Sunday, June 2, 2024

GRICE E ROSSI

 IS PUTAZ10NE UNICA   DELL’ ANIMO   DELL UOMO   DEPUTAZIONE UNICA   Nella quale fi fciolgono principalmente  gli Argomenti di Tito Lucrezio  Caro contro all’Immortalità.   OPERA   DEL SIGNOR   D. TOMMASO ROSSI   Abate Infoiato di S. Giorgio ec.   -J> fi D *-   All’ Illustrissimo Signor Marchese   D. LO RENZO   BRUNASSI -   . *§i*   IN VENEZIA MDCCXXXVI.   . Con Licenza de' Superiori .     Digitizecf by Google    rw>5'*     !     •yr&Si fftm/rbr   Nil tam diffìcile eff , qtiiu qiuerendo  inveffigari poffìet .   Ter. Heautontim, A3, 4 . Se. r.     %   1   ■ Digitized by Gingie    ILLUSTRISSIMA   %   ■9 ...     SIGNORE —      tv     Ella dimora , che  in quefta noftra  Città di Montefufcolo per   al - 1    kti     'DigmzSa by Coogl    alcun tempo fatta avete ,  tanti argomenti di virtù ,  e nel riguardevole Uffizio  di Regio Uditore , e in_>  tutti gli utti -cibila vita^  avete dati ; che in ogni  parte di quella ben am-  pia Provincia , la lode , e’1   nome voftro nelle bocche  ♦ •   degli Uomini rifuona da  per tutto . Per la qual co-  fa io non folamente ho  dovuto rivolgermi verfo  di V oi ad ammirarvi , ed  amarvi con tutti gli altri ;  ma ancora ho potuto alla   de-    Digitized by Gf)ogle    degniffima perfona voftrà  alcun particolare oflequio  preftare : e fi il mio libro  dell’ Immortalità dell’ A-  nimo , che ora efee alla.,  pubblica luce, dedicare, e  confecrare . Concioffiachè  la V irtù fola di per fe, fen-  za dover altro cercare , fia  potentiffima cagione , per-  ché riveriamo, ed onoria-  mo colorò , che adorni ne  fieno: e più quelli , che nel  più alto feggio di lei col- •  locati veggiamo . Nel che  nondimeno , mentre l’af-  : ' • fe-    lezione dell’ animo rive-  . lente , e divoto ho fegui-   ta ; nel tempo medefìmo  all’ opinione del libro , e  I9ia?r ip cr e do a -baflanza  a ver provveduto. Percioc-  ché io non dubito, che-»  v quella mia Opericciuola ,   (qualunque ella ha) oltre  a’ confini dell’ Italia , ed  • oltre al ter mi ne d ella pre-  fenteEtà,inRegioni rimo-  te , ed a futuri tempi coll’ •  • autorità del tifone volo , e  chiaro nome voffro nom>  abbia a trapaliate. Gran-  de    Digitizécl by Google    de fermamente , e di gran  laude degna è la Virtù vo-  ftra , che fin dalla prima  giovanezza con perpetuo  tenore , belle , e laudevo-  li Opere ed alle private.,  pe rione, ed alle pubbliche  cofe profittevoli arrecan-  do, fi è dimoftrata . Nel     ti lumi di Giurifprudenza,    quanti ivi fono , ri luffe.,  ella con grande ammira-  zione di tutti : poiché ap-  pena varcati tre luftri , a  prò di litiganti , e di rei , '  tifiti a dot-    V    • • . 0   . ‘ dotte , ed eleganti , e fpi-  ritofeOrazioni vi udirono  * * recitare . Per la qual cofa .»■   di dì in dì Tempre più cre-  ' * , fcendo l’ opinione del va- -   lor voftro , del pregevole  ornamento della Toga di  Giudice della Gran Cor-  te maturamente fu il vo-  ■ ■ ■   ftro merito onorato . E in  * quel gra vidimo Miniftero   con lucidezza di feienza ,  e con incredibile coftanza  il dritto cammino del V e-  ro Tempre tenendo , e in  ogni affare la prudenza-^   ufan-   t ; •   ♦ •   *9 » •   • *   • % »   \ •   . ' ^ Digitizedby Google      ufando ; cosi bene avete *  adoperato, che l’approba-  zione , e l’amore di ognu- * •  no , e in quefti vicini ben  avventu roti tempi il fa-  vore ancora della Maeftà  del Gloriofiffimo Re no-  iìro avete meritato. Quin-  ‘ di l’ alta di lei Regai prov-  videnza , il -primo onore  confervandovi intero, a  moderare i Tribunali del-  le Provincie, ed a tenerne  gli errori , e le corruttele  lontanila conofciuta V ir-  tù voftra ha prefcelta . E  a 2 ben    C        t    #    . Digitized by Google    ben la Città noftra innan-  zi ad ogni altra, e tutta la  Provincia , delle diritte,  fagge , e fcorte maniere-,  voftre con comune ripo-  fo , e comun contento co-  pioii frutti han ricolti . Ne  folamente nella nobili^  ma fcienza delleLeggi,ma  in altre parti ancora dell’  umano fapere Voi avete  molte fatiche , e vigilie-,  collocate: le quali e la no-  ja adergono di quegli ftu-  dj , e ne ajutano l’ intelli-  genza , e la cognizione di-  ' > •; la-    Digitized by Google    latano, e compiono dell’  Uomo . Ne finalmente^,  nelle pulitezze , e ameni-  tà delle Lingue più belle  non avete ancora efercita-  to lo ’ngegno : poiché con  elette Poefie tofcane e la-  tine, della nobile Acade-  mia Cofentina , e della,,  famofa Arcadiadi Roma ,  ove liete aferitto , avete  fuperata l’ opinione . Ma  la voftra loda più ricca , e  adorna £ difeopre , e più  chiara , e luminofa nelle  dovizie, e negli fplendori   del-    delle magnifiche , e me-  morande laudi del Signor  Duca di San Filippo vo-  ftro degniffimo Padre . Le  quali fe non diftintamen-  te narrare, ne degnamen-  te celebrare , che non è  luogo , ne io con niuno in-  gegno potrei ; perchè fon  pur voihe , debbo alme-  no in alcun modo addita-  re. E in particolare alcuna  parte del veramente ma-  ravigliofo governo , che  delle pubbliche cofe egli  ha fatto, nel confiderabile   . .Ma-    Digitizéd t    Magiftrato di Eletto del  Popolo debbo rammenta-  re in ogni modo . A quel-  la importantiffima ammi-  ri ideazione in tempi diffi-  cili , e pericolofì , con tutti  i fuffragj più volte chia-  mato il Signor Duca , con  mirabil fapienza , e con.»  incredibile iludio, e fatica i  pubblici affari ha condotr  ti a felice fine . Egli la pub-  blica falvezza fempre me-  ditando , e a quella ogni  penfiero, ed ogni operai  rivolgendo, una cofa affai   dif-      4    difficile ha confeguita: che  per tutto il tempo, che  quell’ immenfo pefo ha_»  foftenutó, giammai ne per  colpa murray-rtc-per qua-  lunque fortunofo evento ,  ne di fterilità , ne di guer-  re, ne di altro fimigliante,  nella Città , e nel Regno  la fcarfità , e la fame fiali  potuto introdurre . Per-  ciocché , oltre ad ogni al-  tro ingegno di fcorto prov-  vedimento , in ogni tem-  po da lontane Regioni per  lunghi tratti di mare co- t   « P io -   » * * i   ~’i • »- , . . _   •_ * . * — - ’ • . Digitizèd by Google    piofe annone fonofì fatte  approdare ne’noflxi Porti .  Nel che con raro efempio  di carità verfo la Patria ,  di o/Iequio verfo il Princi-  pe , delle fue proprie fo~  ftanze molto oro ha pro-  fufo . Sopra tutto di eter-  na memoria degno è quel-  lo, cheneiravvicinamen-  todelle vittoriofe Infegne  dell’invitto, pio, felice^.  Re noftro, in tempi pieni  di timori , e di fofpetti ,  premendo ancora il no-  lfro Suolo le armi nemi-  t'àìf b che;    s    che; mercè de’fuoi alti  configli , nella Città , e  contorni ogni cofa videfi  tranquilla , e quieta . Or-  che le rapine , le occifio-  ni , i tumulti , che i trifti ,  e iediziofi Cittadini in fo-  Iniglianti tempi meditar  fogliono , tenefiè dalla..  Città lontani; Egli folleci-  , tamente le cofe alla vita  neceflarie appreftando 5 e  gli animi feroci della ple-  be mitigati , e addolciti »  co’ Signori conciliandola   tran-    Digitized by Google    v    tranquillità , e la pace nel-  la Città, e quindi in tutto  il Regno fuori di ogni opi-  nione ritenne . Onde po-  tè dirti allora , che eglf il  Signor Duca la Città fai-  va , falve le vite , e  foflanze de’ Cittadini al  Gloiiofo Re noflro avefle  ' conferva te . Caro pei - tan-  „ * to al Re , alla Regai Cit-  „ tà, ed al Regno, a.fublinii .  degnità fi è veduto meri-  tevolmente afcefo. E pri-  ma il pregevoliffimo ono-  : - - re ottenne già di dover   b 2 Egli    Mf    Digitized by Google    Egli colla fua Famiglia ,  in uno qual più voleffe de’  nobiliffimi Seggi , fra Pa-  trizj effer annoverato, e  delcritto-. Pe^qticfte vie ,  e con ifplendidiffime affi-  nità la fua Cafa nel più al-  to luogo de’ Baroni , e Si-  gnori del Regno ha folle-  vata. Oltre al le nobili Fa-  miglie Spina della Sarde-  gna , e Poliaftri della.*  fplendida Nobiltà Cofen-  tina, in donando a Voi in  Ifpofa la Signora Marche-  fa D. Marianna Orenghi ,   Da-    4    Dama di rare doti , tutti i  pregi di quella nobiliffima    Famiglia nella fua propria   Cala ha trasferiti.Per chiù- ' .    quella chiariffima Fami- .  glia ella è nobile in Ven-  timiglia ,Città principale  pofla nel fuolo di Geno-  • va . Ella è altresì nobile  in Roma , rocca dell’Eccle-  iiaftico Imperio. Ed ivi a  > | quella Repubblica faggi  ,>, Togati » e prodi Capita-  - ni ; equi Senatori in Cam- '    dere in brieve giro più cofe     pidoglio , qual fu un Gio-    van    *    Digitized tty Google    van Angelo Orenghi , e_>  degniffimi Prelati , e Car-  , dinali ; tra quali il Car-  dinal Niccolò Orenghi di  onorata memoria , alla-,  Chiefa ha donati . In ol-  tre alla Signoril Cafa Maf-  fa degli antichi Baroni del  Vaglio gli Orenghi Eret-  tamente appartengono : '  della qual Cafa fu già l’A-  va paterna della Signora  Marchefa , che del loda-  tiffimo a memoria noftra  Cardinal Girolamo Maf-  facafanatte , è degnifsi- -   ma    Digitized by Google    ma Pronipote. Quella pic-  ciola parte delle voftre_>  amplissime lodi ho io qui  potuto ricordare, molte,'  e grandi cofe lafciate ad-  dietro . Dal che nondi-  . meno lì può vedere , che  di fommo pregio è la mia  fperanza , che ’l mio li-  bro , che ora al volil o me-  rito inchinato vi prefen-  to , dedico , e confacro j  ficcome 1’ accefo delìde-  riadel di voto animo mio  contenta in parte ; cosi  fra molte genti , e pe r mol-  • . : . . " te .    / ■ .   te età debba effe re .dure-  vole memoria della fervi-  ti! mia ; della quale fopra  ogni altra cofa del Mondo  onorandomi--, -volentieri  mi confermo f'- 1    Di U. S. Illuftriflima    ma rno   Divotifs . , eri Obbligatifs. Servitore  - L' Abate Roflì di S. Giorgio .    piqiliiCd by C ÌOOglc    PREFAZIONE.     Oicbè può avvenire , che quefa  mia Difputa capiti nelle mani  di alcuni , che le vane fittili-  t'a , e, pregiudizj feguono ancora  della vo/gar Ftlofofia ; e' fa di  me fieri , che io qui alcuna cofa ne dica ,  che mi pare dover dire per liberarla , fe  è pnjjìbilc , dalle coloro accufe . Imperoc-  ché eglino cerfh mente bia finteranno leu*  maniera di filofofare , che io ho prefo a  feguire : e le dottrine , che vi arreco t  tutte, o parte come nuove , e frane ri-  fiuteranno : e nelle ofeurità , nelle quali  forza è che alcuna volta fi abbattano, e  dove da' fienfi , e parlari loro i miei fi  dipartono ,come fogliono in sì fatte accu -  fe di leggieri trascorrere \ fufpicberanno  ancora per avventura , che alcuna cofcu»  vi fi a fionda , che colle verità della' no-  fra Santa Religione non ben confenftt ,  Or io innanzi ad ogni altra cofa /* Alti fi  fimo Dio chiamo in tefliShnio , che con-,   * c quefa    + t    quejla tuia fatica altro non ho io intefo ,  che quelle verità , quanto più per me fi  è potuto , nell ’ ordine naturale ancora co *  fumi della Filofofia avvalorare , e oi di quel torrente d’Eloquenza divina , con la qua-  e vi avete fatta una fpezie di favellare tutta vo-  :lra propia ? perch è p ropia di co tal Jcienza ? Del-  a bellezza, e’ leggiadra de’ traf porti , che ufate_»  tutti opporti, dome debbono eflere , a quelli , che  ufa l'eloquenza Umana ; perchè quefta debbe fare  dello fpirito corpo , e voi in certo modo fate del  corpo fpirito. Voi liete degno, Signor D. Tomma- \  fo, non già di Montefufcolo , ma della più famofa  Univerfità dell’ Europa. Laonde poiché la voilra mo-  dedia, eguale alla voftra gran dottrina, e virtù ve  ne fa contento, almeno giovate il Mondo di coterta  fappfentiflìma Scritturai la quale l’aflìcuro, che re-  cherà gloria, non che a Napoli, all’ Italia tutta ,  con merito grand irti rno inverfo della Pietà , che fi ri-  fonda in utilità di tutte le Repubbliche , e molto più  Criftiane: e vi fo divota riverenza.   •  ■ . : > J .'ii' . i 1 : f-    ». » / . \ \ 1 • ‘f * -   » • -• J » • • i » - » .J ? i •   Uantunque negl* infelici  tempi del Gentilefimo  denfiflìme tenebre d’ i-  gnoranza delle cofc Divi-  ne, (alvo il Popolo Ebreo,  premettero tutta l’Umana  generazione ; pure per lo Covrano magi-  llero della Mondana fabbrica , e per l’or-  dinato, e collante corfo de’ moti , e delle  generazioni da una parte , e per la virtù  dell’Umana intelligenza, c per 1* interna,  e comun legge , e regola delle operazio-  ni della vita ,dall’ altra ; delle quali cofe,  quella è certa , ed illultre lignificazione ,  e quella è chiara, ed indubitata cognizio-  ne di Dio ; aggiuntevi ancora te reliquie  della tradizione de’ primi. Uomini; pec  tutte quelle cagioni , era nondimeno nel-  le menti degli Uomini altamente infitta   A Topi-     «NI      nz DELL* ANIMO  T opinione dell’ autorità , e del principa-  toDivino, edinfieme dell’ Immortalità  degfi Animi umani , e del t fa patta inferno  opinioni di' loro al futuro Secolo . E tra’Filofofi,i più  gravi, e fublimi, purgata la Religione dal-  della Satura h ttolta moltiplicazione delle Deità , e  divinale dei r dalFaltrc feoncezze, e fozzure della V ol-  aumdeirvo- f U p Cr ttizione , vennero a conofcere,   on folo Autore dover vi etterc, e un folo  Arbitro di tutte le cofe:c la Divina origi-  ne , e Timmortal condizione degli Animi  noftri, e le pene degli fcellerati, e i premji  degl’innocenti ebbero per fermi, e più  minuti , ed ofeuri , febbene ne la forma-   zionc dell’ Univerfo, per potere, ed in-   ■ gegno di mente fovrana; ne l’informazio-  ne del corpo umano , per condizione di  mente inferiore informante , compren-  dere potettero ; tuttavia la più parte di  loro , ne provvidenza di Mente Eterna ,   r ne realità di Animo Immortale in altro   modo negarono , che, nel Mondo la rea-  4* lità del Divino cflere, e nell’ Uomo , la .   verità del dovere onefto ritenendo . Il   ■ - che i moderni Epicurei con tutta laco-   ** # pia de’ lumi de’ noftri avventurofi tempi   non fanno ; come quelli , che per eftrema   ma-    Digitized by Google    ir    DELL’UOMO. ?  malizia , ò cecità , non de l tut to convin-  ti , per non potere concedere in Dio rea-  lità di Edere fenza verità di legge , e nell*   Uomo verità di legge fenza realità di na-  tura foffanziale ; e per non volere l’una  per l’altra in Dio , e nell’ Uomo rirenerc;  fi gittan più tofto negli effremi dell'em-  pietà del totale annullamento di ogni  realità, e di ogni verità Divina, ed umana.   Ora per forza di que’ naturai» lumi , e di  quelle antiche origini , e’ non è da mara-  vigliare , che Lucrezio, il più fiero nemi-  co del culto , e dell' Immortalità , abbia  nondimeno per vere, ed affermi alquante  cofe , che l’infelicità de’fuoi tempi fol po-  tè fare, che noi conduceflfero per diritto  cammino al conofcimento del Y r cro . Le  quali prima di ogni altra cofa convien  notare, con alcune altre offervazioni , %   che lafciate addietro, più intrigata, e ma-  lagcvole fenza dubbio rederebbono l’ in-  traprefa inveftigazione . E in prima quel  Filofofo, dopo avere argomentato, che f/To Lucrezio  i tre Volgari Elementi , l’Acqua , l’Aria , g^EicZnti  e’I Fuoco doveflono l’Animo, e 1* Anima non vagliano   dell’ Uomo poter comporre ; ."■'«g* p°' LE3Èi2  con apertiflime parole, che quelle tre Na- gfUe.   A 2 tu-    Jflfc.   :      m    v      .lì   .aÉ    Bt   m    S*    «fitti    *      ftkjili   Jfr !    4    «    il   fr    ■. 4 t    f V'   ,,4 * %4   É*>      .* 4 .    r>    j2^ W        m    Anìmofecon -  do Lucrezio  fon di altro  genere, dcu*  que' dm ve -  gnono agli oc-  cb\ e agli al -  tri fenfi*    ♦DELL’UOMO. 7  chi ; ma d’ altro genere più fublime, e  più vigorofo, e più mobile di gran lunga.   Nunc age , moveanf animum res accise : tir unde ^monl   Qu >**'«» i > nilfimo , dove fuole ella rifuggire per  trarne comuni (limi argomenti in tutte le '  piùofcure, e malagevoli quiftioni della  Natura. Qnefto tcgttt*tnfinito, nel qua-  cureineU c** le truovano eflì e copia per ogni fuftanza,  mafatuol 1 * c d ingegno per ogni lavoro, c virtù , e  r infinito. ' porere per ogni maniera di operazione.   Sicché vergendo, non potere al fortuno-  foconcorfo degli atomi lagrande, e mae-  ftrevole opera dell’ Uni verfo afloluta-  mentc affegnare;dicono f che per un tem-  po infinito , dopo infiniti varj accozza-  menti , fien finalmente gli aromi potuto  a quel termine pervenire, come nel. li-  ‘ ' bro v:   Nani certè neque confìtto primordi* rerum  Ordine quoque fuo, atque fataci mente locar unt:   Nec quo: quoque darent motu: pepigere profetici .   Sed quia multa modi: multi: prìmordia rerum  Ex infinito )*m tempore peretta plagi:-,   Ponderi bufque fui : confuerunt concita ferri,   Omnimditque coire , atque ormila ^er tentare ,   Qut r-    Oigitized by Google    '"DELL* UOMO. Ma   «v   Qutcumque inter fe pqffent congrega crenrez  Troptèrea Jìi , ufi magnum vulgata fer   piane , e Semplici cogitazioni noflre. E ,  in fine è affai malagevole a ritrovar cotal  ■Uyr. . .r’iVero a forza di fillogiftici ragionamen-  ti ; poiché l’una parte, e l’altra della  contradizione , contradicenti fillogifmi  quinci, e quindi fomminiflrano , e vie  « più inviluppano la difficoltà . Onde i più _  fenfati , e collanti fon coflretti a fofpen-  deré i giudizj; ed i malavveduti, c leg-  gieri fi rivolgono a difendere 1’ uno de*  due Conrradittorj , e fra loro di vili l* un  contro dell’ altro oftinatamente com-  battono . Il Vero minuto , c fcompiglia-  to della foflanza materiale ùmilmente e’  non può ne forma fantallica dipingere,  ne intellettuale , o ragionevole efpri-  mere , nc conchiudere fillogifmo per  una contraria ragione. 11 noflro intendi-  mento, poiché dalla parte dell’ Animo è  unirà , che aduna , c contiene il numero,  che è la vera diffinizione dell’Intelligen-  za , ed è manifefla nel raccoglimento,  che ella fa del numero della materia nej.  fenfo, e de’ fenfi nella cognizione, e_,   , ' delle varie cognizioni nell’ univerfale,   cd   0    Digitized by Uoogle    DELL’UOMO. 25   cd in fe medcfima , per quella cagione»,  non può raggiugnere , c diftinguere quel-  lo ccce/Iivo sminuzzamento, e dilfipa-  menro , ne può accozzarlo , e cederlo  a comporne 1’ eftcnfione . E poi una af-  fai ardua imprefa di pervenirvi con argo-  menti : perciocché la mente dell’Uomo  nel fuo intendere, che è il Tuo edere,  non avendo niuna abilità per quella ma-  niera di Vero cotanto a lei dilfi migliaa-  te, fenza feorta , e fenza lume fi svia-,  qua, e là adirquctlo, o quello con mal  fondati ragionamenti; ficcome è mani-  fedo nelle molte , e varie fentenze , del-  le quali niuna ha niuno pofitivo argo-  mento per fondare il proprio Vero ; e  tutte, e ciafcuna han molti, e forti ar-  gomenti per abbattere il Vero contrario  delle contrarie . Quindi ficuramente , fe  T amor delle parti non in rutto gli accie-  cafie, porrebbon giungere finalmente a  conofccre , che il Vero non può trovarli  nel dil’cioglimenro degli enimmi in uno  de contradittorj , ma dee ricercarli nel  temperamento, e nell’ accordo delle con-  tradizioni , e nel viluppo degli enimmi,  e nelle maraviglie. Stando così le cofe,  ♦ D come      •*. •    y      ■ - à    2 6 DELL» ANIMO  come abbimi noi divifato, gli Epicurei  antichi preoccupati da quel pregiudizio ,  e i Novelli fpaventati dall’ apparente^,  contradizione , o affatto non han ricerca-  to il Vero maravigliofo , o leggiermente  i ~ facendolo, tolto quelli alla preoccupa-   zione, e quelli allo fpavento cedendo ,   , ' fonofi late iati fedurre dalle vicende delle   forme corporali ad aver per cert3 la mor-  talità degli Animi noflri , con ifconvolgi-  roento , c rovina della Naturale , e della  , ' Morale feienza, e della Ci vile 3 e della Di-   vina altrelì.E qui lien terminati gli avver-  timenti, dopoi quali è ormii tempo di fa-  re quello, che gli Epicurei non han fat-  to, cioè di farci a confidcrare l’ inrendi-  mentodeli’ Uomo , l’ effenza , la proprie-  tà, e le operazioni lue : nc per tanto tutta  la felva degli argomenti , che di là , o al-  tronde trar fi poffono , penfiamo di alle-  gare , che sì trapaleremmo i limiti di uua  Difpura, eforfi alquanto ci difeofterem-   Sì arrecala mo dalla P ro P°H l foluzione , m t tanti , e  teiere timo- tali ne feerremo , quanti, e quali credere-   ijlinzlonf mo P'ùf ,ire al propolìto fenza rincrefce-  delle idee del- Vole proliffltà .   JtiU* ‘Iute ^ in primo luogo conviene allegare la   ria, a,em diftin-    Digitized by Google    A* Jb    DELL* UOMO. 27  dirtinzione, e la dilucidazione dell’Idce  della Mente, c della Materia, che ivi.,  altra guìfa propofta , che da’ Volgari non  fi è fatto finora , e farà ella un gagliardif-  fìmo argomento dell’ immaterialità dell*  Animo, ed agli altri argomenti maggior  forza , e lume fomminillrcrà , che arre-  cheremo dappoi. Per non tacer nulla di  quelle co fe, che lafciate addietro ofeure-  rebbono la dottrinajleldee dellaMateria,  e della Mente , s’io non erro , elle in noi,  e con noi nafeono a quello modo . Nell*  Uomo di corpo, e di anima comporto,  (cheunquefia l’Animo ) per erta coftitu-  zione nafee certamente il fenfo del pro-  prio corpo , il qual fenfo apprende la pri-  ma, ed ampia , e comune azion Tonifican-  te della lortanza corporale : Similmente  da quella cortituzione mcdefima rifulta  la cognizione , o cogitazione del proprio  animo, e del proprio intendimento , Ia^.  quale comprende , ed efprime la prima ,  ed ampia, e comune fignificazione del-  1 ’ Edere mentale . Quelle due Idee così  dirtinte , con dirtinte lignificazioni , ed  cfpretTioni, fono ad ogni uno per la co-  feienza della propria cognizione , e del   D 2 prò-          Digitized by Google    1    28 DELL* ANIMO  proprio fenfo manifede jdccome è a tut-  ti parimente manifeda la contenenza, o  inclusone , e la lignificazione , o efpref-  fion loro . Cioè 1* Idea del corpo chiara-  mente contiene, ed include , e lignifica,  ed efprime P eftenfionc ; e 1* idea dell’  Animo, e dell’ Intendimento con pari  lucidezza la cogitazione efprime, e in-  clude, e contiene. Orio non poffo ac-  quetarmi a quello , che gli altri fanno,  che da quelle fole idee della mente , £«.  della materia, e da quelle fole contencn- ,  ze , fenza dir altro , traggon 1’ argomen-  to della didinzione delle due Sudanze.  A mio giudizio con troppa fretta con-  iar mqftra ìl chiudono , che 1* e de n za del corpo da F  difetto dcll'ar- Sdendone, c non già P Intelligenza , o   de' cartellante Cogl fazione ; e che 1 cuenza dell Ani-  in far quella mo la Cogitazione, o Intelligenza, e non  fazione? 0 ' già 1’ Edenfionc . Ma credo in ogni modo  doverd andare più oltra , e più a minuto  olTervare lecofc, per poter su fondamen-  tapiù falde, e più ampie fondare quella  importantidìma confeguenza . Per mo-  drar di padaggio il difetto , e la debolez-  za di quel corto ragionamento; P eden-  fione, che il corpo di fe apprefenta ad   ap-    »   DELL’UOMO. 29  apprendere, certamente ella è quell'eder  medefimo , che nella coftituzione dell’  Uomo, e per quella coftituzione può il  corpo oggettare,e lignificare; e che l’in-  tendimento noftro dall’altra parte può  percepire, ed apprendere: ma non è già  egli certo , che quella lignificazione cosi  fatta arrechi il primo , e principal edere  corporale, in cui è dovere che fi riponga  laSuftanza, o Edenza ;o almeno none  cofa delira, che il corpo con quel foloef-  fere tutta la fua edenza, o Suftanza ap-  presemi all’Animo a comprendere. Oltre  a ciò l’ eftenfìone , come è un edere uni-  forme , e univcrfale ; così è il più tenue,  e leggiero, ed è come nel frontifpizio del-  la propria codituzione dell’ Edenza cor-  porale locato ; il quale perciò la proprie-  tà, cioè la propria differenza , che è l’atto  e la forma , onde fi termina , e compie V  edenza, Secreto , e ripodo,non può disco-  prire , ed efporre al primo SenSo , ed alla  prima percezione dell’Uomo . E quella^,  uniformità, e comunità , di più per que-  lla fteda ragione di edere uniforme , e»,  comune, è neceffariamente confuSa, e  indiftinta: che pe r tanto certezza, e chia-   rez-    Digitized by Google    f      30 DELL’ ANIMO  rezza niuna in niuna guifa può infondere  nell’ idea.La qual cofa tanto più è da cre-  dere, che nella fofianza delCorpo del rut-  to di vifìbile è uopo, che una moltitudine  di particularità infieme adunandofi , ve-  gna a confonderfi in una uniforme , e co-  mune percezione in quella prima Idea,  eh c ancor effa dal fuo lato fottile, leggie-  ra, cftrema, cojnune , uniforme, indiftm-  ta . Or chi potrà dire , che in quella in-  diftinzione, e confufione, ed in quella  leggerezza ,ed eftremità di cofe , d’ idee,  c di fignificazioni, ripor fi polla l’eftenza?  Per dir tutto in poche parole, quella fi-  gnificazione elfendo come una produz-  zionc della foftanza corporale , che di là  ft propaga nel fenfo dell’ (Jomojegli è fen-  za dubbio un manifcfto errore ,il riporvi  il primo , e principale, e ftante , e pro-  fondo e fiere , qual’ è, e qual efter dee l’ef-  fenziale delle cofe. Finalmente fe 1» Idea  contiene, e comprende , ed efprime 1*  efìenfione, fermamente ella 1* adegua an-  cora, e fi combacia con lei, che altri-  menti come polla comprenderla , e con-  tenerla , non fi può dire . Adunque l*  /idea , e 1* Animo , diciam così , ideante ,   fi ve-    Digitized by Goògle    *    DELL’ UOMO. 31  fi vede per quella via , che coll* ellenfio-  ne che apprende, ed efprime, pofla eften-  derfi ancor elfo , e sì P Animo nell’ idea  dell’ ellenfione dal lato della potenza , e*  pareeftenfo, quantunque nell’ideadella  cognizione, dalla parte dell’ obbictto ,  tale non fi ravvili . Ed allo ’ncontro, per-  che l’idea della cogitazione non è dell*  Animo folo ; li perchè animo folitario  non è nell’ Uomo, onde il corpo ancora  nelle produzioni mentali dee in alcun.»  modo concorrere ; fi perchè nella cogni-  zione de’ materiali obbietti, ne impref-  fione , uè efpreflione fenza corporale ef-  tenfionefi può .concepire ; per quella ca-  gione il corpo dalla fu3 parre fi fa vedere  in alcuna guifa cogitante dal lato della  potenza; avvegnaché dalla parte dell’  obbietto, come tale non fi ravvili nell*  idea deli’ ellenfione . Or come in quella  ultima oppofizione si è fatto , così in tut-  te le altre, quanto fi è detto del corpo ,  per far vedere l’insufficienza dell’idea  dell’ ellenfione a dimolìrare 1’ Eflenza  corporale , tanto con altrettante parole  fi può dir dell’ Animo , per fare intende-  re, che l’Idea della cogitazione none   fuf-    Digitized by Google    ■3 a DELL’ANIMO   (ufficiente a poter diffinire l’ effienza , o  lultanza mentale , In fine non debbo fa-  lciar di dire, che il volere colle prime,  c (empiici , c comuni idee dell’ Animo  il voler noftro diffinire l’ c (lenze delle cole , è per  lenze deill_> Dio cola tanto pericolola , quanto e per-  ' refe eolie fri- verfa maniera di filofofare . Alle quali ra-  "cìidee^è'co- g* on * quando io pongo mente, inrendo  fei pericolofa, bene perchè quella celebre dimoftrazio-  nc Cartefiana in quel modo propoda,fia  (lata , e fia ancora da moiri con ogni ar-  gomento fieramente combattuta . Adun-  que per quelle due prime (empiici idee..,  della Mente, e della Materia , e per quel-  le indiftinte, e comuni loro lignificazioni,  non può giuftamente venirli a quella gra-  viffima conchiufione;ma è neceffiario ri-  guardare per tutta 1’ effienza corporale ,  e in tutte le fu e forme , e modi , e moti ,  ed operazioni;ed oltre ciò offiervare tut-  ta Ledendone del fenfo , quanto egli c  nel proprio corpo congiunto, o quanto  da circolanti corporali obbietti riceve.  Ed ancora in tutta l’ effienza mentale , ed  in tutte le fue forme , e modi per tutta la  capacità della Cofcienza , e della Scien-  za , quanto in fe medefima vede , o dall’   altre    Digitized by Google    )    DELL’UOMO. 33  altre cofe raccoglie*, e ciò fatto, fe_  troverai!!, che nell’ Elfcnza del Corpo  la fola Eftenfione fifeerne da per tutto  fenza niun eflerc, o potere di Cogita-  zione, o intelligenza ; e nell’ £lfenza_,  mentale, fé feorgeraflì folo intelligen-  za , o cogitazione in ogni ricetto fenza  niun edere, o modo di ettenfione; al-  lora , e non prima fi potrà conchiude-  re , che quefte fieno certamente due™.  Elfenze , o foftanze , l’ una dall’ altra™,  realmente didime. La ragione del do-  ver negare alle fempliei idee quel che  fi crede dover concedere all’intera, e  compiuta cognizione della feienza , el-  la è , a chi ben v> attende , chiariflima.  La fignificazione , ed efpreflion partico-  lare, e manchevole, qual’è quella del-  le fempliei idee , già ella molro , o po-  co laici il in tenebre una parte dell’ ef-  fenza , che non è in niun modo ligni-  ficata, ed efprelTa : onde volcndofi a_>  quella elfenza donar qualche attribu-  to, non fi può fare lenza gran temerità:  conciottiachè ragionevolmente debbafi  dubitare , fe nella parte non lignificata  vi rimanga afeofa alcuna ragione efclu-   E dente      Digitized by Google      r     w    X» %     34 DELL’ ANIMO  dente quello attributo , che le fi vorreb-  be concedere , e volendofi negare , non  può niuno , falvo fe non è fconftgliato,  e temerario , rifolverfiafarlo: percioc-  ché fi dee poter fufpicare, che nella^  parte non lignificata alcuna ragion fi  rimanga, che includa quel cotale attri-  buto, che le rivorrebbe negare. Adun-  que l’ Idea del corpo , che contie nc l’cf-  tenfione ( qualunque ella fia ) cfTcndo  pur nondimeno particolare , forza è che  ne lafci in dubbio , fe altro vi fia nell’  effenza corporale , che includa la cogi-  tazione, o intelligenza; e fimilmcnte_,  qualunque ella fia 1’ idea della cogita-  zione dell’ Animo , e quantunque didi n-  ta , e chiara fi voglia , giacché ella è .  particolare, ne fa per quella cagion fof-  picare,che altro pofla efTervi nell’ Ani-  mo, che includa Fedendone . E pertan-  to per fi fatte idee non può giammai giu-  gnerfi a tale , che quelle due Eflenze fi  veggano in tanta luce, che chiaramen-  te apparifea l* Animo efTer foftanza_»  cogitante , o intelligente . Ma nel  fatto di una intera , e perfetta lignifi-  cazione le cofe danno altrimenti; im-   peroc-    >    v    Digitized by Google    i    DELL’UOMO. is  perocché ogni elTenza col fuo mcdefimo  edere lignificando, per modo che l’ef-  fere medefimo fia lignificare , e’1 lignifi-  care altroché federe non fia ,cdel tut-  to imponibile , che la lignificazione co-  tanto dall* efifere fi difcofti,e quello da  quella cotanto fi diparta , che tutta inte-  ra una lignificazione niente affatto ligni-  fichi , di un ampio elfere che fi c; e che un  ampio intero elfere non fia nulla affatto  di una perfetta lignificazione, che fi ha.   Ora egli è, o agevolmente può elfere ad v *   ognuno manifefto , che in quanto colla., zioneficon -  Icorta’del fenfo , e col cammino della_, ^caadejbe-  feienza li olferva , o fi argomenta nella  materia, di foftanze , forme , lavori, ; • %  movimenti, generazioni , e qualunque  operazione, per tutta cotaf ampia, ed  intera lignificazione niente affatto fi feor-  ge , ne pur leggiermente adombrato , ne  di effenza, ne di modi di effer della men-  te : ed è parimente , o può di leggieri  efferc a tutti manifefto, che per tutta  la fignificazione , ed efpreffion mentale,  che ci viene o dalla feienza , o dalla  cofcienza, nulla affatto di materia, ne  cffenziale , ne modale, nc edere, ne ope- «   ■ E i rare    ■ b*/   . . . ' , Digitized by Google    3 6 DELL’ ANIMO  rare vi fi (cerne . Adunque egli è im-  ponibile, che la materia fia, o che ab-  bia, o produca tutto il magnifico ede-  re mentale, e che niente di quell’ ede-  re dimoftri in niuna parte dell’ ampia , ed  intera Tua lignificazione ; e che la Men-  te fia , o che abbia tutto l* edere mate-  riale, e niente di quello dimoftri in_»  niuna parte dell’ ampia, ed intiera li-  gnificazione Tua . Tanto era da fard,  che non fi è fatto, per condurre quel-  ; v Vi*’ la dimoftrazione ad una chiaridi ma chia-  rezza   La ragione, che dalli materia drit-  delP immorta- tamente efclude la cogitazione , per la-   mo Umano* 11 * ^ ^iare °S n ‘ circuizion di parole, ella  11 ° non è altro , che quella reai diftinzio-  ne, che per tutta la foftanza materia-  le per ogni parte s’interna, per modo  che niuna parte c della materia , che o  in altre parti da fe contenute ella non  fia da dividere ; o che niente contenen-  do , non fi debba ad una ftrema minu-  tezza di ogni contenenza vuota ridur-  re . Per cotal ruinofa diftinzione , la fo-  ftanza della materia, o nell’un modo,  * o nell’ altro, ella è tutta diftinta , e tut-    Digitized by Google    (DELL* UOMO. , 37  ta divifibilc: tutte le Tue parti fon Fune  fuori dell’ altre, foni’ une all’ altre av-  veniticcie ,ed eftranee; non fi potendo  a niun patto ritrovare parte della ma-  teria per nello di reale identità nell’  altra implicata . Anzi di vantaggio il  tutto medcfimo fi può dire in certo mo-  do , che e’ non fia, c non infida nelle»,  fue parti: inquanto che il tutto non è  tale unità , che intera, ed indivifa nel  numero delle parti fi eftenda . E le_*  •parti allo ’ncontro in certa guifa pur  puoffi affermare , che non fieno nel  tutto , inquanto che elle non fono di  quel numero , che fenza confufione_,  benché indiflinte , nel tutto fi adunino.  In sì fatta maniera di efTere , più fiate in  più luoghi altrove efplicata , è cofa^  manifefta , che le parti non poffono in-  fra di loro in guifa alcuna comunicare;  ne 1* une nell’ altre per niuna via pe-  netrare; ne può avvenire giammai, che  elle in niun modofcambievolmente fi  contengano , o comprendano , o inchiu-  dano : Ne finalmente comunicazione,  o penetrazione , o contenenza , com-  prendone ,o inclufione alcuna può ef-   fere    I    L'imfene-  trabVita del-  la Materia ,  ovejh da ri -  fOì’re .      $« DELL* ANIMÒ  «fere ne pur fra ’I tutto , e le parti ^ Or  tutto quello novero di ragioni, che vi-  cendevolmente l’une 1* altre implican-  do , fono ccrtiffime produzioni della  reai diftinzionc, che noi fotto una ap.  pellazion comprendiamo d’impenetra-  bilità, come le contrarie con un fol no-  me di penetrabilità nominiamo; quelle  ragioni , dico, fon la (lefliilima cecità,  O amenzia della materia. Siccome quel-  la profonda , e difcorrevole diftinzion  reale difperde ogni penetrazione, e co-  municazione di elTenza , cosi fa ancora  di ogni penetrazione , e comunicazione  di fcienza. Conciofliachè la Scienza, o  intelligenza , ed ogni cognizione , e co-  gitazione, altro che comunicazione , e  penetrazione non fia: ficcome la fcomu-  nicazione , e l’ impenetrabilità, altro non  fono che cecità , o fconofcenza . Per  Dio la facilità fola , e’1 chiarore di que-  lla luminofa dimoftrazione potrebbe per  avventura per un fol momento farne  travvedere la fermezza , e la ficurezza.  Imperocché come può la materia in-  tendere quello , che non contiene ? E  come contenere quello , che elTa non è ?   Per    * Oigitized by Google    DELL’ UOMO. 39  Per qual via, e con qual potere fi effon-  derà la materia ad includere colla co-  nofeenza quello , che efclude coll’ ef-  fenza?Come diftinta effondo dall’ altre  cofe, ‘comunicherà con quelle medefìme  per apprenderle ? Come dentro di fé ,  e quali da fé (leda diftinta, ed efclufa,  potrà o a fé ri volger fi , o in fe il fuo  edere raccòrrò , per intender fe , e le  cofe fue ? In qual modo pofta fuori del-  le cofe, che ella non è, e fuori di fe  niedelìma , che non contiene, potria  1* altrui , o’I fuo proprio edere dentro  di fe conchiudere coll’ intelligenza ?  Qual farà il fentimento di quel tanto  deuro, quanto celebrato principio , che  l’operare fiegue all’ edere , fe non que-  llo ; che federe è regola, e norma dell*  operare : che quale, e quanta è Ceden-  za , tale , e tanta eder dee 1’ operazione:  che l’operazione non può fuori eftender-  d dell’edenza: che in dnc l* operare è  una produzione dell’cderc, dechè l’effon-  zada operante; d’operare mededmo,el’  operazione da edftente , e da edo edere  a rincontro. Per le quali certi (lime regole  fedi maggior lume abbifognade, vie più lì   dichia-    V.     4 o DELL’ ANIMO   dichiarerebbe ciò, che diciamo ; che non  fi può contenere, ne includer quello,  che non fi è ; come quello che non fi con-  tiene, ne include , non fi può intendere.  Adunque certifiimo argomento, e chia-  rifiìmo di cecità, ed infenfatezza , è la-  diftinzion reale coll’ impenetrabilità,  fcomunicazione, ed efclufion materiale.  La diltinzione , che per varj divarie co-  fe , e diflacca 1’ eflenze , e proibifce le  coriofcenze; nella coftituzione dcll’intut-  to divifibile material fotlanza giugneall’  ecceflo di diftinguere ; per modo che af-  fatto ogni comunione tronca di eden za,  ed ogni via chiude d’ intelligenza . La-  onde e’ non è da maravigliare , fe in  tutte le Lingue più belici’ intelligenza  colla penetrazione , comprenfione, con-  tenenza , ed inclufione è lignificata ; e  con contrarie appellazioni è lignificata  la fconofcenza. Ed è da ammirar molto ,  che i novelli Filofofi fien così ciechi ,  che la cecità della Materia per quella  via non abbiano ravvifata, che fi pre-  fenta nel primo afpetto delle cofe , non  che nel procefio dell* invelligazione.   Con dimoftrare la cecità della mate-  ria    Digitized by Cìoogle      ~rr . — *’-• —    DELL’ UOMO. 4i , ,  ria, abbiamo inficme dimoftrata 1’ im-  materialità della mente ; Imperocché fe  la materia è cieca, perchè ella è di vi-  libile, la mente dee eflere indi vilibiie ,  perchè è intelligente . Pur nondimeno  c uopo in efla intelligenza oflervar la  di lei immaterialità, come in efla natura  diviflbilc la cecità , c l’amenzia abbiam’  oflervata. Adunque fe la Mente cono- °V e f ,a  fce le fue cognizioni , come per la pri- trabiitàdei-  ma, e più interna , più lucida notizia I* Mente.  della colcienza è certiflimo, ella certa-  mente le Tue cognizioni , e 1’ eflere di  quelle, e ’i fuo medefimo dee in fc con-  tenere : e con quelle Tue operazioni , e  con tutto il fuo eflere , per pcnetrevo-  le comunione , e per indiflolubil neflo  d’ identità , efler dee una cofa mede-  lima realmente indiflinta , ed indivifa.   E poiché per mezzo delle cognizioni  apprende tante cofe, quante ve n’ ha_,  in tutte l’Iflorie, e in tutte le Scienze,  ed Arti; la Mente quell’ immenfa am-  piezza, e quel novero infinito di forme  memorabili , fcibili , ed agevoli con-  terrà tutte nel fuo intendere, e nel fuo  eflere penetrando , e includendo :   F con    ✓ . . J      , ?»    Digitized by Google    42 DELL’ANIMO  con reai neffo tutte le cofe compren-  dendo, cd unificando nella Tua intelli-  genza ; e la Tua intelligenza in tutte le  cofe eftendendo, indiftinta, ed indi vi-  ta da quelle così, come è dal fuo efte-[  re medcfimo,e dalle fue medeGmc cogni.  zioni.Dal che chiaramente fi feerne, cfter  l’intelligenza, e per confequcnte 1* Eflcn-  za mentale con tutta quell’ ampiezza , e  4 ; con tutta quella dovizia , che accennata  ■ abbiamo efier, dico, nondimeno indiftin-  ta, femplice, ed indivifibile.Concioflìachc  comunione, penetrazione , e inclufione__,   Veneu-abi- fono co ip indiftinzione , o identità una  ■ hta , e rden- r ...   tiù fono um cola, c per poco una ragione , o notizia  c»fa medejì. medefima . Siccome la reai diftinzione  fminuzzaper tutto la foftanza della ma*  teriajondel’eflere materiale è impenetra-  bile^ incomunichevole ; così la penetra-»  zione , la comunione , e l’ inclufione per  tutto realmente conduce, e connette l’in.  telligenza ; onde l’ intendere , e 1’ eflere-  mentale efter dee indiftinto, femplice*  ed indivifibile , immateriale , e immorta*  le. Certamente la fola eftre ma chiarezza  di quefta dimoftrazione a non fani intel-  letti può per avventura far dubitare   della    Digitized by Googlè    DELL’ UOMO. 4?  della fermezza per un momento . Im-  perocché come potrebbe la Mente, o  non contenere quel , eh’ intende, o non  eflerc quel , che contiene, o edere da .  ciò che contiene realmente diftinta ?   Come mai potrà efcludere, e (termina-  re coll’eft’enza quel, che include coll’in-  telligenza ? Come fopra di fe ritornan-  do, o in fe il fuo effere raccogliendo A )■ * 0 -  ad intender fe, e le fu e cognizioni ;  trebbe poi cfler tutta in fe, e quafi  fe realmente diftinta, ed efclufa ? E in  fine il proprio, e 1* altrui edere , nell*  intelligenza accogliendo , come può av-  venire , eh’ ella fia pofta fuori delle co-  fe,che intende, e che efler dee, e fuori di '  fe medefima ancora, qual certamente  larcbbe , fe fuflc divifibile , e materiale ?   Non ci ha dcll’indivifibi!ità,c dell’imma-  terialità argomento più ficuro di quel-  lo , che eia penetrabilità, e della co-  munione, che è l’intelligenza. L’Iden-  tità , che per varj gradi di varie cofe  fomminiftra 1* intelligenza, c connette  l’edenza; nella coftituzion della mente  giugnendo fino alla penetrabilità, ed  infelfionc , che adduce ogni comunio-  .. : Fa ne    •#    Digitized by Google    . •*   ./ •* ^ ^ ^   44 DELL’ANIMO  ne di eflere, ed ogni lume d’intendere,  viene in tanta chiarezza , che egli è  una maraviglia , che alcun de* Filofofi  abbia difperato di poter trovare (uf-  ficiente ragione deli’ Immortalità dell*   Animo dell* Uomo, la quale fenza fa-  tica d’inveftigazione nel primo afpctto  delle cofe ci fi apprefenta.   ■g?** Con quello argomento fenza fallo  ^ffHré P, °mate- fino il fondo è fiato difcopcrto dell’  riale quale efienza materiale, che è la reai diftin-  deU^mmte 2 j one ^ e j a di vifibilità , onde la cecità ,  e 1’ infenfatezza immediatamente di-  pende . E infiemcmente il principio,  e 1* origine dell’ efienza mentale ab-  biam ritrovato , che è la reale indiftin-  zione , e 1’ indivifibilità ; onde l* im-  , materialità , e immortalità neccflaria-  mente difcendono. - *   ' Ora da quel primo fondamento del   , - materiale eflere , molte altre proprietà  procedon della materia: ciò fono mu-  tabilità , e mobil ita ; novità, e contingen-  .) , za ; impotenza , ed inerzia ; e in fine fug-   ^gezione , c dipendenza , che tutta l* ef-  fenza della materia adempiono per av-  ventura . Come altresì da quel princi-  pi» ^ pio   . ■?   «   # - • •   • . ^Digitised by Qoogle    DELL’ UOMO. 45  pio dell' Efler mentale molte proprietà  provengono della mente : quali fono,  coflanza , ed immobilità ; neceffità , ed  antichità ; potenza , ed arte; e finalmen-  te libertà , e independenza , che tutto  1 ’ effer mentale fi può credere, che_  adeguino. Le quali cofe fono altrettan-  ti fermiflìmi argomenti, 1 * une della ceci-  tà della Materia, e l’ altre dell’ Immor-  talità della Mente . Ma alla difputa di  fi fatte ragioni e’ fa di meftieri premet-  tere una confiderazione , con utilità de*  novelli Epicurei , per fargli fin da ora  argomentare la debolezza degli argo-  menti Lucrcziani : e di tutti gli altri , per  agevolargli l’ inrelligerfza di quanto im-  prendiamo a dire di quelle ducEffenze.Io  prefuppongo, che quelli novelli abbian  già fatto quel, che gli antichi non pen-  farono di fare , o fecero leggiermente ,  e trafeuratamenre : cioè che abbiano  afTai filofofato fopra la Natura imma-  teriale ; che nondimeno per la cagio-  ne , che dirò , fi fian rimafi nell’errore.  Prendendo eglino la corpulenza, e la for-  za fenfibile della materia per falda, e chia-  ra verità, e realità; e per la finezza, e   fotti-    4 tutto corporeo , e dirtolu-  bile, e mortale apparifee ; e dall’ altra ,  per gli altri argomenti fi feerne incor-  poreo , ed Immortale : non può niuno  ne a quello, ne a quello, ne alla mor-  talità, ne all’ immortalità , non prima  avendola va nità de’ contrari argomen-  ti dimoftrata , fe non per temerità, e  per capriccio attenerfi . E trovandoli  per avventura amenduele parti inacef-   fibiii f    «"ÌMI -'*T*   « W*f    v»   m-    ?:      Digitized by Google    4 S DELL’ ANIMO   libili, cd inoperabili , c dovere allora,  che fi temperi , e fi mitighi la forza degli  uni, e degli altri argomenti, affinchè o un  qualche comune effetto infieme lor for-  za comunicando , arrechino ; o lor forza  dividendo, in diverfe foftanze , o modi,  divedi effetti producano . Nel qual tem-  - pcramento,e mitigamento egli è fenza  ,e fallo riporto il Vero maravigliofo : co-  me del Vero della Mente abbiamo già  detto doverfi fare: e come a fuo luogo  in quefta medefima Difputa, col favor  di Dio , noi faremo in effetto . Frattan-  to fe lo feopo degli argomenti Lucrc-  ziani è , che la Ragione , e l’Animo  dell’ Uomo fia del tutto diffolubile, e  mortale ; che egli prende da diffipamen-  ti , fucccffioni, vicende, e mutamenti,  •che vi fi veggono : e per contrario i  contrarj argomenti vanno a dimoftrare ,  che la fortanzial ragione, e I’ Animo  egli è in fe medefimo indiffolubile , ed  immortale; non c egli un giurto, e ra-  gionevole temperamento, e mitigamen--  to del contrarto degli argomenti , il di-  re, che l* Animo debba effere in fe, e  verfo di fe immortale per forza de’ fe-  -tèéà condi    * .    ;    DELL» UOMO. 49 »   condi argomenti ; e che la forza de’ pri-  mi più oltra non vaglia a conchiudere,  fe non che l’Animo lia dall’ Uomo dif-  folubile , e in quello fentimento , e in  quello rifguardo mortale ancora?   La fola Compofizione , che è nell’   Uomo, ella è fufficientiflima cagione di  ogni variazione, la qual perciò a quel-  la compolìzione fola puoflì attribuire :  onde necelfità di dover dedurre , che-,  elTd Natura ragionevole immediaramen-  te patifca que’fvariamenti, ed ella deb-  ba clTer caduca e mortale , non vi li ,  fcorge niuna affatto. Gli fcadimenti,  gli avanzi, i eominciamenti,e i lini fo-  no varie guifc, evarj modidieffa com-  polizione.La compofizione è principio, ' ». 41   c radice di ogni variazione. La natura ^luziongeL  ragionevole , quantunque ella in le da ti gli argo-  mutamenti corporali immune , e libera; nienti ima*  tuttavia congiunta colla variabile ma-  reria, dee neceffariarnentfc non in altra  guifa , che variando, difpiegar le fue«  ragionevoli operazioni. Sarà quella Tem-  pre una generai foluzione affai fondata,  c forte di tutti gli argomenti di Lucre-  zio , che può offufear eziandio quella  • * G - appà-'    1 >    ■    •; ¥    Digitized by Google    V t    *0 DELL’ANIMO   apparente evidenza, con che ha prefi  i materiali intelletti de’ Cuoi feguaci:  e’1 farà ella Tempre, finché eglino non  auran dimoftrata 1’ impofiibilità della.,  natura immateriale , o 1* impoflibilità  del concorfo , ed unione della medefi-  ma colla materia , e che a natura im-  materiale fia ripugnante, il potere con  quelle variazioni, che nell’ Uomo veg-  giamo , in niuna guifa operare. Il che  ficcome finora non han fatto, così non  éda credere, che fian per fare in avve-  nire . Ora ritorniamo al propofico, per  dimofirare in oltre per la mutabilità,  o mobilità cieca la Natura materiale; e  per l* immutabilità, o immobilità , im-  mortale l’intelligente: come già prima  . nbbiam fatto, per la reale difiinzione,  ed efclufione dell’ una, e per la reale_  indifiinzione , ed inclufione dell’ altra .  Nell’ eftenfione , o efirapofizione, che  - firZlonc' 1 ^- ne ^ a materia è manifcfta, noi feorgendo  Ucecita della allora quella difiinzione , ed efclufione,  de tornir* ne argomentammo la cecità , ed amenzia:  e nell’ intelligenza , che è in noi , e nell*  e (Ter noftro evidente, veggendol’indiftin-  zione ,e P inclufione ; quindi raccogliem-  mo    , •*» • •    tal ila de Hi  Mente .    1    Dig[tized by Google    DELL’UOMO. 51  mo dover la mente edere indivifibile, ed  immortale. Ora nell’ eftrapofizione me- - 4 -v   dcfima , di più la mutabilità , la mobilità,  e’1 moto oflcrvando ; e nell’ intelligen- r  za , di più la immutabilità ,e l’immobi-  lità, e la quiete ritrovando ; di nuovo  1* una, e l’altra conchiufione dell’ una,  e dell’altra natura verremo a provare. V -.=■ -  L’ Eftrapofizione , per cominciar dalla  prima, c la radice di ogni variazione, . 1   mutazione, e moto ; perciocché man-  cando alla materia unità reale , che_, * .  aduni ,0 unifichi le parti , e 1’ edere  dell’une nell’ altre implichi, e le Arin-  ga, e fermi indillolubilmente ; per ne-  celfltà deonfi poter le parti 1* un e dall’ \  altre feparare, e fcambiarft infra di lo-  ro , e variare, c mutare, e muovere.   Il reai numero delle parti, l’une dall’  altre in realtà diftinte , e 1’ une fuori ~ -*   dell* altre eftftenti, è il medcfimo etter  mobile, e variabile della materia: c Ia_,  fletta mutabilità , e mobilità: è il prin-  cipio di ogni attuai variazione , c mu-  tazione , e moto . Il difetto di quella rea-  le unità, che contenga il numero a quel ^ Materia,  modo , é il verace vuoto, col quale, e . -   . G 2 nel _    Di^itized by Google     wr      r *   -* u      «i*S    *    ** DELL’ANIMO   nel quale dee poter muoverli la mate-  ria: che gli Epicurei ad altra manie-  ra di fallo vuoto trafportano; e i no-  velli Peripatetici , e i traviati de’ Car-  tcfiani n:egano a torto, quello vero vuo-  to con quel falfo degli Epicurei confon-  dendo. V Annone delle parti, Fune  all altre in ordine al luogo fuccedcn-  ti , è come un fluflo , c una fuga delle  medelime per Io fpazio: la quale di fua  natura domanda I’ attuai variazione, c  mutazione, e ’I moto attuale. Il moto  allo ’ncontro egli è l’atto dell’ eflenfio-  ne, o efirapofizionc : ed è prefcnte,ed  attuai efienfione , e fuccelfione . Nel mo-  to di per fc conlìderato non folamenre  e lubricità, e flufTo , e fuccelfione di  parti in ordine al luogo; onde le parti  fieno 1’ une fuori dell’ altre allogate : ma  e altresì fluflo f e fuccelfione in ordine  a tempo; onde le parti fieno I’ unc_,  dopo dell’ altre nel tempo efifienti : di-  modo che ognuna delle parti del moto •  allora ella è, quando 1’ altre fue com-  pagne o fono già preterite, o fono per  efiere in futuro: che o più non fono,  o ad elTere non fono ancora pervenute.   Il        + 4    Y      DELL’ UOMO. 53  II che vero cdendo , come infallante-  mente è ; qual maggiore (Minzione può  avervi dell’ edere , e del non edere ?  qual più certa efclufione di quella, che  Pelle r fa del nulla, ed il nulla fa del Ee Ae-  re all* incontro ? come ciò , che c , può  mai procedere egli a contenere, ed in-  cludere quello che non è, quantunque  o fia dato da prima, o debba edere dap-  poi ? ficcome non vi ha maggior diftin*  zione dell’ edere, e del nulla , ne più  chiara efclufione ; perciocché il nulla,  che non è a niun patto, c ogni efclufio-  ne di ogni realità; e l’ edere che real-  mente è, è ogni efclufione di ogni nul-  lità del non edere: così non ci ha mo-  do più potente a diftinguere, ed cfclu-  dere,cpcr confegucnte più certo , e  più chiaro modo di efcluderc , ed eftin-  gucre ogni intelligenza di quello, che  è il moto, che perchè fia, 1’ edere, c’1  non edere congiunge inficine : le cui par-  ti deono edere tali , che una edendo ,  T altre afFarto non fono, dovendo e(Fc-  re o preterite, o future. Non eie, ne  può eflervi più chiaro argomento dice-    o nio-      cita, ed infenfatezza, della mutabilità,     J' 30é-' UHP    nn. 1 — a  \ "W" 2   •* Wa-       * >• ' le     *    Digitized by    DELL» UOMO. ^  le parti non poflbn Pune dalPaltre fce-  vcrarfi , ne (cambiarli infra di loro, ne  murarli , o muoverli in niuna guifa . J  L’identità delle parti, l’unc nelP elTere "   dell’ altre infiflenri , P unc nell’ altre pe-  netranti^ deflfo elTere invariabile , ed  immobile dell’ intelligenza , è elTa in va- #•   riabilita, ed immobilità, e coftanza, e  virtuofa quiete della mente. L’ inclu-  sone è la virtù maravigliofa , che Uri-  gne,e aduna, e contiene, econferma_. . -1   P clTcnza mentale ad eder libera, e im-  mune dalle mutazioni , e da moti della  materia , e ad elTere in quello riguar-  do invariabile, ed immobile, e quieta.   Quella identità, ed inclulione è ella il Ver 5  verace pieno della Mente, che ne i voi- Tra ma-  gari Peripatetici, ne gli fciocchi de’ Car- ta!e '  tefiani , e tanto meno gli Epicurei in-  tendere non han potuto finora. L.’infi- - ^ > Y'  llenza, ed infeifione delle parti, che ne  luoghi eftendono,ne difpergono tem-  pi , è quello che ogni corporale lubri-  cità, e fltilTo, e fuccelfione allontana^. • ** ì   dall’ elTere intelligente. Ma di cotalin- -  fillenza,o penetrazione , o inclufione,  egli è da fapere, che altra cofa non è,   che    f •.    JDigitiz’ed by Google    t    5 6 DELL’ANIMO *   che (lane l’atro, che 1’ Idea, o perce-  zione . L* intelligenza è principale ,  radicai percezione, ed Idea: e 1* Idea,  o percezione , è prefente , ed attuale  intelligenza; nella quale 1* immobilità,  cd invariabilità del mentale edere, e  1* indivilibilità , e Immortalità in chia-  ridimo lume lì difeoprono . La prefen-  te ,cd attuai percezione dell’ Idea , niu-  na parte della potenza intelligente , e  niuna parte dell’ intendevole obbierto  preterendo , o in futuro rifervando,  cioè ogni parte della cofa , che inten-  de ,infieme comprendendo tutto aduna  in un atro , ed in una prefenza di un  femplice edere indi vifibiìe . Poiché l’ in-  telligenza penetrando , ed includendo  tende all’ influenza di ogni fuo clTere^  in una unità di eflenza: la percezione  c, prefente, ed attuale inclusone, c pe-  netrazione , ed influenza. Ella è l’atto  di quella virtù, c la fermezza, c’1 ri-  pofo, e la quiete della mente, nella..,  pod'cdìone dell’ edere , c del fapere .  Non vi ha maggiore indiftinzione , ed  inclufione dell* ogni edere , cioè di quel-  la edenza, che tutto il fuo proprio ef-    DELL’UOMO 57   fere poflìede, che di fé, e delle fue co-  fc ogni nullità efcludendo , include ogni  fua realità: onde l’atto, e la prefenza,  cioè il prefente edere attuale , che ogni  realità a fe appartenente contiene , è  nel colmo dell’ indidinzione , e dell’ in-  elulione, che ogni nullità, e vacuità, e  lubricità, e fluflo, e mutamento efclu-  de. Tal fermamente è la percezione,  o idea , le cui parti sì elleno fono a fe  prefenti , che una parte eflendo , tutte  l’ altre con quella, ed in quella eder  deono fenza edenfione di luoghi , e fen-  za fucccflìone di tempi ; tutta prefen-  te, ed in atto in fe, e con fcco tutto  il fuo edere conchiudendo. Siccome il  moto edende, e (minuzza , e difperge  le parti della materia; ed è perciò eda  variazione , e mutazione : così la per-  cezione , o idea, diciam così, intende,  e conclude tutto l’ edere della Mente :  e per tanto è la dedìdima invariabilità,  o immobilità, o permeglio dire, è edo  ftabilimcnto , ed eda quiete della Men-  te . Non è nella natura, ne in Cielo,  ne in Terra unione più dretta , ne piu  intima , ne più falda, e indidblubiledel-   H la    L    58 DELL’ANIMO  la percezione: non ci è della percezio-  ne più ficuro , ne più chiaro argomen-  to d’invariabilità, ed immobilità , e di .  . quiete . La Mente che nell’ inclufione ,   ttjftmo arco - e penetrazione deir intelligenza fi di-  menio d' m- moftra femplice edere, ed indivifibile ,      faòlaìwia!' ^ cm P^ ce » penetrabile. La Materia per  la compofizione , edeftenfione,o eftra-  pofizione è divifibilc, variabile , mobi-  le : la Mente per la penetrazione, ed  ♦ inclufione è immobile, ed invariabile.   La Materia ha il fuo proprio atto della  ; , propria edenza, che è il moto: la Men-   te, ella ancora ha il fuo proprio dei  proprio edere ,che è F Idea. Nell’ eden*  dono , efcludone , variazione, e moto  la Materia dimoftra da fua cecità, ed  amenzia: e la Mente ndia'penetrazio&  ne , inclufione , invariabilità , ed, immo-  ti lì bilica    Digitized by-Google    s .    remcLa    DELL’UOMO. 59  biliti fi diicopre indiviiibiie , ed immor-  tale. Non ci ha cofc più tra fe diver-  fc, della Materia, e della Mente: non re  ci ha piu evidente contrarietà di quel- / ra U M/e-  la, che è tra l’Idea della Mente, e ’1 rìsela Mam-  molo della Materia. Ma affinchè niu •  no rivolgendoli alla materia , ed alla  mente deli’ Uomo, ed a’ mori , ed alle  idee del medefimo, non fi turbi, o eoa  tacita oppofizionc non contratti quella  nottra dimoftrazione ; promettiamo in  luogo più opportuno di quella Difputa  far vedere , come nel congiungimento  di quelle diverfe nature, e di que’ di-  verfi modi-, vie più venga adilluttrarfi,  e confcrmarfi la prefente dottrina.   Dall* eflerc indiftinto , penetrevole , * *   ed inclufivo dell’ intelligenza , e* fegue Quarta dì-  di neceffirà , che l’ intelligenza eflcr deg-  già interminata, e univerfale : come-, tdfà-Atuu  dall’ eflerc dillinto , impenetrabile , ed uc  elclufivo della materia , necefli riamen-  te avviene, che la materia debba efler  terminata, e particolare. E benché la  penetrazione , ed inclufione chiaramen-  te voglia aver con beco infiniti, eduni-  verfalitir e l’ efclufionc , ed impenetra.-   H 2 bilità    Digttized by Googk    1    60 DELL’ANIMO  bilità pur con pari chiarezza arrechi  terminazione , e particolarità, anzi più  torto la penetrazione , ed inclufione-,  paja eflere non altro, che erta infini-  tà, cd univerfalità: e 1 * efclufione , ed  impenetrabilità colla particolarità , e-»  terminazione pajano edere una mede-  lima ragione ; contuttociò quelle due  ragioni fono due nuovi rilucenti (Timi  lumi , co* quali nuovamente per nuo-  ve vie rinveniremo coll’ uno la ce-  cità , ed infenfatezza delia materia ,  e coll’ altro l’ immaterialità , ed immor-  talità della Mente . Le quali cofee’ per-  ciò conviene , quanto più c podibile ,  fpiegare ,e dichiarare paratamente. Per  ^Aeco- cominciar quindi , Univerfale c quello,  che tutte le cofe , o quelle che gli appar-  tengono , cioè tutto il numero , e tut-  ta la varietà delle differenze , forme , e  modi pienamente contiene, e sì contien  egli ciò che e’ contener dee , che le for-  me ,o le differenze per lungo ordine di  cagioni l’ une dall’ altre procedenti , e  tutte da una prima, e principale pen-  denti , effo Univerfale dee produrre-,,  eziandio. Una principale unità per altri   mezza.    Digitized-by Google    DELL’ UOMO. 6 1  mezzani principi inferiori, che indi pro-  vengono, ed ordinatamente gli uni agli  altri fuccedono, con fucceffive produ-  zioni fi eftende fino all* cflremiti degli  ultimi particolari a contenergli, e pro-  durgli. Or quella cflenza, o nozione,  o ragion di univerfale , manifefta mente  ella efler dee indivifibile,ed immateria-  le. Conciofliachè eflere immateriale , ed  indivtfibile altro e* non fia, che eflere  in tutti, e con tutti i particolari , e tut-  ti comunicando , penetrando, includen-  do, adunare in una fempliee, indi via-  bile unità di efienza, o foftanza. Senza  quella principale unità contenente, e  unificante , ficura mente le diftinzioni , e  le differenze de* particolari fminuzze-  rebbono , e difperderebbono ogni co-  municazione , e contenenza: e fenza_»  quel numero contenuto , fenza fallo  T uhità rimarrebbe ruota di ogni pie-  nezza , e ubertà . Or 1* intelligenza^  deir Uomo , che ella efprimendo, eraf-  fojtiigliando , fi eftenda da per tutto> a  imprendere ,e conchiuder tutto il nu-  mero , e tutta la varietà dell’ Univerfo  i* Iftorie, e le Scienze x eT Arti il roa-  ni fe-    y ♦    V.jt. ,    62 DELL’ANIMO,  nifdhno a chi che fia. Adunque l’Uni-  verfale ,chc non altro , che una ragio-  ne, o nozione , o Idea parendo elTere  da fé nel primo afpetto non dimoftra  realità ; li Icorge pofcia , ed è reale»,  nell’intelligenza; la cui realità il chia-  ro lume della cofcienza a tutti dimo-  ftra. E l’intelligenza, che è una reali-  tà, o reai natura, o foftanza; c pertan-  to nel primo afpetto non arreca uni-  verfalità; fcernefi pofcia aver vera uni-  verfalità nell’ idea,o nozione, o ragio-  ne dell’ Univerfalc ; la cui immateriali-  tà a tutti innanzi appretta 1* evidenza»,  della ragione . Cotal ritorno, e fcam-  bievole fomminiftramento proprio dì  qualunque più invitta, e piu illultre di-  moftrazione non intendongli Epicurei:  onde nell’ LJniverfale , che di per fe i  {blamente nell’ idea della Mente, tur-  tocche ben vi veggano indivifibilirà, ed  immaterialità; credon pur nondimeno  non più che ideale , e immaginario V elle-  re immateriale: e poi nell’ intelligenza ,  che è , e fi vede edere folo in nature  particolari , febben ravvifano univerfa-  lità; pur ii fanno a credere, che mate-  HNUti riale ,    j Digitized by Google    DELL/ UOMO. 6;   riale, e divisibile efler debba quella na-  tura univerfale ; dovendo per forza»*  di sillogiftica dimollrativa conneffione,  all’ Univerfale , per l’ intelligenxi , con-  ceder realità; cd all’ intelligenza , per  l’ univerfale donare immaterialità . Ma  egli è ben uopo quella univerfalità, che  nell’Arte, nell’ litoria, e nella Scienza  fi manifefta , deferivere più particolar-  mente : affinchè quello argomento non  paja anzi un lavoro di fantafìa , che  vero, e fermo, e fondato in Sicure , e  indubitabili realità . La nollra intelli-  genza, come ognun vede, mifura tutti  i modi dell’ eftenfionc , e diftingue, e  diffinifee tutte le forme del numero ;  onde eHa è aritmetica , e geometrica : ed  al medefimo modo tutte ancora le va-  rie fpezie , e varie operazioni delle co*  fe oflerva, e difeerne, ed eftima ; on-  de ilìorica, e fisiologica può divenire.  Non è adunque la Mente una partico-  lar diterrainata dimenfione, ne c un»*  certo, e particolar numero ditermina-  to; ne finalmente è ella certa ,e diter-  minata forma , o fpezie di quelle, O  quelle nature; ma efler dee, ed è uni>  4 P» P verfal    ftwrtl* I      Univer fatiti  deità Screma*  del P Arte , e  della Storia .      (Séif 4/.  ^4 * V        V,    '* { *    St>\     °S n ‘ cofa efplicando , e argomen-  tando: che è Io tteflo che dire, che ella  i numeri, e i peli, e le mifure, colla_,  univerfalità , dentro di.fc il molto nell*  ~ . : uno accogliendo, e il molto dall’ uno    [M    ■ v ;    ri-    »... v.    ' A: • ~ • ^    r    /+    DELL* UOMO. 69  riproducendo , diftingue , ed efprime:  ficcome con più ragioni nel noftro Vo-  lumetto Metafilico abbiam provato per  ogni parte .Ora dalla univcrfalità, della  quale abbartanza fi è favellato, trapaf-  fiamo alla necertità, ed antichità per ri-  coglierne altri argomenti.   Ma io non prendo ad ofiervare Pef-  fere necertario , per trar quindi dritta-  mente  Immortalità  nuovo, c contingente per argomentar-  ne cecità , ed infenfatezza nella mate-  ria . Perciocché agevol cola è ad inten-  dere , quanto nell’ indiftinzione la ne-  c ertiti, ed antichità ; tanto nella necef-  fità , ed antichità 1* ertere indi vifìbile ,  ed immateriale: ed al primo afpctto,  come /iella dirtinzione della materia fi  ravvifa torto novità, e contingenza j co-  sì nella novità ; c contingenza 1* efler  cieco, ed infenfato fenza molto (len-  to fi riconofce . Onde il far quegli ar-  gomenti , farebbe più torto di ciò eh*  è (lato detto, una riftucchevole ripeti-  zione , che di nuovo ingegno, una di-  moftrazione novella. Benché non porta   negarli    #    argomenti d’ immaterialità , ed * 1   salirà nella Mente : ne 1* erter    m   ■*   . ss» a        * ' -Digitfted by Google    « •K'j    « • •    . ,7© DELL’ ANIMO  negarti, che la ncccifità fopra la indica-  zione; e la contingenza fopra la diftin-  xione aggiungono una, come dicono,  nuova formalità. Adunque nella necef-  fita. fi vuol notar folamenteil primato,  .e’1 principato del proprio edere : che  è*il più forte de’ nobililfimi argomenti  Platonici, da più degli .Autori trattato  con poca dcgnità.E nella contingen-  za deefi moftrare fol la fuggezionc, e  la dipendenza , che meglio di ogni altra  cofa ne conduce a quel Vero , che nella  materia andiam ricercando . E vuolfi per  tanto dcfcrivcrc prima la necclfirà, e_  poi la contingenza: avvenendo per fimi-  glianti acribologie, che mirabilmente e  l’ idee fi dichiarino, e li fortifichino gli  argomenti. Or la neceflità, che altro è   Jìù*cbeelia fc non identità , o inclufione_  Jìa . dell’clferc in una fempliee unità; onde   l’efienza con ogni fua parte , e con fe-  co medefimaè infeparabilmente connef-  fa ? E poiché un cotal nello non può  conccpirfi che fia, fe non infra più Ra-  gioni, o elementi, o parti ; 1’ identità  dell’uno col numero inclufo;e del nu-  mero coll’ uno includente; c delle par-  ti    if. -    *    ’• Digitizec    DELL* UOMO. 71  tr del numero infra di loro in quell’uno»  medefnno, e’ farà certamente il nello  della uccelliti . E in fine non potendo»  tutto ciò edere fenza intrinfeco produ--  cimento , e fenza intrinfeco procedo  dell’ uno dall’ altro; nelj’ efienza necef»  faria , necelfiria mente eflèr dee princi-  pio, mezzo, e fine:, così che il princi-  pio internamente produca il mezzo, c’I  fine, e a quelli comparta tutto il fuo  edere , e in tutto 1* eflere di quelli fi  diffonda • e ’l mezzo , e ’l fine vicende-  volmente tutto il loro edere nel prin-  cipio rifondino , e in quello ritornino ,,  e fi ripolino . La necelfita è edenza.,  avente unità , e numero ,. principio ,  mezzo , e fine per interne comunica-  zioni indivifibilmente congiunti . E adun-  que la necelfita in fc , e con feco ,,eL-  da fe medefima , ed avendo in fc mer.  **ìzo , e fine prodotti da un principio,,  che è ella medefima ; viene con ciò  avere il primato, e ’l principato del fua>  proprio edere , da ogni altra edenza m?  quello rifguardo libera, c indipenden-  te. Dichiarate così quelle nozioni, di-'  eiamo’ che la neceflirà, o non è ella_,  MI» . a fiat-       •*       • r    v          “nitiVarl    l.    ,T>    » ;        . rx    *■-    \ uX '    T ..    (. *    V «   • Vk *• *.   K T'      -■ *-    ; v      - . • -* V ~   [ • rV‘      te.    -a    * * -V    ; u.   e procaccievolc la fcien-   onde pròve' za • Quello è dedò ficuramente tutto il  i ™ . nerbo di quel famofo argomento pla-  tonico, che T Anima dell’ Uomo muo-  va fe medelima: e perciò da fe dipar-  tirli, ed abbandonare fe (leda a vcrun__»  patto non poifa giammai. E di queiral-  tro pur di Platone , che nel primo è im-  plicato , cioè che l’Anima dell’ Uomo,*'  fia eda vita, onde il corpo fia , e li di?  t ca vivente : e per tanto finir di vivere  platonico del? per niuna contraria forza di natura non  immortaliti . poflain niuna guifa. Perciocché qual’ai-  tra cola è ella la vita , fe e* non è un«,  atto perenne , e podcrofo nelP edere, e  nell* operare? la vita è edcnza attuola,  ed atto eflenziale, o foilanziale: è ede-  re, ma perfetto, pieno, vigorofo ope-  rante : è ella altresì operare, ma faldo,  tobufto, incettante. La qual cofa uni-  camente è polla nella generazione,  comunicazione dell’ edere . Nella vita  adunque è pofleflione dei proprio cfse-    I    DELL* UOMO. 7 $  re, e del proprio operare, che fi diftin-  gue , e fpecifica nella pollone del  vero , e del retto , e della fcienza , e  della legge, col potere ad apprenderlo,  e confeguirlo : e nella pofseflione del  proprio potere, colla fcienza ad inten-  derlo, e a reggerlo colla regola. La vi-  ta perfetta è il fapere, volere, e po-  tere della mente . Ma fonovi nondime-  no certi gradi d’ imperfetto vivere, per  gli quali a quella fommità della vita  mentale, dall’imo d’ impcrfcttiflìme vi-  te fi afccnde , che altrove forfè dile-  gueremo . , > :    «     •di-    vediamo ora della Novità , e Contin-  genza della materia , e del fuo eflere^ f .  fpregcvole, fuggetro, e dipendente . Il v  che, per quel che dell’ intelligenza det-  to abbiamo , come facile a comprende-  re , preftamente in pochi motti fpedire-  roo. Siccome nell* inclufione dell’ intel-  ligenza è il vincolo della neccffità ma- . ' i   mfcfio ;cosi nella efclufione della mate- \ • • 4  ria chiaramente feernefi l’ infragnimen- >   to, e ’1 difcioglimento della contingen- ebetekj*   L * contingenza ella è sì fatta , che Z£ s l™. 1  • parti , 1 ’ une all’ altre fono rtra-   «**• K 2 mere,   • ■ , . • ' ì   . • * * Digitizeà by Google    la Mate-  ria fi fpopjia  dì ogni prin -   CÌpGtO «    7 6 DELL* ANIMO.   nierc,avveniticcie ,e nuove; ed al tut-  to ancora, che non in altra guifa, che  i* une all’ altre avvenendo, e congre-  gandoli infierae, compongono; e 1’ une  dall’ altre dipartendoli , c fegregando- -  fi, agevolmente depongono. Come  rincontro per le ragioni medefime , il  tutto alle parti Tue, onde ora è coftrut-  to , ed ora diftrutto , egli è Uranio,  nuovo, e avveniticcio. E giacche l’ in-  diftinzione decedere è il nodo infolu-  biie della necedità ; ben egli è uopo , '  che nell* ogni diftinzione- tanta contin-  genza li ritrovi , quanta non può edere  altrove. La Materia adunque per cotai  difetti non può in fe edere, ne confetf  co, ne da fe;ne può avere interni prin-  cipi , mezzi , c fini per interne comu-  nioni infcparabilmente infieme avvinti.   Il perchè non potendo muovere, o reg-  gere fe medefìma dentro di fe ; ne_,  fuori di fe altrove in altre cpfe pe-  netrare a muovere , o reggere foftanze  da fe diftinte ; è forza che ella fi ri-  manga nuda d’ogni primato , e princi-  pato di edere, c di operare, fenza lu-  me di faperc , fenza nume di volere, .   , ZT . ' efen-    Dtgitfzed by Google    DELL’UOMO. 77  C fenza fermezza di potere , di fcienza ,  di arte, e di regola fprovveduta , eie- v  ca , infenfata , inerte, informe, ed im- a  potente del tutto. Quel capo di fogge -• ' ■  zione, e di dipendenza , fecondo quel-  la generai ragione del non edere , egli  è come radice di tre più proprie,  più fpeciali dipendenze: il primo di non  intendere alcun edere, o vero; l’altro  di non appetir retto, o bene niuno,c’l  terzo, ed ultimo di non avfcre niun_»  vigore verfo niun obbietto , di muove-  nte fe medefima . E qui altresì è cofa de-  gna di maraviglia , che in quel generai  difetto, è manifefto lo fcioglimento ,  e’1 fluita della contingenza, quafi dei  non edere; onde 1* edenza , o fuftanza ^  della materia è rifolubile , caduca,  temporale . La qual contingenza fi diri-  va, e comparte ne’ tre capi fudeguen-  ti: deche nel primo di quelli c la con-  tingenza del non fapere; onde la Ma-  teria è cieca, ed infenfata :c nel fecon-  do è la contingenza del non volere ; ,  onde la Maceria è difinchinevole , ed  indifferente : e nel terzo è quella del  non potere, onde la Materia è pigra,   e feio-    Digitized by Google    78 DELL* ANIMO   e fcioperata . Quello egli c tutto il fà-   yf reomento mofo argomento Ariftotelico di là pre-  Anjtotelico rii r r •   dciu Divini . *° » che qualunque corpo fi muova , e    ta    debba da altro corpo efler moflfo : on-  de per non procedere in infinito , abbia  ad efTcrvi un primario principio, da fe  movente il tutto . Conciofliachè , come il  potere della Mente ritorna nel Capere , e  nel volere, per gir colla cognizione ver-  fo il vero , che fi conofce , e coll’amore  verfo il rètto, che fi appetifee ; così il  non potere della materia fi ellende al  non Capere , e al non volere il vero ,  che non s’ intende , e ’l buono, che non  fi vuole . Adunque come nella coCcien-  n za dell’ Uomo ,da que’ tre principi del»-  trìnci} j men - le tre poteftk mentali fi perviene, a co*  **• noCcerel’ Immortalità della mente dclP  Uomo; onde poi di più conoCcijmo la  cecità , ed inCenCarezza della materia; co-  sì nella conoCcenza, che abbiamo della  Materia, fimilmente da’ tre principi de*  vizj materiali , fi comprende la cecità  di quella Coftanza , e 1* inerzia , e 1* in-  differenza, ed impotenza:* onde poi ve-  gniamo a conoCcere 1* infinito Capere,  volere, e potere della mente del Mon-   do.    De*    Dlgitized by Google    DELL’ UOMO. 79  -, do . Imperocché il primario generai ca-  po viziofo, ci mette dinanzi agli occhi Come da tre  il difettofo lubrico edere della Mare- ^{Tcomjce  ria: onde argomentali infinita efl'enza , l’impotenza^  che l’abbia dovuta trarre dal nulla. Il  primo fpczial vizio del non Capere, ne zadeltaMe * h  fa intender chiaramente il difordinato, Um  ,c turbolento, ed informe edere della_,  medefimajonde fi argomenta infinita  lapienza, che coftanza, ed ordine, e— ;  .forma le abbia donato. Il fecondo, e’I  terzo del non volerete del non potè- *>- ,   re, fa veder l’ edere materiale del tut-  to impotente , ed inetto: onde fi racco-  glie dovervi edere Comma benevola po- vV t-  teda, ed onnipotente Nume, che drit-  ti, e fruttiferi inchinamenti , e moti le  abbia conceduti . L’ uno , e T altro è egli  un ben triplicato argomento dell r Im-  mortalità della Mente dell’ Uomo,e_  dell’ efidenza della Mente del Mondo •  c della fuggezione , e dipendenza della  Materia particolare dalla Mente parti-  colare dell* Uomo; e della materia uni-  verfale mondana dalla mente univerfa-  le del Mondo. Il quale Aridotelico ar-  gomento nondimeno , menti tenebrofe,*   v altri      • • «■   4W4    ■'   i A .->***«*  Vii*.    T-'    . * »    > I '    QigitizcKt-ty    v»^***Ó * 1  . ■ -»   -* ‘,i fc    Cowf /* della Scien-  za ,   mento , quel Filofofo riftretto dentro  de’ confini deli’ attività del fenfo dalle-,  materiali origini, che in quelle ofeurt-  tà, e in quelle anguftie poflono parere  e’ prende, e così efprime ne’ feguenti  ve rii . -m* j w*     DHLL’ UOMO 85   Tum cum gìgnimur , & viu cum limen humus :  i&wrf ftu conveniebat , uti cum corfore , cìr «nà  Caw membris videatur in ipfo fanguine creJTe ;   velut in cavea per fe Jìbi vivere folam  Conventi , ut fenju corpus tamen affluat orane .    Siccome contro all* efiftenza della».  Mente univerfale , 1* argomento , che  dalla fenfuale origine del Mondo trag-  go* 1 più i novelli , che i prifehi Epicu-  rei, cioè che nell’Uomo, e nel Mon-  do, altro che *1 corfo de’ penlìeri loro,  ed altro che la mole, e i moti della  materia non veggendo ; nell’ Uomo al-  sfro che un fugace penfiero , e nel Mondo  altro che mobile materia non elTere ar-  gomentano ; quell’ argomento , dico,  per quella fola dottrina delle due fpc-t  2,c di foftanze , c di origini , fenza far  altro, rimane fviluppato,c fpianatoper  ogni parte. Perciocché, fe niun di lo-  ro, non convinte prima di vanità le fpi-  rituali follarne, e le fpirituali origini ,  che con chiari , ed invitti argomenti  abbiam dimoflrate, crede di premerci  ancora coll 'apparenze delle origini fen-  dali ; egli è Scuramente uno feempio.   ■*** Con    at ti    8 6 DELL’ ANIMO v   Con tutto ciò e’ fa di meftieri , che  quelle inviabili origini in quello luogo  in alcun modo almeno deferivamo .  Adunque poiché 1* eflfer neceflario , e_  T efler eterno fono i primi , e più cer-  ti, e più fplendidi lumi dell’ umana co-  gnizione; e poiché 1' infolubilc della.*  neceflità, e 1’ antico dell’ eternità fon  proprie doti dell’elTenza indillinta , pe-  netrevole, e comunicante; e* non altro-  ve , che nelle tre principali forme del  fapere,del volere , e del potere indi-  ftinzione , penetrazione, e comunicazio*  ne può rinvenirle d’altra parte e* non  ci ha cofa più fparuta, e vana, e fug-  gevole della contingenza , c della novi-  tà , le quali quanto dal vincolo della_*  neceflità, e dal primato dell’ eternità li  dipartono , altrettanto dall’ edere, e dal  conofcere fi allontanano ; e come la no-  vità , e la contingenza fono proprie.,  dell’ cflenza tutta divilìbile , e impene-  trabile della materia, così alla medefl-  ma materia la neceflità, e antichità, o  eternità fono improprie, e repugnanti;  e finalmente poiché non altrove 1’ ogni  diftinzione, colla divifibilità,e impene-    dell; uomo- sj   trabilità ritrovali, che nella cecità, in-  differenza , e impotenza materiale; Poi-  ché, dico r tutte quelle cole per luci-  dilfime nozioni, e per certilTimi argo-  menti fon vere , e manifelle , e con-  te : egli è in ogni modo da dire, che la  neceflità, e V eternità non già nel vuo-  to^ nel nulla, ma nel pieno, e neH’cf-  fererne nell* edere della materia difttn-  ta, divifibile , impenetrevoFe, e con-  tingente, e nuovo; ma nell’ edere del-  la mente, fndiflinto, indi vifibile, pene-  trevole, necelfario, ed eterno, lì deb-  bano allogare. Anzi che la neceflità ,  ed eternit* fiano Ta fteflìflima mental  natura primaria, e lovranare che FjLj  M ente prima altro ella non ITa, cheef-  fa neceflità, cd eternità, di Capere, vo-  lere , e potere dotata . La quale per  Letìfere necelfario, ed eterno, da uni-  co , fupremo , libero , e indipendente  principio' del fuo elfere , che è l r ogni  eflfere fpiritnafe ; e dell’ elfere della ma-  teria, che è l r ogni edere corporale, cut  abbia ogni folhnza , ed ogni potere con-  ceduto, ed apprettata ogni forma. Por,  perchcogni particolare alfuouniverfale,   come    88 DELL* ANIMO '  come a Fonte rivolo fi dee riportare ;  Umilmente è da tener per fermo , che-*  come la materia dell’ Uomo dall’ im-  menfa felva dell’ Univerfale materia el-  la è tratta ; così la Mente particolare  del medefimo ,dall’ infinito potere della  Mente univerfale è provenuta . Ma la  Mente dell* Uomo, benché ella è in al-  cun modo di neceflità,e di antichità  partecipe , e delle tre forme ornata ;  onde può fignoreggiare la Materia, e di  -vita, moto, fenfo, c d’ideali forme fi-  gnificanti cogitative , e fenfitive fornir-  la ; tuttavia perchè ella è finita , e par-  ticolare, non può dominar la Materia,  ne con produzioni di foftanze, ne con  introduzioni di reali forme. Dal che li  raccoglie efler dritto della Mente uni-  verfalc, che ella, come ha prodotta, e  moda, e moderata la Materia univerfa-  le per la formazione di tutte le fpezic  delle cofe mondane, ad edere; così pa-  rimente abbia prodotto, e moda, e fi-  gurata la materia particolare per 1* in- *  formazione , onde fieno l’idee, e forme ■ .  fignificanti a fentire,e a conolccre . Nel  qual noftro diviiamento è pure , a mio   * giu-   #   » ;   # • i   / • . . **   ? * .   .‘^fliqitizedjay. Google     DELL’UOMO. 89  giudizio , memorevole un bel cambio  di libertà, e di dipendenza tra la Men-  te particolare, e la particolar materia  nella coftituzione dell’Uomo . Imperoc-  ché la Mente , comechè per le tre for-  me mentali aver deggia primato, liber-  tà, ed indipendenza ; con tutto ciò per-  chè è terminata, e particolare, non può  ella da fé trarre la Materia al fuo con-  sorzio, ed alla compofizionc dell’ Uo-  mo: onde per la particolarità , e termi-  nazione, ella è in quello ancora, e fug-  gett 3 ,e dipendente : e la materia, ben-  ché per le tre forme viziofe materiali ,  di Tua natura fia dipendente , e ferva ;  nulladimanco , perchè è ella con tan- '  to ingegno formata, che debba eflcrc  informata al fenfo , ed alla cognizione ;  è libera , ed independente dalla materia  univcrfale . Conciollìachè quella forma,  che è magifterio di Sovrano Sapere , non  Solamente la Sottragga alla debolezza ,  cd alla cecità della materia, ad ogni al-  tra formazione di per Se impotente ;  ma oltre ciò la debba diftinguere , e Se-  gregare dall* univerSal Seminario , e dal-  la formazione universale dell’ altre co-   •M Se.   ' ¥      ri.      1    »     t . Digjtized by Google   > • • : ^    4 »    Vera orìgi-  ne dell' Uomo  rintracciata  col lume del-  la filofofia .      Origini ma-  faiche ezian-  dio all’ umano  faPere chiare ,  efuminofe .      90 DELL» ANIMO  fe . Sicché per quelle vie vienfi a co-  nofccre eziandio, che dalla mente uni-  vcrfale, non già la fola mente partico-  lare per creazione; ma infieme la par-  ticolar materia deir Uomo, quanto al-  la formazione , immediatamente è do-  vuta procedere . Quella è ella 1* origi-  ne deir Uomo, che con quell’ altra del  Mondo giunte infieme , fono il vero  pieno, perfetto, armonico , e maravi-  gliofo delle facre origini mofaiche, con  ogni ragione ,c con ogni legge , c rego-  la concordi : quanto ofeure a’ baffi , e ca-  liginofi intelletti , tanto a’ fublimi , e  purgati eziandio dentro i confini dell*  umano faperc Iuminofe . Laddove e»,  manchevoli, e difordinate, ed inette ,e  da ogni ragione , e regola difeordanti ,  le origini di Diodoro, e di Lucrezio, e  d’ altri fenfuali Filofofanti , anche al lu-  me del mondano fapere per falle fi ri-  conofcono .   Per fare come un Epilogo delle co-  fe della natura dell’ Animo finora de-  putate ; prima abbiam provato , che*.  1* Animo è ineftenfo, e penetrevole .  Secondo , che elTo è immobile, ed inva-   ria-    *    . Dinlti7    #    DELL* UOMO. 9 i  riabile .Terzo, interminato , ed umver-  fale T abbiam dimoftrato ; inquanto Tini-  mobilità , e T infinità fi oppongono alla  mobilità, e finizione materiale . Quar-  to , che e’ debba avere dell’ edere ne-  ceffario, ed antico . Quinto , ed ulti-  mo che egli abbia libertà , cd indipen-  denza , e primato , e principato del  proprio efTere , e dell’ alrrui . Da tut-  te , e ciafcuna delle quali ragioni egli  fi è conchiufo , dover T Animo in__.  ogni modo edere immateriale , ed im-  mortale. Di più colf ultimo argomen-  to del primato , abbiamo feoperta la va-  nità di uno de’ principali argomenti dell*  Avverfario . Ma quante ragioni abbiamo  allegare, per convincerne della diverfi-  tà delle due nature dell* Animo , e del  Corpo ; e per conofcere T edere fpiri-  tuale,ed Immortale dell’ uno, e T eder  cieco, ed infenfato dell’ altro ; altret-  tanti oftacoli pare che dinanzi ci fiamo  opporti , per non intendere il concorfo,  e la congiunzion loro a coftituire un_i  principio di edere , e di operare nelT  Uomo. Imperocché quanta fra quelle^  due nature è diderenza nella foftanz#  Mto* M 2 dell’ ci-    *» DELL’ ANIMO  .deir edere , e nella maniera dell’ opera-  re; altrettanta ripugnanza pare dover-  vi edere ad unirli infieme alla coftitu-  zione di una natura . La qual diflicultà  ella è tale, che come l’altra dell’unità  dell’ edere, e dell’ operare dell’ Uomo ,  prima ha fofpinti gli Epicurei a credere  che l’animo, e ’l corpo fiano una me-  defima natura; così la difficoltà del po-  tere edere due nature diverfe , gli ha»,  poi nell’ errore vie più confermati .  Gonciodiachè prima fi prefentò loro in-  nanzi quella unità , onde facilmente»,  ConcKiufero la dmiglianza delle due na-  ture : e pofeia contro ad ogni più forte  argomento, che l’animo di altra natu-  ra dover edere dimoftrade , han fatto  riparo con quella ripugnanza : che na-  ture cotanto diverfe non potelfono con-  venire infieme a comporre una medeli-  ma eflenza . Sicché tutti gli argomenti  della mortalità da quelli due capi , che  ora abbiamo additati , difendono . Ed  ancora quella immaginata ripugnanza ,  cotanto ella ha potuto fopra lo fpirito  di alcuni moderni Filofofanti ; che per  le loro vie , e giuda i loro principi ,    1    DELL’UOMO. 93  non potendo eglino unire infieme lana-  tura fpirituale, e la corporale a formar  1 ’ Uomo , fonofi rivolti a voler riftrin-  gere, e rinferrare la foftanza dell’ Ani- irrori di  mo chi ìh una parte , e chi in un* al- t&StS.  rra acl i^elabro ,come già argomentato tomo alta Se.  avea Lucrezio, che dovette farfi ; ******   T animo di fuori venitte a compor l’Uo- *  mo , e non gii col corpo da fimiglianti  principi nafcefle . Or chi crederebbe -  che anzi quella diverfirà è ben ella la ,  cagione, onde la natura fpirituale, e  la corporale fono inchinevoli, e prette  a convenire infieme , o nel mondo alla  formazione per lo produci mento di tut-  te le fpezie materiali , o nell’ Uomo a  produr 1* Uomo, e le forme fenfitive,  e lagionevoli all informazione? 1 cotan-  to egli è vero, che P inveftigazione ,  dal principio male avviata, per tutto  il corfo, poi fino alla fine fa traviargli  Uomini dalle verità, quantunque age-  voli, e piane. E per difingannareognu-  no, noi dicemmo gii, che la Mente 7  per 1 inclufionc , o penetrazione è ella *  i n S e & nj °fa f attuo fa y operante; e per la  raedefima cagione è altresì invariabile,, •   w ^ «P«   • f    I   DigitizóJ by Coogle    514 DELL* ANIMO,  e per così dire,impallìbile, o impazien-  te: e che la Materia, per l’ efclufione ,  o impenetrabilità è infenfata, viziofa ,  fcioperata ; e per tanto è oltre ciò mu-  tabile, e per così dire, paflibile , o pa-  ziente: poiché immobilità, ed invaria-  bilità, che della Mente c propria, egli  c il medeiimo , che impaflibilità , o im-  pazienza: e mobilità, o mutabilità, che  della Materia efler propria dimoftram-  mo , è lo flelTo che pazienza, o paflibi-  lità. In quella impaflibilità , per cui la  Mente non può edere moda, mutata,  o variata, e* può parer vizio, o difet-  to , e nondimeno è virtù: e propriamen-  te ella c l’atto pieno, perfetto , vigo-  rofo, onde la Mente è, ed intende tut-  to ciò che eder dee, ed intendere: ed  infieme produce ad edere , ed efprime  a conofccre ogni foradiera edenza. E  così la padibilità, o pazienza, per cui  la materia non è immobile, e invaria-  bile , può parere virtù ; e tuttavia è vi-  zio: e propriamente ella è la potenza  vacua, imperfetta, inferma, onde Ia_#  materia non ha proprie forme di ede-  re , ne d’ intendere ; ne di produrre, ne    *    DELL’ UOMO. 9*  di efprimere realità, o idee nell’ altre  cofe . E ficcome V atto mentale , che-  per 1* immobilità fembra dover edere  infertile, ed informe, dalla fua unitali  conduce alla moltitudine, a produrre-,  molte , e varie forme di edere , e da  intendere nella variabil materia ; così  la potenza materiale, che per la mobi-  lità par dover edere fertile , e formo-  fa,da fe trafcorre ne’ difordini,e negli  errori . Ma ben ella dalla moltitudine  all* uno,, cioè ar conciglio, all* ordine ,  ed alla forma eder può condotta per  forza, ed ingegno della Mente , La_*   Materia da fe non ha forma , ne atto ^nzTddl^L  alcuno; ma per quello appunto ella è virtù della-*  tutta capace, ed abile a ricevere ogni ^detuM^  forma, ed ogni atto. La fodanza eden- mia..  fa, rutta didinta , e di viflbile della ma-  teria , che in dividendo o non mai ad  alcun termino perviene, o termina in  indivifibili edremità: quanto per quedo  ella apparifce mobile, e variabile ; tan-  to s’ intende eder pieghevole , ed arren-  devole , ed odequiofa a prendere tutte  le forme , e i modi,, che *1 fapere, e  volere mentale può ritrovare . Se la^   ma-     Digitized by Google    9 6 DELL’ANIMO  materia non forte tale qual’ è , eftenfa ,  impenetrabile, divifibile, e variabile in  ogni modo ; non potrebbe ella efler ca-  pace a ricevere forme, ne reali operan-  ti nel Mondo, ne ideali lignificanti nell’  Uomo . Se la Mente non forte ineften-  fa, indiftinta, immobile , ed invariabile;  non avrebbe ella ne potere , ne inge-  gno di forme; ne potrebbe aver virtù,  ne modo d’ informar la materia . La_.  leggerezza , ed incortinila, e variabili-  tà, ella è della abilità della materia ad  erter formata, o informata. La fermez-  za , e cortanza , ed immobilità , ella è def-  fa virtù della Mente a formare , o in-  formar la materia . La Mente per la  virtù, che è il fuo atto, è principio del-  le cofe operante . La Materia per lo di-  fetto, che è il fuo edere potenziale , è  principio delle cofe, per così dire,paf-  fivo . Quella è la più rimota attitudine ,  e capacità della materia per la produ-  zione del Mondo, e per la cortiruzione  dell’ Uomo a concorrere, e a congiu-  gnerfi colla Mente. Ma altro e* fa ben  di meftieri , che polTa edere vicino appa-  recchio a sì grandi opere maravigliofc .    /I DELL* UOMO. 97  La Materia , fecondo l’ opinione di  coloro, che nell’inizio delle cofe vo-  gliono il vuoto , dee edere fcompiglia-  ta, e fparfa in moti difordinati , e tur-  bolenti : e fecondo 1* altra degli altri ,  che noi vogliono, dee darli immobile,  e fcioperata: nell’uno, e nell’altro fi-  ftcma ad ogni formazione inetta , ivi per  lo fcompiglio,e difordine, che proi-  bire ogni fruttuofa compofizione , equi  per 1* immobilità , e fcioperaggine, che  toglie affatto ogni sforzo ad ogni in-  traprefa. Il perchè gli uni, e gli altri  per viediverfe s’ingegnan di adempier  quei difetti della materia, e di appa-  recchiarla, e condurla alla formazione .  Ma lafciato da parte dare il contrado  di quelle rimotc origini , che qui non  ha luogo; egli è certiflimo , che la ma-  teria di per fe impotente, ed infruttuo-  fa , con due condizioni può pervenire a  comporfi , e variarli , e a comporre , e  produrre i var j frutti delle varie fpezie  delle cofe. L’uno è il contatto, che_  aduna le parti ; l’ altro è il confenfò , o  concerto , che unifce infieme i movi-  menti. La Materia quando ha le parti   N con-    Due condi-  zioni necejpi-  riea compor-  re , e Variar  la Materia •    ;     98 DELL’ANIMO  congiunte in un lol corpo , e i moti  cofpiranti in un fol moto; allora è ella  nel colmo dell’ eflere variabile , e pie-  ghevole , e offequioSo . La Materia pria  Sminuzzata , e raffinata , colle parti in-  ficine accolte , e co* moti tutti in uno  convegnenti , ha la maggiore Squisitez-  za dell* eflere paffibile, o paziente, che  è,o a raflomigliar l’ idee mentali moda-  li , o a congiugnersi con idea Softanzia-  le, la più vicina , e più pronta diSpofi-  zione. Imperocché in quello fiato, con  quelle doti la materia in certa guiSa al-  lora è con Seco , e da Se , ed in Se : ed  ha il primato , e *1 principato del Suo  proprio eflere , nel tutto le parti adu-  nando; e ’l tutto alle parti eftendendo ;  e le parti fra loro, e col tutto infieme  giungendo : ficchè ne moto in una par-  te può SuScitarfi , che per tutte V altre  parti non diScorra , e per tutto in ogni  lato non fi diffonda ; ne modo , o for-  ma può imprimerli in una parte , che»,  ad ogni altra infiememente da ogni ban-  da non fi comunichi . Con che la ma-  teria tanto all* eflere mentale fi avvici-  na , che ben può tutte le idee dclla_.   UBeJÈt ■ • men- .             •jJ, iwO   '   • »** j.v»W    DELL’ UOMO. 99  mente agevolmente cipri mere , e tutti  i numi prontamente efeguire , c la fu-  ftanziale idea fecondare , e con quella  Erettamente collcgarfi acoftituir l’idea,  e ’1 nume dell’ Uomo . Colla copia , e  col contatto delle parti , e col confcn-  fo, ed armonia de’ moti, la materia ha  tutta la felva, c tutto il potere , e tut-  ta l’abilità per appreftare a Mente fu-  periore tutte le forme delle cofe , colla  produzione di tutte le fpezie mondane^  c per appreftare fe medefima a Mente  conforte , per la coftiruzione dell’ Uo-  mo, col producimento di tutte le for-  me ideali fenfirive, c ragionevoli.   Ma per deferivere più particolarmen-  te la maravigiiofa unione delia Mente,  e della materia nell’Uomo, non già per hmfrabÙZ^,  confermarla, che di già abbiam fatto ;  è uopo affifarci ad oflervare le opera- t^Materi  zioni dell’ animo noftro : che giufta il nell'Uomo  veriflimo volgar principio, quale 1’ ef-  fer delle cofe, tale ancora è l’operare:  e vicendevolmente qual è quello, tale  efter dee quello infallantemente . Quan-  do l’Uomo apprende le forme fcnfibili  della materia circoftante ; e in appren-  . » N 2 dendo    Sì prende  ad adombrare -    Digitized-by Google    .t i»    . : * \      100    f:    .. ^ Coro* Al-»   . A lente apfrc-   r da le formai   ì • de' fenjtbili   obbietti •    li    ■   *    '> 3 - 4 »    E; V '     DELL* ANIMO  dendo quelle forme da* piccioli indizj -,  c rudimenti negli organi de* fenfi intro-  dotti , come altrove abbiam ricordato,  le difpiega , e dilata ; certamente allo-  ra la mente nodra , e raccoglie in uno i  numeri , ed adegua le dimenfioni , ed  efprime le modificazioni della materia .  In quelle fcnfuali figurazioni la mente  ha per fuo oggetto la materia formata ;  e in quell’ edere della materia, diciatti  così, obbiettivo, la mente fi congiugne  in alcun modo colla materia ;ficchè or-  nandoli delle di lei forme , dentro di fc  nel fuo eflere eftende , fpiega , e figura  la material fodanza . Similmente quan-  do da’ geometrici elementi , e dalle-,  combinazioni, e da’fillogifmi , la Men-  te dell’ Uomo da fc giugne a trovare  forme artificiose , da trasmettere nella  materia ; quelle forme medefime , nel  fuo medefimo edere codruifce ; molti  particolari in uno , cioè nell’ una* fua_.  Semplice , e indivifi&ile edema , eden-  Stoni, figure, e numeri effigiando . Adun-  que nelle mentali nodre operazioni, due  cofe quanto certe , tanto memorevole  intervengono* L’una è, che la Mente      con      Vf.    V   M      * Oigitized by Gòogie      • -    VÙk' i, %    dimento . Per quello novello fiflema.»  coflrutto fopra faldilfime fondamenta ,  S* intende bene quali fieno i principi  . ; . LHj dell* Uomo: e le maniere dell’ operare ,  utilità del come colle più interne, e più fecrete  nuovo fijiema guife dell* eflere mirabilmente confen-  tano : e la Mente dell’ Uomo , e dell’ U-  niverfore la materia dell’ uno , e dell'  altro: e TofTequio di quella, e di quel-  la materia :c la virtù di quella Mente,  e di quella ; dell’ una a formare , e dell'   altra    ■*, A.    \    :: JL ■*:    Digitized Grtogl»    • . \      DELL’UOMO. io 5   altra ad informare, con mille altre ve-  rità finora alla maggior parte degl’ in-  gegni nafcofte , vegnono a conofcerfi  chiaramente. Sopra tutto per quefta_r>  dottrina , 1* argomento di Lucrezio , che  dal confenfo dell’animo, e del corpo,  il contatto di quelle foftanze ; e dal con-  tatto l’uniforme natura di amendue*. Vucrezio.  vuol concludere ;'nel quale tanto con-  fìdanoi novelli Epicurei ; fi difcopre-chc    Secondo  argomento di    | / l   'egli è ufeito dal più cupole più rene-  brofo fondo dell’umana ignoranza . L’ar-    gomento è efpreflo in que’ verfq : - hit. Uh        H, *tm   e. L bt. enim propellere membra ,    «-    f I.v ’ -   Corpoream docet effe. Ubi. enim  Corripere exjomno corpus , mutar eque vultum ,   Atque hominem tqtum regere , ac ver far e videturz   {Quorum nil fieri fine ta8u pqffe videinus^ '1   J«M! r i t.*V. ‘.   &   ^ i.   H£ t. ‘ fi    io 6 DELL* ANIMO   mentale, che è la penetrazione, e i’ in»  elulione . E che 1’ eftenfione, la fuccef-  fione, e ’l moto con quel contatto , e  con quel contenta, fono il più pronto,  c predo inchinamento, ed olTequiodel-  la materia. E in fine, che P oflequio ap-  prettato con quelle condizioni , e’1 pò-  cere efaltato con quelle doti , fono la  maniera più adattata, e più conface vo-  le di unire infìeme la Mente , c la Ma-  teria alla coftituiione dell’ Uomo .   Ma fe Lucrezio colla feorta de’ tan-  fi non potè penetrare in quelle profon-  dità ; almeno dalla poteflà , e dall' im-  perio, che P Animo ha fopra il corpo,  potea coll* efempio d* illullri Filotafi  alcuna cofa argomentare di più prege-  vole, che non ha fatto. Tanto più, che  quella prerogativa cosi bene efprirae  in quelli verta : 0   Citerà pars arùieé per totum dljjìta corpus   Paret, & ad numen mentiti momenque movetur :   ' a* * - • ^   \dque Jìbi Jolutn per fi fipit , cSr fibi goudeti   Cum ncque res animami neque corpus commove t ulta •   Concioflìachè lo fptendore di cotal   prin-      Pigitized by GoogU      • • . , tn«  » wn    io8 DELL’ ANIMO  folo , ma tutti in un colpo avrem ricili  i nervi di tutta 1’ argomentazione Lu-  creziana . E benché con dimoftrarc lo  fcambievole inchinamento , c combacia-  mento di quelle nature , fi è in parte-,  (pianata la difficultà ; tuttavia ci c altro  da dire ancora , per farne da prcflo ad  offervare quella maravigliofa unità. Nel  fenfo , e nella cognizione dell’ Uomo ,  o per la percezione delle efterne for-»  me, o per la concezione dell’ interne  idee ; egli è da por mente ad una cola  affai memorevole , che non fi è finora  nelle bocche udita , ne su i libri letta  delle novelle famiglie de’ Filofofanti :  cioè, che quanto da noi , o concependo  fi penfa, o con percezioni fi apprende,  tutto dee effere in fé raccolto , accon-  cio , ordinato, e comunicante: e nien-  te , che o diflìpato fia , o confufo, o  difcordantc , può ne effere efpreffo da-  gli edemi obbietti, ne per interne idee  figurato . L’ obbietto del noftro fenfo ,  e della noftra cogitazione , proporzio-  nevolmente fecondo che più , o men-»  vive , e chiare fono le fenfazioni , e le  idee , egli de’ bene effere ordinarameu-  • j , . ■ i * o te    — . Digi^ed by GoogUf    DELL* UOM O. .109  te confetto , c congegnato: licchè le par-  ti ciafcuna al fuo luogo adattate, etra  loro congiunte compongano ciò che_  deono comporre: e poi per lo moto, il  tutto colle parti , e le parti col tutto , _ .   ed infra di loro, comunichino infieme  vicendevolmente . Imperocché, come  altrove è flato detto , qual’ è nella Mcn- OlfaV è la  te la penetrazione , e 1’ inclufione ; tal’ L///ES,  è il moto nella materia: onde la pene- limato  trazione, un moto della natura fpiri- ne ^ t,AaUr,a '  tuale fi può dire che fia ; c ’l moto all’  incontro una penetrazione della corpo- '  ralc. Oltre a ciò la confettura, e’inu-  mero, e le dimenfioni con arte voglion  ettere difpofte: ed in numero , c mifu-  ra regolatamente vuole il moto per tut-  to da un capo all’ altro trascorrere :e di  quindi nella fua origine ridondare: e-,  tutto ciò variamente, fecondo il vario  ingegno , c ’l vario modo delle cofe .   Conci oflìac he , come nell’ efprelfione_*  dell’ efterne fignificazioni , o azioni , - »   tutto l’ ingegrio, e tutto il movimento  vien da fuori , e fi riproduce nel fenfo  dell’Uomo; così nelle figurazioni inter-  ne, a formar 1* opere dell’ arte , tutto   r in-   V /   I* *   Digitized by Google    /    JT     Luce , e le-  nebre che fia-  to elle.    I     ,no DELL» ANIMO  T ingegno, e ’l movimento dall* inter-  no fenfo dell* Uomo provenendo, nel-  le materie efteriori pofcia fi diffonde .  Fermamente ove è diflipamento , tu-  multo , difordine , e difeordanza , qui-  vi ci ha egli un chaos tenebrofo al fen-  fo , ed all’ intendimento dell’ Uomo : ed  ove è adunamento , ordine , e concor-  dia con vigore , ed attività; ivi èchia-  riflima luce . Sicché le tenebre non fi  può dire, che altro elle fieno, fc noru»  che difordine , e dilpergimento , e di-  feordanza di parti, e di movimenti: e  la luce all’ incontro ben fi può crede-  re , che altro ella non fia , che piena ,  vigorofa, ed ordinata comunicazione di  modi , e di moti . Perchè la Mente dell’  Uomo è ragione, ordine , regola, vir-  tù, ed atto penetrevoleje le operazio-  ni mentali, fono elleno o elementi, o  congiungmmenti , o fillogifmi di feien-  ze , e di arti ; non può per tanto la».  Mente altrimenti operare , che fimi-  glianti modi ordinati, e ragionevoli, ed  attuofi, e penetrevoli, o per le forma-  zioni producendo, o riproducendo per  1* efprelfioni. Cioè adire,ficcome ali*    in-    Bigiteed by Google    DELL’ UOMO. in  intendimento noftro fon naturali , e prò- „ >  prj gli elementi, o generi, le combina-  zioni, e i fillogifmi dialettici, metafifi-  ci , geometrici , ed altri d’ altre Facol-  tà , e Scienze, che tutti dal copiofofon- **  te della foftanziale, ed univerfal ragio-  ne , eh’ è della Mente , produconfi ; così  folamente le acconcie,ed ordinate, e  ragionevoli , e penetrevoli forme,  modi , ancora dell’ efterne fignificazio-  ni , ed azioni fono al medefimo inten-  dimento adattate, e proprie: e feonve-  nevoli, e fconcie , e difadatte , e per  confeguente infenfibili , edifintendevoli  fono le cofe difordinate , e feompiglia-  te, e difeordanti . La qual cofa , per  quello tante tolte da noi ricordato  principio , che qual è delle cofe Fede-  re , taf è T operare , è affai chiara , e ma-  nifella . E come le Scienze, e 1* Arti  fono ampliarne tele di ragioni, e di mo- ze te e /^ m  di, e lavori con penetrevole comunio ■ fino mfiìffi-  ne conteftej e le fignificazioni efterne ,  che figurano, c fiedono il fenfo , firnil- * *. ^   mente con forme, e modi, e moti mi-  furati, e comunicanti compongono di  cofe fatte, o nate la Storia ; così è da   tenere •    Digitized by Googl    ii2 DELL’ ANIMO  tenere per fermo, che Cielo , Terra,  Mare, e tutta la macchina mondana, di  elementi, e di congiunzioni , e fillogif-  mi aritmetici, geometrici , e fiatici co-  ftrutta; e di copiofe,e vigorofc forze,  e moti fornita, da un principio per tut-  te le linee fino all* ultime eftremità ,  per continuata ferie gli uni dagli altri  procedenti , tutra confcco medefim.'L,  comunichi, e in fe medefima fotti Ita , e  da fe a fe , da’ principj a mezzi, c fini,  virtù, c vita fommimftri . I quali modi,  e mori j maeftrcvoli ingegni di fovrana  fapienza , ne’l fenfo noflro, ne 1* inten-  dimento può diftinguere , e fccrnere a  . V niun patto: e chi di proprio ingegno a  s ^ fuo modo di fingergli ardifce , egli è  \ certamente un infano. E per li quali   modi, perchè ordinati, e ragionevoli ,  .la materia è, per così dire , fcibile; e  è non per fe fletta : perchè d i fe flef-   f er onevor*' c ^ a ® inferma ,ed informe, dal divi-  ìntlol no Platone per tal cagione condannata  duce la Men . a rimanerli in perpetue tenebre fe pot-  rà . Ecco adunque del conofcimento  dell* informazione un aliai notabile pro-  fitto . La Materia dell’ Uomo , per ordi-  « ne.    ■/ * ■    ir .    • Qigitizqd'by    m    9 k ì.ì      DELL’ UOMO. P  ne , ed incatenamcnto de' principi , mez-  Zl , e fini , tanto nella fabbrica dell' or-  gano .quanto nell’ influenza del moto,  ella e comporta con tale ingegno, che  tutta m fe infittente, ed in fe raccolta,  e per tutto operante, e rivolta ad ap-  prendere le forme efterne degli obbiet-  ti elterni , e a produrre l’ interne degl’  interni : e fecondo querte , e quelle , che  fanno un concerto di lumi a profittar  nella icienza, a regolare la vita , c ad  operare nell'arte . L* altre naturali com-  polizionl, e l’univerfo medefimo della  Matura , non fono in altro modo , che  per e fiere efpreflTe da idea nel fenfo , c ^ :   ne i a n.°f; ta210ne: ma Ia magnifica ope-  ra dell umano comporto è tutta ordi-  nata ad efprimere, ed apprenderle co-  le. Il corpo organico è un arrificiofifli-   P/ r ef P rimere , e raflbmiglta-  re tutte le forme, e apprendere e fUn ca ** cor t°   bile Tfl ,e - azi** ^   de fpeciofi , ed attuofi obbietti circo- ^   flanti . La materia dell’ Uomo a quel   modo coftrutta , e modificata è infine   una mente materiale . Adunque la Men-   P te.     : y    . \   «    > ■   ♦ «    _ iDigitized by Google    r unità diir  Uon w.    1      ar    ri4« DELL’ ANIMOI   tc , modificata fecondo quella ordina*  fì fwV» ta » c ragionevole modificazione del cor-  po organico, in primo luogo fente , o  avverte quella fua modificazione : e per  tal cagione , e in oltre per 1* intima^,  unione , avverte ancora, o fente laMa-*ì  teria congiunta. Conciofliachè quanto  quel modo V è apprettato dalla formai  corporale; tanto ella da fe per naturai  virtù lo produca : ficcome appunto av-  viene nelle minute, e variabili , e lievi  informazioni de’ fenfi, e delle cogita-  zioni particolari . Comunque egli ciò  fia , la Mente fenza fallo i* universa»  compofizione delle parti, e V univerfo  confenfo de* moti, che tutte le parti in  uno, e tutti i moti in un fol moto con-  giunge, por P influenza de’ principi ne*  mezzi , e ne* fini , e per lo ritorno di  quelli in quelli ;Ia compofizione , dico,  e’1 confenfo univerfale, prima conclu-  de nell’ unità della ifua univerfal cogi-  tazione ; e poi , in quanto è modificata  ne’ principi, fente quivi il ritorno de*  mezzi, e de’ fini: ed in quelli allo’ncon-  tro , fecondo i quali fimilmente è mo-  dificata , fente 1’ influHo de’ principi :   onde    ->*t      □   »    Oigitized by_Googl(    DELtWOMO. il s   onde viene a formarli un confenfo luci-  do , univerfale , con che più efprefla-  mente avverte , e fenre la Tua unione)  p’I corpo organico congiunto, e tutte  le parti, e tutte le azioni fra loro Team*  {fievolmente comunicanti . E in cotal  modo, della materia con ferma , e (U*  bile modificazion ragionevole, ordina-  ta al fenfo ,ed allo ’ntendimento ; e deN  la Meme, che è erta lòftanzial ragione,  che per naturai producimento , e per  P unione del corpo , nel corpo imprem  de quella modificazione medefimajdell*  uno , e dell’ altro ftretri infieme , ed  uniti , in quello già deferitto intreccio  di (labili , e fondamentali percezioni ,   •fa fic ne il fenfo ragionevole , e la cogi- dei fenfo   tazion fenfuale , che è la Natura dell’ e della cog?-  Uomo. Ne è da lafciare addietro, che uz,one •  de’ due modi di operare, l’uno della»,  diftribuzione dell’ univerfale ue* molti  ^particolari , e l’altro del raccoglimen-  to de’ molti particolari nell’ univerfale,   -da Mente qui con quello fecondo mo-  rdo adopera ; poiché di molte partile  -di molti momenti , e movimenti forma  un corpo folo,ed un folo movimento:   P 2 fic-    ^Oigitized by Google    i \6 DELL» ANIMO  ficcome fa delle forme aritmetiche , e  geometriche , e dell* altre di lor natura  eflenfe, e divifibili , che aduna nell’ine-  ftenfa , e indi visìbile fua cogitazione ;  così nelle concezioni , quando ella da  fe le inventa ; come nelle percezioni r  quando ella in quelle già inventate , e  fatte s’ incontra . Laddove per contra-  rio nelle percezioni degli obbietti eter-  ni , nell’organo univerfale dell’ univer-  fal fenfo,e ne’ particolari de’ fcnfi par-  ticolari , la fua unità , ed univerfalità  già piena, e feconda comparte ne’ mi-  nuti indizj , o immagini , all’ impreso-  ne, che ne riceve; tutte dall’intimo  univerfal fenfo, e cogitazione riprodu-  cendole . E ormai , a mio credere , ri-  trovata già 1* unità dell’ effenza , e del-  la operazione dell’ Uomo . Poiché ogni  unità, o metafilica, o fifica,o etica,  di arte , od altra come che fia , fe vi ’  ha di altro genere , certamente ella fi  compie per unione di atto, e di poten-  za; così che, o per identità, o per na-  turai produzione, o per azion morale,  o artificiofa , 1’ atto colla potenza, c-  quella con quello fi avviluppino infa-  me ,    Digitizgd by Google    DELL'UOMO.  © fievole fi difeopre . Imperoc-  ché primamente il fenfo lucido ragione-  vole , che dalla coftituzione delle due  nature rifulta.è quello , che nafce,e fi  eltingue coli* Uomo : e che propria-  mente per gli varj gradi dell’ età quel-  le variazioni , e quelle vicende patifee:  e non è già la pura , e lineerà intelli-  genza della parte pura , e lineerà fpiri-  tuale . Quel fenfo, che è univerfale ,  nella già cfplicata univerfal modifica-  zione della materia congiunta , al va-  riare della materia medefima, ne’ varj  particolari modi, e moti, che al moto,  e modo univerfale fopravvengono , o  dentro dell’Uomo fufcitati, o di fuori  tra fm e Hi , ancor elio dee elfcr varia-  mente figurato, e mollò . E quando nel  procedo dell’ età, al variare degli anni,  o ancora per morbo , o per qualunque  altra cagione i modi ,e moti li perver-  tono, e turbano, o illanguidifcono , o  celiano, o fi cancellano in parte , o in   tutto-    “ Ditgitized by Cooglc    12 6 DELL* ANIMO  tutto ; allora forza è che quel fenfo , di  che parliamo, più , o meno , tutto , o  parte pervertito, e difordinato, ofpa-  ruto, o deformato ne vegna. Ne’ qua-  li cangiamenti, nella parte materiale, e  non altrove, come defcrivonfi i modi,  c fi miniftrano i moti; così i difordini,  e » fopimenti, e i vuoti , ed ogni altro vi-  zio principalmente addivengono. E da  quel lato, onde eflo fenfo è di condi-  toli variabile, e mortale, a tutti quei  cangiamenti , ed accidenti è fortopofto ,  falva , e intera, e illibata rimanendo la  parte pura dell’intelligenza , che a quel-  le varietà la fola univcrfal cognizione,  o cogitazione fomminiftra , c’ tutte-,  quelle varietà lènza moltiplicazione , e  fenza giunta riproduce. E qualunque  fa la (ecreta guila della unione delle-,  due nature, e cheunque ne rifiliti,!!  Mente , ficcome nella reale, e (labile  informazione del corpo organico , che  è come foftanzial percezione , indiflin-  ta, c indivifa , include, c penetra , ed  adegua il vario lavoro di quella prima',  e (labile modificazione ; e come nelle  percezioni, che fono ideali , e leggiere ,   e fu-    r DELL’ UOMO. 127  c fugaci informazioni , fimilmente indi-  ftinra, indivifa , e invariata, penetra, c  include , ed efprime quei varj minuti  modi particolari ; c sì quella prima fo- .  ftanzial modificazione , come quelle fe-  condane accidentali dall’ unità, e dall’  univerfalità della fua virtù , e natura»,  produce , o riproduce ; così quando  quei modi, c moti fi turbano, o ceda-  no, o fi cancellano tutti, o parte ; la v   Mente allora, o in parte, o all’ intutto  fofpende le lue produzioni , c depone  quelle modificazioni fenza pervertimcn- gbi di 'modi  to,e fenza detrimento della fua foftan- corporali. ■  za, falva,ed intera prima nel fenfo uni-  vcrfale' raccogliendoli ; e poi, fe elfo *  univerfal modo, e moto organico cof-  fa, o fi cancella ; nella fua propria uni-  tà, ed univerfalità della fua pura natu-  ra , e intelligenza raccolta , li rivolge  ad altri obbietti , e di altre forme fi  adorna , ad altro vivere , e ad altro  fapere . ' 'f   Quella nofira foluzione non lafcia»,  luogo a dubitare della vanità, ed infcr-  mezza dell’argomento Lucreziano. Im-  perocché nel noftro fillema tutti , dr-   cram J    * vv        rz8 ^DELL’ANIMO  ciani così , i fenomeni delle fenfuali,e  ragionevoli operazioni deli’ Uomo, con  quei crefcimenti , e fallimenti venendo  pianamente efplicati: ficchè ,dato che—   È intelligenza dell* Uomo fia fodanzia-  le, e la materia fia bruta, c cieca , co-  me noi affermiamo, e niegano gli Epi-  curei ; le operazioni della ragione , e—  del fenfo pur nondimeno così dareb-  bono elle, come ora danno; per certo  che quell* argomento il più riputato ,  non vale a concluder nulla . Che fe poi  fi pon mente, che gli Epicurei , con tut- «  to l’ingegno loro, non han finora potu-  to da niun modo, o moto argomenta-  re della materia niuna diffidenza , e-  abilità all’ opere fenfuali ragionevoli  dell’Uomo; tantoché l’imprefa di fpie-  gare quei fenomeni difperando, hari—  lafciata dare; allora certamente la no-, -  dra foluzione farà ancora dell’ edere-  fpirituale,e immortale dell’Animo una  novella dimodrazione. E per ìfcorgere  la convegnenza , eia bellezza della dot-  trina, tutto il penfamento è qui ora-  tempo di rapportare. Noi adunque pri-  ma poniamo due tra fe lontaniffime-f;:   cdre-    r*       -   av    A      ' / /    DELL’UOMO. 129   eftremità , 1’ una del più e ccelfo flato  di perfetta intelligenza, e l’ altra della  più bada condizione della cecità della  materia. Le quali Mente , e materia  in quelle eftremità conflderiamo , che  amendue per contrarie ragioni ugual-  mente da fe sbandifcono ogni docilità.  L’ intelligenza perfetta da un lato, per  1 °& n * includono , e penetrazione do-  vrebbe ella certamente ogni lubricità ,  e fluflo,e fucceflione efcludere di dot-  trina: e si perfetta dottrina , e perfet-  ta feienza in ogni tempo pofledere : e  non mai in niun tempo docile poter ef-  fere ; che fenza il lubrico , e ’l vicende-  vole di variate, e fugaci percezioni , e  ragioni non può ftare.La Materia dall*  altro lato, nell’ eftremo deli’ impoten-  za, e deformità , per la dimoftrata im-  penetrabilità , ed ogni efclufione , doci-  le in niuna guifa non può ella eflèr  giammai : fe la docilità con tutta la fua  incoftanza.e lubricità , pur tuttavia in-  cludono, e penetrazione inftantemente  domanda .   Appreflo , quelle due nature da quell* *-  eftremità argomentiamo poter ricede-   4 R re    -    zza* '    > v    » . t    , Digitizetì by Googlc      4 *t   X +W    rM    •o    l'J’    * * »    . ' f    130 DELL’ ANIMO   re a quello modo: Cioè, che Ueflfere  mentale da quella fublimità , per varj  gradini di varie foftanze giù dechinan-  do, giunga finalmente a poter congiun-  gerfi in uno colla materia , e a poter  cfprimere modi , c mori materiali : e  che T eifer della materia dall’ imo di  fila imperfezione, per varj gradi di va-  riate forme , e lavori innalzandoli fu  pervenga al fine , fino a collogarfi , e  ftrignerfi. colla Mente, e a poter railo-  migliare, e lignificare modi fpirituali ,  e mentali: e così nell’ Uomo , in cui ,          t 0    ìu      i      M *1 §F 1 • *   ' ; ■ -   7 ■ by.   . &*■ - •:    •Go    t    DELL’ UOMO. 13 1 ,  in fine quell’ingegno medefimo,fe non *   altro, ci (copre l’origine dell’ errore.   Perciocché la Mente piegando all’ imo  dell edere mentale, c la materia ergen-  doli al lammo dell’ edere materiale a  formar 1 Uomo; in quella natura , e_> - •"  propriamente nel fenfo lucido, la Men-  te per 1 edendoni , e variazioni mate-  riali , e la materia per gl’ ingegni , e lu-  mi mentali li tengono afcole : onde la  Mente , materiale edere ; e la materia  poter edere mentale gli Epicurei han_» Cagiont-*  creduto, alle fole lignificazioni fenfua  li rivolti . Ma eglino avrebbon potuto w‘.  penfare, che fe la Mente nella propria  fua altezza non potria mentir la mate- r   ria : e la materia nelle fue natie badez-  zc non può fimigliare la Mente ; per-  che i \ i la Mente in chiara luce feerne-  rebbefi immateriale ; e qui la materia  chiaramente infenfata,c cieca fi ravvi-  ferebbe; nell’Uomo , ove 1 ’ una fotto  alle fembianze dell’ altra fi tiene afeo-  fa , è una neeelfità , che ne 1* effer cieco  della materia , ne 1’ immaterialità della  mente, per altra via , che per quella^  degli argomenti col cammino della ra-  ’*** *■ Ri gio- ; *      • Digjtized by Googlp    *3* DELL* ANIMO   gione non fi podano ritrovare .   Quella è certamente una nuova di-  moftrazione , che abbiam tratta dalP in-  telligenza, rifguardata nell’ idea di fo-  vrana perfezione : laddove tutte le al-  tre prima allegate fono (late tolte dall*  intelligenza , confiderata nel fuo edere  generale , e comune : avvegnaché dalla  comunità de’ generi all’ idee perfette, e  da quelle a quelle fiavi commerzio , e  comunicazione vicendevole di cogni-  ' zioni,e di feienze, come nel primo ca-  pitolo della noftra Metafilica abbiamo  dimollrato .   Colla dottrina della univerfal perce-  zione, che fidamente 1* anima contri-  ' buifee a* varj modi , e mori , che nella  materia avvengono; e con quella dell’  univerfal fenfo dall* unione delle due.*  nature rifultante , che c la proprietà  dell* Uomo, e che propriamente per ca-  gion della parte materiale , dee con_>  quei moti, e modi efler modificato, e  modo; con quella dottrina , dico , tut-  C te le altre difficoltà vegnono ancora a  • dillrigarfi degl’ impedimenti, e de’ tur-  cibamenti, che cagiona l’ebbrezza; e de’   deliri,   . 7 * . r * /   * r    «   DELL’UOMO. 133  delirj, e de’fopimenri , edetarghi, che  certi morbi arrecano ; e in particolare  il pericolofo diflipamcnto , che produce  la velenofa forza dell’ Epilelfia , ed ogni  altro fìmigliante accidente . Che come  tutte convegnono in quell* uno argo-  mento generale delle variazioni , che_  dalla materia nelle operazioni dell* ani-  mo trapalano a turbare, o interrompe-  re, o abolire il fapcre ; così tutte con  quell’ una generai dottrina , ugualmen-  te per ogni parte fviluppate rimango-  no. Cioè dire, che quegli accidenti, che*l  vino, e’I veleno epilettico , come Lucre-  zio l’appella, e gli altri malori induco-  no nell’ Uomo , fono eglino folamente  valevoli a difordinare , o interrompe-  re, o affatto caffare le forme fenfitive,  e cogitative ne* moti , e modi corpora-  li, e non altra cofa altrove . I quali  lafcia allora la Mente di più avvivare ,  e illuftrare in tutto, o in parte, eoa-»  fofpendere, come fu detto abbiamole  fue produzioni , e con deporre le mo-  dificazioni: ed indi prima ne’ principali  feggi corporali , e poi , fe più oltra è  (dipinta , nella fua propria unità , ed    134 * DELL’ ANIMO   univerfalità fi ritira da quello ffrazio.   Ma è in alcun modo diftinto 1* argo-  mento del timore , e del lutto, che—  ^Lucrezio • amareggiando, ed affannando l’animo,  foventi volte conducon l’Uomo a mo-  rire. Imperocché in quel primiero ca-  po di argomenti de’ varj gradi dell’età,  e de’ varj accidenti de’ morbi , le va- *  ^ riazioni immediatamenre , c principal-  mente il corpo immutano, ed offendo-  no : le quali perchè nelle operazioni dell’   - . animo ancora trasfondono i difetti, e i  difordini ; per quefto folo , fono a Lucre-  ' zio argomento di mortalità. Ma il timo-   re, c ’l lutto fono morbi dell’ animo, e  l’animo immediatamente, e propriamen-  te conturbano , e affliggono : e quando  • l’Uomo per quelle offefe viene a fini-  re , nell’ animo è il principio , e V ori-  gine del danno, e dall’ animo al corpo  . trapaffa ; fìccomc per contrario ne’mor-  bi corporali , dal corpo all’ animo Lu-  crezio argomenta , che debba la mor-  , • te trapaffa re . Così ugualmente per gli   morbi, che fono manifeffe cagioni del-  la morte corporale , perchè varie paf-  fioni nell’ animo inducono; e dalle paf-  .. . fioni,    Digitized by Google    DELL’UOMO. i-35  doni ,che fono manifede offcfc dell’ani-  mo, perchè c morbo , e morte al cor-  po arrecano; pare à Lucrezio dall’ima  parte , e dall’ altri potere la mortalità  dell’animo argomentare : c poi dclla_,  cu ragione dell’ uno, e dell’ altro propo-  ne come un nuovo argomento , fog-  giugnendo.   Addere enimpartes , aut ordine trajicere &quume(l y  Aut ali quid pr or funi de fummx detrabere illuni ,  Commutare animum quicumque adori tur ,*    *    ,?83r DELL’ANIMO  * le cogitazioni, e tra le fen(azioni,e gli   * V affetti ; così tra' le cogitazioni , e gli af-  fetti c più ffretta appartenenza, e con-   r • neflìonerper modo che non mai, ne co-  a • gitazione fenza ogni fenfo di affetto,  ne affetto fenza ogni lume di cogita-  zione fi può trovare . Da cotcfte cole  Quii fiati (ì fa chiaro, che come il fapcre , cosi  '1 volere dell’ Uomo non è la pura , e  fincera parte dell’ animo ; ma è quel vo-  - lece proprio dell’Uomo, di fenfo infic-  ine , e di ragione commifto , che dall’  unione delle due nature dee rifultarc .  Laonde i varj moti, e modi delle va-  ' i r ie affezioni, o paffioni propriamente in   • - : quel volere , e non già nella parte pu-   ra dell’ animo le loro vicende ingerif-  ’ m cono: e le anzie , e gli affanni , e i tedj  ' del timore , e del lutto quella parte-,  conturbano , e corrompono fino a con-  dur 1’ Uomo mi fero alla morte . E dell’  Animo avvien folo, come nc’ modi del  Capere , che fofpenda le produzioni , e  diponga le modificazióni del volere ; e  . intatto, e purgato, e puro fi ritiri nel-   • la fua univerfalità , per rivolgcrfi ad   altri obbietti con altri amori più puri,   ■ e più ,    DELL’UOMO.: 139   e più finceri . Ma perchè noi nei pre-  fente ragionamento del fa pere dell’ Uo-  mo, di altro genere di operazioni 4 che  delle fcnfuali,e fantastiche non abbiati!  fatto menzione; non è per tanto , che  dentro gli angufti confini del fenfo , e  dell’ efpreilioni fensuali , debba efler ri-  stretta la cogni'zion noftra . Da quelli  univerfal cogitazione , o cognizione ,  ficcome perchè dalla parte corporale è  ella fenfitiva , ne debbon nafeere Itu,  fenfazioni , e l* efpreilioni di fenfibili  obbietti; così perchè dalla parte imma-  teriale, e ragionevole, ed intelligente,  le ragionevoli cognizioni provenire ne  debbono. Siccome nel fenfo univerfa-  le , per fomma finezza , pieghevolezza,,  c mobilità , e per uniformità di virtù ,  e di foftanza, onde è come un genere  generaliifimo del fentire , fono i primi  elementi, o principi , onde rutte le par*»  ticolari fenfazioni, ed efpreilioni fenfi-  bili formate ne vengono; così in efTa_,  cogitazione , o cognizione , da ogni altra  cofa fceverata, ed in fe r ccolta, fono  tutti gli clementi , o principi delle ra-  gionevoli produzioni, e delie Scienze,   S a che    r 4 o DELL/ ANIMO  che cd elfa cognizione è infieme gene-  rale cflenza, e generai conofcenza : e i  fuoi elementi , onde è coftituita , fono .  inficmemente parti, o principi di quel-  la eflenza ad edere ; e fono prime no-  zioni, o ragioni di conofcere, o inten-  dere alla Scienza . Cotefto è il bivio deh  fapere dell’ Uomo, nel quale in oltre.,  è da notare, che TUomo nella via del  fenfo è analitico , conducendofi da’ par-  ticolari a gli universali ; e nella via. del-  la Scienza è Sintetico , dagli universali  ai particolari avviandosi. Ma gli ele-  menti del SenSo, in quanto Sono minu-  ti, imperfetti, informi, fon pure come  altrettanti generi: e le nature fenfibili-y -  in quanto perfette, e compiute , fono  * anco in quel riguardo particolari. E le  eflenze perfette ragionevoli , e intelli-  gibili, perciocché quando vi fi pervie-  ne , illuminano tutta la Scienza , fono  come univerSali: e i generi , perchè fo-  no imperfetti, ed ofeuri, in quello ri-  guardo fono come particolari da ripu-  tare . Similmente come il fapere , così  il volere, o dalla parte impura fenfua-  le genera volontà, ed affetti foraiglian-    Bìvìodel  jà ^cre delP    Picji tizeti ^ Gpogle    • V    • DELL’ UOMO. 141   ti , dietro a gl* incitamenti del fenfo ;  o dalla parte pura fpirituale produce»,  voleri, ed affezioni ragionevoli dietro  alla guida della Ragione. E quello è il  bivio della vita ,in cui fcorgonli le ori-  gini delle due celebrate porzioni dell* V *'  Uomo ,che il volgo de’ Filofofi , quan-  to con magnifici parlari decantavamo  con ofcuri fenfi intriga , ed ofeura .   Adunque la Mente noftra, per la virtù  tante fiate ricordata , e in tanti modi  provata di muovere , e reggere fe ftef-  fa , prima fopra le fenfazioni medefime . '*'' ** # •   E ixti tiMnet certo : velut aurei , atque oculi funi ,   Atq\ aliifenfus , qui vitam cumque gubcriumt: .   t   Et Dilati mnust atque ‘ oculut t ntirefvs féorjltttv   Secreta a ‘nobis nequeunt fentiret neque effe :   Sed tamen in parvo linquuntur fenipore tali i _ ,   , Sic animus per fe non quii fine corpore , dr ip/ó   ' Efse hominet illiut quafi quod va; efse videtur :   .'■o'F 1 .' Qs, ■ t #   Sive aliud quidvts potius coniunaius et   i • .«li*» > ■yjp r i M**-   Etagere quondoquidem e****#*, corpus, adixret .   V.v . -tftbv* "■ o >s   * Tutto il nerbo di quello argomen-  to egli è r a mio credere*!!) quella una   r fola     Digitized by Google      DELL* UOMOa 147   fola cofa riporto ; che 1* operare , fia^  del Tutto , di cui è ancora 1* edere :  onde a niuna delle parti , che *1 com-  pongono , quell* edere , e quell’ opera-  re medefimo debba edere attribuito  Il fentire adunque, e *1 ragionare dell*   Uomo, che certamente è dell’ Uomo’,  cioè del comporto, e del tutto , all’amo  mo folitario non dee poter convenire :  c per confeguente 1* animo folo , fenza  il corpo , e fenza 1* Uomo , non può  fentire , ne ragionare , ne affatto ede-  re : fcevero di fenfo,e di ragione, non  potendo già avvenire , che l’animo da  in niun modo . Si aggiunge a quefto ,  che P eder di Parte è fermamente effe- ^ t  re di relazione, o di rapporto ; onde»,  la parte al tutto appartenga, e col tut-  to da congiunta infeparabilmente . Egli T-V*  è vero, che ci ha alcun genere di parte,  che verfo di fe condderata , ella anco-  ra è un tutto : quali fono le parti del .1 «à-J  tutto cftenfo, e variabile, e quali in»,  ogni altra accidentale compodzione .   Con tutto ciò cotali parti, quando elle *  fono fegregate dal tutto, perdon quell’  eder di parte, con ogni altra cofa, che    Digitized by .Google    I    148 DELL’ANIMO  in quel rifguardo lor conveniva. E che  Lucrezio a quefto ancora abbia rifguar-  dato, dalla dottrina del medefimo in-  torno alla indivifibilità de’ primi corpi ,  è manifefto . Volendo egli indivifibilt  quei primi elementi , e volendogli va-  riamente figurati ; acconfente bene ,  che quelli abbian parti , non già avve-  niticcie , ma natie ; non quinci , e quin-  di raccolte a compor P elemento , ma  in quello nate: il cui edere , tutto fia  dell’ elemento , che le contiene ; ed ab-  biano a quello necefTario rapporto ;on-  . de Pune dalP altre , e dal tutto non_,  poffano per qualunque potere effer fe-  parate giammai . Il luogo di Lucrezio  ciUd^Lucre- è alquanto malagevole ad intendere j  zio , non ’m - Picchè P acutezze de* più nobili Spofi-  tor ‘ P oturo falciar delufe . Il qual  jj>ojì on % nQ j ^ er j a p ua importanza abbiara volu-  to qui arrecare, ed mterpetrare .   , I»,   Tum porri , quorum e/l exttmum quodque cacumen  Corforìs ìll\us % quei noftri cerner* fenfitt  Jam nequeunt : hi nimhrutn fine fartibuy extat >   , \ Et minima cwtfat naturai nec fuit umquam '    Uh. U    JL    Ver    bigitized by Coogle    I    .V    K.    DELL* UOMO. 149   Ter fe fecretum , neque pofìbac effe v debiti  Alterius quoniam ejìrpfum : frinì* quoque ,  fluire a/ùe fìmiles ex ordine parte: *   Agmine condenfo naturavi eorforis explent .   quoniam per fe nequeunt confi are ^neceffe ejl  H*rere , ««c/e ?«e  Hatura nitri-  tale Jì truova  la vera ragio-  ne di ejfer un  tutto .    t.    152 DELL’ ANIMO  domanda, che dentro di fe abbia a con-  tenere tutte (e parti , onde è coftitui-  to: e la parte allo Scontro vuol’ efler  tale, che tutta quanta ella è, con ogni  fuo eflere , (la , diciam così, incorpora-  ta nel tutto . Di modo che l* eflere del  tutto in quello principalmente confida ,  che contenga le Tue parti in guifa,chc  non pofla ne eflere, ne intenderli , len-  za che lia,e s’intenda con quella con-  tenenza : e 1’ edere di parte in quello  lia unicamente riporto , che debba del  tutto eflere , e nel tutto abbia ad ede-  re contenuta ; licchè non eflere giam-  mai, ne pofla immaginarli lenza quel rap-  porto , e lenza quella , per così dire ,  partiva inclusone .Se quello è vero, co-  me è appreflo di erto Lucrezio ancora ;  egli è da tenere per fermo , che la ve-  race , e fincera , e perfetra condizione  dell’ efler tutto, altrove , che nella na-  tura fpirituale , c mentale non pofla_,  rinvcnirfue che la natura corporale, e  bruta non più , che di una imperfetta  limiglianza di quell’ eflere lia capace '  Imperocché la natura mentale , per Io  fenfo ,e per l’ intelligenza di le, e dell'   altre    DELL’UOMO. r Si  altre cofe che fente,ed intende ; chia-  ramente dimoftra dover ella contener  fé medefima, e 1’ altre eflcnze con ogni  identità, e comunicazione: e fé mede-  lima,e 1* altre eflenze dover penetrare  da per tutto. Con che quella inclufio-  ne , e quella contenenza , che *1 tutto  ha delle Tue parti, e quel paflivo incor-  poramento , con cui le parti fono nel  tutto, dimoftra dover fola perfettamen-  te pofledere. Nella qual cofa è princi-  palmente riporto il reciproco rapporto,  e la neccflaria conneflione , onde il tut-  to dalle parti , e quelle da quello , e»,  1* unc dall* altre non portano fepararrt .  Per contrario la natura corporale tut-  ta per ogni vcrfo limitata, ed efclufa,  c diftinta , di quella inclufione , e di  quello incorporamento non è capevo-  le:febbene, come qui, ed altrove ab-  biam dichiarato, può la Materia per fi-  nezza , e per fublimità , ed attività di  foftanze , e per conneflione di parti , e  confenfo di moti cotanto ingentilirli,  che vegna tanto , quanto a Materia è  poflibile , un tutto perfetto a raflomi-  gliare. Oltre a ciò, contenenza , ed uni-   V ver-    Ì54 DELL’ ANIMO   vcrfalità fono una cofa medefima :   Teflere un tutto, e l’ edere univerfale,  fono una medefima elfenza . Donde fi  può intendere , che alla perfezione del  tutto, due cofe vi fi richieggono necef  fariamenrc ; l* una , chc’l tutto debba  aver perfetta pienezza in ampia indivi»  fibile unità; l’altra, che tutti i partico-  lari , che gli appartengono, dentro  quella pienezza fiano realmente com-  prefi . Benché quelle due condizioni ad  una fola finalmente pofiono riferire :  concioflìachè , ne perfetta contenenza.,  fenza palfiva inclufione , ne pafliva in-  clufione fcnza perfetta contenenza , pof-  fa clfervi in alcun modo . Per cotclle_  leggi , primieramente ogni fpezie di tut-  to, generalmente confiderato quell’ ef-  fere , dee con tutte le fue cofe efl'erc-, • •   in fe medefimo riftrcrto,e chìufo,e da Goog[e    •J    t  gegno, colla noftra principal dottrina  potta fcioglierlo di leggieri ; pure per  produrnoi il frutto delle noftre fpecu- ’ \  {azioni , ci rifolviamo a parte trattar-  lo. Adunque quel che di tutti gli altri  argomenti abbiam fatto , e faremo ap-  prettò; di quello argomento ancora fac-  ciamo al prefcntc; ingegnandoci a più  potere fortificarlo da ogni parte . La_.  neceflità del dover 1* Anima fcparata ef-  fcr fornita de’ cinque fenfi , che Lucre-  zio fcmbra voler confermare colle im-  magini de’ Pittori , e de’ Poeti , che at-    • ' •    tedino    • ■** -l   ’ . m   t   Digitizecfby Goòglc      k    DELL’ UOMO. 161  tedino l'antico comun fcntimento , ella  è in fatti da quel Fiiofofo data appog-  giata fopra quel fermidìmo principio ;  che ogni edenza , o natura comune»,  dee con alcuna delle fue differenze , o  proprietà elfer diterminata neceffaria-  mente : e che fenza ogni fua differen-  za , o proprietà non può ella dare in_»  niuna guifa. Siccome allo’ncontro, pro-  prietà ,o differenza niuna e! può avervi  mai fenza il fondamento, diciam così,  della Natura, o edenza comune. Per-  ciocché 1 * Anima con generai fenfo , e  percezione delie cofe , per ogni modo  dover edere; anzi altro, che quel fen-  fo , e quella generai percezione non ef-  fere , egli è ad ognun che vi ponga»»  mente , manifedo .Dal che fegue bene,  che il fenfo, e la percezione generale ,  come con alcuna delle fue proprietà  e particolari forme eder dee compiu-  to, e perfetto; così quelle proprietà, e  particolarità medelime di necedità egli  implica nell’Anima . Fermamente non  può capirfi a niun patto, come l* Ani-  ma feparata poffa aver niun fenfo , o  percezione , che nel tempo medefimo   X ella    m:    m ^      • j|C      .    Digitized by  M "A..    Go4    Sottilità dì  Lucrezio non  inteja da gli  Sfojìtori,    161 DELL’ ANIMO  ella nc veda, ne oda ,nc per niuno de-  gli altri fenfi particolari, niuna percezio-  ne abbia degli obbietti. Dall’altra par-  te , 1’ impoflibilità di avergli in quello  flato, egli è per certo una gran fottili-  tà , con che Lucrezio la compruova ,  che niuno degli Spofitori ha potuto pe-  netrare finora .Onde, e nel variar In-  iezioni, che ftanno bene, e nel fupplir-  vi i fcnfi,che non vi mancano, eglino  fonofi affaticati in vano . Prende egli  a conliderare i fenfl in idea, fecondo le  loro, per così dire , formalità metafi-  ficamente,c gli rapporta all’Anima : e  infieme gli confiderà nelle loro realità ,  e corpulenze filicamente , e gli riferif-  ce al corpo: e poi argomenta, che co-  me i fenfì, ne effere , ne operare pofTono  feparatamente dall’ Anima ; così allo  fteffo modo non deono potere , ne ede-  re , ne operare feparati dal corpo , e—  dall* Uomo . Concioffiachè 1* Anima ila  l’uno Ideale, o formale, o metafilico,  onde le proprietà , o differenze de* par-  ticolari fenfi debbano procedere ; c—  1* Uomo, e’I corpo fia V uno Reale, o  materiale , o tìfico , nel quale quelle—   pro-    *.v ' ^ Digitized by Google    DELL’ UOMO. 1 63   proprietà , e differenze medcfime deb-  bano eflere incorporate diverfamente ,  fecondo quei diverfi rifguardi , di di- ' >   verfi principi , e procefTi.Con ciò vie-  ne egli a conchiudere , che poiché l’Ani-  ma da una parte non può edere sforni- 7  ta de’ fenfije dall’ altra non può in niu-  na guifa efferne provveduta • che ella  non può ne fentire , ne in altro qua-  lunque modo operare, ne effere affatto  dal corpo , e dail’Uomo feparata . Udia-  mo le parole fue proprie, e poi vegnia-  mo alla Soluzione.   Vr eterea fi immortali t natura animai efi , Lib. 111.   Et fentire poiefi fecreta a corpore nqfiro :   QuinqueiMt opinor)eam/aciendum efifenfibus auHantt  Ntc ratione alia nofmet proponet e nobis   " i t *   Tofiumus infermi animai Acheronte vocari.   riHores itaque , & f criptorum Stola priora  Sic animai introduxerunt fenfibut cucì ai r  L * At ne 1* natura ragionevole , ed intelli-  gente , e’I Tuo operare efplichiarao , e  la fenfibile non lafciamo addietro, deo-  no difdire che nel più alto, e puro dell*  intelligenza medcfima, quanto a Uomo  è conceduto , poggiando , a quelle fubli-  mità non afccndtamo ? Ma nulladiman-  co in cotali cofe, affai probabili ragio-  ni , e dove di farlo ci è permelfo , giu-  fte dimoftrazioni allegando , V affare  condurremo a tale, che anzi da defide-  rio di più oltra conofcere accefi , che  da difperazione di potervi altro edere,  confufi rimanghiamo. Per rifecare ogni  rincrefcevolc lunghezza , io dico fulla  e lucidezza .  Sicché il fenfo dell’ Uomo , ove egli è  più virtuofo, e più lucido j quivi è in  quefle , e quelle parti diflinto , c divi-  io : ed ove è unito, ed uno ; ivi è tor-  bido, confufo, ed ofuro. Ma nello fla-    r   è    w    V Anima-,  fepnrntn dee  potere operare  con piìi fran-  cbezza , e vir-  tù .    1 6 * DELL’ANIMO   to della Separazione , fenza far violenza  nc a ragione , ne a cofa alcuna , e’ ci  convien credere, che l'Anima fottratta  a quelle gro(Tezze,e da quelle angurie  Sprigionata , a voler riguardare la natu-  ra di lei, e la fua virtù naturale , quel  potere medefimo , che ella ha fopra la ;  materia penetrcvole , con più Sovrani-  tà^ più vigore efcrcitar polla; e mag-  gior copia di maggior finezza, ed atti-  vità di quella materia dominare. E per  confcguente non riftretta fra quei can-  celli , ne in quelle nnnurczze fpartita ;  ma dilatata, e in fc raccolta, con uil-  folo ampliamo fenfo universale , polla  e più diftinramcntc (cernere , e più al-  tamente penetrare , e più chiaramente  apprendere tutte le forme ,e tutte le«,  azioni delle cofe materiali . Se l’Uomo  per virtù dell’ Anima ha imperio, e po-  reftà Sopra la materia pcnetrevole in»  terna ; e dona a quella , e nc riceve a  rincontro le modificazioni ; e col mini-  fierio della medefima produce il fenfo ,  e la cogitazione univerfale ; e fecondo  la divilata varietà in tante maniere il  difiignuc , quante in noi le ne veggo-  no;    Digitized byCoogle    DELL’UOMO. i 1 pri ,? cip >   primi , e’1 temperamento loro , c l va-  ftarata. g j 0 ingegno de* lavori , e tutte le gene-  razioni , e le fufianae , e gli ordinati  procedimenti » e k virtuofe influenze   • v de*    ikir    Digitized by Google    DELL* UOMO- 175  de’ Celefti corpi, e tutto il concerto r  e ’1 fiftema del Mondo, e la cottruzio-  ne dell* Uomo può meglio efplorare r  e penetrare , ciascuna fecondo la pro-  pria capacità r e virtù . Perciocché è  da credere , che le menti finite emen-  do, abbiano le proprie fpirituali tnodi-i  ficazioni ; onde fieno dall’ infinito cir-  coferitte, ed infra di loro diftinte.Ein  particolare, che la menre dell’ Uomo,  per una cotal proprietà di più fra ella *  propriamente inchinata , ed adattata a  congiugnerfi colla materia per la corti-  tuzione deli’ Uomo . Per quefti nottri  divifamenti s’intende ciò, che dir vol-  lero quei Filofofi,che di certi veli cor-  porali , gli Spiriti puri diceano dover ef*  fere provveduti ; e alcuni Padri , che  le Anime e gli Angeli corporee fo-  ftanze riputarono. Cioè non altro eglino  a-ver voluto infirmare da quello r che  noi della maniera di operare dell’Ani-  mo feparara abbiam conchiufo , fi dee:  tenere per fermo . Cosi fimilmente è da  interpetrare quella Sentenza , che la_.  Mente d’ un’ altra mezzana natura ab-  bisogni , per potere attemperai alla   ma**    9 +    ,'fc*   fc •      i74 DELL’ANIMO  materia * Finalmente , che la villa Tifac-  ela non per inrromilfionc della luce». ' . 1   efterna nell’occhio, ma per eftramillio-  ne della interna verfó gli obbietti ; è  fenza dubbio nata dalla cognizione dell*  imperio, e potere della Mente fopra la  materia penetrevole , e dal minifterio,  ed oflequio di quella verfo di quella :  onde è il vigore della virtù mentale al-  la produzione, o alla percezione delle  cofe.E qui poffumo dire aver termina-  ta la Dilpnra colla foluzione degli ar-  gomenti più principali, e più forti. Per-  chè dopo avere ben fondata la reai di-  fìinzionc dell’ intelligenza : e dopo ave-  re altri punti ftabiliri, così come fatto  abbiamo delle più rilevanti verità ; gli  argomenti , che ci rimangono, così leg-  gieri, e piani 1} difcoprono; che più per  non parere, che nftuf aulente gli tralan-  diamo , che per necdfiti , che abbiano  di particolar foluzione , gli dobbiam ri-  cordare, a ciafcuno argomento adattan-  do quelle generali dottrine : il che fa-  rem brevemente. E prima veggiamo di  quello, che c in quei verfi efpreflo:     \    Dkjitized by Gooole    •V    -*1    DELL’ UOMO. 175   Denìque cum corpus ncque at per far e mimai  Dìjjìdium , quirt in tetro tabefcat odore r  Quid dubitar quin ex imo y penitufque coorta  Emanar iti uti fumus y diffufa anima vis 1  Atque ideo tanta mutatum fu tre ruina  Conciderit corpus pcnitus I quia mota loco funt  Fundamenta forar anima r manantque per artus ,  Terque viarum omnes fiexus y in corpore qui funt r  Atque / or amina : multi modi s ut nofcere pojjìs  Difpertitam anima naturavi exijje per artus 5 *   Et prius effe /ibi diflraclam corpore in ipfo ,  Quitm prolapfa forar enaret in aCris aurar **    *1 '    Vi, UT,      Settimo  argomento’  di Lucre-  zio .    ' x   ‘‘1 0 •          £    Dalla. dillofuzione , c putrefazione  del corpo umano r che al dipartimento 1  dell’Anima fegue immantinente , vuol  Lucrezio inferire r che L’ Anima debba  eflere fparfa per tutto il corpo : che i  di lei principj componenti fieno con_*  quelli del corpo talmente intralciati T c  intrigati ; che quella eflcr 'debba la ca-  gione , onde al dipartirti- dell’ Anima ,  una totale fovverfione al corpo ne av-  venga : ficchè tutto fi cangi , e impu-      \      • m-    *■    Dkjitaed by Goggfe    i*j* DELL" ANIMO  tridifca., c tramandi fuora 1* intollcrabil  fetore - E poi ne’ feguenti verfi foggi ti-  gne , che il folo deliquio , avvegnaché  allora 1 ’ Anima non vada via , ma foi  difiratta , o opprefla languifca ; tanti  cangiamenti nel volto , e negli occhi ,  e in tutto il corpo produce ; quanti le  grida, e le lagrime badino a rifvcgli3re   ^riterfetri ^ e ’ circoftanti . De* più migliori Inter-  no» ban capì- pcrri di Lucrezio, non bene han capi-  la la forza ù t;1 la forza dell’ argomento . Eglino mo-  MntO'. arS ° firan di credere , che quel Filofofo te-  glia , che F Animo , e l* Anima flano  una medefuna cofa ; e quanto qui dice  dei doverfi in morte difperderc i com-  ponimenti dell’Anima , onde il corpo  imputridifca ; che tanto intenda di dire  dell’ Animo , e dell’ Anima infieme ,  E una natura coll’ altra confondendo »  crvvéro prendendo efli 1* Anima per la  fola parte incorporale ; e quella idea t *  e quell’ appellazione alla mafia degli  umori , e degli fpiriti non concedendo ,  fecondo quefto lor proprio fentimcnto.  prendono l’argomento Lucrcziano:  fon contenti di rifponder folamentc ,  che la putrefazione , e ’l fetore del cor-   po    Digitizéd    *      DELL’UOMO. 177  po morto , non è effetto della divifio-  ne, e del dilfipamento dell’ Anima; ma  di altra cagione tutto diverfa. La qual .  rifpofta, fe vuolfi comprendere la par- ... ,  te fenfuale , è certamente falfa : c fe ,  meffa da banda la fenfuale , come quel-  la , cui V appellazione , e 1* idea di ani- * J '  ma non convegna , della fola parte in-  corporale fi vuole intendere ; c fenza  dubbio fcempia, ed inetta: perciocché  corre a far difcfa , dove non bifogna : . .   e quella parte , ove è indrizzata 1’ op- . ...   pofizione , fcoperta lafcia , e fenza di-  Fefa. Si aggiugne a quello , che quando  Lucrezio dice , dover efTere dal profon- '• t *'  do fcolfi i fondamenti dell’ Anima , e  fuora difTipati , e difperfi ; dicono eflì ,  che con ciò s’intenda elfer 1’ animo il ,  fondamento del corpo; il che è ancora  vero: ma eglino non intendon già per  fondamenti i primi componenti , il  cui dilTipamenro cagioni quello effetto. : .  ne’ corpi morti: che è per certo un non #   - affatto intendere 1 * argomento . Ad un- cye f e “ c e re *j } 0 e  que Lucrezio tratto dalla forza del ve- PAAimi^L*  ro, tenne per fermo, che 1 ’ Anima , c  1 * Animo , cioè il principio intelligen- Mmrumt.   ■Hmìz    O'   te    - - - «    Digita ed by Google    .tt..    178 DELL’ ANIMO  tc , c la parte corporale miniera del  fenfo , foflono due nature didinte : per  modo che contro a quella opinione ,  che l’Animo altro e’ non fotte , che un*  armonia, o concerto, o temperamento,  con lunga fchiera d’ argomenti fiera-  mente combatte ; e vuole in ogni mo-  do, che T Animo fia una fpezie,ed una  fodanza . Con che viene a dire , che  r Animo fia una fpezie, ed una fodan-  za didima dalla mafia, e modi , e moti  animali. Poiché certo dell’ eflere dell’  Anima ; dell* Animo folo , come di una  cofa aflai ofcura , va ricercando che e*  fia: e in quella ricerca dice ,che e’ non  fia già un’ armonia , o qualunque altro  modo , ma una certa particolar foftan-  za . Appretto, comechè per l’Anima e’  dica efiere baftevole il calore, e l’aria  e l’aurc; tuttavia a produr 1’ Animo ,  niuna di quelle cofe crede poter bada-  re: ne altro e’rirrova nella felva delle  corporali fpezie , cui pofla attribuire—  quella maravigliofa produzione . Onde  conclude , che cotal natura producitri-  ce dell’ Animo , fia del tutto nafcoda ,  ed ignota, e innominata: di che fin dal    DELL* UOMO. 179  principio della Difputa nc abbiamo alle-  gate le teftimonianzc di più luoghi .Fi-  nalmente c’diftingue bene gli utfizj dell'  Animo , e dell’ Anima ; e ’1 fupremo  dell’ intelligenza , e del reggimento del  corpo all’ Animo aflegnando ; le parti  dell’ ubbidire, e dell’ efeguire all’ Ani-  ma accomanda. Ed efpreflamente ,che  l’Animo, e l’Anima fono due foftanze  tra loro diftinte , febbene {grettamente  infieme congiunte: e per la {{retta con-  giunzione, quanto argomenta della na-  tura dell’ Anima , vuol che dell’Animo  ancora s* intenda . Sopra il qual fonda-  mento buona parte degli argomenti di  lui fono appoggiati . Lucrezio adunque  da quel fubito cangiamento de’ corpi  morti , o languenti, non può, ne vuo-  le egli inferire il difperdimento , ed  annullamento dell’Animo ; ma sì bene  il difperdimento , e l’ annullamento dell*  Anima ; cioè della parte bruta , e fen-  fuale : e quindi per la {{retta unione*,  delle due nature, vuole che lo lìruggi-  mento dell’ Animo infieme fc ne argo-  menti . La qual cofa , comechè e’ ben  vedelTe non efler neceflaria conchiu-   Z 2 fione    i8o DELL* ANIMO  (ione di neceflfario fillogifmo ; percioc-  ché di cofe diftinte , comunque infie-  me congiunte , mancando 1* identità  dell’ edere , dall’ una all* altra cofani  non può con certezza condurli l’argo-  mento a conchiuder nulla ; con tutto  ciò, tra perchè l’Animo una fottiliflì-  ma, e le vidima foftanza cder e* li avvi-  fava; e perchè la robuftezza , e’1 pote-  re dell* Animo nell* intendimento di lui,  e degli altri Tuoi pari, fparuta, e debi-  le cofa appariva ; per quelle cagioni  pensò egli , che come il totale disfaci-  mento del corpo , non altronde , che  da quello dell’ Anima proviene; cosi il  diflìpamento dell’Anima fenza 1* ellin-  zion dell’ Animo , non potede avvenir*.  Ed ecco come noi in efplicando il fen-  fodi Lucrezio , abbiamo infieme difciol-  to il fuo argomento . Imperocché ab-  biam fatto vedere, come edendol* Ani-  ma , e l’Animo , cioè la parte corpo-  rale minilira dclfenfo,e l’incorporale  principio dell’ intelligenza , due nature  dillinte , quali ad elfo Lucrezio pajon  d* edere , 1* argomento in buona Loica  dal didìparaento dell’ Anima , quello   :i dell’    "Digiti? ed    c    DELL- UOMO. 181 .  dell’ Animo non può conchiudere a ni. ^   un patto. Ne dalla (fretta congiunzio- *   •v-W,    584 DELL» ANIMO  del fcnfo fono ftromenti,il cui confen-  fo , e cofpiramento , anima egli appel-  la, ciò intefe di affermare ; quantunque ,  che 1 ’ animo ancora fia divifibile , vuol  che da quella si fatta divifione fi argo-  menti . E dell' infermezza di tal con-  chiufione per la diftinzionc di quelle»,  due nature, che Lucrezio appruova,e  noi abbiam provata, con tutto quello,  che al precedente argomento fi è fatto,  non riman luogo a dubitare : e così  tutti gli altri a quello finiiglianri , che  dal confondere in uno il principio in-  telligente, c la parte fenfualc , tutta_,  lor forza ritraggono. I quali tutti, non  già col folo ribattere , o fchifare i col-  pi negando, come ufano di fare i Vol-    gari ; ma la foftanza indi vifìbil e dell*    Animo , e le fue maravigliofe opera-  zioni, ed ogni altro dimoftrato pregio  v^per tutto opponendo; e quindi da cer-  ' ti , cd indubitati principj argomentan-  do; fi fa chiaramente vedere, che’l va-  rino e’ percuotono dell’ ària . Più larga  '-via ne apre il feguente argomento a  derivarvi i fonti della principal noftra  dottrina , il quale con chiarezza è ne*   .r : fe-    r    ; ( DigitizeQby Goògje '    DELI/ UOMO. iSs   fegucnti verfi efplicato : .   Dtnifue cur animi numquam mens , confili umqu »   Gignitur in capite , aut fedi bus , manibufve ? fed unii   >• - • • . v   Sedibus , «ir certi s regionibui omnibus bar et ?   Si non certa loca ad nafcendum reddita cuique  Sunti «ir ubi quicquam fojjit durare creai um ;  Atque ita multimodis prò totis artubus effe y  Membrorum ut numquam exijlat prxpojìerus orda .  Vfque adeo f equi tur ret rem : neque fiamma creavi    Lib. tll.   Nono argo-  mento .    Fluminibus /olita e/ly neque in igni gignier algor .    ^ Circa 1’ origine dell’ Anima , in prima  e* ci oppolc Lucrezio, che ella nafeer  debba infieme col corpo ; perchè fi veg-  ga col corpo, e con tutte le membra  crcfcere inficine . E poi del feggio, do-  ve l’Anima fia allogata , ftabilifce che  certo, diflinto , particolare , e proprio  e debba clfere. Finalmente , amendue  quelle cofe giunte infieme , dal nafee-  re, c dall’ cficre 1’ Anima in certo , e  ditcrminato luogo, egli argomenta , che  fuori del corpo, e fuori del fuo proprio  luogo non polfa folTiftere . Noi allo ’n-  contro con bello intreccio di metafifi.   A a che    •Digitized by Google      1 8   per altre opportunità ; delle cogitazio- .  ni: c nel fecondo per la finezza , c vi-  vacità del fenfo, e per lo fervore , e_.  Copia de’ fluori più (pi ri rosi; degli affet-  ti ; ma ben ella è in tutti i luoghi , e ini .  tutte le parti del corpo organico colla  fortanz'a > come è in tutti per 1’ opera- .  zione del fenfo , e della cogitazione .   Or due foli argomenti di quelli , che  wnfaìm !r- Cì ^ am proporti , rimangono a trattare:  Sfotefuo^ de’ quali il primo più al platonico dog-  ma della preefiltcnza dell’ Anime va a  ' '.T colpire dirittamente , che nel punto  .. f,"*; .- dell* immortalità : che per diletto de’   * plausibili divifi di quella (cuoia , non_*  abbiam voluto lafciare addietro , coti-,  gli altri che contro a quella medefima .   . opinione ,o alla pitagorica Metemfico-    Digitinoci b/Google    DELL’UOMO. i 9S   fi , o ad altro, che alla principal noftra  quiflione fono indirizzati: c’1 fecondo,  il tedio , c 1 a /Fan no di coloro , che.,,  muojono , ci oppone contra , di facilif-  fìma foluzione. Col quale , efpugnati pri-  ma di grado in grado i più robufti ar-  gomenti , convien conchiudere la prc-  lentc difpurazione . Il primo adunque  que’ vcrfi , che con leggiadria , ed  acutezza è da Lucrezio fpiegato .   Tr eterea fi Immortali s natura animai   , L'I   . - Conflati & in corpus najeentìbus infinuatur ;   Cuì Juper cnteaElam atatem j neminijjf nequimus f   Interi iffe , c ir qut nunc ejl , nane effe creatam * .   Nec vejìigia gejlarum rerum ulla tenemus l  .-*• fi t-'Mope™ e Jl animi mutata potejlas ,   Omnrs ut aBarum exciderit retinentia rerum :   No» ( ut opinor ) id ab Uto jam longius errai .  Quapropter fateare neceffe ' eff , qu « fift ante ,    interìiffe , .  co col dire, che fenza giufta cagione , '  la pura luce deli’ Anime da Cielo in-.  Terra/i traeflono , a congiugnerti co’  tenebrofi corpi terreni . Per quelle me-  defimp ragioni Lucrezio e’ fi avvisò,  che 1 * anticipata produzione dell’ Ani-  me, e’I comun loro nafcimcnto co’cor-  pi , bollono due ellremità , delle quali  una vera , e 1’ altra falla ncccllariamen-  te eflcr dovefie . Onde mcllolì a con-  vincere di fallita il primo efiremo dell’  anticipato nafcimcnto , per quello che  1’ Anime congiunte , di andare cofe niu-  na memoria (eco arrechino al mondo;  conchiufe,che’i fecondo diremo del co-  mune, e promifeuo nalcimento dovefie  cfler vero: e per confeguente , che l’A-  nimc corporee doveflono edere ; e co-  me i corpi , elle ancora corruttibili , e  mortali . Tutravia gli antichi Platonici  co* loro profondi fenfi , c magnifici par-  lari , le minutezze , e le arguzie degli  Epicurei , picciola allora nazione de’ Fi-  lofofanri , aveano per nulla: e col tem-  peramento della reminifeenza-, che ne  -viva, ed cfprclla memoria , nc c tota- 5 -'  le oblivione ; e col dimollrarc come-,  l v ' P an-    - C    Digitized by Gòogle      DELL* UOMO. 199   V antiche notizie, col conjugio de’ cor-  pi porefiono effcrc ofcuratc; il prefen-  te argomento deludevano di leggieri .  Ma noi tra quelle eftremità il vero mez-  zo abbiamo apprefo, che 1 * Anime non  già co’ corpi , ne da’ corpi , ne per tan-  to innanzi a loro, ma bene in eflì nel  punto medelimo da principio ideale, a  mentale debbano effer create : e tutto  ciò dalla natura dell’Animo, c da quel-  la del corpo , e da una mirabile armo,  nia di natura , e di legge , e da ogni  parte del ragionevole umverfo compro-  vando; c’I vero del mirteto platonico  difcoperro,e la difficoltà di quello ar-  gomento abbiamo fpianata-   Al fecondo argomento , che è l* ulti-  mo di tutti ; dato , e non conceduto ,  che ogni Uomo in morte fi dolga di mo-  rire; il che de’ vizioii Uomini, cui i vi-  fibili obbietti , e l’idee ofeurare, e gli  affetti rapir fuo!c r è egli vero , e non_»  già de’ virtuofi , che colla meditazion  della Morte ogni fpecie , ed ogni amo-  re del prefente fecolo deporto , vivaci  idee , e acccrt affetti nudrifeono dell’  invirtbile Mondo ; dato dico, c noiu    200 .DELL'ANIMO •  conceduto , che così dea la cofa , come  canta Lucrezio; giuda i noftri principi  rifpondiamo brevemente, che quel do*  lore e* non è della pura intelligenza , ne  dell’ Anima fola ; ma bene è del fcnfo  impuro dalla unione delle due nature  rifultante: ed è dell’ Uomo per quella  unione medefima codituito . Il qual fen-  fo, coll’ Uomo., eder mortale, fol vie-  ne a concludere 1 * argomento . Al che    Soluzione polliamo accomodare l’acutezza di Lat-  tanzio col dire, che finche 1’ Uomo vi-    mrgonunto. ve, quando l’Anima è ancora nel cor-  po congiunta , c’ non è tempo di dover  ella fentirc la fua liberazione ; anzi più  tolto i languori, e le corruzioni corpo-  rali di quegli ultimi momenti le con-  vien fofFerirc: e quando I* Uomo è già  , morto, e’ non è tempo allora di poter   fignilicare il fuo fenlò . Sicché Lucrezio  da ogni parte ingannato fi mife a dire:    Db. Uh    .... quod fi immortali nofira fcret mens , *  Non lavi f e morlens dijjolvi conquereretur :   Sed mogis ire f mas , vcfiemque relinquere , ut anguis ,  Gaudenti frtlonga fenrx aut ccrma cervus .   fi 7 " : W Con '      ' . Digitizédby poogle    . ft*   DELL’UOMO. 201  Con quella ftiedefima riTpofta , la va-  nità deirargomenro , che a’recitati ver- Dtmde c ! mo .  li immediatamente va innanzi, li dimo- fuafoivzione . *  {Ira ancora . Dove dice , che 1* Uomo in  morendo, non lo fceveramento dell’A-  nima , ma il diftruggimento (ente , ed  avverte :1* Anima non da un luogo all*  altro del corpo intera trapalare , ma_,  nel Tuo proprio luogo , come ogni altra  parte infievolire, e mancar lente appo-  co, appoco. Perciocché è da dire , che **  l’Uomo è quello che muore ; e di quel- ''  la vita, e di quei fenfo, che dalle due  nature rilulta, e’puo efifer vero quel che  e’ dice fentirfi , ed avvertirli in quel  punto; donde il patimento , c ’l manca-  mento , c la mortalità dell’anima pura , e  del fenfo, o intelligenza pura, che niente  di quello foflFrono , e niente fentono,o  avvertono , non dcefi a niun patto ar-  gomentare. Finché 1’ Uomo vive, e fin-  che l’Anima è col corpo congiunta, il  fenfo proprio dell’ Uomo, e la vita pro-  pria dell’ Uomo per legge di unione è  fol operante. E quivi lono i mancamen-  ti, e i profitti : e in quella parte ,  di quella fono i fenfi, e l’ avvertenze,   -«4 C c che    Digitized by Google    202 DELL’ANIMO  che fi fentono , o avvertono . Se più  rodo coll’ allegata acutezza di Lattan-  zio , che propriamente contro a que-  llo argomento ritrovò quel nobile au-  tore, non fi vuol far difefa ; che ben_  può Ilare .   Sciolti a quello modo tutti gli argo-  menti Lucreziani, perocché alcuni piti  minuti, e leggieri, che o fono eftcnfio-  ni,o particolareggiamenti de* più prin-  f en f° cipali; o in qualunque maniera a quelli  JSf/. I* 1 rapportano ; ed altri ,che ad altro fc-  , gno mirano, che al punto dell* Immor-  talità , inutile , e nojofa opera farebbe a  volergli perseguire partita mente ; fciol-  ti , dico, gli argomenti, e fatte le dimo-  llrazioni dell’ immortai natura dell’Ani-  ma dell* Uomo, niente rimane, perchè  non Ita terminata la prò polla Di Sputa .  Ma tuttavia del fenfo degli Animali  bruti conviene foggiugnervi un brieve  ragionamento , per placare ogni Solle-  citudine, ed affanno degl* ingegni vacil-  lanti, edubitoli. Imperocché dalla co-  mune , c volgare openione nafeene-,  pure un molefto argomento, o fofpica-  mento in contrario . Concioflìachè la_   co-      Digitized by Google    DELL’UOMO. 203  cognizione , che nella via del hlofohco  inveftigamento fola ne fa lume nel ri-  cercare l’immaterialità, e 1* immortali-  tà dell’ Anima umana ; comunque , e  qualunque a gli animali bruti li conce-  da ; non pare , che in quel cammino pof-  fa edere così ficura,e così fida feorta,  come ella è in effetti . E adunque con  ogni fludio da dimoftrare la fallita di  quella ftolta openione:'il che altra via  tenendo da quella , che finora han te-  nuta i moderni Fifiologi , con altri ar-  gomenti , *col favor di Dio , faremo  fpeditamente .   E’pare, che i difenfori dell’Immortalità  dell’Anima ragionevole , ogni cognizione  debbano difdire a’ Bruti ; ovvero colla  cognizione conceder loro i’immareriali-  tà, e l’ immortalità parimente. Percioc-  ché dal dover 1* Anima ragionevole»,  effere immateriale, ed immortale, perche  è di cognizione dotata, tanto può con-  chiuderfi , che i bruti , perchè e’ non»,  fieno immateriali , debbano edere di co-  gnizione privi ; quanto che i bruti ezian-  dio abbiano ad edere immateriali , per-  chè abbiano cognizione . Siccome gli   C c 2 Epi-    L’ opinion  volgare dit-  / avori   /’ Immortaliti  dell" Anima-»  delf Uomo •    Digitized by Google    204 DELL’ ANIMO  Epicurei, i quali tcgnono,che l’Animo  umano fi a materiale , non poflono , a—  mio giudizio , a’ bruti non donare alcu-  na Torta di cognizione: ne’ quali da una  parte veggono ordinate operazioni ; ed  a* quali dall’ altra non fi può negare—  qualunque più pregevole condizione, o  fpezie di materia. Ma con tutto ciò , co-  me potrebbe agli Epicurei venir voglia  di negare ogni cognizione a’ bruti, con  dividere dal fenfo cieco la cognizione -,  c l’uno ad una fpezie di materia , e l’al-  tro ad altra fpezie aflegnare; e lafciata  l’inferior materia fenfuale a’ bruti , la  miglior parte all’ Animo dell’ Uomo ri-  ferbarejcosì de’partiggiani dell’Immor-  talità , una parte fi fon voluti lafciar con-  durre a concedere a’bruti cognizione, con  diftinguere più maniere di cognizioni: e  quelle così diftinte , come loro è paru-  to,tra l’ immateriale, e la material na-  tura , tra gli Uomini , e le beftie com-  partire. Onde non c da reftarfi in quel  -folo argomento, il quale nondimeno noi  tratteremo a fuo tempo; ma fa di me-  ftieri di una intera deputazione . In co-  sì fconcia openione , e come farem ve-   dere    * Digltized    ?art    DELL’ UOMO. 205  dcre dappoi, a gli Uomini, ed al fommo  Dio ingiuriofa , più per forza di pregiu-  dizi 1 che per niun valevole argomento  fono eglino caduti . Nella qual preoc-  cupazione nondimeno , c dalla quale»,  pofcia e’ fon giri raccogliendo degli ar-  gomenti : o più torto le preoccupazio-  ni , o i pregiudizi mcdefimi han fatto  contro al vero, arme di argomenti. Or  per cominciare, ognun fa che 1* ingan- .  no de Volgari e non e altro, che que- de'isolg*  fto.Le operazioni animalefche fono el-  leno certamente diritte, e regolate co-  tanto, che il naturai diritto monaftico ,  quanto loro conviene , adempiono inte-  ramente: ed al focicvole domeftico,ed  infino al politico ancora in alcune fpe-  zie pervengono: lafciando ftarc mille»,  varj particolari ingegni di operazioni  in quelli , e quelli animali , che fan-  no le maraviglie del volgo . Adunque  per quel veriflimo principio , che ogni  ragionevole azione dee da ragionevo-  le principio provenire ; tantofto fenza»,  niuna difamina , a quelle cotali opera-  zioni interno principio di cognizione»,  hanno eglino attribuito . E ficcome que-  ***** * fio    Digitizeb by Google    20 6 DELL* ANIMO   {lo pregiudizio è di fuori venuto dalle  cofej così dall’altra banda, da eflo Uo-  mo , e dalla di lui natura, e fua manie-  ra di operare un’ altro n’ è Torto nien-  temeno del primiero faftidiofo . Giacché  il fenfo a’ bruti in ogni modo fi dee-  concedere , e’1 fenfo proprio dell’ Uo-  mo nella cofcienza di ognuno fi dimo-  flra edere di cognizione illudrato jquin-  . di eglino, che’l fenfo altresì degli ani-  • mali di alcuna cognizione fornito etter  debba, han creduto . Per parlar prima  di quello fecondo pregiudizio , che han-  no i Volgari in conto di gagliardo ar-  gomento, e che del primo può di leg-  gieri più prettamente fpedirfi; batta ri-  cordare, che alla coftituzione dell’Uo-  mo due diverfe nature concorrono .  Per la qual cagione , come delle due fo-  ftanze un folo ettere , che è 1 etter pro-  prio dell’Uomo rifulta ;così parimente  de’ due generi di operazioni , che a quei  diverfi principi rifpondono , un folo  operare , che è il proprio operar dell’  Uomo di amendue quelle proprietà do-  tato , dee provenire : ciò che in più   luoghi di quella Difputa, e nella folu-   zione    Dìgitized by Google    . DELL’ UOMO 207  zione degli ultimi argomenti abbiamdi-  moflrato . Donde, che ’l fcnfo dell’Uo-  mo e’ non Ha Tempi ice, e puro Tento; e  che la cognizion del medctìmo non pu-  ra , e Tcmplice cognizione ella ila ; ma  che quello con alcuna luce di cognizio-  ne , e quella con alcuno adombrameli- .   to di TenTo , efler debbano , argomen-  tammo .Giuda quel noftro veriflimo di-  viTamento, Ticcomc chi dalla cognizio- B contórni  ne dell’ Uomo inTcrir voletTe , che le jenfaiTf^fo  cognizioni degli Tpiriti puri, Toflon elle furo jènzj^  altresì commifte di TenTo , per non po- f^orìtroije  ter capire , che cognizione Tenia ogni  TenTo Ti poffa ritrovare , egli in grande  errore fi abbaglierebbe r così parimen-  te va errato colui , che dal TenTo dell*   Uomo argomentando , il TenTo anco-  ra delle bedie voglia credere , che fia_.  con cognizione congiunto, per non po-  tere intendere , come TenTo Tcevro di  ogni cognizione rinvenire fi potTi . Se  nell’ Uomo Tolo le due nature convc-  gnono infieme ad edere, ed operare: e " ,   fuori dell’ Uomo e’ non è altrove in al- ~   tra Tpezie sì fatto mefcolamento :e per  cotal cagione è nell’ Uomo il TeuTo mi-   do    Digitized by Google    208 DELL’ ANIMO  fio di cognizione , e la cognizione a_#  rincontro è comporta di fenfo ; e’ pa-  re per Dio una chiariflima evidenza ,  che fuori dell’ Uomo , come cognizione  non può efferc fe non pura, fenza niu-  na nebbia fenfuale ; così fenfo non pof-  • fa avervi non del tutto cicco , fcnza_*  ogni lucidezza di pognizione .Da tutto  ciò chiaramente fi comprende , che.»  quanto il fenfo limano agl’ inconfidera-  ti c occafion di errare , e di credere-,  ' ' che il fenfo de’ bruti è a quello dell’   Uomo fimigliante ; tanto è chiaro ar-  gomento a’ più fenfati di tenere per  fermo, che come la cognizione del ge-  nere puro fpirituale, perchè non è co-  gnizion di Uomo, non dee erter fen-  fuale : così il fenfo del puro material  genere , perchè non è fenfo d’Uomo,  non può erter luminofo . Intorno a che  egli è affai da maravigliare ,che i Vol-  gari Peripatetici , ed i Cartefiani , fono  i g iriejìa- eglino da una medertma cagione fta-  ri fofpinti in diverfe eftremità di erro-  iia vmcÀgton ri eftremamente contrarj . Imperocché  medejìtna fi - gjj un j jC gjj a |tri fedotti dal fenfo urna-   trarfinorT. no , credendo non mai poterli fenfo da   CO-    Digitizecfby Google    r    DELL’UOMO. 209  cognizion feparareji primi per non tor-  re il fenfo a’bruti , la cognizione ancora  1* han conceduta : e i fecondi per non  donare a’ bruti cognizione , il fenfo an-  cora P han tolto . Le quali eftremc ope-  nioni noi ugualmente falfe riputando ,  liam venuti a quello, di dover fepara-  re quelle due facoltà, per lafciare a’bru-  ti il fenfo folo, ed alle pure immateria-  li Portanze la fola cognizione . E tanto  balli aver detto di quello fecondo pre-  giudizio , per torgli ogni forza , non fo-  lo di argomento per convincere , ma_.  ancora ogn’ illulìone di pregiudizio per  preoccupare . Ma quel primo ha egli  per le Menti degli Uomini fparfe tene-  bre più denfe, e più univerfali :che di-  cemmo già eflcr nato dal vedere gli  Animali bruti, diritte , e regolate,  ragionevoli operazioni produrre ogni  ora . E intorno a quello , onde , come  fopra abbiam notato , falli ancora il  principale argomento loro , dee rutta  la feguente Difputa aggirarli, in dimo-  ftrando,che altra cagione vi lia del di-  ritto, e ragionevole operare de’ bruti ,  che quella delP interna cognizione . B   . D d pri-    no DELL’ANIMO    Epicurei Jo- bachè la Mente, e la Materia colle io-  migliante. ft anzc>c co’modi loro nell’Uomo con-  venendo abbian gli Epicurei medi in__.  confusone ; per modo che eglino la_>  Natura immateriale, che è il principio  intelligente, annullando, han 1’ Anima  dell* Uomo tra le pure materiali fpczie  annoverata: e i modi mentali , e i mo-  di, e foftanze della materia, negli ani-  mali bruti avvenendo, abbian confufi i  Volgari ; (ìcchè fpiritualizzata , diciam  così , la materia , V Anima delle beftie  nel ruolo han meflfa delle foltanze co-  gnofeitive. Perchè nell’Uomo, da una  parte la fola materia è al fenfo riguar-  devole ; c dall’ altra le mentali opera-  zioni,che ficemorrfi n'dta' cofciùiiza ,Co’  modi, e moti materiali , e loro vicen-  de , e variazioni procedono ; i fenfuah  Epicurei -han creduto, che la Materia a  tanta finezza, e attività ,e ingegno per-  venga , che poffa ella efler principio  dell’ umane cognizioni . B i Volgari , ne-  gli animali bruti, perchè la materia de*   modi   ... . 4 '    prima è bello il vedere, che 1* inganno  L 1 instino j c ’ volgari Peripatetici è a quello de-  de luefloVeJi gh Epicurei aliai fimigliante . Conciof-    Digitized by Googl    DELL’UOMO. 2ii  modi dell’arte, e della feienza menta-  le ornata , cd ordinata , veggon produr-  re ragionevoli opere da una parte : e_,  dall’ altra al Colo Uomo , come è dove-  re , concedono immatcrial principio in-  telligente: fono eglino perfuafi,che la  materia porta in alcun modo e/Tcre prin- *  cipio di alcuna cognizione. Nella qual  cofai Volgari per certo più bruttamen-  te errano di coloro . Imperocché gli E-  picurci , negata una volta la natura^  immateriale , che è tutto il loro errore,  concordan poi con feco rteflì , e giuda  i proprj principi da prima preferitti ,  profeguono a dire, quanto poi afferma-  no appreso dell’Anima dell’Uomo. Ma  i Volgari da’ loro principi ben lungi fi  dipartono , c apertamente fi contradi-  cono: quando , concedo che. vi fia na-  tura immateriale , c nell’ crter principio  di cognizione la colei eflTenza riporta ;  pure ne’bruti alcuna cognizione poi do-  nano alla materiale per colorir Tinca  danza, e mitigar la contradizione ; nuo-  ve fpezie di nature immateriali , e nuo-  ve fpezie di cognizione a capriccio poi  fingono . Dalla qual cola il comune aiv   D d 2 go-    • 3    2iì DELL’ ANIMO   gomcnro è tratto di coloro, che niega-  , no a’ bruti ogni qualunque cognizione:  il quale argomento allegheremo noi po-  fcia, fé avremo tempo, e luogo opportu-  no di farlo .   Ora alcune più rimote , e più gene-  il fenfo i ra jj confiderazioni ci deono condurre  uniforme, a quelle f che piu vicine tono , e pra  proprie del propofito noftro E in ogni  modo in primo luogo fi dee efplicare ,  come il fenfo, o natura fenfuale è una,  ed uniforme , che tutte le maniere , e ,  forme delie fenfazioni in quella unità ,  ed uniformità comprende : che medesi-  mamente è il fuo edere ampio, ed uni-  versale, qual’ è, ed efler dee ogni altra  natura comunella qual verità bene in-  tefa , non fi può dire quanta luce fia per  arrecare a quella ofcuriflima quiftione .  •Adunque fiocone la cognizione , o ra-  gione , o natura ragionevole tutte  guife, e tutte le forme di ragionare 'in  una uniforme unita, ed univerfalità con-  tiene, infino a perfetta luminofa Scien-  za, arte, e legge ragionevole ; così al  termine di perfetta material feienzà ,  irte, e legge fenfuale*, da fimigliante_   • w « v prin-    • . Digitized by GoCgle    DELL’ UOMO. 2ij  principio uno , uniforme , e univerfa-  ie il ienfo eziandio fi conduce . Alle  quali due nature giacché con Peripate-  tici, e non già con Epicurei ora depu-  tiamo , dobbiamo aggiugnere la natura  intelligente ; quelle tre nature a que-  llo modo ordinando . Che la pura In-  telligente nella fua immobile uniforme s!  unirà , tutte le intellezioni di tutti gl* uè   intelligibili accolga fenza vicende , e Nature , /«-  lenza variazioni: c che l’impuro Senfo ^onroole^e  tutte le fue proprie varietà di fentire , Scnfualt .  in una mobile , e divifibile unità con_,  moti , e modi con perpetuo flufio va-  rianti , debba contenere : E la natura  ragionevole polla in mezzo al fenfo , ed  alla intelligenza, moti fenfibili , e lumi  intelligenti inficmc congiugnendo* tut-  te le fue particolarità Umilmente in fe  aduni, fino al fine di perfetta feienza ,  legge , ed arte ragionevole . Sicché 1* In-  telligenza fia ciò che ella è , fenza mi-  llura di fenfo ^ il Senfo fia il fuo pro-  prio edere , fenza ogni luce d’ intelli-  genza : e la Ragione così abbia le fue  proprietà, che mefcoli infieme col tor-  bido fenfua le , il chiaro dell’ intelligen-  za.    Digitized by Google    Due fonimi  generi , P uno  dell ’ effere—»  terilene feltro  dell' ejjer  immagine reale, che non è propriamen-  ove fi ritruo- f c quella, o quella fpezie particolare .  v ’-> ed mela Così flando elleno quelle cofc , ad in- '  ìarila > . aiUC0 ' tcllerti metafifici cotanto chiare, quan-  to più non fi può dire, P Intelligenza (  la Ragione , e ’l Senfo fono ciafcuna una  unità uniforme , efprelfiva , e raflomi-  • gliativa di quell’ elfere , ed a quel mo-  do, eh’ è a fe convenevole. L’ Intelli-  genza è un Siiiogifmo già perfetto ,che  con totale penetrazione , e con cccelfi-  va chiarezza comprende Puniverfo ef-  fere intelligente lenza ombre, e lenza  vicende . La Ragione, o cognizione uma-  na non è ella altro , che un argomcn-  *■ to:    *    Digitized by Google   J    DELL’UOMO. 217  to: cioè una poterti, o facilità, per co- *  sì dire , di rtllogizzare , che tutto l’ertere  ragionevole va a conchiudere con vi-  cende, ed ombre . Secondo che noi nel-  la noftra metafilica abbiamo rtabilito,  la ragione dell* Uomo, ella non in altro  modo giugne a conofcere gli obbietti ,  che argomentando dalle minute, e roz-  ze loro fimilitudini ; ed indi le intere ,  e più perfette immagini riproducendo,  ed efplicando . Ella adunque ertendo co-  terto Colo crtere di argomento, che è erte- . Cfme r/tm  re ideale , ed efprertivo , uno , unifor- e£?mto“ em-  me , penetrevole , uni verfale: viene con ten £ a tutt^  ciò a potere efprimer tutte le differen-  ze , e forme ragionevoli, una rimanen-  do , ind irti nra , indivifa , con quell’ una  unità efprefliva , argomentativa . La_.   Ragione, tutto ciò che le rt apprefen-  ta con argomento in fc raccogliendo ,  e fe medefima , c ’l fuo fenCo , e le fue  percezioni , e cogitazioni penetrando ,  c includendo , tutto il novero apprende .  delle forme, che T appartengono . Così  il fcnfo,col contatto, e col conciglio, Comelffen-  e confenfo della più fin 3 ,e più valente   E e por- . '    '    Drgitized t    ' 2 1 8 DELL' ANIMO  m porzione della materia in quel modo r  che noi già dichiarammo, divenuta pe-  netrevole, le azioni , e le lignificazioni  de’ fcnfibili obbietti , ed eziandio degl’  interni appetiti con incredibile agevo-  lezza , e virtù raflbmiglia : ed iniicme  per adattati canali , con abili dromenti  produce operazioni ad ogn’ interna-, r  ed edema lignificazione corrifpondenti .  il Senfo è Egli è il fenfo come un materiale argo-  argomento* mento; cioè una elprelhone , e riprodu-  zione, con che la più virtuofa parte del-  1* • . la materia raccoglie in fé tutte le par-  ticolari , minute, ed imperfette lignifica-  zioni , ed azioni materiali .. A llmiglianza  della natura intelligente, e della ragione-  vole alTai più, il lenfo ancor efìfo è una  efprefliva ideale unità materiale , uni-  forme , ed univerfalc : e cotale ella ef-  fetido , le varie maniere dell* edere Ten-  ibile dee tutte produrre , fino a poter  pervenire a perfetta faenza , legge , ed  arte fenfuale. L’intelligenza ella è pur-  gata da ogni grettezza, e impurità^, ed  c libera da ogni mutamento , di pure t  e lucide notizie conteda in una amplif-  ^ ->•*«* •; • - ima    * -   S*V-'VT      & ♦    Digitized by (Joogle      DELL» UOMO 2i9  {ima faenza deli’ ogni effere intelligi-  bile. Il fenfo è impuro, variabile, tcne-  brofoj e nondimeno con cieche idee ,  e combinazioni , e fillogifmi conchiude  Tumverfa materiale erprclfione , e pro-  duzione d’ ogni fenfibile obbietto . La  cognizione , o ragione di fenfo com-  mifta , e di lume d’ intelligenza , per  convenienti idee , e componimenti , e  per fillogifmi fi raccoglie in una ben  ampia fcienza lucida argomentativa .   Siccome la fcienza ragionevole è pene-  trabile, e inclufiva per interne comu-  nicazioni , e produzioni ; così il fenfo  egli è a fuo modo pur penetrevole , e  inclufivo per finezza , ed agevolezza di  materie, e moti . La fcienza ella è un*  ampia forma univerlale del vero ragio-  nevole , piena , e feconda delle ragio-  nevoli forme , fino alle più particolari,  ed eftreme : c’1 fenfo è umvcrfal for-  ma del vero fcnfibile , con ferie di li-  mili forme fubordinate , potente a pro-  durre tutte le guife delle fenfibili ope- H && è  razioni. Il femo e della corporal natu- cieca-.  ra come una fcienza cieca : come la_- •frtowdco-  fcienza è della natura incorporale , per fumìmfo.   E c 2 COSÌ    Digitized by Google    220 DELL* ANIMO  così dire, un fenfo luminofo. Poflfono  adunque i Volgari Filofofanti fé non-,  credere, fofpicare almeno, chele in-  finite combinazioni , e fillogifmi ciechi  de’ principi, o elementi, onde il fenfo  è coftituito, vaglion di per fe foli , fen-  za niun lume di cognizione a produrre  tutte le ordinate azioni fignificati ve ,  ed operative degli Animali . Cotefte-,  '; r v tre Nature, ciafcuna di per fe feparata-  mentc nel fuo proprio regno , hanno  elleno perfetti principi operanti . Ne  all* intelligenza e* fa uopo ne de’ pro-  cedi della ragione , ne delle macchina-  zioni del fenfo . Ne il fenfo , o degli  {labili comprendimenti dell* intelligen-  za, o delle lucide argomentazioni della  ragione abbifogna . Ma nell* Uomo ,  nel qual folo due nature convengono,  fenfo, cd intelligenza e*fi mefcolano in-  fteme : e come le turbolenze fcnfuali  ^rToffufeano la luce della cognizione ; co-  fienìt la cali- sì i chiarori ragionevoli illuflrano la«.  frJIAZ caligine del fenfo.  dell' intelii- Cosi dette quelle cofe , più per after-  & enza • ger loro il malnato pregiudizio , che  per convincergli del tutto j rivolgiamo  ' ‘ - ormai    DELL* UOMO. 221 . ,   ormai il fermone a quelle, che maggior  forza di argomento ne pare che deb-  bano avere. Benché ne il pregiudizio e* v ’. V * •.   fi è potuto combatterete non in alcun '  modo argomentando ; ne argomento  niuno fi potrebbe adoperare, fé non in  qualche maniera contro al pregiudizio  combattendo ; ne altronde parmi po %  ter meglio cominciar quella parte , che  dalla famofa definizione Ariftotelica^  della Natura, la quale i Volgari di lui  'feguaci malamente interpetrando , di-  fcreditano ; e i meno feorti moderni  affatto non intendendo , deridono. Per-  ciocché il fecrcto di quella mifleriofa_,  definizione difeoperto, tutta affatto dif-  fiderà la nebbia del Volgare abbacina-  mento. Lafciata Ilare ogni altra cofa ,  che dir fi potrebbe , per efplicar quel- ,  la definizione , che qui non è uopo; io \ à d'^nìziow  porto ferma openione,che quel Filofo- Arìj tot elicne  fo , quando e’ diffe , la natura effier prin- u 1 A  cipio di moto , e di quiete ; che egli , *  allora intefe infinuarne di più la comu- —  nicazione , e la diftinzionc , che infic- ^  mementc la Natura ha colla Scienza ,  e coir arte . Sono certamente Natura,   Scierà   * -      Digitized by Google    ^ f . ni DELL* ANIMO   Scienza, ed Arre tre primarj principi ,  natura - j c h e ogni genere di forme compiono  Jnejcnò t , e 1* univerlità delle cofe. La Natura mo-  l?' n yù.i timi vendo , o producendo : che produzio-  L-nivirjo c moto £ C omc più giù dimoftrere-   mo)fonó una medefima cofa. L’Arte  componendo , e formando ; e la Scien-  za penetrando , e intendendo . La Scien-  za generalmente confiderata , altro non  è ella che principio di cognizione: fic-  corae 1’ Arre pur prefa in generale , e*  non è che principio di formazione. La  Natura, ne di formazione come l’ Ar-  te, ne di cognizione come la Scienza;  y mafoldi moto, e di quiete e principio.  Quella diftinzione di quelli tre princi-  pj additar volle il Filofofo in quella  fua diffinizione con ifceverar l’Idea , e  ‘ l’elTenza della Natura dall’ idee, ed ef  viV'X fenze della fcienza,c dell’ Arte; e con  rillringerla alla lua determinata proprie-  tà. Ma fono nulladimanco quei princi-  Comunìone di pj tra loro inficme comunicanti , co-  fueì trefrìn* mG dalla defìnizion medefima è facile  c ' iJ ' argomentare. Perciocché, nc l’Arte e’  può di niuna formazione elTer princi-  pio ; nc la Scienza di cognizione fen-    DKLL’ UOMO. aij  za virrìi di produrre, che e la Naturar  e Icambicvolmente nella Natura è in-  ficine Ja feienza , e 1* Arre ; perchè a_,  niun patto c’ porrebbe la Natura cfler  „ principia di produzione fenza idea , e  regola, e modo di produrre ; il che è  cfler Scienza, ed Arte . Quanto è im-  ponibile , che v’ abbia alcun produci-  mene di cognizioni foie n tifi che r e di  forme artificiofe fenza potere di pro-  durre: altrettanto potere , o virtù nin-  na e’ non può eflervi fenza modo , o  regola di produzione . La feienza ,   T Arte fenza virtù di produzione fa-  rebbono (lenii r ed infruttuofe per im-  potenza, e fi rimarrebbono in una ofeu-  ra, e tenue generalità di fapere . E la  Natura fenza via , e regola , farebbe.,  per tumulto , e difordine di parti , e di  moti ancor ella infeconda , e rollereb-  be in una fparuta , e informe comunità  d* edere . Tanto la Scienza, e 1’ Arte ;  quanto la Natura , come è ben uopo t  hann* elleno potenza, ed atto, de* qua-  li come di due neceflarj principj fi com-  piono. La potenza dell* Arte , e della  Scienza è la virtù producente ; 1* idea T   o for-    V    i*.    224 DELL’ANIMO  o forma ,o regola è il di loro atto . Per  contrario la forma , o regola, o idea è  la potenza della Natura ; e ’1 fuo atto  è la virtù produttiva , L’ atro proprio  'QuùIJùl^ d e i| a Scienza è la potenza della Natu-   f unita della K   Natura* qua- ra : e 1 arto proprio della Natura e la  le de ! i ,i s I icn potenza della Scienza, e dell’ Arte».   ili /f* * | • r •   con bel reciproco lovvenimcnto j  foccorfo . La Regola , o idea ella è V u-  nità della Natura ; la qual fottratra ,  difturbafi l* adunamento , e ’l confenfo  delle parti , e de’ moti ; onde la Natu-  ra in molte, e varie parti, e in molti,  e difeordanti mori fi frange fi difper-  de, che nulla producono . L’ unità del-  la Scienza, e dell’ Arre è egli il potere  di Natura: il qual tolto, la comunica-  zione, o inclusone s’interrompe : dal  che 1* Arte , e la Scienza in molte , e  varie idee ^.cogitazioni fi fmhiuzza ,  • che nulla conofcono, ne formano. Ma  tuttavia. è da notare, che 1* edere , c *1  potere della Scienza ,e dell’Arte, quan-  tunque egli è foftanzievole , e natura-  le, cfler dee nondimeno inclufivo , pe-  netrevole , e Iuminofo: che altrimcnte  la Scienza , e l’ Arte con edere , e con   po-    Digitized by Google      vi   * '■l    1      za .   - • ‘:\v j   xfcr*    ui, ^    r*v.'    V * • * 1  - 9      ' &A   * '* 7  • >-   ■* -►» ' - . - / - . . ,jr * tv* ‘ *gj    -, NpJ   -      - -V S    •'i    *#•      - ; -    La Scienti  'una N aura    'À    ^y    :>        •S   H    OS»      >*    i -ir      .*4 -    -    1    __ » j'f- _ . .   ‘^Otflrtaset-by Coòglr^    i- -W    22 6 DELL’ ANIMO  quella fcientifiche , c quella artificiofe,  con edere, e con potere penetrevole ,  lucido, inclufivo.E la Scienza coll’Ar-  te, non vuota, vana , fpoflata , fantafti-  ca; ma è reale, vera, piena, collante ,  poderola , per edere , c per potere di  reale follanzievole natura: nel che l’E-  ternità della Scienza , dell’ Arte , e del-  la Legge è locata : la qual cola , dopo  "lunghi contraili, e’ non han potuto net-  tamente difpiegare i Volgari . E la Na-  tura non è ella informe , irregolare^*  difordinata ; ma è formofa , ordinata ,  diritta , per idee , e regole di verace , e  falda Scienza, ed Arte : nel che la fem-  piternit'a dell* Univerfo è ripolla , che_*  gli Epicurei intendere giammai non-,  han voluto. Quel che al prefente rile-  va è , che con quanto ho detto della.»   • Natura , e degli àTtrf due principi , io  fon venuto a dimollrare , che le ordi-  nate , e ragionevoli operazioni della^  Natura particolare degli animali bruti,  come quelle della Natura univerfale ,  deono poter provenire da principio in-  terno di Scienza, ed Arte cicca .   ? E perchè il maravigliofo potere del-  le     \   DELL* UOMO.   le idee cieche , che alla Natura abbia-  mo attribuite, finalmente tutti ricono- P!ìt fpezie  lcano; egli è da notare, che oltre alle ^^ orme  forme reali delle cofe, che già fono in  eletto, e fono a’fenfi nortri manifefte,  e vi ha altresì delle forme ideali , che-  così appelliamo , divife in tre diftinte • -   Jpezie, o più torto in tre ufficj diverfi.   Il primo egli è dell» ideali , come lor di-  cefi plaftiche , dalle quali generalmen-  te a formarli, ed efplicarfi vegnono le  reali . Quello genere è egli principal-  mente riporto, e chiufo nel feno degli  elementi ; onde nella prima origin lo-  ro , Erbe, e Piante , e Animali ufeiron «  fuori alla lucè : ed al prefente ancora  non di rado ne avvengono novelle pro-  duzioni . E in fecondo luogo le mede-  lime ideali , nelle fortanze delle cofe-  per tutte le fpezie elle ferbanfi invol-  te : donde ogni cofa può produrre il lì-  mile, e propaginar la fua fpezie. Il fe.  condo genere è dell’ ideali , cui noi di-  ciamo lignificati ve , che fpiccanfi dagli r&jt  obbietti, e a rapprefentar vegnono a’ V Maini-  iioltri lenii tante varietà di colori e di rettrici f ono  forme , quanti già ne veggiamo . Il ter- tt  Pi • Ffa zo,   ; 9 •   \ - _    Digitized by Google    r •     2*8 DELL* ANIMO  zo , che fa al propofito , è dell’ ideali di-  ?** rettrici fopra tutte 1* altre di fommo  valore, e pregio, che il fovrano uffizio  hanno elle di reggere i moti, e le ope-  razioni . La Natura di tutti e tre quei  . ! generi d’ Idee eflfer dee fornita: del pri-  mo, e fovrano delle direttrici ; affinchè  i movimenti fieno regolati, profittevo-  li, e fruttuufi: del fecondo genere del-  le plaftiche; affinchè le forme, o fpe-  zie delle cole fieno durevoli , utili , e-  gradite : e in fine del terzo delle figni-  ficative ; per fomminiftrare al fenfo ac-  conce lignificazioni , ed efpreflìo ni , on-  de fi promuovano le operazioni, e le—  comunicazioni delle particolari nature  infra di loro fi compiano. E ritornando  alle direttrici, è affai ragionevole pen-  famento,che cotali Idee ne’ corpi Ce-  lcfti , e ne’ loro fiti , ed afpetti , c mo-  vimenti fien ripofte . E non per altro ,  che per quelle tre Idee moderatrici è  da credere , che il Mondo , magnimi-,  KtlU Kd Animai fu da Platone appellato. Nella  tuv * fenf uale particolar Natura del fenfo e’ ci ha_.  ètuualapcr • fut t; a perfezion della Natura Univer-   si 0 * natU " fale *. Oltre al fommo potere, ed al per-  fetta    Digitized by Gòogle    D 3 LL* UOMO. 229  fetro concilio de’ principi coll’ idec_,  plaftiche , e fignificative , avvi anco-  ra la fovrana regola delle idee diret-  trici per Io governo della vira. La Na-  tura fenfuale ella è (opra tutte le cor-  porali nature perfetta, e Copra tutte lì  avanza ad imitare la Natura Univerfa-  le: ficcome V Uomo,’ nel quale tutto il  filloma del fenfo , fornito d’ ogni ma-  niera dMdee, egli è oltre ciò governa-  to dall’ Idee lucide ragionevoli , Copra  tutte le terreftri foftanze rafTomiglia_,   1 ’ Univerfo me de fimo illudrato dall’ in-  telligenza della Mente Unìverfale . Or  poiché è neccflario , che negli Animali  bruti vi fin (ufficiente provigione d’idee  direttrici ben ordinate ; per qual ca-  gione e’ vi richieggono di vantaggio il  reggimento delle cognizioni ? Non fo-  no forfè l’ Idee cieche direttrici bade-  voli a moderare 1’ arruolo moto del fea-  fo ; e fecondo i movimenti interni , o  fecondo l’eftcrne lignificazioni , non_»  fono elleno valevoli a produrre quelle,  e quelle ditcrminate operazioni ? Co-  me potranno- le plaftiche idee diftribui-  xc il chaos della Materia fcminale,, e-,   reg-    230 DELL' ANIMO  reggerne i moti per generar erbe , ed  alberi , ed artificiofiilìme forme di Ani-  mali ; e non varranno le direttrici a__.  moderar l’azioni, e i moti fcnfuali per  confervare la vita^E egli per avvenru-  ra il fatto della confervazione della vi-  merzio tra ta P*u ingcgnofo , e piu artihciolo del-  jiicbe ? 7 e f° rrnaz ' one medefima ? Egli non ci  ideejìlnifi- ba tra quelle due fpezie d’ idee di-  eative. rettrici, e plaftiche , fomiglianza , e_  comunicazione, e commerzio si fatto ,  che l’impreflìoni talora delle plaftiche  ' ■ pervengon fino al fovrano feggio delle   lignificazioni, e direzioni, e quivi figni-  ’• ficative, e direttive divegnono ; ed al-   lo ’ncontro le figure delle direttrici , e  lignificati ve difcendono giù al luogo del-  le generazioni , e per così dire, plaftico  - w ingegno, e potere acquila no ? Siccome  la mafia dellgk^a*e*i*,dà*i»m così, ge-  netliaca, è egli un indigefto , e confufo  chaos, e in certo modo indifferente, e  indeterminato , che'' nondimeno l’idea  plaftica diftingue , dirermina , e forma  fino a perfetta generazione; così il mo-  to fenluale è propriamente indetermi-  ' - nato, e indifferente, e come confufo, e in-    A-'    ■% • Qigitized by Goc    V    • *    DELL’UOMO. 231  digefto chaos,che tuttavia 1* idea diret-  trice dee poter diftinguere , e formare  fino all* intero governo del vivere ani-  malefco . Egli è fopra ogni altra cofa  da por mente, che il moto del fenfo è  della più preziofa.,e più agevole mate-  ria; ed c il più vigorofo, ed efficace tra  tutti gli altri, Tempre pronto, e fpedi-  to , ed operante: e che 1’ idee direttri-  ci del medefimo fenfo fono vivaci, ed  efprefle, e ben ordinate, e compiute ;  cioè per diftinta , e lunga ferie fono in  sì fatto modo compartite , che da cer-  te più ampie, e generali, che in una_,  prima , e principale , ampliffima , ed unr-  verfaliffima idea fono accolte , tutte l’al-  tre minori procedono; e quefte medcfi-  me infra di loro 1* une dall’ altre , da  quella prima comuniffima idea fino all*  eftreme, e particolari ordinatamente di-  pendono . Òr egli efleiido nell’Anima-  le, da una parte quel virruofo, e per-  petuo, e univerfal movimento; e dall*  altra quel ben fornito , ed ordinato reg-  gimento di efficaci idee ; qual’ altra 'co-  fa fia uopo , perchè l’animale poffa^  agi’inrerni incitamenti del fuo corpo ,   w ed        r    A    mi •* ?      4 *    ’ DigitizetUiy Google   rJj-    232 DELL’ANIMO  cd agli efterni de’ corpi circoftanti re-  golare le operazioni, di che la vita ab-  bifogna ? Siccome fciocchiflìmo penfa-  mento c* farebbe di chi alla virtù fen-  iuale , altra forza d’ altra potenza ag-  giugner volctfe, per muovere l’ anima-  le ; cosi ugualmente , a mio giudizio,  vaneggiano coloro , che all* intera ,  perfetta regola fcnfuale , altra regola  d’ altro ingegno vogliono fopra porre-.  JtJèZjòT* P er governarlo . Il fenfo è vigorofa vir-  tù motrice, per idee cieche direttrici,  valevole a produrre ordinate , e pro-  fittevoli operazioni . Quindi raccogliefi  bene effer dovere, che 1* animai bruto,  che è indocile , nafea addottrinato di  quanto ha a fare per fua difefa : e per  . * contrario 1 * Animai ragionevole, che è  docile , imperito , ed indotto de’ Tuoi  f affari e’ convien chfc nafea al Mondo ,  Poiché ridec del Bruto e’ fono corpo-  Ter qual co- rali , e cieche ; deono elle con tutto  rottone- 1’ apparecchio della materia, c con tut-  vnie rufea in- to il lavoro delle forme infiemementeT  dotto, effer trafmefTe per via di generazione:  , Siccome l’ idee genetliache, di fimil fat-   ta, tanto nell’Uomo quanto negli altri    DELL’UOMO. 233  animali , non per difciplina fi appren-  dono , ma bene per naturale operazio-  ne fi fommimftrano . E poiché tutte.»  ridee dell’ Uomo fono lucide , elle di  neceflìtà colia luce delia cognizione,  T una dietro all’ altra , e dall’ altra l’una  efplicandofi , crefcer deono a formare  la feienza . Per rimontare ali’ altezza.»  de’ primi principj , di che largamente  nella fuperior Difputa fi è favellato, la.  Mente è ella in fe , e con fe medefi-  ma , ed è in fe , e con feco operante :  il perchè 1 ’ Uomo di Mente dotato ,  a quella guifa operando ,- fe medefimo  infegna o nella Mente univerfale , o  nella univerfal materia , da’ particola-  ri a gli universali , e da quelli a quel-  li discorrendo ; e in cotal modo arti  inventando, ed esplicando Scienze, ed  iftorie teflendo . Ma il SenSo cicco ma-  teriale , da ogni altra coSa e in Se , e  per poco da Se fieflo diviSo, e* non può  fermamente in Se , e con Se operando ^  come fa la ragione dell’ Uomo , inse-  gnare Se medefimo : e perciò con tutte  1* altre forme, ed operazioni , e lavori  materiali , unicamente per gencrazio   G g ne    234 DELL’ANIMO   ne efler dee formato, ed idrutto . Er-  Erme de * rano b cn dj m olto i Volgari , che vo-  ogc,u ' gliono l’animale addottrinato per qua-  Erroredìal - lunque cognizione . Errano eziandio  fan/ *• c    *   A ,, .h.    • 3 . _ •!   ' Digilized è^X3oogfe    2?8 DELL’ANIMO   , • mcdefima debbono immediatamente  procedere . Ed in ciò egli è ben latto   éeU’Vom* avvcrtire » che la Mente deli’ Uomo  la Materia da una parte; e la Materia univerfale-*   jeZnoUtrfn- ^ a ^ l{ d rr3 > cileno amenduc affettano il  creato . primato, e’1 principato dclfc cofe . La  Mente dell’ Uomo per 1’ indifiolubil  m ncflTo della penetrevole , e comuniche-   vole identità, per la quale in alcun mo-  do ella da fé procede, c in fé ritorna,  e in fé ripofa; avendo principio, mez-  zo, e fine infeparabilmente connetti in  una indivifibile, reale unità; e per l a .  quale è ancora a Tuo modo proporzio-  ♦ nevolmenro ampia , ed univcrfalc : e la  materia per la fua ampiezza , ed uni-  verfaliti , onde ogni efifere del fuo ge-  nere abbraccia , c contiene ; cd onde * ^  in alcuna gnifa , una , penetrevole, e co-  municante f! fa vedere . Perciocché a  fondare il fourano primato , e principi- t  to dell’ efifere , due cofe infieme concor-  rono ; Luna è I* identità , che invinci-  bilmente unifee tutta l’ettenza , o fo-  flanza, e tutta in ogni parte rendela a  -fé medefima infittente, e prefente: l’al-  tra c l’ ampiezza , e contenenzjuwrit'er-   fale,    Digitized by.Google    *    DELL’ UOMO. 239  fale , che ogni eflerc dentro di le di -  ogni genere largamente comprendevi  anzi primato, ed univerfalità e’ paioli  di eflerc una medefima eflenza ;  l’ univerfalità per efler prima, e (bura-  tta , ella è uopo , che all* ampiezza ag-  giunga r identità de’ principi ; che il tut-  to alle parti, e quello a quello infepa-  rabilmente connettendo, arrechi verace  contenenza - E così eziandio Identità,  c primato pajono flmigliantemente una  fola cola ; ma e* fa di meftieri, che l’iden-  tità, col neflo infolubile dell’ eflenza_.  abbia infleme la contenenza. ili ogni ef-  fere, per efler perfetta, prima, e po-  derofa, e con perfezione, pienezza, e  potenza efler prima, e fourana . Orla  Mente deli’ Uomo per I* identità de*  principi, che feco adduce alcuna uni-  versità : e la materia mondana per  1’ univerfalità , che pare aver fe.co al-  cuna comunicazione, elle, come dice-  vamo, ambiscono il principato delle co-  fe appreflo degli Uomini ftolti . Dal  che begli nella Fifiologia Torta l* opinio-  ne dell’ eternità del Mondo , e quella  dell’ autorità , e del potere della Fortu-   • na,    m    *r'    Digitized by Google    2 4 o DELL* ANIMO  na , ed ogni altra Scempiaggine, che fa  produzione delle forme ideali, e reali,  umane , e mondane fottragge all’ Idea  divina : ed indi altrefi nell’Etica c egli de-  rivato il pregio del fallo , dell’ utilità ,  e del piacere, che colle frodi , e colle  violenze introducono nelle Civili focie-  tà la peftilenziofa Tirannide . Ma l’una,  e l’altra nell* intelligenza de’ dotti da  quelle alture nel più infimo luogo, cia-  fcuna del fuo genere fono fiate ritrai  te ; conciolfiachc la Mente dell* Uomo  fenza la vera, e piena univerfal conte-  nenza c ella rifirctta, e circol’critta da  ogni lato , minuta , angufta , povera ,ed  impotente, c di minute, c varianti, e  caliginose cogitazioni , e idee fol pre-  veduta : Sebbene ella per forza della r  penetrevole identità , e lumi , e Segni  della Mente uTTiVeffale , e dalla uni- .  verfal materia ricevendo , può b.Z »    *»      t i    ft — '•*      BMv *“v ji.  ! 2 •”    ;    Sfe: .-    yin. /S '   Ev* ■*• *>      L^J    ■    80KT9i    fi.:-,;,;.   t- if ^ %     Vi      V ,.      DELL’UOMO. 24 1   ingegno Mentale può ella, forma, ed  ordine, e bellezza, e forza acquifere  Così la Mente dell’ Uomo , 1* uni verfai  eflere e fapere , che è 1» ogni eirere , c  ogni fapere , fuori di fe avendo ; e di  la fatta accorra di edcr ella piccio-  ni porzione , e fottil produzione di  quell ampia umverfalità ; e la Materia  avendo fuori di fe ogn’ idea, che è ogni  ingegno , e forma , ed arte ; ben ella lì di-  moia e/Tere una partecipazione , ed un  limuiacro delia verace prima univerfal  torma. Con che elleno, non già il va- Doppio».  no lantafima del loro fa4fo pnncimrn «omento del  che creano nel fenfo degli ftolT; maj  del vero principato della fovrana Men-  te divina, doppio, rubufto,e luminofo  argomento fom mi ni Arano; quella colla  cognizione , e quella colla fignificazio-  ne : quella col conokere, indiritta ver- •  fo 1 ogni fapere , ed ogni elTere , onde  procede; e quella col lignificare, addi-  tando il medelimo ogni elTere , ed o" ,w,r, a.-      flf-ft *   - •’.V*    K    -•'Ve    : > .•    .   », * * \y >   -.A     2 4 i DELL* ANIMO  vacuità» e difordine» e tumulto» c de-  formità» e infermezza , cd ogni inutili-  tà, e danno sbandifee » bontà » pienez-  za , potere , Capere , e con erti ogni frut-  to , ed ornamento Ceco arrecando da»#  una parte ; e dall* altra fe nell’ erbe , e  nelle piante , negli animali » ed in ogni  altra corporale fpezie, cogli occhi del-  la fronte e* fi. vede cotal perfetta cofpi-  razione , e comunione con tutte quel-  le virtù, e bellezze: e nell’ Uomo parti-  colarmente tutto il corpo organico con  ogni fila parte feorgefi ordinato all* in-  veftigazionc , ed al profeguimcnto del  vero, c del bello» £ nell’ Univerfo al-  tresì nel corfo regolato , e collante »  negli fplendor» della luce » nel potere  della formazione , c in quello della fi-  rnificazione, nell* infinità delle forme  reali, che opefàn ò*7'c felle ideali, che  lignificano , egli è apertiflima » e luci-  didima cofpirazione , e comunione con  ogni bontà, e belleza,e utilità, e uber-  tà, e dilettamento; fe , dico , tutto ciò  è vero , come fermamente è ; ficcome  vedefi per quello dalle cofe difcacciata  ogni vacuità di edere , che è il nulla ;     DELL’UOMO. 243  ed ogni difetto di configlio , che è il  cafojcosì con indicibil chiarezza l’ogni  comunione perfetta della mente fcer-  nefi ancor chiaramente lignificata . Di  cotali comunicazioni, e fignificazioni ,  onde è l’ Uomo d* ogn’ intorno cinto , e  delle interne comunioni , e lignificazioni  del proprio edere, e del proprio fapere,  egli è ccrtiflima produzione V Idea di  Dio ,che il divagamento , e divi/ione de’  penfieri, e ’l tumulto , e lubricità degli  affetti ofcurano, e cancellano fino all*  infano Ateifmo, che come più fiate è  per noi flato detto, è dpiù cupo.abbiL  fo dell’umana ignoranza , Ora per ri-  metterci in cammino , quello danno an-  cora inferifcono alla fcienza quei , che  per 1 * ordinate operazioni degli Ani- •'   mali bruti, non contenti delle forme , fue cegni    o idee materiali direttrici, di vantaggio ”£> pjcurala  vi richieggono la cognizione : quella fffi^, az '° ne  illuflre fignificazione divina della divi-  na autorità ofeurando non poco ; co-  me fa altresì chiunque T idee direttrici  dell* Univcrfo non riconofce . Percioc-  ché le forme direttrici , con più fret-  to, e più certo xommercio elleno fon  ni H h 2 coll’    • 4 *    * ..    RJ      *m._   l*E3    _     >,    ^ « vP,    sr &»-   l\r iSPIEjS    &   ,    feAfl ». vv. .^■•’MI   j»4 V*.   >» .      ”-fc>   v : \      I    ¥ '   j   fi        Si- „•    Sè?L"; i'r*:-   • ■    r'- fe   V,*. .    •Q©:ii"e'1   ri*»' • ®   ! «r*-      51    a»    *    4    &K 5 J j?* x        DELL* UOMO. 247  nino a fvegliarvi le ufo , o cognizione ;  ma più tolto, che da un capo all’altro,  non in altra maniera qualunque modi-  ficazione fi diffonda, che per virtù del-  la penetrevole materia , fuccelfivamen-  te d’ una in un’ altra parte di fpiriti ,  onde tutto il corpo abbondi , moltipli-  cata, e propagata .Imperocché ficcome  è il Cielo di aere , e d* etere ripieno ,  e di luce, che da per tutto è in perpe-  tuo atto, e moto ; così il corpo dell*  animale della fpiritofa foltanza è tutto  in ogni fua parte irraggiato , e con pe-  renne vigorofo atto-, e mo vimento ope-  rante. Il qual penfamento,(ee più ac-  concio a Spiegare la maravigliofa co-  municazione delle cognizioni de’ len-  ii , e degli affetti; e in particolare il fu-  bito momentaneo contentò , con che-  V imperio della, .volontà fecondano i  movimenti de* membri; ed all 1 incontro jfilg» incoi -  a’ fenfi nelle membra fufeitati rifpon- rjffondenzcu,  dano i penfieri , e gli affetti: e fe è egli  più atto a fpiegare la mirabil propaga-  zione delle figure , de* colori , e de* Tuo-  ni in tante parti, e in tanta diftanzaje  iu ifpczieltà 1’ incredibile velocità del-  mfe le    *■ .   a-      • e L* _i m    a . 1 1 \ .     tf 7    7 >J    ■■ .    A    »V      - -* Sa    * r 7        * T ••   * - •    ' ■ 4M    * +    l,'4 To' ri ‘1   wiH   v- 1 -3    -li,      •.ira     NK3    ì 4 8 DELL* ANIMO  le illuminazioni, e figurazioni delia lu-  ce , che non fa la comun volgare ope-  nione ; e* non dee già niuno offendere  la novità delle cofe. A quella guifaor  dimoflrata 1* origine , e la virtù, e le~,  varie guife dell’ operazioni ideali , noi  fermamente abbiamo refa più accette-  vole la fentenza , che per le fole idee  direttrici , fenza niuna cognizione , fi  governi la vita degli animali bruti.   Pure , come per l’ ingegno , e lume  delle idee direttrici abbiam moflrato ,  poter la materia avvicinar^ al fapere  della mente: così d T altra parte , alla_»  poteflà della mente medefima poter el-  la farfi dapprefTo col vigore del moto ,  conviene che dimoflriamo. E adunque  uopo , che ritorniamo all* Ariflotelica  definizione del moto : la quale intera-  mente fpianancknp' vcrrenTo a conofce-  re da una parte 1* atto della mente ,  che c la cognizione; e dall’altro l’at-  to della materia, che è il moto: e ’l po-  tere deli’ una natura, e dell* altra ;  dell’uno, e dell’altro atto , che dirit-  tamente va a toccare il nodo di que*  fla difficile Quifiione. II moto, dice-u   quel            3    .   -   . * . ; *   i.' , •’ >.• a ,"'' ■ ■     DELL’UOMO. 249  jquel Filofofo, egli è atro di ente iiu.  potenza, in quanto in potenza: diffìni- Defittiti**  «ione, come noi già dicemmo , dcrifa c "   • da moderni Filici , ma che in più , e di-  verfe maniere interpetrata , alti spro-  fondi fenfi difeopre, che la coloro leg. *  gerenza, o feempiaggine ravvi farvi non  ha potuto. Noi l’ altre cofe , che po-  tremmo addurre, ad altro uoporiferva-  te, due fole ne feerremo , che a fu pe-  rare la malagevolezza , che abbiamo  innanzi, crediamo più opportune . Pri- Prima /*.  1^3, il moto non è una particolare e r P e,raz 'mn*  diterminata mutazione a produrre- #£!%£.  quella, o quella diterminata cofa, che nizione *  qualificando il fubbietto , il termini ,  e ’l compia in alcun modo ; ma così  ?gl.' £ ? tto » e c °sì ( diciam così ) attua  il lubbietto; che altro movendo non li  faccia, ed altro non fi polTa dire , fe^  non che quello fi muova , e fi muti ge-  neralmente . Il moto e* già non è di  quella fatta di modi , o qualità , chc^  con qualificare , o modificare f compia  in elTere il corpo movente ; ma egli  avviene all’ente già perfetto, e com-  piuto, ed attuato con ogni atto , e per- £   I i fe-    Digitized by Goprk    , ,• M i | ^    -250 DELL’ANIMO   lezione , e compimento del Tuo eflerè':  il qual eflere perciò e* non è in poten-  za, che al moto foloy cioè a mutazio-  ne, e variazion generale, che altroché  mutazione, e variazione e* non fia.On-  de avviene eziandio, che in qualunque  modo, e quantunque muovali il corpo ,  Tempre e’ rimanga libero, e fpedito , e  in potenza a muoverli più oltra in in-  finito. La mobilità adunque ella non è  certa, e diterminata potenza a quello,  o quel certo , e diterminato atto . Il  di lei atto non è tale , che così ne di-  termini Tinfinità , c T indifferenza ; che  in oltre altro atto , ed altra dttermina-  zione , e perfezione e’ non li abbia a»,  ricevere . La mobilità non h potenza à  produrre, o operare; non è a ricevere  nulla , o patire ; non è ne attuofa , ne  paziente mmi*— * tì iiffr» tua' bene ella è  ima potenza generale , ordinata ad un  generai atto, che attuandola; tuttavia  nella fua capacità , o poffibilità ancor  la (èrbf. Quello è egli effe re in potèn-  za, in quanto potenza; onde Arinote-  le con profondo acume potè dire ciò  che dille del moto in quella dWfinizio-'  - . - ne    Digitized by Google    'A   \ * 1  • -*> * w « v_   ■«: A* otete^tffa-cggn^ ìzrònKéT Bà r » l tW l IH 1 ! g  medefima maravigliofe forze a conofce?  re. Imperocché fa Mente puo^lla a fd  medefima rivolta, fopra di fé ogni fu a  azione adoperare : ficco me fopra noi còti 1  altrettanti argom enti abbia m dimoftra.’   ^ > coniQqj^iioMjfrt( l pf73^5TPa Ja yacjjj.'   tà*#Plffipotenza della materia . Siccome  la cognizione, non come il moto della'  materia è atto di ente in potenzi , in  guanto potenza . La cognizione non è*  eftrinfcca , ma intrinfeca alla foftanza  mentale , e intrinfecamente la termina ,  e compie ; eflfere , e forma , e perfezionò *  in lei rifondendo . Da qucikTnfigne 4   dif-    Digiti;    DELL* UOMO. 255  differenza della mente , c della mate-  ria , della cognizione, e del moto e* fi  viene con Comma chiarezza a conofcere  da una parte il Covrano edere della men- cognizione  te pura ; e dall’altro , l’infimo edere della Ù  pura materia. Imperocché nella totale  acuità , e impotenza della materia e’ben  li ravvifa la Cuggezione ,la dipendenza ,  e Peftremo biCogno ,che ella ha di ede-  re moda , variata , e figurata : e per con-  feguente la Cua natura vuota di ogni po-  tere, e d’ogni atto , e luce mentale. E  nella virtù della Mente, che ella ha di  muovere, e for ma n e c ornare Ce fteC-  fa, e’bene fi riconoCce la Covranltà, e Pin-  dipcndcnza , e la pienezza , c ’1 potere di              254 DELL* ANIMO  defima differenza s’ intende ancora , che  è il proposto noftro , la natura del fenfo  ragionevole dell’ Uomo , e la natura del  fenfo cieco animalefco: quella nella con-  giunzione di mente foftanziale, colla .ma-  teria formata ; e quella nella comunica-  zionedell’ atto mentale alia materia ii*  forme . Ed ecco la natura fenfuale , tutta  con tutte le operazioni ragionevoli , ef-  preffa , ed effigiata nella fola materia .  Quando per virtù della mente pura e*  paffa nella materia 1* atto mentale dell*  ogni comunicazione aritmetica , geome-  trica, ftatica ;-c-+ l arrcr tfelt* ogni poter©  del moto nella materia più fina , agevole ,  cd attuofa con- perpetue circolazioni, ed  ordinate diftribuzioni ,jcon principi, P ro “  greffi , e ritorni; e quello in fine dell* ogni  formazione coll’ ideali plaltiche , c della  direzione , c jigiuficasioiie cotPideali di-  rettrici^ lignificati ve ; ecco allora un  principio movente , ampio , pieno , per-  fetto ,podcro fo e fruttifero : onde nella  materia-mondana è la direzione , efigni-  ficazione ne* Corpi celefti di giorni, me-  fi, e d’anni, e di ordinate {lagioni, e di  altri più ampj , e più perfetti periodi, ed  è 1* ogni formazione , o produzioo^di er-         1    f -    ff    DELL’UOMO. 2 55 '• ,   be ,di piante, e d’ animali , e di ogni altra  potfibile fpezie corporale . 11 qual princi-  pioè egli la Natura univerfale . E nelle- u^'-   matene particolari coflrutte, ed ordì- vt rjÀlc.  nate con quegl’ingegni , e fornita di quel-  le virtù , e forme reali, ed ideali e’provie-  nc , e la produzione , o formazione de li-  mili, e la fignificazione , e direzione di   tutte le ordinate operazioni neceflarie al-   la vita. 11 qual principio a fuo modo capa- -^ rt *  ce, e potente, ed ordinato, c egli lana- f0 / *¥■   # ^ «• +*jàf   ['•" ' .^. ■ .'•a * .*« . ’ •* ' S*1 % 4   f# • „ * ** ?• •* j*'*. . • • !    L.‘.   i * «   L      ■ J #-*   m^^Sr      v%? j   •* 1   ■r^ * * 5A  4 ° ?r SI  2 ‘ * r&Z. '    /»   *• i 1   ».     f    P'^3pMWF ttèfe ••* lìi” „ c tp -i* * .. 4    \ f SjJ f ~ *;>. A* **'$* * f* * # .^ "i ” «   1 * ’* *2 IwNP^ • ■ * ’ ’** %ìj *4** *  *7    V«>    ’ tl ^4 M 

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