IS PUTAZ10NE UNICA
DELL’ ANIMO
DELL UOMO
DEPUTAZIONE UNICA
Nella quale fi fciolgono principalmente
gli Argomenti di Tito Lucrezio
Caro contro all’Immortalità.
OPERA
DEL SIGNOR
D. TOMMASO ROSSI
Abate Infoiato di S. Giorgio ec.
-J> fi D *-
All’ Illustrissimo Signor Marchese
D. LO RENZO
BRUNASSI -
. *§i*
IN VENEZIA MDCCXXXVI.
. Con Licenza de' Superiori .
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rw>5'*
!
•yr&Si fftm/rbr
Nil tam diffìcile eff , qtiiu qiuerendo
inveffigari poffìet .
Ter. Heautontim, A3, 4 . Se. r.
%
1
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ILLUSTRISSIMA
%
■9 ...
SIGNORE —
tv
Ella dimora , che
in quefta noftra
Città di Montefufcolo per
al - 1
kti
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alcun tempo fatta avete ,
tanti argomenti di virtù ,
e nel riguardevole Uffizio
di Regio Uditore , e in_>
tutti gli utti -cibila vita^
avete dati ; che in ogni
parte di quella ben am-
pia Provincia , la lode , e’1
nome voftro nelle bocche
♦ •
degli Uomini rifuona da
per tutto . Per la qual co-
fa io non folamente ho
dovuto rivolgermi verfo
di V oi ad ammirarvi , ed
amarvi con tutti gli altri ;
ma ancora ho potuto alla
de-
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degniffima perfona voftrà
alcun particolare oflequio
preftare : e fi il mio libro
dell’ Immortalità dell’ A-
nimo , che ora efee alla.,
pubblica luce, dedicare, e
confecrare . Concioffiachè
la V irtù fola di per fe, fen-
za dover altro cercare , fia
potentiffima cagione , per-
ché riveriamo, ed onoria-
mo colorò , che adorni ne
fieno: e più quelli , che nel
più alto feggio di lei col- •
locati veggiamo . Nel che
nondimeno , mentre l’af-
: ' • fe-
lezione dell’ animo rive-
. lente , e divoto ho fegui-
ta ; nel tempo medefìmo
all’ opinione del libro , e
I9ia?r ip cr e do a -baflanza
a ver provveduto. Percioc-
ché io non dubito, che-»
v quella mia Opericciuola ,
(qualunque ella ha) oltre
a’ confini dell’ Italia , ed
• oltre al ter mi ne d ella pre-
fenteEtà,inRegioni rimo-
te , ed a futuri tempi coll’ •
• autorità del tifone volo , e
chiaro nome voffro nom>
abbia a trapaliate. Gran-
de
Digitizécl by Google
de fermamente , e di gran
laude degna è la Virtù vo-
ftra , che fin dalla prima
giovanezza con perpetuo
tenore , belle , e laudevo-
li Opere ed alle private.,
pe rione, ed alle pubbliche
cofe profittevoli arrecan-
do, fi è dimoftrata . Nel
ti lumi di Giurifprudenza,
quanti ivi fono , ri luffe.,
ella con grande ammira-
zione di tutti : poiché ap-
pena varcati tre luftri , a
prò di litiganti , e di rei , '
tifiti a dot-
V
• • . 0
. ‘ dotte , ed eleganti , e fpi-
ritofeOrazioni vi udirono
* * recitare . Per la qual cofa .»■
di dì in dì Tempre più cre-
' * , fcendo l’ opinione del va- -
lor voftro , del pregevole
ornamento della Toga di
Giudice della Gran Cor-
te maturamente fu il vo-
■ ■ ■
ftro merito onorato . E in
* quel gra vidimo Miniftero
con lucidezza di feienza ,
e con incredibile coftanza
il dritto cammino del V e-
ro Tempre tenendo , e in
ogni affare la prudenza-^
ufan-
t ; •
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*9 » •
• *
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ufando ; cosi bene avete *
adoperato, che l’approba-
zione , e l’amore di ognu- * •
no , e in quefti vicini ben
avventu roti tempi il fa-
vore ancora della Maeftà
del Gloriofiffimo Re no-
iìro avete meritato. Quin-
‘ di l’ alta di lei Regai prov-
videnza , il -primo onore
confervandovi intero, a
moderare i Tribunali del-
le Provincie, ed a tenerne
gli errori , e le corruttele
lontanila conofciuta V ir-
tù voftra ha prefcelta . E
a 2 ben
C
t
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ben la Città noftra innan-
zi ad ogni altra, e tutta la
Provincia , delle diritte,
fagge , e fcorte maniere-,
voftre con comune ripo-
fo , e comun contento co-
pioii frutti han ricolti . Ne
folamente nella nobili^
ma fcienza delleLeggi,ma
in altre parti ancora dell’
umano fapere Voi avete
molte fatiche , e vigilie-,
collocate: le quali e la no-
ja adergono di quegli ftu-
dj , e ne ajutano l’ intelli-
genza , e la cognizione di-
' > •; la-
Digitized by Google
latano, e compiono dell’
Uomo . Ne finalmente^,
nelle pulitezze , e ameni-
tà delle Lingue più belle
non avete ancora efercita-
to lo ’ngegno : poiché con
elette Poefie tofcane e la-
tine, della nobile Acade-
mia Cofentina , e della,,
famofa Arcadiadi Roma ,
ove liete aferitto , avete
fuperata l’ opinione . Ma
la voftra loda più ricca , e
adorna £ difeopre , e più
chiara , e luminofa nelle
dovizie, e negli fplendori
del-
delle magnifiche , e me-
morande laudi del Signor
Duca di San Filippo vo-
ftro degniffimo Padre . Le
quali fe non diftintamen-
te narrare, ne degnamen-
te celebrare , che non è
luogo , ne io con niuno in-
gegno potrei ; perchè fon
pur voihe , debbo alme-
no in alcun modo addita-
re. E in particolare alcuna
parte del veramente ma-
ravigliofo governo , che
delle pubbliche cofe egli
ha fatto, nel confiderabile
. .Ma-
Digitizéd t
Magiftrato di Eletto del
Popolo debbo rammenta-
re in ogni modo . A quel-
la importantiffima ammi-
ri ideazione in tempi diffi-
cili , e pericolofì , con tutti
i fuffragj più volte chia-
mato il Signor Duca , con
mirabil fapienza , e con.»
incredibile iludio, e fatica i
pubblici affari ha condotr
ti a felice fine . Egli la pub-
blica falvezza fempre me-
ditando , e a quella ogni
penfiero, ed ogni operai
rivolgendo, una cofa affai
dif-
4
difficile ha confeguita: che
per tutto il tempo, che
quell’ immenfo pefo ha_»
foftenutó, giammai ne per
colpa murray-rtc-per qua-
lunque fortunofo evento ,
ne di fterilità , ne di guer-
re, ne di altro fimigliante,
nella Città , e nel Regno
la fcarfità , e la fame fiali
potuto introdurre . Per-
ciocché , oltre ad ogni al-
tro ingegno di fcorto prov-
vedimento , in ogni tem-
po da lontane Regioni per
lunghi tratti di mare co- t
« P io -
» * * i
~’i • »- , . . _
•_ * . * — - ’ • . Digitizèd by Google
piofe annone fonofì fatte
approdare ne’noflxi Porti .
Nel che con raro efempio
di carità verfo la Patria ,
di o/Iequio verfo il Princi-
pe , delle fue proprie fo~
ftanze molto oro ha pro-
fufo . Sopra tutto di eter-
na memoria degno è quel-
lo, cheneiravvicinamen-
todelle vittoriofe Infegne
dell’invitto, pio, felice^.
Re noftro, in tempi pieni
di timori , e di fofpetti ,
premendo ancora il no-
lfro Suolo le armi nemi-
t'àìf b che;
s
che; mercè de’fuoi alti
configli , nella Città , e
contorni ogni cofa videfi
tranquilla , e quieta . Or-
che le rapine , le occifio-
ni , i tumulti , che i trifti ,
e iediziofi Cittadini in fo-
Iniglianti tempi meditar
fogliono , tenefiè dalla..
Città lontani; Egli folleci-
, tamente le cofe alla vita
neceflarie appreftando 5 e
gli animi feroci della ple-
be mitigati , e addolciti »
co’ Signori conciliandola
tran-
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v
tranquillità , e la pace nel-
la Città, e quindi in tutto
il Regno fuori di ogni opi-
nione ritenne . Onde po-
tè dirti allora , che eglf il
Signor Duca la Città fai-
va , falve le vite , e
foflanze de’ Cittadini al
Gloiiofo Re noflro avefle
' conferva te . Caro pei - tan-
„ * to al Re , alla Regai Cit-
„ tà, ed al Regno, a.fublinii .
degnità fi è veduto meri-
tevolmente afcefo. E pri-
ma il pregevoliffimo ono-
: - - re ottenne già di dover
b 2 Egli
Mf
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Egli colla fua Famiglia ,
in uno qual più voleffe de’
nobiliffimi Seggi , fra Pa-
trizj effer annoverato, e
delcritto-. Pe^qticfte vie ,
e con ifplendidiffime affi-
nità la fua Cafa nel più al-
to luogo de’ Baroni , e Si-
gnori del Regno ha folle-
vata. Oltre al le nobili Fa-
miglie Spina della Sarde-
gna , e Poliaftri della.*
fplendida Nobiltà Cofen-
tina, in donando a Voi in
Ifpofa la Signora Marche-
fa D. Marianna Orenghi ,
Da-
4
Dama di rare doti , tutti i
pregi di quella nobiliffima
Famiglia nella fua propria
Cala ha trasferiti.Per chiù- ' .
quella chiariffima Fami- .
glia ella è nobile in Ven-
timiglia ,Città principale
pofla nel fuolo di Geno-
• va . Ella è altresì nobile
in Roma , rocca dell’Eccle-
iiaftico Imperio. Ed ivi a
> | quella Repubblica faggi
,>, Togati » e prodi Capita-
- ni ; equi Senatori in Cam- '
dere in brieve giro più cofe
pidoglio , qual fu un Gio-
van
*
Digitized tty Google
van Angelo Orenghi , e_>
degniffimi Prelati , e Car-
, dinali ; tra quali il Car-
dinal Niccolò Orenghi di
onorata memoria , alla-,
Chiefa ha donati . In ol-
tre alla Signoril Cafa Maf-
fa degli antichi Baroni del
Vaglio gli Orenghi Eret-
tamente appartengono : '
della qual Cafa fu già l’A-
va paterna della Signora
Marchefa , che del loda-
tiffimo a memoria noftra
Cardinal Girolamo Maf-
facafanatte , è degnifsi- -
ma
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ma Pronipote. Quella pic-
ciola parte delle voftre_>
amplissime lodi ho io qui
potuto ricordare, molte,'
e grandi cofe lafciate ad-
dietro . Dal che nondi-
. meno lì può vedere , che
di fommo pregio è la mia
fperanza , che ’l mio li-
bro , che ora al volil o me-
rito inchinato vi prefen-
to , dedico , e confacro j
ficcome 1’ accefo delìde-
riadel di voto animo mio
contenta in parte ; cosi
fra molte genti , e pe r mol-
• . : . . " te .
/ ■ .
te età debba effe re .dure-
vole memoria della fervi-
ti! mia ; della quale fopra
ogni altra cofa del Mondo
onorandomi--, -volentieri
mi confermo f'- 1
Di U. S. Illuftriflima
ma rno
Divotifs . , eri Obbligatifs. Servitore
- L' Abate Roflì di S. Giorgio .
piqiliiCd by C ÌOOglc
PREFAZIONE.
Oicbè può avvenire , che quefa
mia Difputa capiti nelle mani
di alcuni , che le vane fittili-
t'a , e, pregiudizj feguono ancora
della vo/gar Ftlofofia ; e' fa di
me fieri , che io qui alcuna cofa ne dica ,
che mi pare dover dire per liberarla , fe
è pnjjìbilc , dalle coloro accufe . Imperoc-
ché eglino cerfh mente bia finteranno leu*
maniera di filofofare , che io ho prefo a
feguire : e le dottrine , che vi arreco t
tutte, o parte come nuove , e frane ri-
fiuteranno : e nelle ofeurità , nelle quali
forza è che alcuna volta fi abbattano, e
dove da' fienfi , e parlari loro i miei fi
dipartono ,come fogliono in sì fatte accu -
fe di leggieri trascorrere \ fufpicberanno
ancora per avventura , che alcuna cofcu»
vi fi a fionda , che colle verità della' no-
fra Santa Religione non ben confenftt ,
Or io innanzi ad ogni altra cofa /* Alti fi
fimo Dio chiamo in tefliShnio , che con-,
* c quefa
+ t
quejla tuia fatica altro non ho io intefo ,
che quelle verità , quanto più per me fi
è potuto , nell ’ ordine naturale ancora co *
fumi della Filofofia avvalorare , e <#-'
chiarare : e f» particolare con fincero ani-
mo combattere gli ernpj , fe alcuni anco-
ra tra noi ve ne hanno , e convincerli
dell * Immortalità dell* minima nofira: e a
quefio fcopo folo fempre riguardando , o in
rittovare , o in ritrovare nuove dinioftra-
zioni , o in ifciogliere i nodi degli argomen-
ti contrarj , ho confumate tutte le forze
dello* ngegno mio . Ne gli fcienziati di quel-
le Scuole j ne altri di afre fi deano a-,
credere , che io o per ingegno di malizia
a bella pofla , o imprudentemente per im-
potenza con leggiere » e invalide feluzionì
vegna più tofio a fortificare , e conferma-
re gli argomenti Lucreziani ; fe prima-,
non avranno ben difaminate , e penetrate
le mie ragioni ; e quelle colle altre , che
nelle Cattrede dalle bocche de ’ Mae/ìri fi
odono ,o su pe' libri fi leggono , non avran-
no meffe a confronto « E in pruova dell *
animo mio , come ho fatto della Mente-,
dell ’ Uomo , dimojìr andane l l Immortalità ;
così , fe quefii miei divifameuti verranno
appro-
Digitizedty Google
approvati , coti altra Difputa , che ho per
le mani , col favor di Dio , faro dellcu*
Mente eterna del Mondo , dimoiandone
la realità : [pezialmente prendendo cu*
fcuotere , ed abbattere le fondamenta deW
empio fijlema dello Spinofa . ConcioJJìachè
quejle due primarie verità della umancu*
fetenza , ciò fono P Immortale della Men-
te , e la Mente delP Eterno , sì fieno elle
tra loro finitamente congiunte , chc^,
P una fenza vantaggio i o difcapito
dell 1 altra , illufirare , od ofcurare non fi
pojfa in ninna guifa . In fecondo luogo io
gli ajfiatro , che le vie , e le maniere , e le
dottrine , che io ho ufate , e propofie * el-
leno non fono già nuove , frane , ma
febbene proprie , f*/ antiche ; elle ( io
nP inganno) dirittamente difendono
da quelle principali » che nel Filebo il di -
vin Platone , divini oracoli appella : e che
da Uomini alle prime origini più vicini ,
a noi per noftra erudizione fiati effere.
lafciati , apertamente afferma . TaP c quel-
la del tnirabii neffo dell'Uno , e del Mol-
to , che in quel Dialogo folo in alcune cofe
più leggiere , ed agevoli deferivendo , le
più malagevoli , e gravi , che a IP interna
c i efi
ejfenza piu appartengono , et lafcia nel
fecreto , e nel bujo di altijfimo [letizio . E
che [ebbene nel Parmenide con molte , e
lunghe dtfpute vi fi aggiri d' intorno , pu-
re fi poco dichiara , che nel vero [cu jo di
lui non tutti pojfono penetrare . Ma tut-
tavia quando egli argomenta , che V Uno ,
e ’/ Àìolto cau perfetta comunione d* Iden-
tità debbano ejfere una cofa medefima ; e
poi quando fi fa a provare , che P uno da
ogni altra cofa e in fe , e da fe me defi-
lilo difiiuto effer debba , coloro^ che di veri
lumi metafijici fono provveduti , fenzcu,
molta pena giuguono ad intendere , che^,
quel Fitofofo per la prima effenza ei vuo-
le figni ficare la natura Mentale , e incor-
porale ; e per la feconda , non altro che
la Corporale , e bruta additar vuole . Da ^
quefte due verità di quefte due nature ,
/’ una ( diciatti cosi ) ingegno fa , e mara-
viglio fa , e P altra di ogni fottilitd , e di
ogni 'ngegno sfornita , ho io ricolto quan-
to della Mente , e della Materia , e della
fecr età unione di quelle nature nell * Uo-
mo , e quanto della cogitazione , e del mo-
to , e di ogni altra cofa in qitejla Dìfpu-
tazione è Jcritto . E non } da dubitare ,
chs
4
Digìtized by Google
che la maraviglia di quella comunicasi ^ *
ne , che e il me de fimo , che il conciglio ,
e 7 temperamento de ' contradittorj , «<w
fia ella il fondamento della Platonica fa -
pienza ; la quale , per tornare a quel che
piu rileva , fa , che njen di ogni al - .
tra Scuola all ' altijfime verità Divine fat-
to ha contro fio , fo/j quelle la piu
parte docile , ed ojfequiofa in ogni tempo
fi e dimofirata . per le venerande
feriti nre de ' Padri Greci , muffirne del
Gran Bafilio , c de' due Gregorj , e
Latini fide l Grande Agofiino y i lumi della
Platonica fetenza veggonfi rilucere da per
tutto. Ma io arditamente vi aggiungo di
piu y che gli Autori delle due piu famofe
Scuole, il Glorio fio Dottore Angelico, e 7
Dottor Sottile , con. quelle due mifieriofe
dift iasioni , che pajonq tra loro- di f cor dan-
ti , ma in effetti fecretameute convegno-
no, altro che la comunione dell' Uno , e_
del Molto non hanno intefo di commenda -
re : dal qual profondo pentimento la piìt
parte di quelli , che fon venuti dappoi a
malamente interpretando la coloro dottri-
na , e i proprj loro fenfi foflituendo , coiu*.
infinito danno della fetenza fono fi allonta-
nati .
nati . Adunque io priego i Profeffori di
quelle Scuole a non volere col pregiudizio
della novità , e della ftranezza alla pri-
ma rifiutare le cofie: ma a voler piti tofio
con meco durar la fatica dell * invefl ina-
zione t e ojfervare , e difaminare ogni
parte della dottrina', e [opra tutto a ve-
dere , fe io Un deferivo il libro della Na-
tura Univerfale , e quello della par titolar
Natura dell * Uomo , che con quel celebra
fuo detto Tertulliano afferma , e/fere il
primo Maefiro delle verità divine ; che io
fpero , che finalmente fi avvi fer anno y che
niente nc nuovo , ne flrano bo io qui ar-
recato . Or fe io abbia bene intefo quei
luoghi del div ’tn Filofofo : e fe da quelli
vere , o falfe y buone , o ree dottrine ab-
bia ri colte ; que(lo ? che io lafcio al giu-
dizio de y piu fublitni y ed illuminati Uomi-
ni y de ' quali più che ogni altra Città
(C Italia abbonda la nofira novella Atene .
Vivi felice .
r *
vr* tv'
Al
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Al Revertndìjfimo Signor»
D. TOMMASO ROSSI
Abate Infoiato deli’ In Tigne
Collegio di San Giorgio
della Montagna
»
Giambattipa Vico .
H O Ietto con fommo mio piacere , perchè con
altrettanto profitto. , la voftra maravigliofa_*
Deputazione dell’Animo Umano, nella quale vigo-
rofamente feiogliete gli Argomenti di Tito Lucre*
aio Caro contro la di lui Immortalità. Dappertut-
to vi ho ammirato la bella luce , il vivido fplen-
dore, e la grande feracità della voftra fublimijlìma
divina mente } e per dirla in un motto, vi hofeor-
to il vero Metafifico, che quanto dite, quanto ra-
gionate, tutto il traete fuori da’ Tefori della voftra
altiftlma Idea} e lenza dirlo con parole* di mofl ra-
te di fatto la debolezza di Renato delle Carte, che
in fei brievi Meditazioni Metafifiche» per Spiegar-
li , vi adopera cento fimiglianze , e comparazioni
prefe da cofe al di fuori dj efta Mente } quando è
proprietà della Mente Umana di prendere da fe le
comparazioni, e le fomiglianze , ovunque ella non
può altrimenti fpiegare le cofe , delle quali non fa
la loro propria natura , Convincete la corpulenz a ?
del Padre Malebrance ,. che apertamente profeta ,
non poterli fpiegare le cofe della Mente ,. che per
rapporti, i quali fi prendon dal Corpo : perchè Voi
con una maniera veramente divina, e ’n confeguen-
za propria di quella Scienza , al lume delle cofe_»
dello Spirito rifehiarate quelle del Corpo , e dallo
fplendore dell’ Idea , illuftra te l’ofcurezza drlla Ma-
teria* Che debbo io dire della voftra generofità , eoa
cui
cui combattete Epicuro , di cui non Colo non diflì-
mulate , o almeno infievolite gli argomenti , ma
gl* invigorite , ed efaltate con nuove voftre interpre-
tazioni, che gli Epicurei tutti non feppero inten-
dere i e con animo pugnace cosi gli andate ad in-
contrare, perchè qivndi (1 fcorga il vigore, con cui
rincontrate, il combattete, il mandate a terra? Che
>oi di quel torrente d’Eloquenza divina , con la qua-
e vi avete fatta una fpezie di favellare tutta vo-
:lra propia ? perch è p ropia di co tal Jcienza ? Del-
a bellezza, e’ leggiadra de’ traf porti , che ufate_»
tutti opporti, dome debbono eflere , a quelli , che
ufa l'eloquenza Umana ; perchè quefta debbe fare
dello fpirito corpo , e voi in certo modo fate del
corpo fpirito. Voi liete degno, Signor D. Tomma- \
fo, non già di Montefufcolo , ma della più famofa
Univerfità dell’ Europa. Laonde poiché la voilra mo-
dedia, eguale alla voftra gran dottrina, e virtù ve
ne fa contento, almeno giovate il Mondo di coterta
fappfentiflìma Scritturai la quale l’aflìcuro, che re-
cherà gloria, non che a Napoli, all’ Italia tutta ,
con merito grand irti rno inverfo della Pietà , che fi ri-
fonda in utilità di tutte le Repubbliche , e molto più
Criftiane: e vi fo divota riverenza.
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Napoli 7 . Maggio J 7J5-
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DELL ANIMO
DELL* UOMO
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Uantunque negl* infelici
tempi del Gentilefimo
denfiflìme tenebre d’ i-
gnoranza delle cofc Divi-
ne, (alvo il Popolo Ebreo,
premettero tutta l’Umana
generazione ; pure per lo Covrano magi-
llero della Mondana fabbrica , e per l’or-
dinato, e collante corfo de’ moti , e delle
generazioni da una parte , e per la virtù
dell’Umana intelligenza, c per 1* interna,
e comun legge , e regola delle operazio-
ni della vita ,dall’ altra ; delle quali cofe,
quella è certa , ed illultre lignificazione ,
e quella è chiara, ed indubitata cognizio-
ne di Dio ; aggiuntevi ancora te reliquie
della tradizione de’ primi. Uomini; pec
tutte quelle cagioni , era nondimeno nel-
le menti degli Uomini altamente infitta
A Topi-
«NI
nz DELL* ANIMO
T opinione dell’ autorità , e del principa-
toDivino, edinfieme dell’ Immortalità
degfi Animi umani , e del t fa patta inferno
opinioni di' loro al futuro Secolo . E tra’Filofofi,i più
gravi, e fublimi, purgata la Religione dal-
della Satura h ttolta moltiplicazione delle Deità , e
divinale dei r dalFaltrc feoncezze, e fozzure della V ol-
aumdeirvo- f U p Cr ttizione , vennero a conofcere,
on folo Autore dover vi etterc, e un folo
Arbitro di tutte le cofe:c la Divina origi-
ne , e Timmortal condizione degli Animi
noftri, e le pene degli fcellerati, e i premji
degl’innocenti ebbero per fermi, e più
minuti , ed ofeuri , febbene ne la forma-
zionc dell’ Univerfo, per potere, ed in-
■ gegno di mente fovrana; ne l’informazio-
ne del corpo umano , per condizione di
mente inferiore informante , compren-
dere potettero ; tuttavia la più parte di
loro , ne provvidenza di Mente Eterna ,
r ne realità di Animo Immortale in altro
modo negarono , che, nel Mondo la rea-
4* lità del Divino cflere, e nell’ Uomo , la .
verità del dovere onefto ritenendo . Il
■ - che i moderni Epicurei con tutta laco-
** # pia de’ lumi de’ noftri avventurofi tempi
non fanno ; come quelli , che per eftrema
ma-
Digitized by Google
ir
DELL’UOMO. ?
malizia , ò cecità , non de l tut to convin-
ti , per non potere concedere in Dio rea-
lità di Edere fenza verità di legge , e nell*
Uomo verità di legge fenza realità di na-
tura foffanziale ; e per non volere l’una
per l’altra in Dio , e nell’ Uomo rirenerc;
fi gittan più tofto negli effremi dell'em-
pietà del totale annullamento di ogni
realità, e di ogni verità Divina, ed umana.
Ora per forza di que’ naturai» lumi , e di
quelle antiche origini , e’ non è da mara-
vigliare , che Lucrezio, il più fiero nemi-
co del culto , e dell' Immortalità , abbia
nondimeno per vere, ed affermi alquante
cofe , che l’infelicità de’fuoi tempi fol po-
tè fare, che noi conduceflfero per diritto
cammino al conofcimento del Y r cro . Le
quali prima di ogni altra cofa convien
notare, con alcune altre offervazioni , %
che lafciate addietro, più intrigata, e ma-
lagcvole fenza dubbio rederebbono l’ in-
traprefa inveftigazione . E in prima quel
Filofofo, dopo avere argomentato, che f/To Lucrezio
i tre Volgari Elementi , l’Acqua , l’Aria , g^EicZnti
e’I Fuoco doveflono l’Animo, e 1* Anima non vagliano
dell’ Uomo poter comporre ; ."■'«g* p°' LE3Èi2
con apertiflime parole, che quelle tre Na- gfUe.
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H DELL’ANIMO
ture portano eflere del tutto bartevoli a
crear particolarmente ii fenfo della Ra-
gione :
N ec tamen bxc fat funt ad fenfum cuntfa creandum :
Kil hnrum quoniam recip! t meni : pojje creare
SenJJferos motut quadam , qux corde volut.it .
V Ed indi conobbe la necÉflita di dover-
vi avere una cotal Natura ,da quelle tre
foftanzc diftinta ; la quale , efclufa d;u,
quel novero la Terra, manifeftamcnte
inetta a sì grand’opera, e’ chiama quarta
natura ,chc dice ertere affatto afcofa , cd
ignota , e fenza nome . Onde egli col ge-
nerai nome di mobile virtù l’appella . $y
... Quarta quoqu e bis ieitur quadam natura neceffe ejl
Ma vi rrcbie- ^ 22
de una quarta Attribualur : ea qfl o nini nò nominìs expersz
naturaidiegli
dice , ejjfere
fconofciuta,e £ •
fenza nome. ^ r
Sic caìor , aiq 5 dér , dr venti cecca potejias
Mijìa creant unam naturavi , dr mobili s illa
Vis , initum motus abfe qux dividi t otlis :
Senfìfer unde oritur primum per vifcera motut ,
Harr. penitìu prorfum latet bxc natura , fubejì qb
S
db
A,.
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DELL’UOMO. 5
Lucrezio adunque rien per fermo, che
l’Animo non è niuno de’ Volgari Ele-
menti ; c che da niuno di quelli , ne da
tutti infame giunti , per qualunque me-
fcolamento, può effer prodotto . E di
quella natura , ond’ e’ penfa , poter effer
TAn imo formato, dice, che ella è affatto
feonofeiuta , ed innominata :
Ea ejl omnlnb nomìnis exfert.
Le quali verità fono certamente , co-
me fiaccole acccfe al primo ingreffo di
quella intrigatiffima quiflione. Percioc-
ché la Natura Incorporale , quanto ella
èofeura , edindiflinta al fenfo, ed alla
immaginazione franto diftinta ,e chiara
effer dee al lume della Ragione.Conciof-
fiacofachè l’ofcurità del fenfo, come-,
appo il medefimo Lucrezio, la rimuove
dal novero degli Elementi corporali, do-
ve dal fenfo non fi vede ; così debba ri-
porla tra le effenze metafifiche^che fono
come incorporali Elementi, dove chia-
ramente fi feerne dalla Ragione . Oltre a
ciò quel Filofofo non fi rimane di dire,
che l’Animo dell’Uomo n on già da altre
Nature riceve il moto ; ma che egli l’ha
"r’jJC r
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*2 ,-*■ Ss.
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6 DELL’ANIMO
ben da se medcfmio,eda se avendol o a se
medefimo ,ed all* altre cofe il comparte:
Lucrezio ali 1
Animo dell ’ ... Et mobili s illa
Uomo concede
il principato
del melo . ^
SI*
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i
Vis i initum motus abs fe, qu< dividit ollis .
La qual fovrana prerogativa di pri*
mato , e di principato nel muovere le co-
fe , ha colla condlztou rptrituaie , ed im-
mortale cotanta appartenenza, che po-
tea fomminiftrare a Lucrezio una fortif-
fima dimoftrazione dell’ Immortalità ;
come già fece a più illuftri Filofofi , che
da quella eccellentillìma virtù di muo-
vere fe fterto, argomentarono, che l’Ani-
modasc medefimo dividere non fi po-
tertele che do verte edere per tanto fen-
za dubbio immortale , efempiterno, co-
me a fuo luogo dirtefamente farem vede-*
re noi medefimi , quella nobilidìma di-
mortrazione in ogni fuaparte dilucidan-
do. Ed è da notare, che Lucrezio con
feco medefimo concordando ,colà dove
tratta de’fimulacri, che dirittamente fie-
dono l’Animo noftro,apertamente dice ,
che quelli non fono già della comunal
nazione di quelle immagini , che per-
cuotono i fenfi degli occhi, e degli orec-
chi;
i fa
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Anìmofecon -
do Lucrezio
fon di altro
genere, dcu*
que' dm ve -
gnono agli oc-
cb\ e agli al -
tri fenfi*
♦DELL’UOMO. 7
chi ; ma d’ altro genere più fublime, e
più vigorofo, e più mobile di gran lunga.
Nunc age , moveanf animum res accise : tir unde ^monl
Qu <c veniunt, veniant inmentem ypercFpe fauci* ~
», "Principio /toc dico , rerupn JJmuhcra vagavi
i.- Multa modis inulti s in cunSas unii que par ter »■
Tenuia , qua facile inter fe junguntur in auris ,
Obvia ehm veniunt , ut ar altea, brafleaque curi »
Quippe etenim multo magi t bete funt tenuia textu r
Quàm qua percipiunt oculor , vìfumque laceJpunU
Cor por ir bete quoniam penetrant per rara , cien tque
Tenuem animi naturam kit ut , fenfumquelaceffunt,
E benché, come fatto a vea di elio Ani-
mo, efprefTamente dagli Elementi fceve*
randolo,non faccia il Hmrgliantc di cotai
fimulacri ^tuttaviaè certidìmo ,che col
dire ,che fono eflr di altra fatta , daque r
degli occhi } che a fotti li dima , e nobiliti- '
mafoftanza deonfi attribuire ; s’intende
ad evidenza , come egli non intende al-
tro , fe non fe , che e r non fono frutto ,ò
parto deconofciuti materiali Elementi j,
ma ben di altra fpezie fuperiore, ancor
efTa , come della Natura dell’ Animo»
detto avea^feurajignota^ed innominata!
Per
Apigitized by Coóglé*
8 DELL’ANIMO
Per finir d'intendere fin dove Lucre-
zio giugno aconfcnrir col vero, egli è
; * da por mente , che la Filofofia Democri-
^ tica tiene apparecchiato un luogo comu-
»>>**'«» i > nilfimo , dove fuole ella rifuggire per
trarne comuni (limi argomenti in tutte le '
piùofcure, e malagevoli quiftioni della
Natura. Qnefto tcgttt*tnfinito, nel qua-
cureineU c** le truovano eflì e copia per ogni fuftanza,
mafatuol 1 * c d ingegno per ogni lavoro, c virtù , e
r infinito. ' porere per ogni maniera di operazione.
Sicché vergendo, non potere al fortuno-
foconcorfo degli atomi lagrande, e mae-
ftrevole opera dell’ Uni verfo afloluta-
mentc affegnare;dicono f che per un tem-
po infinito , dopo infiniti varj accozza-
menti , fien finalmente gli aromi potuto
a quel termine pervenire, come nel. li-
‘ ' bro v:
Nani certè neque confìtto primordi* rerum
Ordine quoque fuo, atque fataci mente locar unt:
Nec quo: quoque darent motu: pepigere profetici .
Sed quia multa modi: multi: prìmordia rerum
Ex infinito )*m tempore peretta plagi:-,
Ponderi bufque fui : confuerunt concita ferri,
Omnimditque coire , atque ormila ^er tentare ,
Qut r-
Oigitized by Google
'"DELL* UOMO. Ma
«v
Qutcumque inter fe pqffent congrega crenrez
Troptèrea Jìi , ufi magnum vulgata fer <uum
Omnìgenos costui, tir motus experiundo ,
Tandem conveniant ea , conventa repente
Magnarum rerum fiant exor di a ficpe.
Terrai ■, morii % <& e<elì , generi tgup anmanium.
Come altrove predo che colle mede-
(ime parole . E quel che è più da mara vi-
gliare , infino per provveder la Natura +
di copiofa materia per le piogge , fi ri-
corre all infinita fomma delle cole nel
VI. libro:
Tit quoque ut hunc veniant in cattarti extrinferìti ili*
Cor por a , qutfaciunt nùlei , nim boi que volante!.
Innutnerabilem enim numerumjummamfue prof ondi
■ y ^JF e infini tatti docui : quanthque volar ent
Corpora mobilitate ojiendi : quamque repente
- Immemorabile per fpatium tranjìre Jolerent .
E poi conchiude:
r, Vnd! * ue ^W'àem per cattai éttberif omneit ,
Et quajì per magni circum fpiracula mundi
JExìtui, introitutque elementi t redditui extat.
Come altresì più fiotto nel medefimoli-
8 bro,
1
k
«*•
t
IO
DELL' ANIMO
*ro , per li fuochi del Mongibello , e per
g li altri Meteorici ancora , e per tremuo-
ti , e venti , e nuovamente per le piogge,
vuol^che l’Infinito copiofamente la ma-
teria fomminiftri «
Sic ìgitar tot! etto , terra que putondum ejf w
linde repente fueei teline concujja mover ! , *
» / 1 . , . j '■
Verjue mare^ér terree rapidue percurrere turba t
x p I
* Jgnis ab uniate Aetntue , fiammefeere calumi *
ld quoque enìm ftt , tirerdejcunf calcia tempia*
Ut tempejlates pluvia graviore coortu
Sunt i ubi forte infe retulerunt /emina aquarum.
E nella necclfità di dovervi edere un
numero innumerabile di volanti fimula-
cri,chc più alla Natura dell' Animo fi av-
vicinino, c più vi appartengano, pur vi
fa egli ricorfb , come ricorda Tullio nel
primo della Natura de’ Dei , ed etto Lu-
crezio in più luoghi il lignifica non ofeu-
ramenie. Or per venire al propofiro,
Lucrezio difperando di poter rinvenire
fpezie di cofa , che dell’ Ànimo ne form-
ica, e’ fi ricovera in quell 7 afilo medefi-
rno
Digitized by Google
DELL’ UOMO. ti
010 della Natura. Dopo avere ifcorto,
che nella Tei va de* comuni Elementi, e
dell’ altre fpezie materiali, l’Animo noit
fi dovefle riporre , egli perciò non fi fa
innanzi ad argomentare, che in ogni mo-
do efier do vede Immateriale ; ma fi da a
credere , che nell’ ampio, e nel profondo
dell* infinità, polla avervi tra le materia-
li fpezie Natura cosi virtuofa , che l’ec-
cellente virtù dell’ Animo pofia feco ar-
recare. La qual propofizione,che l’Ani-
mo fianella poteftà, e nella copia dell*
Infinito , noi eziandio abbiamo per vera;
sì veramente, che l’Infinito, vero, pieno,
poderofo , e formofo efier debba, qual'
efier dee quellodella Mente; non vuoto,
impotente, informe, immaginario , che
Lucrezio , per ammendare l’impotenza ,
e la fterilità della materia , da ogni parte,
in ogni bifogna le concede.Lucrezio, co-
nofeiuta l’infufficienza della materia, per
la produzione dell* Animo , niega appo
quella edere cotanta virtù ; e poi conce-
duta alla materia infinità ideale, ed im-
maginaria, in quel bujo gliela concede .
Sicché venendo poi a particolarizzare
la Natura dell’Animo, altro che fortilità,
#
B 2
ero-
-
* * . • -
*
iz DELL’ANIMO
e rotondità di corpi non sa rinvenire,
che la velocità fola dc’moti delle cogita-
zioni, e de* voleri pajano di adeguare;
tutte le maravigliofe operazioni mentali
lafciando all* ofeuro . Adunque i prifehi
Epicurei tennero per cola certa, ch<^*
le quattro forme Elementari foiTero del
tutto invalide a produr T Animo dell*
Uomo ; ed argomentarono , che dovefle
avervi una Natura più fublime,e più vir-
tuofa, che fornir Io potefle. E fimilmente
conobbero l’impotenza de’ modi, e moti
della materia per quella produzione ; e
congetturarono, potervi edere altre ma- :
niere più lecrete , ed afeofe . Per le qua-
li vie s’incamminavano efli certamen--
te verfo il fecrero vero dell’immateria-
lità , e dell* immortalità ; ma per la mife-
ria de’ tempi, e più per la propria loro ,,
e per lo fiftema aliai nftrerro,e corto del-
la lor Filofofia, ed infine per un pregiu-
dizio , che tolto ricorderemo, l’Animo
nelle ballezze dell* materia , e se medefi-
mi nell* errore bruttamente ri lofpinfero*
Apprcfloèda notare, come a voler
pienamente difputare della Natura dell*
Animo noftro;ediffinire con ficurezza-.
; U
del-
Digitged.by Google
DELL’ UOMO. 15
della Tua condizione; e 1 fa di mefticri,
innanzi ad ogni altra cofa , ogni Audio,
ed ogni argomcnro rivolgere a quell* am-
pia , ed univerfal queftione ; fe Natura
alcuna immateriale poffa ,o no, edere al
Mondo; e in quedo inveftigamento farfi
ad odervare 1 * intendimento dell' Uomo,
e 1' ampiezza , e la .capacità fua , e ’1 po-
tere , e tutte le maravigliofe produzio-
ni ; e in particolare i primi lumi delle pri-
me idee ; e T intreccio , e l'ordine, e*l
confenfo ; ed in fine più che altro , il pro-
cedimento, e '[ritorno dell’Animo da se
in se medefimo , che fcorgcd in tutto il
fuo edere , ed in rutre le lue operazioni.
Che fe poi o per difetto noftro , o per
mancamento delle cofe medefime avve-
niflfe, che quella Naturane dentro dell'
Uomo , ne altrove rinvenir fi potede ; al-
lora , e non prima, c’ farebbe tempo di
allogar l'Animo nel novero delle fpezie
materiali .Come che pur fi dovrebbe tut-
tavia gir pofeia ricercando, (e per Te-
oreta prerogativa di qualche porzione»*
più pregevole della materia, o per forza
di particolare unione, o per ingegno d»
equilibrio, o altra convegnenza, ed ar-
ma-
1
54 DELL’ ANIMO
monìa potette l’Animo e.Ter fempiterno,
ed immortale ;o per contrario, ad ogni
v qualunque privilegio di foftanza , o {cor-
to ingegno di lavoro , dovette prevaler L*
oftacolo delle vicende, e delle varia-
; zioni , che fono alla materia naturali , e
fi ottervan nell’ Uomo, per crederlo in
ogni modo corruttibile, e mortale. Lu-
crezio, e ifuoi feguaci peri’ ofcuntà, e
'■ t - cecità del fenfo inetto a raggiungere la
- Natura incorporale, e per la repugnanza,
ed impoflibilità loro di concepirla, eglino
• non hanno giammai ne pur lofpicato ,
che potette ella ettervi ; o leggiermente
fofpicandone , tofto da quella inezzia del
fenfo ritardati, e da quella immaginata
impoflibilità preoccupati ; o niuna ricer-
ca per niuna via ne han fatta j o appena
difpotti a farla, con quella preoccupa- .
zione medcfima , e da quella fola traen-
do argomenti , fonofi torto rivolti a com-
batterla contro all’altre fcuole de’Filofo-
fanti : lafciando in tutto di fpiare nell’ ef-
fenza , e nelle operazioni mentali , ed
Tray/aniento a j troV e , dove il fenfo non potea con-
nella invejn . durgli in al cun modo . uh Epicurei , altro
.gazione della che materie, e forme materiali non ere-
Satura imm*- * 1
ter tale. ì** - O* 0-
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*
DELL* UOMO,
dendo potervi edere , e perciò nibna ri-
cerca facendo della Natura immortale;
o facendola rrafeuratamente , fi mifero a
riguardar folamenre le mutazioni, e le va-
riazioni, che nelTUomo fi veggono, e que-
lle fole ,come manifeftì argomenti di ma-
terialità, e di mortalità, a se medefimi, cd
agli altri propofero a conftderare . Dal-
che niuno non vede quanto tutti i loro
argomenti, per quello folo rifguardo, deb-
bano Ibernar di credito, e di riputazione.
Quindi appena due foli argomenti addu-
ce per provare la mortalità deirAnimo;
l’uno tratto dal confenfo delle operazio-
ni dr quello cor corpo , e delle opera-
zioni di quello coll’Animo ; e T fecondo
dall r imperio dell’uno, e dall* ollequio
dell’ altro . I quali , come a fuo tempo fi
farà chiara, fono due potentiifime ragio-
ni dell’ Immortalità. Ne ciò fa egli aTtri-
mcnte r che come fe e’ rammenrafle cofe
a tutti manifelle, e conte ;e non mica
conifludio , edisforzo , per provar cofe
malagevoli ad intendere .Ed avendo egli
peruna evidenza la materialità dell'Ani-
mo , di là nel principio della Difputa ,
prende un generale argomento dell&_*
* mor-
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* 6 DELL* ANIMO *
mortalità ; ed in particolare avviandoli,
che 1’ Animo eflcr debba più lottile, e mi-
nuto della nebbia , e del fummo; percioc-
ché da’fimulacri dell’ una ♦ e dell’ altro
vegni modo ; conchiude poi a que-
llo modo:
Nunc ìgitur quorum , qunJJ'ntìt undique vafìs
Diffluere {rumor etti , «ir lati certi difcedere cernii ,
Et nebuh , ac fumus quoti] am difcedit in aurtir.
Crede ammutii quoque d. fondi , mulioque ferire
.C j t '
Ocyù r t & citifa dimoivi, carfora frinui* *
Nel qual luogo , oltre al conofcerfi
chiaramente , che ’1 primo argomento , c
così ruttigli altri , nella maggior parte *
fon tratti dal pregiudizio , o dalla non
ben difaminata propofizione della cor-
pulenza dell* Animo, fi vede torto, fu’l
bel principio cadere in uno fciocchirtimo
penfamento Perciocché chi mai , che pic-
• ciol lume abbia di filofofia, con fourana
fublimità , e finezza di materia, e con
fomma virtù ,ed agilità di moto, potreb-
be eftrema debolezza, e infermezza, e
lubricità infieme congiugnere * Ed allo
’ncontronlla groflezza , ed inerzia, più
potere , c virtù, c {labilità maggiore-
f DELL* UOMO. i 7
concedere ? Qual’ è ella la vera cag ione,
che i lucidi Corpi celeftiali fi veggon
fempremai durare , e nella copia della»,
materia, e nella forza dell* attività , fee*
non è quella , che eglino per la fimplici-
tà, c per la finezza, e per lo vigorofo
moto in fe medefimi ftrerti , e raccolti,
epodcrofi , ed operanti, e confervano,
la foftanza , c 1* atto loro , e prevalgono
ad ogni altro corpo dell’ Univerfo? E in
tutte le fcuolc de’Fificie’ non fitienper
cofa ficura, che le materie groflolane,
ed inerti , dalle più mobili, e Tortili fono
(ottenute , c contenute , e dominate da
'.per tutto ? Quando egli penfa , che in-
franto il vafo del corpo , debba come lie-
ve aura dittìparfi la Vita , e’ISenfo dell*
Uomo; perchè più tofto non argomen-
ta , che potta ella rittretta , o raccolta in
fe fletta, maggior forza , e virtù acqui-
fere , e per fecrete vie nrirarfi in Cielo ,
e ricoverarfi ne’ luminofi corpi cclefti ?
Che è un penfiero per quei tenebrofi t epi
affai magnifico, e bello. Ma ciò fia detto
di patteggio; che noi non vogliamo, ne
dobbiam difendere l’Immortalità dell*
Animo Umano con tanto pericolo . Io
■ C ad-
Ù
%•
,8 DELL’ ANIMO
adunque per quello fecondo avvertimen-
to, altro non intendo, che ammonire i no-
velli Epicurei, che debban deporre il
pregiudizio , ed allargare 1* inveftigazio-
ne più oltra , di quel che finora han fatto,
e non arreftarfi a guatar folo Tulle vicen-
de del fenfo umano, ne rifiringere i loro
ragionamenti dentro gli angufti confini
della Fantafia; perchè io fpero,che facen-
do quel che io ho detto doverfi fare , tro-
veranno finalmente nell’ Uomo , e nell
Univerlo l’ Immaterial foflanza*. che altri-
menti l* avvifo farebbe fcempio,el’ ar-
gomento pur farebbe antiftrofo , cornei
Greci l'appellano . Conciofliachè , fi eco- '
me io accufo elfi di pregiudizio , così elfi
a rincontro me di pregiudizio , e di fu- .
perdizione , come è lor coilume , accu-
lare potrebbono.E poiché il non poter
concepir coir Animo foflanza fpirituale ,
onde il pregiudizio nacque ne’ vecchi
Epicurei , che ninna idea affatto non eb-
bero di quella Natura y è come un feme
dell* orrore dell’ apparente contradizio-
ne, che ha più forza nel petto de’ novel-
li; non è fe non ben fatto il favellare di
cotal contradizione , così per avvalo-
rare
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J
DELL* UOMO. 19
rare maggiormente le cofe già dette » co-
me ancora per ifpianar la via alle cofe,
che hanno a dirli ; onde nafeene un terzo
argomento.
L’ apparente contradizione deir Im- Apparente
material Natura none altra , fe nonché
ella furto il Tuo edere pieno , magno , nu- rwe «'«ove/-
roerofo, podcrofo, per vera reale iden-
tità , ìnlemplice, ed indi vifibile unirà di
Edenza accoglie, e aduna. 11 tutto del-
la Softanza, che è 1’ unità , egli è in fe
medefimo , ed in ogni Tua parte compiu-
to , ed intero , fenza feemamento , e len-
za difperdimento : e vicendevolmente le
parti della Softanza, che fono il numero,
elle ed infeftefle, e Fune nell* altre fen-
za confusone , o annullamento , tutte
nel tutto li racchiudono. Cotal maravi-
gliofa elTenza i novelli Epicurei non po-
tendo ne raggiugner col Senio, ne dipin-
gere colla Fantalia, ne in femplici ideo*
reftringere, ne accogliere incerti ragio-
namenti , come cola del tutto impodibi- .3
le, c ripugnante hanno in orrore; e quan- * •«
todi lei da buoni Metallici fi dice , favo- •;*; ' . ^ .
le, e fogni reputano . Or io per fa rgli rav- 1
vedere , ho penfato di metter loro di- *
tL C 2 nanzi
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la Satu-
ra corporale
i nientemeno
ofcur.ì i e di-
Jintendevole
dell’Incorpo-
rale.
4 ■
• :
20 DELL’ ANIMO ^
nanzi a gli occhi l’Efienza del Corpo , del-
la quale (blamente e’ fi aflicurano ; e ino-
ltrar loro, che quella ertenza è all’uma-
no intendimento nientemeno ripugnante,
ed e(fer dovrebbe per quella via niente-
meno orribile di quel che appaja ripu-
gnante , e debba appo loro edere orribile
V clfcnza Spirituale; e con ciò io mi credo
potergli indurre a voler ripigliare l’inve-
lligazione ,ed incamminarfi per altre vie,
con altre fcorte,c regole, e con più cura,
che e(Ti non fannoje frattanto fol'pcndcre
i giudizj , e non già temerariamente come
ripugnanti, ed imponibili rigertar torto
le verità maravigliofe. Perciocché fe l’Ef-
fenza corporale accertata dal fen(o,fi tro-
verà ella edere altrettanto ofeura , e di-
fintendcvole , quanto ad elfi pare che da
l’incorporale, nondeono perla fola ap-
parente ripugnanza riprovar 1’ una come
non fanno, ne portoli fare dell’ altra. A
quello fine fono da diftinguerc due ma-
niere di Vero, amendue dal Volgo de’
Metafifici trafandate; l’una è quella, che
pur ora abbiamo deferitta del Vero del-
la Natura Spirituale, la quale con nodo ,
ed intreccio foprammodo ingegnofo eon-
giu-
4 *
• '
Digitized by Google
•I
DELL’ UOMO. 21
giugne infieme due apparenti contradit-
torj unità, e numero , grandezza , ed ine-
ftenfione , pienezza , ed indivifibilità ,
penetrabilità , e faldezza , potere fommo,
ed immobilità , ed altri altrcfi , che da_.
quell’ Uno primajo fi porto no agevolmen-
te col penfamento cfplicare . Il qual Vero rf;
è avviluppato , enimmatico, e maravi- twiraVigliofoi
gliofo, come già 1’ appellammo . L’altra e V altro voi -
maniera di Vero per contrario è lenza no- s ' u *
do alcuno , e fenza ingegno, tutto per
ogni verfo (minuzzato, fciolto, fparfo,
fparuto , e sfuggevole , porto nell’ infimo
grado del Vero , e nell’ ultima vilezza di
erte n za , e di conofcenza . Cotal fpczie di
vcrirà , e di ertenza tutta in ogni parte^,
con reai dirtinzione ella è affatto diftinta ,
%
ed in reai numero moltiplicata fino all’
diremo fegno di dover ertere , o in infini-
to divifibilc fenza principi , c fenza fini , o
dover terminare la divisione in principi',
e fini di ertrema indi vifibile minutezza; di
modo che per 1* infinità della divifione , o
per l’ ertrema minutezza de’ principi ella c
affatto a mente di uomo incomprenlibile.
E ficcome il primo Vero dell’ incorporai
fuftanza, tuttoché da fe pieno, am pio , for-
’ ■ moto,
Digitized by Google
*
'
. m
22 DELL* ANIMO
mofo , e rifplendcnte ; pure perchè l’ ec-
cedivi maraviglia dell’ intrigo de’ due-,
Contradittorj ii porta ad altezza inaccef-
fibiJe al noftro intendere, che perciò laida
in tenebre t diviene ancor erta in alcun
modo , e in alcun fenfo fparuta , ofeura ,
cd inoffervabile:così il fecondo Vero del-
la Natura Corporale quantunque in fc-
fviluppato, c fciolto; tuttavia perchè il
foverchio fminuzzamenro la deprime in
un profondo ad umano intendimento im- ,
pene trabile , in quella ofeurità ella ezian-
dio accozza contradizioni , c ne diviene
impigliata, ed enimmatica . La Natura—
Spirituale in fe fteffa congegnata , c mara-
vigliofa fi fminuzza ,e lparifce in intellet-
ti non confortati da fupcrior lume mera-
fifico; e la corporale fcompigliata , e fpa-
ruta in fe medefima, s’impiglia, e teffe ma-
raviglie in ingegni ottufi , ed ofeuri . In»,
effetto pare, che ella congiunga colla mo-
bilità l'impotenza , coll’ eftenfioneeftre-
ma minutezza , e col finito l’ infinita : e-,
nella Scuola Democritica , che vana-
mente ha creduto , aver ella trovato un—
mezzo ragionevole, dove ricedeffeda—
quell’ eftremità dell’ infinita divifione, s
. dell* \
Digitized by Google
9
DELL’UOMO. 5
dell’ infinita minutezza negli atomi, che
c’deono voler eftcnfi,vegnono a giugner-
fi inficine penetrabilità ,ed eftenfione,che
lono due irreconciliabili contradittorj.
Perchè al paragone quelle due Nata-
re meglio fi feernano , come nelle Ipczie, vigliojo , ei
cioè in effe Nature, abbiamo dimoftra
, . . e .ili Uomo /a» ■
to la pari apparente repugnanza , edim- ojfervibilt.
poflibilità ; così ne’ Generi , cioè nelle
cagioni mctafifiche ancora veggiamodi
dimoftrarla ' r il che farem brevemente.,,
per averne nel noftro Apparato Metafi-
lico ragionato diffufamente .Adunque il
Vero impigliato , ed enimmatico dettai
foftanza ineftenfa , e penetrabile egli è
in prima all* Uomo imponibile ad imma-
ginare ; perciocché efio inrendimento
dell’ Uomo per parte della, materia. ,e£-
fendo a quel modo r che afuo luogo di-
chiareremo , eftenfo , e divifibile , non_,
può bene coll’ ingegnofo intreccio del
numero per identità unificato, comba-
ciarli , ed efprimerlo , e defcriverlo neT-
lafantafia.E in fecondo luogo imponi-
bile a racchiudere , e ranTomigliarc in»,
fempliei forme di femplici idee pure men-
tali un contefto intrigato, e ingegnofo
di
»
i .
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p •
• •
*•' * • . * <
24 DELL’ANIMO
di più forme, e più idee; non potendo ♦
afflitto capere in ninna delle minute , e_>
piane , e Semplici cogitazioni noflre. E ,
in fine è affai malagevole a ritrovar cotal
■Uyr. . .r’iVero a forza di fillogiftici ragionamen-
ti ; poiché l’una parte, e l’altra della
contradizione , contradicenti fillogifmi
quinci, e quindi fomminiflrano , e vie
« più inviluppano la difficoltà . Onde i più _
fenfati , e collanti fon coflretti a fofpen-
deré i giudizj; ed i malavveduti, c leg-
gieri fi rivolgono a difendere 1’ uno de*
due Conrradittorj , e fra loro di vili l* un
contro dell’ altro oftinatamente com-
battono . Il Vero minuto , c fcompiglia-
to della foflanza materiale ùmilmente e’
non può ne forma fantallica dipingere,
ne intellettuale , o ragionevole efpri-
mere , nc conchiudere fillogifmo per
una contraria ragione. 11 noflro intendi-
mento, poiché dalla parte dell’ Animo è
unirà , che aduna , c contiene il numero,
che è la vera diffinizione dell’Intelligen-
za , ed è manifefla nel raccoglimento,
che ella fa del numero della materia nej.
fenfo, e de’ fenfi nella cognizione, e_,
, ' delle varie cognizioni nell’ univerfale,
cd
0
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DELL’UOMO. 25
cd in fe medcfima , per quella cagione»,
non può raggiugnere , c diftinguere quel-
lo ccce/Iivo sminuzzamento, e dilfipa-
menro , ne può accozzarlo , e cederlo
a comporne 1’ eftcnfione . E poi una af-
fai ardua imprefa di pervenirvi con argo-
menti : perciocché la mente dell’Uomo
nel fuo intendere, che è il Tuo edere,
non avendo niuna abilità per quella ma-
niera di Vero cotanto a lei dilfi migliaa-
te, fenza feorta , e fenza lume fi svia-,
qua, e là adirquctlo, o quello con mal
fondati ragionamenti; ficcome è mani-
fedo nelle molte , e varie fentenze , del-
le quali niuna ha niuno pofitivo argo-
mento per fondare il proprio Vero ; e
tutte, e ciafcuna han molti, e forti ar-
gomenti per abbattere il Vero contrario
delle contrarie . Quindi ficuramente , fe
T amor delle parti non in rutto gli accie-
cafie, porrebbon giungere finalmente a
conofccre , che il Vero non può trovarli
nel dil’cioglimenro degli enimmi in uno
de contradittorj , ma dee ricercarli nel
temperamento, e nell’ accordo delle con-
tradizioni , e nel viluppo degli enimmi,
e nelle maraviglie. Stando così le cofe,
♦ D come
•*. •
y
■ - à
2 6 DELL» ANIMO
come abbimi noi divifato, gli Epicurei
antichi preoccupati da quel pregiudizio ,
e i Novelli fpaventati dall’ apparente^,
contradizione , o affatto non han ricerca-
to il Vero maravigliofo , o leggiermente
i ~ facendolo, tolto quelli alla preoccupa-
zione, e quelli allo fpavento cedendo ,
, ' fonofi late iati fedurre dalle vicende delle
forme corporali ad aver per cert3 la mor-
talità degli Animi noflri , con ifconvolgi-
roento , c rovina della Naturale , e della
, ' Morale feienza, e della Ci vile 3 e della Di-
vina altrelì.E qui lien terminati gli avver-
timenti, dopoi quali è ormii tempo di fa-
re quello, che gli Epicurei non han fat-
to, cioè di farci a confidcrare l’ inrendi-
mentodeli’ Uomo , l’ effenza , la proprie-
tà, e le operazioni lue : nc per tanto tutta
la felva degli argomenti , che di là , o al-
tronde trar fi poffono , penfiamo di alle-
gare , che sì trapaleremmo i limiti di uua
Difpura, eforfi alquanto ci difeofterem-
Sì arrecala mo dalla P ro P°H l foluzione , m t tanti , e
teiere timo- tali ne feerremo , quanti, e quali credere-
ijlinzlonf mo P'ùf ,ire al propolìto fenza rincrefce-
delle idee del- Vole proliffltà .
JtiU* ‘Iute ^ in primo luogo conviene allegare la
ria, a,em diftin-
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A* Jb
DELL* UOMO. 27
dirtinzione, e la dilucidazione dell’Idce
della Mente, c della Materia, che ivi.,
altra guìfa propofta , che da’ Volgari non
fi è fatto finora , e farà ella un gagliardif-
fìmo argomento dell’ immaterialità dell*
Animo, ed agli altri argomenti maggior
forza , e lume fomminillrcrà , che arre-
cheremo dappoi. Per non tacer nulla di
quelle co fe, che lafciate addietro ofeure-
rebbono la dottrinajleldee dellaMateria,
e della Mente , s’io non erro , elle in noi,
e con noi nafeono a quello modo . Nell*
Uomo di corpo, e di anima comporto,
(cheunquefia l’Animo ) per erta coftitu-
zione nafee certamente il fenfo del pro-
prio corpo , il qual fenfo apprende la pri-
ma, ed ampia , e comune azion Tonifican-
te della lortanza corporale : Similmente
da quella cortituzione mcdefima rifulta
la cognizione , o cogitazione del proprio
animo, e del proprio intendimento , Ia^.
quale comprende , ed efprime la prima ,
ed ampia, e comune fignificazione del-
1 ’ Edere mentale . Quelle due Idee così
dirtinte , con dirtinte lignificazioni , ed
cfpretTioni, fono ad ogni uno per la co-
feienza della propria cognizione , e del
D 2 prò-
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1
28 DELL* ANIMO
proprio fenfo manifede jdccome è a tut-
ti parimente manifeda la contenenza, o
inclusone , e la lignificazione , o efpref-
fion loro . Cioè 1* Idea del corpo chiara-
mente contiene, ed include , e lignifica,
ed efprime P eftenfionc ; e 1* idea dell’
Animo, e dell’ Intendimento con pari
lucidezza la cogitazione efprime, e in-
clude, e contiene. Orio non poffo ac-
quetarmi a quello , che gli altri fanno,
che da quelle fole idee della mente , £«.
della materia, e da quelle fole contencn- ,
ze , fenza dir altro , traggon 1’ argomen-
to della didinzione delle due Sudanze.
A mio giudizio con troppa fretta con-
iar mqftra ìl chiudono , che 1* e de n za del corpo da F
difetto dcll'ar- Sdendone, c non già P Intelligenza , o
de' cartellante Cogl fazione ; e che 1 cuenza dell Ani-
in far quella mo la Cogitazione, o Intelligenza, e non
fazione? 0 ' già 1’ Edenfionc . Ma credo in ogni modo
doverd andare più oltra , e più a minuto
olTervare lecofc, per poter su fondamen-
tapiù falde, e più ampie fondare quella
importantidìma confeguenza . Per mo-
drar di padaggio il difetto , e la debolez-
za di quel corto ragionamento; P eden-
fione, che il corpo di fe apprefenta ad
ap-
»
DELL’UOMO. 29
apprendere, certamente ella è quell'eder
medefimo , che nella coftituzione dell’
Uomo, e per quella coftituzione può il
corpo oggettare,e lignificare; e che l’in-
tendimento noftro dall’altra parte può
percepire, ed apprendere: ma non è già
egli certo , che quella lignificazione cosi
fatta arrechi il primo , e principal edere
corporale, in cui è dovere che fi riponga
laSuftanza, o Edenza ;o almeno none
cofa delira, che il corpo con quel foloef-
fere tutta la fua edenza, o Suftanza ap-
presemi all’Animo a comprendere. Oltre
a ciò l’ eftenfìone , come è un edere uni-
forme , e univcrfale ; così è il più tenue,
e leggiero, ed è come nel frontifpizio del-
la propria codituzione dell’ Edenza cor-
porale locato ; il quale perciò la proprie-
tà, cioè la propria differenza , che è l’atto
e la forma , onde fi termina , e compie V
edenza, Secreto , e ripodo,non può disco-
prire , ed efporre al primo SenSo , ed alla
prima percezione dell’Uomo . E quella^,
uniformità, e comunità , di più per que-
lla fteda ragione di edere uniforme , e»,
comune, è neceffariamente confuSa, e
indiftinta: che pe r tanto certezza, e chia-
rez-
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f
30 DELL’ ANIMO
rezza niuna in niuna guifa può infondere
nell’ idea.La qual cofa tanto più è da cre-
dere, che nella fofianza delCorpo del rut-
to di vifìbile è uopo, che una moltitudine
di particularità infieme adunandofi , ve-
gna a confonderfi in una uniforme , e co-
mune percezione in quella prima Idea,
eh c ancor effa dal fuo lato fottile, leggie-
ra, cftrema, cojnune , uniforme, indiftm-
ta . Or chi potrà dire , che in quella in-
diftinzione, e confufione, ed in quella
leggerezza ,ed eftremità di cofe , d’ idee,
c di fignificazioni, ripor fi polla l’eftenza?
Per dir tutto in poche parole, quella fi-
gnificazione elfendo come una produz-
zionc della foftanza corporale , che di là
ft propaga nel fenfo dell’ (Jomojegli è fen-
za dubbio un manifcfto errore ,il riporvi
il primo , e principale, e ftante , e pro-
fondo e fiere , qual’ è, e qual efter dee l’ef-
fenziale delle cofe. Finalmente fe 1» Idea
contiene, e comprende , ed efprime 1*
efìenfione, fermamente ella 1* adegua an-
cora, e fi combacia con lei, che altri-
menti come polla comprenderla , e con-
tenerla , non fi può dire . Adunque l*
/idea , e 1* Animo , diciam così , ideante ,
fi ve-
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*
DELL’ UOMO. 31
fi vede per quella via , che coll* ellenfio-
ne che apprende, ed efprime, pofla eften-
derfi ancor elfo , e sì P Animo nell’ idea
dell’ ellenfione dal lato della potenza , e*
pareeftenfo, quantunque nell’ideadella
cognizione, dalla parte dell’ obbictto ,
tale non fi ravvili . Ed allo ’ncontro, per-
che l’idea della cogitazione non è dell*
Animo folo ; li perchè animo folitario
non è nell’ Uomo, onde il corpo ancora
nelle produzioni mentali dee in alcun.»
modo concorrere ; fi perchè nella cogni-
zione de’ materiali obbietti, ne impref-
fione , uè efpreflione fenza corporale ef-
tenfionefi può .concepire ; per quella ca-
gione il corpo dalla fu3 parre fi fa vedere
in alcuna guifa cogitante dal lato della
potenza; avvegnaché dalla parte dell’
obbietto, come tale non fi ravvili nell*
idea deli’ ellenfione . Or come in quella
ultima oppofizione si è fatto , così in tut-
te le altre, quanto fi è detto del corpo ,
per far vedere l’insufficienza dell’idea
dell’ ellenfione a dimolìrare 1’ Eflenza
corporale , tanto con altrettante parole
fi può dir dell’ Animo , per fare intende-
re, che l’Idea della cogitazione none
fuf-
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■3 a DELL’ANIMO
(ufficiente a poter diffinire l’ effienza , o
lultanza mentale , In fine non debbo fa-
lciar di dire, che il volere colle prime,
c (empiici , c comuni idee dell’ Animo
il voler noftro diffinire l’ c (lenze delle cole , è per
lenze deill_> Dio cola tanto pericolola , quanto e per-
' refe eolie fri- verfa maniera di filofofare . Alle quali ra-
"cìidee^è'co- g* on * quando io pongo mente, inrendo
fei pericolofa, bene perchè quella celebre dimoftrazio-
nc Cartefiana in quel modo propoda,fia
(lata , e fia ancora da moiri con ogni ar-
gomento fieramente combattuta . Adun-
que per quelle due prime (empiici idee..,
della Mente, e della Materia , e per quel-
le indiftinte, e comuni loro lignificazioni,
non può giuftamente venirli a quella gra-
viffima conchiufione;ma è neceffiario ri-
guardare per tutta 1’ effienza corporale ,
e in tutte le fu e forme , e modi , e moti ,
ed operazioni;ed oltre ciò offiervare tut-
ta Ledendone del fenfo , quanto egli c
nel proprio corpo congiunto, o quanto
da circolanti corporali obbietti riceve.
Ed ancora in tutta l’ effienza mentale , ed
in tutte le fue forme , e modi per tutta la
capacità della Cofcienza , e della Scien-
za , quanto in fe medefima vede , o dall’
altre
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)
DELL’UOMO. 33
altre cofe raccoglie*, e ciò fatto, fe_
troverai!!, che nell’ Elfcnza del Corpo
la fola Eftenfione fifeerne da per tutto
fenza niun eflerc, o potere di Cogita-
zione, o intelligenza ; e nell’ £lfenza_,
mentale, fé feorgeraflì folo intelligen-
za , o cogitazione in ogni ricetto fenza
niun edere, o modo di ettenfione; al-
lora , e non prima fi potrà conchiude-
re , che quefte fieno certamente due™.
Elfenze , o foftanze , l’ una dall’ altra™,
realmente didime. La ragione del do-
ver negare alle fempliei idee quel che
fi crede dover concedere all’intera, e
compiuta cognizione della feienza , el-
la è , a chi ben v> attende , chiariflima.
La fignificazione , ed efpreflion partico-
lare, e manchevole, qual’è quella del-
le fempliei idee , già ella molro , o po-
co laici il in tenebre una parte dell’ ef-
fenza , che non è in niun modo ligni-
ficata, ed efprelTa : onde volcndofi a_>
quella elfenza donar qualche attribu-
to, non fi può fare lenza gran temerità:
conciottiachè ragionevolmente debbafi
dubitare , fe nella parte non lignificata
vi rimanga afeofa alcuna ragione efclu-
E dente
Digitized by Google
r
w
X» %
34 DELL’ ANIMO
dente quello attributo , che le fi vorreb-
be concedere , e volendofi negare , non
può niuno , falvo fe non è fconftgliato,
e temerario , rifolverfiafarlo: percioc-
ché fi dee poter fufpicare, che nella^
parte non lignificata alcuna ragion fi
rimanga, che includa quel cotale attri-
buto, che le rivorrebbe negare. Adun-
que l’ Idea del corpo , che contie nc l’cf-
tenfione ( qualunque ella fia ) cfTcndo
pur nondimeno particolare , forza è che
ne lafci in dubbio , fe altro vi fia nell’
effenza corporale , che includa la cogi-
tazione, o intelligenza; e fimilmcnte_,
qualunque ella fia 1’ idea della cogita-
zione dell’ Animo , e quantunque didi n-
ta , e chiara fi voglia , giacché ella è .
particolare, ne fa per quella cagion fof-
picare,che altro pofla efTervi nell’ Ani-
mo, che includa Fedendone . E pertan-
to per fi fatte idee non può giammai giu-
gnerfi a tale , che quelle due Eflenze fi
veggano in tanta luce, che chiaramen-
te apparifea l* Animo efTer foftanza_»
cogitante , o intelligente . Ma nel
fatto di una intera , e perfetta lignifi-
cazione le cofe danno altrimenti; im-
peroc-
>
v
Digitized by Google
i
DELL’UOMO. is
perocché ogni elTenza col fuo mcdefimo
edere lignificando, per modo che l’ef-
fere medefimo fia lignificare , e’1 lignifi-
care altroché federe non fia ,cdel tut-
to imponibile , che la lignificazione co-
tanto dall* efifere fi difcofti,e quello da
quella cotanto fi diparta , che tutta inte-
ra una lignificazione niente affatto ligni-
fichi , di un ampio elfere che fi c; e che un
ampio intero elfere non fia nulla affatto
di una perfetta lignificazione, che fi ha.
Ora egli è, o agevolmente può elfere ad v *
ognuno manifefto , che in quanto colla., zioneficon -
Icorta’del fenfo , e col cammino della_, ^caadejbe-
feienza li olferva , o fi argomenta nella
materia, di foftanze , forme , lavori, ; • %
movimenti, generazioni , e qualunque
operazione, per tutta cotaf ampia, ed
intera lignificazione niente affatto fi feor-
ge , ne pur leggiermente adombrato , ne
di effenza, ne di modi di effer della men-
te : ed è parimente , o può di leggieri
efferc a tutti manifefto, che per tutta
la fignificazione , ed efpreffion mentale,
che ci viene o dalla feienza , o dalla
cofcienza, nulla affatto di materia, ne
cffenziale , ne modale, nc edere, ne ope- «
■ E i rare
■ b*/
. . . ' , Digitized by Google
3 6 DELL’ ANIMO
rare vi fi (cerne . Adunque egli è im-
ponibile, che la materia fia, o che ab-
bia, o produca tutto il magnifico ede-
re mentale, e che niente di quell’ ede-
re dimoftri in niuna parte dell’ ampia , ed
intera Tua lignificazione ; e che la Men-
te fia , o che abbia tutto l* edere mate-
riale, e niente di quello dimoftri in_»
niuna parte dell’ ampia, ed intiera li-
gnificazione Tua . Tanto era da fard,
che non fi è fatto, per condurre quel-
; v Vi*’ la dimoftrazione ad una chiaridi ma chia-
rezza
La ragione, che dalli materia drit-
delP immorta- tamente efclude la cogitazione , per la-
mo Umano* 11 * ^ ^iare °S n ‘ circuizion di parole, ella
11 ° non è altro , che quella reai diftinzio-
ne, che per tutta la foftanza materia-
le per ogni parte s’interna, per modo
che niuna parte c della materia , che o
in altre parti da fe contenute ella non
fia da dividere ; o che niente contenen-
do , non fi debba ad una ftrema minu-
tezza di ogni contenenza vuota ridur-
re . Per cotal ruinofa diftinzione , la fo-
ftanza della materia, o nell’un modo,
* o nell’ altro, ella è tutta diftinta , e tut-
Digitized by Google
(DELL* UOMO. , 37
ta divifibilc: tutte le Tue parti fon Fune
fuori dell’ altre, foni’ une all’ altre av-
veniticcie ,ed eftranee; non fi potendo
a niun patto ritrovare parte della ma-
teria per nello di reale identità nell’
altra implicata . Anzi di vantaggio il
tutto medcfimo fi può dire in certo mo-
do , che e’ non fia, c non infida nelle»,
fue parti: inquanto che il tutto non è
tale unità , che intera, ed indivifa nel
numero delle parti fi eftenda . E le_*
•parti allo ’ncontro in certa guifa pur
puoffi affermare , che non fieno nel
tutto , inquanto che elle non fono di
quel numero , che fenza confufione_,
benché indiflinte , nel tutto fi adunino.
In sì fatta maniera di efTere , più fiate in
più luoghi altrove efplicata , è cofa^
manifefta , che le parti non poffono in-
fra di loro in guifa alcuna comunicare;
ne 1* une nell’ altre per niuna via pe-
netrare; ne può avvenire giammai, che
elle in niun modofcambievolmente fi
contengano , o comprendano , o inchiu-
dano : Ne finalmente comunicazione,
o penetrazione , o contenenza , com-
prendone ,o inclufione alcuna può ef-
fere
I
L'imfene-
trabVita del-
la Materia ,
ovejh da ri -
fOì’re .
$« DELL* ANIMÒ
«fere ne pur fra ’I tutto , e le parti ^ Or
tutto quello novero di ragioni, che vi-
cendevolmente l’une 1* altre implican-
do , fono ccrtiffime produzioni della
reai diftinzionc, che noi fotto una ap.
pellazion comprendiamo d’impenetra-
bilità, come le contrarie con un fol no-
me di penetrabilità nominiamo; quelle
ragioni , dico, fon la (lefliilima cecità,
O amenzia della materia. Siccome quel-
la profonda , e difcorrevole diftinzion
reale difperde ogni penetrazione, e co-
municazione di elTenza , cosi fa ancora
di ogni penetrazione , e comunicazione
di fcienza. Conciofliachè la Scienza, o
intelligenza , ed ogni cognizione , e co-
gitazione, altro che comunicazione , e
penetrazione non fia: ficcome la fcomu-
nicazione , e l’ impenetrabilità, altro non
fono che cecità , o fconofcenza . Per
Dio la facilità fola , e’1 chiarore di que-
lla luminofa dimoftrazione potrebbe per
avventura per un fol momento farne
travvedere la fermezza , e la ficurezza.
Imperocché come può la materia in-
tendere quello , che non contiene ? E
come contenere quello , che elTa non è ?
Per
* Oigitized by Google
DELL’ UOMO. 39
Per qual via, e con qual potere fi effon-
derà la materia ad includere colla co-
nofeenza quello , che efclude coll’ ef-
fenza?Come diftinta effondo dall’ altre
cofe, ‘comunicherà con quelle medefìme
per apprenderle ? Come dentro di fé ,
e quali da fé (leda diftinta, ed efclufa,
potrà o a fé ri volger fi , o in fe il fuo
edere raccòrrò , per intender fe , e le
cofe fue ? In qual modo pofta fuori del-
le cofe, che ella non è, e fuori di fe
niedelìma , che non contiene, potria
1* altrui , o’I fuo proprio edere dentro
di fe conchiudere coll’ intelligenza ?
Qual farà il fentimento di quel tanto
deuro, quanto celebrato principio , che
l’operare fiegue all’ edere , fe non que-
llo ; che federe è regola, e norma dell*
operare : che quale, e quanta è Ceden-
za , tale , e tanta eder dee 1’ operazione:
che l’operazione non può fuori eftender-
d dell’edenza: che in dnc l* operare è
una produzione dell’cderc, dechè l’effon-
zada operante; d’operare mededmo,el’
operazione da edftente , e da edo edere
a rincontro. Per le quali certi (lime regole
fedi maggior lume abbifognade, vie più lì
dichia-
V.
4 o DELL’ ANIMO
dichiarerebbe ciò, che diciamo ; che non
fi può contenere, ne includer quello,
che non fi è ; come quello che non fi con-
tiene, ne include , non fi può intendere.
Adunque certifiimo argomento, e chia-
rifiìmo di cecità, ed infenfatezza , è la-
diftinzion reale coll’ impenetrabilità,
fcomunicazione, ed efclufion materiale.
La diltinzione , che per varj divarie co-
fe , e diflacca 1’ eflenze , e proibifce le
coriofcenze; nella coftituzione dcll’intut-
to divifibile material fotlanza giugneall’
ecceflo di diftinguere ; per modo che af-
fatto ogni comunione tronca di eden za,
ed ogni via chiude d’ intelligenza . La-
onde e’ non è da maravigliare , fe in
tutte le Lingue più belici’ intelligenza
colla penetrazione , comprenfione, con-
tenenza , ed inclufione è lignificata ; e
con contrarie appellazioni è lignificata
la fconofcenza. Ed è da ammirar molto ,
che i novelli Filofofi fien così ciechi ,
che la cecità della Materia per quella
via non abbiano ravvifata, che fi pre-
fenta nel primo afpetto delle cofe , non
che nel procefio dell* invelligazione.
Con dimoftrare la cecità della mate-
ria
Digitized by Cìoogle
~rr . — *’-• —
DELL’ UOMO. 4i , ,
ria, abbiamo inficme dimoftrata 1’ im-
materialità della mente ; Imperocché fe
la materia è cieca, perchè ella è di vi-
libile, la mente dee eflere indi vilibiie ,
perchè è intelligente . Pur nondimeno
c uopo in efla intelligenza oflervar la
di lei immaterialità, come in efla natura
diviflbilc la cecità , c l’amenzia abbiam’
oflervata. Adunque fe la Mente cono- °V e f ,a
fce le fue cognizioni , come per la pri- trabiitàdei-
ma, e più interna , più lucida notizia I* Mente.
della colcienza è certiflimo, ella certa-
mente le Tue cognizioni , e 1’ eflere di
quelle, e ’i fuo medefimo dee in fc con-
tenere : e con quelle Tue operazioni , e
con tutto il fuo eflere , per pcnetrevo-
le comunione , e per indiflolubil neflo
d’ identità , efler dee una cofa mede-
lima realmente indiflinta , ed indivifa.
E poiché per mezzo delle cognizioni
apprende tante cofe, quante ve n’ ha_,
in tutte l’Iflorie, e in tutte le Scienze,
ed Arti; la Mente quell’ immenfa am-
piezza, e quel novero infinito di forme
memorabili , fcibili , ed agevoli con-
terrà tutte nel fuo intendere, e nel fuo
eflere penetrando , e includendo :
F con
✓ . . J
, ?»
Digitized by Google
42 DELL’ANIMO
con reai neffo tutte le cofe compren-
dendo, cd unificando nella Tua intelli-
genza ; e la Tua intelligenza in tutte le
cofe eftendendo, indiftinta, ed indi vi-
ta da quelle così, come è dal fuo efte-[
re medcfimo,e dalle fue medeGmc cogni.
zioni.Dal che chiaramente fi feerne, cfter
l’intelligenza, e per confequcnte 1* Eflcn-
za mentale con tutta quell’ ampiezza , e
4 ; con tutta quella dovizia , che accennata
■ abbiamo efier, dico, nondimeno indiftin-
ta, femplice, ed indivifibile.Concioflìachc
comunione, penetrazione , e inclufione__,
Veneu-abi- fono co ip indiftinzione , o identità una
■ hta , e rden- r ...
tiù fono um cola, c per poco una ragione , o notizia
c»fa medejì. medefima . Siccome la reai diftinzione
fminuzzaper tutto la foftanza della ma*
teriajondel’eflere materiale è impenetra-
bile^ incomunichevole ; così la penetra-»
zione , la comunione , e l’ inclufione per
tutto realmente conduce, e connette l’in.
telligenza ; onde l’ intendere , e 1’ eflere-
mentale efter dee indiftinto, femplice*
ed indivifibile , immateriale , e immorta*
le. Certamente la fola eftre ma chiarezza
di quefta dimoftrazione a non fani intel-
letti può per avventura far dubitare
della
Digitized by Googlè
DELL’ UOMO. 4?
della fermezza per un momento . Im-
perocché come potrebbe la Mente, o
non contenere quel , eh’ intende, o non
eflerc quel , che contiene, o edere da .
ciò che contiene realmente diftinta ?
Come mai potrà efcludere, e (termina-
re coll’eft’enza quel, che include coll’in-
telligenza ? Come fopra di fe ritornan-
do, o in fe il fuo effere raccogliendo A )■ * 0 -
ad intender fe, e le fu e cognizioni ;
trebbe poi cfler tutta in fe, e quafi
fe realmente diftinta, ed efclufa ? E in
fine il proprio, e 1* altrui edere , nell*
intelligenza accogliendo , come può av-
venire , eh’ ella fia pofta fuori delle co-
fe,che intende, e che efler dee, e fuori di '
fe medefima ancora, qual certamente
larcbbe , fe fuflc divifibile , e materiale ?
Non ci ha dcll’indivifibi!ità,c dell’imma-
terialità argomento più ficuro di quel-
lo , che eia penetrabilità, e della co-
munione, che è l’intelligenza. L’Iden-
tità , che per varj gradi di varie cofe
fomminiftra 1* intelligenza, c connette
l’edenza; nella coftituzion della mente
giugnendo fino alla penetrabilità, ed
infelfionc , che adduce ogni comunio-
.. : Fa ne
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. •*
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44 DELL’ANIMO
ne di eflere, ed ogni lume d’intendere,
viene in tanta chiarezza , che egli è
una maraviglia , che alcun de* Filofofi
abbia difperato di poter trovare (uf-
ficiente ragione deli’ Immortalità dell*
Animo dell* Uomo, la quale fenza fa-
tica d’inveftigazione nel primo afpctto
delle cofe ci fi apprefenta.
■g?** Con quello argomento fenza fallo
^ffHré P, °mate- fino il fondo è fiato difcopcrto dell’
riale quale efienza materiale, che è la reai diftin-
deU^mmte 2 j one ^ e j a di vifibilità , onde la cecità ,
e 1’ infenfatezza immediatamente di-
pende . E infiemcmente il principio,
e 1* origine dell’ efienza mentale ab-
biam ritrovato , che è la reale indiftin-
zione , e 1’ indivifibilità ; onde l* im-
, materialità , e immortalità neccflaria-
mente difcendono. - *
' Ora da quel primo fondamento del
, - materiale eflere , molte altre proprietà
procedon della materia: ciò fono mu-
tabilità , e mobil ita ; novità, e contingen-
.) , za ; impotenza , ed inerzia ; e in fine fug-
^gezione , c dipendenza , che tutta l* ef-
fenza della materia adempiono per av-
ventura . Come altresì da quel princi-
pi» ^ pio
. ■?
«
# - • •
• . ^Digitised by Qoogle
DELL’ UOMO. 45
pio dell' Efler mentale molte proprietà
provengono della mente : quali fono,
coflanza , ed immobilità ; neceffità , ed
antichità ; potenza , ed arte; e finalmen-
te libertà , e independenza , che tutto
1 ’ effer mentale fi può credere, che_
adeguino. Le quali cofe fono altrettan-
ti fermiflìmi argomenti, 1 * une della ceci-
tà della Materia, e l’ altre dell’ Immor-
talità della Mente . Ma alla difputa di
fi fatte ragioni e’ fa di meftieri premet-
tere una confiderazione , con utilità de*
novelli Epicurei , per fargli fin da ora
argomentare la debolezza degli argo-
menti Lucrcziani : e di tutti gli altri , per
agevolargli l’ inrelligerfza di quanto im-
prendiamo a dire di quelle ducEffenze.Io
prefuppongo, che quelli novelli abbian
già fatto quel, che gli antichi non pen-
farono di fare , o fecero leggiermente ,
e trafeuratamenre : cioè che abbiano
afTai filofofato fopra la Natura imma-
teriale ; che nondimeno per la cagio-
ne , che dirò , fi fian rimafi nell’errore.
Prendendo eglino la corpulenza, e la for-
za fenfibile della materia per falda, e chia-
ra verità, e realità; e per la finezza, e
fotti-
4<S DELL’ANIMO
•fottigliezzi loro , le Idee dell’ Uomo
* vane, e leggiere , e fantaftiche riputan-
do; per quella cagion fola leggieri, c
dubitofi , c fallaci credono edere i mc-
nov*Uj ìn £ d f nietll 6fioi argomenti dell’Immortalità ;
cureì. * ancoraché per altro lorpajano infolubi-
li : c per contrario fermi , c ficuri , e ve-
raci gli argomenti della mortalità , che
dalla parte corporale , e fen fu ale fi trag-
gono;! quali maggiormente il piacere del*
k „ la libertà, e dell’indipendenza, e la lufin-
<.’# § a del fenfo nel fenfo dell’ Uomo avva-
li lorano.Or ficcome degli antichi Epicurei
già divelle fol nella materia, c nelle ma-
teriali vicende affifandofi , fenza aver
prima inveftigato il Vero della Natura
"1 immateriale , non poterono con licurez-
za diterminar nulla contro all’Immor-
talità della mente dell’Uomo; così de’ •
novelli, che han fatto quella inveftiga-
: zione credo poter dire, che eglino len-
za pericolo non vi li deono a niun pat-
to rifolvcrc, non avendo prima trova-
ta l’ufficiente foiuzione degli argomen-
ti metafifici . La qual cofa non avendo
H effi fatta, ne facendo , non fi può dire
•3 quanto per quella cagione Tempre più
vegna*
.1
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4
DELL’ UOMO. 47
vegliano a mancar di credito que’ loro
argomenti. Perciocché ugualmente, e dal
non aver fatta quella neceflaria inve-
rtigazionc, come non la fecero gli anti-
chi , e dal non torre Pollacelo de’con-
trarj argomenti, come non fumo i no-
velli; giu ila mente fi dee credere, che
il dubbio dell’ ignoranza , e ’l precipizio
dell’ inconfiderazione fol avvalorino gli
argomenti loro . Poiché l’Uomo è com-
porto di due nature , P una cieca , ed
infenfata,e l’altra fenfata , e intelligen-
te ; che cotefto certamente i prilchi
Epicurei non credettero poter negare-,
giammai ; o per non artumer nulla contro
a’novelli ; poiché l’Uomo è un comporto,
e da una parte per argomenti, che quindi
fi ricolgono > tutto corporeo , e dirtolu-
bile, e mortale apparifee ; e dall’ altra ,
per gli altri argomenti fi feerne incor-
poreo , ed Immortale : non può niuno
ne a quello, ne a quello, ne alla mor-
talità, ne all’ immortalità , non prima
avendola va nità de’ contrari argomen-
ti dimoftrata , fe non per temerità, e
per capriccio attenerfi . E trovandoli
per avventura amenduele parti inacef-
fibiii f
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« W*f
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m-
?:
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4 S DELL’ ANIMO
libili, cd inoperabili , c dovere allora,
che fi temperi , e fi mitighi la forza degli
uni, e degli altri argomenti, affinchè o un
qualche comune effetto infieme lor for-
za comunicando , arrechino ; o lor forza
dividendo, in diverfe foftanze , o modi,
divedi effetti producano . Nel qual tem-
- pcramento,e mitigamento egli è fenza
,e fallo riporto il Vero maravigliofo : co-
me del Vero della Mente abbiamo già
detto doverfi fare: e come a fuo luogo
in quefta medefima Difputa, col favor
di Dio , noi faremo in effetto . Frattan-
to fe lo feopo degli argomenti Lucrc-
ziani è , che la Ragione , e l’Animo
dell’ Uomo fia del tutto diffolubile, e
mortale ; che egli prende da diffipamen-
ti , fucccffioni, vicende, e mutamenti,
•che vi fi veggono : e per contrario i
contrarj argomenti vanno a dimoftrare ,
che la fortanzial ragione, e I’ Animo
egli è in fe medefimo indiffolubile , ed
immortale; non c egli un giurto, e ra-
gionevole temperamento, e mitigamen--
to del contrarto degli argomenti , il di-
re, che l* Animo debba effere in fe, e
verfo di fe immortale per forza de’ fe-
-tèéà condi
* .
;
DELL» UOMO. 49 »
condi argomenti ; e che la forza de’ pri-
mi più oltra non vaglia a conchiudere,
fe non che l’Animo lia dall’ Uomo dif-
folubile , e in quello fentimento , e in
quello rifguardo mortale ancora?
La fola Compofizione , che è nell’
Uomo, ella è fufficientiflima cagione di
ogni variazione, la qual perciò a quel-
la compolìzione fola puoflì attribuire :
onde necelfità di dover dedurre , che-,
elTd Natura ragionevole immediaramen-
te patifca que’fvariamenti, ed ella deb-
ba clTer caduca e mortale , non vi li ,
fcorge niuna affatto. Gli fcadimenti,
gli avanzi, i eominciamenti,e i lini fo-
no varie guifc, evarj modidieffa com-
polizione.La compofizione è principio, ' ». 41
c radice di ogni variazione. La natura ^luziongeL
ragionevole , quantunque ella in le da ti gli argo-
mutamenti corporali immune , e libera; nienti ima*
tuttavia congiunta colla variabile ma-
reria, dee neceffariarnentfc non in altra
guifa , che variando, difpiegar le fue«
ragionevoli operazioni. Sarà quella Tem-
pre una generai foluzione affai fondata,
c forte di tutti gli argomenti di Lucre-
zio , che può offufear eziandio quella
• * G - appà-'
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*0 DELL’ANIMO
apparente evidenza, con che ha prefi
i materiali intelletti de’ Cuoi feguaci:
e’1 farà ella Tempre, finché eglino non
auran dimoftrata 1’ impofiibilità della.,
natura immateriale , o 1* impoflibilità
del concorfo , ed unione della medefi-
ma colla materia , e che a natura im-
materiale fia ripugnante, il potere con
quelle variazioni, che nell’ Uomo veg-
giamo , in niuna guifa operare. Il che
ficcome finora non han fatto, così non
éda credere, che fian per fare in avve-
nire . Ora ritorniamo al propofico, per
dimofirare in oltre per la mutabilità,
o mobilità cieca la Natura materiale; e
per l* immutabilità, o immobilità , im-
mortale l’intelligente: come già prima
. nbbiam fatto, per la reale difiinzione,
ed efclufione dell’ una, e per la reale_
indifiinzione , ed inclufione dell’ altra .
Nell’ eftenfione , o efirapofizione, che
- firZlonc' 1 ^- ne ^ a materia è manifcfta, noi feorgendo
Ucecita della allora quella difiinzione , ed efclufione,
de tornir* ne argomentammo la cecità , ed amenzia:
e nell’ intelligenza , che è in noi , e nell*
e (Ter noftro evidente, veggendol’indiftin-
zione ,e P inclufione ; quindi raccogliem-
mo
, •*» • •
tal ila de Hi
Mente .
1
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DELL’UOMO. 51
mo dover la mente edere indivifibile, ed
immortale. Ora nell’ eftrapofizione me- - 4 -v
dcfima , di più la mutabilità , la mobilità,
e’1 moto oflcrvando ; e nell’ intelligen- r
za , di più la immutabilità ,e l’immobi-
lità, e la quiete ritrovando ; di nuovo
1* una, e l’altra conchiufione dell’ una,
e dell’altra natura verremo a provare. V -.=■ -
L’ Eftrapofizione , per cominciar dalla
prima, c la radice di ogni variazione, . 1
mutazione, e moto ; perciocché man-
cando alla materia unità reale , che_, * .
aduni ,0 unifichi le parti , e 1’ edere
dell’une nell’ altre implichi, e le Arin-
ga, e fermi indillolubilmente ; per ne-
celfltà deonfi poter le parti 1* un e dall’ \
altre feparare, e fcambiarft infra di lo-
ro , e variare, c mutare, e muovere.
Il reai numero delle parti, l’une dall’
altre in realtà diftinte , e 1’ une fuori ~ -*
dell* altre eftftenti, è il medcfimo etter
mobile, e variabile della materia: c Ia_,
fletta mutabilità , e mobilità: è il prin-
cipio di ogni attuai variazione , c mu-
tazione , e moto . Il difetto di quella rea-
le unità, che contenga il numero a quel ^ Materia,
modo , é il verace vuoto, col quale, e . -
. G 2 nel _
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*
** DELL’ANIMO
nel quale dee poter muoverli la mate-
ria: che gli Epicurei ad altra manie-
ra di fallo vuoto trafportano; e i no-
velli Peripatetici , e i traviati de’ Car-
tcfiani n:egano a torto, quello vero vuo-
to con quel falfo degli Epicurei confon-
dendo. V Annone delle parti, Fune
all altre in ordine al luogo fuccedcn-
ti , è come un fluflo , c una fuga delle
medelime per Io fpazio: la quale di fua
natura domanda I’ attuai variazione, c
mutazione, e ’I moto attuale. Il moto
allo ’ncontro egli è l’atto dell’ eflenfio-
ne, o efirapofizionc : ed è prefcnte,ed
attuai efienfione , e fuccelfione . Nel mo-
to di per fc conlìderato non folamenre
e lubricità, e flufTo , e fuccelfione di
parti in ordine al luogo; onde le parti
fieno 1’ une fuori dell’ altre allogate : ma
e altresì fluflo f e fuccelfione in ordine
a tempo; onde le parti fieno I’ unc_,
dopo dell’ altre nel tempo efifienti : di-
modo che ognuna delle parti del moto •
allora ella è, quando 1’ altre fue com-
pagne o fono già preterite, o fono per
efiere in futuro: che o più non fono,
o ad elTere non fono ancora pervenute.
Il
+ 4
Y
DELL’ UOMO. 53
II che vero cdendo , come infallante-
mente è ; qual maggiore (Minzione può
avervi dell’ edere , e del non edere ?
qual più certa efclufione di quella, che
Pelle r fa del nulla, ed il nulla fa del Ee Ae-
re all* incontro ? come ciò , che c , può
mai procedere egli a contenere, ed in-
cludere quello che non è, quantunque
o fia dato da prima, o debba edere dap-
poi ? ficcome non vi ha maggior diftin*
zione dell’ edere, e del nulla , ne più
chiara efclufione ; perciocché il nulla,
che non è a niun patto, c ogni efclufio-
ne di ogni realità; e l’ edere che real-
mente è, è ogni efclufione di ogni nul-
lità del non edere: così non ci ha mo-
do più potente a diftinguere, ed cfclu-
dere,cpcr confegucnte più certo , e
più chiaro modo di efcluderc , ed eftin-
gucre ogni intelligenza di quello, che
è il moto, che perchè fia, 1’ edere, c’1
non edere congiunge inficine : le cui par-
ti deono edere tali , che una edendo ,
T altre afFarto non fono, dovendo e(Fc-
re o preterite, o future. Non eie, ne
può eflervi più chiaro argomento dice-
o nio-
cita, ed infenfatezza, della mutabilità,
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54 DELL* A NIMO
o mobilita, e del moto. La materia,
La muta - che fi dimoftra mfenfata , e cicca nell*
to , fono cer - eltenlione , che e moto radicale , e po-
li#"»* cat’io- tenziale; con più evidenza nella muta-
ftìjenfatèz- z * one » e ne l moto dimoftra il medefi-
za. mo ad Uomini non in tutto infenfati,
e ciechi. Al medefimo modo con fimi-
glianti proceffi di cagioni, ed effetti fi
perviene a conofccre l’ immutabilità , e
immobilità, e Immortalità della natura
mentale: cioè di quella immutabilità,
e di quella immobilità, che rifiuta, e_,
fcaccia da fe i mutamenti , e’ moti della
materia, e non già di quella di fommo
pregio, che alla fola fovrana Mente in-
finita è rifcrbata. Noi nell’ intelligenza
ravvifammo già la reale indiftinzionc ,
ed inclufione: in cui fimilmente con in-
dicibil chiarezza fcernefi la coftanza,e
quella invariabilità, ed immobilità , che
qui intendiamo. L’ indiftinzione è prin-
• cipio di falda invariabil fermezza ,
quiete, che ogni incoftanza , e material
mutazione, e moto efclude del tutto.
Avvi nell’ indiftinzione unità reale uni-
ficante, che contiene i numeri, e gli
ftringe , e ferma indiftolubilmente:onde
f :- > ' le
*
Digitized by
DELL» UOMO. ^
le parti non poflbn Pune dalPaltre fce-
vcrarfi , ne (cambiarli infra di loro, ne
murarli , o muoverli in niuna guifa . J
L’identità delle parti, l’unc nelP elTere "
dell’ altre infiflenri , P unc nell’ altre pe-
netranti^ deflfo elTere invariabile , ed
immobile dell’ intelligenza , è elTa in va- #•
riabilita, ed immobilità, e coftanza, e
virtuofa quiete della mente. L’ inclu-
sone è la virtù maravigliofa , che Uri-
gne,e aduna, e contiene, econferma_. . -1
P clTcnza mentale ad eder libera, e im-
mune dalle mutazioni , e da moti della
materia , e ad elTere in quello riguar-
do invariabile, ed immobile, e quieta.
Quella identità, ed inclulione è ella il Ver 5
verace pieno della Mente, che ne i voi- Tra ma-
gari Peripatetici, ne gli fciocchi de’ Car- ta!e '
tefiani , e tanto meno gli Epicurei in-
tendere non han potuto finora. L.’infi- - ^ > Y'
llenza, ed infeifione delle parti, che ne
luoghi eftendono,ne difpergono tem-
pi , è quello che ogni corporale lubri-
cità, e fltilTo, e fuccelfione allontana^. • ** ì
dall’ elTere intelligente. Ma di cotalin- -
fillenza,o penetrazione , o inclufione,
egli è da fapere, che altra cofa non è,
che
f •.
JDigitiz’ed by Google
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5 6 DELL’ANIMO *
che (lane l’atro, che 1’ Idea, o perce-
zione . L* intelligenza è principale ,
radicai percezione, ed Idea: e 1* Idea,
o percezione , è prefente , ed attuale
intelligenza; nella quale 1* immobilità,
cd invariabilità del mentale edere, e
1* indivilibilità , e Immortalità in chia-
ridimo lume lì difeoprono . La prefen-
te ,cd attuai percezione dell’ Idea , niu-
na parte della potenza intelligente , e
niuna parte dell’ intendevole obbierto
preterendo , o in futuro rifervando,
cioè ogni parte della cofa , che inten-
de ,infieme comprendendo tutto aduna
in un atro , ed in una prefenza di un
femplice edere indi vifibiìe . Poiché l’ in-
telligenza penetrando , ed includendo
tende all’ influenza di ogni fuo clTere^
in una unità di eflenza: la percezione
c, prefente, ed attuale inclusone, c pe-
netrazione , ed influenza. Ella è l’atto
di quella virtù, c la fermezza, c’1 ri-
pofo, e la quiete della mente, nella..,
pod'cdìone dell’ edere , c del fapere .
Non vi ha maggiore indiftinzione , ed
inclufione dell* ogni edere , cioè di quel-
la edenza, che tutto il fuo proprio ef-
DELL’UOMO 57
fere poflìede, che di fé, e delle fue co-
fc ogni nullità efcludendo , include ogni
fua realità: onde l’atto, e la prefenza,
cioè il prefente edere attuale , che ogni
realità a fe appartenente contiene , è
nel colmo dell’ indidinzione , e dell’ in-
elulione, che ogni nullità, e vacuità, e
lubricità, e fluflo, e mutamento efclu-
de. Tal fermamente è la percezione,
o idea , le cui parti sì elleno fono a fe
prefenti , che una parte eflendo , tutte
l’ altre con quella, ed in quella eder
deono fenza edenfione di luoghi , e fen-
za fucccflìone di tempi ; tutta prefen-
te, ed in atto in fe, e con fcco tutto
il fuo edere conchiudendo. Siccome il
moto edende, e (minuzza , e difperge
le parti della materia; ed è perciò eda
variazione , e mutazione : così la per-
cezione , o idea, diciam così, intende,
e conclude tutto l’ edere della Mente :
e per tanto è la dedìdima invariabilità,
o immobilità, o permeglio dire, è edo
ftabilimcnto , ed eda quiete della Men-
te . Non è nella natura, ne in Cielo,
ne in Terra unione più dretta , ne piu
intima , ne più falda, e indidblubiledel-
H la
L
58 DELL’ANIMO
la percezione: non ci è della percezio-
ne più ficuro , ne più chiaro argomen-
to d’invariabilità, ed immobilità , e di .
. quiete . La Mente che nell’ inclufione ,
ttjftmo arco - e penetrazione deir intelligenza fi di-
menio d' m- moftra femplice edere, ed indivifibile ,
<t inva/iùbi- ed immortale ; con lumi piu chiari ,
fìta • - nell* immobile , e quieta podelfione del
fuo edere, difcopre il medefimo a cer-
velli non del tutto torbidi , ed inquie-
ti. Ed ecco un nuovo, e fpeciofo pa-
ragone delia Mence, e della Materia.
N avello fa- La Materiale tutta dipinta, e eompo-
rafone deilaL (k a , ed eftenfa : la Mente inditimta >
faòlaìwia!' ^ cm P^ ce » penetrabile. La Materia per
la compofizione , edeftenfione,o eftra-
pofizione è divifibilc, variabile , mobi-
le : la Mente per la penetrazione, ed
♦ inclufione è immobile, ed invariabile.
La Materia ha il fuo proprio atto della
; , propria edenza, che è il moto: la Men-
te, ella ancora ha il fuo proprio dei
proprio edere ,che è F Idea. Nell’ eden*
dono , efcludone , variazione, e moto
la Materia dimoftra da fua cecità, ed
amenzia: e la Mente ndia'penetrazio&
ne , inclufione , invariabilità , ed, immo-
ti lì bilica
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s .
remcLa
DELL’UOMO. 59
biliti fi diicopre indiviiibiie , ed immor-
tale. Non ci ha cofc più tra fe diver-
fc, della Materia, e della Mente: non re
ci ha piu evidente contrarietà di quel- / ra U M/e-
la, che è tra l’Idea della Mente, e ’1 rìsela Mam-
molo della Materia. Ma affinchè niu •
no rivolgendoli alla materia , ed alla
mente deli’ Uomo, ed a’ mori , ed alle
idee del medefimo, non fi turbi, o eoa
tacita oppofizionc non contratti quella
nottra dimoftrazione ; promettiamo in
luogo più opportuno di quella Difputa
far vedere , come nel congiungimento
di quelle diverfe nature, e di que’ di-
verfi modi-, vie più venga adilluttrarfi,
e confcrmarfi la prefente dottrina.
Dall* eflerc indiftinto , penetrevole , * *
ed inclufivo dell’ intelligenza , e* fegue Quarta dì-
di neceffirà , che l’ intelligenza eflcr deg-
già interminata, e univerfale : come-, tdfà-Atuu
dall’ eflerc dillinto , impenetrabile , ed uc
elclufivo della materia , necefli riamen-
te avviene, che la materia debba efler
terminata, e particolare. E benché la
penetrazione , ed inclufione chiaramen-
te voglia aver con beco infiniti, eduni-
verfalitir e l’ efclufionc , ed impenetra.-
H 2 bilità
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1
60 DELL’ANIMO
bilità pur con pari chiarezza arrechi
terminazione , e particolarità, anzi più
torto la penetrazione , ed inclufione-,
paja eflere non altro, che erta infini-
tà, cd univerfalità: e 1 * efclufione , ed
impenetrabilità colla particolarità , e-»
terminazione pajano edere una mede-
lima ragione ; contuttociò quelle due
ragioni fono due nuovi rilucenti (Timi
lumi , co* quali nuovamente per nuo-
ve vie rinveniremo coll’ uno la ce-
cità , ed infenfatezza delia materia ,
e coll’ altro l’ immaterialità , ed immor-
talità della Mente . Le quali cofee’ per-
ciò conviene , quanto più c podibile ,
fpiegare ,e dichiarare paratamente. Per
^Aeco- cominciar quindi , Univerfale c quello,
che tutte le cofe , o quelle che gli appar-
tengono , cioè tutto il numero , e tut-
ta la varietà delle differenze , forme , e
modi pienamente contiene, e sì contien
egli ciò che e’ contener dee , che le for-
me ,o le differenze per lungo ordine di
cagioni l’ une dall’ altre procedenti , e
tutte da una prima, e principale pen-
denti , effo Univerfale dee produrre-,,
eziandio. Una principale unità per altri
mezza.
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DELL’ UOMO. 6 1
mezzani principi inferiori, che indi pro-
vengono, ed ordinatamente gli uni agli
altri fuccedono, con fucceffive produ-
zioni fi eftende fino all* cflremiti degli
ultimi particolari a contenergli, e pro-
durgli. Or quella cflenza, o nozione,
o ragion di univerfale , manifefta mente
ella efler dee indivifibile,ed immateria-
le. Conciofliachè eflere immateriale , ed
indivtfibile altro e* non fia, che eflere
in tutti, e con tutti i particolari , e tut-
ti comunicando , penetrando, includen-
do, adunare in una fempliee, indi via-
bile unità di efienza, o foftanza. Senza
quella principale unità contenente, e
unificante , ficura mente le diftinzioni , e
le differenze de* particolari fminuzze-
rebbono , e difperderebbono ogni co-
municazione , e contenenza: e fenza_»
quel numero contenuto , fenza fallo
T uhità rimarrebbe ruota di ogni pie-
nezza , e ubertà . Or 1* intelligenza^
deir Uomo , che ella efprimendo, eraf-
fojtiigliando , fi eftenda da per tutto> a
imprendere ,e conchiuder tutto il nu-
mero , e tutta la varietà dell’ Univerfo
i* Iftorie, e le Scienze x eT Arti il roa-
ni fe-
y ♦
V.jt. ,
62 DELL’ANIMO,
nifdhno a chi che fia. Adunque l’Uni-
verfale ,chc non altro , che una ragio-
ne, o nozione , o Idea parendo elTere
da fé nel primo afpetto non dimoftra
realità ; li Icorge pofcia , ed è reale»,
nell’intelligenza; la cui realità il chia-
ro lume della cofcienza a tutti dimo-
ftra. E l’intelligenza, che è una reali-
tà, o reai natura, o foftanza; c pertan-
to nel primo afpetto non arreca uni-
verfalità; fcernefi pofcia aver vera uni-
verfalità nell’ idea,o nozione, o ragio-
ne dell’ Univerfalc ; la cui immateriali-
tà a tutti innanzi appretta 1* evidenza»,
della ragione . Cotal ritorno, e fcam-
bievole fomminiftramento proprio dì
qualunque più invitta, e piu illultre di-
moftrazione non intendongli Epicurei:
onde nell’ LJniverfale , che di per fe i
{blamente nell’ idea della Mente, tur-
tocche ben vi veggano indivifibilirà, ed
immaterialità; credon pur nondimeno
non più che ideale , e immaginario V elle-
re immateriale: e poi nell’ intelligenza ,
che è , e fi vede edere folo in nature
particolari , febben ravvifano univerfa-
lità; pur ii fanno a credere, che mate-
HNUti riale ,
j Digitized by Google
DELL/ UOMO. 6;
riale, e divisibile efler debba quella na-
tura univerfale ; dovendo per forza»*
di sillogiftica dimollrativa conneffione,
all’ Univerfale , per l’ intelligenxi , con-
ceder realità; cd all’ intelligenza , per
l’ univerfale donare immaterialità . Ma
egli è ben uopo quella univerfalità, che
nell’Arte, nell’ litoria, e nella Scienza
fi manifefta , deferivere più particolar-
mente : affinchè quello argomento non
paja anzi un lavoro di fantafìa , che
vero, e fermo, e fondato in Sicure , e
indubitabili realità . La nollra intelli-
genza, come ognun vede, mifura tutti
i modi dell’ eftenfionc , e diftingue, e
diffinifee tutte le forme del numero ;
onde eHa è aritmetica , e geometrica : ed
al medefimo modo tutte ancora le va-
rie fpezie , e varie operazioni delle co*
fe oflerva, e difeerne, ed eftima ; on-
de ilìorica, e fisiologica può divenire.
Non è adunque la Mente una partico-
lar diterrainata dimenfione, ne c un»*
certo, e particolar numero ditermina-
to; ne finalmente è ella certa ,e diter-
minata forma , o fpezie di quelle, O
quelle nature; ma efler dee, ed è uni>
4 P» P verfal
ftwrtl* I
Univer fatiti
deità Screma*
del P Arte , e
della Storia .
(Séif 4/.
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V,
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St>\
<S 4 DELL’ANIMO
verfal mifura , e numero , ed univerfal
La Mente forma. Imperocché fe ella folle una di-
forma. terminata particolarità , riftretta tra-.
certi confini di certa diterminata etfen-
za, divifa, Germinata , ed efclufa da_,
tutti gli altri particolari , forme , nume-
ri, e mifure; ella non potrebbe eften-
"'derfi ad accogliergli, e contenergli tut-
ti nel fuo intendere , e nel fuo edere:
non potendo avervi evidenza più chia-
ra di quella, che un certo direrminato
modo aritmetico , o geometrico , non
polla a niun patto contenere gli altri
modi diftinti , e dilfimiglianri : conciof-
fiachè la diftinzione, la terminazione ,
ed efclufione non altro fieno, che ra-
gioni di dover diftinguere, efcludere,
e {terminare ogni contenenza. Così an-
cora la Mente è univerfal notizia , co-
è g‘ tallone » o fcienza , ed univerfal re-
oia univer- gola , o legge, che diltinguendo tutte
le varie forme delle cogitazioni, e in
varie guife componendole infieme ; e
notando le varie lignificazioni , c varie
confeguenzc, onde è dialettica; e con-
fiderando le varie umane azioni, e i lo-
ro rapporti , e le connelfioui olfervan-
do,
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DELL’UOMO. 6 5
do , cd apprezzandone ii valore, e ’l
frutto, onde è etica ; non può a niun
patto ella edere una certa particoiar
forma di cogitazione, o certa ditermi-
nata affezione, o volontà in fe riftret-
ta, c divifa , e fciffa dall’ altre forme,
c dagli altri modi particolari di cogita- ' r f
zioni , ed affezioni . L’ effe re univerfa-
le è T efTere ampio , profondo , uber-
tofo ; è Federe ideale, o efpreffivo, o
raffomigliativo : è in fine quell’ effere_
maravigliofo a corti , e caliginofi intel-
letti inpffervabile, che tempera, c mi-
tiga 1* eftremo rigore delle conrradizio-
ni , e 1’ unifcc , ed accorda infieme con
mirabil conciglio, nel che unicamente è
porta l’efTenza mentale. Da un lato egli
è cotanto certo, quanto niuna altra co- da le contra-
fa in Filofofia, che l’intelligenza cfler
dee tutto ciò , che fa , o conofce , a quel
modo medefimo , che è l’obbietto, e«,
non altrimenti. Perciocché fe e’ non d
a quel modo,o non lo è affatto; come
può avvenire , che per faperlo , o co-
nofcerlo il contegna,e comprenda ? co- *
me non ertendo,ne avendo, e per con*
fcgucnte non avendo con gli obbietti co-
I no*
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nofciuri niun conforzio , o comunicst- *
zione, può crederti , che gli raflomigli,
ed efprima per ifcienza, o per qualun-
que cognizione ? Dall’ altro lato è u-
gua Finente ticuro , c indubitato , chp_,
1 intelligenza non può ella edere quel-
lo, che propriamente fono gli obbiet-
ti. Perciocché fedii è - ciò , che quelli
fono con tutte le loro proprietà, e ma-
niere particolari ; come con tante diftin-
zioni , differenze , divitioni , terminazio-
ni , e particolarità , feiffa , terminata, e
franata non perderà ogni comunione
ed ogni contenenza al conofccre necef-
ftria ? Cotai due contradittorj , che»,
fcambievolraente ti combattono, c di-
fìruggono , temperandone P etiremo ri-
gore , accorda , e giugne inficme il ma-'
r,^»^ raVÌ g ,Ìofo e ^ cre idc3,e i o efpretiìvo
injìeme^enon ^ er cotai edere comunicante, c pene-
ècihci* fono tvcvoìe, la Mente è quanto fono le rea-
lità obbiettive efpreffe , e raffomigliate j-
ed infieme non è quali elle fono pra-
priamente, con quelle terminazioni , ed
* efclufioni .. Concioflìachè quella molti-
tudine, e quella varietà di modi , e for-
me , che fcambicvolmente fi efcludono,
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DELL’UOMO. 67
c {terminano , ella penetrando, e inclu-
dendo, e l’une all’ altre , ed a fc me-
defima,e fé a quelle comunicando, rac-
coglie in una femplice indi visibile efleri-
za. E con tal comunicazione, e pene-
trazione mitigaufi gli eccelli delle cun-
tradizioni dell’ uno , e del molto: dell’
uno del proprio eflere dell’ intelligen-
za ,e del molto dell* eflere degl’ inten-
devoli obbietti . Moderali da una parte
il numero, che non ila del tutto diftin-
to , {minuzzato , fparfo , difordinato: e
dall’altra, che l’unità non lia in tutto
riftretta , vuota , ed infruttuofa . Così mi-
tigati , e temperati gli umfee in una_«
indi vifibile unità, la quale perciòèatta
a lignificare, e potente a produrre tut-
ta la moltitudine*, e tutta la varietà del-
le forme. Evvi efifenza materiale , che
dovendo eflcr terminata , e particola-
re, non può cfler fenlàta, ed intelli-
gente. E vi ha eflenza ideale , che do-
vendo eflere interminata, ed univerfa-
le, non può eflere materiale, e di vifi-
bile. Ne potranno giammai i novelli
Epicurei, come non han potuto gli an-
tichi nella felva delle materie , o tra
I 2 modi
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68 DELL* ANIMO .
modi di quelle, Torta niuna di foftanza,
di moto, o modo ritrovare , cui conce-
der poflano la dote dell* Univerfalità .
Perciocché qual porzione di materia ,
comechè fia fublime , fottile , agile, e
virtuofa può drittamente eftimarfi , che
fia capace di perfetta idea ad adegua-
re le magnitudini , e penetrar le pro-
fondità, e mifurar le diftanze, e diftin-
guere i varj lavori, e varie forme deir
Univerfo ? E con qual moto,o modo,o
ingegno di compofizione, che tutti an-
gutti, e minuti, e lievi etter deono ne’
fentt noftri , potrà dirli da niuno , che
Cielo , Terra , e Mare , c Monti , e Val-
li, ed Alberi, ed Animali, ed altre fpe-
zie infinite celeftiali , o terrene , tali ,
quali in noi gli veggiamo,fi rapprefen-
tino? Le quali cofe tutte il maraviglio-
t fo ingegno della foftanza Ideale nonaU
tfwututtsfa tri menti appretta, che dalle rozzezze,
varieù delle cd anguftic dcl/e materiali fignificazio-
n * > °S n ‘ cofa efplicando , e argomen-
tando: che è Io tteflo che dire, che ella
i numeri, e i peli, e le mifure, colla_,
univerfalità , dentro di.fc il molto nell*
~ . : uno accogliendo, e il molto dall’ uno
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DELL* UOMO. 69
riproducendo , diftingue , ed efprime:
ficcome con più ragioni nel noftro Vo-
lumetto Metafilico abbiam provato per
ogni parte .Ora dalla univcrfalità, della
quale abbartanza fi è favellato, trapaf-
fiamo alla necertità, ed antichità per ri-
coglierne altri argomenti.
Ma io non prendo ad ofiervare Pef-
fere necertario , per trar quindi dritta-
mente
Immortalità
nuovo, c contingente per argomentar-
ne cecità , ed infenfatezza nella mate-
ria . Perciocché agevol cola è ad inten-
dere , quanto nell’ indiftinzione la ne-
c ertiti, ed antichità ; tanto nella necef-
fità , ed antichità 1* ertere indi vifìbile ,
ed immateriale: ed al primo afpctto,
come /iella dirtinzione della materia fi
ravvifa torto novità, e contingenza j co-
sì nella novità ; c contingenza 1* efler
cieco, ed infenfato fenza molto (len-
to fi riconofce . Onde il far quegli ar-
gomenti , farebbe più torto di ciò eh*
è (lato detto, una riftucchevole ripeti-
zione , che di nuovo ingegno, una di-
moftrazione novella. Benché non porta
negarli
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argomenti d’ immaterialità , ed * 1
salirà nella Mente : ne 1* erter
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. ,7© DELL’ ANIMO
negarti, che la ncccifità fopra la indica-
zione; e la contingenza fopra la diftin-
xione aggiungono una, come dicono,
nuova formalità. Adunque nella necef-
fita. fi vuol notar folamenteil primato,
.e’1 principato del proprio edere : che
è*il più forte de’ nobililfimi argomenti
Platonici, da più degli .Autori trattato
con poca dcgnità.E nella contingen-
za deefi moftrare fol la fuggezionc, e
la dipendenza , che meglio di ogni altra
cofa ne conduce a quel Vero , che nella
materia andiam ricercando . E vuolfi per
tanto dcfcrivcrc prima la necclfirà, e_
poi la contingenza: avvenendo per fimi-
glianti acribologie, che mirabilmente e
l’ idee fi dichiarino, e li fortifichino gli
argomenti. Or la neceflità, che altro è
Jìù*cbeelia fc non identità , o inclufione_
Jìa . dell’clferc in una fempliee unità; onde
l’efienza con ogni fua parte , e con fe-
co medefimaè infeparabilmente connef-
fa ? E poiché un cotal nello non può
conccpirfi che fia, fe non infra più Ra-
gioni, o elementi, o parti ; 1’ identità
dell’uno col numero inclufo;e del nu-
mero coll’ uno includente; c delle par-
ti
if. -
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’• Digitizec
DELL* UOMO. 71
tr del numero infra di loro in quell’uno»
medefnno, e’ farà certamente il nello
della uccelliti . E in fine non potendo»
tutto ciò edere fenza intrinfeco produ--
cimento , e fenza intrinfeco procedo
dell’ uno dall’ altro; nelj’ efienza necef»
faria , necelfiria mente eflèr dee princi-
pio, mezzo, e fine:, così che il princi-
pio internamente produca il mezzo, c’I
fine, e a quelli comparta tutto il fuo
edere , e in tutto 1* eflere di quelli fi
diffonda • e ’l mezzo , e ’l fine vicende-
volmente tutto il loro edere nel prin-
cipio rifondino , e in quello ritornino ,,
e fi ripolino . La necelfita è edenza.,
avente unità , e numero ,. principio ,
mezzo , e fine per interne comunica-
zioni indivifibilmente congiunti . E adun-
que la necelfita in fc , e con feco ,,eL-
da fe medefima , ed avendo in fc mer.
**ìzo , e fine prodotti da un principio,,
che è ella medefima ; viene con ciò
avere il primato, e ’l principato del fua>
proprio edere , da ogni altra edenza m?
quello rifguardo libera, c indipenden-
te. Dichiarate così quelle nozioni, di-'
eiamo’ che la neceflirà, o non è ella_,
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71 DELL* ANIMO
affatto, o effendo , fol nella natura men-
tale^ principalmente in quella lì ritro-
va : intendendo qui di quella neceflità
riflretta, c ipotetica, per cui l* efTenza
non può non effere ciò , che ella è ; e_
non già quella , che afToIuta , ed am-
pia alla fola Mente fovrana è dovuta .
Quanto nell' intelligenza è manifcfta»,
l’ inclusone , onde la Mente fi feerne
penetrabile, ed immateriale ; tanto nell*
inclufìone è manifeftala necelfità ,onde
la Mente s’ intende effere effenza pri-
ma , e principale , avente il primato, e ’l
principato del fuo proprio effere . Sic-
ché con quante parole abbiam dimo-
ftrato le ragioni della penetrabilità , con
altrettante fiam venuti a far chiaro ,
che la Mente, nel modo efplicato, ha
neceffario effere , ed ha del fuo efTere
il primato. Le quali cofe tutte dalla»,
bn Ufrincifa- P r i ma 6°° all’ eftrema, fono nella Men-
todei fuoej - te cotanto diftinte, ed efpreffe , cchia-
Jere
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re, e rilucenti, che più toflo per la co-
gnizione dell’ intendimento noflro , do-
ve fi veggono , alla nozion generale»,
della necefTità, ove fi argomentano, fi
deono attribuire ; che per quella a».
Astate * / quella
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DELL’UOMO. 73
quella concedere. Quel primato , fecon-
do quella univcrfal ragione , è come il
tronco , onde tre più proprj , e più fpe-
ziali primati fi diramano. L’ uno con
che 1 Animo intende il fuo vero , e ’l
luo medefimo intendimento : I* altro
con che vuole il fuo retto, e '1 fuo be-
ne, c’i fuo proprio volere: c’1 terzo
quello, per cui 1* Animo verfo quel ve-
ro, e quel retto, o bene, ha virtù di
muovere , e condurre fe medefimo .
Conciofliachè , come dell* elTere, così
««andio del fapere, c degli altri, egli
abbia interni principj , onde per inrrin-
leche produzioni, mezzi, e fini derivi-
no . E certamente è ammirabile quel
che fi feorge in tutte quelle parti del
principato dell’ Animo . Poiché in quel
lu premo , e fondamentale, è egli mani-
fello il vincolo della necelfiti dell’ ede-
re proprio ; onde l’elTenza , o foftanza
della mente è immortale, e fempirer-
na . La qual neceflìtà fi comparte , e fi di-
vide ne tre fufleguenti principati : ficchè
nel primo di quelli è egli il nodo della
nectfiìta del fapere; onde la feiema è
certa , ed infallibile : e nel fecondo è
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74 DELL’ANIMO
quello della neccflìtà del volere; onde
la legge, o regola è ferma, ed invaria-
Lafermez- bile : e nell* ultimo è la neceffità del po-
Mità della-* tere , onde la volontà e potente , c Ia_.
dei™ ueeT* a g cv0 ^ e > e procaccievolc la fcien-
onde pròve' za • Quello è dedò ficuramente tutto il
i ™ . nerbo di quel famofo argomento pla-
tonico, che T Anima dell’ Uomo muo-
va fe medelima: e perciò da fe dipar-
tirli, ed abbandonare fe (leda a vcrun__»
patto non poifa giammai. E di queiral-
tro pur di Platone , che nel primo è im-
plicato , cioè che l’Anima dell’ Uomo,*'
fia eda vita, onde il corpo fia , e li di?
t ca vivente : e per tanto finir di vivere
platonico del? per niuna contraria forza di natura non
immortaliti . poflain niuna guifa. Perciocché qual’ai-
tra cola è ella la vita , fe e* non è un«,
atto perenne , e podcrofo nelP edere, e
nell* operare? la vita è edcnza attuola,
ed atto eflenziale, o foilanziale: è ede-
re, ma perfetto, pieno, vigorofo ope-
rante : è ella altresì operare, ma faldo,
tobufto, incettante. La qual cofa uni-
camente è polla nella generazione,
comunicazione dell’ edere . Nella vita
adunque è pofleflione dei proprio cfse-
I
DELL* UOMO. 7 $
re, e del proprio operare, che fi diftin-
gue , e fpecifica nella pollone del
vero , e del retto , e della fcienza , e
della legge, col potere ad apprenderlo,
e confeguirlo : e nella pofseflione del
proprio potere, colla fcienza ad inten-
derlo, e a reggerlo colla regola. La vi-
ta perfetta è il fapere, volere, e po-
tere della mente . Ma fonovi nondime-
no certi gradi d’ imperfetto vivere, per
gli quali a quella fommità della vita
mentale, dall’imo d’ impcrfcttiflìme vi-
te fi afccnde , che altrove forfè dile-
gueremo . , > :
«
•di-
vediamo ora della Novità , e Contin-
genza della materia , e del fuo eflere^ f .
fpregcvole, fuggetro, e dipendente . Il v
che, per quel che dell’ intelligenza det-
to abbiamo , come facile a comprende-
re , preftamente in pochi motti fpedire-
roo. Siccome nell* inclufione dell’ intel-
ligenza è il vincolo della neccffità ma- . ' i
mfcfio ;cosi nella efclufione della mate- \ • • 4
ria chiaramente feernefi l’ infragnimen- >
to, e ’1 difcioglimento della contingen- ebetekj*
L * contingenza ella è sì fatta , che Z£ s l™. 1
• parti , 1 ’ une all’ altre fono rtra-
«**• K 2 mere,
• ■ , . • ' ì
. • * * Digitizeà by Google
la Mate-
ria fi fpopjia
dì ogni prin -
CÌpGtO «
7 6 DELL* ANIMO.
nierc,avveniticcie ,e nuove; ed al tut-
to ancora, che non in altra guifa, che
i* une all’ altre avvenendo, e congre-
gandoli infierae, compongono; e 1’ une
dall’ altre dipartendoli , c fegregando- -
fi, agevolmente depongono. Come
rincontro per le ragioni medefime , il
tutto alle parti Tue, onde ora è coftrut-
to , ed ora diftrutto , egli è Uranio,
nuovo, e avveniticcio. E giacche l’ in-
diftinzione decedere è il nodo infolu-
biie della necedità ; ben egli è uopo , '
che nell* ogni diftinzione- tanta contin-
genza li ritrovi , quanta non può edere
altrove. La Materia adunque per cotai
difetti non può in fe edere, ne confetf
co, ne da fe;ne può avere interni prin-
cipi , mezzi , c fini per interne comu-
nioni infcparabilmente infieme avvinti.
Il perchè non potendo muovere, o reg-
gere fe medefìma dentro di fe ; ne_,
fuori di fe altrove in altre cpfe pe-
netrare a muovere , o reggere foftanze
da fe diftinte ; è forza che ella fi ri-
manga nuda d’ogni primato , e princi-
pato di edere, c di operare, fenza lu-
me di faperc , fenza nume di volere, .
, ZT . ' efen-
Dtgitfzed by Google
DELL’UOMO. 77
C fenza fermezza di potere , di fcienza ,
di arte, e di regola fprovveduta , eie- v
ca , infenfata , inerte, informe, ed im- a
potente del tutto. Quel capo di fogge -• ' ■
zione, e di dipendenza , fecondo quel-
la generai ragione del non edere , egli
è come radice di tre più proprie,
più fpeciali dipendenze: il primo di non
intendere alcun edere, o vero; l’altro
di non appetir retto, o bene niuno,c’l
terzo, ed ultimo di non avfcre niun_»
vigore verfo niun obbietto , di muove-
nte fe medefima . E qui altresì è cofa de-
gna di maraviglia , che in quel generai
difetto, è manifefto lo fcioglimento ,
e’1 fluita della contingenza, quafi dei
non edere; onde 1* edenza , o fuftanza ^
della materia è rifolubile , caduca,
temporale . La qual contingenza fi diri-
va, e comparte ne’ tre capi fudeguen-
ti: deche nel primo di quelli c la con-
tingenza del non fapere; onde la Ma-
teria è cieca, ed infenfata :c nel fecon-
do è la contingenza del non volere ; ,
onde la Maceria è difinchinevole , ed
indifferente : e nel terzo è quella del
non potere, onde la Materia è pigra,
e feio-
Digitized by Google
78 DELL* ANIMO
e fcioperata . Quello egli c tutto il fà-
yf reomento mofo argomento Ariftotelico di là pre-
Anjtotelico rii r r •
dciu Divini . *° » che qualunque corpo fi muova , e
ta
debba da altro corpo efler moflfo : on-
de per non procedere in infinito , abbia
ad efTcrvi un primario principio, da fe
movente il tutto . Conciofliachè , come il
potere della Mente ritorna nel Capere , e
nel volere, per gir colla cognizione ver-
fo il vero , che fi conofce , e coll’amore
verfo il rètto, che fi appetifee ; così il
non potere della materia fi ellende al
non Capere , e al non volere il vero ,
che non s’ intende , e ’l buono, che non
fi vuole . Adunque come nella coCcien-
n za dell’ Uomo ,da que’ tre principi del»-
trìnci} j men - le tre poteftk mentali fi perviene, a co*
**• noCcerel’ Immortalità della mente dclP
Uomo; onde poi di più conoCcijmo la
cecità , ed inCenCarezza della materia; co-
sì nella conoCcenza, che abbiamo della
Materia, fimilmente da’ tre principi de*
vizj materiali , fi comprende la cecità
di quella Coftanza , e 1* inerzia , e 1* in-
differenza, ed impotenza:* onde poi ve-
gniamo a conoCcere 1* infinito Capere,
volere, e potere della mente del Mon-
do.
De*
Dlgitized by Google
DELL’ UOMO. 79
-, do . Imperocché il primario generai ca-
po viziofo, ci mette dinanzi agli occhi Come da tre
il difettofo lubrico edere della Mare- ^{Tcomjce
ria: onde argomentali infinita efl'enza , l’impotenza^
che l’abbia dovuta trarre dal nulla. Il
primo fpczial vizio del non Capere, ne zadeltaMe * h
fa intender chiaramente il difordinato, Um
,c turbolento, ed informe edere della_,
medefimajonde fi argomenta infinita
lapienza, che coftanza, ed ordine, e— ;
.forma le abbia donato. Il fecondo, e’I
terzo del non volerete del non potè- *>- ,
re, fa veder l’ edere materiale del tut-
to impotente , ed inetto: onde fi racco-
glie dovervi edere Comma benevola po- vV t-
teda, ed onnipotente Nume, che drit-
ti, e fruttiferi inchinamenti , e moti le
abbia conceduti . L’ uno , e T altro è egli
un ben triplicato argomento dell r Im-
mortalità della Mente dell’ Uomo,e_
dell’ efidenza della Mente del Mondo •
c della fuggezione , e dipendenza della
Materia particolare dalla Mente parti-
colare dell* Uomo; e della materia uni-
verfale mondana dalla mente univerfa-
le del Mondo. Il quale Aridotelico ar-
gomento nondimeno , menti tenebrofe,*
v altri
• • «■
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Mente de ir
Uomo fi ndor-
• m* delle fonie
>* della Scien-
za , <&//* Ar-
te, e deliaci
Storia .
S»
•w
a: , .
|«o DELL* ANIMO
altri come fciocco penfamento vilipen-
dono , altri malamente interpetrando
ofeurano. E alquanto più innanzi pro-
cedendo , per colpire al fegno , di feio-
gliere un principale argomento di Lu-
crezio , che ora ci viene in acconcio di
fare ; fe la Mente dell’ Uomo a quel mo-
do per quella cagione, che detto abbia-
mo, ha il primato, e ’1 principato neir
edere , e nell’ operare ; onde l'egue la_,
cecità, la fparutezza , e 1* impotenza^
della Materia; egli dee elfer ccrtitlimo,
che la Mente dell’ Uomo , ella da fe
ittruifee, e muove, e regge fe medefi-
ma per fare acquifto deli’ infinite, va-
rie, e Ipeciofe forme del volere , del
fapcre, c del potere nelle Storie, nelle
Scienze, nell’ Arti: e che quelle forme
dal fuo intimo feno producendo , per
foiza della coftituzione , alla materia co-
munica a figurarla, e variarla. E quan-
to a quel genere di forme, che la ma-
teria, degli edemi obbietti appretta alla
Mente, con pari fteurezza e’ fi dee di-
re , che la Mente, per quelle medefime
ragioni, coll’ unità, col lume, e colla
pienezza del fuo intendimento, faccia
*£* * À quello ,
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A. - ‘ ' '
DELL* UOMO. St J
quello, che più fu in altre opportunità
abbiamo infinuato; cioè che ella con_*
quelle virtù adempiendo i difetti,
adunando i numeri, e da ogni parte ar-
gomentando, le forme rozze, e minu-
te , e da fe cieche , e tenebrone della ,
materia , in fe medefima riproduca . Sic- <
come pur ora flabilita la fuggezione , < ' .
e la dipendenza della materia ; ed indi
T ogni potere, e fapere della Mente fu-
prema riconolciuto , abbiamo argomen-
tato, che la Mente prima alla materia
mondana, tutto l’etfere delle foflanze,
c rutto il potere de’ moti, e delle prò-*
duzioni , e tutta la varietà, e l’indegno
delle forme abbia dovuto concedere .
In quello rincontro è di ofTervaziont» .
dcgnilfimo , che le forme mondane , di rw ~
fua natura fon cieche, ed operanti , e •
le forme dell’Uomo fon lucide , c fi- mondane , ed
gnificative; avvegnaché 1» operazione umane '
delle prime non fìa fenza ogni firnifi-
cazione , c la fignificazion delle fecon-
de fìa con alcuna operazione congiun- • *
ta, E tuttavia nel mondo avvi le for-
me celefli , che col lume, colla cofhn- ‘ ,
za , coll’ ordine , e col vigore , con quan-
‘w L ra
Digitized by Googli
A
.4
82 DELL’ANIMO
ta certezza illuminano, con tanta chia-
rezza reggendo la parte inferiore, e-,
groflolana, fono manifefte fignificazioni
del Nume della Mente Eterna ; e nell*
Uomo avvi le terreftri forme nella ma-
teria più crafla , e più corpulenta , che
fono più cieche, che ideali, e più ope»
rarefi, che fignificativc . E finalmente le
celefti fignificazioni mondane , e le idea-
li umane con bellidima corrifpondcnza
sì infieme fi adattano; che come i lumi
del Cielo fon fignificazioni , così 1’ idee
dell* Uomo fon veraci lumi *. e nel Mon- '
’do, per la cognizione dell’ Uomo, le
fignificazioni fono più efpreflfe ; e nell*
Uomo per le fignificazioni celefli ,fono
le cognizioni più chiare.
iJ BaC, Con quanto finora della natura dell*
. Animo abbiam divifato, fiara venuti a
dire , prima , che 1’ animo dell’ Uomo è
• A '" reai foflanza realmente dalla foftanza
del corpo diftinta: e per tanto che ella
è natura incorporale , ed intelligibile .
Secondo, che l’ e fiere dell’ animo è am-
pio , profondo , virtuofo , qual non è cer-
tamente 1* edere del corpo . E terzo, che
l’animo, per cotefta realità così fatta ,
e fpe
I
—
DELL* UOMO.C 8 18
e Ipezialmcnte per le tre forme del fa-
pere, volere , e potere; ed è principio
del fuo proprio edere; ed ha primato
e principato fopra la fodanza corpora-
le, vita , moto, fenfo, e forme difcien-
Ze » " e di regolate azioni donan-
dole. Similmente per quel che ora del-
la Mente del mondo abbiamo argomen-
tai ; e per quello che qui , o altrove
ne abbiamo detto , o ne abbiamo a di-
tegno per fermo, prima che avvi
efiitenza di Mente Univerfale, didinra,
e fegregara dall* univerfal Materia , dei
tutto incorporale , fpirituale, ed intel-
ligibile . Secondo , che il di lei edere è ma.
gno, profondo, e potente in infinito,
qual ficuramenre non è 1» edere della *****
Materia univerfale .Terzo , ed ultimo,
che per quella immenfità,e in partico-
lare per 1* ogni fapere , e per V altre^ *
prime virtù mentali , ella abbia fovra-
mta e principato fopra la Materia uni-
vcrfale , cui fodanza, forma, e visrore
deggia aver comunicato .Colle quali co-
le dirittamente vadi a conchiudere,
che come nell’ Uomo, oltre alla fodan-
za della particolar materia , che ’1 fenfo
l 2
8 4 DELL* ANIMO !
dimoftra, avvi di più la foftanza della*
Mente particolare , che la ragione argo-
menta : e nel mondo oltre all* efiften-
za della univerfal materia , che fente il»
fenfo , ci ha altresì 1’ cfilìenza della_j l
Mente univerfale , che intende 1’ intei- t
ligenza; così nell’ Uomo, e nel Mondo,
oltre alle origini materiali, che al fen* [
fo appajono , deono eflervi , e fonvi al-
tre origini fpirituali di fpirituali foftan- r
ze, che all’ intendimento, ed alla ra-; r
gione fi manifeftano . Adunque con que-
llo folo ragionamento ,fenza altro «dire,**
vien battuta, e fcolfa la macchina del ri-
putatiflimo argomento Lucreziano di là
prefo,che 1* Animo noflro una col cor-
po, e co’ membri paja nafcere al Mon-
do; e nel fangue crefcere , e col fan-[
guc, e non altrimenti. Il quale argo->
mento , quel Filofofo riftretto dentro
de’ confini deli’ attività del fenfo dalle-,
materiali origini, che in quelle ofeurt-
tà, e in quelle anguftie poflono parere
e’ prende, e così efprime ne’ feguenti
ve rii . -m* j w*
DHLL’ UOMO 85
Tum cum gìgnimur , & viu cum limen humus :
i&wrf ftu conveniebat , uti cum corfore , cìr «nà
Caw membris videatur in ipfo fanguine creJTe ;
velut in cavea per fe Jìbi vivere folam
Conventi , ut fenju corpus tamen affluat orane .
Siccome contro all* efiftenza della».
Mente univerfale , 1* argomento , che
dalla fenfuale origine del Mondo trag-
go* 1 più i novelli , che i prifehi Epicu-
rei, cioè che nell’Uomo, e nel Mon-
do, altro che *1 corfo de’ penlìeri loro,
ed altro che la mole, e i moti della
materia non veggendo ; nell’ Uomo al-
sfro che un fugace penfiero , e nel Mondo
altro che mobile materia non elTere ar-
gomentano ; quell’ argomento , dico,
per quella fola dottrina delle due fpc-t
2,c di foftanze , c di origini , fenza far
altro, rimane fviluppato,c fpianatoper
ogni parte. Perciocché, fe niun di lo-
ro, non convinte prima di vanità le fpi-
rituali follarne, e le fpirituali origini ,
che con chiari , ed invitti argomenti
abbiam dimoflrate, crede di premerci
ancora coll 'apparenze delle origini fen-
dali ; egli è Scuramente uno feempio.
■*** Con
at ti
8 6 DELL’ ANIMO v
Con tutto ciò e’ fa di meftieri , che
quelle inviabili origini in quello luogo
in alcun modo almeno deferivamo .
Adunque poiché 1* eflfer neceflario , e_
T efler eterno fono i primi , e più cer-
ti, e più fplendidi lumi dell’ umana co-
gnizione; e poiché 1' infolubilc della.*
neceflità, e 1’ antico dell’ eternità fon
proprie doti dell’elTenza indillinta , pe-
netrevole, e comunicante; e* non altro-
ve , che nelle tre principali forme del
fapere,del volere , e del potere indi-
ftinzione , penetrazione, e comunicazio*
ne può rinvenirle d’altra parte e* non
ci ha cofa più fparuta, e vana, e fug-
gevole della contingenza , c della novi-
tà , le quali quanto dal vincolo della_*
neceflità, e dal primato dell’ eternità li
dipartono , altrettanto dall’ edere, e dal
conofcere fi allontanano ; e come la no-
vità , e la contingenza fono proprie.,
dell’ cflenza tutta divilìbile , e impene-
trabile della materia, così alla medefl-
ma materia la neceflità, e antichità, o
eternità fono improprie, e repugnanti;
e finalmente poiché non altrove 1’ ogni
diftinzione, colla divifibilità,e impene-
dell; uomo- sj
trabilità ritrovali, che nella cecità, in-
differenza , e impotenza materiale; Poi-
ché, dico r tutte quelle cole per luci-
dilfime nozioni, e per certilTimi argo-
menti fon vere , e manifelle , e con-
te : egli è in ogni modo da dire, che la
neceflità, e V eternità non già nel vuo-
to^ nel nulla, ma nel pieno, e neH’cf-
fererne nell* edere della materia difttn-
ta, divifibile , impenetrevoFe, e con-
tingente, e nuovo; ma nell’ edere del-
la mente, fndiflinto, indi vifibile, pene-
trevole, necelfario, ed eterno, lì deb-
bano allogare. Anzi che la neceflità ,
ed eternit* fiano Ta fteflìflima mental
natura primaria, e lovranare che FjLj
M ente prima altro ella non ITa, cheef-
fa neceflità, cd eternità, di Capere, vo-
lere , e potere dotata . La quale per
Letìfere necelfario, ed eterno, da uni-
co , fupremo , libero , e indipendente
principio' del fuo elfere , che è l r ogni
eflfere fpiritnafe ; e dell’ elfere della ma-
teria, che è l r ogni edere corporale, cut
abbia ogni folhnza , ed ogni potere con-
ceduto, ed apprettata ogni forma. Por,
perchcogni particolare alfuouniverfale,
come
88 DELL* ANIMO '
come a Fonte rivolo fi dee riportare ;
Umilmente è da tener per fermo , che-*
come la materia dell’ Uomo dall’ im-
menfa felva dell’ Univerfale materia el-
la è tratta ; così la Mente particolare
del medefimo ,dall’ infinito potere della
Mente univerfale è provenuta . Ma la
Mente dell* Uomo, benché ella è in al-
cun modo di neceflità,e di antichità
partecipe , e delle tre forme ornata ;
onde può fignoreggiare la Materia, e di
-vita, moto, fenfo, c d’ideali forme fi-
gnificanti cogitative , e fenfitive fornir-
la ; tuttavia perchè ella è finita , e par-
ticolare, non può dominar la Materia,
ne con produzioni di foftanze, ne con
introduzioni di reali forme. Dal che li
raccoglie efler dritto della Mente uni-
verfalc, che ella, come ha prodotta, e
moda, e moderata la Materia univerfa-
le per la formazione di tutte le fpezic
delle cofe mondane, ad edere; così pa-
rimente abbia prodotto, e moda, e fi-
gurata la materia particolare per 1* in- *
formazione , onde fieno l’idee, e forme ■ .
fignificanti a fentire,e a conolccre . Nel
qual noftro diviiamento è pure , a mio
* giu-
#
» ;
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/ • . . **
? * .
.‘^fliqitizedjay. Google
DELL’UOMO. 89
giudizio , memorevole un bel cambio
di libertà, e di dipendenza tra la Men-
te particolare, e la particolar materia
nella coftituzione dell’Uomo . Imperoc-
ché la Mente , comechè per le tre for-
me mentali aver deggia primato, liber-
tà, ed indipendenza ; con tutto ciò per-
chè è terminata, e particolare, non può
ella da fé trarre la Materia al fuo con-
sorzio, ed alla compofizionc dell’ Uo-
mo: onde per la particolarità , e termi-
nazione, ella è in quello ancora, e fug-
gett 3 ,e dipendente : e la materia, ben-
ché per le tre forme viziofe materiali ,
di Tua natura fia dipendente , e ferva ;
nulladimanco , perchè è ella con tan- '
to ingegno formata, che debba eflcrc
informata al fenfo , ed alla cognizione ;
è libera , ed independente dalla materia
univcrfale . Conciollìachè quella forma,
che è magifterio di Sovrano Sapere , non
Solamente la Sottragga alla debolezza ,
cd alla cecità della materia, ad ogni al-
tra formazione di per Se impotente ;
ma oltre ciò la debba diftinguere , e Se-
gregare dall* univerSal Seminario , e dal-
la formazione universale dell’ altre co-
•M Se.
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ri.
1
»
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> • • : ^
4 »
Vera orìgi-
ne dell' Uomo
rintracciata
col lume del-
la filofofia .
Origini ma-
faiche ezian-
dio all’ umano
faPere chiare ,
efuminofe .
90 DELL» ANIMO
fe . Sicché per quelle vie vienfi a co-
nofccre eziandio, che dalla mente uni-
vcrfale, non già la fola mente partico-
lare per creazione; ma infieme la par-
ticolar materia deir Uomo, quanto al-
la formazione , immediatamente è do-
vuta procedere . Quella è ella 1* origi-
ne deir Uomo, che con quell’ altra del
Mondo giunte infieme , fono il vero
pieno, perfetto, armonico , e maravi-
gliofo delle facre origini mofaiche, con
ogni ragione ,c con ogni legge , c rego-
la concordi : quanto ofeure a’ baffi , e ca-
liginofi intelletti , tanto a’ fublimi , e
purgati eziandio dentro i confini dell*
umano faperc Iuminofe . Laddove e»,
manchevoli, e difordinate, ed inette ,e
da ogni ragione , e regola difeordanti ,
le origini di Diodoro, e di Lucrezio, e
d’ altri fenfuali Filofofanti , anche al lu-
me del mondano fapere per falle fi ri-
conofcono .
Per fare come un Epilogo delle co-
fe della natura dell’ Animo finora de-
putate ; prima abbiam provato , che*.
1* Animo è ineftenfo, e penetrevole .
Secondo , che elTo è immobile, ed inva-
ria-
*
. Dinlti7
#
DELL* UOMO. 9 i
riabile .Terzo, interminato , ed umver-
fale T abbiam dimoftrato ; inquanto Tini-
mobilità , e T infinità fi oppongono alla
mobilità, e finizione materiale . Quar-
to , che e’ debba avere dell’ edere ne-
ceffario, ed antico . Quinto , ed ulti-
mo che egli abbia libertà , cd indipen-
denza , e primato , e principato del
proprio efTere , e dell’ alrrui . Da tut-
te , e ciafcuna delle quali ragioni egli
fi è conchiufo , dover T Animo in__.
ogni modo edere immateriale , ed im-
mortale. Di più colf ultimo argomen-
to del primato , abbiamo feoperta la va-
nità di uno de’ principali argomenti dell*
Avverfario . Ma quante ragioni abbiamo
allegare, per convincerne della diverfi-
tà delle due nature dell* Animo , e del
Corpo ; e per conofcere T edere fpiri-
tuale,ed Immortale dell’ uno, e T eder
cieco, ed infenfato dell’ altro ; altret-
tanti oftacoli pare che dinanzi ci fiamo
opporti , per non intendere il concorfo,
e la congiunzion loro a coftituire un_i
principio di edere , e di operare nelT
Uomo. Imperocché quanta fra quelle^
due nature è diderenza nella foftanz#
Mto* M 2 dell’ ci-
*» DELL’ ANIMO
.deir edere , e nella maniera dell’ opera-
re; altrettanta ripugnanza pare dover-
vi edere ad unirli infieme alla coftitu-
zione di una natura . La qual diflicultà
ella è tale, che come l’altra dell’unità
dell’ edere, e dell’ operare dell’ Uomo ,
prima ha fofpinti gli Epicurei a credere
che l’animo, e ’l corpo fiano una me-
defima natura; così la difficoltà del po-
tere edere due nature diverfe , gli ha»,
poi nell’ errore vie più confermati .
Gonciodiachè prima fi prefentò loro in-
nanzi quella unità , onde facilmente»,
ConcKiufero la dmiglianza delle due na-
ture : e pofeia contro ad ogni più forte
argomento, che l’animo di altra natu-
ra dover edere dimoftrade , han fatto
riparo con quella ripugnanza : che na-
ture cotanto diverfe non potelfono con-
venire infieme a comporre una medeli-
ma eflenza . Sicché tutti gli argomenti
della mortalità da quelli due capi , che
ora abbiamo additati , difendono . Ed
ancora quella immaginata ripugnanza ,
cotanto ella ha potuto fopra lo fpirito
di alcuni moderni Filofofanti ; che per
le loro vie , e giuda i loro principi ,
1
DELL’UOMO. 93
non potendo eglino unire infieme lana-
tura fpirituale, e la corporale a formar
1 ’ Uomo , fonofi rivolti a voler riftrin-
gere, e rinferrare la foftanza dell’ Ani- irrori di
mo chi ìh una parte , e chi in un* al- t&StS.
rra acl i^elabro ,come già argomentato tomo alta Se.
avea Lucrezio, che dovette farfi ; ******
T animo di fuori venitte a compor l’Uo- *
mo , e non gii col corpo da fimiglianti
principi nafcefle . Or chi crederebbe -
che anzi quella diverfirà è ben ella la ,
cagione, onde la natura fpirituale, e
la corporale fono inchinevoli, e prette
a convenire infieme , o nel mondo alla
formazione per lo produci mento di tut-
te le fpezie materiali , o nell’ Uomo a
produr 1* Uomo, e le forme fenfitive,
e lagionevoli all informazione? 1 cotan-
to egli è vero, che P inveftigazione ,
dal principio male avviata, per tutto
il corfo, poi fino alla fine fa traviargli
Uomini dalle verità, quantunque age-
voli, e piane. E per difingannareognu-
no, noi dicemmo gii, che la Mente 7
per 1 inclufionc , o penetrazione è ella *
i n S e & nj °fa f attuo fa y operante; e per la
raedefima cagione è altresì invariabile,, •
w ^ «P«
• f
I
DigitizóJ by Coogle
514 DELL* ANIMO,
e per così dire,impallìbile, o impazien-
te: e che la Materia, per l’ efclufione ,
o impenetrabilità è infenfata, viziofa ,
fcioperata ; e per tanto è oltre ciò mu-
tabile, e per così dire, paflibile , o pa-
ziente: poiché immobilità, ed invaria-
bilità, che della Mente c propria, egli
c il medeiimo , che impaflibilità , o im-
pazienza: e mobilità, o mutabilità, che
della Materia efler propria dimoftram-
mo , è lo flelTo che pazienza, o paflibi-
lità. In quella impaflibilità , per cui la
Mente non può edere moda, mutata,
o variata, e* può parer vizio, o difet-
to , e nondimeno è virtù: e propriamen-
te ella c l’atto pieno, perfetto , vigo-
rofo, onde la Mente è, ed intende tut-
to ciò che eder dee, ed intendere: ed
infieme produce ad edere , ed efprime
a conofccre ogni foradiera edenza. E
così la padibilità, o pazienza, per cui
la materia non è immobile, e invaria-
bile , può parere virtù ; e tuttavia è vi-
zio: e propriamente ella è la potenza
vacua, imperfetta, inferma, onde Ia_#
materia non ha proprie forme di ede-
re , ne d’ intendere ; ne di produrre, ne
*
DELL’ UOMO. 9*
di efprimere realità, o idee nell’ altre
cofe . E ficcome V atto mentale , che-
per 1* immobilità fembra dover edere
infertile, ed informe, dalla fua unitali
conduce alla moltitudine, a produrre-,
molte , e varie forme di edere , e da
intendere nella variabil materia ; così
la potenza materiale, che per la mobi-
lità par dover edere fertile , e formo-
fa,da fe trafcorre ne’ difordini,e negli
errori . Ma ben ella dalla moltitudine
all* uno,, cioè ar conciglio, all* ordine ,
ed alla forma eder può condotta per
forza, ed ingegno della Mente , La_*
Materia da fe non ha forma , ne atto ^nzTddl^L
alcuno; ma per quello appunto ella è virtù della-*
tutta capace, ed abile a ricevere ogni ^detuM^
forma, ed ogni atto. La fodanza eden- mia..
fa, rutta didinta , e di viflbile della ma-
teria , che in dividendo o non mai ad
alcun termino perviene, o termina in
indivifibili edremità: quanto per quedo
ella apparifce mobile, e variabile ; tan-
to s’ intende eder pieghevole , ed arren-
devole , ed odequiofa a prendere tutte
le forme , e i modi,, che *1 fapere, e
volere mentale può ritrovare . Se la^
ma-
Digitized by Google
9 6 DELL’ANIMO
materia non forte tale qual’ è , eftenfa ,
impenetrabile, divifibile, e variabile in
ogni modo ; non potrebbe ella efler ca-
pace a ricevere forme, ne reali operan-
ti nel Mondo, ne ideali lignificanti nell’
Uomo . Se la Mente non forte ineften-
fa, indiftinta, immobile , ed invariabile;
non avrebbe ella ne potere , ne inge-
gno di forme; ne potrebbe aver virtù,
ne modo d’ informar la materia . La_.
leggerezza , ed incortinila, e variabili-
tà, ella è della abilità della materia ad
erter formata, o informata. La fermez-
za , e cortanza , ed immobilità , ella è def-
fa virtù della Mente a formare , o in-
formar la materia . La Mente per la
virtù, che è il fuo atto, è principio del-
le cofe operante . La Materia per lo di-
fetto, che è il fuo edere potenziale , è
principio delle cofe, per così dire,paf-
fivo . Quella è la più rimota attitudine ,
e capacità della materia per la produ-
zione del Mondo, e per la cortiruzione
dell’ Uomo a concorrere, e a congiu-
gnerfi colla Mente. Ma altro e* fa ben
di meftieri , che polTa edere vicino appa-
recchio a sì grandi opere maravigliofc .
/I DELL* UOMO. 97
La Materia , fecondo l’ opinione di
coloro, che nell’inizio delle cofe vo-
gliono il vuoto , dee edere fcompiglia-
ta, e fparfa in moti difordinati , e tur-
bolenti : e fecondo 1* altra degli altri ,
che noi vogliono, dee darli immobile,
e fcioperata: nell’uno, e nell’altro fi-
ftcma ad ogni formazione inetta , ivi per
lo fcompiglio,e difordine, che proi-
bire ogni fruttuofa compofizione , equi
per 1* immobilità , e fcioperaggine, che
toglie affatto ogni sforzo ad ogni in-
traprefa. Il perchè gli uni, e gli altri
per viediverfe s’ingegnan di adempier
quei difetti della materia, e di appa-
recchiarla, e condurla alla formazione .
Ma lafciato da parte dare il contrado
di quelle rimotc origini , che qui non
ha luogo; egli è certiflimo , che la ma-
teria di per fe impotente, ed infruttuo-
fa , con due condizioni può pervenire a
comporfi , e variarli , e a comporre , e
produrre i var j frutti delle varie fpezie
delle cofe. L’uno è il contatto, che_
aduna le parti ; l’ altro è il confenfò , o
concerto , che unifce infieme i movi-
menti. La Materia quando ha le parti
N con-
Due condi-
zioni necejpi-
riea compor-
re , e Variar
la Materia •
;
98 DELL’ANIMO
congiunte in un lol corpo , e i moti
cofpiranti in un fol moto; allora è ella
nel colmo dell’ eflere variabile , e pie-
ghevole , e offequioSo . La Materia pria
Sminuzzata , e raffinata , colle parti in-
ficine accolte , e co* moti tutti in uno
convegnenti , ha la maggiore Squisitez-
za dell* eflere paffibile, o paziente, che
è,o a raflomigliar l’ idee mentali moda-
li , o a congiugnersi con idea Softanzia-
le, la più vicina , e più pronta diSpofi-
zione. Imperocché in quello fiato, con
quelle doti la materia in certa guiSa al-
lora è con Seco , e da Se , ed in Se : ed
ha il primato , e *1 principato del Suo
proprio eflere , nel tutto le parti adu-
nando; e ’l tutto alle parti eftendendo ;
e le parti fra loro, e col tutto infieme
giungendo : ficchè ne moto in una par-
te può SuScitarfi , che per tutte V altre
parti non diScorra , e per tutto in ogni
lato non fi diffonda ; ne modo , o for-
ma può imprimerli in una parte , che»,
ad ogni altra infiememente da ogni ban-
da non fi comunichi . Con che la ma-
teria tanto all* eflere mentale fi avvici-
na , che ben può tutte le idee dclla_.
UBeJÈt ■ • men- .
•jJ, iwO
'
• »** j.v»W
DELL’ UOMO. 99
mente agevolmente cipri mere , e tutti
i numi prontamente efeguire , c la fu-
ftanziale idea fecondare , e con quella
Erettamente collcgarfi acoftituir l’idea,
e ’1 nume dell’ Uomo . Colla copia , e
col contatto delle parti , e col confcn-
fo, ed armonia de’ moti, la materia ha
tutta la felva, c tutto il potere , e tut-
ta l’abilità per appreftare a Mente fu-
periore tutte le forme delle cofe , colla
produzione di tutte le fpezie mondane^
c per appreftare fe medefima a Mente
conforte , per la coftiruzione dell’ Uo-
mo, col producimento di tutte le for-
me ideali fenfirive, c ragionevoli.
Ma per deferivere più particolarmen-
te la maravigiiofa unione delia Mente,
e della materia nell’Uomo, non già per hmfrabÙZ^,
confermarla, che di già abbiam fatto ;
è uopo affifarci ad oflervare le opera- t^Materi
zioni dell’ animo noftro : che giufta il nell'Uomo
veriflimo volgar principio, quale 1’ ef-
fer delle cofe, tale ancora è l’operare:
e vicendevolmente qual è quello, tale
efter dee quello infallantemente . Quan-
do l’Uomo apprende le forme fcnfibili
della materia circoftante ; e in appren-
. » N 2 dendo
Sì prende
ad adombrare -
Digitized-by Google
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r da le formai
ì • de' fenjtbili
obbietti •
li
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'> 3 - 4 »
E; V '
DELL* ANIMO
dendo quelle forme da* piccioli indizj -,
c rudimenti negli organi de* fenfi intro-
dotti , come altrove abbiam ricordato,
le difpiega , e dilata ; certamente allo-
ra la mente nodra , e raccoglie in uno i
numeri , ed adegua le dimenfioni , ed
efprime le modificazioni della materia .
In quelle fcnfuali figurazioni la mente
ha per fuo oggetto la materia formata ;
e in quell’ edere della materia, diciatti
così, obbiettivo, la mente fi congiugne
in alcun modo colla materia ;ficchè or-
nandoli delle di lei forme , dentro di fc
nel fuo eflere eftende , fpiega , e figura
la material fodanza . Similmente quan-
do da’ geometrici elementi , e dalle-,
combinazioni, e da’fillogifmi , la Men-
te dell’ Uomo da fc giugne a trovare
forme artificiose , da trasmettere nella
materia ; quelle forme medefime , nel
fuo medefimo edere codruifce ; molti
particolari in uno , cioè nell’ una* fua_.
Semplice , e indivifi&ile edema , eden-
Stoni, figure, e numeri effigiando . Adun-
que nelle mentali nodre operazioni, due
cofe quanto certe , tanto memorevole
intervengono* L’una è, che la Mente
con
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DELL’ UOMO. ioi
con ifpontaneo naturai raziocinio ripro-
duce le forme, e le lignificazioni degli
edemi obbietti materiali : e 1* altra , »
che sì nel produrre le forme non fat-
te , quali fono le artificiali , come nel
produrre le già fatte, o nate, quali fo-
no le naturali; nell’ una, e nell’altra-,
azione , la Mente fi congiunge in al-
cun modo colla materia , e delle mate-
riali forme fi adornare per confeguen-
te fenza divifione , e fenza efclufione»,
moltiplica , e modifica la fua fodanza-»
giuda i numeri, e le modificazioni del-
la materia. Onde io argomento, che».
come nella concezione dell* interne for-
me artìficiole, la Mente in certo modo èeltuniont_,
fi congiunge colla materia , confiderà-
ta nell’ edere obbiettivo ;e come nella e riA \ J
percezione dell’ ederne forme naturali,
in alcuna guifa pur fi giugne colla ma-
teria , avente alcun edere reale ne’ fe-
gni , ed indizj , che quelle forme rap-
portano a* fenfi nodri ; e in fine come
nell’ una, e nell’altra operazione, nel-
la prima obbiettivamente , e nella fe-
conda realmente , fi modifica fecondo i
modi della materia, con ifpiegare dal-
- . , U
PartrcòU-
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io2 DELL’ ANIMO
Ja Tua unità , T eftcnfione , il numero , e
la forma ; e la forma , il numero ,
T eftenfione nella unità medefima adu-
nando; e quello, e quello con ifponta-
nea naturai produzione facendo ; da_,
quelle cofe , dico , io argomento che al-
lo {leflo modo la foftanza della Mente
con unità ampia fenza eftenfione , nu-
merofa fenza divifione , operofa fenza
variazione , potrà penetrare , include-
re, c contenere l’ eìlenfione , la forma,
c ’1 numero Ipllanziale materiale : e
penetrando , e includendo i modi , e’
numeri, e l’eftenfioni materiali ncgrin-
divifibili modi, e numeri mentali impli-
care: e giuda le dimenfioni , e lavori
di tutto T organo, porrà fe medefima
moderare, e modificare : d’altra parte
alla materia, col fuo penetrevole inge-
gno per tutto facendofi prefente: ed in
iftrettiflimo nodo con quella congiu-
gnendofi , per naturale fcambievole in-
chinamento, ed adattamento, che na-
turalmente dee produrre quella mirabi-
le unione . Imperocché le la Materia
raffinata, e raccolta, e in ordinati , e
perenni moti moda , è abile a prender
le v
•• ' T? v*
• Digitizocrh/ CiOOgiC
DELL’UOMO. 105
le forme degli obbietti, e rapportarle,
e lignificarle al fenfo , ed all* intendi-
mento dell’Uomo; e fecondo quelle a
modificarlo, e figurarlo: e fe è capace
alrresì a prendere vicendevolmente le
idee dell’ Animo, e condurle a modifi-
care , e figurar P opere dell’Arte ; e^.
nell’ una, e nell’altra operazione è ne-
ceflario, che Panimo o nel figurar la
materia , o nel figurarli fecondo quel-
la , che in alcun modo vi fi congiunga ^
che olierà egli, che il medefimo non fi
debba dire del modo, o modificazione,
o forma della materia det corpo uma-
no: che per virtù della Mente , e per
abilità della materia, con quelle condi-
zioni, ed apparecchi , e per quelle ca-
gioni , che abbiam divifare , pollano
Puna , e P altra natura infieme conve-
nire in una ftabile modificazione ;e con-
giugnerli infieme in- permanente unione
a coftituire il mirabil comporto, che_*
per quella unione, e per quelle modi-
ficazioni polla ertère principio di tutte
le unioni, e modificazioni partaggiere ,,
ed accidentali , così nel ricevere le li-
gnificazioni dell’efterne forme materia-
T04 DELL' ANIMO
li, come nel trafmettere le fimiglianze
dell’ interne forme ideali : ficchè l’unio-
ne della Mente, e della materia, e la
modificazione di quella , e di quella,
„ che è dell* Uomo coflitutiva , Ha una
* follanziale , ampia , univerfale , c peren-
' . ' , ne cogitazione , e fenfazione : e le co-
gitazioni, e fenfazioni lìano lievi, mi-
• ' , , nute , e fugaci unioni, e modificazioni
della Mente, e della materia : e quella
La fq/lan- foftanziale unione , e modificazione fia
ziale unione ... r , . . . .
della Mente* principio , e fonte , onde dinvi tutta
della Materia [» infinita varietà delle cogitazioni , e
dltunetec Z delle fenfazioni, che l’Uomo ha incor-
Mozioni^ no alla materia, o per figurar la mate-
fenjaziont. f * ia * 0 p er flg Urarnc fi fenfo, e 1* inten-
-** >
dimento . Per quello novello fiflema.»
coflrutto fopra faldilfime fondamenta ,
S* intende bene quali fieno i principi
. ; . LHj dell* Uomo: e le maniere dell’ operare ,
utilità del come colle più interne, e più fecrete
nuovo fijiema guife dell* eflere mirabilmente confen-
tano : e la Mente dell’ Uomo , e dell’ U-
niverfore la materia dell’ uno , e dell'
altro: e TofTequio di quella, e di quel-
la materia :c la virtù di quella Mente,
e di quella ; dell’ una a formare , e dell'
altra
■*, A.
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Digitized Grtogl»
• . \
DELL’UOMO. io 5
altra ad informare, con mille altre ve-
rità finora alla maggior parte degl’ in-
gegni nafcofte , vegnono a conofcerfi
chiaramente. Sopra tutto per quefta_r>
dottrina , 1* argomento di Lucrezio , che
dal confenfo dell’animo, e del corpo,
il contatto di quelle foftanze ; e dal con-
tatto l’uniforme natura di amendue*. Vucrezio.
vuol concludere ;'nel quale tanto con-
fìdanoi novelli Epicurei ; fi difcopre-chc
Secondo
argomento di
| / l
'egli è ufeito dal più cupole più rene-
brofo fondo dell’umana ignoranza . L’ar-
gomento è efpreflo in que’ verfq : - hit. Uh
H<ec eadem ratio naturavi animi , atque animai
. i- >, *tm
e. L bt. enim propellere membra ,
«-
f I.v ’ -
Corpoream docet effe. Ubi. enim
Corripere exjomno corpus , mutar eque vultum ,
Atque hominem tqtum regere , ac ver far e videturz
{Quorum nil fieri fine ta8u pqffe videinus^ '1
J<lec taclum pot rò fine corpotr ) nonne fatendum efi
• Corporei natura animum confiate ^ anhnamque l
< Do vendofi intendere hnalmeate, che Due manie -
fonovi due maniere di qnionq j ]’ uni_, redi un bne ,
propria della natura corporale , che è'^CS^
il contatto delle parti , e’I conferitimen fi' a tra prò-
to de’ moti; l’atra propri* della natura
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io 6 DELL* ANIMO
mentale, che è la penetrazione, e i’ in»
elulione . E che 1’ eftenfione, la fuccef-
fione, e ’l moto con quel contatto , e
con quel contenta, fono il più pronto,
c predo inchinamento, ed olTequiodel-
la materia. E in fine, che P oflequio ap-
prettato con quelle condizioni , e’1 pò-
cere efaltato con quelle doti , fono la
maniera più adattata, e più conface vo-
le di unire infìeme la Mente , c la Ma-
teria alla coftituiione dell’ Uomo .
Ma fe Lucrezio colla feorta de’ tan-
fi non potè penetrare in quelle profon-
dità ; almeno dalla poteflà , e dall' im-
perio, che P Animo ha fopra il corpo,
potea coll* efempio d* illullri Filotafi
alcuna cofa argomentare di più prege-
vole, che non ha fatto. Tanto più, che
quella prerogativa cosi bene efprirae
in quelli verta : 0
Citerà pars arùieé per totum dljjìta corpus
Paret, & ad numen mentiti momenque movetur :
' a* * - • ^
\dque Jìbi Jolutn per fi fipit , cSr fibi goudeti
Cum ncque res animami neque corpus commove t ulta •
Concioflìachè lo fptendore di cotal
prin-
Pigitized by GoogU
• • .<
DELL'UOMO; 107
principato, e in particolare quel che e*
dice della fapienza, e del gaudio, che
1 animo ha da fé folo, ed a fc Colo co-
munica, potefle condurlo a conofcere
tutto , o parte di quello, che noi nella
precedente deputazione divifato abbia-
mo del principato deli* Animo, e della
dipendenza della materia. Ma egli da
quelle altezze è ripiombato giù, fino a
volere argomentare dall* imperio , co-
me dal femplice confcnfo , l* eflere cor- * '
porale dell’ animo, che è una eftrema
perverfità di filofofare.
Deir unione della Mente , e della
materia nella coftituzione dell» Uomo
tanto finora abbiam ragionato , quanto StoSfr.
c itato uopo ad indrizzar quella dottri- creto dì quel-
na allo fcioglimcnto del precedente ar- ** unione *
gomento: ed ora in ogni modo convie-
ripigliarne il filo, per rivolgerla ad
inveitigare fpezialmcnte,come dall’unio-
ne di due nature cotanto diverfe pof-
fa rimirare 1 unita della natura coftitui- come dal?
ta : Sicché l’ Uomo fia un folo principio v 2 0ne della
d effcre,cd un folo principio di opera- u2t£ur£
re. La qual coiai ove col divino favo- ^ tt un f°i°
te ci vegna latta , non un argomento %
O 1 foloi operare .
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io8 DELL’ ANIMO
folo , ma tutti in un colpo avrem ricili
i nervi di tutta 1’ argomentazione Lu-
creziana . E benché con dimoftrarc lo
fcambievole inchinamento , c combacia-
mento di quelle nature , fi è in parte-,
(pianata la difficultà ; tuttavia ci c altro
da dire ancora , per farne da prcflo ad
offervare quella maravigliofa unità. Nel
fenfo , e nella cognizione dell’ Uomo ,
o per la percezione delle efterne for-»
me, o per la concezione dell’ interne
idee ; egli è da por mente ad una cola
affai memorevole , che non fi è finora
nelle bocche udita , ne su i libri letta
delle novelle famiglie de’ Filofofanti :
cioè, che quanto da noi , o concependo
fi penfa, o con percezioni fi apprende,
tutto dee effere in fé raccolto , accon-
cio , ordinato, e comunicante: e nien-
te , che o diflìpato fia , o confufo, o
difcordantc , può ne effere efpreffo da-
gli edemi obbietti, ne per interne idee
figurato . L’ obbietto del noftro fenfo ,
e della noftra cogitazione , proporzio-
nevolmente fecondo che più , o men-»
vive , e chiare fono le fenfazioni , e le
idee , egli de’ bene effere ordinarameu-
• j , . ■ i * o te
— . Digi^ed by GoogUf
DELL* UOM O. .109
te confetto , c congegnato: licchè le par-
ti ciafcuna al fuo luogo adattate, etra
loro congiunte compongano ciò che_
deono comporre: e poi per lo moto, il
tutto colle parti , e le parti col tutto , _ .
ed infra di loro, comunichino infieme
vicendevolmente . Imperocché, come
altrove è flato detto , qual’ è nella Mcn- OlfaV è la
te la penetrazione , e 1’ inclufione ; tal’ L///ES,
è il moto nella materia: onde la pene- limato
trazione, un moto della natura fpiri- ne ^ t,AaUr,a '
tuale fi può dire che fia ; c ’l moto all’
incontro una penetrazione della corpo- '
ralc. Oltre a ciò la confettura, e’inu-
mero, e le dimenfioni con arte voglion
ettere difpofte: ed in numero , c mifu-
ra regolatamente vuole il moto per tut-
to da un capo all’ altro trascorrere :e di
quindi nella fua origine ridondare: e-,
tutto ciò variamente, fecondo il vario
ingegno , c ’l vario modo delle cofe .
Conci oflìac he , come nell’ efprelfione_*
dell’ efterne fignificazioni , o azioni , - »
tutto l’ ingegrio, e tutto il movimento
vien da fuori , e fi riproduce nel fenfo
dell’Uomo; così nelle figurazioni inter-
ne, a formar 1* opere dell’ arte , tutto
r in-
V /
I* *
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/
JT
Luce , e le-
nebre che fia-
to elle.
I
,no DELL» ANIMO
T ingegno, e ’l movimento dall* inter-
no fenfo dell* Uomo provenendo, nel-
le materie efteriori pofcia fi diffonde .
Fermamente ove è diflipamento , tu-
multo , difordine , e difeordanza , qui-
vi ci ha egli un chaos tenebrofo al fen-
fo , ed all’ intendimento dell’ Uomo : ed
ove è adunamento , ordine , e concor-
dia con vigore , ed attività; ivi èchia-
riflima luce . Sicché le tenebre non fi
può dire, che altro elle fieno, fc noru»
che difordine , e dilpergimento , e di-
feordanza di parti, e di movimenti: e
la luce all’ incontro ben fi può crede-
re , che altro ella non fia , che piena ,
vigorofa, ed ordinata comunicazione di
modi , e di moti . Perchè la Mente dell’
Uomo è ragione, ordine , regola, vir-
tù, ed atto penetrevoleje le operazio-
ni mentali, fono elleno o elementi, o
congiungmmenti , o fillogifmi di feien-
ze , e di arti ; non può per tanto la».
Mente altrimenti operare , che fimi-
glianti modi ordinati, e ragionevoli, ed
attuofi, e penetrevoli, o per le forma-
zioni producendo, o riproducendo per
1* efprelfioni. Cioè adire,ficcome ali*
in-
Bigiteed by Google
DELL’ UOMO. in
intendimento noftro fon naturali , e prò- „ >
prj gli elementi, o generi, le combina-
zioni, e i fillogifmi dialettici, metafifi-
ci , geometrici , ed altri d’ altre Facol-
tà , e Scienze, che tutti dal copiofofon- **
te della foftanziale, ed univerfal ragio-
ne , eh’ è della Mente , produconfi ; così
folamente le acconcie,ed ordinate, e
ragionevoli , e penetrevoli forme,
modi , ancora dell’ efterne fignificazio-
ni , ed azioni fono al medefimo inten-
dimento adattate, e proprie: e feonve-
nevoli, e fconcie , e difadatte , e per
confeguente infenfibili , edifintendevoli
fono le cofe difordinate , e feompiglia-
te, e difeordanti . La qual cofa , per
quello tante tolte da noi ricordato
principio , che qual è delle cofe Fede-
re , taf è T operare , è affai chiara , e ma-
nifella . E come le Scienze, e 1* Arti
fono ampliarne tele di ragioni, e di mo- ze te e /^ m
di, e lavori con penetrevole comunio ■ fino mfiìffi-
ne conteftej e le fignificazioni efterne ,
che figurano, c fiedono il fenfo , firnil- * *. ^
mente con forme, e modi, e moti mi-
furati, e comunicanti compongono di
cofe fatte, o nate la Storia ; così è da
tenere •
Digitized by Googl
ii2 DELL’ ANIMO
tenere per fermo, che Cielo , Terra,
Mare, e tutta la macchina mondana, di
elementi, e di congiunzioni , e fillogif-
mi aritmetici, geometrici , e fiatici co-
ftrutta; e di copiofe,e vigorofc forze,
e moti fornita, da un principio per tut-
te le linee fino all* ultime eftremità ,
per continuata ferie gli uni dagli altri
procedenti , tutra confcco medefim.'L,
comunichi, e in fe medefima fotti Ita , e
da fe a fe , da’ principj a mezzi, c fini,
virtù, c vita fommimftri . I quali modi,
e mori j maeftrcvoli ingegni di fovrana
fapienza , ne’l fenfo noflro, ne 1* inten-
dimento può diftinguere , e fccrnere a
. V niun patto: e chi di proprio ingegno a
s ^ fuo modo di fingergli ardifce , egli è
\ certamente un infano. E per li quali
modi, perchè ordinati, e ragionevoli ,
.la materia è, per così dire , fcibile; e
è non per fe fletta : perchè d i fe flef-
f er onevor*' c ^ a ® inferma ,ed informe, dal divi-
ìntlol no Platone per tal cagione condannata
duce la Men . a rimanerli in perpetue tenebre fe pot-
rà . Ecco adunque del conofcimento
dell* informazione un aliai notabile pro-
fitto . La Materia dell’ Uomo , per ordi-
« ne.
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DELL’ UOMO. P
ne , ed incatenamcnto de' principi , mez-
Zl , e fini , tanto nella fabbrica dell' or-
gano .quanto nell’ influenza del moto,
ella e comporta con tale ingegno, che
tutta m fe infittente, ed in fe raccolta,
e per tutto operante, e rivolta ad ap-
prendere le forme efterne degli obbiet-
ti elterni , e a produrre l’ interne degl’
interni : e fecondo querte , e quelle , che
fanno un concerto di lumi a profittar
nella icienza, a regolare la vita , c ad
operare nell'arte . L* altre naturali com-
polizionl, e l’univerfo medefimo della
Matura , non fono in altro modo , che
per e fiere efpreflTe da idea nel fenfo , c ^ :
ne i a n.°f; ta210ne: ma Ia magnifica ope-
ra dell umano comporto è tutta ordi-
nata ad efprimere, ed apprenderle co-
le. Il corpo organico è un arrificiofifli-
P/ r ef P rimere , e raflbmiglta-
re tutte le forme, e apprendere e fUn ca ** cor t°
bile Tfl ,e - azi< l n ‘ COr P° rali = Egli è rtv SfcSHh
Olle, foftanzievole , umverfal fcnalaèeo •?**>** ^
de fpeciofi , ed attuofi obbietti circo- ^
flanti . La materia dell’ Uomo a quel
modo coftrutta , e modificata è infine
una mente materiale . Adunque la Men-
P te.
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r unità diir
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ri4« DELL’ ANIMOI
tc , modificata fecondo quella ordina*
fì fwV» ta » c ragionevole modificazione del cor-
po organico, in primo luogo fente , o
avverte quella fua modificazione : e per
tal cagione , e in oltre per 1* intima^,
unione , avverte ancora, o fente laMa-*ì
teria congiunta. Conciofliachè quanto
quel modo V è apprettato dalla formai
corporale; tanto ella da fe per naturai
virtù lo produca : ficcome appunto av-
viene nelle minute, e variabili , e lievi
informazioni de’ fenfi, e delle cogita-
zioni particolari . Comunque egli ciò
fia , la Mente fenza fallo i* universa»
compofizione delle parti, e V univerfo
confenfo de* moti, che tutte le parti in
uno, e tutti i moti in un fol moto con-
giunge, por P influenza de’ principi ne*
mezzi , e ne* fini , e per lo ritorno di
quelli in quelli ;Ia compofizione , dico,
e’1 confenfo univerfale, prima conclu-
de nell’ unità della ifua univerfal cogi-
tazione ; e poi , in quanto è modificata
ne’ principi, fente quivi il ritorno de*
mezzi, e de’ fini: ed in quelli allo’ncon-
tro , fecondo i quali fimilmente è mo-
dificata , fente 1’ influHo de’ principi :
onde
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DELtWOMO. il s
onde viene a formarli un confenfo luci-
do , univerfale , con che più efprefla-
mente avverte , e fenre la Tua unione)
p’I corpo organico congiunto, e tutte
le parti, e tutte le azioni fra loro Team*
{fievolmente comunicanti . E in cotal
modo, della materia con ferma , e (U*
bile modificazion ragionevole, ordina-
ta al fenfo ,ed allo ’ntendimento ; e deN
la Meme, che è erta lòftanzial ragione,
che per naturai producimento , e per
P unione del corpo , nel corpo imprem
de quella modificazione medefimajdell*
uno , e dell’ altro ftretri infieme , ed
uniti , in quello già deferitto intreccio
di (labili , e fondamentali percezioni ,
•fa fic ne il fenfo ragionevole , e la cogi- dei fenfo
tazion fenfuale , che è la Natura dell’ e della cog?-
Uomo. Ne è da lafciare addietro, che uz,one •
de’ due modi di operare, l’uno della»,
diftribuzione dell’ univerfale ue* molti
^particolari , e l’altro del raccoglimen-
to de’ molti particolari nell’ univerfale,
-da Mente qui con quello fecondo mo-
rdo adopera ; poiché di molte partile
-di molti momenti , e movimenti forma
un corpo folo,ed un folo movimento:
P 2 fic-
^Oigitized by Google
i \6 DELL» ANIMO
ficcome fa delle forme aritmetiche , e
geometriche , e dell* altre di lor natura
eflenfe, e divifibili , che aduna nell’ine-
ftenfa , e indi visìbile fua cogitazione ;
così nelle concezioni , quando ella da
fe le inventa ; come nelle percezioni r
quando ella in quelle già inventate , e
fatte s’ incontra . Laddove per contra-
rio nelle percezioni degli obbietti eter-
ni , nell’organo univerfale dell’ univer-
fal fenfo,e ne’ particolari de’ fcnfi par-
ticolari , la fua unità , ed univerfalità
già piena, e feconda comparte ne’ mi-
nuti indizj , o immagini , all’ impreso-
ne, che ne riceve; tutte dall’intimo
univerfal fenfo, e cogitazione riprodu-
cendole . E ormai , a mio credere , ri-
trovata già 1* unità dell’ effenza , e del-
la operazione dell’ Uomo . Poiché ogni
unità, o metafilica, o fifica,o etica,
di arte , od altra come che fia , fe vi ’
ha di altro genere , certamente ella fi
compie per unione di atto, e di poten-
za; così che, o per identità, o per na-
turai produzione, o per azion morale,
o artificiofa , 1’ atto colla potenza, c-
quella con quello fi avviluppino infa-
me ,
Digitizgd by Google
DELL'UOMO. <tr 7
me, e vicendevolmente s’ includano; e
I uno all’altro comparta la Tua proprie-
tà, dote, ed effenza: poiché , dico io '
quello è vero di ogni uniti; nell’Uomo
ancora non fari , ne avverrà altrimen-
tel unità dell’ effere, e dell’ operare.
L eftenfione, il numero, e la divifibilr-
ta della materia preparata, e difporta^
con ragionevoli forme, ed adunata pri-
ma nell’ingegno del lavoro, in cui una
fpnncipal forma altre minori forme con-
tieneje poi nel confenfo della materia
vjgorofa, e penetrabile, in cui un prin-
cipal moto i minori movimenti aflTorbi-
fee; finalmente fi unifica ne»P inerte n fa *
e indivifibile unità, ed amplitudine dell’
Animo, che la moIe,e’l congegnamen- 4
to , e la comunicazione per tutto pe-
netra, ed include: onde il corpo è vi-
vo, ed animato, e l’anima è da cogni-
zione illurtrata , e I’ Uomo è fenfato e
ragionevole. Imperocché, come in tut-
te l’ altre compofizioni, così nell’ Uo- LaR *c*
tno , i; atto che è della forma verfola *»
materia informe; e del moto verfo la_
materia inerte ; e dell’ ingegno verfo
tutti i particolari lavori ; e del confen-
1 18 DELL’ANIMO
fo verfo tutti i moti particolari ; e del
principal movente , che c la vita,e_
1’ anima verfo tutto il corpo organizza-
to ; e in fine 1’ atto dell’ animo verfo
,la vita , c^l fenfo ; l’ atto , dico , dell*
Uomo gravido di tante cofe , quante», .
dette abbiamo , egli efler dee la Rocca
dell’unità,, che cerchiamo . Con quefto
di più, che per la deferitta unificazio-
ne , corpo , vita , ed anima, ed animo
divengono una fola cofa , ed un folo
principio di eflfere, ed operare: e tutto
il corpo dell’ Uomo e vivo, ed animi-
le ; tutta l’ anima , lucida , e ragionevo-
le; ed a rincontro l’ 3 nimo , e la cogi-
tazione, e la ragione fono ancora in al-
cun modo fenfati, o fenfuali-. Siccome
le fila , e i difeorrimenti de* moti-pene»
trati, ed inclufi dall’unità dell’univer-
fal fenfo, e cogitazione , e in quella»,
rapiti , ed aflorbiti , lucidi , e ragionevo.
li divegnono ; così vicendevolmente»»
40 1 ’ univerfal fenfo , e cogitazione per
' ™ r , , quella inclufione, e per quello aflbrbi-
mcnto medefimo, ch’ella fa delle linee
fenfuali , forza è, che fenfuale divegna
in alcun modo. Cotefta unità col ma-
ra-
Digitized by Google
» •
DELL’UOMO. JM. ■
ravigliofo potere di rivolgerli verfo di
fé, e di contenere, e muovere, e reg-
gere fé medefima contenendo, moven-
do, e reggendo tutto il corpo organi»
co, viene a coftituire il fapere , il vo-
lere , e *1 potere dell* Uomo , che è l’uni-
tà di eflenza , e di potenza , uno univer- .
fai principio di edere , e di operare .
Tra le molte maraviglie non è fprezze-
vole quella, che laddove in ogni altra
coftituzione un Colo femplice atto, ed
una fola femplice potenza interviene ;
nella unificazione dell* eflenza dell’ Uo-
mo dall* una parte, e dall’altra, tanto
dalla corporale , quanto dall* incorpo-
rale , quinci, e quindi atto, e potenza ^
convegnono.Conciofliachè ne il corpo
fia una indeterminata , e informe po- ‘
tenza priva di ogni forza, e di ogni ter- 4
rainazione;ne la Mente fia un puro at-
to fincero,fenza ogni potenzialità . Di-
modo che a riguardar 1’ Uomo da un-,
lato, può parere, che 1’ Animo più to-
lto fia una potenza informe, cui il cor-
po organico appretti 1* atto delle par-
ticolari forme leniuali, e ragionevoli :
c dall’altro fi vegga.., che 1’ Animo fia
Tatto,
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i2o DELL’ANIMO
Tatto, che compia r e termini, e formi
colTintelIigenia la materia da fe cieca,
ed infenfata . Che veramente è il corpo
organico , che efprime , e raflomiglia
tutte le forme de’ fenfibili obbietti , e-,
all’animo le comparte : le quali 1* ani-
mo per l’unione , e modificazione, coll*
univerfai cogitazione , che vi contri-
buifee , in quelle loro varie guife varia*
mente modificata riproduce . E vera-
mente l’animo informando, e penetran-
do il corpo organico, da fe bruto, e
cieco; e nella fua univerfai virtù inclu-
dendolo, fenfato,c ragionevole il ren-
de nell* Uomo coftituito . Quello è il
mirabil temperamento dell’unione del-
temfe^Znloì* materia , e della Mente; dell’ anima ,
delia cq/iitu- e dell’ animo ; del fenfo , e della ragio-
•|o«f ielpuo* fle . c jj C nQn potrete ad alcun patto
avvenire , fe o la materia del tutto in-
forme potenza , o l’ animo folle atto in
ogni modo compiuto , terminato, e_
formofo . Imperocché 1* intero compi-
mento, e T intera terminazione , e for-
mazione , come in ogni altra cofa fepa-
rerebbe l’animo dalla materia: ed una
totale indifferenza , e deformità troppo
, allon-
“i
DELL’UOMO. ni
allontanerebbe la materia dalla Men-
te . Da quello non men faldo, chefpe-
ciofo novello fifleraa fi viene in cogni-
zione, che l’Uomo è e fTo congiunto, e
non già quella, o quella parte (blamen-
te : che e’ non è la fola eflenza raziona-
le, ne la fenfuale fola ; ma è 1’ una, e
P altra adunata nell’e/Tere di fenfato ra-
gionevole . L e/Tere fenfuale nel ragio-
nevole , e quello in quello così diffon-
defi per tutto , che il fenfo lucido ne
diviene per la luce della cognizione ;e
la cognizione alquanto offufcata rima-
ne dalle caligini del fenfo. In fine; dell*
Anima, onde P Uomo è animale, e del-
la Mente, onde l’Uomo è intelligente,
fallì un folo e/Tere di fenfato ragione-
vole: nel quale con verità , e realiti
1 animo e fenfìbile, e l’anima è ragio-
nevole. Per l’ignoranza di quello ar-
cano modo dell’unità dell’ Uomo ,i Fi-
lofofi fon trafeorfi chi in una, e chi in
altra eflremità di pareri , tutti feonve-
nevoli, e Urani: altri l’animo dall’ani-
ma del tutto feparando : altri quello con
quella confondendo affatto: e quei pri-
mi) e quelli fecondi fra loro pur difeor-
Q* dando ,
«r
1 t
V ìenoranza
deverofìf te-
ma deir Uo-
mo , ha pro-
dotte fejlranc
opinioni .
V i
Cv*
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I
V *'
t- 1
*
£& ///.
Lucrezio
ha conofciuta
T «n/'/à rff// 1
l/omo /<jwo ,
guanto non^M
hi
1 i22 DELL’ANIMO
dando, con fantafticare diverfe guifc ,
quelli di feparazione , e quelli altri di
confusone: onde la verace verità rima-
fa in tenebre, falfe Metafifiche, e falfc
Teologie fon forte con infinito danno
dell’umana Generazione • Ma Lucrezio
nulladimanco ha ben egli indovinato ,
che l’animo, e l’anima do vedono edere
Erettamente congiunti infieme , e cosi
congiunti dovefiòno formare una fola
natura in quei verfi :
Nunc anìmum , atque animarti dico conjunfla teneri
Inter fe , atgue unm naturam conficelo ex fez
Sed caput effe guafi, & dominati corpore toto
Confi lìum , guod nos anìmum , mentemgue vocamut.
*■
vi
*
X
rk-
f
lan /atto al- Il che argomentò dal confenfo, poi
c “*' m J? derni dicendo . nto* 1 1 ■
Ttlofofi.
fi' i/èrum ubi vehementi magisejl commota metumers t
Confinare animam totem per membra videmutz
Sudorcfque ita , p aliar emque exifiere toto
Corpore , <è? infingi linguam , vocemfue aboriri :
Caligare oc ulos , fonere aures , f uccider e artus .
Lenique co?icidere ex animi terrore videmus
jfc. \ ■ S ape
•Digitize^bv Gooj
' DELL’UOMO. 1
s *$ e ksmìnet : facili ut quivi s bine nofeere pffu
Effe animam cum anima conjunSatn :
Nulla offantc che non ben fentifle»,
della narura deli’ Animo , e penetrar
non poteffe nella Teoreta guifa di quella
congiunzione , per ifpiegar nettamente
gli e/ferri : come da quelli effetti la ffret-
ta congiunzione, e P unirà , che rifultar
ne doveffe ben argomentava . Per l’u-
nione delle due nature , e per P unità
della natura dell’ Uomo , a quel modo
fpiegara, che niuno,in chi alcun lume
da (cernere il vero , ed alcun defiderio
di ritrovarlo fi a rimafo , certamente»,
non metterà in contraffo ; mamfefta-
®^ntc ff difeuoprono le vere cagioni
dell imparare , e del difimpararc dell’
Uomo: e quelle altresì degli errori de*
fogni , de’ delirj , dell’ infame , delle per-
turnazioni , o pallìoni , che (ono morbi
dell animo, e di tutte l’ altre variazio-
ni , che fono altrettanti argomenti di
Lucrezio: che tutti a quel lume, fenza
altro dire, tortamente ddeguanfi. Con
tutto ciò contro a quegli argomenti, ad
uno ad uno , paratamente applichere-
. W.
124 DELL’ ANIMO
mo 1’ univerfale antidoto di quella dot-
trina ; affinchè con più chiarezza s* in-
tenda, e con più ficurezza fi approvi ,
e con più agevolezza da chi voglia fi
adoperi. E prima dalla docilità, o dot-
trina, o difciplina dell’Uomo, che pa-
ì .
argomento ^ t ‘^ ce ^ rnanifefte vicende , comincere-
Lucrezìojre- mo : che pare edere un fortilfimo argo
lib.lll.
i..
r.
i .
^dei japere mcnto t maffime perche la cognizione
dell'Uomo, dell’ Uomo conquelle,e fecondo quel-
le , cominciare , crefcerc , e mancare
» - proporzionevolmente fi vede: ed c de*
primi di Lucrezio , che così e’ fpiega
ne’feguenti verfi: •*
Vr eterea gigni paxiter cum corpore , c ir unii
Crefcere fintimus , pariterque fenefeere mentem «
, •
Narri ve/ut infirmo putrì , teneroqut vagantur
Corpore , fic animi fequitur fintemi a tenuti.
Inde ubi robuflti adolevit viri bus etas,
Conjìlium quoque majus , tir auHior ejì animi vis i
Prft ubi jam validi t quajfatum eji viri bus evi
Corpus , & obtufìs ceciderunt viribus ottusi
Claudicai ingenium , delirai lìnguaque , menfque :
Omnia deficiunt , atque uno tempore definì .
^^0 dijfolvi quoque convenit omnem animar
Na -
1
Digitìzec^by C'.cloÉe
f
I
DELL’UOMO. 1 2 c
** * . • * r • w
Naturami ctu fumut in aitai atrìs aurati \
%
Il qual nondimeno , fol cheli rifguar-
Q* nel noftro ftabilito fiftema, leggiero,
e ^ an ° > © fievole fi difeopre . Imperoc-
ché primamente il fenfo lucido ragione-
vole , che dalla coftituzione delle due
nature rifulta.è quello , che nafce,e fi
eltingue coli* Uomo : e che propria-
mente per gli varj gradi dell’ età quel-
le variazioni , e quelle vicende patifee:
e non è già la pura , e lineerà intelli-
genza della parte pura , e lineerà fpiri-
tuale . Quel fenfo, che è univerfale ,
nella già cfplicata univerfal modifica-
zione della materia congiunta , al va-
riare della materia medefima, ne’ varj
particolari modi, e moti, che al moto,
e modo univerfale fopravvengono , o
dentro dell’Uomo fufcitati, o di fuori
tra fm e Hi , ancor elio dee elfcr varia-
mente figurato, e mollò . E quando nel
procedo dell’ età, al variare degli anni,
o ancora per morbo , o per qualunque
altra cagione i modi ,e moti li perver-
tono, e turbano, o illanguidifcono , o
celiano, o fi cancellano in parte , o in
tutto-
“ Ditgitized by Cooglc
12 6 DELL* ANIMO
tutto ; allora forza è che quel fenfo , di
che parliamo, più , o meno , tutto , o
parte pervertito, e difordinato, ofpa-
ruto, o deformato ne vegna. Ne’ qua-
li cangiamenti, nella parte materiale, e
non altrove, come defcrivonfi i modi,
c fi miniftrano i moti; così i difordini,
e » fopimenti, e i vuoti , ed ogni altro vi-
zio principalmente addivengono. E da
quel lato, onde eflo fenfo è di condi-
toli variabile, e mortale, a tutti quei
cangiamenti , ed accidenti è fortopofto ,
falva , e intera, e illibata rimanendo la
parte pura dell’intelligenza , che a quel-
le varietà la fola univcrfal cognizione,
o cogitazione fomminiftra , c’ tutte-,
quelle varietà lènza moltiplicazione , e
fenza giunta riproduce. E qualunque
fa la (ecreta guila della unione delle-,
due nature, e cheunque ne rifiliti,!!
Mente , ficcome nella reale, e (labile
informazione del corpo organico , che
è come foftanzial percezione , indiflin-
ta, c indivifa , include, c penetra , ed
adegua il vario lavoro di quella prima',
e (labile modificazione ; e come nelle
percezioni, che fono ideali , e leggiere ,
e fu-
r DELL’ UOMO. 127
c fugaci informazioni , fimilmente indi-
ftinra, indivifa , e invariata, penetra, c
include , ed efprime quei varj minuti
modi particolari ; c sì quella prima fo- .
ftanzial modificazione , come quelle fe-
condane accidentali dall’ unità, e dall’
univerfalità della fua virtù , e natura»,
produce , o riproduce ; così quando
quei modi, c moti fi turbano, o ceda-
no, o fi cancellano tutti, o parte ; la v
Mente allora, o in parte, o all’ intutto
fofpende le lue produzioni , c depone
quelle modificazioni fenza pervertimcn- gbi di 'modi
to,e fenza detrimento della fua foftan- corporali. ■
za, falva,ed intera prima nel fenfo uni-
vcrfale' raccogliendoli ; e poi, fe elfo *
univerfal modo, e moto organico cof-
fa, o fi cancella ; nella fua propria uni-
tà, ed univerfalità della fua pura natu-
ra , e intelligenza raccolta , li rivolge
ad altri obbietti , e di altre forme fi
adorna , ad altro vivere , e ad altro
fapere . ' 'f
Quella nofira foluzione non lafcia»,
luogo a dubitare della vanità, ed infcr-
mezza dell’argomento Lucreziano. Im-
perocché nel noftro fillema tutti , dr-
cram J
* vv
rz8 ^DELL’ANIMO
ciani così , i fenomeni delle fenfuali,e
ragionevoli operazioni deli’ Uomo, con
quei crefcimenti , e fallimenti venendo
pianamente efplicati: ficchè ,dato che—
È intelligenza dell* Uomo fia fodanzia-
le, e la materia fia bruta, c cieca , co-
me noi affermiamo, e niegano gli Epi-
curei ; le operazioni della ragione , e—
del fenfo pur nondimeno così dareb-
bono elle, come ora danno; per certo
che quell* argomento il più riputato ,
non vale a concluder nulla . Che fe poi
fi pon mente, che gli Epicurei , con tut- «
to l’ingegno loro, non han finora potu-
to da niun modo, o moto argomenta-
re della materia niuna diffidenza , e-
abilità all’ opere fenfuali ragionevoli
dell’Uomo; tantoché l’imprefa di fpie-
gare quei fenomeni difperando, hari—
lafciata dare; allora certamente la no-, -
dra foluzione farà ancora dell’ edere-
fpirituale,e immortale dell’Animo una
novella dimodrazione. E per ìfcorgere
la convegnenza , eia bellezza della dot-
trina, tutto il penfamento è qui ora-
tempo di rapportare. Noi adunque pri-
ma poniamo due tra fe lontaniffime-f;:
cdre-
r*
-
av
A
' / /
DELL’UOMO. 129
eftremità , 1’ una del più e ccelfo flato
di perfetta intelligenza, e l’ altra della
più bada condizione della cecità della
materia. Le quali Mente , e materia
in quelle eftremità conflderiamo , che
amendue per contrarie ragioni ugual-
mente da fe sbandifcono ogni docilità.
L’ intelligenza perfetta da un lato, per
1 °& n * includono , e penetrazione do-
vrebbe ella certamente ogni lubricità ,
e fluflo,e fucceflione efcludere di dot-
trina: e si perfetta dottrina , e perfet-
ta feienza in ogni tempo pofledere : e
non mai in niun tempo docile poter ef-
fere ; che fenza il lubrico , e ’l vicende-
vole di variate, e fugaci percezioni , e
ragioni non può ftare.La Materia dall*
altro lato, nell’ eftremo deli’ impoten-
za, e deformità , per la dimoftrata im-
penetrabilità , ed ogni efclufione , doci-
le in niuna guifa non può ella eflèr
giammai : fe la docilità con tutta la fua
incoftanza.e lubricità , pur tuttavia in-
cludono, e penetrazione inftantemente
domanda .
Appreflo , quelle due nature da quell* *-
eftremità argomentiamo poter ricede-
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130 DELL’ ANIMO
re a quello modo: Cioè, che Ueflfere
mentale da quella fublimità , per varj
gradini di varie foftanze giù dechinan-
do, giunga finalmente a poter congiun-
gerfi in uno colla materia , e a poter
cfprimere modi , c mori materiali : e
che T eifer della materia dall’ imo di
fila imperfezione, per varj gradi di va-
riate forme , e lavori innalzandoli fu
pervenga al fine , fino a collogarfi , e
ftrignerfi. colla Mente, e a poter railo-
migliare, e lignificare modi fpirituali ,
e mentali: e così nell’ Uomo , in cui ,
<e per cui fi giungono infieme , c che è
41 mezzo, dove fi conducono dall’ ec-
celfive eftremità loro ricedendo , ivi di
fc formando una natura lòia , che è U
natura dell’Uomo; e propriamente nel
fenlo lucido ragionevole , la Mente di
per fc,e di fina natura dotta , e la ma-
teria di per fe indotta , e indocile ;
, amendue in quella unione , e in quel
temperamento docili debbano divenire .
indocilita Per 4 ’ ingegno di quella Economia, la
ielp vom è docilità viene ad eflerc un proprio con-
cra ^' c D n0 di Mente congiunta ,e un va-
' immortaliti* levole argomento dell’ Immortalità. E
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M *1 §F 1 • *
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. &*■ - •:
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DELL’ UOMO. 13 1 ,
in fine quell’ingegno medefimo,fe non *
altro, ci (copre l’origine dell’ errore.
Perciocché la Mente piegando all’ imo
dell edere mentale, c la materia ergen-
doli al lammo dell’ edere materiale a
formar 1 Uomo; in quella natura , e_> - •"
propriamente nel fenfo lucido, la Men-
te per 1 edendoni , e variazioni mate-
riali , e la materia per gl’ ingegni , e lu-
mi mentali li tengono afcole : onde la
Mente , materiale edere ; e la materia
poter edere mentale gli Epicurei han_» Cagiont-*
creduto, alle fole lignificazioni fenfua
li rivolti . Ma eglino avrebbon potuto w‘.
penfare, che fe la Mente nella propria
fua altezza non potria mentir la mate- r
ria : e la materia nelle fue natie badez-
zc non può fimigliare la Mente ; per-
che i \ i la Mente in chiara luce feerne-
rebbefi immateriale ; e qui la materia
chiaramente infenfata,c cieca fi ravvi-
ferebbe; nell’Uomo , ove 1 ’ una fotto
alle fembianze dell’ altra fi tiene afeo-
fa , è una neeelfità , che ne 1* effer cieco
della materia , ne 1’ immaterialità della
mente, per altra via , che per quella^
degli argomenti col cammino della ra-
’*** *■ Ri gio- ; *
• Digjtized by Googlp
*3* DELL* ANIMO
gione non fi podano ritrovare .
Quella è certamente una nuova di-
moftrazione , che abbiam tratta dalP in-
telligenza, rifguardata nell’ idea di fo-
vrana perfezione : laddove tutte le al-
tre prima allegate fono (late tolte dall*
intelligenza , confiderata nel fuo edere
generale , e comune : avvegnaché dalla
comunità de’ generi all’ idee perfette, e
da quelle a quelle fiavi commerzio , e
comunicazione vicendevole di cogni-
' zioni,e di feienze, come nel primo ca-
pitolo della noftra Metafilica abbiamo
dimollrato .
Colla dottrina della univerfal perce-
zione, che fidamente 1* anima contri-
' buifee a* varj modi , e mori , che nella
materia avvengono; e con quella dell’
univerfal fenfo dall* unione delle due.*
nature rifultante , che c la proprietà
dell* Uomo, e che propriamente per ca-
gion della parte materiale , dee con_>
quei moti, e modi efler modificato, e
modo; con quella dottrina , dico , tut-
C te le altre difficoltà vegnono ancora a
• dillrigarfi degl’ impedimenti, e de’ tur-
cibamenti, che cagiona l’ebbrezza; e de’
deliri,
. 7 * . r * /
* r
«
DELL’UOMO. 133
delirj, e de’fopimenri , edetarghi, che
certi morbi arrecano ; e in particolare
il pericolofo diflipamcnto , che produce
la velenofa forza dell’ Epilelfia , ed ogni
altro fìmigliante accidente . Che come
tutte convegnono in quell* uno argo-
mento generale delle variazioni , che_
dalla materia nelle operazioni dell* ani-
mo trapalano a turbare, o interrompe-
re, o abolire il fapcre ; così tutte con
quell’ una generai dottrina , ugualmen-
te per ogni parte fviluppate rimango-
no. Cioè dire, che quegli accidenti, che*l
vino, e’I veleno epilettico , come Lucre-
zio l’appella, e gli altri malori induco-
no nell’ Uomo , fono eglino folamente
valevoli a difordinare , o interrompe-
re, o affatto caffare le forme fenfitive,
e cogitative ne* moti , e modi corpora-
li, e non altra cofa altrove . I quali
lafcia allora la Mente di più avvivare ,
e illuftrare in tutto, o in parte, eoa-»
fofpendere, come fu detto abbiamole
fue produzioni , e con deporre le mo-
dificazioni: ed indi prima ne’ principali
feggi corporali , e poi , fe più oltra è
(dipinta , nella fua propria unità , ed
134 * DELL’ ANIMO
univerfalità fi ritira da quello ffrazio.
Ma è in alcun modo diftinto 1* argo-
mento del timore , e del lutto, che—
^Lucrezio • amareggiando, ed affannando l’animo,
foventi volte conducon l’Uomo a mo-
rire. Imperocché in quel primiero ca-
po di argomenti de’ varj gradi dell’età,
e de’ varj accidenti de’ morbi , le va- *
^ riazioni immediatamenre , c principal-
mente il corpo immutano, ed offendo-
no : le quali perchè nelle operazioni dell’
- . animo ancora trasfondono i difetti, e i
difordini ; per quefto folo , fono a Lucre-
' zio argomento di mortalità. Ma il timo-
re, c ’l lutto fono morbi dell’ animo, e
l’animo immediatamente, e propriamen-
te conturbano , e affliggono : e quando
• l’Uomo per quelle offefe viene a fini-
re , nell’ animo è il principio , e V ori-
gine del danno, e dall’ animo al corpo
. trapaffa ; fìccomc per contrario ne’mor-
bi corporali , dal corpo all’ animo Lu-
crezio argomenta , che debba la mor-
, • te trapaffa re . Così ugualmente per gli
morbi, che fono manifeffe cagioni del-
la morte corporale , perchè varie paf-
fioni nell’ animo inducono; e dalle paf-
.. . fioni,
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DELL’UOMO. i-35
doni ,che fono manifede offcfc dell’ani-
mo, perchè c morbo , e morte al cor-
po arrecano; pare à Lucrezio dall’ima
parte , e dall’ altri potere la mortalità
dell’animo argomentare : c poi dclla_,
cu ragione dell’ uno, e dell’ altro propo-
ne come un nuovo argomento , fog-
giugnendo.
Addere enimpartes , aut ordine trajicere &quume(l y
Aut ali quid pr or funi de fummx detrabere illuni ,
Commutare animum quicumque adori tur ,<éripfum ».
Aut aliavi quamvis naturavi flettere quxrit *
Adunque per ifeiorre il propofto ar-
gomento del lutto , e del timore , che
fono talora all’ Uomo mortiferi , con-
viene paratamente adattarvi quella ge-
nerai dottrina, che per gli accidenti de’
morbi corporali abbiamo adoperata. Ma
prima per meglio intendere la foluzio-
ne , che arrecheremo , c per allargar da
ogni parte la dottrina della natura^
dell’ Uomo; degli affetti , che in tante
cofc r che dell’ Uomo fono date dette,
non abbiamo neppur mentovati , alcune
fpezicltà fono da ricordare , che nella
Me-
Li è. Ili-
Soluzione -
• Digitized by Google
13 <5 DELL'ANIMO ;
^ Metafifica, fuori della comune opinio-
à ne , abbiamo con gagliardi argomenti
comprovate . Da quell’ uno univerfal
Degli affetti, f en fo , che dal corpo , e dall’ animo in-
fiemc uniti rifulta , le fenfazioni , le co-
gnizioni , e gli affetti, tutte e tre que-
* V fìe fpezie per divede vie , in diverfi
. a modi provengono . Quel fenfo gencra-
le, dove è rozzo, indiftinto, informe,
intorno a rozze , e informi , c indiftin-
' te azioni ; ivi e non più , che femplice
fenfazionc : ed ove con diftinte , forma-
te , cd ordinate azioni ravvolgendoli ,
è diftinto lavorato , formofo ; ivi è quel-
lo, che noi appelliamo cogitazione. Dal
' " ' che le azioni fenfitive , fecondochc o
, al capo delle lucide cogitazioni , o a_»
• quello delle caliginofc fenfazioni più,o
meno per varj gradi fi apprettano j più ,
o meno di diftinzione , di forma , e di
luce perdono, o acquiftano . E ancora
quella , che nell’ eftrema parte del cor-
< ipo è ofcura fenfazione , quella medefi-
ma per tutto il corpo continuando ,
come al celabro perviene, officina delle
\ 4 cogitazioni ; ivi nel celabro è luminofa
T cogitazione . Ed allo ’ncontro quella,
'•*. ’ Tla che
• Oigitized
DELL’UOMO. 137
che nel cclabro è diftinta , e chiara co- *
gitazionc , indi verbo le parti più rimo* 4
te eftendendofi , luogo di rozze fenfa-
zioni ; ivi ofeura, e confufa fenfazione^ :
diviene . Or come la fenlazione, per
una via verbo il Ciclo dell’ Uomoafccn- ' le-
dendo a quel modo , che detto abbia- ’ r l
mo, di grado in grado diradandoli , cd
illuftrandofi Tempre più, va ultimamen-
te a terminar nelle cogitazioni, che fo- ‘
no il faperc dell’ Lomo; così la fenfa- \
zionc medelìma,per altra via, di mano
in mano maggior finezza, e maggior de-
licatezza acquiflando , finalmente nel
cuore va a finire, e negli alletti, che ne .
fono il volere. E tutte queile comuni-
cazioni , reciprocanzc , e palfaggi rra^
le fenfazioni , e gli affetti intervengo- 9
no, che tra le fenfazioni , e le cogita-. •
zioni dovere avvenire abbiamo infe-
gnato . Talché 1’ afferto , dal centro
del cuore, quando alla circonferenza...
delle membra ricede, degenera in fem-
plice, e vera fenfazione ; e la.fenlazio-
ne dalla circonferenza, nel centro de]
cuore internandoli , trapulfa in vivace
affezione . E come tra le fenfazioni , e
\* W S le
>*
*
,?83r DELL’ANIMO
* le cogitazioni, e tra le fen(azioni,e gli
* V affetti ; così tra' le cogitazioni , e gli af-
fetti c più ffretta appartenenza, e con-
r • neflìonerper modo che non mai, ne co-
a • gitazione fenza ogni fenfo di affetto,
ne affetto fenza ogni lume di cogita-
zione fi può trovare . Da cotcfte cole
Quii fiati (ì fa chiaro, che come il fapcre , cosi
'1 volere dell’ Uomo non è la pura , e
fincera parte dell’ animo ; ma è quel vo-
- lece proprio dell’Uomo, di fenfo infic-
ine , e di ragione commifto , che dall’
unione delle due nature dee rifultarc .
Laonde i varj moti, e modi delle va-
' i r ie affezioni, o paffioni propriamente in
• - : quel volere , e non già nella parte pu-
ra dell’ animo le loro vicende ingerif-
’ m cono: e le anzie , e gli affanni , e i tedj
' del timore , e del lutto quella parte-,
conturbano , e corrompono fino a con-
dur 1’ Uomo mi fero alla morte . E dell’
Animo avvien folo, come nc’ modi del
Capere , che fofpenda le produzioni , e
diponga le modificazióni del volere ; e
. intatto, e purgato, e puro fi ritiri nel-
• la fua univerfalità , per rivolgcrfi ad
altri obbietti con altri amori più puri,
■ e più ,
DELL’UOMO.: 139
e più finceri . Ma perchè noi nei pre-
fente ragionamento del fa pere dell’ Uo-
mo, di altro genere di operazioni 4 che
delle fcnfuali,e fantastiche non abbiati!
fatto menzione; non è per tanto , che
dentro gli angufti confini del fenfo , e
dell’ efpreilioni fensuali , debba efler ri-
stretta la cogni'zion noftra . Da quelli
univerfal cogitazione , o cognizione ,
ficcome perchè dalla parte corporale è
ella fenfitiva , ne debbon nafeere Itu,
fenfazioni , e l* efpreilioni di fenfibili
obbietti; così perchè dalla parte imma-
teriale, e ragionevole, ed intelligente,
le ragionevoli cognizioni provenire ne
debbono. Siccome nel fenfo univerfa-
le , per fomma finezza , pieghevolezza,,
c mobilità , e per uniformità di virtù ,
e di foftanza, onde è come un genere
generaliifimo del fentire , fono i primi
elementi, o principi , onde rutte le par*»
ticolari fenfazioni, ed efpreilioni fenfi-
bili formate ne vengono; così in efTa_,
cogitazione , o cognizione , da ogni altra
cofa fceverata, ed in fe r ccolta, fono
tutti gli clementi , o principi delle ra-
gionevoli produzioni, e delie Scienze,
S a che
r 4 o DELL/ ANIMO
che cd elfa cognizione è infieme gene-
rale cflenza, e generai conofcenza : e i
fuoi elementi , onde è coftituita , fono .
inficmemente parti, o principi di quel-
la eflenza ad edere ; e fono prime no-
zioni, o ragioni di conofcere, o inten-
dere alla Scienza . Cotefto è il bivio deh
fapere dell’ Uomo, nel quale in oltre.,
è da notare, che TUomo nella via del
fenfo è analitico , conducendofi da’ par-
ticolari a gli universali ; e nella via. del-
la Scienza è Sintetico , dagli universali
ai particolari avviandosi. Ma gli ele-
menti del SenSo, in quanto Sono minu-
ti, imperfetti, informi, fon pure come
altrettanti generi: e le nature fenfibili-y -
in quanto perfette, e compiute , fono
* anco in quel riguardo particolari. E le
eflenze perfette ragionevoli , e intelli-
gibili, perciocché quando vi fi pervie-
ne , illuminano tutta la Scienza , fono
come univerSali: e i generi , perchè fo-
no imperfetti, ed ofeuri, in quello ri-
guardo fono come particolari da ripu-
tare . Similmente come il fapere , così
il volere, o dalla parte impura fenfua-
le genera volontà, ed affetti foraiglian-
Bìvìodel
jà ^cre delP
Picji tizeti ^ Gpogle
• V
• DELL’ UOMO. 141
ti , dietro a gl* incitamenti del fenfo ;
o dalla parte pura fpirituale produce»,
voleri, ed affezioni ragionevoli dietro
alla guida della Ragione. E quello è il
bivio della vita ,in cui fcorgonli le ori-
gini delle due celebrate porzioni dell* V *'
Uomo ,che il volgo de’ Filofofi , quan-
to con magnifici parlari decantavamo
con ofcuri fenfi intriga , ed ofeura .
Adunque la Mente noftra, per la virtù
tante fiate ricordata , e in tanti modi
provata di muovere , e reggere fe ftef-
fa , prima fopra le fenfazioni medefime . <■
fi rivolge col diftinguerle , e fccverar-
le, colle compofizioni , e colle compa-
razioni ; c in cotal maniera i molti all’ *
uno riducendo, vi ordifee tele feienti-
fiche: e poi ne’ Tuoi univerfali, che fo- *
no quelle prime, e comuni nozioni , 0
ragioni dialettiche , o metafifiche ,0 ' '
geometriche, od altre, dall’ uno i mol-
ti formando , e coftruifcc le fcienze_
ciafcuna a’ Tuoi generi corrifpondentk;
e per quelle vie medefime fi fatica di
condurfi a fccrnere, e i modi dell’ ar-
ti, onde è formato l’univerfo Artificia-
to , e i modi particolari della legge ,
* Aif onde
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i 4 2 dell; animo-
onde è retto 1’ uni verfo Politico; e quel-
li della natura, onde è fatto P univerfa
Naturale . Conciolliachè , per dir que-
llo di paflaggio, la Scienza Naturale non
fia in altro modo perfetta , che colla^
invenzione di tutto il fiftema , e delle
prime origini delle cofe, e delle gene-
razioni , e de’ temperamenti de’ par-
ticolari : e la Scienza Civile non polla
dirli perfetta , fe non col ritrovamento
del primario vero , e retto di tutto il
corpo politico , e di tutti i membri ,
che ’l compongono; e de’ rapporti ,
delle appartenenze , che la comunion
civile adempiono . E fimigliantemente
per le regole univcrfali de’ primi , ed
ampli artificj ; e per le leggi particola-
ri di quelle, e di quelle opere partico-
lari , che di là dirivano , P arte fi con-
duca all’ultima perfezione. Così anco-
ra la Metafifica , che Geometria della
natura, o efienza intelligibile fi può ap-
pellare , s’ ella vuol’ edere tutta intera,
e compiuta, dee guidarne fino alla co-
gnizione dell' animo nofiro , e di Dio
gloriofo , in cui è tutto il fiftema dell*
univcrfale eflenza intelligibile . E l'd — •
Geo-
•
DELL’ UOMO, 145
Geometria, che Metafìfica fi puodire^ . .»
della natura corporale , non può ella^
effer giunta al colmo delie fue finezze,
fé non dimoftra con quali leggi di nu-
meri, e di mifure , e di libramenti la
gran macchina è eoftrurta dell’ Univer-
fo . AI quale aitili! mo fegno ella non è
ancora per niuno pervenuta , ne già fia
mai, che vi aggiunga in avvenire Uo-
mo mortale ; onde Tempre in tenebre^,,
fino al fine de’ fecoli fi rimarrà la Fifio-
logia. Dette quelle cole così di paflag- -
gio , ritorniamo a gli affetti, fol per di-
re di un grande errore di Lucrezio ,
intorno al principal Seggio della Men-
te . Egli animofamence nel cuore ,'
ne* precordj E alloga in quei verfi :
Lib. Ili »
Sed caput ejfe quajl y ó* domi nari in corpore loto
^ , Errore di
Confi l tu n , quod nos animata , mentemque vocamus 1 Lucrezio in -
Idque Jìtum media regione in feHoris btret . ^deWAxdmti
Hìc exultat enim favor , ac melus 1 b<tc loca circìtm
Lettiti* mule enti bic ergo mens , animufque ejl .
Citerà fan animt fer totani dijjìta corfus
Varei , <£r ai numen mentis , momenque movettir : • •
Ma
%
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i 4 4 DELL’ ANIMO
Ma a niun patto, ne il fapere al vo-
lere fi dee preporre, ne quello a quel-
lo : di modo che o il leggio del lape-
re, che è il celabrojO quello del vole-
re , o affetto, ehe è il cuore , fi debba
credere , che fia 1’ unico feggio princi-
pale dell’ Animo. Conciolfiachè per la
comunicazione de’ penl'amenti , e degli
affetti pur ora notata, c più per le ra-
gioni , che nella generai dottrina dei
primato allegammo; quanto il fapere è
primo, c principale , e dominante per
l’univerfal penetrazione, e inclusone, e
contenenza, che più riluce nell’intelli-
genza; tanto primo, e principale appa-
ia edere l’ alletto, per l’ imperio, c per
Io regimento, che è più efpreffo nella
volontà. Adunque quei due principi di
pari autorità , e poteftà , prima per fe-
i crete corporali comunicazioni infieme
fi ftringono, e fi collegano; e poi nella
fovrana unità ed univcrfiliti del puro
fapere , e del puro volere della Mente
fi adunano: la quale parimente e rego-
la all’ affezioni , e luce alle cogitazioni
fomminiftra. In quel lume , ed in quel
nume della Mente del tutto unificati
JBcg-
i
DELL’UOMO. 14 s
reggono , e muovono il corpo organi-
co in tutte le operazioni dell’ Uomo .
Quella cofa non potè cadere in mente
a Lucrezio , che volle in ogni modo
r animo divifibile, e materiale . Non-,
potendo egli allogarlo in due luoghi di-
pinti , per lo vigore degli affetti , il ri-
pofe nel petto ; efclufo il feggio delle
cogitazioni , che è il fonte di ognifcien-
za , e di ogni regola , e legge . E cote-
llo fermamente un nuovo graviffimo ar-
gomento della natura indi vifibile , ed
immortale dell* Animo. Imperciocché
altrimenti conviene il principato dell*.
Uomo , o togliere alle cogitazioni , ed
alle fole affezioni donarlo , come Lu-
crezio ha fatto ; o a quefle tolto , con-
cederlo a quelle ; o l’animo materiale ,
e di vifibile , tutto intero, e indivifo in
due diflinti luoghi riporre; o due Ani-
mi, l’uno cogitante, e l’altro affettuo-
fo nell’Uomo introdurre , che tutte fo-
no cofe fconciflime a dire.
Spediti in quello modo da quel fa-
flidiofo argomento , più 1’ ordine , che
ci fiam noi propoflo , che quel di Lu-
crezio feguendo,rivolgianci ora aquel-
T lo,
U-4ÌT
Oh V.*.*
*r
9 -
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Lib. Il »
Quinto or*
fomento di
Lucrezio.
1461 DELLì ANIMO
fo , che e* raccoglie da una aliai pi a u li-
bile ragione. Cioè r che l’ animo f come
gli occhi , c gli altri organi degli altri
(enfi , fia egli veramente una parte dell*».
Uomo: e per tanto che e’ non polTa in
niun modo edere, ne operare fuori del
corpo * e fuori di elio Uomo : lìccomc
fenra il. corpo,, e fegregati dall’ Uomo ,
ne gli occhi , ne gli orecchi , ne gli al-
tri lenii podono produrre le loro azio-
ni. Udiamo le fue parole :
Et quoniam mens efi hominls pars un.it locoqUe
mìI t Rlfti dtl. •>'*'' ** # •
E ixti tiMnet certo : velut aurei , atque oculi funi ,
Atq\ aliifenfus , qui vitam cumque gubcriumt: .
t
Et Dilati mnust atque ‘ oculut t ntirefvs féorjltttv
Secreta a ‘nobis nequeunt fentiret neque effe :
Sed tamen in parvo linquuntur fenipore tali i _ ,
, Sic animus per fe non quii fine corpore , dr ip/ó
' Efse hominet illiut quafi quod va; efse videtur :
.'■o'F 1 .' Qs, ■ t #
Sive aliud quidvts potius coniunaius et
i • .«li*» > ■yjp r i M**-
Etagere quondoquidem e****#*, corpus, adixret .
V.v . -tftbv* "■ o >s
* Tutto il nerbo di quello argomen-
to egli è r a mio credere*!!) quella una
r fola
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DELL* UOMOa 147
fola cofa riporto ; che 1* operare , fia^
del Tutto , di cui è ancora 1* edere :
onde a niuna delle parti , che *1 com-
pongono , quell* edere , e quell’ opera-
re medefimo debba edere attribuito
Il fentire adunque, e *1 ragionare dell*
Uomo, che certamente è dell’ Uomo’,
cioè del comporto, e del tutto , all’amo
mo folitario non dee poter convenire :
c per confeguente 1* animo folo , fenza
il corpo , e fenza 1* Uomo , non può
fentire , ne ragionare , ne affatto ede-
re : fcevero di fenfo,e di ragione, non
potendo già avvenire , che l’animo da
in niun modo . Si aggiunge a quefto ,
che P eder di Parte è fermamente effe- ^ t
re di relazione, o di rapporto ; onde»,
la parte al tutto appartenga, e col tut-
to da congiunta infeparabilmente . Egli T-V*
è vero, che ci ha alcun genere di parte,
che verfo di fe condderata , ella anco-
ra è un tutto : quali fono le parti del .1 «à-J
tutto cftenfo, e variabile, e quali in»,
ogni altra accidentale compodzione .
Con tutto ciò cotali parti, quando elle *
fono fegregate dal tutto, perdon quell’
eder di parte, con ogni altra cofa, che
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I
148 DELL’ANIMO
in quel rifguardo lor conveniva. E che
Lucrezio a quefto ancora abbia rifguar-
dato, dalla dottrina del medefimo in-
torno alla indivifibilità de’ primi corpi ,
è manifefto . Volendo egli indivifibilt
quei primi elementi , e volendogli va-
riamente figurati ; acconfente bene ,
che quelli abbian parti , non già avve-
niticcie , ma natie ; non quinci , e quin-
di raccolte a compor P elemento , ma
in quello nate: il cui edere , tutto fia
dell’ elemento , che le contiene ; ed ab-
biano a quello necefTario rapporto ;on-
. de Pune dalP altre , e dal tutto non_,
poffano per qualunque potere effer fe-
parate giammai . Il luogo di Lucrezio
ciUd^Lucre- è alquanto malagevole ad intendere j
zio , non ’m - Picchè P acutezze de* più nobili Spofi-
tor ‘ P oturo falciar delufe . Il qual
jj>ojì on % nQ j ^ er j a p ua importanza abbiara volu-
to qui arrecare, ed mterpetrare .
, I»,
Tum porri , quorum e/l exttmum quodque cacumen
Corforìs ìll\us % quei noftri cerner* fenfitt
Jam nequeunt : hi nimhrutn fine fartibuy extat >
, \ Et minima cwtfat naturai nec fuit umquam '
Uh. U
JL
Ver
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I
.V
K.
DELL* UOMO. 149
Ter fe fecretum , neque pofìbac effe v debiti
Alterius quoniam ejìrpfum : frinì* quoque , <tf im * ,
Inde dì* > fluire a/ùe fìmiles ex ordine parte: *
Agmine condenfo naturavi eorforis explent .
quoniam per fe nequeunt confi are ^neceffe ejl
H*rere , ««c/e ?«e<anf ««//a ratione revelli .
ì'wjk JÀ'/cfa primordi a /ìmp licitate ,
minimi s Jlipata cob*rent partibui arffc
Non ex ullorum conventu conciliata »
Sed magli *terria pollentia Jìmplicitate :
Vnde neque avelli quidquam , ncque demlnui quid
Concedit natura refervans femim rebus .
Il vero fenrimento di Lucrezio è, che
i primi elementi , tuttoché indivifibili ,
M M M J m M M * 1v I— a A _ A . a a fa a a & a I . a_ a M ^ a «
j. Il* • f • *
nondimeno abbiati parti : che cotali par- creziobanw
ti fiano minime, ed ineftenfe : e *1 foro- lont'xwe.
edere per neceflario rapporto infepara-
bilmente fia conneflo all* Atomo , che
tutto, e non già parte e* vuole che Ira.
Di cotali parti in fine , non per con-
corfo,e per raccoglimento, ma per na-
tura vuol , che fi compiano gli elemen-
ti. Per quel rapporto, e per quella na*
* si . turai
. j
‘à u
4 i
■
c Vi
Digitìzed by Google
\
i 5 o DELL* ANIMO
turai connelfone , non poter gi'a aniun
' patto le parti dell’ atomo , ne dal tut-
to , nc V une dall* altre elfere diftacca-
te . Il che è ben egli una maniera più
ingegnola, c piu falda affai da foltene-
re flpotcli degli atomi , che non è quel-
la , che fi tiene volgarmente . Ora ri-
tornando al propofiro , fe F Animo è
parte deli’ Uomo; e’ fegue di necelfità,
che l’Animo fcparatonon puoientire,
ne ragionar così , come fa 1* Uomo. In
oltre per quella cagion medefima dief-
fer parte , non potrà affatto 1’ Animo
elfere fenza l’Uomo : che altrimente e*
farebbe non già pane, ma tutto. 11 che
non può Ilare, non folo per la manife-
J(ta contradizione dell’ elfere, e non cf-
. fere tutto, e parte; ma eziandio perchè
. ogni cofa , che è un tutto , dee avere
; • la fua propria effenza , e la fua propria
virtù , ed operazione ; onde lìa perfet-
to principio del fuo effere , e del fuo
operare. Dal che fegue, che diflinto, e
dwifo in ogni modo debba elTere da_,
ogni altra effenza , e da ogni altra po-
tenza . Concioifiachè, perfezione, e di-
^•ytrminazione , o terminazione , e dilui-
zione,
W^'t rm r
DELL’UOMO. 151
gione , c divifione fieno nozioni , o ra-
zioni sì fattamente avviluppate infic»
me, che appajano edere una medefima
cofa . Finalmente le parti dell’ atomo ,
perciocché non hanno edere , che nell*
atomo, e dell’ atomo non da, è dovere
che fieno l’ une dall’ altre , e dal tut-
to infeparabili . Che è il mcdefimo,che
dire , che fuori dell’ atomo , in cui è la
natura del corpo , elle non podanoeder
corpi . Adunque l’Animo parimente',
perchè è parte dell’ Uomo , non può
dall’ Uomo eder feparato : cioè fenza_,
l’ Uomo , in cui è la natura fenfata ra-
gionevole, non può l’animo edere, ne
partecipar quella natura col fentire , c
col ragionare . Io credo tanta forzai
aver data a quedo argomento" , quanta
per avventura a niuno degli Epicurei c
caduta nell’ animo finora .
^ Per ifeiorre il nodo di quella diffi-
coltà, fa di medieri alle diftinzioni , ed
, M ’ . atti tirgomoi--
alle dimnizioni ricorrere delle comuni t0 .
ragioni, giuda i certiffimi oracoli della
prima Filofofia , colla quale in ogni no-
dro filofofico affare ci configliamo . Il
tutto adunque per efl'enzial ragion^-
do-
Soluzione'
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1
Sol nella . _>
Hatura nitri-
tale Jì truova
la vera ragio-
ne di ejfer un
tutto .
t.
152 DELL’ ANIMO
domanda, che dentro di fe abbia a con-
tenere tutte (e parti , onde è coftitui-
to: e la parte allo Scontro vuol’ efler
tale, che tutta quanta ella è, con ogni
fuo eflere , (la , diciam così, incorpora-
ta nel tutto . Di modo che l* eflere del
tutto in quello principalmente confida ,
che contenga le Tue parti in guifa,chc
non pofla ne eflere, ne intenderli , len-
za che lia,e s’intenda con quella con-
tenenza : e 1’ edere di parte in quello
lia unicamente riporto , che debba del
tutto eflere , e nel tutto abbia ad ede-
re contenuta ; licchè non eflere giam-
mai, ne pofla immaginarli lenza quel rap-
porto , e lenza quella , per così dire ,
partiva inclusone .Se quello è vero, co-
me è appreflo di erto Lucrezio ancora ;
egli è da tenere per fermo , che la ve-
race , e fincera , e perfetra condizione
dell’ efler tutto, altrove , che nella na-
tura fpirituale , c mentale non pofla_,
rinvcnirfue che la natura corporale, e
bruta non più , che di una imperfetta
limiglianza di quell’ eflere lia capace '
Imperocché la natura mentale , per Io
fenfo ,e per l’ intelligenza di le, e dell'
altre
DELL’UOMO. r Si
altre cofe che fente,ed intende ; chia-
ramente dimoftra dover ella contener
fé medefima, e 1’ altre eflcnze con ogni
identità, e comunicazione: e fé mede-
lima,e 1* altre eflenze dover penetrare
da per tutto. Con che quella inclufio-
ne , e quella contenenza , che *1 tutto
ha delle Tue parti, e quel paflivo incor-
poramento , con cui le parti fono nel
tutto, dimoftra dover fola perfettamen-
te pofledere. Nella qual cofa è princi-
palmente riporto il reciproco rapporto,
e la neccflaria conneflione , onde il tut-
to dalle parti , e quelle da quello , e»,
1* unc dall* altre non portano fepararrt .
Per contrario la natura corporale tut-
ta per ogni vcrfo limitata, ed efclufa,
c diftinta , di quella inclufione , e di
quello incorporamento non è capevo-
le:febbene, come qui, ed altrove ab-
biam dichiarato, può la Materia per fi-
nezza , e per fublimità , ed attività di
foftanze , e per conneflione di parti , e
confenfo di moti cotanto ingentilirli,
che vegna tanto , quanto a Materia è
poflibile , un tutto perfetto a raflomi-
gliare. Oltre a ciò, contenenza , ed uni-
V ver-
Ì54 DELL’ ANIMO
vcrfalità fono una cofa medefima :
Teflere un tutto, e l’ edere univerfale,
fono una medefima elfenza . Donde fi
può intendere , che alla perfezione del
tutto, due cofe vi fi richieggono necef
fariamenrc ; l* una , chc’l tutto debba
aver perfetta pienezza in ampia indivi»
fibile unità; l’altra, che tutti i partico-
lari , che gli appartengono, dentro
quella pienezza fiano realmente com-
prefi . Benché quelle due condizioni ad
una fola finalmente pofiono riferire :
concioflìachè , ne perfetta contenenza.,
fenza palfiva inclufione , ne pafliva in-
clufione fcnza perfetta contenenza , pof-
fa clfervi in alcun modo . Per cotclle_
leggi , primieramente ogni fpezie di tut-
to, generalmente confiderato quell’ ef-
fere , dee con tutte le fue cofe efl'erc-, • •
in fe medefimo riftrcrto,e chìufo,e da <"
ogni altra cofa, che e’ non è, fegrega-
to,e diftinto.Ne può un tutto coll’al-
tro , fia materiale , fia fpirituale , con-
venire infierae ,e ftringerfi,e collegar-
fi a niuna coftituzione . II perchè non-, ,
folamentc il tutto mentale dal corpora-
le , c quello da quello è forza , che fia
ESriBidi-
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DELL’UOMO. 1 55
diftaccato da ogni banda ; ma ancora
un tutto fpirituale da altro fpirituale, e
un tutto materiale da altro fimiglian-
te . Ma ove per avventura c poflìbile ,
che un tutto fpirituaie non fia in que-
lla confiderazione perfetto ; c fimilmen-
te ove può avvenire, che un tutto ma-
teriale nel fuo genere ila manchevole ,
ed imperfetto ; allora altro è da dire»,
per diflìnirc le quillioni , che ci nafeo-
no . Perciocché quanto di mancamento
fi può trovare io un tutto, comech’c’
fia o nella indi vifìbile , e penetrcvolc
pienezza , o nell’ incorporamento de’
particolari ; altrettanto vi ha di biso-
gno , c d’ inchinamento per ricevere ,
ciò che non fi ha ; e per unirli , c llrin-
gerfi con altro tutto, che polli adem-
piere quel difetto,e con quella unione
comporre una natura più perfetta ,
piena, ed eccellente . .Ora il corpo or-
ganico umano, egli è un tutto materia-
le ; c d’ altra parte V animo è egli cer-
tamente un tutto mcntalc.il primo per
conncflione, e confenfo , c ingegno , e
temperamento di concorde voi i* follarne
in uno operanti ; c l’altro per l’ intelli-
V 2 genza
Duando due
toje amendue
perfette ,pcf-
jon giuenerjl
infame a co -
Jiituire
terza natura •
-< '* -
- v
Difiitizèd by>Goog[e
•J
<■ ***•
* J**'»
• . \ .* A
! 56 DELL’ ANIMO
genza fola , che fé medefima , ed ogni
Tuo edere, con principio, fine, e mez-
zo, l’uno dall’altro procedenti accoglie
in uno. Ma all’uno, che è il corpo or-
ganico , tuttoché avente 1’ incorpora-
mento de’ particolari , manca 1* ampia,
piena, indivifibile , e penetrevole uni-
tà , che fola può avere perfetta conte-
nenza : ed all’ altro , che è 1’ animo ,
quantunque egli abbia perfetta pcnetre-
vole pienezza d’ unità indivifibile , man-
ca nondimeno 1’ efprclTionc di fenfibili
particolari. Laonde , benché l’Animo,
e ’l Corpo fiano ciafcuno un tutto; tut-
tavia l’uno, e l’altro fono manchevo-
li, ed imperfetti: e l’uno, e l’altro fo-
no bifognofi di foccorfo , per edere un
tutto compiuto, ed intero. Adunque e’
deono edere 1* animo , e ’l corpo infra di
loro fcambicvolmente per natura inchi-
nati , ed adattati a ricevere l’uno dall’al-
tro, e P uno all’altro donare quel che
hanno , e non hanno ; ed a ftringerfi , ed
unirli infieme alla perfezion di un tutto
fuperiore, ed eccellente , che è l’Uo-
mo; il quale abbia perfetta contenen-
za, e pieno incorporamento di partico-
lari :
DELL’UOMO. 157
lari: donando il corpo organico alloni-
mo V efpreirionc de’ particolari fenfibili ;
. e l’animo al corpo la perfetta penetrc-
vole contenenza comunicando nell’Uo-
mo coftituito.E adunque l’AnimodcIl’
Uomo un turto , ed c infiememente.*
parte dell* Uomo, eflendo un tutto im-
perfetto ; perciocché per 1* imperfezio-
- ne, onde è I* inchinamento , e 1* adat-
• ‘ tamento,e l’ordinazione a convenire,
ed unirfi alla cogitazione, può edere ,
ed è in fatti una parte : e per avere.,
principio, mezzo, e fine interni , onde
può raccoglierli , e conchiudcrfi in fc
medcfimo, può edere, ed e in vero un
tutto; e può dal corpo , e dall’ Uomo
feparato edere, e feparatamente opera-
re . Nel quale dato è da credere , eh*
egli in femedefimo raccolto, e ad altro
principio rivolto , abbia 1* incorpora-
menro de’ particolari ragionevoli , ed
intelligibili ; ed aver poda quello anco-
ra de’ particolari fcn&bili , con altri
ftromenti, per altre vie, e guife : feb-
bene non può a niun patto propriamen-
te il fenfo , e la ragione , che fono
dell’Uomo proprie, ritenere. Siccome
‘ ^ il
Il fenfi pro-
pri del? Uo-
mo-, nel' Ani.
ma fe parata ,
ne il Corpo
aver fojfono .
t
*
m
Varie manie-
re di cofìitu *
zioni .
158 DELL’ ANIMO
il corpo organico difanimato , (alvo , ed
intero per ipoteli rimanendo; in quan-
to dell’ Uomo è una parte , il fenfo pro-
prio dell’Uomo non potrebbe aver in
alcun modo: ma perchè è infieme uiu
tutto; non gli mancherebbe per avven-
tura quel genere di fenfo , che fecon-
do quello dato convenevole làrebbe .
Tali per certo non fono 1 * intelletto ,
ne T altre facoltà dell’ animo , che di
più per nodo d’ identità non poflbno
edere dall’animo feparate . Ne gli occhi ,
nc gli orecchi , ne gli altri fenli , che
fono parti , che in niun modo può con-
venir loro l’cflcr di tutto nel genere^,
dell dfcrc formato, ed operante ; e per
tanto, ne gli occhi vedere, ne udire gli
orecchi, ne gli -altri fenfi dal corpo, e
dall’Uomo feparati potrebbono i loro
metlicri .adempiere giammai.
Adunque la ragione dell’ appartenen-
za , c del rapporto -della parte al tut-
to, non è fempre ad un modo in tutte
le cole ; non in tutte le parti di qua-
lunque Torta;, ma è varia , e variamen-
te connctrcJe parti fra loro, c col tut-
to, fecondo la varia condizione, c va?
DELL’ UOMO. \t$9'
ria maniera delle foftanze , e delle co-
ftituzioni . Sonovi fcnza dubbio di quel-
le parti , che altro edere non hanno ,
che quel di par te: ne fono in altro mo-
do, che nel tutto; non avendo propria
eftenza, o foftanza .*Cotai fono i modi
o corporali, o mentali, che nell’ edere
delle foftanze modificate , o moderate
così fono internati , chè fenza intero
annullamento di ogni loro cft'enza , ed
ogni loro operazione, non poifono nep-
pure per penderò da quelle foftanze 14 ,
onde fon modi, edere fegregari . Ed in
quefie cotali parti conchiude bene l’Ar-
gomento Lucreziano , cd in altri generi
imperfetti. Ma oltre a quefte vi fono
altre fpczie di parti, che han foftanzi,
ed eftenza propria: il perchè febbene,
quando fono dal tutto fcparate, c foli-
tarie , quello eftere medefimo , chccon-
tribuifeono nella coftituzaonc , non pof-
lòno ritenere ;deono non per tanto po-
ter collier vare le proprie loro foftanze,
o elfenze , e le proprie lor operazioni
con quelle .
Al precedente argomento or dee fuc-
ceder quello, che dell’ impoflibtlità del
4 dover
i6o DELL’ANIMO
dover l’Anima feparata avere, e infie-
me non avere i cinque fenfi , Lucrezio \ :*•'
arditamente oppone, che a quel primo,
e nel viluppo della difficoltà, enei ge-
nere delle cofe , molto fi avvicina . Con-
ciolfiachè ,Te quello dall’efier l’Anima
una parte dell’ Uomo , vuol dedurre,
che fia dall’Uomo infeparabile ; quello
fecondo , che ora.foggiugniamo , dall’ef-
fe re i fenfi e dell’ Anima, e del corpo
organico, parti, va a conchiudere , che
nc l’Anima de’ fenfi fccvera,ne fegre-
gati dal corpo i fenfi, da le pottano (la-
re a niun patto. E quantunque ogn’ in- >t
gegno, colla noftra principal dottrina
potta fcioglierlo di leggieri ; pure per
produrnoi il frutto delle noftre fpecu- ’ \
{azioni , ci rifolviamo a parte trattar-
lo. Adunque quel che di tutti gli altri
argomenti abbiam fatto , e faremo ap-
prettò; di quello argomento ancora fac-
ciamo al prefcntc; ingegnandoci a più
potere fortificarlo da ogni parte . La_.
neceflità del dover 1* Anima fcparata ef-
fcr fornita de’ cinque fenfi , che Lucre-
zio fcmbra voler confermare colle im-
magini de’ Pittori , e de’ Poeti , che at-
• ' •
tedino
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’ . m
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Digitizecfby Goòglc
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DELL’ UOMO. 161
tedino l'antico comun fcntimento , ella
è in fatti da quel Fiiofofo data appog-
giata fopra quel fermidìmo principio ;
che ogni edenza , o natura comune»,
dee con alcuna delle fue differenze , o
proprietà elfer diterminata neceffaria-
mente : e che fenza ogni fua differen-
za , o proprietà non può ella dare in_»
niuna guifa. Siccome allo’ncontro, pro-
prietà ,o differenza niuna e! può avervi
mai fenza il fondamento, diciam così,
della Natura, o edenza comune. Per-
ciocché 1 * Anima con generai fenfo , e
percezione delie cofe , per ogni modo
dover edere; anzi altro, che quel fen-
fo , e quella generai percezione non ef-
fere , egli è ad ognun che vi ponga»»
mente , manifedo .Dal che fegue bene,
che il fenfo, e la percezione generale ,
come con alcuna delle fue proprietà
e particolari forme eder dee compiu-
to, e perfetto; così quelle proprietà, e
particolarità medelime di necedità egli
implica nell’Anima . Fermamente non
può capirfi a niun patto, come l* Ani-
ma feparata poffa aver niun fenfo , o
percezione , che nel tempo medefimo
X ella
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Digitized by
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Go4
Sottilità dì
Lucrezio non
inteja da gli
Sfojìtori,
161 DELL’ ANIMO
ella nc veda, ne oda ,nc per niuno de-
gli altri fenfi particolari, niuna percezio-
ne abbia degli obbietti. Dall’altra par-
te , 1’ impoflibilità di avergli in quello
flato, egli è per certo una gran fottili-
tà , con che Lucrezio la compruova ,
che niuno degli Spofitori ha potuto pe-
netrare finora .Onde, e nel variar In-
iezioni, che ftanno bene, e nel fupplir-
vi i fcnfi,che non vi mancano, eglino
fonofi affaticati in vano . Prende egli
a conliderare i fenfl in idea, fecondo le
loro, per così dire , formalità metafi-
ficamente,c gli rapporta all’Anima : e
infieme gli confiderà nelle loro realità ,
e corpulenze filicamente , e gli riferif-
ce al corpo: e poi argomenta, che co-
me i fenfì, ne effere , ne operare pofTono
feparatamente dall’ Anima ; così allo
fteffo modo non deono potere , ne ede-
re , ne operare feparati dal corpo , e—
dall* Uomo . Concioffiachè 1* Anima ila
l’uno Ideale, o formale, o metafilico,
onde le proprietà , o differenze de* par-
ticolari fenfi debbano procedere ; c—
1* Uomo, e’I corpo fia V uno Reale, o
materiale , o tìfico , nel quale quelle—
pro-
*.v ' ^ Digitized by Google
DELL’ UOMO. 1 63
proprietà , e differenze medcfime deb-
bano eflere incorporate diverfamente ,
fecondo quei diverfi rifguardi , di di- ' >
verfi principi , e procefTi.Con ciò vie-
ne egli a conchiudere , che poiché l’Ani-
ma da una parte non può edere sforni- 7
ta de’ fenfije dall’ altra non può in niu-
na guifa efferne provveduta • che ella
non può ne fentire , ne in altro qua-
lunque modo operare, ne effere affatto
dal corpo , e dail’Uomo feparata . Udia-
mo le parole fue proprie, e poi vegnia-
mo alla Soluzione.
Vr eterea fi immortali t natura animai efi , Lib. 111.
Et fentire poiefi fecreta a corpore nqfiro :
QuinqueiMt opinor)eam/aciendum efifenfibus auHantt
Ntc ratione alia nofmet proponet e nobis
" i t *
Tofiumus infermi animai Acheronte vocari.
riHores itaque , & f criptorum Stola priora
Sic animai introduxerunt fenfibut cucì ai r
L * At ne< l ue f e orf “inoculi , ncque ttarei , nec manus ipfa
Efie potefì anima : nequefeorfum lingua , neque aurei
. '• ^ditum per fé pqffunt fentire , neque effe .
Poiché noi con invitte di mo Orazioni
X 2 abbia- 0gomtm ° é
Digitized by Goq^^
!<S 4 DELL’ANIMO
abbiamo accertato ognuno, che l’Ani-
ma dell’ Uomo da’ modi , e moti parti-
colari de’ particolari fenfi, e cogitazio-
ni dee poter ricoverarli nel fenfo , e
cogitazione univerfale : c poi dall’ uni-»
verfal fenfo, e cogitazione raccoglicrfi
nella fua pura , e fincera intelligenza ;
noi fiam con ciò venuti ad accertare-
per vera la feconda impoflibilità , che
oppone Lucrezio: cioè, che l’Anima.,
feparata non pofla ella avere i cinque
fenfi dell’ Uomo , con quei particolari
organi, e lavori , e moti , ed azioni ,
che nell’Uomo fono , e fi fanno . Ma
non così della prima, che ella non pof-
fa in alcun modo operare , ne eflere^
affatto fenza quei fenfi medefimi . Im-
perocché avendo l’ Anima in quello
flato la intelligenza i ed avendo con-,
quella, altra cognizione , ed altra feien-
za di altri obbietti più ampj , c più pie-
ni, e più luminofi ; non fegue ,che len-
za quei fenfi particolari ella efler debba
feioperata, e nulla. Anzi sbrigata da^
quelle anguflie , e da quelle turbolen-
ze, ed ofcurithje fatta più univerfale,
c più pura , con maggior chiarezza , ed
Cateto r
am-
Digitized by Google
DELL’UOMO. i&s
‘ampiezza di prima può in ogni parte»,
eftendere la fcicnza. Onde l’argomento
di quella parte della contradizione già
monco, riman del tutto invalido a pro-
var nulla. Ma perchè con tutto ciò non
pare ancora, come l’ Anima feparata_»
pofla avere , o cognizione fenza fenfo ,
o fenfo fenza corpo; il qual fenfo, e la
qual cognizione fembra dover efTerC-,
tutta l’ univerfa fcienza:e non avendo-
gli, e’ non è agevole a penfarc , che co-
fa poi fuori delle fpc2ie corporali a lei
rimanga ad intendere, e conofcere: dal-
le quali ofeurità potrebbe per avventu-
ra riprender forza F argomento ; per
quella cagione egli è d’uopo alcuna cofa
dire delle fecretc guife dell’ operare di
quello llato . Ma noi non imprendiamo
ad afTicurar tutte cofe con giufte dimo-
llrazioni ; che ne certamente il pollia-
mo, ne dobbiamo nella prefente quiftio-
ne . Conciofliachè quelle altezze ad Uom
mortale inoperabili , quanto a noi to-
gliono il potervi arrecare una ftrema
chiarezza ; altrettanto a gli Epicurei
fottraggono il dovere avvalerfi delle
'*'■ ofen-
t<56 DELL'ANIMO
ofcurità . Se eglino , quantunque colla
fcorta del fenfo, appena le fcniibili co-
fe fi affidano di efplicare ; tutta 1’ am-
piezza della ragione, e dell’ intelligen-
za lafciara addietro j e pur nondimeno
rimangonfi effi nelle (tolte opinioni lo-
ro; come a noi, che giufta inoltri prin-
cipi > 1* natura ragionevole , ed intelli-
gente , e’I Tuo operare efplichiarao , e
la fenfibile non lafciamo addietro, deo-
no difdire che nel più alto, e puro dell*
intelligenza medcfima, quanto a Uomo
è conceduto , poggiando , a quelle fubli-
mità non afccndtamo ? Ma nulladiman-
co in cotali cofe, affai probabili ragio-
ni , e dove di farlo ci è permelfo , giu-
fte dimoftrazioni allegando , V affare
condurremo a tale, che anzi da defide-
rio di più oltra conofcere accefi , che
da difperazione di potervi altro edere,
confufi rimanghiamo. Per rifecare ogni
rincrefcevolc lunghezza , io dico fulla <
prima, che 1* Anima con quel medefi-
mo ingegno, c potere attigne le fpezie
materiali, quando ella è feparara,e fo-
litaria , con che il fa ella, quando è in
* w '•* •• p coni-
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DELL’UOMO. ió 7
compagnia della materia , ed è coru
quella congiunta ; con quello folo di.
vario, che nello flato dell’unione, l’Ani-
ma dalla corpulenza , e infermezza del-
la materia è ritardata, e dalle fucceflio.
ni , e variazioni della medetìma è tur-
bata, e diftratta.Da quefto ritardamen-
to, e da quefla turbolenza, e variazio-
ne duecofe notabili nel corpo addiven-
gono. Prima, il fenfo,che per tutta la
mole del corpo per ogn’ intorno fi dif-
fonde, dove la materia è più groflola-
na , e rozza , e pigra ; c dove i raggi
della materia penctrevole fono mea_»
copiofi , e men forti; quel fenlo , dico,
ivi è tenue , languido ,confufo, ed ofeu-
ro. Secondo, il fenfo è diflinto, c di vi-
ro in più, e divertì luoghi con vario ar-
tificio, e vario apparecchio contefli:ed
in quei luoghi è più vivo, attuofo, di-
flinto , e chiaro con varj gradi di mag-
giore, e minore attiviti > e lucidezza .
Sicché il fenfo dell’ Uomo , ove egli è
più virtuofo, e più lucido j quivi è in
quefle , e quelle parti diflinto , c divi-
io : ed ove è unito, ed uno ; ivi è tor-
bido, confufo, ed ofuro. Ma nello fla-
r
è
w
V Anima-,
fepnrntn dee
potere operare
con piìi fran-
cbezza , e vir-
tù .
1 6 * DELL’ANIMO
to della Separazione , fenza far violenza
nc a ragione , ne a cofa alcuna , e’ ci
convien credere, che l'Anima fottratta
a quelle gro(Tezze,e da quelle angurie
Sprigionata , a voler riguardare la natu-
ra di lei, e la fua virtù naturale , quel
potere medefimo , che ella ha fopra la ;
materia penetrcvole , con più Sovrani-
tà^ più vigore efcrcitar polla; e mag-
gior copia di maggior finezza, ed atti-
vità di quella materia dominare. E per
confcguente non riftretta fra quei can-
celli , ne in quelle nnnurczze fpartita ;
ma dilatata, e in fc raccolta, con uil-
folo ampliamo fenfo universale , polla
e più diftinramcntc (cernere , e più al-
tamente penetrare , e più chiaramente
apprendere tutte le forme ,e tutte le«,
azioni delle cofe materiali . Se l’Uomo
per virtù dell’ Anima ha imperio, e po-
reftà Sopra la materia pcnetrevole in»
terna ; e dona a quella , e nc riceve a
rincontro le modificazioni ; e col mini-
fierio della medefima produce il fenfo ,
e la cogitazione univerfale ; e fecondo
la divilata varietà in tante maniere il
difiignuc , quante in noi le ne veggo-
no;
Digitized byCoogle
DELL’UOMO. i<$9
no; perchè poi 1* Anima ieparata coti
quella eccezione , che abbiam già ricor-
data, non potrà quell* olTequ io , e quel
minifterio della medefima materia ave-
re? Ed avendolo, perchè non potrà el-
la reggerla , e moderarla a Tuo piaci-
mento? L’Anima certamente allora tur-
ta la Tua fpiritual modificazione nella
Materia efplicando , c tutto 1’ oflfequio
della materia ricevendo, rutta luce , e
tutta occhio ben potrà divenire . Ma_#
ciò non farà ella con tal congiunzione,
che informi , a coftituire una natura, co-
me avviene nell’Uomo; ne con tal po-
terebbe formi, a produrre le nature,
come fa la Mente fovrana nel Mondo;
ma bene in un terzo modo dà quello ,
c da quello dillinto , ed all* uno , ed all*
altro alquanto fimigliante. E quello, fe
io non fallo, uno argomento di quelli,
che abbiamo impromclfi ; perciocché
ficcome colla fola includono , c conte-
nenza dell* Anima, che è manifelìa nel-
la cofcienza del proprio conofcerc ,
abbiam poturo dimollrare il pregio dell’
Immortalità della natura della mente-,
congiunta; così coirimpcrio,ed arbitrio,
Y che
*
V
i 7 o DELL’ ANIMO
che l’Anima ha della materia penetre-
vole, che è manifcfto nella cofcienza_»
dei proprio volere ; crediamo poter*
provare la maniera dell’ operare deliaci
Mente foiitaria. In oltre è uopo ricor-
dare quel che in quella Difpuca , ed al-
trove abbiam divifato , che la materia
* di per fc impenetrabile , e tencbrofa ,
per ordine, e confenfo di modi, e mo-
ti penetrabile, e luminola diviene. La
fcienza , la legge, e 1’ arte con podero-
fe virtù, e fruttifere operazioni intro-
dotte nella materia , rendonla per ogni
parte lucida , c pcnetrevolc alla Men-
te . Or fe la Materia più cra(Ta,e pigra ,
e contumace, a tanto per quella via h
tiguljITeUa conduce ; che fi dee egli giudicare di
' forzion più quella porzione di materia, che di fom-
fottile della-* ma ) mobilità, attività , e doci-
ae '' a ' Xìtà è dotata ? Quanto farà ella delle-*
forme dell’ arte , e della fcienza cape-
vole?E quanto alla Mente penctrevo-
*le, c Iuminofa ? Anzi farà della luce ,
ed erta penetrabilità unicamente atta a
ricevere le mentali forme, ed a comu-
nicarle alla materia; e ad imprender le
forme materiali , ed a fignilìcarle alla-*
Men-
DELL’ UOMO. , 17!
Mente . Adunque la porzion penetre-
vole della materia , potrebbe ella elTere
ftata miniftra della Mente prima a pe-
netrare, illuftrare ,e formare la comu-
ne materia mondana , onde il Mondo
è comporto: e può eflerc, ed è compa-
gna della Mente infima dell’ Uomo a
penetrare , illuftrare , ed informar la
materia organica umana , onde 1 * Uomo
è formato: cioè, come quella materia-,
arreca nel mondo la virtù divina , a
produrre le forme reali ; così nell’ Uo-
mo adduce la virtù della Mente urna-
na, a produrle formi ideali. E così fi-
migliantemcnte la medefima Materia-,
può ella erter iftrumento delle menti
fcparate , a congiugnere in uno la (cicn-
za , ed arre , e legge mentale coll’ ar-
te, fcicnza,c legge materiale: onde gli
univcrfali della Mente fi compiano ne’
particolari materiali , colla cognizio-
ne ;e i particolari materiali fcambievol-
mente ricevano inoro compimento ne* vi ■
gli univerfali della Mente, colla Tigni- on**k*&* •
ficazione . Quella nobiliifima natura per
fomma abilità quinci, e quindi al prin-
cipio mentale^ ed al priucipio materia-
li* Y 2 le
w
tji DELL’ANIMO
le oflequiofa , i pregi della mente tra*
porta nella materia , a manifeftar la
mente, e formar la materia: e tutti gli
ornamenti della materia riconduce nel-
le menti , a fignificar la materia , ed
ornar le menti . Il perchè antichi Fi-
lo fofanti , così pregevole foftanza, dal-
la condizione della comune materia pre-
fono configlio di fegregare : ed alcuni
fino a volerla al genere fpirituale aggre-
gare fi difpofero . Egli è adunque non
malagevole ad intendere, ciré la Men-
te fcparata , col minificrio della mate-
ria fottilc, con più virtù , ed ampiez-
za^ finezza difeerne le particolari (pc-
zie,ed azioni, e fignificazioni corpora-
li. Al che fi aggiugne , che gli univer-
fali della feienza, e dell’ arte , fue pro-
prie doti natie allora più largamente;
diftende , e più prontamente propaga *.
il che non può fare fra le premure , e
Grettezze del corpo organico . E per
23* * uno ’ e P er v altro capo , > 1 pri ,? cip >
primi , e’1 temperamento loro , c l va-
ftarata. g j 0 ingegno de* lavori , e tutte le gene-
razioni , e le fufianae , e gli ordinati
procedimenti » e k virtuofe influenze
• v de*
ikir
Digitized by Google
DELL* UOMO- 175
de’ Celefti corpi, e tutto il concerto r
e ’1 fiftema del Mondo, e la cottruzio-
ne dell* Uomo può meglio efplorare r
e penetrare , ciascuna fecondo la pro-
pria capacità r e virtù . Perciocché è
da credere , che le menti finite emen-
do, abbiano le proprie fpirituali tnodi-i
ficazioni ; onde fieno dall’ infinito cir-
coferitte, ed infra di loro diftinte.Ein
particolare, che la menre dell’ Uomo,
per una cotal proprietà di più fra ella *
propriamente inchinata , ed adattata a
congiugnerfi colla materia per la corti-
tuzione deli’ Uomo . Per quefti nottri
divifamenti s’intende ciò, che dir vol-
lero quei Filofofi,che di certi veli cor-
porali , gli Spiriti puri diceano dover ef*
fere provveduti ; e alcuni Padri , che
le Anime e gli Angeli corporee fo-
ftanze riputarono. Cioè non altro eglino
a-ver voluto infirmare da quello r che
noi della maniera di operare dell’Ani-
mo feparara abbiam conchiufo , fi dee:
tenere per fermo . Cosi fimilmente è da
interpetrare quella Sentenza , che la_.
Mente d’ un’ altra mezzana natura ab-
bisogni , per potere attemperai alla
ma**
9 +
,'fc*
fc •
i74 DELL’ANIMO
materia * Finalmente , che la villa Tifac-
ela non per inrromilfionc della luce». ' . 1
efterna nell’occhio, ma per eftramillio-
ne della interna verfó gli obbietti ; è
fenza dubbio nata dalla cognizione dell*
imperio, e potere della Mente fopra la
materia penetrevole , e dal minifterio,
ed oflequio di quella verfo di quella :
onde è il vigore della virtù mentale al-
la produzione, o alla percezione delle
cofe.E qui poffumo dire aver termina-
ta la Dilpnra colla foluzione degli ar-
gomenti più principali, e più forti. Per-
chè dopo avere ben fondata la reai di-
fìinzionc dell’ intelligenza : e dopo ave-
re altri punti ftabiliri, così come fatto
abbiamo delle più rilevanti verità ; gli
argomenti , che ci rimangono, così leg-
gieri, e piani 1} difcoprono; che più per
non parere, che nftuf aulente gli tralan-
diamo , che per necdfiti , che abbiano
di particolar foluzione , gli dobbiam ri-
cordare, a ciafcuno argomento adattan-
do quelle generali dottrine : il che fa-
rem brevemente. E prima veggiamo di
quello, che c in quei verfi efpreflo:
\
Dkjitized by Gooole
•V
-*1
DELL’ UOMO. 175
Denìque cum corpus ncque at per far e mimai
Dìjjìdium , quirt in tetro tabefcat odore r
Quid dubitar quin ex imo y penitufque coorta
Emanar iti uti fumus y diffufa anima vis 1
Atque ideo tanta mutatum fu tre ruina
Conciderit corpus pcnitus I quia mota loco funt
Fundamenta forar anima r manantque per artus ,
Terque viarum omnes fiexus y in corpore qui funt r
Atque / or amina : multi modi s ut nofcere pojjìs
Difpertitam anima naturavi exijje per artus 5 *
Et prius effe /ibi diflraclam corpore in ipfo ,
Quitm prolapfa forar enaret in aCris aurar **
*1 '
Vi, UT,
Settimo
argomento’
di Lucre-
zio .
' x
‘‘1 0 •
£
Dalla. dillofuzione , c putrefazione
del corpo umano r che al dipartimento 1
dell’Anima fegue immantinente , vuol
Lucrezio inferire r che L’ Anima debba
eflere fparfa per tutto il corpo : che i
di lei principj componenti fieno con_*
quelli del corpo talmente intralciati T c
intrigati ; che quella eflcr 'debba la ca-
gione , onde al dipartirti- dell’ Anima ,
una totale fovverfione al corpo ne av-
venga : ficchè tutto fi cangi , e impu-
\
• m-
*■
Dkjitaed by Goggfe
i*j* DELL" ANIMO
tridifca., c tramandi fuora 1* intollcrabil
fetore - E poi ne’ feguenti verfi foggi ti-
gne , che il folo deliquio , avvegnaché
allora 1 ’ Anima non vada via , ma foi
difiratta , o opprefla languifca ; tanti
cangiamenti nel volto , e negli occhi ,
e in tutto il corpo produce ; quanti le
grida, e le lagrime badino a rifvcgli3re
^riterfetri ^ e ’ circoftanti . De* più migliori Inter-
no» ban capì- pcrri di Lucrezio, non bene han capi-
la la forza ù t;1 la forza dell’ argomento . Eglino mo-
MntO'. arS ° firan di credere , che quel Filofofo te-
glia , che F Animo , e l* Anima flano
una medefuna cofa ; e quanto qui dice
dei doverfi in morte difperderc i com-
ponimenti dell’Anima , onde il corpo
imputridifca ; che tanto intenda di dire
dell’ Animo , e dell’ Anima infieme ,
E una natura coll’ altra confondendo »
crvvéro prendendo efli 1* Anima per la
fola parte incorporale ; e quella idea t *
e quell’ appellazione alla mafia degli
umori , e degli fpiriti non concedendo ,
fecondo quefto lor proprio fentimcnto.
prendono l’argomento Lucrcziano:
fon contenti di rifponder folamentc ,
che la putrefazione , e ’l fetore del cor-
po
Digitizéd
*
DELL’UOMO. 177
po morto , non è effetto della divifio-
ne, e del dilfipamento dell’ Anima; ma
di altra cagione tutto diverfa. La qual .
rifpofta, fe vuolfi comprendere la par- ... ,
te fenfuale , è certamente falfa : c fe ,
meffa da banda la fenfuale , come quel-
la , cui V appellazione , e 1* idea di ani- * J '
ma non convegna , della fola parte in-
corporale fi vuole intendere ; c fenza
dubbio fcempia, ed inetta: perciocché
corre a far difcfa , dove non bifogna : . .
e quella parte , ove è indrizzata 1’ op- . ...
pofizione , fcoperta lafcia , e fenza di-
Fefa. Si aggiugne a quello , che quando
Lucrezio dice , dover efTere dal profon- '• t *'
do fcolfi i fondamenti dell’ Anima , e
fuora difTipati , e difperfi ; dicono eflì ,
che con ciò s’intenda elfer 1’ animo il ,
fondamento del corpo; il che è ancora
vero: ma eglino non intendon già per
fondamenti i primi componenti , il
cui dilTipamenro cagioni quello effetto. : .
ne’ corpi morti: che è per certo un non #
- affatto intendere 1 * argomento . Ad un- cye f e “ c e re *j } 0 e
que Lucrezio tratto dalla forza del ve- PAAimi^L*
ro, tenne per fermo, che 1 ’ Anima , c
1 * Animo , cioè il principio intelligen- Mmrumt.
■Hmìz
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Digita ed by Google
.tt..
178 DELL’ ANIMO
tc , c la parte corporale miniera del
fenfo , foflono due nature didinte : per
modo che contro a quella opinione ,
che l’Animo altro e’ non fotte , che un*
armonia, o concerto, o temperamento,
con lunga fchiera d’ argomenti fiera-
mente combatte ; e vuole in ogni mo-
do, che T Animo fia una fpezie,ed una
fodanza . Con che viene a dire , che
r Animo fia una fpezie, ed una fodan-
za didima dalla mafia, e modi , e moti
animali. Poiché certo dell’ eflere dell’
Anima ; dell* Animo folo , come di una
cofa aflai ofcura , va ricercando che e*
fia: e in quella ricerca dice ,che e’ non
fia già un’ armonia , o qualunque altro
modo , ma una certa particolar foftan-
za . Appretto, comechè per l’Anima e’
dica efiere baftevole il calore, e l’aria
e l’aurc; tuttavia a produr 1’ Animo ,
niuna di quelle cofe crede poter bada-
re: ne altro e’rirrova nella felva delle
corporali fpezie , cui pofla attribuire—
quella maravigliofa produzione . Onde
conclude , che cotal natura producitri-
ce dell’ Animo , fia del tutto nafcoda ,
ed ignota, e innominata: di che fin dal
DELL* UOMO. 179
principio della Difputa nc abbiamo alle-
gate le teftimonianzc di più luoghi .Fi-
nalmente c’diftingue bene gli utfizj dell'
Animo , e dell’ Anima ; e ’1 fupremo
dell’ intelligenza , e del reggimento del
corpo all’ Animo aflegnando ; le parti
dell’ ubbidire, e dell’ efeguire all’ Ani-
ma accomanda. Ed efpreflamente ,che
l’Animo, e l’Anima fono due foftanze
tra loro diftinte , febbene {grettamente
infieme congiunte: e per la {{retta con-
giunzione, quanto argomenta della na-
tura dell’ Anima , vuol che dell’Animo
ancora s* intenda . Sopra il qual fonda-
mento buona parte degli argomenti di
lui fono appoggiati . Lucrezio adunque
da quel fubito cangiamento de’ corpi
morti , o languenti, non può, ne vuo-
le egli inferire il difperdimento , ed
annullamento dell’Animo ; ma sì bene
il difperdimento , e l’ annullamento dell*
Anima ; cioè della parte bruta , e fen-
fuale : e quindi per la {{retta unione*,
delle due nature, vuole che lo lìruggi-
mento dell’ Animo infieme fc ne argo-
menti . La qual cofa , comechè e’ ben
vedelTe non efler neceflaria conchiu-
Z 2 fione
i8o DELL* ANIMO
(ione di neceflfario fillogifmo ; percioc-
ché di cofe diftinte , comunque infie-
me congiunte , mancando 1* identità
dell’ edere , dall’ una all* altra cofani
non può con certezza condurli l’argo-
mento a conchiuder nulla ; con tutto
ciò, tra perchè l’Animo una fottiliflì-
ma, e le vidima foftanza cder e* li avvi-
fava; e perchè la robuftezza , e’1 pote-
re dell* Animo nell* intendimento di lui,
e degli altri Tuoi pari, fparuta, e debi-
le cofa appariva ; per quelle cagioni
pensò egli , che come il totale disfaci-
mento del corpo , non altronde , che
da quello dell’ Anima proviene; cosi il
diflìpamento dell’Anima fenza 1* ellin-
zion dell’ Animo , non potede avvenir*.
Ed ecco come noi in efplicando il fen-
fodi Lucrezio , abbiamo infieme difciol-
to il fuo argomento . Imperocché ab-
biam fatto vedere, come edendol* Ani-
ma , e l’Animo , cioè la parte corpo-
rale minilira dclfenfo,e l’incorporale
principio dell’ intelligenza , due nature
dillinte , quali ad elfo Lucrezio pajon
d* edere , 1* argomento in buona Loica
dal didìparaento dell’ Anima , quello
:i dell’
"Digiti? ed
c
DELL- UOMO. 181 .
dell’ Animo non può conchiudere a ni. ^
un patto. Ne dalla (fretta congiunzio- < .
ne fi può far conghiettura , dopo che^ <
noi pianamente dimoftrando la narura
dell’Animo, e la maniera dell’ unione
di quello , con tutta la parte corpora- - . . - •
le ; e da ogni lato la fua maravigliofa . „ , '
unità , c’1 (ovrano pregio dell’ Immor-
talità ricogliendo ; abbiam potuto ren-
der chiaro, e luminofo cjò, che a Lu- J
crezio tenebrofo era, ed ofcuro . Anzi
dal Tuo parlare prendiamo noi nuove
forze , ed alla gola gli rivolgiamo la
punta del fuo argomento : poiché , fe. • *
nel prefentc argomento e’non gli è riu- .
feito moftrare , come nella- ruina del • •"
corpo, e di quella parte corporale , che -
egli anima dinomina , aveffe 1 ’ Animo ^,****%
ad efferne offefo in niun modo ; e per **-J*+f*
tal cagione allo ftretto congiugnimento v ^‘
delle due nature è dovuto rifuggire ; e
fe altronde è manifefto, che ne ferro ,
ne fuoco, ne veleno, ne niuno degl’in-
finiti malori corporali fi può penfare , • ‘
come penetrar poffano nell’ animo ,
ed affliggerlo, e offenderlo , quello per
celato dee elfcre un gagliardo argomen-
to
Digitizèd by Google
0
L'Anima
è un Sillogif-
mo della par-
le fìitjina , e
fin pregevole.
, 182^ DELL* ANIMO
to dell’ Immortalità. Il quale con quel-
la prima djmolfra'zione confcnte ; che * .
ne moro, ne modo , ne proprietà niu-
na del corpo fi ravvili nell’ elfenza_*
dell* animo , come modo niuno , ne_,
azione , nè proprietà alcuna dell’ Ani-
mo non fi (cerne nell’ dlcuia del cor-
po : ed è di quel principale argomento
non dilutile produzione . Conciofliachè
niuna cofa corporale porta ritrovarli ,
che a quella natura , in che niente di ^
corporal fi ravvili , debba giovare, o
nuocere: come a quella , dove nulla , * ;
che ad animo appartenga , fi fcerne f
niuna cofa fpiricuale può pcnfarfi , che
niuno giovamento, o nocumento porta
arrecare. La parte corporale , che det-
to abbiamo efier minifira dell’ Anima ,
ella è un fillogilmo della materia pcne-
trevole, che quello degli fpiriti , e de’
liquori vitali accoglie, c aduna , e in_. .
perpetue circolazioni rapilce a vivificar
l’animale. Quello fillogilmo egli è per
morbi , e per dolori difiolubile : e quan-
do in effetto è in tutto difciolto , o an-
cora per maleficio di odili nature è fol •
conturbato, o depredo ; perchè Laure,
Digitized-by Google
L'Animnè
DELL’UOMO. 18$
c i fluori vitali , c falubri fono diftur-
bati, o inceppati, o fugati, e difperfi;
allora tutti quei cangiamenti ne’ corpi ,
che languirono, o muojono,o fon già
morti, forza è che veggiamo, che Lu-
crezio leggiadramente deferivo . Ma_,
falvo , ed intero dee rimanere , e dal
corpo placidamente fceverarfi , e in fe
medefimoraccorfi lo fpiritual Sillogifmo
della vita intelligente, che tutto il nu- .)
mero del fuo cflere da piena mdivilibi- sillogifmo.
le unità procedente , in quella medefi-
ma raccoglie , cd aduna , come tante
fiate detto, e con tanti argomenti pro-
vato abbiamo. Con ciò quell* altro ar-
gomento ancora vien diroccato , che in ottavo ar-
° r - . r J- r • £o*entofJua
varj cali , in tanti verli di Lucrezio .
particolareggiati , che n’ è rincrefciuto
di trafcriverc , le membra del corpo
umano in parti divifo,fi veggano vive-
re , e muovere ancora dopo lo feem-
pio . Perchè è da dire , che neppur Lu- •
crezio credette di moflrare con que- 1
fio, che effo animo dirittamente vegna
allora ad efTer divifo: ma dell’ anima-,
fola, cioè di quelle fuftanze , e quei mo-
di, c moti corporali , che della vita, e
(
i ,
\\
\ I
.
DigitizéfJby Googk
I
JiS* * '*
’- 'n^ •*>*
•v-W,
584 DELL» ANIMO
del fcnfo fono ftromenti,il cui confen-
fo , e cofpiramento , anima egli appel-
la, ciò intefe di affermare ; quantunque ,
che 1 ’ animo ancora fia divifibile , vuol
che da quella si fatta divifione fi argo-
menti . E dell' infermezza di tal con-
chiufione per la diftinzionc di quelle»,
due nature, che Lucrezio appruova,e
noi abbiam provata, con tutto quello,
che al precedente argomento fi è fatto,
non riman luogo a dubitare : e così
tutti gli altri a quello finiiglianri , che
dal confondere in uno il principio in-
telligente, c la parte fenfualc , tutta_,
lor forza ritraggono. I quali tutti, non
già col folo ribattere , o fchifare i col-
pi negando, come ufano di fare i Vol-
gari ; ma la foftanza indi vifìbil e dell*
Animo , e le fue maravigliofe opera-
zioni, ed ogni altro dimoftrato pregio
v^per tutto opponendo; e quindi da cer-
' ti , cd indubitati principj argomentan-
do; fi fa chiaramente vedere, che’l va-
rino e’ percuotono dell’ ària . Più larga
'-via ne apre il feguente argomento a
derivarvi i fonti della principal noftra
dottrina , il quale con chiarezza è ne*
.r : fe-
r
; ( DigitizeQby Goògje '
DELI/ UOMO. iSs
fegucnti verfi efplicato : .
Dtnifue cur animi numquam mens , confili umqu »
Gignitur in capite , aut fedi bus , manibufve ? fed unii
>• - • • . v
Sedibus , «ir certi s regionibui omnibus bar et ?
Si non certa loca ad nafcendum reddita cuique
Sunti «ir ubi quicquam fojjit durare creai um ;
Atque ita multimodis prò totis artubus effe y
Membrorum ut numquam exijlat prxpojìerus orda .
Vfque adeo f equi tur ret rem : neque fiamma creavi
Lib. tll.
Nono argo-
mento .
Fluminibus /olita e/ly neque in igni gignier algor .
^ Circa 1’ origine dell’ Anima , in prima
e* ci oppolc Lucrezio, che ella nafeer
debba infieme col corpo ; perchè fi veg-
ga col corpo, e con tutte le membra
crcfcere inficine . E poi del feggio, do-
ve l’Anima fia allogata , ftabilifce che
certo, diflinto , particolare , e proprio
e debba clfere. Finalmente , amendue
quelle cofe giunte infieme , dal nafee-
re, c dall’ cficre 1’ Anima in certo , e
ditcrminato luogo, egli argomenta , che
fuori del corpo, e fuori del fuo proprio
luogo non polfa folTiftere . Noi allo ’n-
contro con bello intreccio di metafifi.
A a che
•Digitized by Google
1 8 <5 DELL’ANIMO
che ragioni avendo dimoftrato,chel’ A-
nima non nafca nel corpo, ne col corpo;
cioè, che ella non nafca da quei princi-
pi ,ne in quelle maniere, onde, e come il
corpo fi genera; ma che da altro prin-
cipio for.idiero creata , con quello nel
tempo ftefib fia introdotta alla coftitu-
zione dell’Uomo ; fiamo venuti coll-,
ciò a difeiorre quel primo argomento .
Imperocché a conchiuder, Che V Ani-
ma dell’ Uomo fia morrale, e’ non ba-
da, che ella fia a certo, e diterminato
luogo affida ; conciofliachè eflo Lucre-
zio eziandio nella ipotefi , che altro-
ve nata, di fuori s’infinui nel corpo ,
edimi,che ella certo, e feparato luogo
debba avere : ma oltre ciò infieme è
ileccdario , che in quel cotal luogo di-
dimo , e particolare fi modri dover
nafccre « e durare T* E nella rifpoda al
fecondo , avendo fatto vedere , che.,
l’Anima non fi può nella fola fodanza
del petto , ne fidamente in quella del
Celabro riporre, fenza che fi difparra,
e fi allontani da uno de’ fuoi principali
uffizj , o delle cogitazioni , o degli affet-
ti; e per tantoché infiememente nell*
uno ,
Digitiz&d
DELL’UOMO. 187
uno , e nell’ altro fi debba allogare , e
in tutte 1* altre membra ancora per ca-
gione del fenfo , e della cogitazione^, •<■****
univerfale per tutto diffufa; fimilmente *
1’ argomento medefimo nell* altra par- ' • *
te ritrovato manchevole, per quell’ al-
tra via riman chiarito. Perciocché ,per
così dire, 1* ubiquità, e l’ogni prefenza £*ar«/ ^re-
deli* Anima, prima dimoftra la fovrana fluori
eccellenza della fua natura : fecondo , in $0 dell'Uomo,
ogni luogo con ogni forma del corpo
riponendola , da ogni luogo, e da ogni
forma la diftingue : e in fine fortiflima
conghiettura , o più tolto argomenta
fom mi ni (Ira, che in niuna parte del cor-
po , e da niuna abbia a trarre il fuo
nafeimento. Che fe Lucrezio dal nafee-
re, e durar dell* Anima in certa parte
del corpo , fecondo che egli vanamen-
te fi da a credere, ha potuto argomen-
tare, che fuori del corpo , e fuori di
quel diterminato luogo non polla vi- \
vere ; noi per contrario dal non edere,
e dal non nafeere in niuna direrminata
parte del corpo , il che con gagliardi
argomenti abbiamo provato, che ella
feparata dal corpo abbia a viver fem-
9** A a z pre,
Digitized by Google
1 88 DELL’ANIMO
pre, potremo con ficurezzi conchiudere.
Con tutto ciò di quella legge di na-
Uriyerfal tura c he j e co f e j n cert j luoghi ciaf-
/cimenti del - cuna nel luo proprio ,nalcano , e duri-
le coje . no ; e fuori di quelli ne nafcere polla-
no, ne durare; per raccorne qualche
lume di più, è da ragionare alquanto *
P'* 1 P art ' r ‘ irnenr e. Egli è certirtimo,che
.-«iW m*' ’•« le parricolari fpezie delle cofe , come^
' elleno han proprie forme*, e differen-
ze, per le quali ed efeon fuori del co-
mun feno del lor principio univerfale
ed infra di loro fi diftinguono, e feer- _
nono; così certi altresì, e ditcrminati,
e proprj luoghi aver deono , ove da^
proprie idee feminali , per proprie , e
particolari combinazioni di componen-
ti fi creino, e forminole dove in con-
feguenza da quei medefimi principi » e 4H
per quelle vie medefìmé fi confervino, %
e durino : e infiememente da quei luo- L
ghi loro originali , per mancamento di ir
tutte quelle cofe, fenza perire affitto, !
non portano erter diftaccate giammai .
. Per cotal legge, e le membra del cor-
po vivente, e le parti dell’ Univerfo , e
tutte V altre fpezie delle cofe, con cer- %
to
Digitized by Google
/- j.
è
r *
DELL/ UOMO. 189
to invariabile ordine fon quà,e là com-
partire: e in Cielo, e in Terra, in Ma-
re, non in ogni luogo ogni cola , m*_, •
altre altrove nafcere , c fiorire fi veg-
gono : che altrimenti , come in altro
luogo lo ftdTo Lucrezio argomenta, mo-
ftruofc , e ripentine produzioni fi ve-
drebbono c^a per tutto . Ma le univcr-
fali nature a corolla legge non fono ^
elle fotropofie : le quali da quefle, o non fono du _»
quelle proprietà, e differenze non fono diffèreme^ne
riftrette; ma tutte le proprietà, e tut- # iuog £ ri .
te le differenze adunano in una univer- Jirette .
fale clTenza,o folla nza . E così parimen-
te a certi particolari luoghi * o tempii,
non fono affido; ma tutti i tempi , e i
luoghi in un fol* ampio luogo, ed in un
folo fpazio, e in un fol tempo raccol-
gono. 1/ Anima nollra,come generai-,
mente per tutta la Difputa ; e partico-
larmente in una particolar dimofirazio-
ne abbiam fatto chiaro vedere , ella è
una certa univerfal natura: e mefio da
banda quanro da noi in quei luoghi è
(lato detto di cotal condizione dell’ A-
nima , ognuno dentro di fe rivolgen-
do lo fguardo della Mente fua , al pri-
♦ «. mo
Digitized by
à
<1
V
f 9° DELL'ANIMO
ino a (petto del proprio fenlò , c della_
propria cogitazione , p U0 tantofto rav-
vi fa ria. Non è egli per avventura , che
al primo incontro ofTcrvafi , quel fenfo
penetrare per tutto il corpo noftro , e
per ogni parte univcrfaimente con uni-
forme tenore , e particolarmente ful-
le particoJari forme, ed azioni fenfibili
diffonderli colla percezione ? c fimil-
mcntc la noftra cogitazione non ella fi
icerne al primo afpetto , in tutta la mo-
a j ^P 0 » P cr entro , ed intorno
.^{tenderli con uniforme illufiraz/one j
e le particolari forme, diciam così , co-
gitabili con variato tenore in varie gui-
le didimamente rapprefentare ? e di U
pofcia dagli angufti confini delia mate-
ria congiunta ,Ia di lei ridondante vir- •
tu, non va ella col fenfo, e coll’ argo- A
mento a figurare, e defcrivere tutte le ^ -
forme della materia circoftante ? Que-
llo che del fenfo , e della cogitazione
noi abbiamo affermato , egli è altresì
vero del volere, e del potere dell’Ani-
ma, che fi cftende per rutto a muove- *
re , e reggere le membra per produrre
nuove forme, quai fono quelle dcll’ar- *
ti .
Digitized by Googlc
* . i
DELL’UOMO. 191
ti. L’Anima dell* Uomo e* non è già
quella , o quella diterminata forma, o
natura del corpo organico : ma bene è
tutte quelle nature , e quelle forme in-
terne, che tutte nel fuo uno, ed uni-
verfale edere, come nel fentire , e nel
cogitare contiene . Cioè il fuo edere è
uno, ed uni verfale: e tutte le partico-
lari proprietà , e differenze corporali in
quell* ampia una univerfalità accoglie ,
e conchiude . Ne è in quello , o quello
particolar luogo del corpo, ne tempo ;
ma tutti i tempi , e i luoghi aduna in
una fola ampia durazione , e fpaziofa.»
contenenza. Cioè il fuo luogo , e così
il tempo, è uno, ed uni verfale , che tut-
te le differenze , e varietà de’ luoghi
corporali comprende. A qual certa na-
tura , o modo , ed a qual certo 1 uogo , o
tempo fi vorrebbe rillringer 1* Anima ,
lenza accorciarla , e in più parti ancora
fminuzzarla , e dell’ampiezza , ed uni-
verfalità del fenfo, e della cogitazione
difpogliarla del tutto ?L’ Anima preva-
le a tutto l’ edere , ed a tutto il pote-
re corporale .Ella contiene ogni parte,
e ogni forma, ed è in ogni luogo, e*,
teni-
*'* k -i
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Digitized by Google
L’ Anima
de fi' Uomo, in
ordine al cor -
fo , con cui è
congiunta , ha
ogni prefenza ,
e potenza , *
fetenza .
Errore de-
gli Epicurei
nel Mondo , «
ne // 1 Uomo .
Cfcae
fetenza , e la
cofeienza ci
conducano a
conofcer Dio ,
e la natura^
dell ’ Uowo .
192 DELL* ANIMO
tempo .L’Anima dell’Uomo in rifguar-?
do del corpo ha ogni efifenza , e pre-
lenza, ed ha ogni Capere,, e potere. El-
la è come un Dio del picciol Mondo'*
dell’Uomo: lìccome il gloriofiflìmo Id-
dio, Anima del Mondo in certo modo
fi può appellare. I balordi degli Epicu-
rei, non intefa l’ Univcrfalità della Men- '
te del Mondo, prima con tutti gli altri*
fviati Politeisti l’han moltiplicata ; e poi^
eflì in non fo quali fpazj fuori del Mondo
l’han confinata. E non avvertital’univer-
falità dell’ Anima dell’ Uomo , con altri*
feempj Fifiologi , di vifibile l’han farra ;
ed in certe angustie de’particolari luoghi
del corpo 1 ’ han ristretta . Della Mente
dell Uomo informante , che è cornea
Dio del corpo organico , 1 ’ ogni presen-
za, fcicnz3, e potenza relitiva , vieru*
dimostrata dal fenfo,e dalla cogitazion
propria dell’ Uomo . Della Menre di •
Dio formatrice , che è come 1 ’ Anima
del corpo mondano , 1’ ogni prefenza
e feienza , e potenza afioluta è manife-
stata nel fenfo,e nella feienza del Mon-
do. Ma nella cofeienza dell’ Uomo , ove
il fenfo,e la cogitazion propria Si Scer-,
- ne ,
Digitized by Google
DELL’UOMO. 193
ne , febbene in quel primo Tempio na-
turai producimento manca la feten-
za ; pur nondimeno fe da quei principi
l’Uomo fi fpinge oltra all* inveftigazio-
ne,come per noi è flato fatto ;la feien-
za ancora vi fi aggiugne ficuramenre .
E nella feienza mondana , ancoraché
nella fatica , e nel lavoro de’ ragiona-
menti , che fanfi per 1* incatenamcnto
delle cagioni mondane , manca il fen-
fo,e la cofcienza ; nulladimanco nel ri-
pofo della mente , quando i lumi foa-
vcmentc fan fenza sforzo le loro pro-
duzioni ; allora nell’ incontro de’ lumi
umani da una parte , e de’ mondani lu-
mi dall’ altra ,e nelcombaciamcrtto deli*
Anima, che è un’arte foftanziale, colf
opera mondana, che è un artifìcio men-
tale, avvi il fenfo ancora, e la cofcicn-
za . Ma eglino gli accecati Epicurei , ne
la cofcienza della Mente dell’ Uomo , ne
la feienza della Mente del Mondo bc- «o, e l'altro
nc oflcrvando ; ne la cofcienza colla», n ^^ ra9,
feienza nell’Uomo, ne la feienza colla
cofcienza nel Mondo compiendo; nell’
Uomo, alla Mente la fo danza , eia con- ” .
dizione immortale; e nel Mondo , alla
H 13 b Men-
Digitized
DELL’ ANIMO / /•*
/ Mente 1* artificio , e la provvidenza han
fottratra . Adunque per ritirarci come . .
nel centro del ragionamento noftro , „ .
. i 7 Anima e’non è folamenre nel celabro ,
ne nel cuore (blamente , comcchc in i; ;
quei principali membri efercita ella le . .
fue principali funzioni; nel primo, per
» la capacira dell’organo, per la copia , e -
, lortigliezza della più nobile materia , e >
per altre opportunità ; delle cogitazio- .
ni: c nel fecondo per la finezza , c vi-
vacità del fenfo, e per lo fervore , e_.
Copia de’ fluori più (pi ri rosi; degli affet-
ti ; ma ben ella è in tutti i luoghi , e ini .
tutte le parti del corpo organico colla
fortanz'a > come è in tutti per 1’ opera- .
zione del fenfo , e della cogitazione .
Or due foli argomenti di quelli , che
wnfaìm !r- Cì ^ am proporti , rimangono a trattare:
Sfotefuo^ de’ quali il primo più al platonico dog-
ma della preefiltcnza dell’ Anime va a
' '.T colpire dirittamente , che nel punto
.. f,"*; .-<■> dell* immortalità : che per diletto de’
* plausibili divifi di quella (cuoia , non_*
abbiam voluto lafciare addietro , coti-,
gli altri che contro a quella medefima .
. opinione ,o alla pitagorica Metemfico-
Digitinoci b/Google
DELL’UOMO. i 9S
fi , o ad altro, che alla principal noftra
quiflione fono indirizzati: c’1 fecondo,
il tedio , c 1 a /Fan no di coloro , che.,,
muojono , ci oppone contra , di facilif-
fìma foluzione. Col quale , efpugnati pri-
ma di grado in grado i più robufti ar-
gomenti , convien conchiudere la prc-
lentc difpurazione . Il primo adunque
que’ vcrfi , che con leggiadria , ed
acutezza è da Lucrezio fpiegato .
Tr eterea fi Immortali s natura animai
, L'I
. - Conflati & in corpus najeentìbus infinuatur ;
Cuì Juper cnteaElam atatem j neminijjf nequimus f
Interi iffe , c ir qut nunc ejl , nane effe creatam * .
Nec vejìigia gejlarum rerum ulla tenemus l
.-*• fi t-'Mope™ e Jl animi mutata potejlas ,
Omnrs ut aBarum exciderit retinentia rerum :
No» ( ut opinor ) id ab Uto jam longius errai .
Quapropter fateare neceffe ' eff , qu « fift ante ,
interìiffe , <£? qux nunc ejl , nunc effe creatam . ‘
JfT™ '?,? IOni P ® r Certo 4»Vct- R,g lM ;j,
t to oliere quelle , per le qui li quei Fi- ^ preefì/fa
ioloranti opinarci, elic le Anime pri-
ma in Cielo create , di là pol'cu per Fai-
Uba li
< ,
’ Dlgitized
1 9 <S DELL’ANIMO
li commefli, ftate foffero cacciate quag-
giù in Terra, e rinchiufe in terreni cor-
pi a purgare le loro reità : e che foddif-
fatta la pena col duro efercizio delle-
virtù , quando ciò fare avvifate fi fode-
ro, farebbono poi alle loro native re-
gioni ritornate a viver Tempre felici . E
in prima fon certamente 1’ Animo , e I
corpo di affai di verfa condizione: 1 uno
comporto , divifibile , variabile , morta,
le ; 1’ altro femplice , indivifibile , inva-
riabile, immortale: quello fenfato , lu-
minofo , oculato , intelligente ; e que-
llo bruto, cieco, e infcnfato. Dal che ,
diverii principi , ed origini a fpeiie co-
tanto diverfe parve loro doverli alli-
gnare: e non poter elle in niuna guifa
S unitamente con un comune nafeimen-
** to per le vie medefime effer prodotte.
Conciofoffe cofa che ogni comunità do-
veffe da unità dipendere : la quale uni-
tà fola accoglie infieme , e congiunge le
cofe , e le fornifee di comuni principe ^
mezzi , e fini . E più partita mente , le
le fpezie corporali per unione , c com-
pofizione de* componenti ci nafeono ; c
per difunione,e diffoluzione de’ mede- .
“ TP*» ' fimi
Digitizèd by Gdogte
» -1
T*
+1 T* ? 9 m m I
DELL’UOMO. 197 ? V
fimi fi ftruggono , c mancano ; e d* altra
. parte P Anime di genere immortale , in
modi affai diverfi deono efler create^,
per edere , e annientitc , per non ede-
re ; egli potè a quei Filofofi parer cofa
manifefta, che Anime , e Corpi da un
comune principio, con un comune na-
scimento, in un tempo ftedo , non po-
teflono a niun patto venire al Mondo. f
Al che aggtugnendofi ancora, che l’ef-
fere femplice è primo ; qual è quello dell*
Anima: e l’ eder comporto è fecondo;
qual* è quello de’ corpi ; eglino per que-
lla cagione furono quad per forza trat-
ti ad affermare l’ anticipazione dell* Ani-
me folitarie : fui qual fondamento in fi-
ne ordinarono quella Economia di col-
pe , e di pene, c premj . Imperocché ad
accozzare inficme nature cotanto diver- • :
fe, cd a giugnerle in una coftituzione
di una effenza , non valendo forza di
natura ;fol rimanea , che ingegno, e vir-
tù di principio ideale avede ordinata *
quella maravigliofa unione a coftituir
l’Uomo. La quale idea, c volontà , da
irragionevole , ed iniqua non fu dove-
re che fi accufaffc : come fi farebbe fat-
to
• ' Digitized by Google
<. ,
z;
Lv
pr*
. M
39B DELL’ANIMO >.
co col dire, che fenza giufta cagione , '
la pura luce deli’ Anime da Cielo in-.
Terra/i traeflono , a congiugnerti co’
tenebrofi corpi terreni . Per quelle me-
defimp ragioni Lucrezio e’ fi avvisò,
che 1 * anticipata produzione dell’ Ani-
me, e’I comun loro nafcimcnto co’cor-
pi , bollono due ellremità , delle quali
una vera , e 1’ altra falla ncccllariamen-
te eflcr dovefie . Onde mcllolì a con-
vincere di fallita il primo efiremo dell’
anticipato nafcimcnto , per quello che
1’ Anime congiunte , di andare cofe niu-
na memoria (eco arrechino al mondo;
conchiufe,che’i fecondo diremo del co-
mune, e promifeuo nalcimento dovefie
cfler vero: e per confeguente , che l’A-
nimc corporee doveflono edere ; e co-
me i corpi , elle ancora corruttibili , e
mortali . Tutravia gli antichi Platonici
co* loro profondi fenfi , c magnifici par-
lari , le minutezze , e le arguzie degli
Epicurei , picciola allora nazione de’ Fi-
lofofanri , aveano per nulla: e col tem-
peramento della reminifeenza-, che ne
-viva, ed cfprclla memoria , nc c tota- 5 -'
le oblivione ; e col dimollrarc come-,
l v ' P an-
- C
Digitized by Gòogle
DELL* UOMO. 199
V antiche notizie, col conjugio de’ cor-
pi porefiono effcrc ofcuratc; il prefen-
te argomento deludevano di leggieri .
Ma noi tra quelle eftremità il vero mez-
zo abbiamo apprefo, che 1 * Anime non
già co’ corpi , ne da’ corpi , ne per tan-
to innanzi a loro, ma bene in eflì nel
punto medelimo da principio ideale, a
mentale debbano effer create : e tutto
ciò dalla natura dell’Animo, c da quel-
la del corpo , e da una mirabile armo,
nia di natura , e di legge , e da ogni
parte del ragionevole umverfo compro-
vando; c’I vero del mirteto platonico
difcoperro,e la difficoltà di quello ar-
gomento abbiamo fpianata-
Al fecondo argomento , che è l* ulti-
mo di tutti ; dato , e non conceduto ,
che ogni Uomo in morte fi dolga di mo-
rire; il che de’ vizioii Uomini, cui i vi-
fibili obbietti , e l’idee ofeurare, e gli
affetti rapir fuo!c r è egli vero , e non_»
già de’ virtuofi , che colla meditazion
della Morte ogni fpecie , ed ogni amo-
re del prefente fecolo deporto , vivaci
idee , e acccrt affetti nudrifeono dell’
invirtbile Mondo ; dato dico, c noiu
200 .DELL'ANIMO •
conceduto , che così dea la cofa , come
canta Lucrezio; giuda i noftri principi
rifpondiamo brevemente, che quel do*
lore e* non è della pura intelligenza , ne
dell’ Anima fola ; ma bene è del fcnfo
impuro dalla unione delle due nature
rifultante: ed è dell’ Uomo per quella
unione medefima codituito . Il qual fen-
fo, coll’ Uomo., eder mortale, fol vie-
ne a concludere 1 * argomento . Al che
Soluzione polliamo accomodare l’acutezza di Lat-
tanzio col dire, che finche 1’ Uomo vi-
mrgonunto. ve, quando l’Anima è ancora nel cor-
po congiunta , c’ non è tempo di dover
ella fentirc la fua liberazione ; anzi più
tolto i languori, e le corruzioni corpo-
rali di quegli ultimi momenti le con-
vien fofFerirc: e quando I* Uomo è già
, morto, e’ non è tempo allora di poter
fignilicare il fuo fenlò . Sicché Lucrezio
da ogni parte ingannato fi mife a dire:
Db. Uh
.... quod fi immortali nofira fcret mens , *
Non lavi f e morlens dijjolvi conquereretur :
Sed mogis ire f mas , vcfiemque relinquere , ut anguis ,
Gaudenti frtlonga fenrx aut ccrma cervus .
fi 7 " : W Con '
' . Digitizédby poogle
. ft*
DELL’UOMO. 201
Con quella ftiedefima riTpofta , la va-
nità deirargomenro , che a’recitati ver- Dtmde c ! mo .
li immediatamente va innanzi, li dimo- fuafoivzione . *
{Ira ancora . Dove dice , che 1* Uomo in
morendo, non lo fceveramento dell’A-
nima , ma il diftruggimento (ente , ed
avverte :1* Anima non da un luogo all*
altro del corpo intera trapalare , ma_,
nel Tuo proprio luogo , come ogni altra
parte infievolire, e mancar lente appo-
co, appoco. Perciocché è da dire , che **
l’Uomo è quello che muore ; e di quel- ''
la vita, e di quei fenfo, che dalle due
nature rilulta, e’puo efifer vero quel che
e’ dice fentirfi , ed avvertirli in quel
punto; donde il patimento , c ’l manca-
mento , c la mortalità dell’anima pura , e
del fenfo, o intelligenza pura, che niente
di quello foflFrono , e niente fentono,o
avvertono , non dcefi a niun patto ar-
gomentare. Finché 1’ Uomo vive, e fin-
che l’Anima è col corpo congiunta, il
fenfo proprio dell’ Uomo, e la vita pro-
pria dell’ Uomo per legge di unione è
fol operante. E quivi lono i mancamen-
ti, e i profitti : e in quella parte ,
di quella fono i fenfi, e l’ avvertenze,
-«4 C c che
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202 DELL’ANIMO
che fi fentono , o avvertono . Se più
rodo coll’ allegata acutezza di Lattan-
zio , che propriamente contro a que-
llo argomento ritrovò quel nobile au-
tore, non fi vuol far difefa ; che ben_
può Ilare .
Sciolti a quello modo tutti gli argo-
menti Lucreziani, perocché alcuni piti
minuti, e leggieri, che o fono eftcnfio-
ni,o particolareggiamenti de* più prin-
f en f° cipali; o in qualunque maniera a quelli
JSf/. I* 1 rapportano ; ed altri ,che ad altro fc-
, gno mirano, che al punto dell* Immor-
talità , inutile , e nojofa opera farebbe a
volergli perseguire partita mente ; fciol-
ti , dico, gli argomenti, e fatte le dimo-
llrazioni dell’ immortai natura dell’Ani-
ma dell* Uomo, niente rimane, perchè
non Ita terminata la prò polla Di Sputa .
Ma tuttavia del fenfo degli Animali
bruti conviene foggiugnervi un brieve
ragionamento , per placare ogni Solle-
citudine, ed affanno degl* ingegni vacil-
lanti, edubitoli. Imperocché dalla co-
mune , c volgare openione nafeene-,
pure un molefto argomento, o fofpica-
mento in contrario . Concioflìachè la_
co-
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DELL’UOMO. 203
cognizione , che nella via del hlofohco
inveftigamento fola ne fa lume nel ri-
cercare l’immaterialità, e 1* immortali-
tà dell’ Anima umana ; comunque , e
qualunque a gli animali bruti li conce-
da ; non pare , che in quel cammino pof-
fa edere così ficura,e così fida feorta,
come ella è in effetti . E adunque con
ogni fludio da dimoftrare la fallita di
quella ftolta openione:'il che altra via
tenendo da quella , che finora han te-
nuta i moderni Fifiologi , con altri ar-
gomenti , *col favor di Dio , faremo
fpeditamente .
E’pare, che i difenfori dell’Immortalità
dell’Anima ragionevole , ogni cognizione
debbano difdire a’ Bruti ; ovvero colla
cognizione conceder loro i’immareriali-
tà, e l’ immortalità parimente. Percioc-
ché dal dover 1* Anima ragionevole»,
effere immateriale, ed immortale, perche
è di cognizione dotata, tanto può con-
chiuderfi , che i bruti , perchè e’ non»,
fieno immateriali , debbano edere di co-
gnizione privi ; quanto che i bruti ezian-
dio abbiano ad edere immateriali , per-
chè abbiano cognizione . Siccome gli
C c 2 Epi-
L’ opinion
volgare dit-
/ avori
/’ Immortaliti
dell" Anima-»
delf Uomo •
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204 DELL’ ANIMO
Epicurei, i quali tcgnono,che l’Animo
umano fi a materiale , non poflono , a—
mio giudizio , a’ bruti non donare alcu-
na Torta di cognizione: ne’ quali da una
parte veggono ordinate operazioni ; ed
a* quali dall’ altra non fi può negare—
qualunque più pregevole condizione, o
fpezie di materia. Ma con tutto ciò , co-
me potrebbe agli Epicurei venir voglia
di negare ogni cognizione a’ bruti, con
dividere dal fenfo cieco la cognizione -,
c l’uno ad una fpezie di materia , e l’al-
tro ad altra fpezie aflegnare; e lafciata
l’inferior materia fenfuale a’ bruti , la
miglior parte all’ Animo dell’ Uomo ri-
ferbarejcosì de’partiggiani dell’Immor-
talità , una parte fi fon voluti lafciar con-
durre a concedere a’bruti cognizione, con
diftinguere più maniere di cognizioni: e
quelle così diftinte , come loro è paru-
to,tra l’ immateriale, e la material na-
tura , tra gli Uomini , e le beftie com-
partire. Onde non c da reftarfi in quel
-folo argomento, il quale nondimeno noi
tratteremo a fuo tempo; ma fa di me-
ftieri di una intera deputazione . In co-
sì fconcia openione , e come farem ve-
dere
* Digltized
?art
DELL’ UOMO. 205
dcre dappoi, a gli Uomini, ed al fommo
Dio ingiuriofa , più per forza di pregiu-
dizi 1 che per niun valevole argomento
fono eglino caduti . Nella qual preoc-
cupazione nondimeno , c dalla quale»,
pofcia e’ fon giri raccogliendo degli ar-
gomenti : o più torto le preoccupazio-
ni , o i pregiudizi mcdefimi han fatto
contro al vero, arme di argomenti. Or
per cominciare, ognun fa che 1* ingan- .
no de Volgari e non e altro, che que- de'isolg*
fto.Le operazioni animalefche fono el-
leno certamente diritte, e regolate co-
tanto, che il naturai diritto monaftico ,
quanto loro conviene , adempiono inte-
ramente: ed al focicvole domeftico,ed
infino al politico ancora in alcune fpe-
zie pervengono: lafciando ftarc mille»,
varj particolari ingegni di operazioni
in quelli , e quelli animali , che fan-
no le maraviglie del volgo . Adunque
per quel veriflimo principio , che ogni
ragionevole azione dee da ragionevo-
le principio provenire ; tantofto fenza»,
niuna difamina , a quelle cotali opera-
zioni interno principio di cognizione»,
hanno eglino attribuito . E ficcome que-
***** * fio
Digitizeb by Google
20 6 DELL* ANIMO
{lo pregiudizio è di fuori venuto dalle
cofej così dall’altra banda, da eflo Uo-
mo , e dalla di lui natura, e fua manie-
ra di operare un’ altro n’ è Torto nien-
temeno del primiero faftidiofo . Giacché
il fenfo a’ bruti in ogni modo fi dee-
concedere , e’1 fenfo proprio dell’ Uo-
mo nella cofcienza di ognuno fi dimo-
flra edere di cognizione illudrato jquin-
. di eglino, che’l fenfo altresì degli ani-
• mali di alcuna cognizione fornito etter
debba, han creduto . Per parlar prima
di quello fecondo pregiudizio , che han-
no i Volgari in conto di gagliardo ar-
gomento, e che del primo può di leg-
gieri più prettamente fpedirfi; batta ri-
cordare, che alla coftituzione dell’Uo-
mo due diverfe nature concorrono .
Per la qual cagione , come delle due fo-
ftanze un folo ettere , che è 1 etter pro-
prio dell’Uomo rifulta ;così parimente
de’ due generi di operazioni , che a quei
diverfi principi rifpondono , un folo
operare , che è il proprio operar dell’
Uomo di amendue quelle proprietà do-
tato , dee provenire : ciò che in più
luoghi di quella Difputa, e nella folu-
zione
Dìgitized by Google
. DELL’ UOMO 207
zione degli ultimi argomenti abbiamdi-
moflrato . Donde, che ’l fcnfo dell’Uo-
mo e’ non Ha Tempi ice, e puro Tento; e
che la cognizion del medctìmo non pu-
ra , e Tcmplice cognizione ella ila ; ma
che quello con alcuna luce di cognizio-
ne , e quella con alcuno adombrameli- .
to di TenTo , efler debbano , argomen-
tammo .Giuda quel noftro veriflimo di-
viTamento, Ticcomc chi dalla cognizio- B contórni
ne dell’ Uomo inTcrir voletTe , che le jenfaiTf^fo
cognizioni degli Tpiriti puri, Toflon elle furo jènzj^
altresì commifte di TenTo , per non po- f^orìtroije
ter capire , che cognizione Tenia ogni
TenTo Ti poffa ritrovare , egli in grande
errore fi abbaglierebbe r così parimen-
te va errato colui , che dal TenTo dell*
Uomo argomentando , il TenTo anco-
ra delle bedie voglia credere , che fia_.
con cognizione congiunto, per non po-
tere intendere , come TenTo Tcevro di
ogni cognizione rinvenire fi potTi . Se
nell’ Uomo Tolo le due nature convc-
gnono infieme ad edere, ed operare: e " ,
fuori dell’ Uomo e’ non è altrove in al- ~
tra Tpezie sì fatto mefcolamento :e per
cotal cagione è nell’ Uomo il TeuTo mi-
do
Digitized by Google
208 DELL’ ANIMO
fio di cognizione , e la cognizione a_#
rincontro è comporta di fenfo ; e’ pa-
re per Dio una chiariflima evidenza ,
che fuori dell’ Uomo , come cognizione
non può efferc fe non pura, fenza niu-
na nebbia fenfuale ; così fenfo non pof-
• fa avervi non del tutto cicco , fcnza_*
ogni lucidezza di pognizione .Da tutto
ciò chiaramente fi comprende , che.»
quanto il fenfo limano agl’ inconfidera-
ti c occafion di errare , e di credere-,
' ' che il fenfo de’ bruti è a quello dell’
Uomo fimigliante ; tanto è chiaro ar-
gomento a’ più fenfati di tenere per
fermo, che come la cognizione del ge-
nere puro fpirituale, perchè non è co-
gnizion di Uomo, non dee erter fen-
fuale : così il fenfo del puro material
genere , perchè non è fenfo d’Uomo,
non può erter luminofo . Intorno a che
egli è affai da maravigliare ,che i Vol-
gari Peripatetici , ed i Cartefiani , fono
i g iriejìa- eglino da una medertma cagione fta-
ri fofpinti in diverfe eftremità di erro-
iia vmcÀgton ri eftremamente contrarj . Imperocché
medejìtna fi - gjj un j jC gjj a |tri fedotti dal fenfo urna-
trarfinorT. no , credendo non mai poterli fenfo da
CO-
Digitizecfby Google
r
DELL’UOMO. 209
cognizion feparareji primi per non tor-
re il fenfo a’bruti , la cognizione ancora
1* han conceduta : e i fecondi per non
donare a’ bruti cognizione , il fenfo an-
cora P han tolto . Le quali eftremc ope-
nioni noi ugualmente falfe riputando ,
liam venuti a quello, di dover fepara-
re quelle due facoltà, per lafciare a’bru-
ti il fenfo folo, ed alle pure immateria-
li Portanze la fola cognizione . E tanto
balli aver detto di quello fecondo pre-
giudizio , per torgli ogni forza , non fo-
lo di argomento per convincere , ma_.
ancora ogn’ illulìone di pregiudizio per
preoccupare . Ma quel primo ha egli
per le Menti degli Uomini fparfe tene-
bre più denfe, e più univerfali :che di-
cemmo già eflcr nato dal vedere gli
Animali bruti, diritte , e regolate,
ragionevoli operazioni produrre ogni
ora . E intorno a quello , onde , come
fopra abbiam notato , falli ancora il
principale argomento loro , dee rutta
la feguente Difputa aggirarli, in dimo-
ftrando,che altra cagione vi lia del di-
ritto, e ragionevole operare de’ bruti ,
che quella delP interna cognizione . B
. D d pri-
no DELL’ANIMO
Epicurei Jo- bachè la Mente, e la Materia colle io-
migliante. ft anzc>c co’modi loro nell’Uomo con-
venendo abbian gli Epicurei medi in__.
confusone ; per modo che eglino la_>
Natura immateriale, che è il principio
intelligente, annullando, han 1’ Anima
dell* Uomo tra le pure materiali fpczie
annoverata: e i modi mentali , e i mo-
di, e foftanze della materia, negli ani-
mali bruti avvenendo, abbian confufi i
Volgari ; (ìcchè fpiritualizzata , diciam
così , la materia , V Anima delle beftie
nel ruolo han meflfa delle foltanze co-
gnofeitive. Perchè nell’Uomo, da una
parte la fola materia è al fenfo riguar-
devole ; c dall’ altra le mentali opera-
zioni,che ficemorrfi n'dta' cofciùiiza ,Co’
modi, e moti materiali , e loro vicen-
de , e variazioni procedono ; i fenfuah
Epicurei -han creduto, che la Materia a
tanta finezza, e attività ,e ingegno per-
venga , che poffa ella efler principio
dell’ umane cognizioni . B i Volgari , ne-
gli animali bruti, perchè la materia de*
modi
... . 4 '
prima è bello il vedere, che 1* inganno
L 1 instino j c ’ volgari Peripatetici è a quello de-
de luefloVeJi gh Epicurei aliai fimigliante . Conciof-
Digitized by Googl
DELL’UOMO. 2ii
modi dell’arte, e della feienza menta-
le ornata , cd ordinata , veggon produr-
re ragionevoli opere da una parte : e_,
dall’ altra al Colo Uomo , come è dove-
re , concedono immatcrial principio in-
telligente: fono eglino perfuafi,che la
materia porta in alcun modo e/Tcre prin- *
cipio di alcuna cognizione. Nella qual
cofai Volgari per certo più bruttamen-
te errano di coloro . Imperocché gli E-
picurci , negata una volta la natura^
immateriale , che è tutto il loro errore,
concordan poi con feco rteflì , e giuda
i proprj principi da prima preferitti ,
profeguono a dire, quanto poi afferma-
no appreso dell’Anima dell’Uomo. Ma
i Volgari da’ loro principi ben lungi fi
dipartono , c apertamente fi contradi-
cono: quando , concedo che. vi fia na-
tura immateriale , c nell’ crter principio
di cognizione la colei eflTenza riporta ;
pure ne’bruti alcuna cognizione poi do-
nano alla materiale per colorir Tinca
danza, e mitigar la contradizione ; nuo-
ve fpezie di nature immateriali , e nuo-
ve fpezie di cognizione a capriccio poi
fingono . Dalla qual cola il comune aiv
D d 2 go-
• 3
2iì DELL’ ANIMO
gomcnro è tratto di coloro, che niega-
, no a’ bruti ogni qualunque cognizione:
il quale argomento allegheremo noi po-
fcia, fé avremo tempo, e luogo opportu-
no di farlo .
Ora alcune più rimote , e più gene-
il fenfo i ra jj confiderazioni ci deono condurre
uniforme, a quelle f che piu vicine tono , e pra
proprie del propofito noftro E in ogni
modo in primo luogo fi dee efplicare ,
come il fenfo, o natura fenfuale è una,
ed uniforme , che tutte le maniere , e ,
forme delie fenfazioni in quella unità ,
ed uniformità comprende : che medesi-
mamente è il fuo edere ampio, ed uni-
versale, qual’ è, ed efler dee ogni altra
natura comunella qual verità bene in-
tefa , non fi può dire quanta luce fia per
arrecare a quella ofcuriflima quiftione .
•Adunque fiocone la cognizione , o ra-
gione , o natura ragionevole tutte
guife, e tutte le forme di ragionare 'in
una uniforme unita, ed univerfalità con-
tiene, infino a perfetta luminofa Scien-
za, arte, e legge ragionevole ; così al
termine di perfetta material feienzà ,
irte, e legge fenfuale*, da fimigliante_
• w « v prin-
• . Digitized by GoCgle
DELL’ UOMO. 2ij
principio uno , uniforme , e univerfa-
ie il ienfo eziandio fi conduce . Alle
quali due nature giacché con Peripate-
tici, e non già con Epicurei ora depu-
tiamo , dobbiamo aggiugnere la natura
intelligente ; quelle tre nature a que-
llo modo ordinando . Che la pura In-
telligente nella fua immobile uniforme s!
unirà , tutte le intellezioni di tutti gl* uè
intelligibili accolga fenza vicende , e Nature , /«-
lenza variazioni: c che l’impuro Senfo ^onroole^e
tutte le fue proprie varietà di fentire , Scnfualt .
in una mobile , e divifibile unità con_,
moti , e modi con perpetuo flufio va-
rianti , debba contenere : E la natura
ragionevole polla in mezzo al fenfo , ed
alla intelligenza, moti fenfibili , e lumi
intelligenti inficmc congiugnendo* tut-
te le fue particolarità Umilmente in fe
aduni, fino al fine di perfetta feienza ,
legge , ed arte ragionevole . Sicché 1* In-
telligenza fia ciò che ella è , fenza mi-
llura di fenfo ^ il Senfo fia il fuo pro-
prio edere , fenza ogni luce d’ intelli-
genza : e la Ragione così abbia le fue
proprietà, che mefcoli infieme col tor-
bido fenfua le , il chiaro dell’ intelligen-
za.
Digitized by Google
Due fonimi
generi , P uno
dell ’ effere—»
terilene feltro
dell' ejjer <f-
ftejjivo . .
214 DELL’ ANIMO
za • Per dichiarir quella maniera di Uni-
verfalità , che realmente contenga tut-
ta l’infinità de’ particolari in una uni-
forme pieniflìma unita di efienza , che
ftrana molto a’ Volgari dee parere ; è
uopo ricorrere a quella diftinzione , che
nel precedente ragionamento dell’Im-
mortalità fu da noi ad altro uopo fat-
ta . Tutta la fomma delle cole in due
comunilfimi generi fi divide ; 1’ uno
dell’ edere realmente quello che fi è; e
1’ altro del figii!ncare,o ralTomigliare .
L’ efienze , che fono, e non lignificano,
fono elleno ciafcuna il fuo proprio , e
diterminato ellerc : ne una effe n za tra-
pala i confini , onde è eircofcritta , a
comunicare con altra efienza difiinra ;
ne (ciò che molto rileva) evvi , o può
efiervi una efienza comune , che infieme
una fia realmente con vera reale uniti,
e in sì fatta unità contenga altresì tut-
te le proprietà delle varie efienze par-
ticolari . Perciocché nell’ efienze do-
vendo ognuna elfere ciò che è ; per que-
llo capo, con reali difiinzjoni è da tut-
te P altre divifa, e fierminata : ed una
reale unità a tutte comune , e che tut-
-a . te
Digitized by Google
DELL’UOMO. 21*
te contenga, non infranta in altrettan-
te diftinte realità, quante fono le pro-
prietà delle cofe, egli è imponibile che
vi fìa . Per contrario 1 ’ altro genere ,
che è di lignificare, o raffomigliarc , il
quale non è elle cofe propriamente; ma
folo le fignifica, e raflòmiglia; per que-
lla cagion medefima , egli fenza diilin-
zioni , e divifioni , in una amplilfima^
unità , non già elfendo , ma fignifican-
do , o ideando, o immaginando, tutte
le varie differenze, c varie forme dell*
eflenze reali contiene . Conciofliacofa-
chè non elfendo clic cofe fignificate , o
raifomigliatc ; ma elfendo idee, o imma-
gini di quelle ; elle perciò non fi ri Uri n-
gono a quelle, o quelle particolarità ;
neper elfere l’ une , l’altre deono efclu-
derc ; ma allargandofi fopra ogni cofa,
le proprietà , c le differenze efprimo-
no , e ralTomigliano ; con quella efprcf-
lione , e ralfo migli a mento indiftintamen-
te includendole in una femplice unità.
L’ clTcre non fignificante rillringe ,
termina, e adduce feco diftinzioni , dif-
ferenze, e particolarità. L f elfere Idea-
le efprelfivo, per contrario amplifica ,
c. adu--
21 6 DELL* ANIMO
aduna , ed accomuna , feco arrecando
identità, comunicazione , e univerfali-
t'a.L’eflerc che non è a lignificare, poi-
ché è quel che clfer dee ,coftringe l’ef-
fcnzc alle loro proprietà , cfcludcndo ,
ed Scacciando tutto ciò, che elle non
fono. 1/ ideale, perchè efprimc, e raf-
fomiglia ciò che non è propriamente ;
.dilata l’idea ad includere ogni qualun-
que differenza . Laonde la vera partico-
larità c nell’effere , che non fignifica :
e la verace univerfalità è nell* Idea , o
La yera-> immagine reale, che non è propriamen-
ove fi ritruo- f c quella, o quella fpezie particolare .
v ’-> ed mela Così flando elleno quelle cofc , ad in- '
ìarila > . aiUC0 ' tcllerti metafifici cotanto chiare, quan-
to più non fi può dire, P Intelligenza (
la Ragione , e ’l Senfo fono ciafcuna una
unità uniforme , efprelfiva , e raflomi-
• gliativa di quell’ elfere , ed a quel mo-
do, eh’ è a fe convenevole. L’ Intelli-
genza è un Siiiogifmo già perfetto ,che
con totale penetrazione , e con cccelfi-
va chiarezza comprende Puniverfo ef-
fere intelligente lenza ombre, e lenza
vicende . La Ragione, o cognizione uma-
na non è ella altro , che un argomcn-
*■ to:
*
Digitized by Google
J
DELL’UOMO. 217
to: cioè una poterti, o facilità, per co- *
sì dire , di rtllogizzare , che tutto l’ertere
ragionevole va a conchiudere con vi-
cende, ed ombre . Secondo che noi nel-
la noftra metafilica abbiamo rtabilito,
la ragione dell* Uomo, ella non in altro
modo giugne a conofcere gli obbietti ,
che argomentando dalle minute, e roz-
ze loro fimilitudini ; ed indi le intere ,
e più perfette immagini riproducendo,
ed efplicando . Ella adunque ertendo co-
terto Colo crtere di argomento, che è erte- . Cfme r/tm
re ideale , ed efprertivo , uno , unifor- e£?mto“ em-
me , penetrevole , uni verfale: viene con ten £ a tutt^
ciò a potere efprimer tutte le differen-
ze , e forme ragionevoli, una rimanen-
do , ind irti nra , indivifa , con quell’ una
unità efprefliva , argomentativa . La_.
Ragione, tutto ciò che le rt apprefen-
ta con argomento in fc raccogliendo ,
e fe medefima , c ’l fuo fenCo , e le fue
percezioni , e cogitazioni penetrando ,
c includendo , tutto il novero apprende .
delle forme, che T appartengono . Così
il fcnfo,col contatto, e col conciglio, Comelffen-
e confenfo della più fin 3 ,e più valente
E e por- . '
'
Drgitized t
' 2 1 8 DELL' ANIMO
m porzione della materia in quel modo r
che noi già dichiarammo, divenuta pe-
netrevole, le azioni , e le lignificazioni
de’ fcnfibili obbietti , ed eziandio degl’
interni appetiti con incredibile agevo-
lezza , e virtù raflbmiglia : ed iniicme
per adattati canali , con abili dromenti
produce operazioni ad ogn’ interna-, r
ed edema lignificazione corrifpondenti .
il Senfo è Egli è il fenfo come un materiale argo-
argomento* mento; cioè una elprelhone , e riprodu-
zione, con che la più virtuofa parte del-
1* • . la materia raccoglie in fé tutte le par-
ticolari , minute, ed imperfette lignifica-
zioni , ed azioni materiali .. A llmiglianza
della natura intelligente, e della ragione-
vole alTai più, il lenfo ancor efìfo è una
efprefliva ideale unità materiale , uni-
forme , ed univerfalc : e cotale ella ef-
fetido , le varie maniere dell* edere Ten-
ibile dee tutte produrre , fino a poter
pervenire a perfetta faenza , legge , ed
arte fenfuale. L’intelligenza ella è pur-
gata da ogni grettezza, e impurità^, ed
c libera da ogni mutamento , di pure t
e lucide notizie conteda in una amplif-
^ ->•*«* •; • - ima
* -
S*V-'VT
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DELL» UOMO 2i9
{ima faenza deli’ ogni effere intelligi-
bile. Il fenfo è impuro, variabile, tcne-
brofoj e nondimeno con cieche idee ,
e combinazioni , e fillogifmi conchiude
Tumverfa materiale erprclfione , e pro-
duzione d’ ogni fenfibile obbietto . La
cognizione , o ragione di fenfo com-
mifta , e di lume d’ intelligenza , per
convenienti idee , e componimenti , e
per fillogifmi fi raccoglie in una ben
ampia fcienza lucida argomentativa .
Siccome la fcienza ragionevole è pene-
trabile, e inclufiva per interne comu-
nicazioni , e produzioni ; così il fenfo
egli è a fuo modo pur penetrevole , e
inclufivo per finezza , ed agevolezza di
materie, e moti . La fcienza ella è un*
ampia forma univerlale del vero ragio-
nevole , piena , e feconda delle ragio-
nevoli forme , fino alle più particolari,
ed eftreme : c’1 fenfo è umvcrfal for-
ma del vero fcnfibile , con ferie di li-
mili forme fubordinate , potente a pro-
durre tutte le guife delle fenfibili ope- H && è
razioni. Il femo e della corporal natu- cieca-.
ra come una fcienza cieca : come la_- •frtowdco-
fcienza è della natura incorporale , per fumìmfo.
E c 2 COSÌ
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220 DELL* ANIMO
così dire, un fenfo luminofo. Poflfono
adunque i Volgari Filofofanti fé non-,
credere, fofpicare almeno, chele in-
finite combinazioni , e fillogifmi ciechi
de’ principi, o elementi, onde il fenfo
è coftituito, vaglion di per fe foli , fen-
za niun lume di cognizione a produrre
tutte le ordinate azioni fignificati ve ,
ed operative degli Animali . Cotefte-,
'; r v tre Nature, ciafcuna di per fe feparata-
mentc nel fuo proprio regno , hanno
elleno perfetti principi operanti . Ne
all* intelligenza e* fa uopo ne de’ pro-
cedi della ragione , ne delle macchina-
zioni del fenfo . Ne il fenfo , o degli
{labili comprendimenti dell* intelligen-
za, o delle lucide argomentazioni della
ragione abbifogna . Ma nell* Uomo ,
nel qual folo due nature convengono,
fenfo, cd intelligenza e*fi mefcolano in-
fteme : e come le turbolenze fcnfuali
^rToffufeano la luce della cognizione ; co-
fienìt la cali- sì i chiarori ragionevoli illuflrano la«.
frJIAZ caligine del fenfo.
dell' intelii- Cosi dette quelle cofe , più per after-
& enza • ger loro il malnato pregiudizio , che
per convincergli del tutto j rivolgiamo
' ‘ - ormai
DELL* UOMO. 221 . ,
ormai il fermone a quelle, che maggior
forza di argomento ne pare che deb-
bano avere. Benché ne il pregiudizio e* v ’. V * •.
fi è potuto combatterete non in alcun '
modo argomentando ; ne argomento
niuno fi potrebbe adoperare, fé non in
qualche maniera contro al pregiudizio
combattendo ; ne altronde parmi po %
ter meglio cominciar quella parte , che
dalla famofa definizione Ariftotelica^
della Natura, la quale i Volgari di lui
'feguaci malamente interpetrando , di-
fcreditano ; e i meno feorti moderni
affatto non intendendo , deridono. Per-
ciocché il fecrcto di quella mifleriofa_,
definizione difeoperto, tutta affatto dif-
fiderà la nebbia del Volgare abbacina-
mento. Lafciata Ilare ogni altra cofa ,
che dir fi potrebbe , per efplicar quel- ,
la definizione , che qui non è uopo; io \ à d'^nìziow
porto ferma openione,che quel Filofo- Arìj tot elicne
fo , quando e’ diffe , la natura effier prin- u 1 A
cipio di moto , e di quiete ; che egli , *
allora intefe infinuarne di più la comu- —
nicazione , e la diftinzionc , che infic- ^
mementc la Natura ha colla Scienza ,
e coir arte . Sono certamente Natura,
Scierà
* -
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^ f . ni DELL* ANIMO
Scienza, ed Arre tre primarj principi ,
natura - j c h e ogni genere di forme compiono
Jnejcnò t , e 1* univerlità delle cofe. La Natura mo-
l?' n yù.i timi vendo , o producendo : che produzio-
L-nivirjo c moto £ C omc più giù dimoftrere-
mo)fonó una medefima cofa. L’Arte
componendo , e formando ; e la Scien-
za penetrando , e intendendo . La Scien-
za generalmente confiderata , altro non
è ella che principio di cognizione: fic-
corae 1’ Arre pur prefa in generale , e*
non è che principio di formazione. La
Natura, ne di formazione come l’ Ar-
te, ne di cognizione come la Scienza;
y mafoldi moto, e di quiete e principio.
Quella diftinzione di quelli tre princi-
pj additar volle il Filofofo in quella
fua diffinizione con ifceverar l’Idea , e
‘ l’elTenza della Natura dall’ idee, ed ef
viV'X fenze della fcienza,c dell’ Arte; e con
rillringerla alla lua determinata proprie-
tà. Ma fono nulladimanco quei princi-
Comunìone di pj tra loro inficme comunicanti , co-
fueì trefrìn* mG dalla defìnizion medefima è facile
c ' iJ ' argomentare. Perciocché, nc l’Arte e’
può di niuna formazione elTer princi-
pio ; nc la Scienza di cognizione fen-
DKLL’ UOMO. aij
za virrìi di produrre, che e la Naturar
e Icambicvolmente nella Natura è in-
ficine Ja feienza , e 1* Arre ; perchè a_,
niun patto c’ porrebbe la Natura cfler
„ principia di produzione fenza idea , e
regola, e modo di produrre ; il che è
cfler Scienza, ed Arte . Quanto è im-
ponibile , che v’ abbia alcun produci-
mene di cognizioni foie n tifi che r e di
forme artificiofe fenza potere di pro-
durre: altrettanto potere , o virtù nin-
na e’ non può eflervi fenza modo , o
regola di produzione . La feienza ,
T Arte fenza virtù di produzione fa-
rebbono (lenii r ed infruttuofe per im-
potenza, e fi rimarrebbono in una ofeu-
ra, e tenue generalità di fapere . E la
Natura fenza via , e regola , farebbe.,
per tumulto , e difordine di parti , e di
moti ancor ella infeconda , e rollereb-
be in una fparuta , e informe comunità
d* edere . Tanto la Scienza, e 1’ Arte ;
quanto la Natura , come è ben uopo t
hann* elleno potenza, ed atto, de* qua-
li come di due neceflarj principj fi com-
piono. La potenza dell* Arte , e della
Scienza è la virtù producente ; 1* idea T
o for-
V
i*.
224 DELL’ANIMO
o forma ,o regola è il di loro atto . Per
contrario la forma , o regola, o idea è
la potenza della Natura ; e ’1 fuo atto
è la virtù produttiva , L’ atro proprio
'QuùIJùl^ d e i| a Scienza è la potenza della Natu-
f unita della K
Natura* qua- ra : e 1 arto proprio della Natura e la
le de ! i ,i s I icn potenza della Scienza, e dell’ Arte».
ili /f* * | • r •
con bel reciproco lovvenimcnto j
foccorfo . La Regola , o idea ella è V u-
nità della Natura ; la qual fottratra ,
difturbafi l* adunamento , e ’l confenfo
delle parti , e de’ moti ; onde la Natu-
ra in molte, e varie parti, e in molti,
e difeordanti mori fi frange fi difper-
de, che nulla producono . L’ unità del-
la Scienza, e dell’ Arre è egli il potere
di Natura: il qual tolto, la comunica-
zione, o inclusone s’interrompe : dal
che 1* Arte , e la Scienza in molte , e
varie idee ^.cogitazioni fi fmhiuzza ,
• che nulla conofcono, ne formano. Ma
tuttavia. è da notare, che 1* edere , c *1
potere della Scienza ,e dell’Arte, quan-
tunque egli è foftanzievole , e natura-
le, cfler dee nondimeno inclufivo , pe-
netrevole , e Iuminofo: che altrimcnte
la Scienza , e l’ Arte con edere , e con
po-
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di maraviglie
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DELL’UOMO. 225
potere impcnetrabile,ed efclufivo ofcu-
re , e cieche effe r ’dovrebbono fenza_,
fallo. E per contrario la forma, o rego-
la della Natura , quantunque ideale ,
tuttavia effer dee impenetrabile , ed
efdufiva : perchè altrimenti la Natu-
ra , con regola , o idea penetrabile , e
inclufiva , effer dovrebbe lucida , e in-
telligente . Dal che fi viene a (cernere
nel naturale Univerfo due grandi ma- nella Natura, . :•••.' ■
raviglie : 1* una è , che 1’ effere della»,
natura è reale, foftanzievole , pieno , ■ “ ,
potente, ed è infieme tutto Ideale, or-
dinato, e ragionevole: l’altra è, che»,
l’Idea, o regola della medefima , che è
delle naturali cofe direttrice, e mode-
ratrice, è pure nulladimanco infenfata ,
c cicca. Adunque nell’ Arte, e nella».
Scienza e’ ci ha Natura con effere , e
con potere penetrevole, e luminofo: c
nella Natura a rincontro e* ci ha Scien-
za , ed Arte con regole, e Idee cicche,
e tenebrofe. La Scienza , e P Arte fo-
no cileno in lomma una Natura intel- intelligente ,
ligente: e la Natura è una Scienza, ed e I* Natura è
Arte cieca. La Scienza, e l’Arte adun- cieca!'™ 2 *"*
que producono innumerabili forme», ,
F f quel- > • >-
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‘^Otflrtaset-by Coòglr^
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22 6 DELL’ ANIMO
quella fcientifiche , c quella artificiofe,
con edere, e con potere penetrevole ,
lucido, inclufivo.E la Scienza coll’Ar-
te, non vuota, vana , fpoflata , fantafti-
ca; ma è reale, vera, piena, collante ,
poderola , per edere , c per potere di
reale follanzievole natura: nel che l’E-
ternità della Scienza , dell’ Arte , e del-
la Legge è locata : la qual cola , dopo
"lunghi contraili, e’ non han potuto net-
tamente difpiegare i Volgari . E la Na-
tura non è ella informe , irregolare^*
difordinata ; ma è formofa , ordinata ,
diritta , per idee , e regole di verace , e
falda Scienza, ed Arte : nel che la fem-
piternit'a dell* Univerfo è ripolla , che_*
gli Epicurei intendere giammai non-,
han voluto. Quel che al prefente rile-
va è , che con quanto ho detto della.»
• Natura , e degli àTtrf due principi , io
fon venuto a dimollrare , che le ordi-
nate , e ragionevoli operazioni della^
Natura particolare degli animali bruti,
come quelle della Natura univerfale ,
deono poter provenire da principio in-
terno di Scienza, ed Arte cicca .
? E perchè il maravigliofo potere del-
le
\
DELL* UOMO.
le idee cieche , che alla Natura abbia-
mo attribuite, finalmente tutti ricono- P!ìt fpezie
lcano; egli è da notare, che oltre alle ^^ orme
forme reali delle cofe, che già fono in
eletto, e fono a’fenfi nortri manifefte,
e vi ha altresì delle forme ideali , che-
così appelliamo , divife in tre diftinte • -
Jpezie, o più torto in tre ufficj diverfi.
Il primo egli è dell» ideali , come lor di-
cefi plaftiche , dalle quali generalmen-
te a formarli, ed efplicarfi vegnono le
reali . Quello genere è egli principal-
mente riporto, e chiufo nel feno degli
elementi ; onde nella prima origin lo-
ro , Erbe, e Piante , e Animali ufeiron «
fuori alla lucè : ed al prefente ancora
non di rado ne avvengono novelle pro-
duzioni . E in fecondo luogo le mede-
lime ideali , nelle fortanze delle cofe-
per tutte le fpezie elle ferbanfi invol-
te : donde ogni cofa può produrre il lì-
mile, e propaginar la fua fpezie. Il fe.
condo genere è dell’ ideali , cui noi di-
ciamo lignificati ve , che fpiccanfi dagli r&jt
obbietti, e a rapprefentar vegnono a’ V Maini-
iioltri lenii tante varietà di colori e di rettrici f ono
forme , quanti già ne veggiamo . Il ter- tt
Pi • Ffa zo,
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r •
2*8 DELL* ANIMO
zo , che fa al propofito , è dell’ ideali di-
?** rettrici fopra tutte 1* altre di fommo
valore, e pregio, che il fovrano uffizio
hanno elle di reggere i moti, e le ope-
razioni . La Natura di tutti e tre quei
. ! generi d’ Idee eflfer dee fornita: del pri-
mo, e fovrano delle direttrici ; affinchè
i movimenti fieno regolati, profittevo-
li, e fruttuufi: del fecondo genere del-
le plaftiche; affinchè le forme, o fpe-
zie delle cole fieno durevoli , utili , e-
gradite : e in fine del terzo delle figni-
ficative ; per fomminiftrare al fenfo ac-
conce lignificazioni , ed efpreflìo ni , on-
de fi promuovano le operazioni, e le—
comunicazioni delle particolari nature
infra di loro fi compiano. E ritornando
alle direttrici, è affai ragionevole pen-
famento,che cotali Idee ne’ corpi Ce-
lcfti , e ne’ loro fiti , ed afpetti , c mo-
vimenti fien ripofte . E non per altro ,
che per quelle tre Idee moderatrici è
da credere , che il Mondo , magnimi-,
KtlU Kd Animai fu da Platone appellato. Nella
tuv * fenf uale particolar Natura del fenfo e’ ci ha_.
ètuualapcr • fut t; a perfezion della Natura Univer-
si 0 * natU " fale *. Oltre al fommo potere, ed al per-
fetta
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D 3 LL* UOMO. 229
fetro concilio de’ principi coll’ idec_,
plaftiche , e fignificative , avvi anco-
ra la fovrana regola delle idee diret-
trici per Io governo della vira. La Na-
tura fenfuale ella è (opra tutte le cor-
porali nature perfetta, e Copra tutte lì
avanza ad imitare la Natura Univerfa-
le: ficcome V Uomo,’ nel quale tutto il
filloma del fenfo , fornito d’ ogni ma-
niera dMdee, egli è oltre ciò governa-
to dall’ Idee lucide ragionevoli , Copra
tutte le terreftri foftanze rafTomiglia_,
1 ’ Univerfo me de fimo illudrato dall’ in-
telligenza della Mente Unìverfale . Or
poiché è neccflario , che negli Animali
bruti vi fin (ufficiente provigione d’idee
direttrici ben ordinate ; per qual ca-
gione e’ vi richieggono di vantaggio il
reggimento delle cognizioni ? Non fo-
no forfè l’ Idee cieche direttrici bade-
voli a moderare 1’ arruolo moto del fea-
fo ; e fecondo i movimenti interni , o
fecondo l’eftcrne lignificazioni , non_»
fono elleno valevoli a produrre quelle,
e quelle ditcrminate operazioni ? Co-
me potranno- le plaftiche idee diftribui-
xc il chaos della Materia fcminale,, e-,
reg-
230 DELL' ANIMO
reggerne i moti per generar erbe , ed
alberi , ed artificiofiilìme forme di Ani-
mali ; e non varranno le direttrici a__.
moderar l’azioni, e i moti fcnfuali per
confervare la vita^E egli per avvenru-
ra il fatto della confervazione della vi-
merzio tra ta P*u ingcgnofo , e piu artihciolo del-
jiicbe ? 7 e f° rrnaz ' one medefima ? Egli non ci
ideejìlnifi- ba tra quelle due fpezie d’ idee di-
eative. rettrici, e plaftiche , fomiglianza , e_
comunicazione, e commerzio si fatto ,
che l’impreflìoni talora delle plaftiche
' ■ pervengon fino al fovrano feggio delle
lignificazioni, e direzioni, e quivi figni-
’• ficative, e direttive divegnono ; ed al-
lo ’ncontro le figure delle direttrici , e
lignificati ve difcendono giù al luogo del-
le generazioni , e per così dire, plaftico
- w ingegno, e potere acquila no ? Siccome
la mafia dellgk^a*e*i*,dà*i»m così, ge-
netliaca, è egli un indigefto , e confufo
chaos, e in certo modo indifferente, e
indeterminato , che'' nondimeno l’idea
plaftica diftingue , dirermina , e forma
fino a perfetta generazione; così il mo-
to fenluale è propriamente indetermi-
' - nato, e indifferente, e come confufo, e in-
A-'
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V
• *
DELL’UOMO. 231
digefto chaos,che tuttavia 1* idea diret-
trice dee poter diftinguere , e formare
fino all* intero governo del vivere ani-
malefco . Egli è fopra ogni altra cofa
da por mente, che il moto del fenfo è
della più preziofa.,e più agevole mate-
ria; ed c il più vigorofo, ed efficace tra
tutti gli altri, Tempre pronto, e fpedi-
to , ed operante: e che 1’ idee direttri-
ci del medefimo fenfo fono vivaci, ed
efprefle, e ben ordinate, e compiute ;
cioè per diftinta , e lunga ferie fono in
sì fatto modo compartite , che da cer-
te più ampie, e generali, che in una_,
prima , e principale , ampliffima , ed unr-
verfaliffima idea fono accolte , tutte l’al-
tre minori procedono; e quefte medcfi-
me infra di loro 1* une dall’ altre , da
quella prima comuniffima idea fino all*
eftreme, e particolari ordinatamente di-
pendono . Òr egli efleiido nell’Anima-
le, da una parte quel virruofo, e per-
petuo, e univerfal movimento; e dall*
altra quel ben fornito , ed ordinato reg-
gimento di efficaci idee ; qual’ altra 'co-
fa fia uopo , perchè l’animale poffa^
agi’inrerni incitamenti del fuo corpo ,
w ed
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A
mi •* ?
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rJj-
232 DELL’ANIMO
cd agli efterni de’ corpi circoftanti re-
golare le operazioni, di che la vita ab-
bifogna ? Siccome fciocchiflìmo penfa-
mento c* farebbe di chi alla virtù fen-
iuale , altra forza d’ altra potenza ag-
giugner volctfe, per muovere l’ anima-
le ; cosi ugualmente , a mio giudizio,
vaneggiano coloro , che all* intera ,
perfetta regola fcnfuale , altra regola
d’ altro ingegno vogliono fopra porre-.
JtJèZjòT* P er governarlo . Il fenfo è vigorofa vir-
tù motrice, per idee cieche direttrici,
valevole a produrre ordinate , e pro-
fittevoli operazioni . Quindi raccogliefi
bene effer dovere, che 1* animai bruto,
che è indocile , nafea addottrinato di
quanto ha a fare per fua difefa : e per
. * contrario 1 * Animai ragionevole, che è
docile , imperito , ed indotto de’ Tuoi
f affari e’ convien chfc nafea al Mondo ,
Poiché ridec del Bruto e’ fono corpo-
Ter qual co- rali , e cieche ; deono elle con tutto
rottone- 1’ apparecchio della materia, c con tut-
vnie rufea in- to il lavoro delle forme infiemementeT
dotto, effer trafmefTe per via di generazione:
, Siccome l’ idee genetliache, di fimil fat-
ta, tanto nell’Uomo quanto negli altri
DELL’UOMO. 233
animali , non per difciplina fi appren-
dono , ma bene per naturale operazio-
ne fi fommimftrano . E poiché tutte.»
ridee dell’ Uomo fono lucide , elle di
neceflìtà colia luce delia cognizione,
T una dietro all’ altra , e dall’ altra l’una
efplicandofi , crefcer deono a formare
la feienza . Per rimontare ali’ altezza.»
de’ primi principj , di che largamente
nella fuperior Difputa fi è favellato, la.
Mente è ella in fe , e con fe medefi-
ma , ed è in fe , e con feco operante :
il perchè 1 ’ Uomo di Mente dotato ,
a quella guifa operando ,- fe medefimo
infegna o nella Mente univerfale , o
nella univerfal materia , da’ particola-
ri a gli universali , e da quelli a quel-
li discorrendo ; e in cotal modo arti
inventando, ed esplicando Scienze, ed
iftorie teflendo . Ma il SenSo cicco ma-
teriale , da ogni altra coSa e in Se , e
per poco da Se fieflo diviSo, e* non può
fermamente in Se , e con Se operando ^
come fa la ragione dell’ Uomo , inse-
gnare Se medefimo : e perciò con tutte
1* altre forme, ed operazioni , e lavori
materiali , unicamente per gencrazio
G g ne
234 DELL’ANIMO
ne efler dee formato, ed idrutto . Er-
Erme de * rano b cn dj m olto i Volgari , che vo-
ogc,u ' gliono l’animale addottrinato per qua-
Erroredìal - lunque cognizione . Errano eziandio
fan/ *• c<jt- coloro , che il vogliono per le fole_.
tejmi. fignificazioni , ed azioni degli obbietti
edemi : e imprendono con infinito af-
fanno a particolareggiarc il come , e’ 1
perchè di cotal materiale difciplina.
Ne la cognizione de* Volgari è necef-
faria ; ne, diciatti così , la difci piina .
delle edcrne fignificazioni bada de’ Car-
tcfiani . 11 folo potere delle idee cieche
con quel procedo , e con quell’ intreccio,
che detto abbiamo, che fornifea l’ ani-
male di una intera feienza , ed arte_.
materiale a produrre tutte le ragione-
voli operazioni animalefche , e a più
maravigliosì_ ingegni loro, può certa-
mente badare . Al che fe fi aggiunge,
che cotal feienza, ed arte cicca , nella
più nobile porzione della materia è im«
preda dalla Scienza , e dall' Arte divi-
na , che come la natura univcrfale , co-
sì la particolar natura degli animali ab-
bia a quel modo formata ; allora la_*
dottrina a tanta chiarezza perviene^,
. che
J V
DELL* UOMO. 235,
che ad intelletti fani non lafcia niun
luogo a dubitare . Adunque per giu-
gncre a vedere il fondo di quella dot-
trina, eh’ c la divina origine, fi dee più
oltra penetrare fin nella prima origine
delle idee : il che faremo prettamente
con un folo argomento , che ritrarre-
mo dalla precedente Difputa della Men-
te, e della Materia . E in vero quan-
ti argomenti noi abbiamo addotti per
dimoftrare l’ immortai natura della». ^ 9 ee ‘
Mente ; o dalla chiarità, e lume dell*
idea ; o dall’ ingegno penetrabile , ed
inclufivo ; o dall* imìftobffTrfr-y’ c co-
ttanza ; o daH’ univerfalità , ed ampiez-
za ; o dalla necctfità , ed antichità , .M
dal primato, e principato della mede-
fima : tante volte noi fiam venuti a»,
dire , che 1’ idea ella e intrinfeca , e
propria, e come eflenziale alla Mente;
non già accidentale , forattierà , ' ed
eftrinfeca . E fimilmente quante fiate
noi abbiam dimoftrata la cecità , ed in-
fenfatezza della materia, o dalla pro-
pria e chiara, e diftinta idea di lei ; o
dalla natura impenetrabile, ed efclufi-
va; o dalla mobilità, e mutabilità del-
G g 2 la
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* .• . ’ • t*'
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' * V
236 DELL 1 ANIMO
la medefima ; o dalla parricolarità ; o
dalla novità , e contingenza ; o dal di
lei edere inferiore, fuggetto, c dipen-
dente : con altrettanti argomenti noi
fiam venuti a conchiudere, che l* idea ,
o forma ella; c alla materia acciden-
tale , eftrinfeca, e impropria ; non già
intrinfeca , propria , e naturale . Per-
ciocché fe T idea fofle ella con tutto
ciò della mente , impropria , ed acci-
dentale , ed eftrinfeca , provegnen-
te in lei da foraftiero principio ;
allora per certo la Mente per pro-
duzioni cfternc , e non mica per in-
terne verrebbe a parteciparla : c in_r
cotal guifa ella farebbe diflolubilc- ,
e mortale , e impenetrabile , e cieca.
Ed allo Scontro , fe Y idea , o forma
materiale fofle alla materia intrinfeca ,
e propria per virtù d’ interno princi-
pio ; fenza dubbio allora in lei fi rin-
verrebbe P idea per interna produzio-
ne t con che la Materia verrebbe ad
edere invariabile , e incorruttibile , e
penetrevole , e fenfata . Con quella
robuftiflima , e Iucidiflima dimoftrazio-
ne già noi abbiane provato di ne-
i . V cef-
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%
D ELL* UOMO. 237
cediti ogni idea proviene dalla Men- dìo ^ n ^. e
te : e per confeguentc , che c im polli- # idee è
bile , che niuna idea proceda dalla Ma- Mente SoU.
tcria , onde s’ intende che fonte , c prin-
cipio di tutte l’ idee, non folo mentali,
ma altrefi materiali è te Mente fola.
Dal che la più chiara , e più ampia—,
feienza vegniamo ad acquiftare dell’auto-
rità divina : te quale con tutto il di-
fagio del propodo ragionamento noi
non vogliamo a niun parto lafciare ad-
dietro . Adunque fe la Mente è unica,
e fola origine di ogni forta d* idee ;
egli è certo , che tanto le .{mime idee,
o forme plafliche d’ erbe , d’ alberi , e
d’animali ,e d’ altre fpezic, quanto l’idee,
o forme de’ primi , ed ampj corpi delL
Univcrfo , e di erto (Jnivcrfo , non-,
altronde che dalla Mente deono poter
derivare : e parimente cosi V idee , o
forme direttrici nella particolac Natu-
ra fenfualc per governo della vita ; co-
me le fupreme forme direttrici della-.
Natura Univerfale ne’ lìti , nelle ma-
gnitudini, e ne* regolati moti celcfti , e
negl* ingegni matematici di numeri ,
mifurc , c peli ripofte , dalla Ment"
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2?8 DELL’ANIMO
, • mcdefima debbono immediatamente
procedere . Ed in ciò egli è ben latto
éeU’Vom* avvcrtire » che la Mente deli’ Uomo
la Materia da una parte; e la Materia univerfale-*
jeZnoUtrfn- ^ a ^ l{ d rr3 > cileno amenduc affettano il
creato . primato, e’1 principato dclfc cofe . La
Mente dell’ Uomo per 1’ indifiolubil
m ncflTo della penetrevole , e comuniche-
vole identità, per la quale in alcun mo-
do ella da fé procede, c in fé ritorna,
e in fé ripofa; avendo principio, mez-
zo, e fine infeparabilmente connetti in
una indivifibile, reale unità; e per l a .
quale è ancora a Tuo modo proporzio-
♦ nevolmenro ampia , ed univcrfalc : e la
materia per la fua ampiezza , ed uni-
verfaliti , onde ogni efifere del fuo ge-
nere abbraccia , c contiene ; cd onde * ^
in alcuna gnifa , una , penetrevole, e co-
municante f! fa vedere . Perciocché a
fondare il fourano primato , e principi- t
to dell’ efifere , due cofe infieme concor-
rono ; Luna è I* identità , che invinci-
bilmente unifee tutta l’ettenza , o fo-
flanza, e tutta in ogni parte rendela a
-fé medefima infittente, e prefente: l’al-
tra c l’ ampiezza , e contenenzjuwrit'er-
fale,
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*
DELL’ UOMO. 239
fale , che ogni eflerc dentro di le di -
ogni genere largamente comprendevi
anzi primato, ed univerfalità e’ paioli
di eflerc una medefima eflenza ;
l’ univerfalità per efler prima, e (bura-
tta , ella è uopo , che all* ampiezza ag-
giunga r identità de’ principi ; che il tut-
to alle parti, e quello a quello infepa-
rabilmente connettendo, arrechi verace
contenenza - E così eziandio Identità,
c primato pajono flmigliantemente una
fola cola ; ma e* fa di meftieri, che l’iden-
tità, col neflo infolubile dell’ eflenza_.
abbia infleme la contenenza. ili ogni ef-
fere, per efler perfetta, prima, e po-
derofa, e con perfezione, pienezza, e
potenza efler prima, e fourana . Orla
Mente deli’ Uomo per I* identità de*
principi, che feco adduce alcuna uni-
versità : e la materia mondana per
1’ univerfalità , che pare aver fe.co al-
cuna comunicazione, elle, come dice-
vamo, ambiscono il principato delle co-
fe appreflo degli Uomini ftolti . Dal
che begli nella Fifiologia Torta l* opinio-
ne dell’ eternità del Mondo , e quella
dell’ autorità , e del potere della Fortu-
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2 4 o DELL* ANIMO
na , ed ogni altra Scempiaggine, che fa
produzione delle forme ideali, e reali,
umane , e mondane fottragge all’ Idea
divina : ed indi altrefi nell’Etica c egli de-
rivato il pregio del fallo , dell’ utilità ,
e del piacere, che colle frodi , e colle
violenze introducono nelle Civili focie-
tà la peftilenziofa Tirannide . Ma l’una,
e l’altra nell* intelligenza de’ dotti da
quelle alture nel più infimo luogo, cia-
fcuna del fuo genere fono fiate ritrai
te ; conciolfiachc la Mente dell* Uomo
fenza la vera, e piena univerfal conte-
nenza c ella rifirctta, e circol’critta da
ogni lato , minuta , angufta , povera ,ed
impotente, c di minute, c varianti, e
caliginose cogitazioni , e idee fol pre-
veduta : Sebbene ella per forza della r
penetrevole identità , e lumi , e Segni
della Mente uTTiVeffale , e dalla uni- .
verfal materia ricevendo , può b<
da quelle angufiie ufeir fuora , e
latarfi , e arricchirli con ifeienze , ed
arti . E la Materia Spogliata di ogni
idea , rimane disordinata , difforme ,
immobile , (poflata del tutto , ed infrut-
tuosa : e Solamente col potere 4 e. «oli*
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DELL’UOMO. 24 1
ingegno Mentale può ella, forma, ed
ordine, e bellezza, e forza acquifere
Così la Mente dell’ Uomo , 1* uni verfai
eflere e fapere , che è 1» ogni eirere , c
ogni fapere , fuori di fe avendo ; e di
la fatta accorra di edcr ella piccio-
ni porzione , e fottil produzione di
quell ampia umverfalità ; e la Materia
avendo fuori di fe ogn’ idea, che è ogni
ingegno , e forma , ed arte ; ben ella lì di-
moia e/Tere una partecipazione , ed un
limuiacro delia verace prima univerfal
torma. Con che elleno, non già il va- Doppio».
no lantafima del loro fa4fo pnncimrn «omento del
che creano nel fenfo degli ftolT; maj
del vero principato della fovrana Men-
te divina, doppio, rubufto,e luminofo
argomento fom mi ni Arano; quella colla
cognizione , e quella colla fignificazio-
ne : quella col conokere, indiritta ver- •
fo 1 ogni fapere , ed ogni elTere , onde
procede; e quella col lignificare, addi-
tando il medelimo ogni elTere , ed o<mi'
fapere, onde è formata . Finalmente °fe
dalla natura penetrevole mentale , Ia_,
perfetta cofpirazione , e totale indido-
lubile comunione , ella ogni difetto , e
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2 4 i DELL* ANIMO
vacuità» e difordine» e tumulto» c de-
formità» e infermezza , cd ogni inutili-
tà, e danno sbandifee » bontà » pienez-
za , potere , Capere , e con erti ogni frut-
to , ed ornamento Ceco arrecando da»#
una parte ; e dall* altra fe nell’ erbe , e
nelle piante , negli animali » ed in ogni
altra corporale fpezie, cogli occhi del-
la fronte e* fi. vede cotal perfetta cofpi-
razione , e comunione con tutte quel-
le virtù, e bellezze: e nell’ Uomo parti-
colarmente tutto il corpo organico con
ogni fila parte feorgefi ordinato all* in-
veftigazionc , ed al profeguimcnto del
vero, c del bello» £ nell’ Univerfo al-
tresì nel corfo regolato , e collante »
negli fplendor» della luce » nel potere
della formazione , c in quello della fi-
rnificazione, nell* infinità delle forme
reali, che opefàn ò*7'c felle ideali, che
lignificano , egli è apertiflima » e luci-
didima cofpirazione , e comunione con
ogni bontà, e belleza,e utilità, e uber-
tà, e dilettamento; fe , dico , tutto ciò
è vero , come fermamente è ; ficcome
vedefi per quello dalle cofe difcacciata
ogni vacuità di edere , che è il nulla ;
DELL’UOMO. 243
ed ogni difetto di configlio , che è il
cafojcosì con indicibil chiarezza l’ogni
comunione perfetta della mente fcer-
nefi ancor chiaramente lignificata . Di
cotali comunicazioni, e fignificazioni ,
onde è l’ Uomo d* ogn’ intorno cinto , e
delle interne comunioni , e lignificazioni
del proprio edere, e del proprio fapere,
egli è ccrtiflima produzione V Idea di
Dio ,che il divagamento , e divi/ione de’
penfieri, e ’l tumulto , e lubricità degli
affetti ofcurano, e cancellano fino all*
infano Ateifmo, che come più fiate è
per noi flato detto, è dpiù cupo.abbiL
fo dell’umana ignoranza , Ora per ri-
metterci in cammino , quello danno an-
cora inferifcono alla fcienza quei , che
per 1 * ordinate operazioni degli Ani- •'
mali bruti, non contenti delle forme , fue cegni
o idee materiali direttrici, di vantaggio ӣ> pjcurala
vi richieggono la cognizione : quella fffi^, az '° ne
illuflre fignificazione divina della divi-
na autorità ofeurando non poco ; co-
me fa altresì chiunque T idee direttrici
dell* Univcrfo non riconofce . Percioc-
ché le forme direttrici , con più fret-
to, e più certo xommercio elleno fon
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244 DELL’ANIMO
i . * coll’ idee mentali congiunte , che gli al-
tri generi d’idee e’ non fono.
Ma come per ifpaventare i Volgari
abbiam dimoflrata 1’ origine dell’ idee
-*v fuori della materia; perchè non ofeu-
rino la fignificazione del principio di-
vino: così per allettargli ,dobbiam cer-
care dentro della materia il fubbietto
Qual fatte delle medefime ; cioè in qual parte fi
fìa alle ìdet_~, trafmettano , e imprimano: affinché aa
fììi acconcia • quella parte ancora la virtù, e ’l pregio
dell* idee cieche , che non poco rileva
alla prefente deputazione , meglio fi
ravvili. E non è da dubitare , che quel-
la porzion della materia, che pereftre-
ma fottigliezza , e finezza è più pieghe-
vole, e vigorofa , e’ non fia e più fe-
guacc a ricevere, e più tenace a rite-
nere , e più robufta a propaginarc le»,
idee. Quella in fbmmà,che per l’egre-
gia dote della penetrabilità , ( che la__*
materia in quel modo può avere , che
noi più volte abbiam dichiarato; e per-
chè la materia più alla virtù della na-
tura mentale fi avvicina ) P •impreflìon
dell’ idee , e dal centro alla circonfe-
renza per tutte le linee ; e dalla cir-
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Modo della
DELL’UOMO. 245 ^2
conferenza al centro per ogni verfo,ad
ogni fua parte comunica : come noi veg-
gio mo bene 1* aria , 1* idee de* Tuoni
d* ogn* intorno moltiplicare; c per lun-
go tratto condurre fino a gli orecchi :
e la luce, le varie forme, e varicolo-
ri per diritte lince decorrendo appre-
ttare agli occhi de* circolanti . Ed è da fropagazìone
fapere , che non già quell’ aria medeli- fumile dei
ma, che dal fonoro iftromentoè imme- colon»
diaramente percofla, e modificata, con
quella impreflion medefima fi conduce
al termine ; ma quella prima all* altra
che iegue dappreffa^ e^jjufilLLpoi aU’al-
tra parte dell’ aria, che indi Tuccede ,
c così di mano in mano l* una all* al-
tra con nuove , e nuove moltiplicate
modificazioni fimiglianti, la comparte;
e fin là, dove i Tuoni udir fi Togliono ,
largamente fi elle n de . E fimilmentc.*
non quella medefima luce , che Tul fron-
teTpizio degli obbietti fi colora , e fi-
gura , fino a gli occhi traTcorrere de* ri-
guardanti ; ma una parte all* altra , e.,
-1* una dopo l’altra , con moltiplicate.*
fucceflìve produzioni la comparte , e
la traTmette fino a quel termine : dal
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246 DELL* ANIMO
che vie più fi fcerne la maravigtiofa
forza dell’ idee . Oltre a quello è altre-
sì degno di ofservazione , che como^
1* efterno aere e’non penetra dentro ne*
timpani dell’ orecchio ; ma ivi perve-
nuto, all’interno aere ei comunica la
fua modificazione; così parimente 1’ e-
Aerna luce ella non è già fin dentro
degli occhi fofpinta a modificar la re-
tina ; ma nel congiugnerli coll’ interna
luce, onde gli occhi fono ricolmi, vien
quella a modificare , e figurare , fecon-
do che ella è modificata , e figurata. E
Sentimento q Ue ft 0 £ a mio credere . il verace
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'SwS- fentimento della Platonica openione ,
che nel concorfo della luce del Sole
con quella degli occhi , 1’ atto del ve-
dere fia da riporre . Nella medefima.»
guifa e’ fi dee credere , che negli Uo-
mini , e negli animali bruti , non mica
quelli medefimi fpiriti con quella ftef-
fa impresone di cognizione , o di fen-
fo difeorrano , o fino al cuore a pro-
durvi gli affetti ; o fino all’ efiremità
delle membra a fufeitarvi i moti; e vi-
cendevolmente dagli (tremi delle mem-
bra modificati , fino al celabro e’ritor-
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DELL* UOMO. 247
nino a fvegliarvi le ufo , o cognizione ;
ma più tolto, che da un capo all’altro,
non in altra maniera qualunque modi-
ficazione fi diffonda, che per virtù del-
la penetrevole materia , fuccelfivamen-
te d’ una in un’ altra parte di fpiriti ,
onde tutto il corpo abbondi , moltipli-
cata, e propagata .Imperocché ficcome
è il Cielo di aere , e d* etere ripieno ,
e di luce, che da per tutto è in perpe-
tuo atto, e moto ; così il corpo dell*
animale della fpiritofa foltanza è tutto
in ogni fua parte irraggiato , e con pe-
renne vigorofo atto-, e mo vimento ope-
rante. Il qual penfamento,(ee più ac-
concio a Spiegare la maravigliofa co-
municazione delle cognizioni de’ len-
ii , e degli affetti; e in particolare il fu-
bito momentaneo contentò , con che-
V imperio della, .volontà fecondano i
movimenti de* membri; ed all 1 incontro jfilg» incoi -
a’ fenfi nelle membra fufeitati rifpon- rjffondenzcu,
dano i penfieri , e gli affetti: e fe è egli
più atto a fpiegare la mirabil propaga-
zione delle figure , de* colori , e de* Tuo-
ni in tante parti, e in tanta diftanzaje
iu ifpczieltà 1’ incredibile velocità del-
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ì 4 8 DELL* ANIMO
le illuminazioni, e figurazioni delia lu-
ce , che non fa la comun volgare ope-
nione ; e* non dee già niuno offendere
la novità delle cofe. A quella guifaor
dimoflrata 1* origine , e la virtù, e le~,
varie guife dell’ operazioni ideali , noi
fermamente abbiamo refa più accette-
vole la fentenza , che per le fole idee
direttrici , fenza niuna cognizione , fi
governi la vita degli animali bruti.
Pure , come per l’ ingegno , e lume
delle idee direttrici abbiam moflrato ,
poter la materia avvicinar^ al fapere
della mente: così d T altra parte , alla_»
poteflà della mente medefima poter el-
la farfi dapprefTo col vigore del moto ,
conviene che dimoflriamo. E adunque
uopo , che ritorniamo all* Ariflotelica
definizione del moto : la quale intera-
mente fpianancknp' vcrrenTo a conofce-
re da una parte 1* atto della mente ,
che c la cognizione; e dall’altro l’at-
to della materia, che è il moto: e ’l po-
tere deli’ una natura, e dell* altra ;
dell’uno, e dell’altro atto , che dirit-
tamente va a toccare il nodo di que*
fla difficile Quifiione. II moto, dice-u
quel
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DELL’UOMO. 249
jquel Filofofo, egli è atro di ente iiu.
potenza, in quanto in potenza: diffìni- Defittiti**
«ione, come noi già dicemmo , dcrifa c "
• da moderni Filici , ma che in più , e di-
verfe maniere interpetrata , alti spro-
fondi fenfi difeopre, che la coloro leg. *
gerenza, o feempiaggine ravvi farvi non
ha potuto. Noi l’ altre cofe , che po-
tremmo addurre, ad altro uoporiferva-
te, due fole ne feerremo , che a fu pe-
rare la malagevolezza , che abbiamo
innanzi, crediamo più opportune . Pri- Prima /*.
1^3, il moto non è una particolare e r P e,raz 'mn*
diterminata mutazione a produrre- #£!%£.
quella, o quella diterminata cofa, che nizione *
qualificando il fubbietto , il termini ,
e ’l compia in alcun modo ; ma così
?gl.' £ ? tto » e c °sì ( diciam così ) attua
il lubbietto; che altro movendo non li
faccia, ed altro non fi polTa dire , fe^
non che quello fi muova , e fi muti ge-
neralmente . Il moto e* già non è di
quella fatta di modi , o qualità , chc^
con qualificare , o modificare f compia
in elTere il corpo movente ; ma egli
avviene all’ente già perfetto, e com-
piuto, ed attuato con ogni atto , e per- £
I i fe-
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-250 DELL’ANIMO
lezione , e compimento del Tuo eflerè':
il qual eflere perciò e* non è in poten-
za, che al moto foloy cioè a mutazio-
ne, e variazion generale, che altroché
mutazione, e variazione e* non fia.On-
de avviene eziandio, che in qualunque
modo, e quantunque muovali il corpo ,
Tempre e’ rimanga libero, e fpedito , e
in potenza a muoverli più oltra in in-
finito. La mobilità adunque ella non è
certa, e diterminata potenza a quello,
o quel certo , e diterminato atto . Il
di lei atto non è tale , che così ne di-
termini Tinfinità , c T indifferenza ; che
in oltre altro atto , ed altra dttermina-
zione , e perfezione e’ non li abbia a»,
ricevere . La mobilità non h potenza à
produrre, o operare; non è a ricevere
nulla , o patire ; non è ne attuofa , ne
paziente mmi*— * tì iiffr» tua' bene ella è
ima potenza generale , ordinata ad un
generai atto, che attuandola; tuttavia
nella fua capacità , o poffibilità ancor
la (èrbf. Quello è egli effe re in potèn-
za, in quanto potenza; onde Arinote-
le con profondo acume potè dire ciò
che dille del moto in quella dWfinizio-'
- . - ne
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DELL* UOMO. 2jt
ne. Secondo, la mobilità ella è pura_.
potenza; cioè tutta potenza , ignuda, e
caua di ogni atto* Nella materia e non
c virtù , o p.ofTanza alcuna al moto ;
perciocché ella non può muovere f^*
medefima : non può a fé rivolta fopra
di fé niuna azione adoperare per tutti
gli argomenti, che nella prima parte della
Difputa allegammo. Adunque eziandio
in quello lenlò la mobilità, e potenza»
in quanto potenza -, cioè eftrema » mera»
e pura potenza < Dal chefiegue oltre
a ciò , che alla mobilità l* atro del mo-
to così fo.pravvog»o.f che tutto a Lei
eftrinleco , ed eftrinlecamente modifi-
candola » niente d’interno alla foftanza
nel fuo genere già perfetta aggiugnen-
do, il Vuoto» e 1’ indifferenza » e l’ in-
finità della pura ,e mera porenza giam-
mai fini fica di fatisfotte. E non è cote-
fio il medcfimo,che dire coll’-Arifiote-
lica acutezza , che ’1 moto è un atto
dell’ente in potenza» in quanto poten-
za ? Qel dialettico raddoppiamento nel
primo calo , dalla mobilità e’ ricide
ogni differenza, ed.ogni diterminazio-
nc ; e 1’ eftcnde,ed allarga fino aduna
«***»< 3 1 « AS® - g*-
w
DigTtized by Google
• „ '
Iji DELL’ ANIMO
generaliflìma potenza : e nel fecondo,'
alla mobilità foglie ogni atto , ed ogni'
perfezione , inlino ad una fottiliflima ,
' e fparutiffima poffibilità ? o capaciti'
v “ 0 »n<lola affitto. Quanto noi fino n
tenzas qual l ] u * abbia» di vitato del moto, e del-
(à materia mobile , egli èrtotto per etra-'
ttario della cognizione , e della Mena'
te. E’ non è la virtìr, o facoltà di co*'
nofcere pura ; e mera pottifeaftidn è
tutta quanto ella i , potenza vuòta di
ogni atto ; ma è poderofà , vigorofa *
attuofa. Nella me nte cita ci ha virtù .
« T>otete^tffa-cggn^ ìzrònKéT Bà r » l tW l IH 1 ! g
medefima maravigliofe forze a conofce?
re. Imperocché fa Mente puo^lla a fd
medefima rivolta, fopra di fé ogni fu a
azione adoperare : ficco me fopra noi còti 1
altrettanti argom enti abbia m dimoftra.’
^ > coniQqj^iioMjfrt( l pf73^5TPa Ja yacjjj.'
tà*#Plffipotenza della materia . Siccome
la cognizione, non come il moto della'
materia è atto di ente in potenzi , in
guanto potenza . La cognizione non è*
eftrinfcca , ma intrinfeca alla foftanza
mentale , e intrinfecamente la termina ,
e compie ; eflfere , e forma , e perfezionò *
in lei rifondendo . Da qucikTnfigne 4
dif-
Digiti;
DELL* UOMO. 255
differenza della mente , c della mate-
ria , della cognizione, e del moto e* fi
viene con Comma chiarezza a conofcere
da una parte il Covrano edere della men- cognizione
te pura ; e dall’altro , l’infimo edere della Ù
pura materia. Imperocché nella totale
acuità , e impotenza della materia e’ben
li ravvifa la Cuggezione ,la dipendenza ,
e Peftremo biCogno ,che ella ha di ede-
re moda , variata , e figurata : e per con-
feguente la Cua natura vuota di ogni po-
tere, e d’ogni atto , e luce mentale. E
nella virtù della Mente, che ella ha di
muovere, e for ma n e c ornare Ce fteC-
fa, e’bene fi riconoCce la Covranltà, e Pin-
dipcndcnza , e la pienezza , c ’1 potere di
<42
ja
V
«
»
a
formare, ed ornare : e feguentemente 0 ndejìco-
l’ integrità , e purità della medefima da nofea i' orai
ogni contagio, e fozzura, e infermità ma-
teriale.Siccotnc con quella totale impcr- l’onnipotenza
e • if l ’ • -
fczione , e debolezza della materia e* ve- Mia Menu
defi altresì congiunta 1* ogni podibilità, o
paflibilità ad efier moda , ordinata , e for-
mata in tutti i modi , e lavori materiali;
così con quella Covrana perfezione, e po-
tente virtù della mente pura e* fi (corge
connetta 1* onnipotenza a muovere , ed
ordinare ,ed ornar la materia. Per la me-
defi-
, - - ■»"?
t-
Digitteèd’by Q
S •
•>
254 DELL* ANIMO
defima differenza s’ intende ancora , che
è il proposto noftro , la natura del fenfo
ragionevole dell’ Uomo , e la natura del
fenfo cieco animalefco: quella nella con-
giunzione di mente foftanziale, colla .ma-
teria formata ; e quella nella comunica-
zionedell’ atto mentale alia materia ii*
forme . Ed ecco la natura fenfuale , tutta
con tutte le operazioni ragionevoli , ef-
preffa , ed effigiata nella fola materia .
Quando per virtù della mente pura e*
paffa nella materia 1* atto mentale dell*
ogni comunicazione aritmetica , geome-
trica, ftatica ;-c-+ l arrcr tfelt* ogni poter©
del moto nella materia più fina , agevole ,
cd attuofa con- perpetue circolazioni, ed
ordinate diftribuzioni ,jcon principi, P ro “
greffi , e ritorni; e quello in fine dell* ogni
formazione coll’ ideali plaltiche , c della
direzione , c jigiuficasioiie cotPideali di-
rettrici^ lignificati ve ; ecco allora un
principio movente , ampio , pieno , per-
fetto ,podcro fo e fruttifero : onde nella
materia-mondana è la direzione , efigni-
ficazione ne* Corpi celefti di giorni, me-
fi, e d’anni, e di ordinate {lagioni, e di
altri più ampj , e più perfetti periodi, ed
è 1* ogni formazione , o produzioo^di er-
1
f -
ff
DELL’UOMO. 2 55 '• ,
be ,di piante, e d’ animali , e di ogni altra
potfibile fpezie corporale . 11 qual princi-
pioè egli la Natura univerfale . E nelle- u^'-
matene particolari coflrutte, ed ordì- vt rjÀlc.
nate con quegl’ingegni , e fornita di quel-
le virtù , e forme reali, ed ideali e’provie-
nc , e la produzione , o formazione de li-
mili, e la fignificazione , e direzione di
tutte le ordinate operazioni neceflarie al-
la vita. 11 qual principio a fuo modo capa- -^ rt *
ce, e potente, ed ordinato, c egli lana- f0 /<ire.
tura particolar fenluale. Sicché ficcome
la Natura univerfale ella è regolata , e-*
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1’ Univerfo,ed a produrre, e formare-»
tutta 1* infinità delle cofe * colla fola im-
prelfione , c coll* atto folo, fenza interno
folla nzial principio di cognizione; cosi la
natura fenfuaic.fenzaprincipio di niuna
interna cognizione; coU’atto*folp,e colla
fola imprelfione di foraftiero principio
ideale, qual può formare il limile, tal può
ella produrre altresì tuttala varietà di
tutte le ordinate operazioni della vita.La
Natura univerfale ella ha in fc efpreuo
tutto l’atto delia Mente, onde la Materia
è capevole: ha ogni ingegno , ed ogni co-
mn.
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municazione , ed ogni potere per la pro-
d uzione , e confervazione di tutte le fpe-
vil ™'t u ‘ zic con iafi . nita varietà , e grandezza . La
ra jonojìmu~ Natura univerfale è perfetto fimulacro
Mente adù. Mente.c un’ampia mente materiale,
' non già per interna cognizione d* interno
principio ; ma bene per eftrinfeca opera*
zione di efterno principio Ideale. Il fenfo
' \ è una picciola particolar natura, con ogni
artifizio, e cofpirazione, e potere valevo-
le per tutte le operazioni , e fignificazioni
afe con vegnenti. Ella è tra le fpezie par-
ticolari la più vicina, e più efprefli va fi-
gura, ed immagine detta Natura Univer-
lale: ed ella ancora proporzionevolmen-
te lignifica , e dimoftra la mente, che alla
materia ingegno, e concordia, e forza do-
nando le ha trasfufo 1* atto producente ,
cd ordinante le operazioni fcnfuali.Que-
fta picciola natura è una material mente
particolare , non per interna produzio-
ne ; ma per efterna introduzione di efter-
no principio mentale . E quello fi è il fine
de’ noftei divifamenti, che non peraltro
pubblichiamo, per fottoporgli al giu*
dizio de’ dotti .
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