LA VITA D I Gl OVAN GIORGIO ' TB.ISSINO. k • t ■ l [ V j • • ' , / Digitized by Google I Digitized by Google LA VITA Gl OVAN GIORGI O T R ì S S I N O, ORATORE, E POETA SCRÌTTA DA PIERFILIPPO CASTELLI VICENTINO. IN VENEZIA, Per Giovanni Radici. M D C C LI 1 !■ Con Licenza de’ Superiori , e Trtvììegio. Digitized by Google Digitized by Google sAlli Kob. Kob. Sigg. Co Co. PARMENIONE, ED ALESSANDRO trissini, ^ier-Fuippo Castelli. **t «1 & egli fu fempre le- cita non fo lamento , ma lodevol cojaa chiunque ha fatto penite- lo di mandar a luce un qualche Juo componimento , lo fceglìero a alca- Digitized by Googl alcuno illujlre e ragguardevole perfonaggio , a cui intitolarlo ; non fola mente per acquijlargli col nome di lui pregio e ornamen- to y ma ancora per poterlo col favore di lui mede fimo dagl vi- vidi morti de' malevoli difende- re , e ajfìcurare : mafiimamente di ciò fare a me fi conviene , il quale avendo dìliberato di dare alle luce il già condotto a matu- rità primaticcio frutto del poco e debile ingegno mio , voglio dire la V ita del nobili fimo , e dottijfi- mo Poeta e Oratore Gì ovan Giorgio T rissino, decoro e fple udore am- pli filmo di que fi a no fi r a Città di Vicenda s a nobile e buona guida con pili di ragione debbo accomandarlo , onde poffa fi cura- mente ufcir fuori , Me migliore per tanto , nè piu fidata fo ritro- varne di quella della molta Vo- fira Umanità , e Genti legga , Jllu- * Digitìzed by Google I Illustrissimi , e Nobilissimi Sigg. Conti-, concio [fi ache Voi Germe fiele di queir amie hi filma , e fempre co- spicua Famigliai Voi alla tefifi- iitra , e alla pubblicazione di quejì Opera ni avete piu volte inanimito , e follecitato ; e Voi per fine dotati fiete di sì illu- Jlri prerogative , le quali ( come- che un largo campo me fe ne pa- ri davanti ) per lo timore di for- fè non offendere la fingolar Vo- Jlra moaejlia ometterò. Non vo- glio tuttavia la f dar di accenna- re V amor Vojlro alle lettere , e a chi le coltiva , il quale ficco me dà a co no fiere quanto nobile fi a la Vofira indole , e quanto colto il Vojlro ingegno , così Vi fu e fi- fere in Patria e fuori fingo tar- me nt e chiari. In fatti e chi e tra per la bre- ' ' C vita Digitized by Google vita, e per ?ion piu fajlidirvi la f ciò di dire , io umilio e dedico a Voi,. Nobilissimi* e Chiarissimi Cavalieri, quejia mia prima Operai la quale y perciocché la V ita contiene del non mai ablct- Jlan^a lodata Giovangiorgio Tr is- sino, fon ficuroy che da Voi , che con lui comuni la patria , il cognome , e le virtù avete , beni- gnamente e gratamente farà ac- cettata . E qui nella pregevol grafia Vojlra r accomandandomi Vi faccia umilijftma riverenza , PRE- PREFAZIONE l A Vita di GIO V ANGIORGIO T RISSINO , poeta e orator ce- lebre , ficcome per alcuni: è Rata già fcrirta, così parrà a prima vi- lla , che inutii cola ila Hata Io /crivella .di nuovo ; ma perchè que- lli tali Scrittori han di Lui molte cole dette, le , quali o non fono Rate per eflì .bene difeufle , o forfè .anche furono dette a capriccio, perciò non Lenza ragione rilolvemmo .di così fare . Tra efii uno fi fa eflere Rato il Signor ApoRolo Zeno, di chiariffima memoria , il quale nella fine del le* colo paflfatodiede jh luce la Vita del TRISSINO inferita nella terza parte della Galleria di Minerva in Venezia prejj'o Girolamo jilhrivjj 1 696. in fo- glio ; ma ficcome gli uomini 'veramente dotti ed ingenui non fi vergognano di ritrattar quegli er- rori , che nelle proprie Opere conofcono aver commefiì , così non ifdegnò egli non pure di dirci a bocca , ma di farci fàpere eziandìo per lettera , mandataci da Venezia addi iv. di Giu- gno dell’anno 1749. , che nè quella Vita , nè ciò , che col fuo nome fu Rampato e in quel tomo , e negli altri ancora della detta Galleria di Minerva , riconofccva per cola fua : e quelle Digitized by Google ii PREFAZIONE, fono le fue parole . Sono cinquanta e più anni , ch'io fcrijjì quella Vita dell' infigne Giangiorgio T rijjìno , la quale fi legge nella Galleria di Miner- va. Sappia però V. S. , ch’io prefentementc , an- zi da gran tempo in qua non ricono feo per mio la- voro y ma per aborto della immatura mia età tan- to . la medejima Vita , quanto tutto quello , che col mio nome fi legge flampato in quel tomo della Gal- leria di Minerva , e in tutti i Jeguenti , Ci fono qua e là V'arj punti effendi ali e importanti , che allora mi parvero con vero e fame difcujfy , e che ora per migliori lumi fopr avvenuti ritratto , e con- danno . Di tutto ciò mi è paruto avvi far la per fua regola , e mia giufìife azione . Sebbene quali lo Hello avea egli fcritto affai prima al P. D. Pier-Caterino Zeno, Somafco, fuo fratello , di fèmpre celebratiffima ricordanza ; men- tre tra le fue Lettere , di frefeo fìampate in tre volumi in 8. col titolo di Lettere di Apoftolo Xe- no ec. I n Venezia , apprcjjo Pietro Valvafenfe ; nel z. Volume a car. 91. ve n’ha una a lui di- retta, fegnata di Vienna 14. Dicembre 1719., in cui in proposito della riftampa dell* Opere del Triffino allora ideata da’ Sigg. Volpi, così gli diC. fe : Vinti i fono , eh' io diedi fuori nel /. Volume della Gallerìa la Vita di effo ( Triffino ) : ma Je orai avejfi a ferriere, la riformerei tutta da capo a piedi : onde fe io ne fo ora sì poco conto , av- vertite anche i Sigg. Volpi a non far fopr a efja alcun fondamento . Allor- PREFAZIONE. in Allorché in Verona preflò Jacopo Vallarli fi fece la ri Rampa delle Opere del noflro TR ISSINO, proccurata dal chiariamo Sig. Marchelè MafFei , ma primieramente ideata da 1 rinominatiifimi Sigg.Vol. pi di Padova, tanto delle Lettere benemeriti (co- me appare e dalle parole della lettera furriferi- ta dei Sig. ApojRolo Zeno, e dal Giornale de’ Let- terati d' Italia , Tom. XXXII. a car. jj 3 . ) noi lappiamo edere Rato pregato il liiddetto Signor ApoRolo, che vi lalciaflè premettere la detta Vi- ta ; ma non avendo egli allora avuto tempo di r: correggerla , «Rendo occupato in altro impiego , non volle acconientire . Ne fu tuttavia fatto un breve Rjfìretto dal mentovato Signor Marchele , e fu alle Opere luddette premeflo ; nel quale egli pur prele qualche sbaglio, eflendofì (come a noi pare ) attenuto alla Vita inferita nella Galleria di Minerva, e a MonEgnor Jacopo-Filippo Tomma- fini, che fu il primo a feri ver del TRI SS INO a lungo , teifuto avendone un latino elogio Ram- pato in un cogli altri fuoi Elogia Virorum literis , & f apienti a illuflrium : Patavii , ex T ypographia Sebajtiani Sardi , 1644. in 8. Datici per tanto con lollecito penfiere a racoorrc le cole fparfe qua e là in varj libri , ed anche a cer. carne di nuove, trovammo a calo in un Difcorfo intorno aìl'Opere del noRro Autore, del Sig. Cava- liere Michelangelo Zorzi (Rampato nella Riaccol- ta dOpufcoli Scientifici , e Filofojìci , toni. 3. a car. 398.) la quale cominciatali a pubblicare per opera b del Digitized by Google IV PREFAZIONE, del P. D, Angelo Calogero. M. Carnai, in VencTja appreJJ 0 Crifioforo Zane 1730. in 1 z. leguitandoll tuttora a produrre da'torchj di Sirnone Occhi è già arrivata alTomoXLVII.) citato a car.441. una dia manulcritta Vita del TRISSI NO i per la qual cofa torto ricercatala con molta diligenza , ci ven- ne fatto , per mezzo del Signor Abate Don Bar- colommeo Zigiotti , non pure di ritrovarla , ma di averla eziandìo cortefemente in noftra cala , Quella Vita rt conferva di prelentc appiedò i Sigg. Conti Triflìni dal Vello di Oro, dilcenden- ti del noftro Autore , ed ha quefto titolo : Rag- guaglio Jftorico , e Letterario intorno alla Vita di GIOVA NG IO RG IO TIUSSJNO Nob . Vicentino , Co., Cav ., Poeta, ed Oratore infìgne ; con un Efame delle Opere da Lui fiampate , e col giudicio fatto delle medefme dagli Uomini più cele- bri di quc' tetri pi , e con una ccnfura J opra il fuo Poema Erpico intitolato L A ITALIA L 1 - BERATA DA GOTI, eftratta da Cri- tici allora più famojì , e più intendenti della Poe- tica Difciplina . Aggiuntovi un ,e fatto Catalogo del- le Opere tanto pubblicate , quanto MS S. dello fìe f- fo T RI S S INO , ed un Indice copio (0 d' Au- tori, che parlano di Lui, e che fomminijlraron no - tifi e per compilare la Vita prefente , Il Manofcrit- to è in 4., e comprende 653. facce. Da quello titolo sì fpeciolo e pieno credeva- mo invero, che invano ci foffimo medi all’opera, c che avedìmo perduta la fatica inutilmente ; ma più Digitìzed by Google V PREFAZIONE, piu cuore ci facemmo a profeguirla, ed a com- pierla , allora che letta e riletta la Vita fleflà trovammo ella poco piu in se contenere di ciò,, che detto aveano i predetti Autori r oltreché o- gnuno recherebbe!! a noja il leggerla a cagione delle parecchie lunghe digreffioni , che F Autore vi frappofe , lontane affatto dalla materia , che e’ fi propofè di trattare ( vizio Colico nel Cava- liere Zorzi, ma pure fcufabile in lui per la va- lla raccolta di letterarie erudizioni, che egli, come in preziofà confèrva, nel teforo di fila mente fer- bava ) , benché per altro cotali digreffioni in sé contengano molte curiofe notizie . Non polliamo tuttavia non confeflàre, averci quello Manufat- to varie cofè fommini firate , per cui vie più. ar- ricchita abbiamo quella noilra fatica ;la quale ficcome cola nuova e vera, fperar vogliamo , che non abbia ad eflère fèr non di diletto. V'abbiamo per entro fparfe alcune notizie lette- rarie ed ifloriche fpettand a varj perfonaggi, che fiorirono nell età del noflro T RISSINO, oa qualche fatto notabile de! tempo fleffo , lenza però dilungarci granfatto dal hlo principale dal racconto; le quali notizie vogliam parimente cre- dale, che non faranno difeare. A non oltrepafiare la brevità, che ci fiamo pre- fifla, abbiamo a bella polla tra lafcia te alcune co- le di non tanto conto/ perchè altrimenti fé avefà fimo voluto dir tutto ciò , che al TRIS SI NO 1 può. appartenere, di tanto fi farebbe quella Vita. b z afiim- Digitized by Google VI prefazione. allungata, che, anzi che diletto, noja e fafiidio apportato avrebbe . Quanto poi alle Opere del noRro Autore , cre- diamo di non averne tralafciata pur una , come apparirà dal Catalogo , che fi pone in fine di que- lla Vita y dove molte fé ne vedranno regiRrate , che non furono mai Rampate , ed al Compilatore fopraccennato o non venute a cognizione, o dalui per avventura non curate: e di molte eziandìo fi favellerà, che da qualche Scrittore da fallace tra- dizione ingannato a GIOV AN GIORGIO fu- rono attribuite . Tutti i Titoli per altro delie Opere fleffe non ci fiamo curati di riferire ap- puntino , come Ranno ne’ Frontelpic) delie edi- zioni , non ci parendo cofa di grande importan- za > e fimilmente se fatto nell’ allegare , e cita- re qualche pafso di fue fcritture: e abbiamo tra- lafciato eziandìo i Caratteri Greci dal noRro Au- tore inventati , non avendogli giudicati quivi to- talmente neceflàrj , e non già credendo di reìidcr così molto buon fcrvigio alla memoria di quel grand’ uomoy come fi lafiiò ulcir della penna il per altro tanto benemerito dottiilìmo editor della rifiam- pa delle Opere dei Trillino fatta in Verona j im- perciocché tenghiamo per fermo, che Te il Trif- lino folle vivo, figurerebbe a afare nelle proprie fcritture quelle lettere da se con tanto Rudio ri- trovate , ulate, e difcle. Dopo di avere così Icritto ci confoliamo , pa- rendoci di elserci in quefio particolare uniti alla oppinio Digitized by Google PREFAZIONE. vir ©ppìnione del fu Signor Apollolo Zeno, che nel- la più fopra citata Lettera al P. D. Pier-Caterino fuo fratello così Icrilse : Lodo /'edizione di tutte /' Opere del T riflino . Ma fi farà ella con gli Orni - cron , e cogli Omega , e con la foli t a ortografia di quel grand’ uomo? Si farebbe potuto regiftrar anche il catalogo di quegli Autori'*,. che di Lui fecer menzione ; ma liccome molti lì troveranno già citati per entro quella Vita , e gli altri non ne parlarono più che tanto, così noi ci lìamo dilpenlati da .quella forfè dilutile fatica . A quello però può abbon- dantemente lupplire la Tavola delle cofe notabili , che alla fine del libro abbiamo aggiunta ; la qua- le altresì mette in un tratto lotto l’occhio del let- rore tutte quelle notizie letterarie ed illoriche , che, come lopra è detto, abbiamo fparfe qua e là: Tavola che lenza quelli ragionevoli motivi , lì larebbe dovuta certamente lalciare in un’Opera di pochi fogli, liccome lì è quella nollra. Circa poi le correzioni ed ofservazioni critiche per noi fatte lòpra gli errori d’ alcuni de’ detti Autori, lì vuol qui dire, che non s’intende giam- mai d’olcurar punto la fama , che e£Iì godono più che chiara tra’ Letterari, ma fola mente di far apparire il vero nella lua luce; e le allo ’ncontro qualche errore lì troverà in quella Vita da noi in- navvertenremente commefso , lì feulì la piccolezza della nollra luffìcienza ; riflettendo maflìme , che rari lon quegli, i quali vadano in tutto efenti da que’ Digitized by Google vm PREFAZIONE.. que’ difetti,, che ( come dicea l’Abate Anton Ma- ria Salvini ) fono patrimonio e retaggio di nofircc fievole umanità. Finalmente fe vedremo y che quello primo par- to del noftro rozzo ingegno lìa gratamente rice- vuto,. come ci giova iperare , dagli uomini lavji ed eruditi ,. noi allora con maggiore follecitudine attenderemo a profeguire la già da parecchi anni incominciata faticolìllima Opera delle Notizie Let- terarie ed I (loriche degli Scrittori Vicentini da altri pure , ma Tempre infelicemente ternata (a ) ; nella quale ,. le non andiamo errati r fperiarno di inoltrare ,. che ( come lalciò Icritto il nollro Ba~ flian Montecchio nel- fuo- Trattato; De Inventario’ tLeredis , & c . Venetiis apud Fransi feum Zilettum 1 574. in 4. a car. 160. a tergo, num, joz.- J Vi- ceda foecunda fuit JvLxter & jiltrix poetarum philofopborum , or a forum ,, thcologorum ,. jurif con- fiti forum y ant i queir iorum medicorum , atque in qualibet facultate eruditorum ; e che per ciò elsa noa è. a verun altra città inferiore .. KOI! (4)Spcriarao prròdi vedere a luce rra fonazioni intorno all a forte miilio- poeo tempo un’Opera ddl’cruditif»..! re della Storia Ecclefiaftica r eSe~ Sig, Dr. D. Franccfco Fortunato Vi- J colare della medefima noftra Patria,, gna, la quale conterrà V /fiorite Let- ! promclTe col dottifsimo fuo Preli- /er 4 r/ e ricca del pari di facoltà» e di Sog- getti » che in ogni genere di profeffione illuftri ella ha prodotti in ogni tempo . Ella è in parec- chie linee divifa » e tra effe con particolar luftro fplendc quella , che conofce per fuo gloriofiflimo afeendente quel Giovangiorgio, di cui fcrivia- mo la Vita ; il quale alla nobiltà del legnaggio A aven- Digitized by Google 1 L A VITA avendo accoppiate le più eminenti prerogative# che render pollano un perfonaggio e’n rarità di dottrine, e’n cavallerelche virtù fplendentiflimo, non fedamente tra’ Letterati, ma in una gran par- te del Mondo celcbratiflìma, ed oltremodo chia- ra lafciò la fama del fuo nome. Nacque adunque Giovangiorgìo Trissino' in Vicenza il fettimo, o, fecondo altri , l’ottavo giorno di Luglio dell anno 1478. ( 1 ). Suo Padre fu Gafpare Trillino, uomo d’armi, e colonnello di trecento fanti alToldati col proprio danajo a fer- vigio della Repubblica di Venezia, appo cui ac- quiftò (ingoiar merito; e fua madre fu Cecilia di Guilielmo Bevilacqua, nobile di Verona. L’anna 1487, ( 1) Non pure da un Epica- 1 luogo fi favellerà) cioè) che P fio delle geftc del noftro Tms- anno 1487. per la morte di fuo SINO , collocato in S. Lorenzo j Padre egli rimafe orfano di fette di Vicenza, di cui a fuo luogo ' anni . Ma liccomc egli non in diremo didimamente > ma da mohiflimi Scrittori appare edere egli nato l'anno fuddetto 1478., c fpczial mente da Monfignor Ja- copo Filippo Tommafini nel fuo tuteli luoghi di fue feri tture fida l’epoca del fuonafeimemo in un medefimo anno, fccondochè lui bene tornava , e in utilità de* fuoi dcmeftici affari ( come ci fe libro intitolato ; Elotia rirornm certi il Sig. Abate Don Barto- Littris & ftpitntia illuftrium lommeo Zigiotti , che tutte vi' &c. Patavii ex 7 ypo{rapkia Se- J de , e rivide le private Scritture bacioni Sardi 1644. in 8. a dell’Archivio de’Sigg. Co. Co. pag.48. Quello tuttavia potrebbe [ Tri dì ni di lui eredi); cosi ci è non crederli, quando fode vero! paruto miglior cofa edere lo ac- ciò, che il T r issino medefi- tenerci anzi alle autorità, e air irto dica in una fua mirini* far- 1 unanime confentimento dei pre- fic" come fu fuo maefiro quel Demetrio Calcondila Ateniefe, la cui fama è sì chiara tra’ Letterati (5); al quale appreflb fua morte erger fece il Trissino un bel Depofìto, ed Epitafio Scolpi- to in marmo bianco nel facrario della Chiefa della Paffione della Città Aefifa di Milano, co- me dicono Paolo Beni ( 6 ), c'1 P. D. Francefco Rugeri Somafco (7), cd altri, il qual Epitaffio non (4) V’ha un’epiftola addet- to Giraldi in vedi Latini del Sacco di Roma, polla nel 2. tomo delle fue Opere della edi- zione di 8 Mfilt.it per T nomar» Guarinmn , 15I0. infol.pag.624. che autorizza il noftro detto cosi dicendo; tt Aec dttfet Bembus , q*o » nere pr e fi art hot alter „ A«e q»cm Ntbilitar gene . tt rit, f ac media triplex » Irejigreem fAcit , & viridi mihi notr s ab avo „ T r 1 * s t N U s , In fibra dum tt Grecai difeimm Urbe. (5) Da una Lettera aliai lunga del Trusino, fcritta da A-ii- lano li 26. Novembre 1507. all' txc cliente Medie» ( così Ha ferir- lo ) M. Uini tritio da Afalgra- dt , fi ha, che egli non pure era fcolare del Calcondila, ma che anche abitava in fua cafa. (6) Tratt . dell' Origin. della Famiglia Trijf. lib. 2. a car.33. (7) Nella Declamazione la- tina intitolata : Trutina JOelpb»- htdrki Tabellariatui Traiani 1 Boc- Digitized by Google del TRissino. 5 non pur fi conferva manufcritto con altre fue compofizioni fin ora non date a luce, appretto i Sigg. Co. Co. Fratelli T riflìni di lui eredi*, ma fu anche ftampato nella Biblioteca degli Scrittori Milanefi pubblicata dal Sig. Filippo Argelati Bo- lognefe (8), e poi riferito fulla fede di quefto autore da Criftiano-Federigo Boernero nel libro de' Dotti Uomini Greci riftoratori della Greca letteratura nell’ Italia (p); ed è quefto. p. m. DEMETRIO CHALCONDYLyE ATHENIENSI IN STUDIIS L1TERARUM GR^CARUM EMINENTISSIMO QUI VIXIT ANNOS LXXVII. MENS. V. ET OBIIT ANNO CHRISTI MDXL JOANNES GEORGIUS TRISSINUS GASP. FILIUS PRAICEPTORI OPTIMO ET SANCTISSIMO POSUIT. E di fiat cui ini ice. Alon.ìchii fuisfor- mis, CTfumptibmt cuffie Nicola hs tìmricHs , t6aa. in 4. pag.xxi 1 1. e xxiv. ove dice: „Hic ( JojGeor- u gius ) a viro do&ìllìmo De- „ inetrio Cbalcondyla Athc- ,» nienti , tanca ingenii foclici- „ tace, Gricci fcrmonis latices, » haufic ut.... Attici cognomen, „ paucorununenfium cuiriculo, „ ex fui prseceptoris fententia, „ verius proineruit : Magiftro i) benemerenti gratiflìmu, , cui », McdioJani vita fun&o , mo- » numentum marmoreum in „ tempio Paffioni Servatoti, no- „ ftri facrum excitavit. (8) Philip pi Arie lati Bono, nienfis Bibliotheca Scriptorum Alcdiolancnjìnm , five Alla, & Elogia Virorum omnigena or odi. tionc illuflrium , qui in Metro, foli Infubrie , Oppidifquc circum. jacentibut orti funi lice. Medio. Uni 174J. In JLdibus Palatini t; Tom. ix. in fol. l’ Epitelio é nel Tomo 2. col. 1091. ( 9 ) Chriftiani Frid. B temer i De Digitized by Google 6 L A V I T A E di ciò non .contento Giovangiorgio volle j in fegno di gratitudine maggiore allo fteflò Tuo grande maeftro, farne altresì lodevole menzione nel predetto fuo Poema (io). Donde fi deduce, che molto lontana è dal vero la opinione di Giovanni Imperiali, Vicen- tino, il quale fcrifse eflere fiato il Tassino af- fatto ignaro di lettere fino all’età di ventidue anni; e che dipoi andato a Roma, al folo udì* re colà le aringhe de’ Letterati, tanto fi accen. defle in lui la brama di fapere, che giugnefle in breve tempo a quella letteratura , che lo rendette poi così celebre, e così illuftre (11): il che difsero anche Paolo Beni (i z), ed un altro autore (13). Allo De dotti* Hominibn i Gr tris Li- Il Calcondilt , che farà, che t trarum Gracarum in Italia in- ditene (taur attribuì Libtr. Làpfi* in Bi- Verrà ftco in Italia , t pian- tliopolie Job. Frid . Sledijtchii terawi 1750. in ii.gr. Qui l’ Epitaffio è II feme elette della lingua a car. 185. Greta , (10I Ita!. Libtr. da' Goti , lib. fit ) Gio. Imperiali Mufxum *4. nella fine con quelli verli . Hiftortcum óiC.Venetiù apuajun- Vtlgett gli occhi a luti pre- ; ttai . 1640. in 4. pag. 43. dori ingegni ; ( li ) Tratt. dell' Orig. della Quello è BeJJarion , quell' altro Famigl. Trzff. lib. 2. a carr. 33. i’I Gaxjt ; ( 13 ) Qiiclli fu un certo G»- . leazzo Trillino in una Genea- QnelV altre t'I Gemijle col 1 logica Narrazione della fu a fa- Trapeftnxj», ■ miglia, da effo iraslatata di la- £ 'l C aleni’ dii e , f’I Lafcari, e[ tino involgare. Di quefto vol- *1 Muffure, 1 garizzamento fi trovano parec- * chic. Digitized by Google DEL T R ISSINO. 7 Allo ftudio delle Greche lettere uni il noftro Triss ino quello delle feienze Matematiche} e tifiche (14), e quello ancora dell’ Architettura, in èhie copie, c una è appretto il perfona del noftro Giovan- rnentovato Sig. Co: Parmcnione | G 1 o r gì o, c che da edo ci fu- ‘Triflino, della quale ci fiamo rono pare con umanilTima gcn- ferviti a fcrivere queftaf'it.», e tilezza trafmede a. Vicenza. For- ciceremla col nome di Gemalo- I le che detta Raccolta di Scric* già delia Cafii Triffino di Galeaz. • ture queUa era, che da Paolo zj> Triffino . Quello autore di- Beni viene citata nel predetto ce nel proemio di avere ac- {no Trattato Manufcricto della trefeiura eda Narr Azione da (e Famigl. Trifs. a car. 26. Ann. tradotta a inchieda di parco» 1404. con quelle parole: Gic: chi fuoi amici e parenti , i qua- Giorgi o Tr issino» il li voleano i che c’ia defle an- Poeta , di chì ragioneremo , nelP che in luce. Orazione che fece nel green Con - Un’altra copia nc ha il Sig. figlio di Tentila fer ricupera Abate D. Bartolommeo Zigiotti Alone delle fue Decime nella Til- in tutto limile alla predetta . Un Im di Tal d’ Agno , che fi legge Tello poi di quell’opera era già fcritta a penna nelC Archivio appretto i p. P. Somafchi della del Sig. Co. Bonifacio Triffino Salute in Venezia! e queftonoi j nel libro , che ha per titolo Rimiamo, dite potefte ctTcrc I'IPrisca Triisjne^ Fami- originale. Con ctTo era unita) ti .€ Monumenta.* & c.., la citata Aringa di G 1 o v a n- facendo egli menzione delle Giorgio, c ’1 Trattato mano- Scritture defle anche a car. 29. fcritto della Famigl. Triff. di I del primo libro dello Aedo fuo Paolo Beni, ed altre feri t tu re Trattato della Famigl. Triff . , concernenti alla detta Famiglia: che è dampato, di cui più in- tutto in un libroin foglio, fui nanzi faremo menzione. Dilli, cui cartone al di fuori lì legge- j che era nella Libreria de’ P.P. del- Vano quelle parole: P r i se a t la Salute in Venezia, perchè og- Trusinea Familismo-! gidi certamente ivi o non vi fono hu menta. Le quali Scrittu- j ìe dette fcritture, o difficilmen- te prima erano appredo il P.D. te fi podono ritrovare : conciof* Pier-Catcrino Zeno Cher. Rcg. fiachè io col mezzo anche del Somafco, di gloriofa memoria} | P. D. Jacopo Maria Paltoni, che come ci dide il Sig. Apoftolo j con tutta bontà mi favorì di di- Zeno, fuo fratello, che di ede ligentemente cercarle, non abbia tutte nc eflraflc quelle notizie, mai quivi potuto ritrovarla, che credette più fpettami alla) (14) Che il Tr issino fof- — - - , fc Digitized by Google 8 La Vita in cui molto fece di profitto, come ne fa fede non pure un piccolo ir aitato in cotal materia da lui comporto (15)» ma la fabbrica del fuo Palazzo nella Villa di Cricoli a mezzo miglio lontana da Vicenza, che è tutto di fuo difegno fulle regole di Vitruvio (i Quia 1 ri* del nome loro. Non fi può * ,, Parthenius multaruni (cien-' veramente farne altro gìudicio, >» tiarum homo, diù literas ibi i confederata con la prontezza di „ docuit, erudivitquc canqu 3 m j cotefii ingegni , che voi harete », in Lyceo Juvcnes nobiles Vi- da e fer citare , la finezza delle », cetinos maximè, ac Vcnctos. veftre lettere, e la gentil manie- ri) Queita lettera, che fi ra, propria di voi filo nel di- lcgge tra la Lettere di xiu. mojtrarle . Entrate pure, Sig.Com - Uomini illuftri ec. In Venezia pare con franco animo in quefia per Comin da T rino di Alonfer - eroica imprefa , e commutile at e rato, 1561. in 8,, a car. 180. e altrui i tefiri della vera dol- che fu anche inferita nella terza trina , parte con la voce , e parie del V Idea del Segretario di parte, ancora con la penna, che Bartolommeo Zucthi, In Vene- non ho dubbio, che nell’ ameni- z.ia prcjfo la compagnia minima tà di quella vaga fan zia non vi léso, in 4. a car. 8 1. ; Quella let- fi defti defiderio di qualche bel - tera, dico, vogliamo qui rife- la poefìat al che doveri fifpi- CÙe; cd £ quella.. ( [ gntrvi la rimembranti , che ogni trat- Digitized by Google ti L A Vita S’era già ammogliato il noitro Tassino nel 1504. in età di 26. anni a Giovanna Tiene, nobile Vicentina (24) , da cui avea avuti due figliuoli, l’uno chiamato Francefco, che morì giovane, e l'altro Giulio (25), il quale fu poi Arciprete della Chiefa Cattedrale di Vicenza (26)$ ed eflfendo effa morta, di tanto egli fi ram- tratto il luogo vi darà del dot - tijfimo Trisjino; in cui a giudicio mio chiiirijftmo efempio ha veduto Reta noftra delle tre più pregiate lingue, cc» Di Venetia olii xx. dì Maggio MDLV, Compari e fratello Paolo Mariano . Ciò» clic della Villa (addet- ta di Cricoli lafciò fcritto il Sabellico nel Poemetto intitola- to Crater yiccntinus, porto nel to- mo iv. delle fue Opere, a car.550. ( nominato dal P. Rugcri nella ìua Declamazione a car. xxv.) fu molto prima che ella fofsc ridotta alla perfezione, c va- ghezza, che oggi fi vede; la qual cofa fu osservata ezian- dio dal Beni nel luogo citato. Nel Palazzo iftcfso di Crico- li ebbe diletto di foggiornare parecchie volte 1 ’ Arcivcfcovo di Rofsano Monti?, nor Giovam- batirta Cartagna » nobile Roma- no, Genovefc di origine , nel tempo , che era Nunzio di Gre- gorio .irti, in Venezia; come dicono il P. Rugeri Trutina&c. pag. xxv., c Paolo Beni Tratt. dell' Orig. della Famigl. Trift. rtampato, a car. jj., e’lTom-{ I mafini Elogia &c. pag. 49. e 50., ed altri; U qual Prelato fu poi [addi li. del Dicembre dell’anno 1583. creato Cardinale, e poi a’ 15. di Settembre 1590. fatto Papa col nome di Urbano vii. | Onde in memoria di ciò fu la I cornice d’una porta d’una Ca- | mera del mcdeìimo Palagio vi tu incifaquertaifcrizionc; B E a- t issi m 1 Urbani VII. Hos- pitium ; e fovrappoftovi il Bufto dello ftefso Pontefice. (14) Nel Ri/fretto della Vi- ta dei T r 1 s s 1 n o prcmcfso al- le fue Opere dell^ rirtampa di Verona, quella fua prima mo- glie è chiamata erroneamente Giovanna T r 1 ss 1 n a, quando ella fu veramente (come conila dagli Arbori) della Famiglia de k Cor Co: Tiene. (15) Di quello Giulio avre- mo occaGonc di fare pcculiar menzione , a cagione de’ fuoi lun- ghi litigj contro al Padre. (26) Che due figliuoli avefsc il Tr issino della detta fua moglie» lo dice ilTommafini negli Elogi pag. 30., cd altri; ma il Tr issi- no irtclfo nella citata lettera al Reve - Digitized by Google del TR-Issino. 13 rammaricò, che non volle più dimorare nella Patria 5 ma partitofcne tornò a Roma , dove già era ftato effe ndo giovane; e quivi col cuore ingombrato da quello fanello penliero fi diede a telfere la celebre -Tragedia della Sofonisba, della quale innanzi parleremo minutamente. Frattanto eflendo morto il Pontefice Giulio 11 . gli fuccedette Tanno 1513. a dì xi. di Marzo, o fecondo altri addì xv. , il gran Cardinale Giovanni de’ Medici» che fi fece chiamare Leo- ne X., il quale, ficcome quegli che era princi- pal protettore de’ Letterati , avendo conofciuto il Tris sino, s'innamorò ardentemente del fuo raro ingegno, e poi lo amò fempre quanto ciaf- cuno illuftrc Perfonaggio del fuo tempo, c l’ono- rò fommamente, impiegandolo eziandio in varj uffizj affai riguardevoli. Godea egli pertanto in quella Corte tutti gli agi, e gli onori tutti, che a un Perfonaggio diletto al Pontefice fi conve- nivano; quando venutogli nella mente il già go- duto rìpofo nella fua Villa di Cricoli, deliberò di Reverendo Prete Francefco di j ra poi del medefimo, che non Gragnuola, che fu fuo macftro , c fra le (lampare, fcritta da Aiu- dandogli ragguaglio delle cofe ' ratto al detto Giulio addì iS. della fua cafa, d’altri non par- M*rz,o 1542., fi ha, che elio la, fuorché dell’ Arciprete con Giulio fu primamente Cameriere quelle parole: Hebbì della yri- di Papa Clemente vii. > c clic ma moglie un figliuolo , il qua- da lui fu poi fatto Arciprete del. le è fatto-, ed è Arciprete di la Cattcdtale della Cittì no- quefia Città. Da un’altra lette- j ftra . Digitized by Google 14 L A V I T A di rimpatriarli : laonde prefo commiato dal Pa» pa, tornò a Venezia, dove fuori di rutto il fuo penfamento trovò materia, per la quale e’ dovet- te per lungo fpazio di tempo anzi inquieta, che ripofata menar fua vita. Ciò fu una per altro temeraria infolenza di alcune Comunità di certe Ville del Territoria Vicentino, fpecialmcnte di Recoaro, e di Val d Agno, che prefa l’occafione delle turbolenze e rivoluzioni , che travagliavano in que'tempi non pure la noftra Patria, ma tutta la Lombardia, aveano dal 1511. fupplicata la Sereniffima Signo- ria di Venezia (27) fotto palliato colore di one- ftà, che volefle (gravarle dellobbligo, che aveano di dare le Decime delle loro ricolte a'CorC.o: Trif- fmi della linea del noftro Giovangior.gi.o , i quali n erano i foli Proprietarj e Padroni, co- me quelli, che dalla Signoria ilefsa ne erano (la- ti invertiti l’anno 1406. a di 3. di Settembre. E benché addì 6 . di Ottobre dell'anno 1512. le dette Comunità avefsero avuta fopra ciò con- traria fentenza in foro civile, non però di me* no tentarono , fe favorevole giudicio ottener po- tefsero io foro ecclefiallico: e perchè ne furono molto (27) Della Repubblica di Ve- nezia fi gloria d’ cfscrc volonta- ria prima fuddita la Città di Vicenza - , la quale anche però è chiamata dagli Scrittoci Pri- mogenita d’cfs a Repubblica , perche la Piuma fu, che fra tut- te le Città fudditc le fi donifse fpontancamcnte: il clic fu l’ an-. no 1404. addì 28. di Aprile. Digitizèd by Google DEI TRISSINO. 15 molto torto impediti (28), però efli per forza dal fuddetto obbligo fi efentarono. Ma in que- llo mezzo per giurto motivo quefte Decime ap- plicate furono al Fifco Pubblico (29). Tornato adunque Giovanciorcio in Patria, co- me dicemmo (il che fu o verfo la fine dell’an- no 1514., o nel principio deiranno 1515.) e trovati sì fatti difordini, de’ quali dicea egli di non averne avuta, dimorante in Roma, veruna •relazione (so)-, pensò di ricorrere alla Signoria medefima, perchè almeno gli fofle redimita del" le fuddette Decime la fua propria porzione- Se poi egli efFettuaffe perfonalmente quello fuo pen- famento, o fe altri in fuo nome facefse la fup- plica, noi noi fappiamo di certo: comunque ciò fofse, fatto ila, che cfsendo Hata conofciuta la fua innocenza, e a riguardo fpecialmente di Pa- pa Leone , il quale la iatercertìon fua in ciò frap- (28) Ottennero i Co; Co;Trif- flniaddi ia.di Novembre Lettere Ducali proibitive del non do- verli trattare in foro ecdefiaBi- co quella lite. (29) 11 Tommafini negli E- legi pag. 51. dice, clic furono confricati i fuoi Beni ita urgen- te belli fortuna : c poco appref- fo parlando della refiituzionel fattagli de’ Beni Beffi dai Vene-! ziani, accenna la cagione d’cf-| fa confifcazione, dicendo: fai , cognita ifjìut innteentìa , Veneti Bona ab / enti jujìa confanguinto- rum culpa ob defetHoncm erepra, benigni reflituerunt . Noi vera- mente fappiamo qual folle cotal colpa} maonefii rifpetti, e ne- cefsarj giuBi motivi non ci per- mettono di riferirla. ( 30 ) Tanto egli afferma nel- la fua siringa-, di cui diremo più datatamente a fuo luo- go. Digitized by Google 15 L A v I T A Irappofe (31 ), gli fu Tanno fuddetto 1515. re- flituita ogni cofa. In quello tempo medefimo fu egli dallo ftef- fo Pontefice in aliai importanti affari impiega- to; e primieramente finché folfe palfato il verno di quell’anno, (dopo cui gli ordinò medefima- mente, che, prendendo la volta di Dacia, fe n* andafsc Nuncio a quel Re (32)), lo mandò fuo Ambafciadore all’ Imperator Maffimiliano ; nel quale impiegò fi portò con tale prudenza, che e da ognuno in molta llima tenuto fu, e all* Imperatore caro sì, che ne riportò grandilfimi onori (35): anzi è fama, che da lui conceduto gli fofse, che nell’Arme gentilizia Tlmprefa del Fello d'oro inferir potefìc, e che altresì Tri ss ino • dal •( 31 ) Che Papa Leone frappo- nt(Tc in quello fatto la Tua in- tercezione , non folamente lo dice Monfignor TommaGni ne- gli Elogi , pag. 51., ove regiftra un frammento di una fua lette- ra al Conte di Cantati, con cui gli raccomandava quefto affare; ma lo accenna Giovangior. Gto fieffo nella già citata fua lettera al Revtr. Prete di Gra- gnuola con quefte parole: Io fo- no flato per varj cafl: prima per qitcfle guerre fletti ot Panni exu- le, e privato di tutte le tuie fa- cult à, che per la benignità de la felice ricsr dazione di P.P.... (il nome non è quivi cfprelfo, ma fu Leone) mi fu reflituito ogni cofa, nel tempo, che if ero Legato di Sua Beatitudine a Maxìmiliano Imperatore ; e nel- la fua Aringa dice, che ciò fu de l' anno 15 1 5., che erano tre anni a ponto dopo che li Commu- ni aveano occupate le Decime. ( 31 ) La Dacia, dove il Tris- sino dovea andare, quella non è, che anticamente era unagran- diflìma e vada Provincia dell’ Europa, c che oggidì c laTran- fil vania; ma quella, che oggi sì appella Dania, o Danimarca, la quale giace a fetrenttionc dell, a Germania. (33) Tanto afferma egli (Icf- fo nella Dedicatoria del fuo Poe- ma dell’ Italia Liberata eia'Goti. Digitized by Googl D E i. TASSINO. 1 7 dal vello d,' oro potefse denominarli .. Ma per- chè alcuni dicono eSsergli flato conceduto ciò anche da Carlo V.» pero ci riferbiamo a par- larne altrove a minuto. Di tutto ciò, che Giovan Giorgio operava nel tempo di detta legazione, avvisò il Pontefice -con una lettera inclufa in un’altra diretta a Gio- vanni Rucellai, Tuo grande amico, e confidente, il quale poi addi 8. di Novembre del Suddetto anno 15-15^ gli riSpoSe da Viterbo, che avea con- gegnata al Papa la fila lettera; che elfo l'avea ■letta molto 'volentieri ,5 e che non pur dai motti e gefti fatti nel leggerla conofciuto avea effergli -molto piaciuta, ma più affai da quelle fue pre- xile parole: egli hi fino a qui proceduto bene y & non poteva meglio exequire li mia volontà dì quello Jl * Soggiungendo appreffo aver dal mede- lìmo commiffione di Scrivergli , che feguitaffe P ure , come avea fatto, a conferir col Vefcovo FeU trenje gli affari che maneggiava; Siccome il Papa fleffo gliel’ ordina-va col Brieve , che gli tras- metteva in un con quella Sua lettera di rifpofta (34)* Dalla qual lettera appare ancora avere avuto il Trissino ordine dal Pontefice di trat- tare la pace universale, e l’impreSa contra degl* Infedeli; poiché il Rucellai gli Scrive così: Per C li pie e ( 34 ) Quella lettera del Ru- celiai fu ftampata a car. xv. del- la citata Prefazione alle Opere del Trissino. Digitized by Google iS L A v I T A U pace univerfale , e l* impre fa c intra Infedeli vi ha- •ucte a d «per are totis v/ribut , perché Sua Santi ita t ba mi In 4 cuore , come fapete , e crediate certo , che ne/funa altra caufa particolare non lo muove , fi non la unione della Crifianitì 3 £ t/uefta fan ti firn a Impre- C*> benché fi, che vi ricordate la COMMISSIONE fua y e con che affezione vi PARLÒ di t/ue/la cofa (35). Ettèndo già intanto pattato il verno del pre- detto anno 1 5 1 5» volea Giovamgiorgio profe- rire il Tuo viaggio verfo la Dacia , giufta la committionc dei Pontefice; ma ne -fu impedito dalflmperadore, il quale volle, che invece al Papa ritornatte, come Tuo proprio ambafeiatore, e lo pregafle in Tuo nome, che volette fermare una nuova lega tra sè, el Re d’Inghilterra, e’1 Re di Spagna contro a'Franzefi, i quali dittimu- lando la brama di vendicarli, voleano pattare in Italia; giacche la confederazione altra volta con- chiufa tra sè, e’1 Re cT Aragona, s*cra fciolta per la morte di quello Re; mandandogli anche per Giovan gidroio medefimo una ben lunga Jette- (jj) Il Rucellai finifee detta j de’ Medici, cugino di Papa Leo- lcttcra con quefte patolc: Credo ine; il quale poi anch’egli fu haremo pre/t 0 il Cardinal de' Medi- '.(aito Pontefice col nome di Cle- ri, il quale è tanto vo/fro , quanto | mente VII.; abbiamo però rife- dir fi pojfa ,pcr qualche lettera ,rér|rite le parole fuddette del Ru- ha /cripto qui , dimojìra , che molto celiai , perchè avremo occaftonc v ama perchè ha fallo fempre ho- ', di dire gli onori da quello Papa rtorevtle menzione di voi. I fatti al Tr issi no nel tempo Quello Cardinale era Giulio | del fuo Pontificato. Digitized by Googte DEL TRISSIN'O. 1 9 lettera, pregandolo primamente, che Lui fcuCaf- fe, fé invece d’andare in Dacia, come era Tua mente, alla Santità £ua ritornava* perchè ne 1* avea egli coftretto; lignificandogli pofeia il pe- ricolo imminente, e la necefiìtà dell’affare G z Rice- (3 6 ) Contenendo quella let- tera dell’ Imperatore al Papa alcune curiofe particolarità , fpczialmente intorno al noftro Tr issi n Oj abbiamo (limato bene di qui traferivcrne buona parte; tralafciando di dire ciò, Che punto o poco fa al noftro propofito. La qual Lettera ci fu comunicata dal Sign. Apoftolo Zeno, di Tempre cara memoria. >, Maximiliamus Di vi- « na favente Clementi^ Roma. „ norum Imperator S. A. &c >, Io. G e o r g 1 u s de T m s- „ sino San&itatis fu. e apud ,» Nos Nuncius , Se Orator . », &c. ... In primis idem Ora- ,, tor cxhibitis Litcris noftris >, credentialibus Beat. Pònti fi- ,» ci, cum omni filiali reveren- ,, tia. & obfcquiolàlutabitSan- ,, «Sitarmi fuam , Se commcn- », dabit Nos , Screnifs. Caro- », lum Regem Hifpaniarum , Se „ alios Filios noiiros ad Suam ,, Beatitudinem. Deinde deda* „ rabit banditati Sua: , quod „ licet idem Orator ftatuiffet » iter fuum continuare juxta », mandata Beat. Ponti ficis ad „ Screnifs. Regem Dacia:, fra- „ trem , Se gcncrum Noftrum ,, cariftimum nihilominus Nos „ confidcrantes longè plus ex- ,, pedirc rebus Sux Sancfcitatis ,, „ Se fuis, ac univerfx Reipub. „ Chriftiana* redirc propter oc- „ currenda* ad S. San&itatem , ,, quàm profequi iter emptum, „ ob fingularem obfervantiam, „ Se affeàum , quem No* habe- „ mus ad San&ic. Pontificis, „ Se )us , quod prxfumimus „ in omnibus miniftris, Se fer- „ vitoribus S. Beatitudinis , ,, ipfum Oratorem cùm venia „ noftra defeendentem ab itinere „ retraximus, & ad S. E. redi- » re computi mus, quo clarius». „ Se apertius rerum omnium ,, Sancitati Sux per Creaturam „ fuam tàm Ei affe&am deda» „ ramus. Ideo Bcatitudo Ponti- „ ficis hxc sequo animo accipiat, „ Se fi in errore erracunv fit , ,, quod tamcnnonciedimus, id „ Nobis imputet. „ Caufaautcm hujufmodieft „ quod cum jam Ser. Rex An- „ glia: fratcr nofter cariffimus „ per Litcras , Se Oratorem fuum: „ apud Nos degentem , Se Or a- „ torem Noftrum apud Se ref- „ fidentem dcclaraverit Beat. „ Pontificis, cognito periculo, ,, quod imminer, nedum Ita- ,, lise, fed univerfx. Reipublicf m> Chri- Digitized by Google 2© La Vita Ricevette volentieri il Papa quefte (cute, e ac- colfe il noftro T rissino colla folita benignità» e ( omettendo di riferire ciò, che Tulle richie- fte dell’ Imperatore egli riiòivefse , come cofa poco „ Cbriftian* ex magnitudine , », Se infoientia Gallorum forc », optimè contentimi, & idem „ maxime defiderare , quod ,» iidem Galli hunjilientur , Se n rebus fuis contcntcntur : qux „ quidem fentcntia Sandlitatis », Su*,cùm Nobis fempernedum „ opti ma, fed valdè neceflaria „ vifa eli, ex periculo, quod „ omnibus imminet , Se prxfer- » tim Beau Pontificis, & fu* „ Patri*, Se Familix, cùm il- ,, lud antiquum odium, quem » Galli babucrunt ad Eum , », quùm fecerint ipfum extor- », rem, & per xviil. annos.cr- », rare à Patria, cùm maxime », calamitates compulcrint, nul- „ latenus remiferint, td omni- „. nò auxerint, licei imprxfen- „ tiarurn negant , & compri- „ mane , cxpedtantes tempus . „ vindidlx: Itaque cogiraverit », SandlirasSua comprimere eos, » Se ad illum terminum redige- ,» re, quod non liceat plus eis „ inSandlitat.Suam,quàmfiui-| » timos fuos, Se quam juftum fit . | >, Et cùm Nos, & Scr. Rex j n Angli*, & Ci. mcm. olimj n Rex Arngonumid apertd pcr-l « fpiceremus , fapienter cogita- j „ vimus de una confxderatio- ' », ne ad inumani defenfionem ! », ad inviccm, Se etiam offèa-J ,3 fionem cantra eofdem Gallos, ,, etiam crat Lex imer Nos , Se », ipfos conclufa : fed morte ,3 ipfius clar. mera. Regis Ara- „ gonum dilata. Se interrupta I ,» eft •, fed tamen cùm ex hoc „ pcticulum > ncc fublatum » ,3 ncc diminutura» immò nia- „ ximcaudtum fit, vidccurNo- „ bis omnino in eadem dclibc- „ tatione perfiftendum, Se ro- », gamus Beat. Pontificis ut , confiderata nccdlitate hujus> 3, rei, vclit fpfà quidem intra. 3 , re foedus hoc,. Se tranfmitte- 3 , re mandatum fuum apud Scr. >> Regfm Angli* » ut ibidem ». contradletur» Se conciudatuu » Efficiamus autem , quod in. „ locum Clar. mcm. Regjs dc- ,» fundìi fuccedar Se r. Carolus ,, Rex Hifpaniarum , Se qui „ quidem in ca te proficerc poterir, idem Orator admo- „ ncbit Nos. Agct autem di- ,» dus Orator, tee. „ Dar. iu Civitare noftr* „ Tridentina die odiava ,, Menfis Marti] MDXVI. „ Regni noflri Romani „ triccfimo ptimex. ,, Locus 4 . Sigilli . „ Ad Mandatum Ccfa- „ re* Majcflatis prò. „ prium ]o. de B&- », KL'ljjS- • Digitized by Google DEI TRISS i n O. 12 poco alla preferite materia confacente) pensò in- di a poco tempo di occuparlo in altri impieghi • In fatti l’anno ftefso, che fu il lo inviò fuo Nunzio alla Repubblica di Venezia (37) per maneggiar forfè 1 affare della Crociata contro a Selim Gran-Signor de Turchi , la quale gli flava molto in fui cuore (38). Nel tempo di quella lua ambafeeria trovò il Tr issino? che le Comunità, di cui s’è fatta men- zione, pagata aveano 3I Fifco Pubblico la rendita della fua porzione delle Decime fopraddette; ne- gando in oltre coftoro di riconofccrne lui per Si- gnore: laonde egli ebbe novamente ricorfo alla Si- gnoria di Venezia, la quale fubito con fue lettere in data de’xvu f. Dicembre 15 itf. commife ai Ret- tori di Vicenza ( che in quel tempo erano Er- molao Donato, Podeftà , e Girolamo Pefaro > Capitano') che nel pofsefso dello Decime flefse lo riponefsero, come lo era innanzi la pafsata guerra (39). Dalle quali lettere ebbe poi co- mincia- (37) Lo dice il Tri ss imo Hello nella Tua Aringa, d me- glio nella lettera al Prete di Cragmtol a con quelle parole : Sua Beatitudine mi mandò .... Legato a Venezia, ovt fui molto ben veduto da quella Jlluflr : f. Signoria . (38) Al Papa quello affare premeva si, che perciò maneg-j giòj c tlabilì una lega tra mol- j | ti Principi Crifliani ; ma por ■ per la morte di Maffimiliano li difciolfc, e di sì alta e pia im- presi fvant 1’ effetto defidera* to. (3 9 ) MTr issino in pro- pofito di ciò nella fua Aringa dice cosi : Per effer abfente la mia facoltà fu tolta nel Fifcho ; & detti Comuni però , quantunque ritmtjfero tutte le farti di que- fic Digitized by Google DEL TRISSINO. 2.J tro Bembo, fuo Segretario, la quale opportuno crediamo di qui trafcrivere (40). JO: GEORGIO TRISS1NO y I C 1 H X I 11 o. ,, Cationi am opera, & diligentia tua , atquc „ virtute certis in meis, & Reip. rebus uri quam- „ plurimum volo, quarum rerum caufa, te ut » alloquar, magnoperè oportet: mando tibi, ut quod tuo comodo fiet, Leonardo Lauredano „ Principe Venetiarum falutato , ad me confe- „ ftim revertare. ,, Dat. Non. Januarii M. D. XVII. Anno „ quarto. Roma. Andovvi egli prettamente, niente penfando, che perciò iettar dovette in pendente l’efito del- la Tua lite. Non lappiamo precifamente a che il Papa lo aveffe richiamato a Roma: del retto non molto egli quivi dimorò, perciocché nello ftef-' io anno 1517. ritornò a Venezia-, e fé fi vuol dar fede a Paolo Beni, xitornovvi anche a que- lla volta come Nuncio Apoftolico per trattare di ftabilire una lega contra 1 Imperio de’ Tur- chi (41) . Vero è tuttavia', che il Papa in tale • ; occafio- (40) Quella lettera fi legge ' Simonìe Vinctntii fin fine ) Dù- ncl libro intitolato : Ferri Bembi , niftus ab Harfioexrndebat Lugdu • EfiftoUrnm Ltonis Decimi Ton- j ni. M. D. XXX! r I 11 . in 8 ed è tif. Max. nomine fcriptarum Li- ! la 35. del lib. xlll. pag. bri xvi. Ledimi apud Hercdts \ (41 ) Paolo Beni nel T ratent. Digitized by Google 24 L a Vita occafione inviò per lofteflò Tr issino una let- tera al Doge Leonardo Loredano, dalla quale appare, che egli avea a trattare col Doge a no- me della -Santità Sua cofe di fomma importanza: la qual lettera non vogliamo lafciare parimente di qui traferivere, ed è la feguente (42). Leonardo lauredano Principi Venetiarum. ,, IP Roficifcenti Venetias Jo:Georgio TrissinoVì* 5, centino; quem quidem propter bonarum artium „ do&rinam , & politiores literas , excellentem- >, que virtutem unicè diligo; mandavi, ut tibi „ falutem nuntiaret mcis verbis; tecumque cer- tis de rebus ageret, quae cùm mihi cordi flint, „ tùm noftra utriufque intereft ea confieri : tibi „ vero edam hone fiati, atquegloriae funt futura- „ Dat. prid. Non. Septemb. Anno quarto . ■jj Ronitif Non oftante che in tanti e si diverfi negozj notò del titolo di Legato ApoA (4») Quella lettera fi legge Jlolico inviandolo a Adajpmilia-ìahicsì nel citato libro delle Lct- no Cefare. Ritiratofi alla Pa- 1 tere fcrittc a nome di PapaLio- tria, fa di nuovo chiamato a &>-I nc dal Bembo, lib. XI II. ma nel principio dell' anno IJ17. ; 16. pag. jiy. Digitized by Google 0EL TRISSINO. 2f Ciovangiorgio occupato forte, avea condotta* a fine la fbprammentovata Tua Tragedia della So- fonìsbti y cui ( dopo eflere flato lungamente in for- fè y come dice egli fteflo nella Dedicatoria) in- dirizzò al luddetto Pontefice con lettera , che in poi flampata colla ftefla Tragedia l'anno 152^ in Roma. Leone gradì fommamente qucfto com- ponimento r e ficcomc egli era giudiciofiflìmo e. fapientiflìmo letterato , ne fece tanta. Rima, che volle forte con reale magnificenza, e con tutto lo sfoggio degno di se rapprefentata (43 K Non può negarli, che il Tr issi no non ab- bia comporta quella Tragedia con tutto lo sfor- zo dell’ingegno fuo; perchè quanto al Suggct- to, fcelto avendo l’ avvenimento funefto di So- fonisba Regina di Cartagine r fi fece conokcrc giudiciofo sì, che per teftimonianza (44) di Nic- D colò (43) Di ciò veramente altra !»» mationibus adjudicarus fuit.- ficura pruova addurre non pof- j Benché dalle infraferitre pa- camo, fuor folamente la fama role , che Giovanni Rucellai ag- c la tradizione, che fe ne hn; | giunfc in fine della fopraccitata e in oltre l’ aurorità ( fe pur va- j fua lettera al Trmsino fogna- le) dclTommafini, il quale ne. | ta addi 8. Novembre 1515. di gli Elogi, pag. 50., cosi lafci b- yiterbo , fi potrebbe ancora con- ferino :■ » Summa duksdine , I ghietturar quello fatto. Abbiate „ Se majeftatis pondero calami - 1 a mente ( dice egli ) Sophonitb. 1 „ rofum Sophonisbi Regine voflra , che forfè Phalijco fari evtntum drnmatc exprcfiit .'ratto fuo in qutfla venuta del „ Quod cùtn Leone X- li cera.- j Papa a Fiorenza . ,, rum Moecenatc benignifiìmo I ( 44 ) Difcorfi intorno alla „ in Scenam magno apparata T rag* dì a . /n P’icenz.a , appreffo „ eficc projuitum, primus illc Giorgio Greco 1690. in 8 . c. 14» „ Italia: puòiicis lauree accia, [a tergo . Digitized by Google 2 che (non oftante che ad alcuni quefto compo- nimento non -fia perfettamente piaciuto, come vedremo) elfo fu ftimatiflìmo, e non fidamente vivente il fuo Autore, ma appreffo fua morte, e d’ogni tempo r e i noftri Accademici Olimpi- ci elfo feelfero a rapprefentare l’anno 1562. nel- la Sala del Palazzo della Ragione in occafione di provare il modello del famofo Teatro Olim- pico di Andrea Palladio ( 45 ); e ciò fecero con sì ricca magnificenza , che, fecondo che dice Jacopo Marzari (47 1 , vi ccncorft quafi tutta la Nobil m (45) Il Sig. Marchefe Maffci',» rem Siphaci». filiam Afdru- nei preambolo a quella Trage-j„ bali», captam Satina adama- dia riftampnea uri primo tomo „ vie, & nuptiis fa&is nxorerrt del Tuo T entro Italiano, che d-|„ babuit ; caftigatufque a Scr- 1 tremo a fuo luogo, dice intorno J „ pione » venenum tranfmific* al Soggetto di dia, che chi leg- „ quo quidem baufto illa de- gerà il trtnttjìmo libro di T . Li- [ ,, ceflir . vio , ravviferà y come ninna fe\ ( 46 ) Di quella notizia ci con- n' è fatta mai , che fervafft fi* ( fediamo unicamente debitori al fide all' iftoria , e che jì nel S ig. Abate D. Bartolommeo Zi- tnttoy come nelle farti fi* infi- grotti , femprc intento a cercali fiejfe in effa : aggiugnendo, che nuove cofc, onde ampliare la le fcgucnci foche farole dell ’ . fua bell’ Opera delle Memorie antico Efitomatore fremevo ne , del detto Teatro. ffiegano i' argomento a ba]l alila : ( 47 ) Jft orla di Pie enza CC. u Macinili.» Sophooiibam , uxo- | In Piceni,* > affreffo Giorgio Qn- Digitized by Google DEL TR 1 SSINO. 27 Nobiltà dell* Lombardia , e delU Marca Trevigiana . E da Manofcritti dell’Accademia Olimpica fi viene anche in chiaro, non (blamente effere fiata ella Tragedia l’anno fuddetto 15 61. magnificamente rapprefentata» ma tale e tanta efsere fiata la ma. gnificema , che alcuni Accademici penfarono non doverfi mai più fare tali fontuofe rapprc- fentazioni, temendo, che l’Accademia non fof- fe per riportarne mai più lode e ftima si univer- fale. Ma gli altri più giudiciofi Accademici a sì fatto penfamento non aflfendrono; laonde meglio penfata quefta faccenda, e gravemente pondera- ta, tutti in fine conchiufero, (e ciò fu l’anno I57P-) che moderata in buona parte la fpefa, fi dovettero pure dall’Accademia fare tali pubbliche i-apprefentanze . E’n fatti a’X. d'Agofto dello fletto anno fu ordinato , doverfi fare feelta d* Lina Favola PajìoraU da recitarli pubblicamente nel Carnovale dell'anno appretto 1580. (48): ben- ché per altro fotte differito il recitarla ad altro tempo. Di Ma ri- Greco , 1604. in 8. lib. 1. a ferratori delle Leggi, Contradi - Cai. 160. c 161. 'centi. A: adertici, & Secretar j (48) Per ripruova di ciò G deli' Ac adorni* delti Olimpici , vuol qui traferivere intero in- \& delle Parti prefe nel Configli» tero l’atto deli’ Accademia , che di ejfa Academia. Qual inco - fi legge \m un Litro manoferit- , mincia adi 3. Maigio 1 579. An- ta pteJTo di me, Legnato » c no terno della fejfa Olimpiade intitolato; Libro delle Crtatio- 'fino 7. Aprile 1581. L’Atto è r-tdc Prencipi,Confalicri t Con- \ quello . j> Adi X. Agofto 1 5 79. In Cou- Digitized by Google i-S La Vita Ma ripigliando il lafciato filo, eflendo morto l'anno 152,1. addì 2. di Dicembre il lodato Pon- tefice Leone X.., il quale? come s'è veduto, Sommamente amo il Tris si no, e ne fece moltif- fima ftima ( anzi fu detto per alcuni , come ri- ferisce , Coniglio , dove inrervencro » il Sign. Prencipe , Conlìglic- •99 ri doi , cioè il Sign Hicroni- >, mo Schio follituto per il Sign. ,, Marco Brogia, & ilSign. Fau- >9 fio Macchiavelli, il Teforic- 9, ro contraddente foflituco, il „ Cavalicr CriHoforo Barbaran per nome del Co. Leonardo M Tiene, & il Sign. Antonio Ca- „ mozza confervator delle Lcg- gì foftituito per il Sign. Antp- nio Maria Angiolcllo , con ,, aie Secretano; in tutti al nu- mero di 14. ,, Par che, la rapprefentazio- ,, ne della Sofonisba Tragedia .*, dell’ Eccellerli ifT. Sign. Ciò: ,9 Giorgio Trjssino già no- ,, flro Patricio fatta l’anno 1562. „ pel Palazzo publico per la rip- „ feita Tua non purcon fodisfa- „ tione, ma con meraviglia di 9, chi ne furono fpettatori, hab- .9, bia caufato fin fiora in quell’ Accademia un quali continuo 9, filentio a fpcitacoli publici, „ come che potendoli diflficil- „ mente fperare più da lei im- „ prete tanto illuBri,fofire meglio 9, per non declinare non rcetterfi » più a veruna anione tale peri’ avvenire . Ma certamente cf- 99 fendo l’Acadcmia noflra fon- 9, data fopra i continui cfercizf ,9 virtuofi, &c dalFclperienza di ,9 molti anni, elfendo già co- ,, nofeiuta tale, che può fpcra- 9, re fempre d’ operare fe non ,9 cqfc uguali 9 almeno degne di 99 fe mede lima, & della Patria j 99 non deve da quello .troppo ,9 fevero rifpctto lafciarfi impe- 99 dir quel sì lodevol corto, a 99 cui dal genio > dallo (limolo 9, virtuofo, dal debito della pro- ,t feflìone, dal defiderio, & dall’ « afpettatione altrui lì fenteee- „ citata. Laonde andari Parte* „ che quello proffitnocarnafcia- le venturo lia recitata publi- „ camente a Cafa dell’ Acadc- 9, mia con quella minor fpefa, ,9 clic fia poflìbilc, atccfa Isde- 9, gnità, una Favola Ptjlor ale , „ come cofa nuova & non più „ fatta fin’ ora da quell’ Acad. „ quelii cioè 9 che farà eletta „ dal Sign. Prencipe nolìro, & da „ 4. Acadcmici , che per quello „ CanGglio faranno a tal cari- ,9 co deputati, i quali habbiano „ ancoinfieme cura d’informar- » lì da perfone perite della fpefa , 9, che vi potrà andare, acciochè ,, fi porta f.\r la provi (ione dei den». Digitized by Google DEL T RISSINO. -29 ferifce Ciò vanni Imperiali (4 9 ), che efso volea conferirgli il -Cardinalato-» ma che da lui fu ri- cufato per poter nuovamente prender moglie ) a cui fuccedette Adriano VI. ; il noftro G10- •vangiorgjo fece da Roma a Vicenza ritor- no • Quivi attendendo à’fuoi ftudj , e fpecial- mentc alla Poefia, compofe tra le altre cofe una Canzone in loda d’ Ifabella Marchefa di Man- tova (50) , a cui mandolla, ed ella poi ne lo -a» denaro io tempo, & dar prin- ” cjpio ad imprcfa cosi hono- ,, rata , rifervata poi la elettio- •'»» nc di Accademici , coni’ », è detto di /òpra , la qual paf- » sò di tutti i voti. »> l'or ballottati i fottoferitti. »> 11 Sign. Paulo-Cihiapino . • -• • • « . . prò 1 1. 3. »9 -II Sign. Criftofano Darbaran .Cavai ier .... prò p. 4. »» 11 Co. Leonardo Thiene . • • » • • • - prò 8. 5. » Il Sign. Hicronimo Schio • - . ... prò io. 3. -9, Il Sign. Antonio Maria 9» Angiolello . . prò ri. 1. »» 11 Sign. Alfonfo Ragona ■ * • • ..... j>ro 16. j. „ Rimate il Sign. Paulo Chi*- », pino, il Cavalier Barbarano, „ il Sign. Hieronimo Schio, & „ il Sign. Antonio Maria An- ,, giolcUo » come fuperiori di ,, voti. ( 49 ) Mufeum Hifloricum 8cc. pag. 43.,, Munito libi ad Leo- „ nis X. gratiamaditu, infplcn- „ didiflìmo Mularum & virtù» ,, tum atrio fic vixit, ut Non- „ nulli delatum fibi purpurar ho- „ norem prolis gratia rejc&utn ,, ab ipfo prodiderint. Da alcune Lettere man uteri t« te del Tris si no appare vera- mente, avergli voluto il Papa varie ecclefiadiche Dignità con- ferire, che ivi non fi fpecifica- no, e che tutte da lui furono ricuf.ite. (jo ) Quella Principefla fu fi- gliuola d’ Eccole I. Duca di Fer- rara, cd è quella ideila , cui tanto efalta il nodro Autore nc’ Ritratti - Digitized by Google }0 L A v I T A lo ringraziò con Tua lettera in data di Mantova del dì ics. di Dicembre 1521. (51); e l'anno ap- preso 1522. addì 1 9. di Luglio gli fcriflc pur da Mantova un* altra Lettera (52) , pregandolo, che volefle a fuo agio colà andare dov ella era, perchè diGderava fornai amente di vederlo non tanto per godere e gufi gre U amenità dell’ ingegni , e dottrina fu* y ma perchè volea, che nelle fcienze e nelle lettere ammaetìxafle Ercole fuo figliuo- lo» da che fegno dava di buona docilità, e di buon ingegno, e d’eflere allo Audio letterario mirabilmente inclinato i pregandolo in fine, che pel mcfso a polla mandatogli volefse farla av- viata del tempo della fua andata, acciocché lo poteJGfe afpettare; noi per altro non abbiamo fi- cura contezza, s’egii v’andafse. Sappiamo ben- sì» che l’anno apprefso 1523. addì 20. di Mag- gio efsendo flato eletto a Doge di Venezia Andrea Grilli, di glori ofiflìma memoria (53)» ( 5 1 ) Quella Lettera c Rampata San Francefco della Vigna di nella citata Prefazione alle Opere , Venezia entro un fuperbo depo- dcl noftro Autore a car.xvm. fito, fopra cui fu fcolpitoquc- ( ji) Anche quella Lettera Ito .Epitafio: • Ha nella fuddetta Prefazione, a Andre* dritto , Duci Opti - car. in. | mo , & Reipub. Amantijfimo , pa- ( 53 ) Non folanicnve nelle (ij terra, mari^hepart* A*&*- ftorie di Venezia, ma in altre ri, ac Veneti terejìris imperli ancora fi poflono leggere le ge- Vindici, & Conferva! ori, Ha- fte di sì invitto e gloriofo Pria- rcdtt pientiffmi . Vixit A», cipe, che mori dcì 1538. in eràLXxxui. Mtnf. vili. Dici xt, di anni 83., e fu feppcllito in; Lecejpt V Cai. Jan. mdxxxvui. Digitized by Google DELTrISSINO. 3 r ed efscndo cortume di que* tempi, che le Città fuddite mandafsero Oratori a congratularli col Principe eletto , fu dalla noftra Patria a ta- le uffizio feelto il T rissino, unitamente con due altri ragguardevoli Cittadini (54^ il quale avendo comporta perciò una elegante Orazione jn lingua Italiana, in pien Collegio allo ftefso Doge la recitò \ della quale orazione , che fi leg* ge tra quelte raccolte dal Sanfovino (55}, e che fu anche più volte rift. rapata, favelleremo afuo luogo. Nell'anno medefimo 1523. a dì 19. di No- vembre efscndo flato afsunto al Pontificato il Cardinale Giulio de’ Medici, col nome di Cle- mente VII., il quale (come già fi è detto) ama- va grandemente il noftro Trissinov quertri una lettera gli fcrifse di congratulazione (e forfè al- lora medefimo gl'inviò la Canzone (56), che fece in fua lode ) facendogliela confegnare in proprie mani pel Cardinale Giovanni Salviati , fuo ( J 4 ) Quefti furono Aurelio dai!’ Acqua, e Piero Valmarana amendue gentiluomini Vienici- j ni. ( 55 ) Oraziani di Divtrfi Huotnini Jlluftri raccolte da Franctfca Sanfovino , in Pene- zia per AltobeUa S alleato 1584. . in 4. Pait. 1. a car. 1 jy. ! (5 6 , Qucfta C tenzone ( che fu j {Unipara da prima in Penezja j per T olomeo Janicolo da Bref~ fa, in 4., fenz’anno; c poi it- Rampata più volte come in fi. ne fi dirà) comincia cosi. SIGNOR , che fofii eterna- mente elette Nel Conjìglio Divi n per il governa De la fua fianca e trava- sata nave ; Or thè novellamente ec. Digitized by Google 32 L A * v ITA fuo amici filmo , a cui mandolla con altra Tua letrcra. Aggradì Clemente la officiofità di Gio- va n giorni o sì fattamente, che, dopo aver let- ta con molta giocondità d’animo la pillola di lui ordinò- allo ftefso Cardinale , che gli fpedifsc tolto un fuo Breve, col quale lo chiamava a Roma ( 57) Tenendo egli lo invito del Papa r fi partì lubito , di confenfo eziandio della Si- gnoria. (57,) Affinchè meglio appa-j ja la verità' di quante s’è ora detto, vogliamo qui traferi vere la Lettera del fuddetto Cardi- nale ferina al Trksino, entro cui tirandogli il Brtve del. Pontefice } cd è quella. „ Magnifice Aniice, & tan* quam Frater Garifllme. „ Io era ctrtiffimo della „ molta allegrezza di V. S. pei „ la felice affunpuone della „ Santità di Nollro Signore, ,, come fe preferite mi fulTì „ che mi Benderei molto più,. „ fe- non fuffi certillìmo, che „ la S.V. per fc medefima lo - „ cognofce. Del bene, & fc- ,» licita mia non le voglio di- ,, re altro , fenonchè quanto* »> più farà , di tanto più qucl- » la potrà a-ogni fuo benepla- „ cito difporre; & quanto nc ,, difporrà più , farò io tanto 1 „ più contento . La Lettera- » fua detti in mano propria » di fua Santità, là quale con >, fornirlo piacere la lede : &c „ flato, come quello, che al- j » più mi diflcndOrci intorno ,, cuno non cognofccvo, clic'»» aqucllo» che amortvolmen» ,, più meritamente fe ne do-j», tc mi rifpofe , fe Sua Beati* „ vedi rallegrare; perchè la-'» tudine con uno Breve ( il „ feiamo Bare lo univerfal be* [ ,» quale con quella fari) non- „ ne, che tutta la Criftianità | ,, avelie ordinato di rifponde- „ ne afpetta, &: quali mani fe- », te- alla S.V. , la quale cec- ,, (lamento ne vede » il che », tifico , che fetnpre che ver-- „ tutti e buoni & virtuofi , 1 », rà, farà vcdutadaSua-Bea- „ come è V. S. debbono fom- ■„ titudine come dolciilimo; ,, mamente deftderarc; chi più j»- amico; & da me come dol- ,, di G-i anc! orcio è da ,, ci (Timo fratello; &• a quella» „ fua Beatitudine amato ? ! « mi offero. Se raccomando*.. „ Chi più di lui fc ne può , Roma XI. Decembris Mdxxiii. „ ogni cofa promettere ì In j ,, lo. Cardin.dc Salviate ,, Quc- Digitized by Google DEL TRISSINO. 33 gnoria di Venezia (58 ); e giunto a Roma fu da Clemente accolto con fegni di ftraordinario affetto , e apprefso anche fu deftinato a rag- guardevoli impieghi, come diremo più fotto. Ma avendo egli intanto fatto pubblicare nel Luglio dell’anno 1524. colle ftampe di Roma la fua Tragedia, pensò di dar fuora nuove cofe a -utilità della noftra favella; e però fcarfo paren- dogli l’Italiano alfabeto di caratteri atti a figni- fìcare tutti i varj fuoni delle voci , inventonne di nuovi , o a dir di più vero , ne tolfe alcuni dall’alfabeto Greco , e all’ Italiano proccurò di aggiungerli. Ma non tenendofi pago di aver ciò nelle propie fcritture ufato , diftefe nel Dicem- .bre dello fteffo anno 1524. cotale fuo penfa- mento in una lettera al predetto Pontefice inti- tolata ^59). Circa il principio del Secolo XVI. vi fu ve- ramente nell’ Accademia di Siena chi avvisò di aggiugnere all’alfabeto Tofcano alcuni Elemcn* E ti per Quella lettera fu flampata a \fubito mi fcrifft uno Brieve , ri- car. xv ir. deila Prefazione alle j cercandomi che io dovtfft andar Opere del Tr issi no più voi- a Berna-, & io con il confenfo , te citata . I (he d'Jft fuori fìmil pcnfìcro. Gli venne non per tanto fallita in buona parte quella fua bella intenzione (come chiamolla l'Abate Anton Maria Salvini di chiariflìma ricordanza): imperocché ol- tre allo avere egli fteflo a rovefeio, e non nel- la dovuta maniera, ufate da prima le nuove let- tere, e così per lo modo del linguaggio Lom- bardo indicando falfa pronunzia , ebbe più loda- tori, che feguaci, come accenna Giovanni Im- periali (62) y del quale errore avvedutotene poi egli Hello n € Dubbj Grama ricali , ftampati appref* fo a difefa del fuo ritrovamento? fe ne amrnen* dò U3), Da ( 60) Corr.ment. all' ]ftoria\ della Polgar Poefìa-, Vol.i.Lib.vi. ; a car. 408. della ediz. di Venezia . j Fra l’ altre Lettere dal Tris- sino tolte dal Greco alfabeto , ! due fono più offervabili, cioè Fi, ci’ a, (6l) Pro/e Tofane, Par. 1, Lcz.xxxi. a car.i9i. dcH’cdizio- ne di Firenze, apprejfo O'infep- pe Manni , 1735. in 4. ( 6 1 ) Mufaum Hi/ioric. pag. 4Z.„ Rem paritcr molitus per- „ arduam, charaftercs Graecos „ noflris immifeendi litetis ad i » varios fonos aptius fignifi-j candos, ut repente multosad » fui vel laudem , vel iurgi* „ traxit Reclamante Do- „ ètorum ccetu , quod in tan- »> tis dodtrinarum momcntis, ,, monftruofa elemcntorum no- „ vitate animos haudquaquam „ turbandos putaverint. (63) Protelìa egli in quefti Dubbi d’avere aggiunte le det- te Lettere al noftro alfabeto a fine folamcntc di giovare agli ftudiofi della noftra lingua; c foggiugne, che non tralafcerà^ fuo potere coti bello , e coti no- bile injlituto : ringraziando i fuoi riprenfori , come quelli , che per lo avergli fcritto con- tro Digitized by Google del Trissino. 3? Da alcuni Scrittori fu il noftro Autore per tal fua invenzione rigidamente appuntato; e pri- ma da Lodovico Martelli? Fiorentino , il quale mandò fuori una Rìfpofta all* Epì fi ola del Trissino delle Lettere nuovamente aggiunte alla Lìngua volga - te Fiorentina (64); nella quale s' ingegnò di ino- ltrare, che vana era Hata, ed inutile la di lui invenzione , allegando fpezialmente , che non doveaA punto alterare la maniera dell'antico fcri- vere Tofcano. Indi comparve Agnolo Firenzuo- la, Monaco Vallombrofano, il quale oppofe al Tr issino tra l’ altre cofe, che poco lodevole tra , e poco ncieffario , e infofficiente lo aggingnìmtnto del- le nuove Lettere al fcmpliciffimo alfabeto Tofcano , per- ette con effe gli fi toglieva la fua naturai femplicità . In quella fua opera il Firenzuola trapafsò per verità i limiti di quella moddtia , con cui fi vantò nel principio di voler riprendere la inven- zione del Trissino, perchè fì moftrò nel fuo dire alquanto appallìonato , non curandofi di ap- parir tale ancora nel frontifpizio ( 65 ), taccian- E i . dolo tro furon cagione» che fi fa- 1 nell’ Eloquenza Italiana ec..... ce (Te paltfe la natura, t la uti- \ In Venezia appreffo Criftofor » lità di effe lettere. Zane 1737. in 4. c.ir. 27J. Nell' (64) Non dille il Tu 1 s s r- Operetta del Martelli, chcè in 4. no d’aggiugner le nuove Let - 1 non v’ha il fuo nome, nèqucl- tere alla lingua volgare Fioren- lo dello ftamparore , nè l’anno; tina, come avvisò il Martelli; 1 nel fine però fi legge pompata in ma alla lingua Italiana r il che ■ Fierenzji . fu notato anche dal Montanini ! (6 5) Quell’ Opera c così in- filo- Digitized by Google 16 L A V 1 T A dolo in fine d’ufurpatore degli altrui ritrovamen- ti, con dire, che prima d’efia e l’Accademia Sanefe aveva avuti limili penfieri, e alcuni gio- vani Fiorentini pi» per e fcr citare i loro ingegni , che per metterla in Optra della medefima imprefa par- lato aveano ; i ragionamenti de’ quali efsendo fiati naf cefi amente uditi dal T rissino, da eflo poi co- me ftto proprio trovato fenza far di loro alcuna men- zione , furono meli! in luce ( ) . Finalmente Claudio Tolomei, fiotto nome di Adriano Tranci , ftampò egli ancora un libro l’opra quella mate- ria, e lo intitolò U volito (67), Rifpofe il Tr issino a’ Tuoi Oppòfitori colla fuddetta opera de’ Dubbj Gramatìcali j ed anche col Dialogo intitolato il c aftcllano , e molto bene fi difefe -, ma non fu fiolo in ciò, che anche Vin- cenzio titolata : Difcacciamento delle nuove Lettere inutilmente ag- giunte nella Lingua Tofana ; fenza efprcflìone di luogo , c di ftampatorc. Trovali anche tra le Prtfe del Firenzuola ifteflo a car. 306. della edizione di Fio- renza , apprejfo Lorenzo Tor- rentino, mdlii. in 8. Fu poi al- tre volte riftampata, ed ezian- dio nel Tom. 2. delle Opere dei Tr issino della edizio- ne di Verona. ( 66 ) Non può negarfi » che l’Accademia di Siena non avvi- litile ella prima, che il T R 1 s- si no pubblicane la fua Lette- ra , di aggiugncrc ( come già dicemmo ) nuovi elementi al noftro alfabeto; ma che egli fi valeflc interamente di quello di lei penfiero, come dille il Fi- renzuola, non è da credere , che troppa ingiuria fi farebbe al fuo gran nome. E ’n fatti il Varchi nell’ Ercolano dell’ ulti- ma edizione di Padova , apprej- fo il Cornino, 1744. in 8. a car. 468., dice avere il Firenzuola ferino contra il T rissino piuttofto in burla , e per giuoco , che gravemente , e da dover 0. ( 6 ~ ) La (lampa di quell’ O- pera fu fatta in Roma , per Lo- dovico Digitized by Google DEI Trissino. 37 cenzio Oreadino da Perugia flampar volle a di fefa del di lui ritrovamento un dotto latino opufculo, il quale eflendo flato per lungo tem- po fmarrito, fu ritrovato per diligenza del Sig. Marchefe Maffei, che Io fece ritlampare nel to- mo fecondo delle Opere del medefimo noftro Autore per lui raccolte (tf8). Che dovico Vicentino i j 30. in 4. Ve- vifato dall' Accademia Sane/e * di fopra di ciò il Foncanini nel- per quel che fcrive il Firenzuo- la Eloquenza Italiana , a car. la nel Trattateli del Difcac- 37 6. ciamento delle Lettere , impref- 11 Crefcimbeni nc’ Commenta- fo tra le fue Profe. Tutto ciò rj al! Jffor. della Volg.Poef. Tom. abbiamo noi voluto riferire , r. lib. vi. a car. 408. dice, che acciocché (ì vegga quanto po- pcrché andò r Accademia indù- co a ragione fia (lato il Tris- giando di pubblicare lì fatto av- sino dal Firenzuola tacciato di vifo, Giovanciorgio Trissiwo ufurpatore. La qual cofa più fu il primo che de ff e fuori un fi- evidentemente appare in riflcc- mil penfiero : indi regiftra FAI- tendo, che il Tr i s s 1 n o avea fabeto Italiano coi caratteri dal già medi in opera i Tuoi carat- Tr issino aggiunti , che è ceri anche prima di dar fuori quefto; abcdtfgche gh j quello fuo penfamento ; cioè kiljmnopqrustfu nella Sofonitba , fcritta , e far. z v q x 7 th ph h: e poi dice I ta leggere, come dicemmo, fot- cosi: In quel medefimo torno , 0 to il Pontificato di Leone X.lad- poco dopo, M. Claudio T olotr.ei dove folamente nel principio del non gli parendo, tra l’ altre co - Secolo XVI., come dice ilcita- fe , buono il penfier del Tris- to Crefcimbeni , 1 ’ Accademia sino, ritrovò un'altra manie- diSiena avvisò lo aggiugnimcn- ra, togliendo la forma de'Ca- \ to di nuovi caratteri. rat ieri, che avevano a duppli- ( 68 ) Il fuddetto Opufcolo carfi, dagli fi effi caratteri del no- dell’ Oreadino in detta riftampa fico alfabeto , Cime appare dall' è cosi intitolato : Vincentii Orca- alfabeto , che fiegue : a (T c d dini Perufini Oprfeulum , in ecf^gh lilmneopqr 1 quo agit utrum adjcìtio no va rum sftv-t/uz z . E quefio | litter aratri Italica Lingua all- (foggiugne il Crefcimbeni) noi quam utilitatem peperit : Ad crediamo, che fia l’ alfabeto av-^Thomam Severum de Alphamt Vi- Digitized by Google 3$ La Vit a Che alquanti dementi di Greco alfabeto pren- dere egli per aggiungerli al noftro Italiano, non. era certamente per mio avvifo quella fconvcne- lezza, che gli antidetti Scrittori (69) credetter- fi> condolila cola (come già notò il foprammen- tovato Abate Salvini (70)) che l’Italiano alfa- beto fia ftato altresì di parecchi altri caratteri Greci formato. Tuttavia non riufcì affatto inu- tile il di lui penfamentoi perchè due delle nuo- ve Lettere da lui propofte, cioè H, e Kv con- fonanti, veggonfì oggidì univerfalmente abbrac- ciate dagli Scrittori, anche Fiorentini, come ne- celfarie a torre ogni equivoco delle voci: onde a ragione diflc il predetto Signor Marchefe Maf- fei (70j che * Luì » han» obligo’ le Jlampe dì tut- ta C Italia , che le u fatto perpetuamente . Laonde non bene fi appofe il celebre Signor Domenico Ma- ria Manni , Letterato per altro eruditismo , e dìgniflì- Virum eruditijpmum , & Cenci- I la noftra lingua habbia bi fogno/ vcm Optimum . Girolamo Ru- 1 delle Lettere aggiunte dal DRts- ccllai nelle fue note all’ Orlon- sino, & dal Tolomei cc. doFuriofo dell’Ariofto della cdi-| ( f>9 ) Cioè il Tolomei, e zionc di Penez.ia > aM re J[° ] Firenzuola nelle Opere loprac- Eredi di rinccnz.io Talgrìfio , ' cerniate.. 1580. in 4 . a car. il. facendo! (7°) Profe Tofcane , In Ft- un’ ofT.rvazionc gramaxicale fo - rence , nella Stamperia diS.f. pra la voce corrò ( accorciato A. -per I Guiduecit e Franchi » dal verbo coglierò) con cui l’A- 17 2 5 « 4 * P ar * P 1 * 012 Acz. 48. liofto comincia la danza 5 8. del ; a car. 523. primo canto*, dice cosi : Et in j ( 7 1 ) lucila Prefaz. alle Ope- qutjtt tai voti Ji cottofee quanto , re del noftro Autore a car.xxx. • Digitized by Google DEL TRISSINO. 39 dignifTimo Accademico Fiorentino > in dicendo nelle , fue Lezioni di Lingua T ofeana ( 7 l)j che 1 ’ / confonante i cioè quello , che j lungo fi appella , conte trovato dal T RISSINO , e da Daniello Bar t olì po/lo in ufo , non è ricevuto da per tutto : e pure egli ftefio Io usò nelle medefime Tue Lezioni (73)* Mon- fignor Fontaninij da cui fu UTrlssino chiama- to (72) In Firenze 1737. nella] sintonie Muratori , legnata dì Stamperia di Pietro Gaetano , Venezia li 12. Marzo 1701; fì- Viviani. in8. a car. 43. 1 gnificandogli la allora frefea e- (73) Bene è vero, che l’ufo I dizione delle Poche degli anti- di quello j lungo , o fia con - 1 detti d*ue poeti Vicentini, dif- fonance , ritrovato dal T r i s- 1 fc , avere quelli in dette loro sino, fcfu abbracciato univcr. poefic pretefo di ravvivare l’ or- falmente nel plurale de’ nomi , I 1 agrafia fcrupolofa del vecchio che nel numero del meno fini- Lr Trijftno , ftnza però quelli f cono in io di due fillabe , in epfilon , e quegli omega , co' qua- cui Vi non lìa gravato dall’ ac- li voleva imbrogliare iinejlro al- enato, come vizio t vario , eli- fabeto Italiano. Colle quali pa- mili, i quali nel maggior nu- ! cole troppo veramente difprez- mcro più rettamente il ferivo- jzòe quelli poeti, e la buona vo- no col detto j lungo in ifcam-llontà del Trillino, la quale, co- bio de’ due ir, come a dir vi- me è delio, non riufeì affatto zj , varj ; fu rifiutato l’ ufario do- I inutile , vcggendoli abbraccia- po l’L in luogo del G c dell* E | te dall' Accademia medefim* nella voce EGLI, c in luogo del | della Grufca le due fopraddettc G nell’articolo GLI, feri vendo ; Lettere J, e F* confonanti , come LJI, come fece fempre il Trissi- ' fi può vedere nel fuo Focabola- no. La qual maniera di fcrivere fu I rio alla lettera I. §. xi.j e alla poifeguitata, ma con poca lode, j Lettera F. La lettera poi delZe- da Andrea Marana, e da Antonio no è Hata ultimamente pubbli- Bergamini, amendue di Vicen- cara in un coU’ altre lue erudi- za, uomini per altro di lette- 1 udirne lettere in tre Volumi, ed ratura Italiana, Latina, e Gre-| è a car. 44. del primo , che ha ca molto intendenti. Il Sign. I quello titolo : Lettere di jìpo- Apoflolo Zeno, di Tempre glo- fole Zeno , Cittadino Fcnezia- riofa, e a me cara memoria in ! no , Iftorico e Poeta Cefareo. ec. una fua lettera al Sign. Lodovico I Folumt primo in Fenezia 1752. I * 1 - Digitized by Google 40 -La Vita tO (74) Novello Cadmo , C Cadmo Italiano , fu di oppinione, edere ftata altresì invenzione del medefimo noftro Letterato 1* ufare la z j n cam- bio del t dopo vocale , e innanzi all’ /, cui fegue altra vocale, come nelle voci vìzio , malizia , e fomiglianti(75). Ma, per pigliare il filo principale del noftro racconto, l'anno 1525 . ( nel quale il Re France- sco I. di Francia eflendo ritornato in Italia, don- de l’anno avanti era ftato cacciato , e avendo già prefo Milano , attediava la Città di Pavia, la quale fu appreflò liberata dall’ efercito di Car- lo V- > che mife in Sconfitta 1* ofte Franzefe , e fece affrtff» Pietro Falvafenfe . i n 8. (74,) Nella Eloquenza Italia- na a car. 36. e 339. (75) In proposto delle Let- tere aggiunte « Valerio Ccntan- nio. Medico Vicentino, di cui parla lodevolmente il Marzari ■ella tua Jftoria di licenza, a car. 183. fcriffe al Trissino il feguente curiofo Sonetto , che ci fu comunicato dal più volte men- tovato Sign. sportolo Zeno . ì’O grande A» tji Urici nominato. A dijfertnlia Ai quel, cb‘ i tu ir. a ■ rii VE difl' ignudo i 1 di pie» valo- ri, A luta ai Alph' al Giet" accorti pugnato i Ch* nel fcnvir Tofcan ha ritrova • to Voflr’ alt’ ingegno i facindo maggiori Numcr di Lettre : eh’ in vano ti- no’i Si anno a chi nin ha 'l cervi ! fia catoi 1 Verrei faptr t Si noi Urica Scrittu- ra Leggenda > dtbben ritener* il futi-, no, Che nel Uggir Tofcan Kiara fi fin- ti. Ri ff tendete Signore che la cenfura. Et gran judicio vofira , a mt tal fono, Qual Sol ad g orno : a nette fio- co ardiate. Andar mi vi in a minte D' addimandar 1 fi l' Ita Gri't » timi La voce t eh' a V E Taf co fi ceti « m». Et forfè dicttn bini Quelli, che voljan pir ditti d' Hv miro L' Ita fuonar s cimi il Taf cu E pri- miera . Bramo faper il vero. Adunque fa- fi l' O Tofcan antico Terrà ’l fuun d' il Grt co 0 :cht mi- nor dico. Il Servo di Veflra Magn. Valido Cintannio- Digitized by Google DELtRlSSINO. 41 fece prigione il Re fte{fo(7 Papa Clemente impiegò in varj negozj il notlro Giova n gì orcio. e intra gli altri lo mandò una volta Oratore al- la Repubblica di Venezia C 77)» e ' [ferma per la concordia degli Ma quel [degnato , horntil-vente fiero * Scrittori , c per lo Elogio, che Con Pungine, ri rofiroil batti , elo '^tfU Chiefa di San Loren- dìmtna Si fai lamenti , eh' ci fuggendo a fina Hcrfer lo [campo f ho trova fenderò . Tal che aebaffata in lui fi» con gran fretta , Et forfè affatto fjenra l'arroganza , Che tutta Europa già foft in itlanza: ! dal Papa folte il T R I SJ I II O Ottd'io tengo nel cor ferma fgtranza , mandato Nunzio prima alla Rc- Che il Citi farà dei torti afpra ve »• pubblica di Ve.'CZÌa, e poi all’ detta | Imperatore: ecco le fue parole: ACriflo fatti ,§ a tuttala fua fetta .1 >} Clemcr.tis Septimi acerrimi (77) Cosi afferma il Tris-',, teftimatoris nutu ex Romana sino medefimo nella fua Ari».',, Curia ad Carolum Carfircnt ga, dicendo: Papa Clemente fu' „ Nuncius cfl elc&us : inde ad eletto al Pontificato,.,. S. Santità ,, SapicntifTìmum Vcnetorum fubito mi fcriffe uno P, rieve , ri- „ Scnatum . « In ciò fu egli cercandomi , ch'io dove/fi andar (e guicato dal Signor Marchefe a Roma , & io col confenfo, CT I Maffciìad Ri fretto deila P'ita del I zo di Vicenza allato all’altare idi detto Santo fi legge, e die I di fotto tra feri veremo . Gio- ivano! Imperiali nel Afufeo Jflo - \rico a car. 44. lafciò fcritto, che Digitized by Google 42 La Vita gno dì parttcolar menzione fi è un altro pubbli- co contralfegno deiramore , che gli portava. Ciò fu l’anno 1530. in occafìonc che dovea corona- re folennemcnte in Bologna l’Imperatore fud- detto (79)1 imperciocché, fecondo che affer- mano alcuni Scrittori (80), e appare chiaro da una del T r i s j i n o , e da altri : ma ficcome quelli Scrittori non ci daono il tempo di corali Lega- zioni , cosi noi non ci facemmo fcrupolo in notarne pri ma una che l’altra; e tanto più, quan- to che può edere veramente , clic andafle egli Nunzio a Sua MaclU Cefarea molto tempo dopo di edere dato Oratore a Venezia , cioè dopo il Sacco di Roma fatto dagl’ Imperiali nel IJZ7. , in cui effendo dato di- tenuto Io Bello Pontefice, e poi liberato per commillìonc dell’ Imperatore, edo lo mandò a ringraziare per un fuo Nunzio, accennato folamente in una Let- tera di congratulazione, che Io Redo Imperadore al Papa riferir- le in data di Burgos addi xxn. di Novembre di detto annoi 517.; la qual lettera Ci legge nei to- mo primo delle Lettere di Pria- dpi » ecv raccolte da Girolamo Rufcclii , Ja Veneti a appre/fo Giordano Ziletti, 1564. in 4. a car. no. a tergo; fe pure ciò non fu l’anno 1529., cioè do- po la pace tra loro fatta in Bar- cellona, di cui parla, tra gli al- tri , il Guicciardini nel terzo degli ultimi quattro litri della fua Ifi$ria\ avendovi una lettera di Sua Madia al Papa in data di Genova addi xxix. di slgo/lo 1519., che fi legge nel citato tomo delle fuddette Lettere di Prinnpi a car. 123.» nella qua- le fa menzione di un fuo Nunzio con quelle parole : Ha- vendo intefo dal detto Duca ,- & da' Reverendijfmi Cardinali . fuoi Legati ...., & dal SUO NUNZIO ,. & Zmbafiiatore , cc.....; il quale può perle fud- dette cofc fondatamente creder- li , foflTe Giovangiorgio. ( 79 ) Carlo V. fu coronato da- Clemente il giorno di San- to Mattia Apoftolo, cioè a dì 24. di Febbrajo: ed è JlTervabi- le, che nei mede^mo* giomcr egli e Ila nato , ed abbia prefo i fegni e gli ornamenti d’ Im- - peratore. Si vegga Alfonfo Ul- loa nella Vita di Lui molto eru- ditamente feri tra- ( 80 ) Gio: Imperiali , Mh- faum Hi/l or. a car. 44. Toirmia- fini Elogiaste, a car. 53. e Pao- lo Beni Trattato dell' Orig. del- la Famigl. Trijf. lib. 2- manu- fcritto, a car. 34., ove nota anche di malevolo il Giovio, che riferendo paratamente tale folcn- Dlgitized by Google DEI T R I S S I N O. 45 una lettera manufcritta del noftro Autore mede- fimo (81), da tanti Principi e Cavalieri, che a tale folennità fi trovavano , Clemente tralcel- fe il TiussiNoa portargli lo ftrafcico Pontificio; .onore» che per innanzi era /olito farli a Perfo- naggi di nobililfima Schiatta, e molto qualificati. Si trova fcritto apprelTo qualche Autore (Si), che Carlo V. facefie conte e cavaliere fi noftro Giovangiorgio» e lui co’ Tuoi difendenti privile- giaffe, che potefse mettere nd/arme dellaFamiglia la Imprefa del Tofone , c fi potefle in oltre dinorni- nare dal vello d'oro. Noi non vogliamo ora di- làminare, fe ciò fia vero, anzi il crediamo; che conte e cavaliere egli fteflò in qualche Tua lette- ra s intitolò (83), e alzò la detta Imprefa» con foprapporvi il mòtto Greco to zhtotme. ;non aax2ton (84), prefo dall’ Edipo di Sofo- F 1 eie folennkà , nulla facefle del Tri jliN o menzione. ("8 1 JvQucfta lettera di prò. prio pugno* del noftro Autore | c tra le altre lue manuferirte, cd è 'quella, che diramino più d’una volta in quefta Vita , fcritta da Marano all’Arcipre- te Giulio fuo figliuolo, fegnata 18. A/arz.0 IJ42. In effa egli parla cfprcffamentcdi quefto ét- to , ricordandolo al figliuolo qual /ingoiar h*neficiodal Pon- tefice a fe ufato. ( 8a_) Cioè approdo il Tom- mafjni, Elogia cc.-, a car. 54. c ’1 P. Rugeri , T ratina ec. a car. xxxin. ( 83 ) Veggafi la lettera di lui al Reverendo Prete Francefco di Grugnitola già fopracciiata, all’ annotazion. 3.C 26. ( 2 4) Il Fontanini nell’£/tf- quentLa Italiana a car. 380. rife- rire e fvariatamctwequAlo motto, rcrivendo in quefta guifa T o 2HTOTMENON A A ftTON* diche fu appuntato dal Signor Marchcfe Ma fife i a car. 8j. dell’ Fiume d’ elio libro del Fontani- Digitized by Google 44 La Vita eie (85)} che lignifica conftguir chi cerca ma nsn chi trafeura ; ed anche ftamparc la fece o ne’ frontefpizj, o in fine delle fue Opere. Si vuole bensì avvifare, che fe egli ebbe dall’Imperatore Maflìmiliano primieramente» come abbiamo ac- cennato al di fopra, e poi ancora da Carlo V. il privilegio di potere l’arme gentilizia adorna- re di detta Imprefaj come tengono alcuni (86), e come forfè volle dire il Signor Marchefe Maf- ie i, quando difle (87), che il Trissino imperaci ere Maffìmilian » riporto il Tofon d’ Or o\ e fe ; egli fu ni, che approdo citeremo, trat- to delle fue OffervaiÀoni Lette- rarie , fn Serena nella Stampe- rìa del Seminario per Jacopo Sal- tar fi 1738. in la. Articolo VII. a c.vr. 103. ('85. Verfo 110. (86) Nel fopraccinnaro Elo- gio, che è in San Lorenzo di Vicenza, fi legge: Aurei fuci- lerie infìgnibui , & Corniti* di- gnitate prò fe, & Pojlerit ab iifdem Impp. ( MaKimiliano , & Carolo) decorato . Il Padre Rugcri nella Trotina &c. a car. 33. pare che affermi , avere il T rissino avuto il fuddetto privilegio da Carlo V. , poiché gli t cbbc niarfdatoa donare (co- me diremo ) pel fuo figliuolo . Ciro il Poema dell'Italia Li- berata da' Coti. Quelle fono le fue parole : T itm vero P o s T- Q.U A m ledi 1T1 mai cjtjitm fiiius Cyrus , poema iliaci eidem Caro- lo V. patrie nomine donariam confccrauit , Aurei Velie- ri s Agalma dimidiato in Umbone fui Aviti Stemmati! , Imperai or is auttoritate , & con- cezione appingi voluìt , quo fa. cilius hac velati tejjcra, è fuo Pipite dedali a Sobolet, ab aliis & Laude, & Vice ti * , f amili* nobilijfm*, & numcro/tjfimafur- culit dignofeerentur . Contutco- ciò noi troviamo* erteti* Gio- va» Giorgio denominato dal Vello d' Oro ^rima che Ciro prc- feniaffc il detto Poema all’Im- peratore. Può effere bensì, che avendo egli avuto da Maflimi- liano il detto privilegio, con- fermato poi gli forte da Car- lo V. { 87) Nel Riflretto della Vita del noffro Autor , preme fl o la rirtìmpa delle fuc Opere. Digitized by Google DEL T R I S S I N Ó. 45 ■egli fu veramente da’ Monarchi medefimi fatto Cavaliere; non dee perciò dirfi, che forte egli da efli fatto Cavali er del Tofo» d'oro: concioflìac»- fache non fia mai fiato il T rissino arrolato in quell’ordine (88). Le fa- f88) Che ciò fia vero, ba- Trissino, che non era da fievolmente è provato dal Fon- trafeurarfi , quando veramente canini nella Eloquenza Italia- vi [offe fiato; e ciò tanto meno, va , ove a car. 380. dopo regi- che in quefio affare ci entrano Arata la primiera edizione del anche gli Araldi, 0 Re £ Armi , Poema dell’ Italia Liberata da' per ajfegnare a ciafcun Cavalie- Goti, così lafciò fcritto. Qui re lo Scudo, e /’ Infegne , tutte in fine, e in altri fuoi libri fi le quali Ji leggono efprejfe dal vede la pelle, 0 vello d'oro del C biffi elio . E a car. 474. dopo Montone di Friffo , da lui fof- j aver regi fi rato i Difcorfi ini or - pefo a un Elee in Coleo, e cu- f no alla Tragedia, di Niccolò fi adito dal Drago Volendo | Rolli., tornò a dire, come fc- il T R 1 ss 1 n o con quefia fua 1 guc ; Effendofi già mofirato non Imprefa alzata all'ufo di que' \fujfi fiere, che il T rissino, tempi alludere alle fue lettera - 1 comecnè talvolta fi dicejfe oAr. rie fatiche , e da fe ancora in- \ Vello d’oro, e meritaffe per - titolanàofi dal Vello d’Oro . j altro ogni onore, foffe perciò Ca- .Ala non per quefio egli intefe di valier del Tofone , perchè meri - far fi Cavaliere dell'Ordine del 'tare non vuol dir confeguire , qui T ofone - E poco apprelTo ; L'\fi può aggiugnere , che quefio Su- • Ordine del Tofone fu conferma- premo Ordine , detto in latino to dai Sommi Pontifici Eugenio Vclleris Aurei , nelle lingue voi - IV. e Leone X. ; e Gianjacopo gari fi chiamò del Tofone . ... Chifflezio ha data la ferie de' Nè può effere inutile il ridurfi Cavalieri » e de' Uro fupremi a memoria, come ne’ tempi del Capi dalla prima fua ifiitud-o- Trissino fiorì /’ Accademia aie fino a Filippo I v. Re di Spa - degli Argonauti conquifiat ori del gna, erede àe’ Duchi di Borgo- Vello d’Oro, poco fipra acc ca- gna: e ne ba fcritto ancora un , nata* Se poi egli fi diffe Co- temo in foglio Giambatifia A/au-j me; & Equcs , ciò nulla impor- rizio e altri pure han- ita, petchè non fu foto a chia- na pubblicati gli Statuti dell' ' mar fi in tal guifa . 11 Mar- C'rdine, e gli Elogi de' Cavalle - 1 cii'eje Maffci nell’ E fame del ri: ma fenza alcun merlo del [ (udektto. Libro del Fontanini , Digitized by Google 4 fìccome l’altra volta, la fentenza incon- tro. Tuttavolta collo ro infiftendo, agli Auditore Vecchi appellarono di ella fentenza, dai quali fu poi rimeffa la Caufa al Configli dì xl, civìl-Nuo- vo. Ma quella volta Gì ovan Giorgio delibero di orare elio pubblicamente , e dire in Configlio le fue ragioni : per la qual cofa comporta in comunal dialetto Lombardo una forte Aringa (pi)» sì bene, e con tale efficacia davanti ai Giudici la recitò, che all’ultimo (pi), con gran- de feorno e rabbia degl’ incaparbiti Comuni, egli fentenziarono a di lui favore (p$). Sera egli ammogliato la feconda volta a Bianca (P4). figliuola di Niccolò Trillino, e di Cateri- na Ver- » ( 9 1) Quella è l'Aringa da noi citata sì fpctfo nella prefen- tc Vita-, e Cc nc conferva copia nella Libreria de’Cherici Re- golari Soraafchi della nolìra Città di Vicenza. (92) Avvitatamente s r è det- to all' ultimo , perciocché non tappiamo, che il Tri ss ino per la narrata cagione piatile più colle dette Comunità : ben è vero, che i di lui Poderi ap- po fua morte ebbcro«a foffrir da colloro per lo ftctTo motivo nuo- vi difturbi . (93) Crediamo ciò fofle o' nel principio dell’anno x 5 3 1. ? 'o nella fine del precedente; e | lo argomentiamo da ciò che e* 'dice nella citau Lettera al Pre~ ! re di Grugnitola , ed è; Le cofe | della [acuità mia dopo molti tra- | valji fono quaji tutte rajfcttate, e trovami manco povero ch'io ' fojft nati, I « ♦ quella .ftponda fua | moglie fa il T r iss 1 no ono- ratole njènzione nc‘ fuoi Ritrat- ti > Citila» Re (fa fi parla altresì con lo.Je’nel libro intirolaro:7" at- te U Dgnne maritate , Vedove,, è’ I)ongeil/ \ ptr Lugrezio Bec- candoli Bologne fé *»/ magnanimo’ Ai, Fr ance [co elei Scolari , Ere- siano , Digilized by Google j N - 4? L A V I T A na Verlati (p?), e già vedova di Alvife Tri Ar- no (ptf): la quale partorì a Giovangiorgio u n figliuol [ciano, [no Signore . in 4» fcn- za efprcffione di luogo» anno, e ftampatore. (9 5 ) Se il Tommafini negli Elogi, a car. 53. dicendo:,, De- ,, funóto Leone X. in Pacriam rc- „ diic.... Anno mdxxiii. fe- » cundas cum Bianca fui Sxcu- 3, li Helena , Nicolai Triffini », Vidua nuptias contraxit : « volle dire , che Bianca, quan- do fi fposò a Giovangior- g 1 o foffe vedova di Niccoli Trillino» prefe certamente uno sbaglio , come lo prefe il Sigi Apollolo Zeno nella Galleria, e gli altri , che ciò affermano apertamente. Imperciocché Bian- ca non fu vedova , ma figliuola di Niccolo Tuffino, come dalli fc- guenti Alberi dal Sig.Co: Anco» nioTriffino del Sig.Co:Piero, corr umaniflìma gentilezza fommini- llratici, evidentemente appare» 1. i. . i . Birtolommeo Trillino. NICCOLO' Tullio©» Cafparc Trillino» in in in Chiara Mirtinengbi. Caterina Verlati» Cecilia Bevilacqua. 1 L 1 ALVISE BIANCA. CIOVANGIOR.GIOPoet.ec» in in in BIANCA di Niccoli 1. ALVISE di Battolar»- BIANCA di Niccoli Trillino ; da cui la li- mio Trillino . Trillino , da cui li Nob» nei del Nob- Sig.Co: a. GIOVANGIORGIO Nob. Sigg. Co. Co. Ci- Piero. Tuffino Poeta ee. r® , e Nepoti Trillino • Senza di che Paolo Beni ncljwe/rfe, figlio unico (cioè di Ma- Trattato dell' Ori*. della Fa ! fchi ) ec. In oltre dalla Scrittu- migl. Triff. lib. 2. Manofcritto, ! ra nuziali d’ effa Bianca , fe- dove parla delle Donne illufiri | gnata addì 18. di Febbrajo.... della detea Famiglia, venendo | fatta col fuddetto Alvife Trif- a Bianca, dice; Bianca peri fino, fi ha non pure che effo la fuafingolare belletta merita-' fu il primo fuo marito, madie mente chiamata l' Helena della j il valore della fua Dote fu di Du- fua età, hebbe due mariti dell’ | cali tremillccinqucccnto , cioè ifteffa famiglia: fu il primo . di lire Vi niziane 21700. ; Dote Luigi figliodi SartoiomeoTrif-' affli Cofpicua 3 quc’tcmpi. EJ fino , & di Chiara Martine ri ] anclie di q-uefta notizia ci con» ga, a cui partorì 6. figli mafihi, fediamo debitori al predato Si- ti' 2. fenmine : fu il fecondo gnor Conte Antonio Trillino. Giovangiorgio, Poetaf (96) Alvif: Triflino fe te» Gr Oratore, & hebbe Ciro-Cl>- \ ttamento del ijìi, , c poco di poi t I Digitized by Google del Trissi.no. 4P figliuol mafchio, appellato Ciro, ed una fem- mina . Ora dopo qualche tempo nacquero dif- fenfioni tra Bianca, e l’Arciprete Giulio, fi- gliuolo della prima moglie d’effo Giovangior- gio: delle quali principal cagione fi fu , che amando ella teneramente, ficcome è naturai co- ti , il fuo proprio figliuolo Ciro , s’ adoprò in guifa , che il marito Umilmente facefle, e fee- mando l’affezione fua verfo Giulio, lui più cor- dialmente inchinalfe ad amare . Le quali cofe diedero apprelfo motivo all* Arciprete di piatire lungamente col padre, da cui prctefe* e in fine poi confeguì non poca parte di fua facoltà. In quello mezzo la Patria impiegollo in un affare molto importante . Ciò fu fpedirlo fuo Oratore (in uno con Aurelio dall’Acqua e Pie- ro Valmarana, Gentiluomini Vicentini,) a Vene- zia per contrapporre ad una troppo altiera ri- chieda degli Uomini della Terra di Schio, Di- llretto di Vicenza. Volevano coftoro non iftar più foggetti al Gentiluomo Vicentino, che reg- gevagli, e regge ancora con titolo di Vicario; e però nel principio dell’anno 1534. ardirono di chiedere al Senato Veneziano, che rimolfò quel- lo, un fuo Nobile Patrizio defse loro a Retto- re . Ma sì giulle furono le ragioni da’ Vicentini G Ora- poi fopravviffe; ficcome colla \o in quell’ anno, o l’anno ap- iolita gentilezza mi fc certo il preffo Bianca fi farà a G iovan- Sig. Co: Antonio Trillino fud- ciorcio rimaritata, detto, fuo difendente; laonde Digitized by Google 50 L A Vita Oratori addotte in prò della Patria , che non ottante che Baftian Veniero, gentiluomo Vene- ziano, incontra nringifse, i Giudici conferma- rono la giurifdizione della Città noftra, e con- dannarono gli avverfarj a rimborfarla delle fpele dovute fare pel detto motivo: loro davvantag- gio vietando penalmente di più contravvenire a tale deliberazione (57). E per dire di altri onori , a cui fu egli dallaPa- tria elevato, troviamo, che nel 1536. addì 27. di Maggio era uno dei Deputati alle cofc utili della Città (p 3 >; ficcome nel mefe fufleguente era Confervatore dette Leggi ( 99 ) : e pochi anni appretto, cioè nel 1541. (100), fu ricevuto nel numero di que’ Nobili, che formar doveano il Configlio centumvirale > detto anche Graviffìmo , dcll^ Città , allora allora riformato.. Morì in que’ tempi il celebre Poeta Giovanni Rucettaii tanto amico delnoftroTiussiNoi il qua- le fin dall’anno 1524. (nel qual tempo era Cartel- lano di Caftel Sant’Angelo in Roma) avendo com- (97 ) Veggafi io Statuto no-| ( 9 8) Statuto noftro fuddet- firo lib. 4. pag. 176. a tergo . to, Lib. Novm Partium , pag. Noi ci fiamo ferviti dcli’cdizio- : 197. a tergo. Qui il Trissino nc fattane l’anno 1567. con ! è schiantato Dottor , &£qnes. quello titolo ^ Jhs À/nnicipale \ (99) "Statuto noftro, ivi » l'iccntinum , cum sìddit ione Par- png. 19H. a tergo.. tium Jlluftrijfimi Dominii . Vt - 1 (loo)Statuto cc.. Ivi, pag. nttiit , Motxvii. ad infiantiam I 185. c 186. a tergo, cdanchcqui BartMomei Centrini. infoi. | il Trissjno è detto Cavaliere. Digitized by Google DEL T R 1 S S I N O'. 51 compiuto il belliflìmo luo Poema delle /#/>/, non volle pubblicarlo infinoattantochè il Tassino da Venczia> ove era Legato di Papa Clemente, non foffe ritornato, perchè volea farglielo rive- dere.. Ma non avendo' potuto ciò effettuare fo- praggiunto dalla morte , al fratello Palla , nel raccomandargli prima di morire tra gli altri Tuoi componimenti il detto Poema, notificò tale Ilio penfamento : onde quelli poi fauna 1 5 39. mandan- dolo alla luce, al Tm ss ino lo intitolò (101). Intanto effendo la fopraddetta feconda fua moglie Bianca pallata di quella vita l’anno 1540.. C102), le liti già incominciate tra fe e’1. figliuol’ G 2. Giu.- ( IO * ) La Dedicatoria di Pai- 1 Antonio Volpi , il quale poi lai ta Rucellai al Tr issi no è . fece pubblicate in un col Poc- fegnata *li Firtnzj addi li. di ma ftdlbdelle Api, ecollaC*/- Gennajo 1539.5.6 in e(Ta affer- ] tivazione di Luigi Alamanni „ ma di efeguite in Dirar ai templi di Ciprigna , e Marte Le mie vittoriofe , e chiare palme , ( l0 5 ) Cosìdiceegli nella De- dicatoria del Poema fletto a Carlo V.; ma in una Lettera al Cardinal Madrucci , che ap- pretto allegheremo, accenna d" averne Cpcfi xxv. Digitized by Google L A. V I T A glieli, per efsere anch’efso malato di quartana;- accomandando con fua lettera al Cardinal Cri- ftofano Madrucci, Vefcovo e Principe di Tren- to, il Dottore medcfimoi e pregandolo, che ali' Imperatore lo facefse introdurre- Quelli sì fece; el dono fu fommamente gra- dito alla Maellà Sua, che moftrò nello flefso- tempo gran delìderio d’ averne: ancora il rcftan- te.. La qual cofa da Giov angiorgio intefa, ritornò prettamente a. Venezia, e gli. ultimi di- ciotto libri, colla maggior, follecitudine: a perfe- zionar fi diede; e poi fattigli ttampare l’anno^ 1548., a quella volta pel figliuol Ciro gliel’in- viò; elfo altresì al. lùddetto Cardinale raccoman-- dando con maggiore affetto-,, dicendogli, che per la fua giovanezza egli più abbifognava di con- liglio, e di ajuto (106): i quali libri da fua. Maellà. ( 106 ) Vegganfi le Lettere \ fiche fùe cTAnhi Venticinque*. dall' Autor noltro fcritte a Sua ! che le avea dedicate c manda- Macftà , e al predetto Cardina- te, grate le foffero Hate, e ac- le in propoli to di ciò, inferite ! citte .■ foggiuogendo*. che nont nella, già citata Prefazione del | a vendo ardi mento a chiedere co- Sig. Marchefe Maffei alle Opere j fa alcuna , al perfetto giudici» di lui a car.xxt. xxn.. xxit 1 . 1 della Maefià Sua, come fapien-' c xxiv.; in una delle quali , I tiflìma , c liberali/fma che era,, che è a car. xxwi. al Cardina* | fi rimetteva . le indiri eca * fegnata di Venezia I Qui vuol novamente notar- Giovcdì, addì x.. di Dicembre fi ,. che dalPcHferfi il Trissino 1548., dice , che dcfiderava ,! in quelle Lettere foferitto. Dal che da Sua Maefià fojfe noti fi- ; Ve ilo d’OKo, chiaro» appare, cato ai Móndo per qualche ma- ! non aver egli avuto da Carlo nifeflo fegno , che le vigilie e fa- [ V. per la Dedicazione del det- to Digitized by Google DEL T.RISSINO. 55 Maeftà furono ricevuti collo itefso .gradimento , che i primi. Ma per pafsare ad altre cofe, fu il noftro T r issino familiare eziandio del Pontefice Pao- lo III., a cui nel .1541. efsendo per andare (come in fatti vandò) ad abboccarli la fecon- da volta con Carlo V. a Lucca, indirizzò «un fuo Sonetto ( 107 ) : e altra volta certo vino mandoglf ,3 donare ; del qual dono, e deH’efser- fi ricordato di fe , il Papa Io fece ringraziare pel Cardinale Rannuccio Farnefe (108), grande amico del Trissino (iop). Nel tempo, che il noftro Autore era lontano dalla Patria, ed infaccendato nel mandar a lu- ce i proprj componimenti, l'Arciprete Giulio, che pure continuava la fiera lite contro a lui -, •tutte le fue rendite fece ftaggire: il perchè in fran- to Poema la conceflfìonc di co- si denominarli , comcpare, che voIeOTc il P. Rugeri nella citata ' Declamazione; ma fc pur da lui ! l’cbbe, come dicefi anche nell’ Elogio dianzi mentovato, che in San Lorenzo di Vicenza fi legge, certamente molto rem», po avanti la ebbe, cioè quan- do in Bologna alla Coronazio- ne dell' Imperatore medcfimo fi trovò prefente. (107) Quello Sonetto, che incomincia: Padre , fot to' l citi Scettro al- to rifofa, cc. | e che non è tra le fue Rime dcllà prima edizione , eflcndo j Hate molto tempo avanti ftam- pare^ fi legge nella Raccolta dell' Atanagi , par. pr. a car 89, a icrgo \ e nella edizione di Ve- ronaTom.i.a car. 377. (108) La Lettera di quello Prelato al T rissino (cricca d’ordine del Papa, c in data di Roma a dì jy. di Febbraio ,548. (109) Nella citata Raccolta dell’ Atanagi a car. 90. fi vede un Sonetto del T r i s s i n o al predetto Cardinale indirizzato. Digitized by Google 5 r> L a V i t a granditfima ira montato egli, fe tc-ftamento, e in tutto e per tutto Giulio difereditando , Ciro inftitui erede d’ ogni Tuo avere; aggiungendo, che moren- do quelli fenza dipendenza, gli fuccedelfero nell’ eredità del Palazzo di Cricoli i Dogi di Vene- zia, e nel rimanente de’fuoi beni i Procuratori di San Marco con ugual porzione . Dichiarò CommelTarj del detto Tellamento il Cardinal Niccolò Ridolfi , allora Vefcovo di Vicenza , Marcantonio da Mula, e Girolamo Molino; or- dinando, che appreffo la morte di fe, folle il fuo corpo feppellito fui campo di Santa Maria .degli Angeli di Murano in un avello di pietra ijiriana: la quale volontà mutò dappoi in un co- dicillo, ordinando invece, che volea cfsere fe- polto nella Chicfa di San Baftiano di Comedo * territorio di Vicenza, ce» ornamento di rofe , e lidia fepoltura 'vi fofsc polla quella fempliee breve iscrizione; £uì giace ciò : G io AG io t ris- sino . (iio) Pur finalmente anche quello piato ebbe; fine ma Giovangiorgio fuori di tutto il fuo penfie- ro n’ebbe la fentenza incontro, e dal figlio fi vide fpo- (llo) Si può credere fonda- \Janiculo, 1548. in 8., introdu- t. -urente, che per aver egli do- ì cede il perfonaggio nominato vuto (offerire tante c si fiere ; Sìmitlimo Rabbatti a così fda- liù , avvifatamentc nella fualmare contra gli Avvocati ; c Commedia de' Simulimi* contro a ogni forte di Im- para in Venezia , per T olmmeo j gio . O rra- Digitized by Googl DEL TRlSSI.NO. 57 fpogliato d’una gran parte de' propri beni. Del- la qual cofa sì fi crucciò} e difpettò che rifol- vette di abbandonare affatto la Patria* e lafciati prima fcritti due molto rifentiti componimenti in fegno di fua indignazione (ni) , andofsenc H dirit- O maledette fian tutte le liti » JT uni i garbugli , e tutti gli Avvocati , Nati a ruina de f umane Senti, . Che fi nutrifeon degli altrui dif canài * Difendendo i ribaldi con gran cura'. Et opprimendo i buoni ; che i feelefii • Gli fon più cari , e di mag- gior guadagno: Nè cofa alcuna è federata tanto , *Che non ardifean ricoprirla , e farla Rimanere impunita da le Leggi , Di cui fono la pefie , e la ruina . Sono rapaci , e fraudolenti , e pieni ~D' in fidie , di perjuri , e di bugie , S end alcuna vergogna , e fen- z.a fede , Servi de l'avarizia , e del denaro . Mentre che fiato fon f, opra 7 Palaz.zo Quafi tutt' oggi in una lite lunga D' un mio Parente , l' Avvo- cato awerfo : Tanto ha ciarlato tc. Da quelle ultime parole fi può dedurre , aver egli in ciò avuta la mira alle proprie liti. (■ni) I Componimenti die c’ fece avanti la fua ultima par- tenza dalla Patria, fono primie- ramente il feguente Epigramma latino , che fi legge eziandio llampatO' negli Elogi di Monlìg. Tommafini pag. j 6., ed anche tra le OpcTe del noftro Auto- re della riftampa di Verona Tom. 1 . in fine. „ Quatramus terras alio fub ■ 1 , cardine Mundi, f „ Quando mihieripitur frau- „ de paterna T)omus. „ Et fovet hanc fraudem Ve- netum fententia dura , ,, Qux Nati in patrem com- probat infidias: >» Qux Natum voluit confe- &um xtate Parcntem, „ Acque xgrum antiquis pel- lcre limitibus. „ CharaDomus, valea*, dulcef- „ que valete Pcnates, „ Nam rnifer ignotos cogor adire Larcs. Indi un Sonetto, che fu in- ferito nella Biblioteca Potante del Cinclli, Scansìa xxn. ag- giun- Digitized by Google 58 L A V I T A dirittamente all’Imperator Carlo V. , al quale cariflìmo era* da cui apprefso licenziatofi , da Trento, fenza purpafsare per Vicenza, fe n’andò a Mantova r e quindi da capo, tuttoché vecchio fofse, e molto gottofo , fi ritorno a Roma, do- ve era Rato tanto onorato, ed amato ( 112 ). Ma poco quivi fopravvifse, concioflìachè l’an- no 1550. tra per lo cruccio, e per la vecchiez- za, pafsò di quella vita in età di fettantadue anni (113). Non fi fa veramente ove fia di prefen- giunta da Gilafco Eut elide» fc, Pafiore àrcade , ( cioè dal P.Ma- nano Rude Carmelitano cc. In Roveredo frego Pierantonio Per- no , 1736. in 8.: a car. 82. e 83. il qual Sonetto fu comunicato all' autore di quella S con zia dal ! Cavaliere Micbelagnolo Zorzi , | di cuifeperciòa car. 8+. lodevol menzione, E' notabile l’errore cotnmef- fo da Luigi Groto , fopranno- minato Cieco d’sldria, in pro- poli to di quello Sonetto nelle tue Lettere familiari. In Vene- zia , preffo Gioì sintonia Giulia- ni , 1616. in8.a car. 124.; per- che quivi parlando del Tr is- si no lo chiama Brlsci ano, e Padre deir Jtalia Illustrata. (na) In alcune manoferitte memorie intorno al noltro Au- tore, comunicateci cortefcrr.cn- te dalla gentilezza del lodato Sig. Apoftolo Zeno , dopo 1 ' Epigramma e Sonetto fuddetti , ili legge come fcguc. M. Zan- ! zorzi fece ciò per una lite, che \ veniva tra ejjo , & P Arciprete | M. Giulio fuo figliuolo di la Ca - \fa di licenza , ove dillo M. Zanzorzi hebbe una fententia centra in Quarantia , & con queftà opinione andò a P Impera- tore, e ritornato in Trento fen- za venir di qua per la via di Mantova, Ticchio , pien di got- ta Il rimanente non s’ intende per edere rofo il foglio. ( 1 1 3 ) Che il Trissino moridc l’anno 15 jo. conila non folamente dal concorde confcn- fo degli Scrittori, ma da una Lettera di Giulio Savorgnano , fcritta a Marco Tiene, gentil- uomo Vicentino , fegnata di Belgrado addì 29. di Dicembre 1150.: della notizia della qua- le al già mentovato Signor Aba- te Don Bartolommco Zigiotti ci confefflamo unicamente de- bitori. Digitized by Googli del TRissino. 59 preferite il fuo monimento } ma Autóri parecchi hanno fcritto, eflergli ftata data fepoltura in Ro- ma medcfimo nella Chicfa di Sant’Agata entro lo ftefso Depofito, in cui era ftato fepolto molto tempo innanzi il famofo gramatico Giovanni Lafcari (114); e Jacopo- Augufto Tuano nelle lue Morie) facendo di Giovangior.gio molto onorata menzione) accenna) che gli fofse ftata anche fatta una lapida» poiché dicc 5 che efsen- H. 2 do ^114) Tra gli altri Scritto - 1 della Città coltra, di cui il P, ri , che addurre li potrebbono, Rugcri avea fatta menzione avvi Paolo Beni , che nel T rat- nella detta fua Opera a car. xxvr. tato àell'OrigMlla P amigl.Triff. | dice come fegue . ,, Quoniam lib. 2. manoferitto, a car. 34. cosi dice : Partitofi ( il noftro Autore) nell' A. 72. della fua et 4 per di f gufi 0 dalia Patria-, il che egli efpreffe con alcuni verfi latini & volgari ( cioè l’ Epi- gramma, c*l Sonetto predetti) li quali ferini a penna nella li- breria Ambroftana di Alitano con altre molte fue compojìtioni non ancora fiampate fi conferva . no , andò in Germania a ritro- vare l' Imp. Carlo r., & ritor- nato in Italia per la via di Trento , e Mantova pafsb a Ro- ma , ove morì , & fu il fuo Ca- davere poflo in Depofito nella fe- poltura del Lafcari. E Olindro Trillino in fine della DeclamazJone latina del P. Rugeti, citata di fopra, da elfo fatta (lampare, traferi ven- do il già mentovato epitaffio, che fi legge in San Lorenzo „ meminit Au&or Epitaphii , „ Cenotaphio loann. Georg. •„ Trifiini Vice ti* infculpto „ (Relliquum cnim tanti Vi- ,, ri, quod Claudi poterat, Ro- ,, M.C in Tempio S. Agatb* in „ Suburra Conditu.m Fuit) il- lud hic &c.“ E finalmente an- che lo Beffo Rugeri nel citato luogo afferma , che Eius offa-, ( di G 1 o V A N G IORG I o ) , Roma cum Jo. Lafcari cineribut affervantur . Comunque lia di ciò, fatto fta che al prefentc in S. Agata di Roma tuttoché fuf- fiffa il fepolcro del Lafcari , non fuffifte più veruna memoria del Tr issino; come ci fe certi il P. Girolamo Lombardi della Compagnia di Gesù con fua lettera fcrittaci da Roma addi 11. di Novembre di queft’ an- no 17} 2. Digitized by Google tfo La Vi t a do diroccato il monimento nella reftaura2ione‘ del Tempio (non ifpecifica quale^, ove era Ila*- to feppellito, gli eredi Tuoi un altro gliene pofe- ro in San Lorenzo di Vicenza nell’avello de’ fuoi Antenati ( 1 1 5 ) - In fatti in San Lorenzo fi vede l’infrafcntto e- pitafio, opiuttofto elògio, tante volte in queft3 VitA citato, da Pompeo Trillino , e da’ fuoi affini' fatto ivi fcolpire , non veramente fa 1’ avello' degli antenati fuoi , come erroneamente ha la- rdato fcritto ilTuano, ma allato all’altare dr detto Santo , a perpetua decorofà memoria di; un sì grande uomo.- IOAN- ( 1 1 J ) lllujhis Viri J m obi Au~ Xufii T hunni Hiftoritrum fui tem. pori s Ab Anno Domini i J43. nfque Ad annum 1607. libricxxxvt 1 I. Gcnev* apud Heredet Pctri de U Roviere 1616. in fol. Tom. I. lib. vi. pag. 100. Ann. 1550. Lite. D. „ Obli c & hoc anno « I. Georgius Triflinus peran- » tiqua, nobiliquc Vicetise fa. » milia, ad virtuccm, Se lite- „ ra* natus , linguarum periti f- j> fimus» Se omni Scienciarum ,, genere exercitatiffimus »> Roma laboriofz virar finem „ impofuic anno xtaris lxxii. >» Diruto Monumento» dum „ Templum inftauratur , in quo „ conditus fuerac , Hacrcdes al iud i» ei ad S. Laurentii in Majo- „ rum Scpulchro Vicctia pò- » fuerunt. Digilized by Googli 61 IO' ANNI GEORGIO TRISSINO Putriti o Vicent. tAtn nobilitate , quarti dottrina , (fi integt itato Leoni Decimo , & Clementi VII. p 0 „t. Max. necnon Alaximil. (fi Car. V. Impp. aliifique Pfincipibus acceptijfimo , Legationibus prò Cbrifiiana Repub. temporibus difficillimit fattici cum oxitu apud eofdem per alì is : Dacia inde Regi desinato . Jn Coronai ione Caroli Imperatorie ad Sacra Palla Pontificia nitentis ferendi Syrmatis Munus , infignioribus Principibus ad hoc ipfum afpirantibut pofi habitis , Bononia eletto . Aurei Ve Iter ij Infignibus » (fi Comitis dignitate prò fi » & Pofieris ab eifdem Imperatori b. decorato. Apud Ser. Remp. Venetam fapixs Legati nomine de Clodianis Satin ù , de Ve. rona refi itut ione ( 116 ), De Pace , Deq\ aliis negotiis gravibus re ad votum tran fatta. Sublimiori gradu Sobelis ergo r confato. Operibut plurimi e cum antiquitate ceri antibus elucubrati s. Rebus finis* & Pofieris eidem Inclyta Reipublìca Ven. ex tefi amento commendatis . Vitaq; religiofijfimì funtto Anno Aitai is Sua LXXII. Virgìnei vero Partus A4. D. L. P ompejus Cyri Comitis , & Eq. fil. unicus Superfies, Nepes, (fi Hares , AJfinefq; T anti Antecefioris Memores pii, gratiq; animi A4. P.P. An. Salu. A4. DC. XV. Non (116) Di ciò non facemmo [nc abbiamo trovate tipruovc più fpecial menzione, perchè nonjficure. Digìtized by Google 61 L A V I T A Non dee tralafciarfi di qui trafcrivere altresì l’ Oda latina da Giufeppe Maria Ciria fatta in lau- de del noftro Trissino ( 117) - j) FAma centenis animata linguis » Aureo pergat refonare cornu 3> Trissini Busto fuper 5 & jaccntés 33 Excitet umbras. 33 Fas ubi trilli gemuere lu e Lamino Perugino nel MDXXjy in 4. . e C^enza luogo > anno> e ftampatore ) in in 8. (120). e (Cón la SofonUba , i Ritratti , e l'Orazione al Principe Oritti ) In renezJat per Girolamo Penzio da Le. che, MDXXX. in 8. C Venezia per Agoftino Sindoni MDXLIX. in 8 e finalmente in rerona coll’ altre Tue Opere ( 1*1 )• li. EPISTOLA de le Lettere nuovamente aggiunte ne la 1 2 > Lin- (120) Nel Catalogo della Li - oreria Capponi, 0 Jta de' Libri del fa Afarchcfe Alejf andrò (ire. gor io Capponi, Patrizio Roma-\ no ec. C on Annotazioni in di- j verfi luoghi cc.. .. i n R oma ap- preso il Bernabb, e Lazza. : rmi 1747. in 4. a car. 377 .| vedcfi regillrata tale edizione;) ma farà forfè quella fleila, che fic fu fatta unitamente co’ Ri- ! tratti, e colla Sofonisba , cd al- ‘ tro, da noi per altro non ve-| duta, che ha quelle note in fi-| j ne P. Alex. Benacenses F. Be- na. V. V.; fecondo che dice il j Cavaliere Zorzi nel Ragguaglio ! JJlor. della rita del T r 1 s s 1 n o manoferitto, in fine> cd anche nel Difcorfo fopra le Opere di lui , llampato nel tomo 5. della Rac colta A'Opufcoli ec. in Venezia apprcjfo Crijtoforo Zane, i 7 jo. in la. car. jp8. Di quella Rac- colta ne è benemerito Autore il celebre P. D. Angelo Calogerà. ( 121) Tom. a. a car. 2 7 p. . Digitized by Googlc -. rugino nel MDXXIIII. di Ottobre, in 4. e m Venezia ( Tenz’ anno , e ftampatorc ( 13*)) in 8. e ( COn la Sofonisba , l'Epiflola de la Vita ec. , ed al- (*27) Tom. 3. a car. 993. ( ia8 ) Tom. 2. a car. 201. { 12 9) Il Fontanini nel regi- ftrare nella tua Eloqu. hai. a car. * 75 - la fudJetta edizione, prete uno fbaglio, notando Venezia in vece di Vicenza. (130) Tom. 2. a car. 243. ( l ì*J Nella Prefazione alle I Opere del rioftró Autore a car. xxx. ( 1 3 2 ) Si legga il Difcorfo del I Cavaliere Zqizì {opra C Opere j del noftro Autore a car. 440. Nel Catalogo della Libreria Cap- [poni, a car. 377. Ih regiftrata [un’edizione di qucft’Opcra in j 8. lenza nota di ftampa, ma quella Digitized by Google 70 L A V l T A ed altro ) In Venezia per Girolamo Pernio da Ischi mdxxx. in 8. e V* net. per Ago/lino Bindoni MDXLIX. in 8. e finalmente in Verona colle altre Tue Ope- re (133). Il T rissino fcrifle quell:’ Opera a mòdo di Dialogo , e in ella lodò parecchie Donne rag- guardevoli del fuo tempo i facendo tra le altre menzione )come fopra è già detto) di Bianca fua feconda moglie, chiamandola beiuffima giovinetta . Vi. Il Castellano, Dialogo , nei quale jì trae. ta de la lingua Italiana . In Vicenza ( fenza nome dello ftampatorc, nè anno della ftampaj ma ter Tolomeo Janiculo IJ29. ) in foglio. e ( colla Volgar Eloquenza di Dante) in Ferrara per Domenico Alammarelli M D L XX X 1 1 K in 8. Fu riita mpato anche tra gli Autori del ben parlare (134), e in Verona coll’altre fue Opere (135). II TrissiNO mandò quello fuo Dialogo a lo ili ufi re Signor Cefare Trivulzio , fottO il nome di Arrigo Dori a ; e iperfonaggi, che v’introdulfe a favellare, fono Giovanni Ruceiiai col nome di Ca/iciiano, il quale di- fende l’Autore da quanto gli fu fcritto contro circa le nuove lettere } Filippo Strozzi , che lo Cdlfura, e gli quella forfè farà, che abbiamo] (133) Tom. 1. a car. 267. accennata al di fopra nell’anno- . ( 134) Tom. r. a car. 41. (azione 120. I (133) Tom. 2. a car. 2 19. Digitized by Google 71 DEL T R I S S I N O. .c gii oppone le parole medcfime de’fuoi avver- sari ; e Jacopo sannazx.aro y che difende le ragioni del Trissino. VII. Della Poetica; Divisone i. n. m.*iv, Jfu riceva perT olomeo Janiculo da Bretfa MDXXIX. di Aprile. in foglio . Monfignor Fontanini regiftrò nell’ Eloquenza ita. liana ( 136 ) quelle quattro prime Divijìoni in tal guifa : Dalla Poetica di Gìangiorgio Trijfmo , Divijìoni iy. in Vicenda per Tolommeo Janicolo 1563. in foglio: ma flc- come noi non abbiami vedute altre edizioni , che la fuddetta del 152 p. , e quella di Verona ( «37 ); e di altre non facendo menzione nè il Fontanini medefimo, nè l’Autore del Caia - lego della Libreria Capponi , nè ’1 Cavaliere Zorzi in nefliina delle due fue Opere intorno al Traino, (138), nè finalmente chi compilò la Biblioteca italiana (i 39); così crediamo agevolmente , che egli in ciò fi fia ingannato . Lo Hello diciamo parimente della feguente impresone delle altre due Divijìoni , da lui notata i 140) fotto il 1564. (136) A car. 354. j 1718. in 4. a'car. 191. num. 16, ( 1 37 ) Coll’ altre fue Opere, e 17. e nell’Indice: Il Com- Tom. a. a car. 1- ! pilatore di quella Biblioteca fu (138) Cioè nel Difcorfo /o-jNiccoIa Franccfco Haym Ro- pra le Opere di lui, e nella Vita mano. del medefimo manuferitta. ! ( 140) Neil’ Eloqnjtal. a car, { li9)Biblioteca Italiana cc. In 354. Venezia prejfo Angelo Geremia . | Digitized by Google 7 2- La Vita , 5 che pure non farebbe il folo errore conv meflfo dal Fontanini in quella fua Opera. Vili. Della POETICA; V. e VI. Divifione . In Ve . - per Andrea. Arrivatene , MDLXIII. in 4. Sono fiate tutte ultimamente riftampate ì* a?»»* coll’ altre fue Opere ( 141 ). Quelle ultime due Divìfioni furono dedicate dall* Autore ad Antonio Perepoto Vefcovo di Aras ? con dirgli > non aver loro data 1' ultima mano per effere fiato in quel tempo grandemente occupato nella teffi.- tura del fuo Poema dell’ Itali * Liberata da Goti , Nelle prime quattro Divìfioni tratta egli de’ Ver- fi , delle Rime , e delle varie maniere de’ Li- rici Componimenti volgari : e dice in princi- pio » che fé bene da molti Poeti tra fiato pot tic amen* te Jcrittoy e con arte , pure nefiùno fin al fuo tempo avea deir^r/ a voffra Reve- ( 147 ) Furono più volte flant-j rtndìffìm a Paternità molto , & pata. V. fopra car.31. annor 55. | molto mi raccomando. ove s’c favellato di quefta Ora- i Da Cric oli-, di luni, cin- cone . V‘t di Marza del mille cinque - ( 148) Tom. 2. a car. 28?. cento trenta/ette, il tutto di (149.) In fine di quefta Let- \ Fopra RevcrenditfmaTatermta. tcra fa il Tris sino menzio - 1 Giovanceougio Trissino. ile fuccinta eziandio di certi al - 1 Quefta lettera non (apremmo tri Villaggi del Territorio di perchè non fi a (lata inferita nel- Viectiza ; c poi termina con | la edizione di Verona , quefte parole: A 1 on faro più I ( 15° ) ^ P inrgia appreffo lungo , perciocché effondo Monf,-\ Pietro dei Nicolini da Sabbio gnore Brevio noftre lo apporta- \ mdm. in 4 * * Car> 3 ^ 1, a tcr S 0, tare di quefta, egli fupplirà a I (iji) Ivi» ed anche a car. bocca a quello , che io bavero [383. in fine. Digitized by Google DEL T RISSINO. 75 XI. GRAMMATICES introduci ionie Libcr Primus . Verona afkd jintonium Putellettum MDXL. in 8. Fu rijtempato quello Trattatello in Verona uni- tamente coll’altre fue Opere ( 152.) dove fi pre- mette un breve avvilo al Lettore , dicendo in eflb, che la detta Operetta forfè è quella, che fittone. me di Grammatica fi cip* da quelli , C hanno fatto U Catalogo dell'onere del *oJItq T*is«no, e forfè ancora nella prima edi. itone fi è dallo Stampatore coti nominata > Libro Primo 5 per rifletto 4' altro giceiolo Libretto » che contiene le inflituzioni della Grammatica del celebre Guari» Veronefi , e che figuitando- gli immediatamente , fui far le veci di Secondo diquejfa materia . Non fi fa in fatti che il Tri ss ino altri ne fa- cefle i e certamente altri non ne avrà compofti , concioffiacofachè nulla manchi alla perfezione dell’Operetta medefima* in cui egli attenendoli alla Italiana Grammatùhetta, tratta compiutamente delle otto parti dell’ Orazione . K i OPE- 1 — . . . „ (iji) Tota. i.acar.197. Digitized by Google 7 « OPERE i DEL TRIS SI NO >. In Verlì Stampate. XII. T A SOFONflSB A. ( in fine } Jfampata in I v Rama per Lodovico Scrittore , & Lautitio Pe- rugino intagliatore nel MDXXllU- del Me fé di Luglio con p rohibitione , che nefsuno poffa Jfampare queft opera per anni die- ce t - come appare nel Brieve concedo al prefato Lodovico dal San . tifiimo Noflro Signore Papa Clemente VII. per tutte le Opere nuove che 'Iftampa. in 8. Laltefià. Jn Vicenzjt per T olomeoj articolo MDXXIX. in 4. e In Venezia ( con li Aitratti I* Epiftola a Margherita Pia Sanlevenna y f Orazione ai Doge Gritdj e la Canzone a Clemente VII.) per Girolamo Pernio da Lecbo MDXXX. in 8» e ivi ( lenza la Canzone ) per Agoflino Bìndoni MDXLIX. in 8. Ivi ancora (reparatamente) prejfo u Gioliti mdliii. in 12. c Ivi per Francefco Lerenzini MDLX, in 8# * e Ivi P” u Gioliti ( tratta dal fuo primo efemplare) mdlxii. in n. - ■ ■*' £ Jn Gntovrfapprtffo Antonio Bellone MDLXXII. in * e Venezia per Ginfeppe Guglielmo MDLXXVl- in 12, >s T UO- Digitized by Google DEL TASSINO. 77 * Nuovamente ** Venezia prejfo Altobello Salica- io MDLXXXI. in 12. Poi In Vicenza prejfo Perin Librar o t e Giorgio Greco compagni MDLXXXV. in 12. e in V me zia prejjo li Gioliti mdlxxxv. e mdlxxvi- in n. e Ivi per Domenico Cavale «lupo MDLXXXV. ili 8. e Ivi preffo Michel Bocobello MDLXXXXV. in 12. " Poi ancora inVicenzA appreffo il Brefcia MDCIX- in i2. e in V inezia per Gherardo Jmbcrti M D C X X. in 12 . Fu riftampara eziandio unitamente con la Dpijtola de la Vita ec. (con li Ritratti , e X Orazione al Doge Gritti) fenza nota di ftampa, con cer- te note in fine, in 8. (15?) Finalmente fu impreffà tre volte , in re. rena prej/b Jacopo raiUrji, F una nel 1728. nel primo tomo del 7 Wr» italiano (154), l’altra nel 1729, colle altre Opere del noftro Autore, (155 ), e la ter- (153) V. fopra annotazione l2c. a car. 67. ( >54 J Di quell’ Opera ne dob- biamo laper gradoni Signor Mar- chefe Maffei, il quale v' ha pre- mevo ancora una dotta Prefa- zione , da noi altrove accenna- ta, in cui difeorre molto eru- ditamente della Sofonisba, che occupa il primo luogo. Quell’ Opera è cosi intitolata t Tea-\ tro Italiano , o Jìa Scelta di Tra- j gedie per ufo della frena ; ec. i in reron a prefso Jacopo Vallar fi 171S. in 8. { 155) Tom. 1. a car. 297. Tralafciando di riferire le vcr- fiotti fatte di quello Tragico Componimento in altre lingue, fedamente vuol di rii , efTere cf- fo fiato tradotto in metro Jam- bico latino da Giulèppe Trilli- no Digitized by Googl 1 7$ b A Vita la terza nel prima toma del fuddetto Teatro ita- liano ultimamente rillampato- Qui dovremmo ftenderci a defcrivere a minu- nuto le bellezze di quella Tragedia, aia per non dilungarci troppo, ci riftringeremo (blamente a riferire ( come di fopra prometto abbiamo ) le oppenioni di parecchi illuflri e chiari Scrittori fopra la fletta , £ primieramente Niccolò Rotti, tanta ftima ne fece* che non pure ditte ( 1 5 . che ella tra tutte le Tragedie de’ Tuoi tempi te- neva il primo luogo? ma la fcelfe di più per materia de’ Tuoi Dimorfi intorno alia t rogo dia. Angelo Ingegneri? Veneziano, laido lcricto (157), non efler troppo agtvol cofa P arrivar P Arìoflo nella Commedia , atrissimo nella Tragedia r del qual fentimentO fu pure Giovambatilla Giraldi da Ferrara , per al- tro rigido appuntatore del Trissino, dicendo ( 158 ), che tra’ noftri Comici è recito p Ariofio eccellentijfmo , & il TrHsino nelle Tragedie ha riportato, & ragionevolmente grandijfmo honort . Benedetto Varchi poi, uomo di molta erudizione fornito, non dubitò di dire nelle fue Leudoni > là dove trattò dei no, Cherico Regolare Soma- 1 meffaa* fuoi Difeorfi intorno alla (cor la qual traduzione fta ma- j Tragedia . V.’car. 1j.aonot.44. nufcritta nella Libreria de' P. P. I (157) Della Poefia Rappre- Somafchi di Vicenza con que- 1 fentativa , & del modo di rap - fta femplice ifcrizione: Sopho- I prefentarr le Favole Sceniche cc. NUB/t Tragedia metrico-latina 1 In Ferrara per littorio Baldini Paraphra/ìt . IJ98. in 4. a car. a. (156) Lettera a’ Lettori pre -1 ( 1 j8 ) Ne' fuoi Difeorfi in- torno Digitized by Google DEL TRISSINO. 79 dei Traici Tofani (159), edere ftato il noftro CjIOVANGIORGIO il P R 1 AIO » che fcrivejfe Tragedie in queJU lingua degne del nome loro. E flOIl pure il Vàrchi gli diede quella lode* ma eziandio il fopraddet- toGiraldi, il quale nel fine della Tua Orbecche in- troducendo la Tragedia a favellare a chi legge, le fece dire cosi: £’l Tr ISSINO gtWtH , che col fno canto Prima d Ognhn dd Tebro , e dall UH f so Già trajje la Tragedia all’ end e et Arno . E a tralafciar altri autori , non fu minore la ftimaj che d’efia fe il Signor Marchefe Maffei , il quale nella fua raccolta di tragedie date a lu- ce Col titolo di Teatro Italiano , dando all 1 Sofonisba nel primo tomo il primo luogo, dille ( 160 ) , che ella il primo luogo altresì occupa fra tutte quelle Tragedie, che dopo il rinafeere delle bell' arti in mo- derne lingue apparsero ( 161 ); foggiungendo cfler mira. HI terno al comporre dei Romanzi,] (160) Nel principio della delle Commedie , e delle Trage-i Prefazione, o Difcorfo, che vi dte , cc. in Vinezia appejfo Ga - premette . briei Giolito de' Ferrari , &\ ( 161 ) Avverte qui dottameli. Fratelli , 1554. in 4 . acar.14jr.Jtc il Signor Matchefe, che ben- ( l 5 9 ) Legioni di A 4 . Bene- j che vero fia, clic avanti la So- detto Varchi Fiorentino lette da' fonisba il nome di Tragedia in lui pubicamente nell' Ac ademia J Italia fia ftato a’ componimenti Fiorentina, ec. in Fiorenza per | volgari impofto , poiché, die’ Filippo Giunti 1590. in 4. a car.J-egli, con queji' ijtejjo belliffmo 681 • , argomento una Tragedia abbia- ' mo , Digitized by Google 83 L A V I T A è il ctfa, come la [rim a Tragedia riufcifle cui eccellente: C po- CO apprell'o a fieri , che chiunque no n abbia » come in molti accade , il gufo del tutto guafto da certe Romanzate ftra- mere, non [otrà certamente non fentir/ì maravigliosamente com. muovere dalle belle vue di queftaTragedia, e da' p a fi tenerijfimi, c Singolari , che in ejfa fono. E finalmente in un altro luogo ( 162 . ) lafciò fcrittOj'che vera e regolata Tra- gtdia in quefla , o in altra volgar lingua non fi vide avanti la Sofonisba del T R i s s i N o » a cui il bell' onore non dee invi - diarfi d'aver innalzate le nofir.e /cene fino a emulare i fiamofi efemplari de' Greci* Ma degno di (ingoiar lode 5 e d’eterna memo- ria fi rendette il noftro Giovangiorgio per aver ufata in quefta Tragedia una nuova ma- niera di verfi, e da veruno non prima ufata, dico i verfi fciolti , cioè non legati dalla rima*, di che e il Giraldi e per la condotta tanto fi allontanano dal regolato ufo del Teatro , e dalla furia degli antichi Mae- flri , che non hanno fatto confc- guir luogo agli slutori loro fra ^ Poeti Tragici; onde la gloriaci' aver data al Mondo la Prima ! Tragedia , dopo il riforgiment» 1 delle lettere , e delle bell' arti, è rimafia al T r 1 s s 1 n o . i (162) A car. iv. della fud* j detta Prefazione , o Difcorfo p.renjeflfo al detto T entro Italia * no . I ( 1 63) Difccrfi cc. a car. 23 6. ! Di f par crebbe non altrimenti ap* 1 preffo noi una Tragedia fe di ver- 1 fifo tutti rotti , 0 mefcolati cogl’ ! intieri , o co gl' intieri foli c'h.u j veffero le rime, fifle tutta compì- fi a , che havtrebbe fatto appreflo i Greci , & i Latini , fefujfeft at a 1 ccm . Digitized-by Google del T Ri s s i n o; . ‘ Si Ivlaffei (154) afsai lodatilo, e dicono, che per- ciò gli debbe fentir molto grado la noftra lin- gua. Ben’è vero, che vi fu (16 5 ) chi a Luigi Alatnanui., famofiilimo Poeta Fiorentino , attribuì la gloria d’aver prima d’ognuno pofto in ufo co- .tal Torta di verfii e ciò perchè egli -nella Dedi- catoria delle lue opere To/cane dille d aver mejfi in ufo i .ver fi fenza le rime non ufati ancor mai da' noftri migliori. ,Ma come notò molto giudiciofamente l’eruditif- fimo Signor , Conte Giovammaria Maz 2 uchelli [166) , o che l' Alamanni contezza non ebbe della Tragedia del Trissinoj e però fi pensò d‘ efsere il primo a fcrivere in detti verfi , o che accennar volle colla voce migliori qué’foli anti- chi fcrittorij .che fon venerati per primi Maeftri L della é compofia di Dimetri , di Adonii,\ Fiorenti* 15S 9. in 4. a car. 7. di Jindec afill ahi , ovtro di éjfa- come pure il Bocchi nc’ fuoi E Io- metri, perchè le fi leverebbe con' gj a car. 68., ed altri allegati la gravità il verifimile ; le qua- \ dal Sig. Co.'Giovammaria Maz- li due cof* levatele , firimarreb-\ne ucheìli nella Pira dell’Ala- re ella fenz.a pregio. Et però manni per etto dottamente ferie— debbono aver molto grazia gli' ta , e (lampara • in Verona per huomini della nqfira lingua al ! Pierantonio Berno , 174 j. in 4. T R 1 s s ino , eh' egli quefli ver- j unitamente colla Coltivaz.icne Ji fcielti lor dejje, ne' quali la j dello ftcflfo Alamanni, c colle Tragedia pigliale la fede della \ Api di Giovanni Rucellai , fu* Maefià con vera fembianzut amendue gentiluomini Fioren- atl parlar communi* I tini . (164) Nella Prefazione al j (166) A car. 47. della pcc’ Teatro italiano. I anzi citata Tita di Luigi Ala- ( 1 65 ) Il Poccianti nel Cata-j manni. logo Scriptcr, Florentitiorum , I Digitized by Google Sz L A V I T A della Poefia. Fatto fta però avere il T rissi no» come già è detto» la Tua Tragedia comporta vi* ventc Leone X. a cui la dedicò » cioè a dire prima che l’ Alamanni fcrivefle le Tue Opere» che furono ftampate nel in 2 * (*^7)* E perchè v'ha una Commedia di Jacopo Nar* di, Fiorentino, intitolata amicizia (j e dell' ortografia antica della predetta Commedia , e fu Taverla il Nardi chiamata nel Prologo fabula nuova , c primo frutto di Ytvovo autore in Idioma Tofco , decife francamente > ef- fcr la piti antica , e la prima di tutte le Commedie, che fi vedeffe feruta in 1/crf, Italiane: aggiungendo, che dal- le quattro stante ftampate in fine di efla Com- media ( 172), appar chiaro efier efifa finta compo- L 2 fila * I. ■ " L - - u j , j (170) Il Crefcimbejoi nella [che egli verarnente prete yno Star, della l^olg. Poef. dell’ edi- 1 sbaglio, perchè il Varchi dille zione di Venezia* tom. r. lib. folamcnre, che il Nardi usi in lib. J. a car. 1 1 V parlando del ! una fua commedia i verfi fciolti. verfo fciolto j dice, cheiIVar| (171 ) A car. 4J5. e fcg. chi, lafciando indubbio, fe il J (171) Quelle Stanze fono le Tris e dì guerre accefe in Tofcana, e per tutta l' Italia : il che (dice egli) pienamente corriffondt all' annoi 494. in congiuntura del. la venuta del Re Carlo Vili, in Italia-, e della cacciata de' Me- dici da Firenze . Ma quanto egli favellale a capriccio? ognuno-, che fiore abbia di letteraria erudizione , può agevolmente chiarirfene. Conciolfiacofachè quan- tunque Da quel-, da cui ogni falute pende Letitia & paco: a cui fitto- il tuo fogno Si pofa : & lieto ogni tuo be- ne attende: j Et ceffi il Martial furore & /degno: Cbe fa tremare H Mondo : Italia incende , Chel clanger delle tube , & il fuon dettarmi Non laffa modulare i dolci carmi. Ma quello Dio , che olii alti in- gegni afiira: Et ogni opera dif prezza abie- tta dr vile: Tanto- favor benigno oggi ne fint- eti pur la fronte extollt il ficco umile. Ma fi lodore antiquo non re- fi™ Stufate lo idioma : & baffo fHle. Et fcujt il tempo Ihuom fag. gio & difereto Che molto importa il tempo fri fio 0 lieto . ]_ Quando farà che in porto al | ficco lido Salva (Fiorenza mia ) tua barca vegna Secura in tulio homai dal mare infido: T efio : Se il Sacro -Apollo il ver minfegna Segua pure il Nvcchkr ac- corto & fido : Et viva, & regni pur Chi vive & regna-, -Allhor (fé alcun difir dal Citi' s impetra) Diro le laude tua con altra Cetra . -Allhor mutato il Cielo in altro afielìo Renoverà nel Mondo il Secol dauro-.- si libar farai degni virtù re- cepto : Cipta felice: & di mirto, & di Lauro Coronerai chi honore ha per obietto. Et nota ti farai dallo Indo al Mauro. Ma hor eh' il ferro & il fico it Mondo a in preda Convita eh' a Marte ancor Minerva ceda* Digitized by Google I DEI TKISSIMO. 8$ tunque di ciò, che il Nardi dice in principio delle fud dette Stanze , (cioè che elle fi cantarono falla lira davanti alla Signoria» Quando fi recitò la predetta Conr media) racC ogli e r fi poflìi e (Ter efsa fiata rapprefen- tata in tempo che Firenze non avea cefsato anco- ra d efsere Repubblica ; nientedimanco nè da quefte parole > nè dalle stanze fiefse può dedurli che il tempo della recita d’efsa Commedia cor . rifa onde Piènamente all'anno 1494 . in congiuntura de- gli avvenimenti fuddetti. E fe egli in dette stanze fe menzione di guerre moleftillime a tutto il Mondo, non che all'Italia, non ne fpecifica pe- rò il tempo j anzi le accenna in maniera che fi potrebbe più verifimilmente conghietturare aver egli voluto in efse indicare le guerre dell' anno 1527. in cui dall’ armi ddl’Imperator Car- f lo V. Roma fu prefa, e Taccheggiata, il Papa (che era Clemente Vii. di cafa Medici) fatto pri- v gione , l’Italia molto travagliata , e tutto il Mondo , dirò così, afflitto da gravilfime turbolenze. Oltreché non è probabile, che la signoria in tem- po di guerre e di turbolenze inteftine fi fofse data bel tempo, e fe la fofse pafsata (comefuoi dirli) in allegrie, e in divertimenti di Gomme* die. Laonde con migliore probabilità fi può dire, che la Commedia del Nardi fofse rapprefentata nell’anno 1530. giacché in queft'anno e Clemente , Vii. ritornò a Roma dopo la pace fatta col fud. detto Digitized by Google t A V I T A detto Imperatore, e dopo averlo anche folenne-^ mente coronato nella Città di Bologna; c Aleflan- dro de Medici fu fatto Duca di Firenze dal mede- fimo Imperatore; fotto il Dominio del quale la Città non lafciò in certo modo d’eflere tuttavia Re- pubblica. E verifimilmente un de’ due accennar volle il Nardi nella voce Nocchiero , ufata nel quinto verfo della terza ftanza, e ad uno de’ due pari* mente, o fors’ancbc a tutti e due pregò egli PitA t Rtgn? nel fedo verfo della ftanza medeilma r E viva > & regni pur Chi vive & regna. Se poi egli chia- mo la Commedia fabula nuova i e primo frutto di nuovo uè ut or e in idioma t ofeo , volle con ciò indicare la novità dell’Argomento, ma non mai la novità del verfo, come pretefe di farci credere il Fontani- ni nel citato luogo : c perciò fu giuftamente cen- furato dal Dottore Giovannandrea Barotti nella fila JOifefa delti Scrittori Ferrar e fi ( l 7 $ ) * A quel che fi è detto fi può ancora aggiungere * che non fi troverà certamente , che lo Zucchetta, per cui fi crede, che fofle anche fiata fatta la pri- ma edizione della predetta Commedia * libro al- cuno ftampato abbia avanti! 1517.» 0 al più al più avanti il 1515. > quando il Trissino avea già com- ( 175 ) Parte feconda A car.n j. I tutori / opra P Eloquenza Italia- Queft’ Opera del Sig. Bacotei faina del F anfanivi , Roveredo[ ma Campata tra gli Ejfami di Tarj veramente Venezia) 173 9- in 4* Digitized by Google D E L - T R 1 S S I N O. 87 comporta là fua sofonhba (174) . Ma per- chè più chiaro appaia l’errore del Fontanini ? e del Guidetti altresì nella fua relazione al Var- chi, e come a torto vuol toglierli al Tr issino da alcuni moderni la gloria della invenzione dei Verfi fcioltij vogliamo qui riferire ciò ? che al medefimo noftro Autore dille Palla Rucellai nella lettera ? colla quale gl’ intitolò il Poema delle Api di Giovanni Rucellai ? Ilio fratello? che che è fegnata di Firenze addi lì. 4i Gennaro MDXXXIX- Voi fofte il Primo (gli dille) che quejio modo di fcrivere in •verfi materni liberi dalle rime ponefte in luce , il q»al modo fa Voi da mio fratello in Rojmunda primieramente, e poi nell' ji- pi » 0 nell' Orefie abbracciato , ed ufato: e apprellò chia- mò f Opere dello fteflo fuo fratello Primi frutti della Invenzione del Trissino. Per le quali cofe tutte forza è, che conchiudiamo? che a gran ra- gione non pure dagli antidetti Scrittori? ma dal Tuano ( 175 ) ? e da altri ( ìycr ) fu il noftro Au- tore . ( 174 ) Veggafi la foprallega- ! ( 175 ) FHJlor. &c. Toni. 1. lib, ta lettera di Giovanni Rucellai vi. Ann. 1550. pag. 200. lctt. ai Trissino fegnata di Fi - \ D.„ Jo: G e or g i U s Tbis> terboaddt 8. di Novembre mdsv. j », sihi's .... P ri m u s genu $ ftampata nella Prefaz. alle Ope-',> canninis foluti foelicitcr ufur- re dello fteflo Trissino a car. ‘ „ pavit, cum a temporibus Fr. xv.} e a car. xvm. v’ha una „ pcirarchae Itali Kythniis ute- Lettera della Marchcfa Ifabclla ,, rcntur. di Mantova al nollro Autore; ( 176 ) Filippo Pigafctta, Vi- de* di 24. di Maggio 1514. in ccntino, nel Difccrfo mandata cui gli dice, che avea ricevutola Celio Malafpina in materia una fua Lettera , Ferfi , & Ope- ‘ dei due Titoli del Poema di retta, la quale fi può crede- Torquato Tallo , premeflò al re, folTc la Sofonìsba, Poema fteflo delia edizione di Fette- Digitized by Googl SS •' La Vita torc chiamato Primo inventore di qucfti verfi . Ma per tornare alle opinioni degli Scrittori fopra la Tragedia del Tassino» non fu ella efen- te da’fuoi critici, rare eflfendo quell’ Opere, in cui non fia ftato notato qualche difetto. Il Var- chi nel citato luogo (177) volendo darne giu- dizio, la oenfurò fpezialmente per la locuzione , dicendo COSÌ: Io per me quanto alla favola , e ancora in molte cofe dell'arte non faperrei fe non lodarla -, ma in molte al* tre parti , e fpezialmente d’ intorno alla locuzione non faperrei , volendola lodare, da qual parte incominciar mi dovejfi . E nell* JErcolano ( 1 78 ) diflfc: La La Sofonijba del Tr isslno, c la Rofmunda di mefier Giovanni Rucellai , le quali fono loda - tijftme, mi piacciono sì , ma non pia quanto a molti altri. 17 al C k Venezia per Francefco de' Fran- j che come fi avea d aver grazia, cefchi 1583. in 4., dice, che \\\al Tr 1 s j i N o, c'havejfe dati T r 1 s s 1 n o fu il Primiero; que verfi ( fciolti ) alla Scena , che in italiano abbia ofato, e | così cc. Finalmente il Giti di faputo ..., camminare per fen - 1 medefimo in una delle fueLet- tiero erto, non più calcato da terc.tra quelle di Bernardo l af- ' vernn altro dal tempo antico in fo. In / 'a dova . , 1 7 3 ?■ apprefi quà , faivendo in Verso dal- fo il Cornino-, in 8.; toni. a. a la rima Sciolto , con avvefttu- | car. 198. apertamente chiamo 1 rato ardimento, la Sofor.isba Tra - ITr.ssino Inventore di tali tedia ce.. HGiraldi poi ne* Di fi ! verfi : la qual cofa fu olTervata cor fi cc. a car. 92. favellando dei anche dal predetto Sig. Co: Maz- Verft Sciolti , chiama il noftro ! zuchelli , a car. 47. annotaz. Gì ovangiorgio loro in- j 1 22. della fuddetta l'ita di Lui- ventore-, e approdo dice qucdc' gi Alamanni, parole: Veramente mi pare , che | (17 7 ) Lezjzioni ec. a car. 68 r,. Monfignor il Bembo, giudiciofo 1 (178) A car. 393. e 394 del- Scrittore ..... il vero dice fio, | la ciraw edizione di Padove quando a Bologna mi diffe, che I 7 -H - ,n Digitized by Google X» "E L T RI S S,I N O. Giraldi poi fu appuntato il nollro Autore (179); per eflcrfi in quella Tragedia più dato (come £ dlfle) a fcrivtre i co fimi , e- le m Anitre de i Greci, che nonfi conveniva ad uomo, che firiveffe cofa Romano, nella quale tn. traffe la maejlà. delle perfine, ch'entra nella Sofinisba, Alla quale obbiezione veramente potrebbe nlpondcr- fi colle parole del fuddetto Signor Marchefe Maffei (180), cioè che certe azioni, 0 detti, che ci pa - jonoJn Per finali grandi aver talvolta troppo del famigliare > .non danno dif gufi 0 a. chi . ha cognizione de' Tragici Greci, egra* ttìca de' co fi unti antichi * E sì . parimente altri difetti furono appuntati an erta Tragedia, che per dir breve fi ommet> tonoi ma con tutto quello farà elfa da tutti i dotti Tempre in grandilfimo pregio tenuta: per- chè quantunque lì creda lontana da quella per- fezione, a cui fi può condurre un componimen- to teatrale! (oltreché Tiftelfo potrebbe forfè dir- li delle Greche Tragedie ancora, come dice il predetto Signor Marchefe '('81 ) \) egli è per al- tro certo, no» molte prelfo chi ben intende an- noverarli Tragedie in lingue volgari, che porta- no gareggiar con la Sofinuha, la quale fola fareb- be ballante a tener tempre viva gloriofamcnte M appreC- f 179) Difiorfi del Giraldi e. liane luog. cir, car. 179. in fine, e a car. 180. j ( 1 8 1 ) Prcfaz. alle Opere de ( lio) PreCaz. al Teatre Jta.\ Trissino a car. xxvii. Dìgitized by Coogle 5>S 'La Vita apprcfso i letterati la memoria del Tuo Autore- A ciò che abbiam detto fi può aggiugnere an- cora il giudicio del mentovato Signor Cavaliere Zorzi, il qual dille (182), che la Sofonùba ì u n Tragico Poemetto, migliare de’ Greci, e /nitriere ai Latini , Ita- liani » e Franzefi Scrittori. ' XHL LA ITALIA liberata tia i Goti. Stampata in Roma per Valerio , e Luigi Dorici a petizione di plutonio A/aero Vicen- tino MDXLV1I. di Maggio, con Privilegio di N. S. Papa Paulo Jll, di altri Potentati. Voi. I. in 8. (183)- Rarif- (182) Difcorfo fopra l’ Opere \ al Clcmentijfimo ed Invit tijfimo del Trissino a car. 415. 11 ^Imperatore Quinto CARLO Quadrio nella Storia e Ragione > Maffimo : e quelli primi nove d' ogni Poefia Voi. 3. libi 1. Dift. ì libri fono di carte 175 I fc- I. cap. iv. Particcl 2. a car. 65. condì nove, che contengono regimando quella Tragedia, ac- carte 181, furono Rampati l’an- Cenna i difetti fuddetti in clfa no approdo nel Mcfe di Novem - notati dai predetti Varchi cGi- bre , come appare da quelle pa- llidi ; ma apprelTo foggiugne , fole , che in fine fi leggono : che efla ciò non cjtantc ha fem- Stampata In Pene zia per T 0- pre avuta ejiimazJone non poca: torneo Janiculo da Brejfa nell' an- nominando anche la traduzio- no MDXLV 111 . di Novembre . ne Iranzcfc di detta Tragedia Con le grazie del Sommo Fon- fatta per Claudio Mcrmctto, c tifico , e de la JlluHriJfima Si- imprcfla in Lione l’anno 1583. gnoria di Venezia , e de lo Illu- ( Quello Poema fa dal Jlrìjfimo Duca di Fiorenza, che Trissino, come è detto di ninno non la poffa riftamparc lopra, mandato in luce in più per anni X. fot za efprejfa licen - tempi. 1 primi nove Libri » i za de l’Autore. Gli ultimi no- quali hanno il titolo fuddctto,;ve finalmente furono llampati ma co’fuoi nuovi caratteri, fu- janch* effi in Venezia P anno rono llampati l’anno 1547. nel Hello MDXLVII . per Io Redo Mcfe di Maggio ; attorno il qual Janicolo, ma di Ottobre (cioè titolo v’ ha eziandio il motto un mcfe innanzi a'Scconai no. della, imprcla da lui alzata TO ve) collo Hello privilegio. E / HTOTvevon A auto >1 i e tutti quelli XXV II. Litui (che dopo fegue la fua Dedicatoria XXVII. fono, non già XXXVM. come Digitized by Google DEL T R1SÌIN Ov pi Rariflìma è quefta edizione } e due fole copie n’abbiamo noi vedute in Venezia y una nella ce- lebre Libreria Pifani? e l’altra nella preziofa Li- breria del fu Signor Apoftolo Zeno (184) 5 ap- prefso cui Vera anche un efcmplare dell’ im- presone feguente. — — J tali a &c. riveduta e corretta per /’ Abate Antonini ec. in Parigi nella Stamperia di Ciovanfrancefco Rteapen AIDCCXXiX. Tom. 3- in 8. Fu anche riftampata unitamente colle altre Ope- re del noftro Autore nell’edizione tante volte da noi citata j (ma fenza i caratteri da efso in- inventati) in Verona preffo Jacopo PalUrfi 1729. i n e tiene il primo luogo nel tomo primo • Ma Anche ionie diflero erroneamente il Fonranini nell’ Eloquenza ita- liana à car. 580. . e 1 Autor del Catalogo della Libreria Cappo- ni a car. 377.) fono uniti in un volume in 8. Il Cavaliere Zor- zi nel fuo Dif offa intorno alle Opere del Tkissino a car. 4 y). sbaglio prefe in dicendo, che i primi XVIII. libri furono ìmprtfft in Roma , e gli airi IX. in Venezia . ( 184 ) Dal Signor Apoftolo Zeno fu la detta fua Libreria donata con teftamento a P. P. Domenicani della flrctta offer- vanz.a di Venezia nel mefe di Settembre dell’anno i7jo.» nel quale poi addì xt. di Novembre placidamente p.ifsò di quefta vi- ta. Della cui perdita li dorran- no mai Tempre i Letterati , ed tifa da noi non pure in quel tempo, in cui appunto eravamo in Venezia, ma continuamente farà compianta. Cinqui abbiam voluto dire., per Iafciare un pub- blico arredato, della noftra gra- titudine alle molte cortcfie ufj- tcci dal meiefimo. Per altro un elogio alla memoria di sì grand’ uomo col Catalogo delle fuc Opere ha pubblicato l’erudito Autore della Storia Letteraria d'Italia (il P. Francefco Anto- nio Zaccaria Gcfuira ) nel Voi. 3. lib. 3. cap. V. num. 1. c fegg. pubblicata in Venezia nella Stamperia Polttiv 1752. In 8. Digitized by Google La Vita Anche quefto Poema fu da varj letterati ITomi-^ ni e Iodato? e cenfurato in molte cofe. E quanto alle cenfure, il Titolo primieramente non è affat- to piaciuto ad alcuni, giudicandolo dii troppo lungo, e ravvolto, diròcosì* dicendo, non bene diftinguerfi, fe i Goti, o pure altri da' Goti ab- biano liberata f Italia (18*) . Scipione Erriccy Poi nelle fue Rivolte di Parnafo (l8tf) Criticò 1 - AtJ- tore noftro, che fece fare fenza necelfità veru- na ai Perfonaggi del Poema lunghi ragionari, e che introduce la gente nella Zuffa, parlante a- guifa di Dialogo, facendo che l’uno ricominci dove l’altro terminai il che è lontano affatto dal verifimile j concioffiacofachè nelle guerre non s’odano che poche voci, e folamente fi fenta, il fragore delTarmi : e in altro luogo (187) ky criticò, perchè troppo alto cominciamento die. de alla guerra i dicendo , che meglio avrebbe fatto', fe avefse porto Belifario o dentro a Ro- ma, o per lo meno in Italia v e tacciando in ol- tre gli amori di Giuftiniano di troppo goffi c lafcivi, c d’indegni del fuggetto, a cui furono- appropriati (188): delle quali cenfure dell’Erri-- CO fi (185 ) Veggafi Udcno Nificli tic' Proginnafmi ec. (18 6) Rivolte di Parnafo di Scipione Errico . In Me finn per gli Eredi di Pietro Urea 164.1. in iz. acar. 63. (187) Rivolte di Pam a fe a car. 64. ( 188 ) Rivolte ec. a car. 581. Digitized by Googli DEL T R ISSINO'. pj to fi dolfe poi non poco Gafpare Trillino colla Lettera a lui indiritta ? la quale fi legge nelfè efse Rivolte di Pimi/,, (i8p). Attché il Fontanirri nella Eloquenza Italiana ( jpo ) notò qnefto fallo commefso dal Tr issino, foggiugnendo, che egli Poi ravvedutoli, ne fece l’ammenda, riftampan- do le carte, e mutando i verfi già fcritti (ip r ; s pafiando appreffo a riprendere chi riftampò le Opere di lui, perchè avendo tralafciata l’ortogra- fia dal Tri ss ino fieflb inventata, v’ avelie poi inferite le cofe ** M medefmo volontariamente ritrai - utt (ipi). Da S * ÌV r ° lte J C - * car - «o-. | eolie parole, e le parole io' ben- (iyo) A cai. 581. 1 fieri: le quali fofto perciò fem- so^Aelìa Ubr^'r ^ C * ! * lo \t lici e P«re, e di quando in quan. go della Libreria Capponi a car. | do con virgìnal modeffia trasfe &Y.T„“fT ''jT'I’t'v" 4 CanonTo G fZt d I Rissino, die*; nelle An- : ni Checozzi nella fùa dotta Ltt- TZntL C alcll q0Cl1 ’ \ *»* di,enfiva ’ «tata al di fopra An!dli r q '"'"^ont all 1 annotazione 101. , dice che {jù 1 ; isst { ;j:zz:iu f :rr ir ™ s - ìz o ìvT cho t bcmì ! 2 *’ 119 J. \ io ’ » ,iche > àoveglifcherzi qualche e 1 31. , che fi e tentato di leva - 1 volta p affano aver Inaio ma UaVitìc *‘ r l ÌC l n ?*** }"**•{ molto pia nelle ferie, & ed ora- Ma Vincenzio Gravina nella fua tcrie. * Opera intitolata Della Ragion Poetica libri due cc. Jn Venezia frejfo singioio Geremia 1731. in 4. lib. a. a car. 106. non dubitò di lafciarc fcrirtó non foiamen- (i?s) Le parole delFontanini nel luogo citato fono quelle z Reca gran maraviglia (dic’egli j che ojjendendofi la memoria , e riputazione dd Tritino nel ri- fi n 1. ^ te chela Qifd. -r riputazione del J njf.no nel ri - te che lojhle del Tassino \fiamparfi le fue Opere ( non pe- e caffo e frugale; ma ancora che] ri con l'ortografìa da lui fi tifo tatti ifitoi penfien fon mi furati j inventata ) fiafi voluto in onta fua » Digitized by Google 94 LA .Vita' Da Gio: Mario Crefcimbeni nella Stiletta dil- la Fdgar Totfm { ipj), fu il Tr issino cenfurato di troppo efatto nella deferizione delle parti ,• e particolarmente del veftire dell’Imperatore Giu- ftiniano; concioflìacofachè gli abbia fatto metter prima la camicia, e poi 1* altre robe di mano in mano fino alli calzari; foggiungendo, che l’efem- pio d’Omero inventore di cotali foverchio dili- genti narrazioni, non lo dee in ciò feufare. In fatti l’avere Giovangiorgio troppo efattamente imitato quello Greco Poeta, fu la cofa princi- paliflìma, che. gli ha nociuto. Di che eziandio Giovambatiila Giraldi ? Cintio , Ferrarefe , ap- puntollo, dicendo (194)5 che £ energia non iftà ì co- me il noftro Autore fi credette, nel minutamente feri, ■vere ogni copicela , qualunque volta il Poeta fcrive eroicamente; ma nel- fla, e non fenza contumelia del- la Chrefa Romana fargli l' oltrag- gio di preferire alia giufta fua correzione le cofe , volontaria- mente da lui meclefimo ritratta- te , cantra le quali da onorato gentiluomo-, e da buon Crifiiano altamente fi fdcg -crebbe , Je foffe in vita. Con quelle parole ac- cennò il Fontanini la rillaihpa» che delle Opere del T n i s‘s i n o fi fece in Verona ; del che il Marchefc Maffci fe ne rifenri nell’ E fame fopraccirato, a car. 73., dove dice, che il detto Boema fi è ristampato a Verona | fecondo /’ impresone con Privi- legio di Papa Paolo Terzo ufii- I ta . lo certamente non ho vo- ; Juro darmi la briga di con- frontare la primiera edizione ; colla riftampa' del Poema fief- fo, per chiarirmi» fe vere ric- ino quelle mutazioni predicate dal Fontanini . (193) Bellezza della Volgar ' Poefia di Gio: Mario Crtfcim- j beni ; In Venezia , preffo Loren- \zo Bafeggio, 1730. in 4. Dialog. Vili, a car. 157. (UH) Ne’ Di f cor fi ec . a car. 6 a. Digitized by Googlc DEL T R I S S I'N Ó. 9? ■ma nelle cofe, che fono degne della grandezza della materia* if'ha il. Poeta per le mani: e prima ( 195 ) dille quelle parole: Come l'età di Omero e i collumi di que' tempi, e le fingo lari virtù, che fi trovano in queflo divino Poeta , fecero to- ler abili quelle- cof e in lui', così l'averle il Trijsino in ciò imitato ne/r Italia, .altro non fece , che ffiegliere dall'oro del componimento di quel poeta lo fi creo , (il quale non per fuo vi- zio , ma dell età ci fi trapofe ),.e imitare i viz,j , ( parendogli di avere affai fatto , fe bene gli efprimeva ) , e accogliere tutto quel- lo, che i buoni giudicii vollero trai affiate, moftrandofi in ciò foco grave. Oltreciò lo Hello Giraldi (i 96 ) notò in quello Poema, vìziofe eflere le invocazioni; e ( 197 ) la favola di Farlo e di Lìgridonia elTervi introdot- ta, e fuori dì ogni bifogno, e fuori d'ogni dependenza ; aggiun- gendo, quell’allegoria efler tolta da altri, e in parte dall' Ar lofio nella favola et Ale in a, e di Logifiill * * C finalmente in una. Lettera a Bernardo Tallo (198) dille , chele il Tr ISSINO fiecome era dottiamo , così foffe fiato giudiciofo in eleggere cofa degna delle fatica di venti anni , avrebbe veduto , ■ che così fcrivere , com'egli ha fatto , era uno fcrivere Smorti ] inferir volendole il Poema non era letto. Ma chi dogni appuntatura de'Critici a quello Poema parlar volette , llucchevole forfè e nojo- fo riufeirebbe ; elfendo già flato fatto que- flo dal ( 195 ) Difcorfi ec. a car. 33 .[quelle d’effo Taffo , ( Voi. a. t 9f> \ ^r 0T r cc ‘ 3 car ' 49 - a Car. 196. e fegg. ) (lampare — l J cor fi cc e fopra i Poemi di alcuni più chiari Epici non dubitò d’, innalzarlo. Nè minor conto ne fece Benedetto Varchi, poiché in una deile fue Leeoni (20 6) dille , che 1 Italia Liberata da Goti fe bene era lodata da pochijfimi meno che mezzanamente , e da molti in finii amen. t e biafimata ,.e quafi derifa , pareva a fe nondimeno , che -Quanto a quello , che è prof rio del poeta , ella mcrìtdffc tanta lode, anzi tanta ammirazione , quanta altra potft* , che JSj fia dogo fico , ed a teffer lavoro Somiglian- te a quei di Virgilio , a d' Ome- ro, e di quejlo fpezialmente eh' egli prefe a imitar del tutto. (204) Lettere , Voi. 2. acar. 416. Il T rissino > la cui dottrina nella noftra età fu de- gna di maraviglia, il cui Poe- ma non farà alcun» addito di negare che non fia dijpojlo fe- condo i Canoni delle leggi d' lArift utile, e con la intera imi- tazione d' Omero , che non fia fieno d erudizione atto a infe- gnar di molte belle cofe ec. 11 Trissino medefimo nel 1. libro di quefto fuo Poema, a car.22.dcl- l’cdizione di Roma così dice ; „ Ma voi beate Vergini, che „ fofte „ Nutrici , e figlie del divi - 1 a> no Homcro, [ „ Ch’i ammiro tanto , e vo feguendo Torme „ Al me’, ch’io fo, de i fui „ veftigi eterni; Reggete il faticofo mio viaggio: „ Ch’ io mi fon pofto per „ novella ftrada, „ Non più calcata da terrc- .^nc piante . E in quefti ultimi verfi po- trebbe crederfi , che avefle egli voluto indicare non pure d’eflere flato il primo a comporre Poe- mi a imitazione d’Omero, ma d’effere anche flato il primo in- ventore del verfo fciolto » in cui il Poema è dettato. ( 205 ) Lib. 2. acar. ioj. 106. e 107. I ( 206 ) Lezzioni di M. Bcne- | detto Varchi a car. 634. Digitized by Google s8 L A V I T A f‘* dopo Omero fiata firitta, e dopo Virgilio: foggiungcnclo appreflo, che deve molti fi ridono del T n. i ss i n ® > che confi fio d'aver penato XX. anni a comporla » a luì pareva, che ciò a gerle giudizio porre , e attribuire fi gli doVcHè > Finalmente ( a tralafciare il fentimento di altri Scrittori circa quello Poema, e fpecialmente del Tommafini (207), e dell’Imperiali (208)) l’Aba- te Anton - Maria Salvini, che fu uno de’ più be- gli ornamenti, che abbia avuto in quelli ultimi tempi la Città di Firenze, così fcrille (2op) in torno al Poema Hello, e al fuo Autore: 11 nofiro leggiadrijfimo Rutilai tefii in verfi fiiolti il fuo poemetto dell' Api dedicandolo al Trissino, che nello fiejfo tempo del- lo Alamanni » che la celebratifiima f u a Coltivazione mife in verfi fiiolti > compofe alla gran guifa Omerica I'Itau a Liberata dai Goti, il qual Poema fu tanto da un drappello diPaftori Ar- cadi confidar ato ripieno di bellezza, e virtù poetiche , che ave a- no a varj /oggetti dato un Canto per uno , per metterlo in otta- va rima , per farlo più leggibile con quefio lenocinlo alle fihiz,. zìnafiy per dir , coti , orecchia Italiane ( 2 to) • ed in Un e nel primo tomo delle fue opere della riftampa di Ve- rona j e con altre fue poefie nella prima Parte della Scelta di Sonetti e Canzoni de' pi* eccellenti Rimatori d'ogni fecolo (alj). XV. RI- Jm ^214) Mi pare, che qui da tralafciar non fia il Sonetto da Benedetto Varchi mandato al noftro Giovangiorgio j giacché con dio non pare lui lodò, ma avendo forfè la mi- ra alle altrui critiche fopra il di lui Poema, inanimillo a?pro- feguire gl’incominciati fuoi Au- di . 11 Sonetto è qticfio, e fi è traforino dal libro intitolato: J Sonetti di M. Benedetto Var- chi , ec. In Venezia per Plinio Pietra Santa , 155-5. in S.acar. 109.: Trissino altero , che con chia- ri inchiojtri T e ’nvoli a morte , e 7 fo- co l noftro bonari , Rendendo Italia a' fuoi pajfa- ti honori. Di man de' fin crucici barba- ri moftri Tu con nuovo cantar l'antico' moftri Sentier di gire al Cielo , e tra'migliori Le tempie ornarfi dì honorat i allori Pi* cari a cor non vii , ohe gemme & oftri. Per te l' Adria , la Brenta, e ’t Bacchillone Al dolce fuori de tuoi graditi accenti Vanno al par di Pento , del T tbro , e d'Arno . Deh, fe 'i gran nome tuo ftnt- pre alto fuone, £ faccia ogni gentil pallido 1 e fcarno , Tuo corfo l'altrui dir nulla rallenti. (215 ) Scelta di Sonetti e Canzoni de’piìt eccellenti Rima- tori dì ogni Secolo ec. Parte pri- ma Digitized by Google DEL TRI'SsrN'O- roi XV. RIME. In Vicenza per Tolomeo lanicc- io MDXXiX. in 4. Diccfi j che l’anno medefimo fofler ivi riftampa- tc per lo Hello janicoia in 8>; ma quella edizio- noi non l’abbiamo veduta. Furono bensì riftam- pate 1» Verona coll’ altre lue Opere (215) . Il Tris si no dedicò quelle Rime al Cardinale Niccolò Ridolfi, Velcovo di Vicenza in quel tempo ( non a Leone X. , come fcrifle erro* nearnente il Signor Canonico Conte Giovam- batifta Cafottì ( 217) , che fu perciò ne[ Giornale de' letterati £ Italia (218), modcllarrrente cor- retto) e nella Dedicatoria, la quale non ha da- La, egli dice, che gli mandava w'ft* Tuoi giovanili componimenti per ubbidire alle fue molte infianze . Di quelle Urne, non meno che del loro Autore , favellò con molta lode il Quadrio nella più volte ci- tata Opera fua della Storia e Ragione di ogni Ree* (219): c Federigo Menini lafciò fcritto et* fere W4, che contiene i Rimatori an- ( ( 21 6 ) Tom. prim.acar.349i fichi del 1400. e del 1500. fino j (217) Nella Prefazione alle al 1 5 50. In Venezia r 1739. Vrofe e Rime de'due Buonaccor- preffo Lorenzo Rafcggio . in 12. 1 fi « Rampate In Firenze nella Voi. iv. La Canzone è a car. ! Stamperia di Giufeppe A/anni 303. del Vol.i.e di efla se fatta 1 1717. menzione al di fopra all’annot. ! { 218 ) Tom. xxxvl. Arde* 56. Olitila Scelta , che era fiata ix. a car. 224. in 12. prima in Bologna Rampata, fu poi j (219) Voi. 2. lib. I. Difi» riprodotta in Venezia inpiùVo-’i. Cnp. 8. Parriccl» s. a car» lumi. Digitized by Google IOÌ L A V i f A fere i Sonetti del" noftro Autore e buri , fentenzàoft, e' patetici (220). Sette Tuoi sonetti , i quali mancano nelle fud- dette Rime , furono ftampati nella già citata Rac- colta delle Rime di diverfi nobili PeetiTofeani fatta dall* Atanagi (22O: il primo de’quali fu da Giovan* Giorgio indirizzato al Pontefice Paolo Terzo > e l’abbiamo accennato altrove (222); il fecondo a Ottavio Farnefe, allora Duca di Camerino} e poi di Parma c Piacenza* il terzo a Margherita dAuftria* il quarto al Cardinal Farnefe fopram- mentovato (223); il quinto a Girolamo Verità, gentiluomo Veronefej il fefto a Paolo Giovio» Vefcovo di Nocera, e Storico di chiaro nome» il fettimo finalmente è il fopraferitto, da eflo fatto poiché terminato ebbe il fuo Poema dell 5 Italia Liberata da Goti. Ancora Un fuO Sonetto, fcrittO al Cardinal Pietro Bembo (224;, fi legge tra le Rime di quefto Autore (225)5 il quale un altro Sonetto (220) Nel Ritratto del So- j cenza fua Patria. Sono chiarii netto 1 e della Canzone In Vene- \ fent trizio ft , e patetici, zia apprejfo il Bertoni > 1678.' (231 ) A car. 8?. a tergo, e in il. , a car. io?. Ecco le fuc , feguemi. parole Giovan - Giorgio! (222) V* fopra & car. 55. al. T rissino, nobile Vicentino , l annotazione 1 07. oltre alla Tragedia delta Soft- j ( 223 ) V. ivi. nisba e oltre all'Italia' ( 224 ) Quefto Sonetto C0- Liberata , Poema Eroico , che \ inincia : fu il primo ad ejfer dettato fe- j Bembo , voi ftet e a qne bei condo It regole d'^driftotele , e ftadj intento . fatto ad, eferr.pio di Omero 1 fe J ( 22 j ) Rime di M. Pietro molti Sonetti ftampati in Vi- Bembo: In Bergamo appretto Pie- tro Digitized by Googk DEL, TRI5SIN Q. j ^ .Sonato nelle medefime definenze gli mandò in ril- pofta (22 6). Altre lue Rime poi dono fparfe nelle Raccol- te del Varchi» del Rufcelli, e d’ altri: ma dal Signor Marchefe Maffei tutte adunate furono, e poi fatte Rampare in un colle altre di lui opere (227), colla giunta ancora di altre poefie del mcdefimo (ma non di tutte), non prima date in luce, e di alcuni Sonetti da altri Poeti a lui fc ritti. Ma perchè alcune poefie , che fono tra quel- le del noftro Autore, veggonfi altresì tra le ri- me o de Buonaccorfi, o di qualche altro Poetai però egli è ragione, che diciamo intorno a ciò qualche cofa, avendone già diffufamente parla- to altri Scrittori , e fpezialmente il Cavaliere Zorzi (228). Tra le Rime adunque de’ Buonac- corfi Ieggonfi quattro Sonetti interi, e cinque foli verfi di un altro Sonetto (225?). 11 fuddetto Signor w tro Lanccllom 174 J. > in 8 . a car. 140. ( 2*6) Quello Sonetto comin- eia: Così mi rentU il cor page , e contente . e fi legge in dette Rime a car. 94 - (127) Tom. l. a car. 377. e fegg. ( 218 ) Difcorfo /opra l Opere'. del T r 1 $ $ t n o , a car. 404. e ! feguenti . ( 219 ) 11 -primo ^i queftiSo- nerti , che a car. 1. delle Rime del noftro Autore fi legge; ed a càr. 2 96. di quelle dc'JBuonac. 1 corfi , della mentovata edizione di Firenze 1718. in 12., co- mincia coste La bella donna, che in vir- tù d" Amore . il fecondo che principia: Li occhi foavi , al cui gover- no Amore ; nelle Rime de’ Buonaccorfi c a car. 4 Digitized by Google io4 La vita Signor Conte Cafotti incaricando (2jo) mode- fìamente il noftro Trissino , favoreggia i due Poeti: e nel domale de' letterati tf /taiu (13 1 ) fi accen- na folamente, ma non fi feioglie cotal viluppo » Il Cavaliere Zorzi dice (232), che perciò fare converrebbe andare a Firenze, ed ofservare fc Antico, o no, fia il carattere, onde fono fcritte le poefie de’ poeti fuddetti •, concioffiacofachè pofsaefsere, che da'copifti, (le copie fono)> o come a car. 299. , cd in quelle del ine allenirne de’ Buonaccorfi a Trissino a car. 4. Il terzo , car. lvi. che ha quello principio: j (231) Tom. xxxvr. Artic. Qando 'l piacer, che’l defia- to bene; \ b o> he 1 Sonetti^/ III. IX. X. ; non fieno del piovane Buonaccor- ,è a car. 4. a tergo delle Rime fi , offendo firitti a Palla di del noftro Autore, cd a car. 300 Noffcri Strozza, ea'fioi figliuo- li quelle de’ Buonaccorfi . 11 li > tutti fuoi coni empcr enei - I quarto finalmente, clic fi leg- '.y chc| (234) DelLi edizione di Ve- ti legge tra quelli di qucfto \nez.ia 1546. in 8. a car. 7..; la Autore dell’edizione di Firenze * qual Canzone, che nelle Rime 1529. e comincia: (del Trissino è a car.' 5. Quanto più mi dijlrugge il ( principia.- mio pen fiero-, . Amor, da eh' e' ti piace nelle Rime del Trissino cl -Chela mia lingua parli-, cc a car, 18. j Digitized by Google IOJ La Vita con vcrfi di Tette, e di undici fillabe, tutti Tciol- ti, e ufolla in una Cantone indiritta al Cardinal Ridolfi (235) : il qual modo ftravagante e fcon- figliata cofa parve al Crelcimbeni (i* ma, come dille il Signor Marchefe Maffei (2.37)» Tu bizzarria d’un iblo componimento. XVL I Simulimi (Commedia in verfo fcioi- to) In P rnezja per Tolomeo J unitola da Breffa ne tanno MDXLVIII. di Ottobre in 8. Quella Commedia ( dì cui non Tappiamo eflerci altra riilampa , Tuorchè quella Tatta in Perona unita- mente coll' altre Tue Opere) Tu da lui compoftaa imitazione dei Mtnemmì di Plauto, aggiungendovi il coro-, e varie coTe mutando-, Teguitando in effe altresì le tracce degli Antichi, ed accoftandofi Tpezialmente ad Arifto/ane . Nella Dedicatoria al Cardinal Farnefe dice, che avendo in quefia lingua Italiana compoJ} 0 e l 4 Tragedia, e lo Eroicoy gli ' t* rut ° oU tra futili di abbracciare ancora qaefb' altra farle di $“fia , cioè la Com . (135) Quella Canzone end nd primo tomo ddla riftampa di Verona,. a car. 371. cola.., c comincia; Paghi , fu feriti , * venerandi Colli i cc. ( 23 ma non Tragedia, fi il TafTo, che non compofe Commedia, fua non eflendo quella, che fu imprefla col nome di lui (23P). A che volendo noi alludere abbia- mo fatto di quattro differenti poetiche corone adornare il Ritratto del noflro Autore , che in fronte di quella Vita fi vede. O 1 XVII. ( 3 3 8 ) Nella Prcfaz. alla ri- | Rampa di Verona a car. Xxv. ( a 3? ) Tra’ lodatori della' Commedia del noftro Autore , j uno fi fu il P. Rugcri , cosi parlandone nella citata Decla- mazione a car. xxiiù ,1 Hic fior Georgivs) anti- „ quorum poetarum , qui Co— n mie® Poefis lauream adepti,! » Slori® termino* pofteris cir. j » cumfcripfifle videbamur, Rre- ,» nui adeò coocertationc inge- j„ nii adarquavir , eruditiflìmo !» PoCmatc , metro jfcripto , | „ quod Sim itL r mos infcripfit » * ut quonefeumque >» Comicum illuci Carmen le- » ftionc parcarro , ipfa fe mihi » antiqure Poefis facies verert- ,, do, gravique afpc&u referar ,» contemplanda. Digìtized by Google jo8 La V r t a XVIL Egloga fafitrAie (in verfo Italiano) nel- la quale Tìrfe pallore invitato da Bauo capraro» piange la Morte di cefAre Trivuiào fotto nome di DAfm bifolco. Quello componimento fu inferito coll’ altre fue ogere nella riftartipa di Verona (240). XVIII. Altra Egloga (parimente in verlo Ita- liano), in cui parla Batto Capraro folo. E quella altresì fu llampata coll’ altre fue Ope- re (241)- XIX. Pharmaceutria U4* )• De mtTU (*43 )• Anche quella Compofizione , che è di clxxvil. verlì Latini, fu unita alle altre fue Opere nella riftampa di Verona (244): e perchè nel Codice v’era- (240) Tom. I. a car. 373. \ffripfft , quifquis ille fiat , qm (241) Tom. I. a car 375. \titulum aididit, non ertim ei,m À (242I Gli eruditici ini Signo- arbitror effe a manu Io. Gìor- rì Volpi diPadova, i quali fic- gii Trissini , quei» come aveano ideata Una edizio- ÌGracas litteras egregie caUuìJ- ne delle Opere del Th iss l»o|/f. apud The ocn- ( comc è detto nella Prefazione) J tum che ineptì hanc E- Fracaftoro. tlogam PiiAUM aceutri am in- (T 440 Tom. U a car. 393. Digitized by Coogle DEL TRISSINO, IOS V’ erano alcuni vani? perciò dal foprammentova- to Gafpare Tri ss ino eruditamente furono em- piuti > e quivi fi veggono contraflegnati con ca- rattere diverfo. XX. Encomium MAximUiàni ctfarit . Sta quefto al- tresì coll’altre fue Opere della detta riftampa{245) . XXI. Due Epigrammi latini. 11 primo di quelli Epigrammi (i quali furono dati a luce parimente in detta riftampa (245); fu fatto dal Trissino in morte di Pulifena Attenda, Ce- lcnate, piagnendo egli in perfona del Marito* Quefto fu tratto da un libretto ftampaco in Ve- nezia» in cui fi legge anche un’Orazione di Jo- vita Rapicioj da Rrefcia (247), detta in Vicen- za in morte della ftefla. L’altro Epìgramm* è quel- lo, che s’è riferito al di fopra (248), fatto da lui prima della ultima fua partita dalla Patria. • XXIF. ( 2 45 ) Tom. 1 . a car. 389. più nella Seconda Parte, a car. Qucùo Encomio è di CHI. Vcrfi 63.efeg.91.eieg. 192. c fcg. dello eroici latini , e comincia Cosi. Specimen Paria Ut ceratura, &c. Heor.rn Jì fatta mihi , laudcfvo Btixia 173 9. 4. pubblicato dal -Dei-rum non meno per dignità, che per Quandoq; ut ctlebrem permit - virtù inorali , cd intellettuali tii carmini Phàebe , Eminentiffimo Cardinal Qui. En tempus , ncque fallar , a- fini : e nella Libreria Ere - defi} &c. feiana di Lion ardo C o^z^ando , (246) Tom. 1. a car. 398. \in Brefciu\ 6 vq. per Gio: Maria ( 2 47 ) Di Jovità Rapicio ' Rizxxrdi in S. a car. 131. ove fi trova latta menzione neli , £’r-|è chiamato Raviz.zat, c fr dice, colano del Varchi a car. 427. o che fu lcctore di umanità in Vi- li ella Scan zia xx 1 1. della Biblio- j ccnza . tcca Polamcz car.120.121. mal (248) all’ annotazione m. Digitized by Google tio L a Vita XXIL Alcune poetiche Latine Compofizioni del Tr issi no non inferite nella fuddetta riftam- pa di Verona, furono ftampate nella Scambia XXIL della Biblioteca Volante- di Giovanni Cinelli ( MW • Quelle fono primieramente due ode (250); dopo cuifeguitano due evitati in morte dì Vincenzio Magre, fuo caro amico j e appreflfo feguita un epi- gramma ad fonticuium /»*« (251): e finalmente una Compofizione intitolata leges conviva les . L’Autore di efia scam.i a nel luogo citato dice» che quefie Poefie ad intelligenti, che le hanno vedute , fembra- \ no cofe fatte dal TnissiNO ne'fuoi pii* giovanili anni: ag>» giungendo, che il il Codice, onde le trajfe , benché fia ferie to net 1500;, mofira che già inclinava al fine il fecole , ed in confcgutnz.a molto tempo dopo l A di lui morte. DÌCC 1U oltre, che U Copifia era poco intendenti del Latine -, per. che vi fi trovano > alcuni errori, che mai fi poffono ’ attribuire a n illufire Autore. xxxrn.' (249J A car. 76. 77. 78 . 79- 80. c 81. E‘ mentovata da noi all’ annotazione in. { ajo) La prima di quelle O- de comincia: Du&urus aurum nobile per Mare Carafve gemmai n avita fluttibus Non ante fe cautus mari . nis Crederet , & rapidi s pro- cella 8 cc. L'altra' ha quello principio: Pulcher o Sol, qui nitido s dies &' Das , & idem fubtrahis , a eque ter rie Humidam noSlem *. & pla- cidam quietone Riddi: avarie Sic. (151) Quello Epigramma è diverfo da un altro dal noftro i Aurore Grecamente compollo fopra il mcdcGmo fuo Fonti- cello di Cricoli , il quale di fotto regiftriamo tra le fuePoe- fie non ancora date a luce, al num* xxxi 1- I Digitized by Google I II D E L T R I S S I N O. XXIII. VOLGARIZZAMENTO .dì alcune Ode MQrazio* Quelle noi non le vedemmo» ma follmente ci atteniamo .all’autorità del Fontanini {252), e del •Quadrio (253)1 il primo de'quali dopo avere regiftrato un libro intitolato: Odi diverfe d' Orario volganzjzate da Memi nobilitimi ingegni , e raccolte per Giovan- ni Nar ducei da Perugia : fy Venezia , per Girolamo Polo, 1605. in 40 foggiugne fubito come fegue. Q*tJH vdga- ■ fi datori fora XIJ. ai le f andrò Cofanzo , Annibal Caro Co fimo Mortili , Curzio Gonzaga , Domenico Ve- nitro, Francefco Veranda, Francefeo Crìftiani , GiovangIOr- ■ cio Tri «ino, Giulio Cavalcanti,, Marcantonio T ile fio. Sir . Jorio (152) Eloquenza Italiana , a alleai»»? di luì ftampate in 5er- ‘ Car * 5 35 * falla fola autorità del gemo per Pietro Dance dotti I7JX quale viene riferito quello libro in 8. a car. xxtv. tra le opere anche nella Biblioteca degliauto- del Vcniero regiftrando anche la ri Greci e Latini volgarizzati traduzione di alcuneOde dtO- «nferita nel tomo jcxii. c fegg. hrazio da lui fatta, taluna dice, » della Raccolta Calogeriana alla di quefte fi trova fiammata in un yoceOrazio, dovr ai tomoxxiv. I libro, che io mai non ho potuta 3 ° 7 * f' sggiange ; libro avere, e che ha penitelo : Odi rari fimo , che non ancora abbi*. .diverfe ec. che è il libro da noi mo avuto incontro di vedere . ; fopraeckato, E pure grande Tappiamo cffcrc 1 ( 25+ ) Veramente il Signor ìiata la diligenza del P. Paico- j Anton.Fcdcrigo Seghezzi , di m, autore di detta Biblioteca, 'chiara memoria, nella Vita del per ritrovar un tal libro. [Caro per lui dottamente ferir* V 2 J 3 ) Storia e Ragione dì ta, e premcfTa alle lettere delio ogni Poefia-, tom. 2. lib. t, Dift ! ftcflfo dell’ultima edizione di I. cap. vili. Particcl.iv. a car. I Padova, apprejjo Giufeppe Comi* 394. e falla autorità di lui il|m> 1742. in 3. tomo primo, benemerito delle lettere Sig. Ab. niente dice , che il Caro tra- 1 icr-Antonio Serrani nella Virai dotte aveffe Odi eli Orazio, di Domenico Venterò , premeffa I Digitized by Google uà La Vita torio Quattr ornarti, e Tiùerio Tarfia. L'altro pòi riferì' fee medefimamente quefta Traduzione, cd edi- zione, e i nomi degli fteftì Volgarizzatori. OPERE DEL T RISSINO In Profa non iftampate. YV IV T\ UE ORAZIONI di Sereniffidee Mente di re. JL) mrje, ter ifirevere le Ci, ed dir*"™ *>“• imgoftn riedificazione delle J*e Mora.. XXV. ORAZIONE , ovvero ARINGA ( dettata in lingua Lombarda) de, e. 2 M*U, ter ridare U D„m‘ * rei d ‘ ^ V,.ni,d di de,,. Terre. Di quella Orazione s e già favellato a baftanza per entro quella r „. . XXVI. Breve Trattato ài Architettura, coirai cune Piante di Edifizj fecondo le regole di Vi- travio.. Di quello Trattateli, abbiamo fatta meu- zione nel principio di quefta r,ta IMD* XXVII. TRATTAT O intorno *1 Mero Arbitrio. XXVIII- Due lettere latine a Monlignore Jacopo Sadoleto. XXIX . (>5J) V. fopra paj- 8. annot. IJ. Digitized by Google D EX T RISSINO. :I7$ XXIX. Un Volume di lettere , fcritte a mol- ti ragguardevoli Perfonaggi del fuo tempo , tra le quali molte ve n’ha da Soggetti cofpicui, e da dottiflìmi Letterati fcritte al T RrssINO ; ficco- me altresì ve ne fono di Principcfle, e di Da- me illuftri di quel fecoio . Da quello Volume fono -Hate eftratte dal Signor 'Marchefe Maflfei quelle , che leggonfi inferite nella iu a Prefazione alla riftampa delle Opere di Giovangiorgio» nella •quale egli nomina anche alcuni di que’Soggetti* 2e Lettere de’quali indiritte al T RlS jrN© tro- vanfi nello ftelfo Volume* e di quelle Lettere-, tanto llampate, quanto manuferitte , ci fiamo noi fpezialmente ferviti per compilare quella vita . Gli Originali di tutte le fuddette opere in Prof a manuferitte (fuori de\Y Aringa) > e delle feguenti pur manoferitte in Verfo, fi confervano di prefen- te apprelfo i mentovati Signori Conti Trilfini dai vello d'Oro , difeendenti dal nollro Letterato 1 le quali tutte fono Hate con molthTima diligen- za raccolte, cd unite in due volumi in foglio dai Signor Abate Don Bartolommeo Zigiot-ti , che colla Lolita gentilezza* e benignità -ce ne •ha data contezza* e ci ha proccurato la como- dità di vederle. XXX. Due LETTERE Volgari al molto Reverende Mejfer Hieronymo di Gualdo Canonico . L’Originale di quelle Lettere , (le quali purcnon fono tra le fud- dette)* fi conferva prefentemente nella Libreria P de Digitized by Googl u 4 L A V I T A tfc’PP, Somafchi della Salute in Venezia, in una raccolta di lettere di diverfi fcritte ai Co: Co: Gualdi ; donde anche furono eftratte quelle che fono ftate pubblicate col titolo di Lettere dPUomini Jlluflri del Setolo decimo fettimp non fin fiampate ( 2 5 5 • L’ una di quefte due Lettere è fegnata di Roma adi XXII. dì Aprile MDXVlt; l'altra è fenza data (157)- OPERE (356 ) he Venezia, nella li della Madre di Dio a canili. Stamperia Baglieni, 1744.108. della Prefazione al fuo S. Pier edizione p roccarata , e di note Grafologo ltampato Venetiis a- corredata dal più volte nomi- pud Thomam Bettinelli 17$** nato P. Paitoni. fol. „Ne... ingratiffìmis quibuf- ( 257 ) La notizia di quefte «quevidearaccenfcndus, illau. due Lettere ci fu comunicata «datura iri non panar ci. & dal fuddetto P. Paitoni, a cui „do ut dr eorum fibi gratiam cónci- liarit y & magnani apud omnet auiloritatem . Digitized by Google del Trissino; 117 Ìli Italiano ) In Vicenza per T olomeo Janiculo da Brejjfa > mdxxix. in foglio. e ( col Dialogo del CafielUno ) In Ferrara ter Domenico Mammartlli MDLXXXIII. in 8. e (nella Galleria di Minerva , parte fecon- da , a car. 3 5 *) InVi inezia preffo Girolamo Albrix.z& > 16 $6. in foglio; e finalmente coll* altre fue Opere in j 5 ? tona (261 ). H Libro è dedicato da Giovambatifta Dona a l Cardinal de’ Medici. Si dubitò per lungo tempo ^ fe Dantè fia ve* ramente fiato autore del tefto Latino di queft* Opera, di cui a tempi del Tr. issino niuno v’ era, che ne a vette contezza. Egli fu il primo a pubblicarla in Firenze, allora quando vi fu con la Corte di Leone X., come dice il Fontanini, il quale anche lungamente favella di molte let- terarie contcfe , alle quali die motivo la pubbli- cazione del Libro fteflb (252), che finalmente fu riconofciuto per vera fattura di Dante . Ma cosi non poniamo noi dice del Volgarizzamen- to, di cui e fi dubitò, e fi dubita tuttavia, f e fia del Taissinq: e non oftante che tra le fue Opere (a6i) Tom. 2. a car. 141. 1 ( 262 ) V. il Fontanini nell’ Eloquenza lui. dalle car jjy. I tino alle car. 246. e ndl'Amin-\ ta di Torquato Tajfo difefo ec. In Venezia 1730. per Stbaftia • noColeti , in 8. a car. 623. c fegg. Digitized by Google r*8 LA VITA Opere d annoveri , molti letterati vi Tono , i quali affermano non effere di lui . Tra quefti fpezialmente v’ha il Cavaliere' Zora, il quale nel Difcorfo /ofra r- opere del noftro Autore {26$ )> dopo aver regiftrate le Opere di lui in Profé) dice di ommetter la verfione de’ libri de vvlgari ELOQUENTI A di Dante, torchi non li giudica tra- dotti dal Tri ss ino, nté fatalmente da Lui fatti /lampare', aggiugnendo, provar egli ciò con buone ragioni nella «m del me defimo Tjussino da lui fcritta ( 2 (*$5 ) A car. xj>o. a tergo » ciò riferito il titolo nella Prefa- ,c feguenti» Digitized by Googk DEL T-RIS.SINO. Jljj ;altro ci fcmbra affai frivola, perciocché moke altre opere del noftro Autore han tralafciato di regiftrare quefti Scrittori.) Oltre a ciò dice, che effendo detta -verfione malamente dettata in Ita- liana favella, farebbe!! perciò «* affronto patente ai. la fempre verter abil m (moria del T r i s s i n o , aggravando , . e sfregiando ing'mfiamente la fua reeognizione , col? attribuirgli un lavoro male intefo, t malamente tradotto-, facendo anche offervazione , che non dal T RISSINO , ma da Giovambatifta Doria, Genovefe, è ftata quella Traduzione dedicata l’anno 1519. al Cardinale Ippolito de' Medici, con dirgli nella Dedicato- ria, che Dante Jiccome ave a ferino f Opera fieffa in Latino idioma , cosi la trafportaffe nell'Italiano (2 65). Soggjll- gne di più lo fteffo Signor Cavaliere , che fe Giova NG ioRGio foffe flato l’Autore di quella ver- fione, e’ non l’avrebbe poi allegata nel fuo dia- logo del Gabellano a fua difefa, come fe foffe fia- ta Opera di penna altrui (257). Que- * . - • X \ v ' ^ B , . .1 M — ( 266 ) II Fontanini neH’£/e- quenza Italiana a car. 10A. dif- fc , eflere ftata la detta veriio- nc pubblicata dal Trjssino ; c ’l Muratori nella Prefetta Poe- fta Italiana tom. prim. a car. 2 3. della edizione di Modena ( 267 ) Il T r 1 ss 1 ho nell’ accennato Dialogo fa , che Gio. vanni Rucellai lotto nome di Caffettano dica ad Arrigo Do- ria quelle parole: Deh per vo - fra gentilezza M. irrigo guar- date un poco nel mio ftudio , e 1706. in 4. fende, che il libro portate qui il Libro della Vol- De Volgari Eloquenti* trafporta-\gar Eloquenza di Dante tradot- to in Italiano , fu dato alla Ite- J to in Italiano . et dal Trissimo. ! Digitized by Google no L A V I T A Quelle, ed altre rimili ragioni adduce il Si- gnor Cavaliere a provare» che il Tlissi no non fia {lato l’Autore di tale Volgarizzamento i alle quali aggiugner fé ne può un’altra piò torte, cioè, che fé egli non ebbe alcun riguardo a pubblicare, come è detto, in Firenze il tefto Latino di queft' Opera col nome di Dante, Tuo vero autore, molto meno l’avrebbe avuto a iar fapere? che fua propria era la traduzione Italiana*, e manco avrebbe comportato , che il Doria nella Dedicatoria al fuddetto Cardinale dieeffe, che Dante (il quale, fecondo il Tuo dire, l’Opera ftef- fa in Latino compofe , affinchè intefa [offe dagli Spagniuoì li, Provenzali, e Pranzo fi) la TRASPORTASSE ancora nel r.oftro Idioma. Anche il Fontanini U, con aggiugnere, che il noftro G io va n Giorgio net pubblicare quella ver bone; fi f* r ì fervùo de\ fuoìcarat. t tri Greci, perchè da lui creduti migliori per Pefprejfione perfet- ta di noftra Italiana favella . Con quelle ragioni, e con altre, che ommet- tiamo a motivo di brevità, foltengono i predet- ti Scrittori, non elfer del nollro Autore la fud- detta verdone; e ’1 Signor Marcitele Maflfei fe la fece (lampare, come abbiam detto, tra l’ altre lue Opere, non però di meno non dice» elfer cflà fattura di lui. Comunque fi fia, abbiamo giudicato miglior cofa elfere e non porla tra le Opere da lui fenza dubbio compolle, e non tralafciare affatto di regillrarla , sì perchè va at- torno col nome di lui» e sì ancora perchè avvi qualche fcrittore> che la cita come di lui fattu- ra (271). XXXVII. R ERUM ricent irtarnm Compendiane a Io. Georgio Trusjno confcriptum . In fine leggonfi quelle parole : Ha* fìrhfi t*fi dtpepulationtmUrUt Rome, dum Le. lattee tram apud Remp. renet am prò Clemente rii. P.M. Que- llo Componimento non è mai flato Rampato 5 cd una ( 270 ) rita del Tr I s* 1 n o fima» ed utilidìma Stor. e Re. manuferìt. a car. 294. a tergo, gion. d'ognì Paef. Tom. I. lib. ( 271 ) VeggaG il Qua dr nè da niuno certamente fi sa, dove effe fi tro- vino di prefentev e non oftante che abbiano detto i predetti Tommafini, e Beni, che allora fi con- (*76) V. fopra a car. jr. f { 179 ) Trattar, dell' Orig. ( 377 ) Prefazione alle Opere * ec. tib. a. manoferitto a car. tc. z ar. xxxi. jj. (178) Elegia &c. a car. (180 ) Difcorfo ec. a car. 44»» Digitized by Coogle DEL TRISSINO. ;i2,y fi conferva vano preflfo i fuoi credi (28O? pure quivi certamente non fono. Anche il Doni vera- mente ne regiftrò il titolo fenza più nella seconda lì. ireria ( 2.8ì )* ma con quella differenza? che T ultima d’efle Opere fu da lui chiamata Frontefpi- xio delle clone. E benché nel principio di quella fua Opera ^284) dica il Doni di aver mejfo infie- mt tutti i Cicalai tri da sé veduti a ferma, de’quali 11 C aveva avuta notizia j e benché foggiunga? che di tali litri etmfofii (e regiftrati in detta fua Libre- ria, fochi c’credeva fodero per elfere ftampati» con con ciò fofle colachè erano libri rari , e inma. no di per fané , thè non li voleane dar fuori , mapiuttofio ardergli : nondimeno ci accordiamo volentieriflìmo colla opinione del Sig* Marchefe Maffei (183 ) intorno a tali Opere? cioè che non fi fono vedute mai ; ma che iono Hate alcune per equivoco , altre ridicolmente intitolate. E crediamo parimente, che lo fteflfo fi debba dire d’un altra Opera dal medefimo Doni (185), e dal (281) Tommafin. loog. eie- ! ( 18 j ) Nella Lettera , die egli ■jQfud Comitcs T rijfnos iffius i' colla fua lolita bizzarria intito- Fi are ics affervantur : La Bafe la A coloro che non leggono , a del Chrifiianoì ec.Beni Trattar. car. io. eli. fc. lQ0g.cit.L4 Bafe del Chri- 1 {'184) Prefazione alle Opere Jtianoec.con altre Operette ferie. 1 ec. a car. xxx 1. te in prò fa, fono in Caf a de’ fuoi' (285) In un’ altra Opera, io Utrcdi. cui regiftra le Opere ftampatc (282 ) La Seconda Libreria ài Autori Volgari , intitolata.' del Doni ec. Jn Vincgia 5 jj. La Libreria del Doni Fiorenti. in 8. a car. 91. i no , nella quale fono ferini cut - ti ili Digitized by Google I2 c dove ftampata 47 -»-? 4 - Meliini ( Giovanni) pittor cele- bre non fece il Ritratto del Trillino. 64. effo Ritratto premefTo a quella noftra Ope- ra perchè adornato di quat- tro differenti corone poetiche 107. fua morte 6J. Bembo (Pietro Cardinale,) lo- dato 4. ». 4. fue EpiftoU do- ve Rampate 23. ».40. citate 24. «.41 due di effe fcritte a nome di Leone X. riferite a 3. e feg. fcrivc regole di noftra lingua 69. fa autore il Trifsino del verfo fciolto 88.». 17 6. fue Rime pubblicate per opera del Sig. Ab.Sertaf- fi citate 102. ». 225. rifponde nellemedefimedefinenzea un 5onerto del Trifsino. 103. c feg- Beni ( Paolo ) fi crede autore di certo libro. 3. ». 2. filo Trat- Digitized by Google Favola delle Cofie Notabili. 12.9 T ruttata del? Origine della Famiglia T rijfino dove Ram- pato . ivi. iua erronea opi- nione incorno al Trillino 6. e intorno all’ ifcrizione dclfuo palazzo nella villa di Cticoli io. nora di malevolo ilGio- vio 4*. n. So. fa il Trillino autore di «ree opere . 51. ». xoi. 1 1 J.a fegg. fina al fine . lo fa fepolto pel Depofuo del L afe ari 59. n. 114. parla con lode di Bianca feconda moglie del Trillino 48. ». 95. citato 4. ia. ». 23. 23. w.41. Benrivoglio( Ippolita ) a lei c indirizzata un’ Ode latina dal Trillino 115. Bergamini ( Antonio ) imitò .con poca lode la manieradi Ceri vere tifata dal Trillino • Bragia ( Marco ) , Con Agli e dell’ Accademia Olimpica vi mette un SoRituto ». 28.48. Buonaccorfi . Vedi Montemagna. c C Arco trote, a ( Demetrio ) fu macftro del Trillino nel- la Greca letteratura. 4. dopo morte gli è dal medefimo e- retto un Depofico con Epita- fio in Milano ivi. lodato dal- lo RefTo nel fuo poema dell* Italia Liberata . 6. ». io. Calogeri ( P. D. Angelo ) lodato per la fua Raccoltad'Opufcoli Scientifici , cc.lll.e / allog. già nel Palazzo del Tri di no nella Villa di Cricoli * e quando . 12. ». 23. fatto Cardinale * e poi Papa col nome di Ufbano VII. ivi . Suo Bullo in pierra colloca- to in detto palazzo con ifcri- zione, e quale, ivi. Cartellano , uno degli interlo- cutori del Caflellano del Tuf- fino , chi Ha ? t perche così detto 70. • ‘ ■ Cavalcanti ( Bartolommeo )fu® Giudizio /opra la C anace cc. dove ftampato 52. «.103. ( Giulio ) fuo volga- rizzamento d' alcune Ode d* Orazio, tu. Centanni/) ( Valerio ) fuo curio- fo Sonetto al Trinino , rife- rito 40. ». 7J. Checozzi (Canonico Giovanni) illuftta un luogo- del Poema delle Api di Giovanni Ru* celiai, a difefa del Trillino - 51. rat 01. chiama pio e ca/ti- gato il Trinino 93. ». I9T. Chiapino ( Paolo ) Vedi Bar- bar ano . C biffi ezio l GiovanjaCopo ) (nell* Infatti* &c. Antuerpix ex officina Plantinian* 1632. in 4. ) -non mette tra’Cavalieri del Tofon d Oro il Trinino 4J. e fegg. ». 88. Cindli (Giovanni) Vedi Raf- ie. Ciria{ Gìufeppe Maria) Tua Ode latina in lode del Tuffino , ri- Digitized by Googl I Tavola delle Cofe Notabili . •*.#**■* -H CUt^ntt vi' Papa . Vedi &A D y 0 'J?%tfix doic^ftLpata ledici antt t ,cn .' - f :i te _ CoRoza, Villaggio deiscenti- , arre poetica - J »* « £lo , ' A m famo'o Covolo vie- Ilo latino de c.^1uon a «I"f |i 11-1 breria Brtffiann love Rampa- »o. * 4- da cbi .Btoccurateiw. «•»**• Coment* j dove Rampati }4-| e /^' , . pentiluomo ir. 6o. fa il T tiffino il primo, Dw-tfo ( Ermolao U Martbcfa di ! Mantova ringrazia il TrifTi- 1 no per certa Canzone man datale . 29. e feg. lo invita a fe , e perchè . ivi. efaltata nei Ritratti del Trillino. 39. » 50. lettera a lei fcritta dallo ftclTo , citata 87. ». 174. F F arnese ( Duca Ottavio ) a lui viene indirizzato un Sonetto dal Tuffino, c dóve fi legga. 102. * — ( Rannuccio Cardinale ) grande amico del Tuffino, j j. icrive allo fieflb una lettera d’ ordine di Paolo HI. ivi ». 108. dal Tuffino gli è dedi- cata la Commedia de’ Simu- limi. io 6. Sonetto dal Trif-i no a lui dove fi legga 55. ». 109. fioretti (Benedetto) V. Nifieli (Udcno). Firenzuola ( Agnolo ) fuo Dif- (acciamente cc. dove Rampa- ! to 35. e feg. feri ve contro a! Tuffino . ivi. e 37. ». 67. lo taccia di ufurpatore . 36. e fg. n.6j. quanto falfamcntc . ivi. fcriffe piuttofto per giuo- co, che daddovero. 36. ». 66. è citato nell’ Ercolano del Varchi ivi . citato 68* Fontane delia Villa di Cricoli lodate dal Triffino con lati- na poefia. ito. e con un c- pigr .mma Greco ivi ». 251. Fontattini ( Monfignor Giulio) fuo libro dell' Eloquenza Ita- liana dove, Rampato 35.» 64- Efami fopra d'effa ftampati 86. ». 173. cenfurato giuftamentc dal Si g. Marchcfe Mattici. 43. »j 84. difefo da ccnfura dello lìdio 46. ». 88. chiama Novell 10 Cadmo, e Cadmo Italiano • 11 Trillino 39. giudica in- venzione di lui 1’ ufare la Z, in vece del T. ivi. fuoi sba- gli. 69. ». 129. 71. e feg. 83. e f e ii- 9i- »• 183. critica V Da- lia Liberata 93. non viene confermata la fua ccnfura dal Catalogo della Libreria Cap- poni ivi. ». i9i. riprende il Marchefe Ma Aci 94. « 1s2.il quale gli rifponde ivi. Vol- garizzamento d’ Orazio da lui riferito , dubbiofatnente da noi riportato . ni. Aminta del 7 affo da lui difefo ion le Offervazietti d' un Accademi- co Fiorentino dove Rampato li 7. ». 262. luogo ambiguo di quell' Opera lai. ». z6g. fua oppimene circa il iraduc- tor del Libro de Volgari Elo. quentia di Dante. 120. e feg. Fortunio (Francefco) feri ve re- gole di nollta lingua. 69. Fracafioro ( Girolamo) amicif- fimo Digitized by Google 1 Tavola delle Cofe Notabili. 1$; fimo di Giovambatifta della loda la Sofonùba ivi . la bi*. Torre. 10S. ». 24.3. fimaS9. come gli rifpondail Francefco I. Re di Francia , è Malici ivi. critica/’ balia li- fatto prigione dell’armi dell* berata 94. nell’ Orbecchc la au- Imperator Carlo V. e ’1 fuo torc il Trillino delle Trage- cfcrcito feonfitto. 40. gedic ferine in Italiano 7 9. Erancefì, feonfitti dall’ armi di come pure del verfo fciolto Carlo V. Imperatore , c cac. 88. ». 17 6. fua lettera dove ciati d’Italia, ivi. fi legga ivi , citato 90. ». Franti ( Adriano) V. T t tornei. 182. ( Lilio-Gregorio ) fu con- G difcepolo del Trillino nel- lo Audio delie lettere Greche. G aza (Teodoro ) nominato 4* ne fa menzione in certo con lode nell* Italia lite- \ fuo Latino poema . ivi. ». 4. rata 6. ». io. ! Giulio II. Pontefice , fua mor- Gemi/lb ( Giorgio) nominato al- ! te quando fucceduta 13. tresi con lode nella Refluivi. 1 G abbi ( Agoftino ) fua Scelta Ghilini ( Girolamo ) (nel fuo' ài Sonetti cc. dove publicji- Teatro d'Uomini letterati. Ve-\ t» 100. ». aij. 106. ». 137, nezJa perii G aerigli 1627. 4-) ; Gonzaga ( Curzio ) fua tradu- non regiftra tra le Opere deli zione d’alcuncOde d’Orazio, Trillino il Volgarizzamento j citata ni. di Dante de Fulgori Eloqucn~ j ti Gragnuola (Prete Francefco) tia. 118. j fu il primo maeftro del Tril- Gilafco Eutelidenfe . Vedi Lue- j fino. 3. lettera a lui fcritto le. , | dalTriffino ove fi legga ivi. Giorgi ( Monfig. Gio: Domcni- { citata 13. ». 26. ai. ». 37.43 co ) Compilator del Calalo- 1 ». 83. 46. ».8p. 47. v.93. go della Libreria- Capponi . Gravina ( Vicenzio ) fua Ka > Vedi Capponi. , ' ' I adone Poetica dove ftampata Giorgio (Gio: Lorenzo) Noda-| 93* »• 191. in efla loda il ro Veneziano 52. » 101. Trillino itti, fa grande ftima Giornale de’ Letterati d’Italia del di lui poema dell’ Ita- ccnfura il Cafoni 101. «.228. 1 Un Liberata. 97. non decide fc alcuni Soneui Gritti ( Andrea ) Doge di Ve- fieno del Triffinoio4. 9.231.) nezia , quando vi tulle elcr- lo fa bensì autore dell' in- 1 to . 30. gli è recitata in tal venzionc del verfo fciolto occaltone un’Orazione con- 82. n. 167. gratulatoria dal Trilfino a Gìovio (Paolo) tacciato di ma- nome della città di Vicenza, levolo da Paolo Beni, c per- 31. citata 67 . 73 e feg.76. fua che . 42- ». 80 gli è fcritto morte quando feguita 30. un Sonetto dal Triffino. 102. »-JJ. dove fepolto , e con Giraldi (Gio: Battila ) fuoi Dif- qual Epitafio ivi. cerji dove Campati 7S. ». tj8- Grato (Luigi) fuprannominat» i Cie. Digitized by Google 1 3 Tavoli, delle Cieco. £ Adria , filo grotto sbaglio . 58. ». in. Gualdo (.Girolamo) due lettere dal Tuffino aldi' fcriue » ove. liano - 11 3. e feg..- - ( Paolo ) fua Vita- di Andrea Palladio dove fi leg- ga 9. n.19. — . . Lettere Originali a’ Guai* di dove fi. confcrvino- IV}- e feg. Guarirti ( Guarino ) Vcronefc 5 fcriflc colè gramaricali io lin- gua Latina. 7J. Guicciardini- ( Franccfco ) fuoi Quattro libri della fua Storia ( nott pia fiammati.. Venezia ftr Gabriel Giolito 1564. 4.) 1 ciati 41. ». 78. Guidetti. ( Franccfco ) fua rcla- zioae a Benedetto. Varchi , . ccnfurata. 83.. H • . . I ! . H a y m (-• Nicola- Franccfco ) fua Biblioteca Italiana do- vei Rampata 71. ». 13?* I , ' , *** **S‘ ( • » .» . I liingo , o fia confonante , trovato dal Trillino > e ab- bracciato dagli Scrittori an. che Fiorentini. 39. ». 73 Jjenicol» ( Tolommeo ) folito Rampato» del Trinino .lai. Imperiali ( Giovanni )'■ fuo Mu- faum Hifioricum dove Ram- pato . 6 . ». 11. dove il fuo Mufaum Phyficum 8. ». 17- fua erronea opinione intorno ai primi Rudj. del Triffino.6. e intorno ad Andrea Palla, dio . 8., loda il’. Tuffino . éj. ». lift. c il di lui poema Co fé Notabili. deli’ Italia Liberata . 98. ci- tato- 29. *.4S*. $4- »• bt. 4**' ». 78 42- «.80.62.»; 117. 118.. Ingegneri ( Angelo ). fua Opera della Poe fia Rapprefentativa ec. dove Rampata 78.». 157- loda la Sofonùba. del Tuf- fino.. *»»• licrizione al Sepolcro del Cal- condila 5* — dell’Accademia Triffina attorno alla porta del Pa- lazzo del Tuffino inCri- coli io., a che fine vi. fotte collocala . . al BuRo di Vrbano Vil- la. »•»?•• — «1 sepolcro di Andrea Gritti Doge. 30. ». J3- — ■ al Sepolcro del T tifiino da lui fòrmatafi , ma non. metta in ufo» e perchè. 56.. , altra, in forma diElogioéi- IL L ascari ( Giovanni) nominar- lo con lode nell Italia /*- barata ». io. ove fia. fqr- polto. 59. »• 114- àttere di XIII - Uomini illit~- ftri dove Rampate n. ». 23. d' Uomini Illuftri dei Se. colo XVII. dove» per cui ope. ra pubblicate» c donde cavan- te XM* »• Z S 6, Libreria Arobrofiana 52^ ». io».- 108. »• 14*- iij. - ■ Bertoliana di Vicenza 3. ». a. chi nc è. Bibliotecario ivi . — — • dei Nobili Uomini Pi- fanj in Venezia ; conferva la prima edizione rariffima della Italia liberata da’ Goti - PI.. de’ Digitized by Google T avola delle Co/e Notabili. 13 ' de’PP.Somafchi della Sa* I Maffei ( MarChefe Scipione ) >b* Iute di Venezia, confervava un MS.-de'Trifftni, ed uno del Beni originale7. ». 1 5. con • fervagli originali di . olcilfi- • me Lettere fcrittc a’Gualdi .114. '• j - dei detti PP. di SS. Fi- lippo , e Jacop > di Vicenza conferva 1” Aringa MS. del Triffino 47. n.91. e una era- dazione in latino . MS. del- la Sofoniiba78. «.157. Vedi C Apponi . Colando . Plutoni . Rude. Zeno ( Apportelo ). Lombardelli (t'razio ) lettera di Torquato Taffo a lui fcritra • dove fi legga 96. n 101 Lombardi (P.Giroiamo ) Gefui- ta, citato 59. n. 114. Loredana \ Leonardo ) Doge di Venezia. Lettera del Ponrefi- . ce Leone X. a lui ferina , -e prefen taragli dal Trifòrio, rife- rita. 24. Leone X. Papa. Vedi de' Medi, ci (Giovanni). M M acchiaveui (Faufto) Ac- cademico Olimpico , in. xerviehc a un Configlio. della fua Accademia . 28. ». 48. Madrucci ( Criftofano ) Card ni. Vcfcovo , Principe di Trento, introduce a Carlo V. un mef- fo dei Triffino. 54. lettere a lui feriteci citate ivi 1 06. al lui c raccomandato Ciro 1 Triffino da 'Gioan.Giorgio fuo Padre. 54. Mairi (Vicentino^ due Epi- grammi latini fatti dal Ttif- 1 fino, per la mòrte di lai do-, • ve fi leggano no. dizione delle Opere del Trif. fino da lui procurata, pre- mefiòvi un Riftretto della Vita dello fteffo, citata 111. 3. 8. ». 14. 12. ». 24. 30. ». 51. e feg. 33. ». 57. 37- 41* «..78. 44.».87. 54.». 106.55. ». 107. 67. ». lai. 68. ». 123. 69. ». 131. 7c. e fegg. 74. e feg. 77. 87. ». 174* 89. ». 181, 91‘ 99 • e fegg. 1103. 106. ».»35- e 237.107. e fegg. 113,117. 123. »•> 74* x»4-».-S77. 1 25. foftiene, che il Trillino valeffc nella Filo- fofia Platonica e Pitagorica 8. ». i^enore nel fuddetto Ri- ftrettodi luicommcflb 12. ». 24. fuo Teatro Italiano ci. tato 26 . ». 45. 79» c feg. n. 161.89.». 180. più volte ftam. paro 77. loda la Sofonisba. 26. ». 47. 7 9. 99. la difende dalle altrui cenlure 89- loda la Gramat iebetta del Triffi- no 69. e la Italia liberata 96. ». 203. e la invenzione dc’nuo. vi caratteri 38, fua falla cp- pinionc intorno 1’ ufo che ne avrebbe fatto il Triffino . VI. la fa autore del verfo fciòL to8l. lo difende dalCrefcim- beni per una nuova maniera di Canzoni da lui ufata 106. interpreta fi ni Riamente un dettodcl Fontanini 46. ». 88. lo ccnfura giufiamente 43. ». 84. cenfurato da lui fc ne Tifcnte 94. fuo E fame fatto all* Eloquenza Italiana dello fteflo dove Rampato 44. ». 84. 4 6. ». 88. '94- »• 192. fue Offer. vazMtni letterarie dose ftam* pare 44. ». 84. lodato 77. ». 154. afferma non efierdi Tor- qua~ Digitizcd by ' joogle i I J/j Tavola delle Co fe Notabili. quato Taflb certa Commedia che è ftampata col nome di lui 107. Vedi 7 'ajfo (Torqua- to ) . prova non effer del Triflìno certa opera Latina 123. nè certe altre ridicole compolmoni 125. dn Malgrado (Vincenzio) a lui fcrive il Trillino una lettera 4. ». 5. Mattiti ( Domenico Maria ) fuo detto cenfurato 39. lue Lezioni dove (lampare, ivi. n.72. Mattux.it} ( Paolo ) fua lettera a Bernardino Parremo riferirà. 11. ». 13. Marana( Andrea) imita con po ca lode la maniera dì fcrive. re ufata dalTriffino. 3». ». 73 - Martelli ( Lodovica ) fcrive contro al Trillino in propo- sto de Tuoi nuovi caratteri. 35. fuo deteo coytrctto. ivi. ». «4. Martintngo (Chiara) madre di Luigi Trillino primo marito di Bianca feconda moglie di Giovan-Giorgio. 48. «.95. Martiri ( Jacopo ) fua Jfioria di ricetta, dove ftampata z6. ». 4". Maj]tmiiiatto , Imperatore, ono- ra il TrifGiro. 16. fi crede , gli abbia conceduto il Vello ef Oro . ivi . non gli falcia pro- fdguir Certo viaggio 18. lo rimanda fuo amb afe Latore a Papa Leone X. ivi . fua let- tera latina al detto Pontefi- ce . 1 9'.»?-»47._fuo Specimen varia litttrattcra dó- ve ftampato. ivi. ' R R aoona ( Alfonfo) Accade- mico Olimpie o. Vedi An- gioiello . • Rapido (Jovita) fua Orazione accennata 109. menzionato da più autori . iviy ». 24.7. fu Lettore di Umanità in Vi- cenza ivi. vicn chiamato Ra Cofe Notabili. vizza dal Cozzando . ivi . Rccoaro, villaggio del Viccnti- no.Vedi Comuni diRccoaro ec. Ridolfi ( Cardinal Niccolò ) , Vcfcovo di Vicenza, eletto dal Trillino per uno de'Com- miffari del fuo teftamenco . J6. gli fono dedicate dallo Aedo le fuc Rime 101. Can- zone del Trillino in di lui lode, accennata . 106. Roma, Taccheggiata a’ tempi del Trifsino. 42. ». 78. 85. Rojp ( Niccolò ) fuoi Difcorfi interno alla Tragedia dove ftampati 2j. ». 44. citati 45. »• 88. loda la Sofonisba del Trifsino. 2J. 7S. Rucellai ^Giovanni) fuo Poema dell ' sìpi quando ftampato 51. ». 101* io elfo loda il Trif- fino. 8. ». 14. volea fotte ri- veduto da lui prima di darlo in luce. 51. e 124. cosi le fuc tragedie dell' Ore/?*, e della Rofmunda 123. e feg. luogo ofeuro di detto Poema dell' Api illuftrato dal Signor Ca- nonico Giovanni Checozzi 51. ». 101. è grande amico del Trifsino 17. rifponde a una lettera di lui ivi. dove efta rifpofta fi legga ivi . ». 34. f*i. è Caftellanodi Caftel S- Angelo 50. * e con que- llo nome c uno degl’ inter- locutori dell’ Opera del Tuf- fino , che per ciò s’ intitola il Cafiellano. 70. a lui è in- titolato il Poema dell’ Api. V. Rucellai ( Palla ). la fua Rau fmunda non piace affatto al Varchi 88. corretta dal Trif- sino 123. e feg. fua morte jo. lodato dal Salvini 98. citato 2J. ». 43. 87. ». 174. $ % ( Pai- Digit ized by Google •- . V 140 1“ avola delle Cefe Notabili» — — ( Palla) dedica al Trillino li | poema delle Api di Giovanni 1 S filo fratello, c quando 51.». ' 101. 87. lo fa autore del ver- qabellico ( Marc’Antonio) lo- fio fciolto 87. O dò in un fuo poemetto la £uele (P. Mariano) Carmclita- Villa Cricoli , c quale 12. no, fua Stanzia aggiunta al- 23. la Biblioteca Colante di Gio Sadoleto ( Jacopo ) gli fono vanni Cinclli, dove Rampata fcritte due lettere latine dal $7' c f e t' n ' in. regiftra alcune Trifsino. iti. compofizioni dei Trifsino non Salviati ( Cardinale Giovanni ) più Rampate ivi . e 1 1 o. fa meta- prefenta al Papa una Canzo- zione di J ovita Rapido 109. ne del Trifsino 31. fua lette. ». 247. ra al Trifsino , riferita. 32. Ruderi ( P. D. Francefco ) Soma- n. 57. gli manda un Breve dà feo . Sua 7 'ratina cc. dove Clemente VII. ivi . Rampata 4. rt.’j. da chi fatta Salvini ( Anton-Maria) citato Rampare 59. ». 114. accenna Vili. 38. loda il Poema dell’ T alloggio d’Vrbano VII. nel Italia liberata 98. e feg. e P Palazzo di Crico/i 12. ». 23. Api del Kucellai, e la Col- vuole che Carlo V. f»cefle tivazione dell* Alamanni ivi. Conte, e Cavaliere il Tri fsi- fu c Profs To/cane dove ftanv no 43. e quando 44. ». 86. paté 34. ». 61. 38. «.70. quanto in quello egli s’ in- Sannazzaro (Jacopo ) uno de- ganni 55. ». 106. loda il gl lnterlocutori del CaJleUa- Trifsino 6 J. e la fua Poeti. no del Trifsino 71. ca 73. «.145. e la fua Coni- Sanfevcrina ( Margherita Pia) a media Ì07. ». 239. accenna lei è dedicata un’Opera del aver il Trifsino icritti Infe- Trifsino 67. gnamenti Rettorici 116. ». Sanfovino ( Francefco ) edizio- 260. come debba!! intendere ne della fua raccolta di Orat- ivi. zioni di diverfi Uomini Ulte- Bufcelli ( Girolamo ) loda P /tri divifa in due parti, cita- invenzione de’nuov! caratte- ta 31. ». J$. fa volte più ri del Trinino , c del Tolo- volte pubblicata 74. ». 147. mci.38. «.68. fua raccolradi in e da ha luogo un’Orazio- Lettere di Principi , ec. cita- ne del Trifsino, e quale ivi . ta . 42. ». 78. nelle Rime Sajp (Giufeppc Antonio) loda- pcr lui raccolte lì trovano to 108. Je. 243. delle compofizioni del Trif- Savorgrtano (Giulio). una lette- fino . 103. fuc note al Fu. radilui a Marco Tiene ftabi- riofii dcH’Arioflo, citate ivi. | lifcc l’anno della morte del Trifsino. j8. «.113. Scaligeri (Mattino, e Antonio) in qual tempo vi veliero. 71. Scamozzi (Vincenzio) chiarif- fimo Digitized by Google 4 Tavola delle fimo Architetto . io. ». «. difcepolo del Palladio ivi . di che non ne fa menzione nei Tuoi libri ivi. Schio ( Girolamo ) Configliere dell’ Accademia Olimpica, a chi foftituito 28. ». 48. . Ve- di Angiolello . — — Terra del del Vicentino, manda Oratori a Venezia a a chiedere un fattizio Ve- neziano in Rettore in vece del Vicario Vicentino . 49, difefo da Baftian Venicro Gen- tiluomo Veneziano. 50. per. de in tutto, e per tutto, ivi. degli Scolari ( Franccfco). Ve- di Bcccanuoli . Scotto (Franccfco) nd fuo hi. nerarium ec. parla dtlh Acca- demiaTriflìna. m. ». 22. Ve- di da Cap ugnano. Stghezii ( Anton-Federico ) fcri- ve la Vita di Annibai Caro in. ». 274. dove flampata ivi. non regiftra tra le Òpe- re di lui alcuna traduzione dell’ Odi d’ Orazio . ivi. fu a edizione delle lettere diBcrnar- do Taffo, citata 88. «.178. Serra# ( PìcriAmoqiQjjpubbli. ca le Rime del Bembo io». ». 21J. e quelle de’ Venie» ledendo la Vita di Domeni- co, HI. ». 2 JJ. Co fé Notabili . I4I Speroni ( Sperone ) Sue Opere dove ftampatc.. 52. ». 103. Giudizio fopra la fra Canate da chi comporto , vedi Cavai, canti ( Bartolotnmeo ) . da Somacampagna ( Gidino ) ■primo Scrittoredc 11 ’ arte Poe- tica, in Italiano. 72. inqual tempo viveffe. ivi. Statuto Vicentino citato 50. *, 97- ' feSS- Strozzi (Filippo) uno degli In- terlocutori nel Cartellano . 70. Sub a f ano . Vedi degli Aroma- tari. T T Asso ( Bernardo ) edizione delle Tue lettere ( proccurara da Anton-Federico Seghezzi ) citata 88. ». 176. 95. ». 198. 99. ». aia. loda 1 ’ Italia li- berata. 97. ». 204. " (Torquato) fue Lettere dove ftampate . 73.». 144. 96. ». 200. lodala Poetica del T tif. fino 7j. edizione della Aia ■Gerufrlemme citata 87. e frg. ». 176. edizione di altre fuc Opere 96. ». aot. loda i’ Ita. ,, Ha liberata . 96. non è Au- rore ( feconde il Sign. Mar- ohefe Maffci (a) ) della Com- media ("intitolata gl' Jtrichid' -S } Amo- (a.) Facendo però il Taffo menzione di certa Commedia, che andava lavo- rande in, Tua Lettera a Giovambaiti'fta T.icinio, la quale fi legge a car. iff. del Libro intitolato: Lettere del Sig. Torquato Tuffo, non più ftam . fate ec. Bologna. por Bartelomto Cocchi 1616. 4. quand’anche non fia egli l'autore della Commedia degl' Intrichi d" Amore , di che per forti ragioni (e ne moftra.anzi dubb>ofo, che no, l’autore della Prefazione alla nobiiillìma edizione dell’-Qprrr di Torquato Tuffo in Firenze per li Tariini e Franehi 1714. iti VI. Volumi m fol. viene a renderli affai vacillante la decisiva temenza del Signor Marcitele , cioè non avere il Taffo compofte Commedie. Digitized by Google 14 *. Tavola delle Cofe Notabili. Amore) febbene porta il fuo ne X. H. n. 31. vuole che il nome 107. fno Amine» da • Tri /Tino foffe fatto- Conte , chi difcfo, vedi Font /mìni. t Cavaliere da Carlo V. T»rji» (Tiberio) fuo volgnrìz- 43. fua cfpreflìone dubbio- zamento d’ alcune Ode d'Ora- fa. 48.». 95. riferifce unepì. zio citato uà. gramtna del Triffìno. 57. ». di Ttmfo (Antonio) fcrifle in rii. non fa menzione del ItalianodcH’ Arte Poetica. 7a. Volgarizzamento dell’ Elo. c quando ivi. quenza di Dante fatto dal T ibride » ( Antonio ) fua Lettera Trillino 118. attribuifee al dìfcnfìvAi citata ( della qua* Trillino molte Opere non le fi tiene eflcre Autore il mai vedute. 124. loda laSo- Sig. Arciprete Girolamo Ba- fonisba 98. afferma effere fta- ruffaldì ) 98. ». 1 io. ta rapprefentata con grande Tiene ( Giovanna) prima mo. apparato per comandamento glie del Trillino . 12. fua di Leone X. 25. ». 47. «itato morte ivi . 12. ». 26. ij. ». » 9. 42. ».. ( Leonardo ) Accademico 80. 98. Olimpico * foflnuifcc ano » della Torri ( Giova rrbattifta ) che intervenga a fuo no- fua mone pianta dal Tri/fì- me a un configlio dell’ Ac- no . 108. ». 243. fu amico di cademia. 28.0.48. citato 29. Girolamo Fracaftoro. ivi. 0. ifteffa. ; j T rape futi z.io (Giorgio ) noroina- — ■ ( Marco ) .. Vedi Saver- 1 to con lode nell’ Italia libe- &»»no* ! rata. 6. ». io. Tilefio ( Marcantonio) fuo voi- Triffina Famiglia. Sua antichi- garizzamento d' alcune Ode tà, e nobiltà. 1. divifa in più d’ Orazio citato ni. linee. ivi. Autori, chen’han- Tolomci (Claudio) fcrive con- no fcritto . 3; ». 2. Alberi tra il Trillino in- propofito tre di quella Famiglia alle» dei nuovi caratteri fotto no- g«*i . 48. ». 9 J. i difecndenti me di ^idriono -f ranci fuo della linea di GioVan-Giorgio alfabeto > e caratteri da lui inveititi delle Decime di ai- trovati . 37. ». 67. citato 38. cune Ville del Vicentino. 14. »• 69. 1 fan lite per rifcuotetle con- Tomafini ( Monfig. Jacopo Fi- tro ai Comuni d’effe Ville., lippo) fuoi E log. yirar. Lit - ivi. vengono loro confifca- ter. t ir fafitnt. Jlluftr. do- te effe Decime , e perchè . 1 j.. ve ftampati . 1 1 J. ». ». 1. fu pofledono l’ Opere manofcric- il primo a parlar a lungo te del detto GiotGiorgio.nj. del Trinino . 111 . lo fa ftu- Trijftno ( Co: Aleffandro) lodato, diofiffìmo dell’ Architettura . Vedi la noftra Dedicatoria . 8 .». 16. accenna l’alloggio di — — . (Alvifej primo mari. Urbano VII. nei Palazzo di to di Bianca Triflino . 48. Cricoli. ta. ». 23. regiftra un quando abbia fatto il fuo Te. franamento di lettera di Leo» fomento , ivi. ». 96. , Co: An. Digitized by Google ] 7 avola delle Ceft Nut abili. 143 __ . (Co; Antonio ) Iodato 48. ». 9 j. e 96. (Bartolommeo) Padre di Alvife, primo marito di Bian- ca feconda moglie di Giovan- J Giorgio. 48. ». 9j. — — (Bianca) feconda Moglie di Giovan Giorgio, fuoi ge- nitori 47. e 48. ». 9 fua dote . ivi . fuo primo Marito chi folle ivi. di fomma bel- lezza. ivi. detta V Eleva del- la fua età. ivi. di lei parla il Beccanuoli , e dove. 47.». 194- f“o Teftamento. 51. ». 102. da chi rogato 52.». 102. lodata da Giovan-Giorgio 70. — - (Bonifacio ) confervava on MS. appartenente alla Fa- miglia Triflina. j. n.tj. *— • (Ciro) figliuolo di Gio- van Giorgio Trillino . 49. ammalato. 53. , e feg. porta allTmpcrator Carlo V. gli ul- timi diciotto libri dell’Italia liberata di fuo Padre. 44. ». 8 < 5 . 54. raccomandato da Gio- van-Giorgio al Cardinal Ma- drucci. ivi. — — LEranccfco ) figliuolo di Gì ovan-Giofgto^aaoti^io va- ne. za. ■ (Galeazzo), fuo sbaglio intorno a Giovan-Giorgio Trinino. 6 . ». zj. fuo trac-) tato della fua Famiglia, cita- to. ivi. e h. 18. ( Gafpare ) padre di Gio- van Giorgio Trifsino. 2. mi- lita a fue fpefe per la Repub- blica di Venezia . ivi. fua mor- te. 3. — fP.D. Gafpare Somafco) traduce in metro latino la j Sofonisba di Giovan-Giorgio ! Trifsmo. 77. h.ijj. dove fi cenfervi. ivi. fi lamenta con Scipione Errico, per aver que- lli criticato l 'Italia liberata 93. una lettera di lui dove fi legga . ivi . riempie alcuni va- ni d’ un’ Egloga latina di effo Giovan Giorgio. 109. — (Giovan-Giorgio) non llabilifce fempre nello fteffo anno la fua nafeita. 2. ». 1. nominato nell’ ulpi del Ru. celiai. 8. ». 14. fuo Sonetto riferito, e in qual occafione fatto. 41. ». 7 6. fu creato da Mafsimiliano, c daCarlo V. Conte, e Cavaliere , ma non del Tofon d’ Oro con altri privilegj. 43. c feg. ». 86. quando. 54. ». 106. altro fiso Sonetto riferito . 53. ». 104. quanti anni abbia fpc- fi nell' Italia liberata . 53. e feg. ». 106. Suo Epi- gramma latino riferito 5 7. ». in. fatto Brcfciano erronea- mente dal Cieco d’ Adria. 58. ». ilteffa. La fua Italia libe- rata è chiamata erroneamen- te dallo Hello Italia il latra- ta. ivi . da una iferizionc Sepolcrale riferita, appare ef- fe re flato Nunzio per le iali- ne di Chiazza, e per la refti- tuzione di Verona, diche in altri luoghi non ne abbiamo trovata memoria. 6 1. ». 116. Catalogo delle fue Opere ftam. paté, e MS. tanto in Profa, quanto in Vc.tlo.67 . , e fegg. la fua Italia liberata, come e quando Rampata. 53. e feg. 90. ». 183. di quanti libri compofta. ivi . errori in que- llo dclFontaniai , e del Com- pilatore del Catalogo della Li- breria Capponi, ivi. ia pri- mi Digitized by Google 14 4 Tavola delle ma volta ftampata per Privi- legio di Papa Paolo IV. 94. w. 192. fi tentò vetfione del- la fiefia in ottava rima. 98. ». 210. le lue Rime dedicate non al Cardinal Ridotti , ma a Leo- ne X. 101. lue Opere ad altri attribuite, cioè lette Sonetti a' BuonaccorfiJ. 101. -e feg. uno a Guittone d' Arezzo ioj. ed una Canzone all’ Ariofto ivi . fuo Ritratto in- tagliato dal Sign. Franccfco Zucchi perchè adornato 'di quattro CoroncPoetiche 107. fila Opera imperfetta da chi compiuta. 108. e feg. — ( Giulio ) figliuolo di Giovan-Giorgio -natogli dal- la prima moglie. 12. lette- ra di fuo Padre a lui , cita- ta. 43. ». gì. ja. ». 103. fu Cameriere di Clemente Vii. 13. ». 26. poi Arciprete della Cattedrale di Vicenza, ivi. litiga contra il Padre, e per- chè 49. cui fa ftaggire le ren- dite . 55. viene da lui di- fendalo . 5^. vince la lite con tro di lui. ivi. ——( Niccolò ) Padre di Bian- ca , feconda moglie di Gio- van-Giorgio . 47. , e feg. ». 95- ( Olindro ) pubblica un' Opera del P. Rugeri, c qua- le. }9.«.ii4. dove facciafc- polto Giovan-Giorgio . ivi. ■■ ( Co: ParmcMiotie ) Bi- bliotecario delia Bere oliana di Vicenza. 3.». 2. confcrvaco- pia del Volgarizzamento di certa Genealogia di fua Fami- glia 7. n.i 3. Vedi la Dedica- toria .7 — ~ (Pompeo) Nipote diGio- Cofe Notabili. van-Giorgio fece in un cogli alrri fuoi affini fcolpirc un Elogio allo Zio , e dove 60. , c feg. lo Beffo Elogio riferito. 61. T r inizio (Ccfare) a lui manda il Trillino il fuo Cartellano forco il nome di Arrigo Do- na . 70. fua morte pianta in un’ Egloga da Giov.n-Gior- gio^ xo8- V V Consonante , invenzione del Trillino , abbracciata dalla Crufca 39. ». 7}. Faccari (Tommafo) avea traf- pottato in . ottava rima un Canto dell’ Italia liberata 99. ». 2 io. Val d.’Agno. Vedi Comuni di Recoaro cc. Fate» ararla (Piero) va col Tuf- fino a Venezia Orator per la Patria. 31. ». 54- 4 9 - Farchi ( Benedetto ) edizione -del fuo Ercolano citata. 3 6. ». 66. afferma c!- e il Firenzuola fende contro il Trifsino per giuoco, ivi . loda la Sofo- nisba. 79. la biafima . 88. fue Legioni) dove ftampate 79. ». 159. loda l’ Italia libe- rata. 97. , e feg. no» decide la quertione circa l’ invento- re del verfo ftiolto-82. feg. mal intefo dal Fontanini 83. ». 170. edizione de’ fuoi Sonet. ti , citata 100. «.a 14. Sonet- to al Tri (Tino riferito ivi. loda Jovita Rapido 109. •»• 247. citato 90. ». 182. F'ewimi (Bartiano) Nobile Vene- ziano , avvoca in Venezia a fa- vor della Comunità di Schio con- Tavola delle Cofe Notabili. 145 contro Vicenza , e perde . I 50. I Z «— ' ■ ( Domenico ) tuo Vol- garizzamento di alcune Ode rvr In cambio del T da chi, di Orazio citato ut. fue Ri- j / j e come fi cominciò ad ufa- »< da chi pubblicate ivi. n. 1 re 40. 253. \ Zaccaria ( P. Francefilo- Anto- Verità ( Girolamo) Sonetto ai nio)Gefuira, fua StoriaLet- lui foriero dal Trillino, ove) teraria, dove ftampata9i. »• fi legga roi. I 184. fa 1 * Elogio di Appofto- Verlati ( Caterina ) madre di; lo Zeno ivi . Bianca , feconda moglie del ' Zeno ( Apposolo ) ritratta la Trillino 47. e feg. n.9^. fua Vita del Trijftno inferi. Vicenza, perchè detta Primoge- ta nella Galleria di Miner - vita della Repubblica di Ve- va I. e feg. fue Lettere dove nczia 14. n. 27. quando fi fia Rampate II. 40. ». 73. citate donata alla flefla ivi. manda Vii. 98. c feg- «.210. fquarci Oratori di congratulazione al j di lettere ferine all’Autore Doge Andrea Gritti , e chi 30. j di quella vita II 4 6. ». 88. co* e feg. «. 54. c ne invia contrai munica all’ Autore varie noti- la Comunità di Schio 49. do- zie per telTtrc quella Vita 7. ». ve manda un Vicario a go- ! 13. 19. «.36. 40. «.75. 41.». vernarla ivi . è fatta piena | 7 6. j8. WI12. donde l’abbia giuftizia alle fue pretefe 50. J eflratte 7. ». 13. fuo sbaglio conlerifce al Trillino varie 48. ». 95. lodato L 39. «.73. dignità, e quali . ivi. 38. ». 112. 91. ». 1S4. fua Vigna ( Dottor D. Franccfco ) fue | Libreria a chi donata ivi. Differì azioni promeffe Vili. | fua morte quando feguitam. (a ) . fuo Preliminare dove lodato dal P. Zaccaria con Rampato ivi. I lungo elogio, ivi . non tcn- Volpi (Giovan-Antonio) lettera) ne, che il Trillino folle piti a loi fctitja dal Sign. Cano- j per ufare i caratteri da lui nico Checozzì iir-tèifcfa del' inventati VII. non tenne per Trillino , dove fi legga 51. 1 fattura del Trillino certa ope- ri. ioi. | ra latina 123. citato 82. ». — ( Giovan-Antonio (il fo j 168. Vedi Giornale de’ Let- praccennato)eGaetano fratelli) I rerati d’Italia, (del quale cf. furono i primi a idear una edi- clfedone egli il principale un- zione di rottele Opere delTrif- tore con ragione a lui fi at- fino U. u feg. 108. «.242. Io- 1 ttibuifee tuttociò, che inef- xo ( Ifcrvazionc erudita fopra j fo fi contiene). il titolo d’ un’ Egloga del Trif- ; ( P. D. Pier. Caterino So, fino m. | mafeo) lodato II. 7. «.13. Vrbano VII. Vedi Cafiagna. j Zigiof ti (Abb. D. Bnrtolommeo) 1 cfamina P Archivio de’ Co: Trilfini 2. ». 1. conferva co- Digitized by Google ( 14 # Tavola delle pia del volgarizzamento di certa Genealogia della fami- glia Triflina 7. ». 13. lede un’ Opera delle Memorie del Tea ■ tra Olimpico di Vicenza 26. «.46. citato 58. ». 113. rac. coglie tutte le Opere MS. del Trifsino 113. lodato ivi. ZorzÀ ( Cavaliere Michelange- lo ) fuo Ragguaglio Jjlonco intorno al Trifsino MS. ci- tato IV. fuo Difcorfo intorno alle Opere dello Kctfo , do. ve fi fcgga III. 67. ». tao. citato 103 ». 228. nominato con lode del P. Ruelc , c dove 58. ». in. fuoi sbagli 6 5. 91. ». 183. difende il Trillino per l’invenzione de' nuovi caratteri 68 . loda la Sofonisba 90. numera le cen- . fare fatte alle opere del Tri f. fino» e dove 96* ». 1 99- at- Cofe Notabili . rribuilce certa Opera al Tril- lino ufi- ». 259. fua opinio- ne circa alcuni Sonetti, at- tribuiti a’ Iluonaccorfi 104. non vuole il Trifsino Auto, re del Volgarizzamento dell’ Eloquenza volgare di Dame 118. e fegg. nò d’ un’ altra Opera latina 123. lo crede bensì Autore di certe Ope- re , che mai non fi fono ve- dute ivi. ». 275. 124. ». 280. ■ Zucchetta ( Bernardo ) ftampa- torc quando cominciò a pub- blicare Opere dai fuoi torch) 86 . Zucchi ( Bartolommeo) fua Idea del Segretario ,ec. dove ftam- ta 11. »• 23. _____ ( Franccfco ) intaglia il Ritratto del Trifsino premef- fo a quella Vita 107. il Fine della Tavola
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