftra religione . lo l'ho trovato così uniforme- collo, fpirito , e dottrina dì Sant' Ago fino., che. offerì vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti dell'uno , e dell altro . E più oltre così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes infptra Soavemente l' amor di Dio , di modo che non pojfo perfuadermi , che la Filofofia di lui non fta , per Aornare in bene , e in ornamento dell a.. ver a re - ligione . Ed in un’ altra Lettera. , che fi legge registrata nel primo Tomo della Geometria . del medefimo P. Mer- Merferini, cosi feri ve à Retiatd fteffiò:' Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii cam illam 'ab eruditi: viri: adeo exo- ptatam , prope dieta edìturum , qud longe perfeSfius cum dofir# fdei myftfr riis conveniat > omnium catbolicoriim nomine iibì maxima: ,qua: poffum , gratids b’abtó > qui non folum Pbilofp- pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , . Quella è quella Fflofófia di Ruba- to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù Parlier Antiqua' fide:, Tbeologia no? va perchè Vincenzo Lirinefe dicea, Ecclefiam non dovere nova , fed nove \ Sòltenendó egli , che i principi di Re- nato fono più acconci > ed oppdrtuni di quelli , onde fi fervono' volgarmén- te gli altri , in ifpiegando ì mifteij della nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi fia cofa nella fua Filófofià > che non s’accord» co* principi della hofira Chie- fa cattolica , così il detto Parlier at- teftando ; Ma egli ba fatto altresì ve- dere t non avervi altra Filo fifa ,~che d H 4 me- 1 t V ! , .1 b* ‘H*’ •h »• .t no meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj della fede della Cbiefa . : .. ... Quella è quella Filofofia di Rena* to , della quale il profondo , ed acu- tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu* .cle ne diede il giudizio . , e prefagio infieme , dicendo., che 1' opinioni di Renato faranno un giorno comuni . ed univerfalmente ricevuta , toltene però alcune pochiflìme cofe, copie ri* ferifle llaut I pj;e G della vita del medefi- mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto , che l opinioni del • DejcarW,. diverrei * ** » « Li V. • • » »* A'i . * * botto un.', giorno affatto comuni t e fareb» fono univer/aìmente ricevute . , rr»r alcune poche . E con ciò verifican- doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf- fone, intorno ad Arinotele Iteflò , di- cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile , le quali innanzi (e vittorie di Siila non erano introdotte , nè conofciute in Italia , potrebbe venir tempo , che non oftante /’ ofiin anione degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno f cartate , * . / r Quella è quella Filofofia di Renatola * V ' Cattolica religioni* profefftone perfeverans y me prafente , & exbortante , mortem cum vita commu- tanti , Cbrifti Salvator» redemtionem petit ur us . In ipforum fidem coram Dee tejìimonium perbibens , prafentem Aflum fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli - ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667. Que- Digitized by Google o pur per geiofia di gloria» da cui vien tócca, e facilmente turbata la Repubblica de’ Letterati . E fe in alcune cofc la Tan- ta .Sede-ha voluto , che refii donec cpYrigatur , potrebbe alla fine la San- tità' Vostra purgandola , fedare tan- te liti, e difpute , ancorché il contra-, rio malamente pretenda, e con danna- bile temerità la famiglia d’ alcuni Re. ligiofi , Solo per mantenere odi nata- mente le loro opinioni nelle loro Filo- fofie , come vien riferito dal P. Gre- gorio di Valenza , dal Vefcovo Fra Melchior Cano , e da altri . . Ma refiino pur nelle , fcuole que- lli , e sì fatti argomenti , e ragioni intorno alla varietà delle Filofofie, e Vostra Santità* a cui s’appartie- ne di fiabilirne la verità./ perocché non **$ non ceffan mai tali contefe ; concor. dandoci piuttofto , come Seneca ditte» la divertirà degli orologi ne’ momenti» che de’filofofànti le fcuole,e partico- larmente tanto più fiere , quantochè fono d’ ingegno ; ond’ ebbe a dire uni certo autore: Citiut in gratiam , pojt mutuai cladei ingerita redeunt 'regei- »' quam partium fìudio infiammati pkilo- fopbi . Vnaqueque enim feda ( Lat-' tanzio ditte-) omnei aitai- evertit , ut fe j fitaque confrmet , nec ulti - alteri fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea - tur . Ita ut ( foggiunfe Eufebio non lingua , & calamo foltim , verum etiam manibui pralium -geratur . E sì fiottili ? e facili in rifutando beifando 1* una 1’ altra , com’; egli’ è più agevole il riprendere , .che 1* insegnare ■; il convincere la bugia , che ritrovare la verità E. in ve-- ro che ha che fare la Filofofia u— mana colla - ' celefte , eh’ è • la reli- gione , così appellandola Crifnftomo in più luoghi ? Religio Cbrijìiana ve- Digitized by Google I.i6 9 0 • vera » & caelejlìs Pbilofopbia eft . Che hi che fare la Filofofia umana > o fia l’an- tica , o fia la moderna colla fede , quan- do non v,’è altra Filofofia più vera, che la dottrina della Chiefa ?• Hanc ipfam folata comperi efse ver am , atque utilem Pbilofopbiam .» di/Te Giudino . C fe al- cuna cofa di vero avellerò detto i Fi- Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di quel- la-rgli riprende Agodino . Si qua Pbi- lofopbi vera dix/rqnt , ab eis effe tan- quam injufiis poffefforibus vindicanda . E però 1* Apodolo delle genti , fopra ognaltra cofa efprelfamente comandò: Captare intelleRum in obfequium jidei noe debere qua rat ione demon - firari nequeunt . Conciolfiecofachè la nodra fede derivi da principi altiflìmi, e fopraqnaturali . Che ha che fare la ragione umana colla Teologia ftelfa ? Qjtemadmodum enim ( dice il Ver u la- mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua* rere per inde e fi , ac fi viver quarat inter mortuos , ita contra Pbilofopbiam in Tbeologia quarert aliud non e fi V quarti mortuos quarere inter v'tvos . Ol- treché la Filofofia egli è ancella , e ferva della Teologia medefìma la quale , come regina , delle fcienze , tragge dietro di fe incatenate tutte 1* altre facoltà > e difcipline umane ; la. qual cofa in piìi luoghi vien detta da S. Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res divinar intelligere velie , e fi candent. ferrant i , non forcipe yf ed digito contee Slare . Lo fteffo in quelF altro modo .* Nibil commune babet bumana ratio collata in divinis ; ideoque * blafpbemia I \ 1 ' 4 *# . | f ■' condan- nata per comune parere de’ mede li mi Arillotelici , • a tellimonianza del, !*. PolTevini di fopra lodato ; ardirono di dire quella eflere la vera -, quella elTere la più certa, quando mon effer- vi niente di vero , e di certo nelle Fi* lofofie , Porfirio dilTe : Nulium effe in Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo Hello altrove : De rebus Pbilofopbia multa diSla effe a Gradi , veruni ex conjeSìura . Quindi è, che.Adexerci- t attorie m ingenti Pbilofopbias > effe inven- tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co- sì : Pbilofopbias ft elegantias , & argu- tias dixero , reSìe cenfeam appella fj e . Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti } efler quelle originate arrelìa PlutarcOi Omnes videlicet P biìofopborum feSlas ab fìomero originerà fumfiffe . lpfeque Art - fioteles fatetur Pbilefopbos natura Pbi - lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos ■ ' '/• .--J Digltized by Google li* effe. De’ quali per li loro fogni , e fe- gni dati alle delle , diffe Manilio Fit totum fabula Coslum — • '• . Vuole però Macrobio-» che Nec omni- bus f abititi Pb lo jopbia repugnai , nec o- mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio fpezialmenre chiamò' la Filofofia d’A- ri Itocele quoddam fabulamentum . Leg- gendoli preìfo Varrone' ancora : Porre- mo nemo agrotus quidquam (orrtniat tam ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi - Jofopbus . E predo Cicerone lo (ledo: Nefcto quomedo nibil tam abfurdi dici potelì , quod non dicatur ab aliquo Pbi - lofopbo . E parlando della barbarica Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi ne lafciò fcrirto: Quod hi novi Pbilo • fopbi apud Gr fecondo il Paflavanti , diconfot- tigliezze , e noviradi , e varie Filofo- fie con parole miftiche , e figurate , che nulla conchiudono , come di Por. firio l’Ariftotelico , tanto nemico de* Crittiani , e della Criftiana dottrina cantò il Petrarca: Pot firio y .cbe d'acuti, fillogifmi Empiè la dialettica faretra , Fa- Digitized by Google Facendo contea s / vero arme i fo- fifmi . Dicendo fimilmente il Petito , eh’ e- glino (ledi non intendono quello, che dicono, e tantomeno gli uditori. Non ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne- que de quibus affirmant . Il ,he fece dire al Verularmo : Habet hoc ìnge - nìum bumanum , ut cum ad folida non fuffeccrìt , in futihbus atteratur . Po- co o nulla badando, quando fentono altrimeore parlare nella Teologia dell' Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj Aedi, come n’avvifa il P. Malebran- che . Nejcio tamen qua mentis per- turbatione nonnulli eferantur , fi ali- ter quam Arijìoteles , pbilofopbari a si- de as , dum parum curant , an in re- bus T beolcgicis ab Evangelio Patribus t & Concilìis non difeedas . Il che fu detto primamente da Monlignor Ciam- poli , chiamandogli in primo luogo ambizioni di parere più Peripateti- ci , che Cattolici , poi fclamò; Che perversione di gìudicio è quefia , volere f ...Il f f ! i fk • « ,j t| Sì * Ir 134 introdurre una religione più fedele ad Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di maraviglia, proccurano coltoro ('dice l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di jof- fogare tutte l' altre fette nella maniera dagli Ottomani ujata , i quali non la- j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli , per ijlabilire sì magi fralmente i loro do- gmi in tutte le fctiole Crìfiane . Come riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula- mio. Arifìoteles more Otbomanorum re- gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra - tres fuos omnes trucidaret . Credendo ancora di ritrovar in quello loro mae* Aro la falute , e di Ilare con elfo lui sì llrettamente attaccati , come ad un fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe- ro buttati da una tempella per fuggi, re il naufragio . E così appiccati , ed ubbidienti , dice un altro autore alla Filofofia del medefimo , che fembra lor commettere un delitto di fellonia il partirli un menomo punto da lui , in modo che non dicefi Peripatetico chiunque in tutto non s’ abbandona a’ fen. Digitized by Google H5 feriti menti del medefimo. Eaàem men- te ( dice il medefimo P. Malebranche in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta di- scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi enìm eo licentia deveniat ut ratióne & mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe- res te evafurum effe in magnum Philo- fopbum : oportet enim difcipulum ere. dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo- pra lodato , in quell’ altra maniera .* Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co- no di pubblicare , che non bi fogna Sof- frire alcuna innovazione nè' riformazione nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo piezzo per. renderle perfette . • Ma. a chi creder affi; piuttofio , a degli f chiavi , e mercenari* che non. fanno jemplicemente, che. difiribuire per gli feriti i t e per le loro lezioni la dottrina , ch'eglino hanno tro- fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi oltre il medefimo Sorel così : Ci fino delle perfine così f empiici , che credono, che non fi debba ; rivocar pili in dubbio quello , eh' è in Arjfiotele , che quello » eh' è nell' Evangelio . , ■ . .. I 4 ' Non ■ i ¥ ' » I l‘ " .vjfl : l*V « / !> 4 1 Digitized by Google . Non mancandovi ancora degli altri, ì quali per difendere cotefta lor Filo-, fofia fi danno alle maldicenze , ed alle fatire , poco avvertendo non ef- fervi fatira maggiore > che quella della ragione llefla , la quale rende bugiardo , ed ignorante colui , che vien convinto da fbrtifiimi argomenti , facendo ingiuria ancora a tanti uomi- ni dabbene , e a tanti Religiofi, co- me fono i Padri de’ Minimi , e i Padri dell’ Oratorio , ed i migliori Gefuiti , eh* han feguitato la Filo- fofia moderna , e foraftieri , e Ita- liani , e in Bologna particolarmente , dov* è Campata la Filofofia moder- na , fotto nome Burgundi a , infegna- ta pubblicamente a tempo , che Vostra Santità’ era ivi Legaro . E perciò coftui in quella maniera vien riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri- pta fumma funt , & au fioritale dignif- ftma , qui nuìlum verbum , quod revo- care deber et omifit . Hoc quifquis non efi adjequutus fecundas babeat partes *37 modeftU , quia primas non potuti ba- lere Capti nti & catbedrar primas ambiente s ; in quello modo con in- crepazione favella : A deo nimirum altercando • non modo verità f arnitti- tur , jed caritas exjìinguitur , & dif- pntandi modum majorum exemplo tan- tum agreffos , nulla modeftia repagu- la cohibent ; ; Onde Luca Holftenio eruditilfimo Bibliotecario , -dolendoli della difunione della Chiefa Orien- tale , ed Occidentale ebbe a- di- re : LuEluofum fcbtfma Orienti! , & Occidenti s Ecclefias divìdens induxit dijput aridi pruritus , omnia in quafito- nem , & controverfiam > • poftb abita cantate , adducens ; nulla venta » ' tis cura , fed uno vincendi ftudio ; .e a confuet udine , vel opinione aliis legern fr^jcribens » & quod • mife- ra , Digitized by Google * 3 $ ra j ó* afflìtta fortuna duri (firn atto ha- hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir, fugati- ti um ludibriis impune pateat -, Dicendo un altro autore : Jd nec Pbìkfophum , multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur. Nè qui termina la loro baldanza, ar- rogandoli , ]a medelìma poteftà della SENTITA'- Vostra in condannare quel- lo., che non mai ha condannato nè Vostra Santità’ , nè altro Pontefi- ce , dico, 1’, opinare nelle Filofofie, for- zando gl’ ingegni umani a feguir folo ifentimenti d’un gentile. Peripatetico, e con noyp giogo privarli di quella li- bertà, ch’.abbiamo per diritto di na- tura , e per legge d’ Iddio , che ci ha Jafciato il liberamente penfarc e medi- tare :> il che è quali l’ unica, e fola ra. gione , colla quale provali , che l’uo- mo lia ragionevole, e l’anima immor- tale . Quindi è , che prefe giufta oc- cafione Tommafo Moro ( alle di cui lodi ogni penna è ..vile per elTer egli chiari (fimo non meno nelle lettere , che nella pietà Criftiana, per la quale *39 facrifìcò fa vita , c i beni , e la fami- glia della ) di formare appodatamen- te una DilTertazione intorno a que* Teologi di fuo tempo » dandole que- llo titolo : Differtatio Epiftolica de a- lìquot fui tempori s Tbeologaftrorum ine • pt'jis ; non per altro , fe non perchè quedi co* principi d’ Aridotele difen- dere voleano , o piuttodo offen- dere la Teologia , • in quella ma- niera fgridandogli : Quamobrem piane non video qu qui in fuo fterquilinio fuperbit > ac. extra illa fepta fi panilo producatur longius » illico ignota rerum omnium facies , tene- bras > ac vertiginem offundit . E più ol- tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi- rum in modum verfa rerum vice contin- gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in argumentoja loquacitate pofuerat > jam I 140 fenex infantijfimus omnibus rifui foret ~ nifi fluititi^ fu* fuperciliofum fuentium t fapientia loco pratexeret ; imo potute hoc ipfo ridìculus , quod qui fuerat Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce reddatur , & inter loquentes fedeat , v" * ' % Per fon* muta > truncoque ftmìlli- tnus Herma. • . * ' E Umilmente Gio. Gerfone il gran Cancelliere della Chiefa , e dell’U* niverfità di Parigi , non potè atte- nerli di non- querelarli ancor egli de* Teologi di fuo tempo , in que- lla maniera dicendo : Cur appellati- tur Tbeologi nofìri tempori s fopbifl* , ut verbofi , imo & pbantafiici , nifi quia r elidi is utilibus , intelligibilibus prò auditorum qualìtate > transferunt fe ad nudam Logicam , vel Metaphy • ficam , etz/nw Mathematica™ > ubi t & , quando non oportet , i». ten fionc formarum , nunc de div'tfione continui , nunc detegendo fopbifmata The- ologicis termini s adumbrata , pri- ori- Digltized oritates quafdam.in Divini! , menfuraf % ' durationes , injìantias » ftgna natura , éf ftmilia in medium adducentes , vera r & foli da effent , ficut non funt , ad fubverfiotiem tamen magie . audientium • , vel irriftonem , quam re Sì am fidei adipe ationem proficiunt . •• Come eziandio de’ filofofanti diiuO tempo il giudiciofiflimo Niccola Le- oni co , {limato il più dotto delia fua età , nel Dialogo , a cui diede il titolo di Peripatetico , così lafciò fcritto : An non ego decem integro s annos , borum auditori a , ne die am ìufira , ad fidu a contrivi opera ? om - nefque illorum ineptiat , . & futile s co- ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an* ribus ebibi ? anxie femper quteritans fi quid inde excerpere poffem , ne va- cui s , quod dicunt , manibus & ofei- tans domum rtdirem . Verum , Dii immortale s , quam rerum inanità - tem ■ apud silos , quantam ? ■ u ? r I y i r4.it: mìb't magis fapere vifus fum , f »» quod cum Ulti de fi pere aliquando de (li- ti ; » così egli' ragiona ? Quofdàm pbilofopbantium avibus fimiles vide ri, qui levitate quadam , & ambi- tione ingenti e lati , alta petunt , & Phiftca fcrutantur tantum : aliot cani- bit t , qui laniare , & vellicare avidi * foli Logica adbarefcunt ut pelli , & in ea rixantur , & mentem ad ulteriora non mittunt . Indi leggiamo predo La* erzio , che da Euclide fofle fiata no- mata la Logica Rabiem difputandi : e leggiamo ancora che Arifione antichif- firno Filofofò quelli tali Cum iis compa - rabat , quicancros comedunt . Nam prò- pter exiguum alimentum circa crujìas , & teftat diu occupantur . Quindi Mario Nizolio, che fece un Trattato de' veri principi , e del vero modo di filofofare, fi lamentò non po- co di Leonico parimente , e di Pico , com* I Digitized by Google I if I \ * t i i» ì* 4 r 1 I com’ eglino s’aveflero folamente rifen- tiro degl’ Intepetri e non d' Arino- tele , origine, e caufadi tutti. i mali* così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi- randola co» tra barbato* Ariflotelis Inter- prete* conqueritur , & vere Me quidem t Jed quemadmodum Leonicus , non cami- no jujìe , quia pratermittit eum , qui tan- forum illis errorym. c auffa fuerat , boa eji Arijìo telem . Sed o Bice non re Sì e faci* , cum de foli s Ini erpretibus Arifto- teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem , qui omnium malorum cauffq , & origo f it- iti. » omittis ; dìcen* te perdidiffe meliores anno* , tantafque vigilia* apud Interpre- te* Arinoteli * , & nollens illud dicere quod erat verius , eadem ■ illa omnia te multo ante perdidiffe apud Ariftot.elem ; Per la qual cofa pareagli , che miglio- re d’ ognaltro avefle fatto il Valla , che lafciando gl’ Interpetri fi prele la briga in dar la colpa ad Ariftotele, co- me vero autore, e primo fonte di tan- ti errori , e fallita , riprendendolo a- pertilfimamente dov* egli andò errato. Ma- « « • ♦ . j. Digilized by Google 145 Maravigliandoli grandemente il mede- fimo Nizolio ancora della barbarie del , . lor favellare , Qui 5 e fi enim in fcbolit ijiorum pbilofopbaflrorum tam parum ver* fatti s , qui non centies audierit , potentia - Ut atei, quidditates . entitates , ecceitates , univerfalitates , formalitates , materiali - tates , & alia Jexcenta hujufmodi verbo - rum monfira , qua qui pattilo frequentiut ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per • vert untar , ut neceffe ftt eos , non folum valde falli, & errare in pbilojophando , fed etiam in loquendo , & fcrìbendo ve - hementer fadari , & confpurcari . Co- me ugualmente molto fé ne querelò Apulejo per alcune novità di parole a fuo tempo introdotte , le quali difle egli non fervire che all’ofcurità delle cole. Datar venia novitati ve ri or um , rerum obfcuritatibus fervientibm . E fi- nalmente cosi il medefimo Nizolio tutto il fuo difcorfo conchiufe: Qui- bus ita monftratìs , ut tandem aliquan- do & Caput hoc pofìremum , & totum bttnc Librum abfolvamus , ita concludi - K mus , X4$ tnuf , ut reììnquamus duo memoria man» danda , & adfidtte diligenter cogitanda omnibus , r^iìte pbilofopbari cupiunt , quorum unum e fi , Ubicumque, & quot» Cumque Dialettici, Metaphyfìcique funt , ibidem , & totidem effe capitales . veri i latti bofìes : alterum vero » Quandiu in fcboiii pbilofopborum regnabit, Ari fio - rrtex 7/te Dialetticus , Ó* Metapbyftcus, fonditi in eis & falfitatem & barbari - fi» „ fi non lingua & orit , at perocché la Digitized by Google «47 la Pitagorica > nomavafi Italiana } ila Platonica per efler egualmente Pitta* gorica non potea (limarli , anzi piut- tolto dottrina , e Capienza > tche •Filo* fofia, come dipendente da quella de* gli Ebrei. La Stoica poi , Epicurea , o (ìa Democritica riguarda più la Mo* tale , e il regolamento de’coltumi .che altro. E quella d* Arinotele io 'fon per dire edere la medeiima con quella d* A ree fila, (limata la più enorme ; per- chè quelli malamente (i ferviva della Platonica , infegnatagli da Crantore Platonico t imbrattandola co* (odimi di Diodorot (ottilifiuno dialettico , e col mutabile» e fuggitivo di Pirrone* acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che dicealì di lui » come narra Plato > 'ex pojìerioribus Pyrrbo * ex mediti Diodo • rui ; E (eguitando Eufebio (ledo » cosi parla di lui : H/c autem fubtìlìtch tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus erat , . & Pirrbonis ratiocinationibus Pia* tonte am eloquentiam feedavit ■ , & modo K a toc y / I I > «I * qua ! pria ! aflruxerat , confutare . Erat igitur Hydra capita fap proprio enfe amputanti nec aliquìd habem utile » , nifi quod libenter > & audiretur , & videretur . E dell’ of- curità , e ftrepiro di parole , di cui fon pieni i libri d’ Arinotele con ter- mini vaghi , e generali , in modo che appena rinvenire fi poflan due , an- corché fuoi feguaci , e Tettar j , che convenir fappiano in un medefimo fen- Digltized by Google fentimento ; ecco il P. Malebranche come ne fa chiari/lima testimonianza: Quamvii cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am fc docere adfeverent & autument , vìx tamen duo reperientur , qui circa ejat fententiam inter fe conjentiant ; quanti, am revera /iriflotelis libri adeo objcurl funt , totque fcatent termini t vagit & generalibui , ut eorum opinione s , qunC ipft maxime adverfantut non fine verift- milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In non- nulla illìus operibus quidlibet ipft adfcri- bere lìcet , quia in ijs ntbil pene dicìt t quamvts multa magno (Irepitu deblate- ret : quemadmodum pueri campwnas fo- ndu fuo quidlibet dicere fingunt , quia campana ingentem edunt fonum , nec quicquam dicunt . ' \ Quindi non fenza roSTóre de’ me- desimi Ariftotelici Gio. Sculero nell* Orazione per cosi dire inaugurale , eh’ ei fece intorno al riftauramer- to della Filofofia con quel princi-’ pio-: . ‘ i diffe : Quid magli noxiura Cbrijlìanre }uventuti Cógitarì fot e fi , a tenerti audire ? Quid periculoftus quarti tene* riniti eofum animiti > qui ad majo » ra defìinantut , & qu bui > juo tempo • re > fine ReìpubVtca » fitte Eoclefue ad L tninìfiratio committenda , talia , in fi ahi» lire , aperte Tbeologis Cbriftian qui ex prafcripto propri t inftitu- tì \ five ex adfeSlu erga praceptores. certi! opinionibui adharent , omnia fe- cundum illos dtjudicanl , quacumque auEìor ìtale y & demonflratione po fi b abi- ta , ad eafdem trahentes quidqutd au- diunt i qmdquid ìegunt . Il che fo al- mamente difpiacque ancora a Rodol- fo Agricola , uno de’ primi - letterati del fecolo pattato, (*) che di tanti FU lofofi 'dell’ antica età era folamente - • * ■ * ■ * * 4 ri- • * • » • m 1 , -»«. % • * • * »• » •> * , (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il Signor Valletta { criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun- tò : ma veramente Rodolfo Agricola non toccò plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché nacque Tan- no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite- mio • * v Ci u * ir tì ì 1 • f y v» A' r (■ ’i I Digitlzed by Google \ t I 'I Jil f :n ; -ib, pra coftui muore T ultimo Audio de*, vecchi . ... Ecco le Aie parole ? Quid de Ari ftotele die am ? hic gnìm prope* modum [ohi omnium prife a alati! Pbi- ìojopborum permanfit in manibui : hunc [ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur , attìngunt : hunc .primum pueri difeunt buie ultimum jenum jl uditi m immori - tur : hunc artet omnei , omnia fiu* diorum genera terunt , trahunt,, dif* cerptmt . Ma non già dopo che il Cartello aprì, il vero fentiero al mi- gliore , e più certo modo di filofo* fare;, che ad un Criftiano convenga*. Come ugualmente tutto ciò fu con» fiderato dal dottilfimo Vanhelmon- zio , dicendo ; Jndignor & merito » quod ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado » lefcentet male ìmbuant . Lamentan- doli egli fra 1* altre cofe , non ben Digltized by Google / convenire la definizione pi che Ari* Itotele diede all* uomo chiamando- lo Animai ' Rat tonale ; , ■ • non avendo egli conofciuto la Tua creazione > nè T effetto d’ ella ; e perciò 1 , dice il fud« detto autore malamente fervirfène le * • fcuole Criftiane Vituperai am ìtaqttc definitìonem exìfiimo t qua homo Ani * mal rat tonale , vel e a effenti ee defcrì- ptione depìngitur . Siquidem ex ulti • mato fine dejìinationum . proprietatibus in creando - dejiniendut erat , fi .finii fit cauffarum prima ex Arinotele . Qua- propter nec hominii de fini fio e fonte Pagani f mi mendicanda erat ì qui ere* ationem , ejufque fines piane ignora* vit , Così egli defìniendolo ; Homo ergo eft creatura vivent in corpore • per. a rum am immortalem oh honorem Dei * fecundum lumen » &: ad tmaginem Ver- bi . Quando Arinotele -diede una definizione all* uomo che nulla va-» le » - non 'Vedendoli in quella nè crea* tura di Dio , nè immortalità dell* anima , da ‘ effo lui affatto negata * Digitized by Google *54 come Cerna verun dubbio l’ affettano Ciucino nella Parerteli , Teodoreto nel Libro della natura dell* uomo , Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani- ma Origene in più luoghi delle Tue Opere, Gregorio Nazianzeno nella dif- puta contro Eunomio , il Cardinal Gaetano nel Trattato deli’ Anima , Plutarco y Galeno , ed infiniti altri fcrittori profani . Per lo che non fen* za ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é- to f dicendo nel Libro delle Ptefcrizio- ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo, J Qui illis Diale Che am inHituit , artifi - eem (Intendi , & defiruendi verfipellem t in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit nec t allietate Panos - , oec ar* tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu - jus' sentii , & terra domenica > . nativo • que - fenftt Jtalos iffoi > & Latìnot $ fed pktate , ac religione , atque naiionel ’• que [uperavìmus . •• ’• • :i E finalmente eonofeendofi ancora dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele ef- li •* * è 1 > : » f r f Ì-1 h È i l - i Ir À , • I f ./■» t •1 a # • i li I Digitlzed by Google t5* eflere in pregiu diciò della religione , fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de- gli Afrnonei ( come fi legge nell* irto- ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma- le diti us qui docet filium fuum Pbtlofo- pbiam G rac am . : Il che vien riferito ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li- bro Vir fapiens . Quindi, non fia ma- raviglia , quando leggiamo preffoCle- mente 1’ Aleflandrino , Grata itaque • Pbilofopbia , ut alti volunt , a Diabo- lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la venuta del noftro Salvatore, ancorché * empj , pur dannarono la Filofofìa d’A- riftotele ; perocché avendo pubblicato il Re Moisè un Libro» a cui diede il titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato, dagli altri Dottori d’aver corrotta la loro religione » per aver in effo pur troppo mefcolata la Metafilica d’ Ari- flotele , come narra il P. Si mone nel fupplemcnto al Libro delle cerimonie/ e de’coftumi de’ Giudei di Leone Mo- dena .. Ed io in finendo dirò di lui con il gran Pico della Mirandola ; *57 Mali prtnctpiì finis masut . Da turco ciò , che fi è fin qui rap* portato , potrà la Santità 1 V ostra pienamente avvifare quànto fian da ri- prenderti co fi oro , ì quali ardi (cono di biafimare quefta Filofofia , che mala- mente chiaman moderna , e nuova , e dannarla come fcandalofa , e mala - r quando finora nè la Santità’ Vostra* nè gli altri fantiflìmi Pontefici antecefi» fori * hannola giammai penfiata con- dannare . Anzi il contrario leggiamo riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI» in una Bolla ; ciò egli è * . che niuna. cola tra filofofanti , ed altri , che fico- lafiicamente fi contende, giammai fi' danni o in difiputando* o fcrivendo , o in pubblicando , che pria dalla Santa Romana Chiefia condannata non fia ; Ma quando anche ciò non fofie , qual furore , o fpinto dii zelo ijpinge tant* oltre, cofioro ad incagionar coma- rea * e mala una Filofofia * che ha per au- tori uomini cattolici , • dabbene , e di integrifiìma vita ; avendo per lo con* x$8 trario la lor Filofofia per autori fio. mini gentili , e tra gentili i più per- vertì, e federati ? Qual ila (iato già il lor Padre Arinotele, e di che coftumi l’iftorie de* Greci, e de’. Latini ne fan piena , ed affai- ampia tedimonianza ; Quai fentimenti , e quanto perniziofi sì alle Repubbliche , sì alla j religione, che a* Tuoi tempi lì tenea tra Greci , egli lanciato abbia a’ poderi la San- tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a quello , che per 1* autorità d’ infiniti fanti Padri , e di molti altri autori pro- fani fi è riportato, porrà benignamen- te giudicarlo., Non evvi Tanto Padre, che per otto e più - fecoli riprefo - , e biafimato non l’abbia , nè mai leggia- mo , che alcuno l’abbia feguito, o fia dato così dettamente legato alla di lui dottrina , come tuttavia fon codo- ro. Dottrina veramente tre volte per- niziofiflìma , madre, e fonte di tante e tante erefie + che per tanto tempo didurbarono. ed affliflero la Chiefa , e di Crido la vede lacerarono . E fe .. : rifor- 159 riforgefle il gran Bafilio, quanti equa-' li de’ noftri tempi riprenderebbe più fortemente, che non fece ad Eunomio^ ed agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j t - quali giuravano Tulle parole d* Arino- tele, come full* Evangelo > e pofero in ifcompigtio la Chiefa d’ Oriente? Che diremo degli Atanasj, e degli A leffa n* dri Vefcovi d\ Aleffandria ? . Quanti Crilìiani taccierebbono d’ Arianifmo, yeggendogli così attaccati ad Arinotele, onde Tempio Ario prefe Tarmi , e le faettc contro del Verbo ? Non farei per mai finirla , fe voleffi addurre par* titamente tutte Terefie , • che da’fegua* ci d’ Arinotele fono fiate indotte nell» Romana Chiefa per tanti fecoli , e di giorno. in giorno van riforgendo. Baffi fol dire , che da fei , o più. fecoli tut- ti gli errori fian venuti da oriondi per così dire , e figliuoli del grande Aride* tele ... i ' « • Ma fliafì pur colla fua pace Arido* tele , con quella pace , che nel più cu- po dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar > fi può i6o fi può- Siali ' flato Arinotele non tan- to federato ; anzi dirò più , fiati (tato uomo dabbene, avvegnaché gentile ei lì (offe . Sianli Santi tutti gli Arifto- telici, i quali hanno avuto , ed hanno il nome di Criltiano . Siali la lor dot- trina ottima-, e di niun pregiudicio j non però avrà che far nulla colla no- Itra l’anta' religione nè di buono , nè di malo . Siali io dico , e ridico la lor dottrina profittevole in ifpiegare gli ar- cani della natura , la natura delle pian- te » degli animali , e che lo io ; non dovran perciò biafimare tutte 1’ altre Filofofie , eh’ eglino non profèlTano , quando quelle niuna cola infegnano , che contraria lia a’ buoni collumi , al- le leggi naturali, ed alle leggi di Cri- Ho , e della Chiefa . Coloro, che rin- novate l’hanno tutti fon già morti cat- tolici , ed in feno della Chiefa , lenza veruno fofpetto , quantunque minimo d’ erefia . E* conceduto , che in qual- che Libro d’ alcun Filofofo Criltiano vi folle qualche opinione » chiaramente con- rii 'contraria alla verità della religione , fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla Chiefa di condannarla . Potrebbe!! pe- rò ( parlo pieno di rifpetto, e di zelo, con quella riverenza ed ubbidienza , che lì dee alla Santità* Vostra , ed alla Santa Chiefa ) dìdimamente con- dannare quella opinione eretica , ovve- ro fcandalofa > come fece per molte dichiarazioni AlelTandro VII. ed altri Pontefici ; e non ributtarli tutto il cor- po d’un libro , il quale lì compone d* infinite, e varie opinioni , delle quali la maggior parte niuno attaccamento ha , ovvero dipendenza colla verità del- la fede. Così leggiamo Origene , e Tertulliano lìcuramente , avvegnaché ambedue in molte co fe lian traviati , come poco ollervanti della nollra reli. gione . Così leggiamo ancora ' San Ci-' priano Martire , quantunque folle fia- to d'opinione , che i battezzati dagli eretici lì doveflero ribattezzare ; laqua- le poi fu dannata dalla Santa Chiefa' per mezzo d’ un Concilio > come an« L co. 3 \ * 6 » cora tanti altri errori di Lattanzio >d* Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir- to nelle cofe di tanta importanza » cioè nella Teologia , potrà ancora efler-Te- / cito nelle Filosofie , le quali van de- correndo femplicemente degli arcani della natura . Il filosofare , Beatissimo Padre , fu Tempre mai , conforme s* è dimo- ftrato , libero , e permefiò a chi che fia , purché contrario egli non fia alla religione > alle leggi umane > ed a’ buo- ni coftumi. Non han cofa gli uomini» che fia più lontana > e men foggetta al- le poteftà terrene, che il loro Spirito. Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e quando fi veggono rapire la libertà de* loro penfieri ; perocché tanto è toglie- re la libertà del filosofare ,■ quanto è togliere la libertà dell’ opinare ftefTo, non effendo altro le Filofofie che opi- nazioni * Quindi è, che coloro, i qua- li per dura legge delle genti fono fchia- vi delle altrui volontà > pur fi riman- gono liberi nelle loro opinioni , ed i lor pa- e Digitized by Google padroni > i quali han poteftà della lor vita, non poflòno difporre de’ loro li* beri fentimenti . Solamente lo fpirita dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av- vinto , elfendo egli folo la prima veri- tà per elfenza , la quale non può giam- mai nè ingannarli , nè ingannare ; ed iòdi poi ancora la fua Chiefa > la qua- le ci favella da fua parte , toccando a lei d’interpetrare gli oracoli , ed arca- ni di Dio . Indi quella ubbidienza del- la nollra ragione libera all* autorità Divina fu fempre giudicata da tutti la prima , e più grata vittima , che noi dobbiamo offerire a Dio. Il facrifizio certamente non è egli fanguinofo , è ben però il più pregiato , e caro ; pe- rocché conduce gli fpiriti nollri , na- turalmente di ripofo impazienti a sì felice fervi tù , principio » e mezzo d* ogni nollro bene, e falute • Perchè li dee in ciò ufare grandilfima diligenza, nè legare sì llrettamente quello nollro libero arbitrio in cofe , le quali poco , o nulla montano ; perocché potreb- Lz beli befi temere di qualche rivolgimento , o per così dire temerità dal vederli sì ftretto , e incatenato . Oltreché po- trebbeli da ciò dar luogo di penfar malamente , che la noftra fede dipcn- deffe da’ principi delle Filofofie, e che la noftra religione » ed Arinotele fot fero sì Erettamente uniti , e me (cola- ti , che 1' una fenza l’altro non polla da noi crederli. Sarebbe ben tre volte incollante la noftra fede , fe ftabilita folle fopra così balle , e poco (labili fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni, ed alle frafche de’ Filofofanti . La ve- rità vien ricercata si dalla Filofofia ,• ed è Hata ricercata già per migliaia d* anni ; ma non giammai però è Hata ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo- luto lafciare il Mondo all’efercizio in- nocente delle Filofolie , ed all’incerto inveftigamento delle cole naturali , e però alle difpute . Mundum tradidit difputation'tbus eorum. Conforme anco- ra va dimoftrando San Gregorio Na- zianzeno in un difeorfo, ch’egli detta delle / . *65 delle dìfpute. La Teologia fola ha ri- trovata la verità, perch’ella fola s’ ag- gira intorno alla vera luce , e prima 1 ferità , eh’ è Iddio , principio d’ ogni j noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo- flolo di non fapere altra cofe, cheCri- tto crocifitto. Quefla verità ritrovata nella Teologia altri non poffede , che 1 la noftra fanta religione , la quale quan- tunque contrattata , ed afflitta da tan- ti e tanti tiranni , pur fempre mai • vìttoriofa per tanti » e tanti fecoli ha trionferò , e trionferà per fempre più gloriofa . Veritatem ( ditte un autore ) Pbilofopbia quper ciò fare ha volu- to fervirfi ; perocché verfando quefte intorno ad una caufa , la quale al prefente fi può dir prelfochè comune, di comune , ed univerlal difefa ancora elleno pedono molto acconcia- mente fervire . . . Recando adunque le molte parole fue m una , quella nella foftanza fembra edere fia- ta T idea di lui . Egli ha come in due parti divifa tutta la Lettera , in una delle quali s* è ingegnato di biafimare, e deprimere il pia che ha potuto Ariftotile; e nell’altra lodare, e portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli ha depredo Ariftotile , comparandolo prima- mente con Platone , e inoltrando , che il principato tra i filolòfi è di quello fecondo; L 4 chc *6$ che da tutti i fanti Padri molto è flato cele* brato: che la fua filofofìa è la più favorevo- le, ed acconcia alla Chiefà cattolica ; e che quella d’ Ariftotile è la più contraria, e pre- giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare , che Ariftotile è flato 1* origine di tutte l’ere- fie.* eh’ è flato biafimato da tutti i fanti Pa- dri , e finalmente tutto quello ha raccolto , che può fèrvire di biafimo , e di vitupero di quello filolofo • Di qui è pallato a glorifica- re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e quali uomini e fiata la lita filofofìa appro- vata , e ricevuta : com’ ella s’ uniforma a’fen- timenti de’ fanti Padri : come ferve molto per difi reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af- fai. Onde porta l’incertezza di tutte le filo- fofie per cagione del corto intendimento u* mano , e porta Umilmente la libertà di giu- dicare , eh’ hanno gl’ intelletti nelle materie fìlofcfiche y ha concitilo, ellère molto da ri- provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile . C jntra il quale molte colè di nuovo adducen* do, e moltiflime altresì a favore di Renato, della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri- co ; finalmente conclude , effere forte da ri- prendere coloro , che ardifeono biafimare la filofofìa moderna , la quale non fido al paro coll’ Ariftotelica può andare; ma in oltre ad erta dee ellère antiporta , come quella , che dalla Platonica fi deriva , e per più altre lo* 4 i6$ di, ch’egli affai minutamente, e a lungo ya numerando. Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio- ne col medefimo fine dell* autor fuo , cioè a prò della moderna filofòfia , alcuna colà of* fervare; dico in prima, non effere molto da commendare Io ftabilire la difefa di effe mo- derna filofòfia fopra la depreffione d’Arifto- tile, e fopra la deificazione, per dir così, di Renato delle Carte . Quantunque volte un eccellente fcrittore ha occupato un poftocon- fiderabile nella repubblica delle lettere, non manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta- no , e di coloro , che lo deprimono fuori del dovere . Vero è , che ci fono ancora difcreti eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo feparando , quel prudente mezzo eleggono nel dar giudicio , che fecondo dirittura di ra* gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei addurre per confermazione di ciò: ma perchè fopra Ariflotile procede ilnoftro ragionamen- to , volentieri io non mi partirò da eflo. Per efempio adunque de’ glorificatori affettati di quello filofofo fia Averroe , il quale in que- llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do * Urina efl Stimma Veritas, quoniam ejus intei* lelhts fuit finis bumani intclleftus ; quare bene dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , & da* tus nobis Divina providentia , ut non ignori mus Doffibilia feiri . E nella Prefazione alla ..Fi- / I 170 Fifica; Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc Metaphyficam ) quia nullus eorum , qui fecu * ti funt eum ufque ad hoc tcmpus , quod efl mille & . quingentorum annorum , quidquam ad* didit , nec invenies in ejus verbi s errorem ali* cujus quantitatis , # ta/ew £// per quan- to egli raedefimo ne dice , venti anni interi fpefi avendo iti Squadernare i libri d* Ariflo- tile , anzi oracolo , che giudicio è da repu- tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago al libro JY. del fuo Examen vanitati* dottrir Tue gentium : Multa apud Ariflotelem erudì . f > tio , multa eleganti a fcribendi , inulta etiam , fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita* * - JLo fcrutinio fin qui da noi fatto di varj , c oppofti giudicj intorno al medefimo fog- getto formati, può fervir di regola nel giudi- 1 care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir gna nè alla bellezza della virtù, nè alia brut- tezza de’vizj lafciarfi cosi rollo ingannare , nè ' 2 1 - Digitized by Google I 7 i * ■ . . fafcinare in modo la vi (la , che fi travegga e fi finarrilca quel fenderò dì mezzo, per cui Tempre colla (corta della ragione dobbiamo proccurare d* incamminarci . Ma egli fi ritro- vano uomini d’ immaginazione tanto gagliar- da e forte , che poiché hanno fidato la men- te nella qualità d’ un oggetto , non (anno tanto o quanto fidarla per dominarne le al- tre - Conoro confederano ' le colè (blamente per quel verfo, a cui dal moto de* (oro fpi- riti fono portati , e di qui è, che o il bene folo , o il male precifamente contemplano » Quello predominio dell’ immaginazione in nelfun’ altra opera per mio avvilo meglio fi fcorge , quanto in quella de veris principiis , & vera ratione pbilofopbaudi di Mario Nizo- iio. Quello fcrietore avendo al principio con- ceputo della (lima verfo Cicerone, e vdeldifi credito per • Ari dotile ,‘a poco a poco s* è lafeiato condurre a tale , che nuli*- altro che il lodevole in quello , e in quello nuli* altro che il biafimevole egli vedeva . Gli è fi- nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche 1’ imperfezioni del primo roderò divinità , e le cole anche buone del fecondo fodero vizj , e magagne . Di qui è , che negli accennati li- bri , egli conculca ogni opinione, e lèntenzia d’ Arillotile, e glorifica ogni detto di Cice- rone ; per qualunque definizione anche de- bole , e imperfetta del quale, egli s’ ingegna di * di ritrovare principi , da cui fi deduce com* ella è giuftiflima , e vera. Quella lòrta di li- bri può efler utile per quelli , che all* oppo- fla parte fono dalla palfione portati / perchè fcorgendo nella lettura di elfi il rovescio, co- me fi dice , della medaglia , può avvenire , che s* inducano a dubitare di quello, che fi- no allora aveano tenuto per fermo . Per al- tro e T uno e 1* altro di quelli eflremi me- rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà ,che più i retti giudici impedifca quanto quello fv la- mento della ragione, a cui la fantafia ha tolto la briglia di mano,. Intanto la vanità, e lafu- perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat- to cibo , perchè o colla deificazione, o colla deprelfione altrui o coll’uno e l’altro inlìeme, fi fpera di potere llabilire la propria fama « Egli avviene nonpertanto , che la colà il più delle volte va tutt* all’ oppollo . Nulla è che minor imprelfione faccia nelle menti de- gli uomini, e che più agevolmente dimenti- chino , quanto quelli sforzi violenti : degl’ intelletti da troppo gagliarda immaginazione trafportati : non altrimenti appunto , che 1* azioni llravaganti , e inufitate de’ pazzi , ap- pena s’oflèrvano . E chi è egli , che fìlolò- fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di- Mario Nizolio? lo non ritrovo appena regi- flrato il filo nome tra i nemici d’Àrillotile . . Ma ritornando in via, dico, che l’autore di Digitized by Google ! di quella Lettera fembra effere (lato alquan* to tocco dal prurito y di cui abbiamo fin qui favellato , mentre con tutto lo sforzo dello fpirito s y è ingegnato di raccogliere il polfibL. le con tra Ariftotile, e dall* altro canto por- tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova facendo > e nulla intentato lalciando per ap- pannare, e far violenza agl* intelletti de’luoi leggitori . Per contraflegno della fila palilo* ne , anche dentro a* cancelli di puro racco* glitore degli altrui giudicj, offervifi il modo , eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere vio- lentemente contra Ariftotile alcune parole del P. Petavio, dette ad altro intendimento, anzi in propofito tutto conti ario. Quello Pa- dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago alla fua Opera de* Dogmi Teologici , dopo avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio , nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la filolòfia Ariftotelica , foggiunge al fine cobi: Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius in totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo* hgiécque conjortio univerfam Ariflotelis philofo* phiam tanquam Cbriflo irrvifam , & inimicami atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an- drinus in primo Stromateon > ut alibi memini - mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium paullo pofl purgabimus . Ora il nollro autore prende da quello palio quelle lòie parole ; Ari m Digitlzed by Google Ari flotti is j>hilofophiam tanquam Chriflo invi, fam , & inimicam i atque ab hofle illitis Dia. bolo profeti am ; e le porta come un detto del P. Petavio contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E chi non vede però che il prurito di conculcare quello filofofo ha fuggerito all’autore della let- tera una sì aperta , e abominevole ftorpiatura? E pure y fe per 1* altro verfo vogliamo ri- guardare e Arillotile , e il Delcartes , non ci mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a- prirànno la ftrada a deificare il primo , ed a deprimere , e conculcare ancora il fecondo , lènza nè pure aver bifogno di ricorrere a tali artificj . Ogni volta che uno fcrittore s’ha a. cquiftato un gran nome nella repubblica del- le lettere , e mafTìme per lungo tratto di tem- po , ’è pazzia l’immaginarli , che tutte le co- fe lue pollano eflère tee . Il buono làrà mi- fto col men buono , come di tutte l’ umane cofe , che perfette giammai non li videro j fiiole avvenire ; e però quelli , eh’ amano dì cogliere negli eftremi , troveranno in amen. - due le parti da làttollarli . Il punto Uà , che non lì lufinghino d’innalzare una fabbrica , che non polla eflère da alcun altro colle ilei* fe forze diftrutta , per non ritrovarli contra la loro efpettazione ingannati. Un altro, che riguardi lo fteflò oggetto dal lato oppofto a quello , che 1’ hanno riguardato efli , ritro- verà tolto gli liromenti da dilhuggere in quel* ! I 176 quella fletta fucina dov’eglinò gli avevano ri. trovati per fabbricare - Di quella difputa d’ Ugone da Siena, al tempo del Concilio , che fi cominciò in Ferrara , riferita dall* autor della Letteta, come cola inftituitaperefalta- re Platone, e deprimere Ariftotile, così nel., la fua Cronaca lafciò fcritto Filippo da Ber- gamo : Cumque Nicolaus Marchio , & multi in Synodo congregati pbilofophi excellentes ad - venijfent , cuniios in medium philofophia jocos adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ± Arifloteles fuis in Operibus contendere , ac magnopere dijfentire videntur , cdocens eamfe partem defenfurum y quamGraci oppugnandam ducer ent , five Platone m y fi ve alium je fequen - dum arbitrarentur . Lo fletto atteftano Enea Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione delF Europa , e Andrea. Tiraquello nel capìtolo XXXI. del libro de Nobilitate . Ecco pertan- to , che il fine d’ Ugone non fu V efaltazion di Platone , e Pabbaflàmento d* Ariftotile , come vien fuppofta : ma fi profefsò di voler difputare problematicamente , che vai a dire, difendere la parte impugnata , e per confe- guenza difendere o l’uno, o l’altro di quelli due fUofofì . Cosi il Concilio Lateranefe V. a torto vien portato alla facciuola 114. come difàpprovatore , e condannatore della filofo- fia Peripatetica nella Scffione Vili. Bafta fo- to leggere P accennato luogo per chiarirli , che f \ Digitized by Google *77 che quello Concilio non condannò nè Anda- tile, nè Platone, nè alcun altro filofofo in particolare : ma generalmente della filofòfia ragionando , proibì primamente I* abufo a que’ tempi introdotto di difendere nelle pub- bliche Tefi, che circa lo dello punto, quel- lo era da dire fecondo la filofofia , e quefto fecondo la verità : ovvero tal colà fecondo la filosofia e r a vera, che fecondo la fede erafal- fa . In fecondo luogo ordinò a tutti i Lettori pubblici delle Univerfità , chefpiegando i fìlofòfi, avvertilfero la gioventù degli errori loro , alla fede noftra contrari , -confutando* gli, e riprovandogli . E finalmente (labili , che niunCherico doveffe dopo io ftudio della Grammatica appigliarli a quelloodeilaPoefia, o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo- gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis Janlìif , & utilibus profijfionibus Sacerdotes Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia , & Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant. E tanto è lontano , che i Padri di quefto Concilio abbiano avuto in animo d’oltraggia- re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen- nate cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun- to che dire in contrario, fi levò fufo Niccolò Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^ Quod non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo - nerent Pbilofopbis difputantibus de veritate in - ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente M - Ari» Digitized by Google 178 ... .Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti fecundum verità rem tali* opimo e fi fai fa . Si- milmente di queir Aezio Vefcovo * che dall* autor deir Epiftola è rapportato come uno * che per troppo ftarfi attaccato alle Categorie cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e diventaflTe Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV- della Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc aiitem facit Cat egorii s Ariflotelis ( fic liber iU le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex quibus difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie- nti y ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio - telis feopus . Ille namque propter fopbifias phi* lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con - fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis fopbiflis dicavti. Itaque Academici * qui Pia- toni* y ac Plotini fcripta e L 9 immaginazioni belle piut- rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode , le quali fono fparfe per tutto il corpo del- la fua filolòfia y e che tinta di fanatifmo T hanno fatta comparire . I Vortici , che da fonti torbidi Italiani , come fono quel- li di Giordano Bruno Nolano , ha prefi il . Defcartes per far girare la fila tripli- ce materia ; fono colori , che poffono fer- vire a fare un ritratto di lui tutto diver. fo da quello , che ha fatto V autor del- la Lettera * Il Padre Malebranche mede, fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e approvatori della dottrina di Renato , co- sì lafciò fcritto nel libro ili. patte L capitolo» IV. della ricerca della Verità . Mortsù Defcartes era anch'egli uomo y fog - getto all 9 errore , e all 9 illufione , come gli altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope- re y non eccettuando nè pure la fua Geome* * tri a y in cui non fi a . qualche fegno della debolezza dello fpirito umano . Non bifo- gna adunque fi are alla fua parola ; ma leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci av~ vertijfe . Non fono anche mancati uomi- ni dotti , i quali hanno fatto vedere , che Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede , i8i cd è contrarla a molti dogmi cattolici - AI- cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere- fie di Pelagio , e di Neftorio : ed altri , eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e all* Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo- fto a quefli tali , e che vi fi rifponde. rà : ^ma quello appunto è quello , che il di fopra da noi detto conferma , e che moftra quanto agevol colà fia o, ecceder nella lode , o ecceder nel biafimo , quan- do non s 9 ami di fidar V occhio che o ne* fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem- bra adunque , com > ho detto , degno di molta lode il difegno di ftabilire la difefa della filofofia moderna fopra le lodi , el* efaltazione di Renato Defcartes , e fopra i biafimi , e depreflione d * Ariftotile , fic- oome fopra un fondamento , che fi può di- ftruggere con quella fteflà facilità , con cui s è innalzato : e per mezzo del quale , fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a flabilire quello , che V autor filo medesi- mo in alcun luogo con molte parole s 9 e ingegnato di diftruggere , cioè il farli fè- guace indivifibile d* alcun filofbfo partico- lare . Ora diciamo alcuna cofa della principal ra- gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian- tato la difefa della filofofia modèrna ; la qua- le fi è , che derivando ella dal fonte di Pia- rvi 3 «o* iS z tone, fìlofcfo fupcrioread Ariftotile, appro- vato dagli antichi Padri, e riconofciuto come molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol eflere riprovata , maflimamente in confronto dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è J }a* fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa di tutte V erefie. E quanto al primo , cioè quanto al prin- cipato ,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif- ficile, molto dibattuta, e da niiino per anche decite quiftione ha prefo a diterminare il no- Aro autore , augnandolo al primo • La dif- ficoltà di tal decisione procede , che molti ef- ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo , amendue ancora hanno le loro imperfezioni. Secondcchè pertanto fi vogliono riguardare sì nell* uno, che nell* altro più quelli, che ques- te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote porre V uno all* altro. Ma per quello , che riguarda il fecondo y cioè quanto al far ufo dell* uno, o delP altro nella Teologia , e nelle cole della religione , non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo- mini dotti qual fia da preferirli . Se per Pla- tone fta P ufo , che moftrano averne fatto i primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile va privo in tutto di fimi! pregio , mentre al riferire d’Eufebio nel libro VII. cap. XXXIL della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an- che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif- pJea« plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle- mente Aleffandrino lib.V. Stromatam, riferita, che Ariltobolo con molti libri provò, la (liofoba Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri Profeti derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp* pìonem , infieme col mentovato Eufebio nel lib. IX. cap. V. de preparatane Evangelica , recano un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da cui fi fcorge, come quello filofofo, eliendo m A- fia, tenne lunghi, e fciendfici ragionamenti con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol. te belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con* tenute . Anzi fu opinione d’alcuni , che lo «el- fo filofofo , avendo avuti per mezzo d Alelìan. dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac- coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono fra moderni ( lafciando per ora da parteltare i libri de vietate Arijlotelis , de f alate Anflotchs , ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra la Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in- segnarono a tutta lor polla di moftrarc, eh e- alino pattano d’accordo , come Giorgio Trape- zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco, ed altri . Sopra così fatta lite pertanto a muno , s’ io non vado errato , difpiacerà il prudente giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen- te dall’autor del la Lettera il maggior ornamen- to della famiglia Domenicana. Divo Augufli , wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de loets Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom Enea Gazeo , di Teofìlo Patriarca d’ Antio- chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio Ce- fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze- [ no , di Girolamo , di Crifoftomo , e di Teodo- reto, ne’quali, tutti concordemente biafima- no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co- me quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva dato palcolo, e fomento ad infiniti errori , ed erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli non i Digitlzed by Google f 188 non è l’unica cagione di tutte V erefie : ma Platone fenz’alcun dubbio, in quella parte lo fupera, ed è flato guardato di malocchio da* Padri; e l’ accollarli , ch’egli fa in qualche modo più a noi , è ridondato in nollro mag- gior pregiudicio . Di qui fu però , che negìi ultimi tempi , quando Giorgio Gemillo , il Cardinal BelTarione , il Cardinal Gufano , e Marlilio Ficino illullrarono , e fecero rifiori- re la Platonica limola, quali tutti nonpertan- to {limarono miglior avvifo, o almeno minor pericolo, attenerli tuttavia ad Ariflotile. Sen. tali lòpra ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran- celco Pico Mirandolano , il quale nel libro 1 V. capitolo IL del fuo Ex amen vanìtatis dotivi, ttee gentium , in quello modo lafciò Icritto. Alti nihilominus , Platone poflhabito , haferunt Arifloteli , exiflimantes illum noflr & exatìe, fed in comuni defumta ) prxbere aditum faci - lius po/fit , quam Arifloteles , qui rationibus , non fide , foleat plurìmum & fere femper inni - ti . Ma il talento di avvallare Ariflotile , e cacciamelo del mondo , e della memoria de- gli uomini; non ha lalciato Icorgere all’ au- tor della Lettera, non dico le lodi fue ; ma nè Digltized by Google nè pure i biafimi, «Squali i medefimi Padri ne’medefimi luoghi, in cui nello ripigliano, » anche il fuo maedro fogliono non punto di- verfamente trattare . Per cagion d y efempio nel capitolo XJ. del Libro intitolato Regala Monacharum , a S. Girolamo già attribuito , fi leggono quelle parole ; Attende , & tu fa- tuorum fapientum princeps Arifloteles . Elleno però fono Hate tolto notate dal nodro auto, re , e nella lettera aliai avidamente inferite : ma queir altre: Verum non fine labore didicu ) fii tuam Japientiam fatuam Plato y folamente due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine; Non banv fatuitatem doéìijjimam Athenis Plato didicit , non Arifloteles y non Anaxagoras > non cete - rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita non fono Hate avvertite da lui , nè notate , non altrimenti, che feo non iforitte, o rafe, e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo, che dopo quel detto da lui in difcredito d* A- f rillotilc recato , immediatamente al medefimo . filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi mil- mente, non fo come, c tolto agli occhi del nollro autore? Et fi fueris abfque dubitano, ne prfdigium , grandeque miraculum in tota na+ tura y cui pene videtur infufum , quicquid naturai iter efl capax humanum genus , 43c. Le quali parole anzi della foiocca abbjezio- > ne , e viltà del Chiofatore Arabo, che del- la gravità Geronimiana tenere mi fcmbra- no ► Digltized by Google r 190 no (*) Vero è però, che da tutti i Critici efl fendo coiai opera da quelle di Girolamo fe pa- rata , e come lavoro di più baili tempi , non fu* (*) Averroe nella Prefazione alla Fifica 4 parlan- do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in indi- viduo uno tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa- re , che corrifpondano qtìeft e parole : Si fuerir ab - fque dubitation e prodigi um 3 grand eque mìraculurn in tota natura . Averroe ancora fopra il libro JL della generazione degli animali , così lafciò fcrirto : Lau* demur Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in perfezione 5 appropriavitque ei vltimam dignità tem bumanam ò quam non omnis homo pottft in quacum - que £tote attingere . Alle quali parole s } accofta- no ùmilmente quell* altre : Cui pene videtur infu - fum , quicquid naturaliter efl capax bumanutn gsnut . Di qui fi può formar conghiettura , che cotal Li- bro non fia flato feri ero prima del 1150 , in cui fio- rì Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e parecchj veftigj di fcolaftico , e Parigino idioma , che vi s* incontrano y e che pofTono fervire per confermazione di quello 3 maggiormente ancora tutto ciò fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo* Do nel capitolo X. Ut quafi quorundam pbilofo - pborum videretur in eis verificavi opinio , qui unam ponunt in bominibur univerfir animar» folam . La qual è opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor- tato Averroe mefTa fuori e difefa , impugni 3 da S. Tommafo,e finalmente condannata nel V. Con- cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè per . altra parte nel capitolo XXXIV. , e XXXViU’ dell* accennata opera fi fa menzione del pranfodo- po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è nella Chiefa confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5 perciò potrebbe argomentarli 3 che il Libro non fof- f Digitized by Google . *9i fna giudicata * (**) non era da farfi arma fuor di ragione contra lo Stajprita del nome d’un tanto Padre . Ben piu vantag- giofo e per V autore della Lettera , e per la verità flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope- re i veri '(entimemi di sì gran Santo intorno a ciò rintracciato , e quafi fpigolato avefle , mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto- tile dal glorificato Platone non mai guari lon- tano ritrovato avrebbe - Come (opra il capi- tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato- ne m : Arifloìdis revolve verfutias y & proba - bis verum effe quod dicitar : labor flaltoram affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi. al- tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y & Platonem videantar fimplicitatern Ecdefi e fin dove fi debba fèguitargli • Poflòno è vero accodarli f chi piu , e chi meno a* dogmi della noftra re- ligione , fecondo i fonti da* quali attinie* ro le loro cognizioni ; ' ma non è però giammai da fperare , che ferifcano il fe. gno , perchè le tenebre , nelle quali vi- veano , loro non permettevano d y arrivare tant* alto . Altro dunque non fi può in /quella parte , che com piagnere la mifèria, e infelicità loro : per altro il biafimo , e la lode non ha propriamente luogo fòpra elfi ,?fe non quando fi confiderano • da fe, come puri filofòfi , e fèparatamente da* do- gmi de* Criftiani. T Ora palliamo a dilcorrere brevemente dell* idea generale , che P amore della prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha divifato > che la difefà di Renato Defcar- tes fia la difefa della filofofia moderna , e la condannagione d* Ariftotiie fia la con. dannagione cella volgare. Incorno a ciò è da avvertire , che la mo- derna filcfòfia non è in modoconftituita dal- la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e N Mo' Digìtized by Google 194 Moderno fìa la medefitrià cofa. E 1 ben vero, che non fi può eflère Cartellano lènza eflère ancora Moderno; ma non è vero, che non fi pofla eflère Moderno fenza eflère Cartefia- no , Per la qual cofa la filolòfia Cartefiana fi ha alla Moderna , come la fpezie al gene- re. Ancora è da notare, che avvegnacchè la volgare fiJtfofia abbia voluto unicamente ac. taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi ella lèrvira per intenderlo dell* ioterpetrazioni de- gli Arabi , i quali per l’ignoranza delle lirt^ gue, e per mancanza d’erudizione, peflima- mente 1’ hanno iotefo: nè lette avendo gli Scolaflici quefte interpetrazioni nell’idioma , .in cui da’ loro autori erano fiate fcritte ; ma dall’Arabico trafportate in Latino , o come alcun dice , in Ebreo dall’ Arabico , e po. fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ; può et fere per ciò aflai facilmente avvenuto , che la mente d’ AriflotiJe per lo diritto intendi- mento prefo , fia del. tutto oppofta a quella degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola. Ilici a quella d’Ariflotele. Ora di qui ne fé- gue, che come vituperandoli, e condannan- doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe- rerebbe , .nè fi condannerebbe il Defcartes ; ' così per l’oppoflo lodandoli, e difendendoli il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino , nè fi difendano i moderni . Similmente fi c- come vituperandoli , e condannandoli gli Sco- la- Digitized by Google lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè fi condanni Arittotile • cosi potrebbe dare il calo, che vituperandoli, e condannandoli Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con- dannaflèro gli Scolatici , eh’ è quanto dire la filolòfia volgare. E* ben vero però, che quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e preffochè imponibile ; perchè non è da cre- dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten- dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma piuttotto piggiorato affai ; cosi il vituperare, e il condannare Arittotile pare , che provi molto quanto al vituperare , e condannare la filolòfia volgare . Ma per 1’ oppofta {ra- gione il lodare, e il difendere Renato Dett cartes non pare, che provi tanto per quello^ che fpetta al lodare , e difendere la filcfofia moderna;.. . Perbene adunque, e acconcia diente difen- dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me* ftieri cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon- tà ^.o difetto del quale, la lode , e il bia* fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora quello , che fembra la filofofìa moderna conttituire , e alla volgare degli Scolali ici immediatamente oppofta; renderla , fi è lo lcotimento del giogo Peripatetico , e di qualunque altro particolar filolòfo ; e la pura ricerca della verità. dove , e in qua- lunque luogo ella fi fia . La ichiavitù nel. N * la 196 . . la quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani* ino baffo , e fervile , avevano pollo il loro intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper- tutto fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^ tutto difufa , e inoltrata , ed avevano cbbli* gato tutto il mondo a non filofofare con al- tra mente , che con quella ' d* Ariflotile • Avvegnaché fopra infinite quiflioni di filo- lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo- fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia eglino s* erano immaginati di làper tutto ♦ Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio- va n Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem pkrique omnès arbitrobantur . Quella però è la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui. ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men- te d’ Ariflotile,' che a ricercare la lidia veri, tà della colà . Molti hanno incominciato a riflettere , che quello era un travaglio molto penofò , e che il frutto non -iftance era aliai tenue. Hanno offervato, che per quella via, al più non fi’ poteva venire in cognizione che di quanto fapeva Ariflotile , che vuol dire di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che s* avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar- ti al tempo de* primi ritrovatori • fono Tem- pre comparlè rozze , 19 7 tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo- erito, e d’ Ippocrate , molto fi làpeva per squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del tempo era venuto anzi perdendo che no, e le fet- enze s* erano piuttolìo abballate , e o Taira te, ^he illuflrate, e innalzateli , com’era di ra- gione - Conchifero adunque , che quello mo- ■do di filofofare degli Scolatici èra irragione- vole , e barbaro , e non tendeva ad altro , che a coprire tutto il mondo d’ una miferabile i- gnoranza, mentre , come avvertì anche Sene» .Qui aitimi fequtiur tiibil inventi , imo ne* que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il pri- , che a’ adpprò a trarre la filofofia del mi. fero fervaggio , in cui li giaceva , inoltrando èllere lecito fentire diverfo da Ariftotile co* duci tre Libri Diale Elie arum difputatwmm , che fcriflfe a ^quello fine . Anche .Giovati Francei- co Pico Mirandolano ne’ tre .ultimi Libri del fuo E* amen vanitati s dottrina gentium , molte colè difputò contra lo lìdio filofofo ; e mol- te altresì ; Lodovico iVives ne* fuoi Libri de cauffts corrupanrm artium , per non dir nulla delTelefio, del Patrizio i e d’altri fomiglian. ti ,ii quali pure tennero la ll'eflà via . Die* tro le velìigie di coltoro Galileo Galilei in Italia, e Prancefeo Barcone, in Inghilter- ra inftituirono Un modo di frlólòfare libero, e del tutto oppolto, all’ antico. Scola Iti co, e gittarono le prime fondamenta di quella ft- r«o n ? • ■ io. t98 lotcfia che fi chiama Moderna/ non perchè fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari po. Iti in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli uomini ragionevoli altra via non hanno mai tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo ? in. fezione orribile , e univerfale degii Scolaftick iqtiali amava n meglio di fcioccheggiare coti Ariftotile, che con altri tàggiameme'iditcop* rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria, eipj fono fiati felicemente richiamati , e pa. fti in ufo da moderni . Aperta cosi Ja fi rada da queftì due nobili, e valorófi ingegni . « primo de* quali fu il primo ancora , che chia. mo in ajuto della filofofia le Matematiche, e che con profpero avvenimento Je v’ intro- dufie; comparvero ben tofloCartefio, e Gali , do ?r, r £ na . altri ec. celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì diverte ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e cosi fatto utile recarono a tutte I» altre arti , e fpecialmente alla Medicina , che ben fece, ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e miterevole fia la condizione di qpefti aridi , f d, g' 1 ™ d* Ariftotifc ; e quanta fia la necetfita di battere altra via per ben fìioi babugemus in Italia Galil quotiefeumque ipfi permittitur libere quo* cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen - ta in oppofitum defunty pracipue quantum ad pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus minufve . /. Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla- tim ac auttpfis innotefeit opimo 5 quacumque aliter fentiendi , aut fcribendi pr aclu fa facuh tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum fruflra tranfigitur , germanum vefligando prò* prii auttoris fenfum > fpeciatim in aliquibus con- troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit : III Hinc ea penitus non declinari y qua timentur abfitrda , hoc efl circa opinandi libcrtatem ; Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem quem- piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo - . i ntn - Digltized by Google tot tendo trabere , ita ut in eunlfis fihi patroci. nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis libe . rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re. .rum natura fentire , & quod fcrutanda veri, tati plurimum obefl ita jur are in verba dolio, rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li. eeat refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco Divi Atfguftinì norma m fequi cportet , adferen. tis , quantavis auiloritate , ac fanlìitate fulge. fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir. tnumque affenfum co folum effe prabendum , ? to rationes ejus illum a nobis extorqent . VI. andem Deum onice. effe , cujus auHoritati , nipote maino infallibili , fit tace fidendum. « I 3 4 t 1 » i INE. 0 •* • ) Digitized by Google :t \ 2O3 INDICE ; u • * * • M s i Delle cofe notabili , contenute nella preferite Lettera , . e -nell’; ; ; Offer vazione .■ M * * • » si pone in Dio. 84. gran fbfifta. 147. 148 AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8 . * 1 ?4- condanna Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi * : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9. pròBaMJifti . 95 venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda > fanti Padri .. 32; 35^4. 35. 154. 158. 191 da altri . 40. 41. 45. fuoi libri condannati . 35. 36. notato di gravi errori da’ Padri , ed r , altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori filo- . lòfi delia Grècia 44. fu chiamato in giu- *5 ^icio . 44. fuoi principi bugiardi . 44.; infa- mato da 1 fuoi feguaci lteffi ., 45-46. fe ve- nifle ora al mondo fi difdirebbe. 103. 104 c noniftimò di dover eflère norma univerfà- le . 107. e 1 origine di tutti gli errori de interpetri. i^.fwacrfcurità. 148. 149. è li ìóJò tra tanti filofofi,(:he fia ftudiatq, fxid ila V n izio ne deIL*iTOii\c> biajtj ma|? - 1* - immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica T fofìftica . 154. lodato affettatamente .169 flrabocchevolmente biafimato> 170.. 172 giudici retti fopra il medefimo . 171. non •%• • C Ano ( Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu- ì dicio del medefimo intorno a Piatone , . ; e jAnilotile. ; !.. 183 Capitone : fct raggiante i, ; ■ ... ; 106 Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io intorno al- , la filofofìa Cartefiana. . {, 120 Cartefto ( Renato ): lii che fondamenti pian- « tane il fuo fiftema - 53.. fiioi principi giu* ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57 «‘ fo*! 64 . 66. 67. 68. 70. fuoi protettori 64 ; 67. .converte la Regina di Svezia . 64. e . altri . 65. lupi fentimenti fi conformano v «> n que , de y Padri. 57, 58. 60. 1 14. 1 15 ; 116. n8. chiamato il refu gio de J cartoli- . • 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle univerfità Protettami . 70. fuoi nemici - 70. 71. 88. fiioi difenlòri . 71. 72. pone per primo principio il dubitare . 87-fua prote- it azione , $7. a ma d’effère corretto. 88. per- chè fine meditate una nuova, fflofofìa. 116 lodato dal P. .Merlènni . 118.119. s’uniforma fo’ftntimenti di Platone. 121. fuoi coltami. : Ì21. iiz. 123. giudicio fòpra il medefi. ino del Malebranche . 180. fua filofofia -difefa dalle migliori univerfità d’Europa. 61. ù Digltized by Google »Ojr 61. fi dee antiporte a quella d* Ariftolile. 114. è veramente Criltiana . 116. lodata. 11 9. prefagio del Caramuele intorno al* la medefima- 120. è tratta dalla Genefi • 121. perchè contraddetta da alcuni. 124 ha dato motivo a molti di dar in pazzie . ed empietà. 179. fuoi difetti , 'i8o. 181. U ha alla Moderna come la fpecie al genere. 194 Cartellano , e Moderno non è lo fteflq. 19+ P. C a fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna. 66 Caffi ni: fila oflervazione . ili Celfo: contrario a J a bolero. 107 CeJ alpini ( Andrea ) .* fua. (coperta. 109 P. Charlet : amico del Cartello.. • . 66 Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia . 126 è interpetre degli arcani Divini . 163. Ve- di Teologia . P. Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici- zia del Cartello . , ■ 67 Clemente ( AlefTandrino ): non iftimò, che i Greci fi giuftificafièro per mezzo della fìlo- lòfia. ■ .10 Cicerone ( M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo- Ito. 172 Cielo : (ita grandezza , materia , e moti igno- ti. • . . .• '• '>'••• ' 81 S. Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1 P.Ciermans : loda il Cartello. ■ - 68 Concilio Latermefe V. : filo luogo alla Seflìo- ne Digltlzed by Google to8 Tie 8. fplegato . D ■Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte- bracciata . 48. fua opinione intorno alla i . . • P- Detei: Cartellano . 62 Defcartes . Vedi Carte fio. Digiuno ■: fin quanto abbia durato nella Chie- *'• là il pranlò dopo Nona. 190 p. Di net ( Giacomo )ì amico del Cartello . • 67. 88. > Dio: è la prima verità. . 163 Difpute : la verità fogge da eflè . 5. fono un tormento degl’ingegni . 6 . hanno diftrut. * to la filolofìa . 87. 89. 90. altro lor pelfi- -■ mo effètto. 137. Vedi Filofofi i Perìpate. E Berardo ( Gio. ) difende il Cartello. 71 Epicuro : plagiario. 49- commendato da’ Padri . 49. 50. 53. fua filofofìa abbracciata. 48. 51. 53. anche da’ Padri . 54. 55. meri. •• tò della medesima . 49. 53. illultrata dal tiri) Sette. E Gal' . ; 209 v ; G^irenaiv T " - ; ' 5 ° Erbe : non fi fa la loro virtù •' 80 Ereboore : ( Adriano ) : Cartellano. ■ . 7 O Euclide: fuo detto ’ ; \ r \ * : f ’ 14 > Eunomiam: giurano 4 filile parole d’Ariftotile. - ^ 59 . , Etintìniicr: compagno d’ Aezio nell’erefia . 29 ‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r . 7 6 : è riprefo da ’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7* 77 .178 Eurìpo : fuoi vortici non fi fa donde derivi- ■ ' • 81 no*. « , . • .op * u:- t \ r r *jLvì r r f r *• » /i # ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* • 1 I • # 5 " Fabbri i abbraccia la fìlofofia Moderna. p. Farvagtie : difertfore del Cartefio. • 5^ Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic. • *'/», ‘ : v>- ! v . Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore dell In. '• cfuifizione. * * .. . .. . 34 Fìlopono X Giovanni ) .* eretico . ^ ' ■ 2.9 Filo fof are : è permeilo à tutti . -ir. liberta di •' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb- : bà avere.' • ^ ^ — ^*54 Filofofi'r contrari a fe medefimi .' 74. ton- ’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno. •' ... .-L 'i. a_ . 1 14 fri- • I • « » » « t “ « •. ?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole . • i-! o *J°» 1 Digltized by Google ZIO 330. dicono le maggiori pazzie. *3 1. fé. ne - può trar bene, e male per la religione , 19^ non poflòno eflère biafimati di queftó *191. • non bilbgna fperare , che parlino da Cri- tìiani. 193. biasimo 1 e lode quando abbia, luogo lopra euì. ' 19 ) Filofopa: commendata’ da’ Gentili ) $ da^Pa- dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^ : non è altro che opi nazione. 80. 162- non . ve n'ha al mondo. . 8 3. 87. divife in mille fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91 130. non abborrifce Je novità * 98. fogget- ta a nuove (coperte. 100. 101. ancella del. . la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata per efercitazion dell’ ingegno . 130. Jia avuto t. origine dajle fàvole de’ Poeti . 130. . non è . contraria a tutte le. favole. 131.nan.haan. cor trovato la verità. .,-y '^64 Filofofia Antica : fua / debolezza . j Hj-è up • giuoco fanciulldco . 199. Vedi Àrtjlotùc ~ y . 'Peripatetici t Scelffiiai • Fihfofià, ' Moderna : malamente n; ’4 • v - . 198 ‘ " j; - :l ;;;;i 51 Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di feguita* c re Ariftotile. 65. molti hanno abbracciato la fìlofofìa Moderna*. 66. 69 Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93 G indie io : norma .da tenerli nel. dar gfridició. .cr 171. noti bifògna dar negli cftremi. ■ 175 Giureconsulti : non fono così pertinaci , come v : i iPcripa tctìdl*;! f: >\ fi j . vui !;; .1,06.107 Giuflino ( Martire ) : convertito per mezzo -ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7 f. Grandamy : amico del Cartello . 68 O 2 Gran* i 212 . Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r S, 'Gregorio ( Nifleno ) fuo elogio. 53. Epi- _ laureo. . .. 53- 54 P. Grimaldi : abbraccia la filofofia Moderna. • L ^ • ^ ' t \ * ; , M • - » . • ■ \ • «•..*# t 4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V • * ' i »»•' #..*•> « y i » ♦ • f . r I * * % 4 \ * • I Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« % ’ Incendy: ne* monti , non fi fa come fi i-ì facciano. . • *:,. ' \ r . . » . ^ . »... » ir f-.' % » “ 1 . «ili i • » r - • r ■ ■» M ' • « 1 » t : ♦: io5 i Lampi : non n fa come s’ ingenerino. . ci. ; P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè. 57 , ? . S . • Stoici : negano 1 * opinarionì . 83. lofpetti ap- po i Romani. - * ' T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO prefagio in- torno ad Ariftotilc verificato a 120 ■Temiflio: eretico. ’ *9 Teologi: loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 ° Teologia : le novità in eflà fimo pericolofe . 98 ammeflè dagli Scolali ici. 164.133. è regina delle fcienze. 127. non ha che fare colla fi- , lofofia.127. 128. ha ritrovato la verità. 165 Icolallica non fi dee riprovareperchè fa ufo . • d* Arittotile." . » 7 ? Terremoti : non fi là come fi facciano . 81 Terra : ignoto fu qual baie fi libri , e quanto Ila grande. "8* Tejt pubbliche : loro abufo al tempo del V. Concilio Lateranelè . *77 Ticcùne: file {coperte: • ” ^ S. Tommafo ( d’ Aquino ) : come , e a che fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo lamento . * . * » • • , , 47 - ' • - _ Digltized by Google iZlO Tmricdli : .dio ritrovamento . . ' jio De Turne ( Simon ) : perchè acculato d* ere- fia. , ... 22 f • f V ' “ f*** j »' i • ■* ^ * • • ♦ I V ' Alla ( Lorenzo .) r Tuo penfiero appro- vato dalNizolio. 144. Fu il primo a li. re: nega Topinazioni. 83. fua fetta fofpetta appo i Romani. a 9 * i • | ' 12 FINE. Mi 2 cZ£/o2o « Digltlzed by Google 1 \ / t ' ’ \ ! « • k » / » - . *f .. t „ • », > « 4 ) * • ' • ' *• -Vr c. .. «- 'r*. *"• > *. • i i'* t •*... . *"ì r • ♦M' . • t •- W . ^ » • 4 » r V * • • . I • « i • } «vi », 9 \ ■' Wl { i *■ vii' ^ m «'.'i i • # . •% r • . • * f vi • a.« 4 4 « • w • ' ^ ► • * • - {•• * i»# » » * i «# i» • j, 1 . ì 9 ' r 4 » # fi . r • i , . « ff » » * l «. « fc li . A,' i A. ■T ' ? r :t t • % « « / ► . • r /*• # • (/ r* i t » Il / -5 : ^ 1 / « V I .r^A: V, w ( ' - t » c | <* . 4 « \ Digitized by Google
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