Thursday, July 18, 2024

GRICE E VALLETTA: LA RAGIONE CONVERSAZIONALE E L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE DEI LIBERALI, LIBERTARI, E LIBERTINISTI -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA, PEL GRUPPO DI GIOCO DI H. P. GRICE, THE SWIMMING-POOL LIBRARY

 

Grice e Valletta: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dei liberali e dei libertinisti -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Napoli). Filosofo italiano. Eessential Italian philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre published in Firenze. Studia dapprima letteratura presso i gesuiti per poi dedicarsi al diritto. Insieme a Andrea, e fra i fondatori degl’investiganti, che da impulso al grande rinnovamento culturale che prende grande avvio. Nelle accese polemiche filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, insieme a CORNELIO, ANDREA, CAPUA e agl’altri investiganti appoggia attivamente i progressisti.  Istituì a sue spese la cattedra di lingua greca a Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed amico MESSERE (vedi, illustre filosofo. Cura l'edizione napoletana delle opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano REDI. Grande appassionato e conoscitore di libri, meritandosi l'appellativo di Helluo librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di VICO, il fondo librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: “Lettera in difesa della moderna filosofia e de' coltivatori di essa”, “Historia filosofica”.  Lombardi, Storia della letteratura italiana, Tipografia camerale. Nicolini, V., in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gl’Investiganti Andrea, Redi, V.,, nipote di V. Breve scheda biografica, Redi. Scienziato e poeta alla corte dei Medici.  Lettera   di V.,   napoletano   fn difetta della moderna Filofòfia , e  de' coltivatori di eflà,   INDIRIZZATA ALLA SANTITÀ’   DI CLEMENTE XLAggiuntavi in fine un'ojf umazioni fopra '  la medefima .  IN ROVERETO   Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr.  ALL’ XLWSTRISS. SIC. AB. ’f   FRANCESCO PARTINI   • • * è   ;DE N AJOF,   • f + • -   Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, ,     l    ♦ «   » »# » , » • * * »,   » * • » •   Olto tempo è, Jlluflriffmo  Signor Abate , che  per darvi qualche piccio-  lo contraffegno della divo -  Zioa mia verfo di voi , io vado tra me  ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut-  to di] pregevole , e di . voi indegna , do -  vejft offerirvi . Ed ora ufcendo da’ miei   * 5 tor-      / '    « ' *- .4 . *    * ' p t * •#    /« •. è . * »    .• * •* . •    * . - j» %    ■ T“ » 'f '' i*' *'* * -ì r .!   *orri&; la prima volta una dotta * ed  erudita Opera del Sig. Giufeppe Val*  tetra , la quale manofcritta lungamen-  te era andata per le mani de* virtuofi;  quefta appunto ho . difegnato d' indiriz-  zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo  faggio del de fiderio ardentìjfimo > eh' io  bo d' incontrare con e fio voi ferviti , sì  ancora per fare un pubblico attediato  al mondo della /lima grande , ch'io con-  fervo della voftra ragguardevole Perfo-  ra . E nel vero fé , com * a tutt' altri  è in ufo di fare , io voleffi raccoglier  qui le glorie de * trapaffati , teffendo un  lunoo catalogo di tanti e tanti glorio fi  Antenati della vofira nobile Famiglia ,  i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif-  plendendo , non meno il vofiro Ceppo ,  che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ;  certo de non ■; uno > ma ben mille moti-  osi io avrei per indurmi a ciò fare .   . Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe  . tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar-  mi di PIETRO , illu (Ire, e .antico ger-  irne della vofira onorati fiima Prof apia ,   * il    Digitized by Google    il quale da Galeazzo Vìfconte Duca di  Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere  delle fue. armi > Mi . fi prefent crebbe  fitto gli occhi il valore di quell* altro  PIET RO d' età ma ? non di merito  inferiore , a cui i eccellenza nel mefiier  te ftmil mente della guerra , acqutfiò l*  uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj •  fimifiano J. i , e di ALESSANDRO  altresì , che in qualità pur di Capita •  no fi morì in Ungheria . Ma molti ,  e molti ì anche fiudiof amente, trapalan-  do y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla  vijìa la , decantata dottrina . , fingolar-  mente nell* arte Medica > e la probità 9  e integrità de' cofiumi di FRANCESCO PARTINI , il quale in quel feli-  ce fecola del cinquecento cotanto s* avan-  zò > e ft difiinfe , che meritò le lodi , e  gli applaufi d'uno de' maggiori letterati  di quell'età , che fu Andrea Mattioli > (i)   • e d'ef-  (i) Nell* Epiftola dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra  Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u Aria . Ve-  nezia 1668. E negli fte/fi Difcorfi /opra il libro 4-  di Diofcoride capitolo 80.    e d' e ([ere fatto Prot omedico dì due Ce-  fali , cioè Ferdinando I . , e - Maffimilia-  no li.'? Cèrto che i pregi di co fiat , i  quali di molto accrebbero lo fplendore del-  la vofira Stirpe -, io non potrei per mo-  do alcuno non Jommamente celebrare:  e tanto meno que' di MELCHIORE  fuo figlio i il quale dalla matura pru-  denza pur di Maffimiliano li. Impera -  dorè » di cui era ' Configliero , > fu' (celta  a far efeguire ^Imperiai comandamento  di por giù /’ armi, fattola'- judditì  del Finale in Italia '.(*) Ma io non ne  verrei sì toflo a' capo , : quando 'a’ me-  riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó det-  to piuttofiò chea voi mede fimo va-  le jft riguardare . " I pregj degli ante-  nati' apportano più (limolo >3 -che lode  a' ■ (uccefiori \ , ed è molto ' mifer, abile  la condizione di colui -, ' il quale noti  po((a in altro . mod o diftinguerft , che  col! aprire i (epolcri de’ fuoi maggio-  ri » .    \ • r t    • r i n* •* a    (2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II.  a io4«    ri , e temendo nn lungo panegirico del-  le loro gloriofe azioni , far fi corona  al capo di meriti non fuoi . ■ Per la  qual cofa , ponendo da /’ • un de' lati  quelle lodi , le quali non fono sì pro-  prie dì voi , che comuni non fieno an-  cora a tutta la Famìglia , ed alle fole  voftre t in cui gli altri non v* hanno  parte alcuna rifiringendomi ; dico >  che quello , che principalmente rn ha  invogliato a procacciarmi luogo nel no-  vero de' vofìri fervidori t e che non  pojfo fe non grandemente ammirare ,  fi è quella incredibile gentilezza , ■ e  foavità di coftumi.y e di maniere ,  per mezzo della quale ben fate chia-  ramente apparire da qual . forgente  traete t origine , e i natali . h  non fo per cagion di quefla con qual  fronte poffano riguardare in voi cer-  te anime t le quali non riflettendo >  che • /’ e (fere nate nobili è fiato un  accidente , cui altro loro non appor-  ta , che impegno di ben imitare gli   antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e   fai -    ... V3&7'   falvatkhe^za ripiene comparirono  folamente nell * afpre , ed altiere   fembr ano .avere ripofia la loro gloria .  Poi fiete certamente di un amaro rim-  provero a tutti cofioro % e C umanità  vofìra , quando attentamente vi riguar-  da Q ero , non potrebbe che riufcir loro di  jomma vergogna , e confo fione . Ma fic-  come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi  la nobiltà della Famìglia , per chiara ,  eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan-  te ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al-  la. libertà le •comodità » e gli agj > che  dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo-  ria * o alla prefunzione le nobili quali-  tà. dell’ animo voflro , hanno giammai  potuto aprirvi la firada , Tanti rari  pregi- finalmente , tutti infieme uniti ,  non fono -fiati valevoli a feemar punto  di quella vofira naturale affabilità , e  dolcezza di tratto , la quale quanto in  altri è più rara > altrettanto in voi ab-  bondantemente appari fee t e campeggia .  Qttefta vi eccita la maraviglia di tut-  ti coloro , che di voi hanno alcuna co.   no-    • >. .   / *   't    d -    * *• 'V.    •4     ami. * - '    difienpì guefia concilia ì* amore ,  e ^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito adì*   . niy^ 0?quefia finalmente induce , an-  zi con una dolce violenta quaft rapi*  ffce , e sforzai cìafcbeduno a farvi un  volontario tributo de* fuoi affetti , e  del fuo cuore . Ma che dirò di quel -  i* bontà j ingoiare , con cui prendete  a protteggere qualche perfona ingiù •  fiamente oppreffa , e oltraggiata > fa-  cendo vedere , non altrimenti effervi  fenfibili- i torti > che fi fanno alla  ragione , e alla gtufiìzia , che fe a  voi me de fimo f off ero fatti ? Voi con  quel rincrefcimento fiete folito fentìre  i colpi t che la fortuna vibra con -  tra /’ onefie infelici perfine > col qua-  le gli fentirefie , fi contra voi me-  ' de (imo foffero fcagltati ; e con queir  occhio riguardate gl * infortuni » e mi-  ferie altrui , con cui riguarderefie quel-  le de* vojìri più cari congiunti . Di  qui è y che e col configlio , e con  /’ opera non mai vi mofìrate fianco  di fivvenire > e beneficare coloro >   i qua-    Digitized by Google    * quali per la loro innocenza fi ren-  dono meritevoli della vofira protezio-  ne ; ; ed avendo avvertito , che il ve-  ro carattere degli animi nobili , an-  zi quello , che piu .all' Al tifiimo ld-  dio viene ad accodarci , è * il f al-  levamento delle per fine \o dalla ma-  lignità degli uomini, >o dall' .avver-  ata della fortuna inìquamente fir ac-'  date ; voi perciò, avete creduto im -  prefa degna di voi lo fendere a que- >  fie benignamente il braccio , acciò la  Patria vofira potefse andare altiera ;  e dar fi vanto -, d'. avere >■ d mercè di  voi maifempre aperto un a filo all '  innocenza , re .fempremai pronta una  fpada cantra la malvagità , e la co*  lunnia . Con tal- mezzo voi rifiorate -  i danni , che la me de [una '.per /’ im.  matura morte dì MELCHIOR PAR-  TINI vofiro . degnifsìmo , Fratello ha  que fi* anni addietro, fifferti # e quello ~  fplendore le ritornate ,%che allora per  efser ella refiata priva -d'-uno de'-fuoi ■  più cofpicui , e qualificati Cittadini ,  ave-    aveva pèrduto l ; A che fero molto t  molto contriluifcono ancora gli altri  due vofìri meritevoli (fimi Fratelli , di -  co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI-  NI > Abate della Reai Badìa di  San Pietro di Loreto nell ’ Abruz-  zo , e il Padre CARLO PARTINI , Definitor Perpetuo Carmelita-  no t la prudenza , e pietà di cui  è così nota , e pale/e in quefìa Cit-  tà. .y che. inut il cofa farebbe il farne  per me qui parole . Ma troppo chiaro  io m’aveggio d* avere già foverchiamen-  te la modejìia vofira offefa , non ri-  flettendo f che una delle maggiori lo-  di > che vi fi debbono , è appunto il  franco rifiuto , anzi difpregio , che  voi fate delle medefime , Solo mi re-  fia adunque di fupplicare il generofo  animo voflro a ricevere in buon grado  ia piccolezza del dono , che umilmen-  te vi offro , non alla qualità di ejfo ,  ma al de fiderio dei donatore riguardan-  do \ e pregandovi in fine a non difdir-  mi la fofpirata grazia d’effere anch' io   al-    A      >**    » * *    allogato tra i voflri   ~ fso v •    y    i , , , •    Di V.S   ♦ . /     f .    *   * i    l    Rovereto;    V    *'> 1 ^ «a ^   V . o V ^      / «' • 1 . . .   . t i »    ‘ t    •• « •    V «    • 1 J    VmìUfs. Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo   Pierantonio Berno.    lo    Digitized by Google    LO STAMPATORE   A CHI LEGGE. NON poco tempo e (Tendo , che va  per le mani degli ftudiofi una Lee*  tera manoferitta di V., Letterato Napoletano in difefa della Filofofia moderna , e d’ alquan-  ti Tuoi concittadini profeflori della medefi»  ma , .fino dal 1700. dirtela : ed avendo rav.  v ifato , com’ ella è molto avidamente ricer.  cata , e letta dagl’intendenti ; ho (limato  di far colà grata al pubblico , ed alle per*  Ione letterate , dandola fuori per mezzo  delle (lampe, sì per renderla più comune,  e sì ancora per levare la briga a chi deli*  dera averla, di farla tralcrivere.* (concia co*,  là parendomi , che un così utile lavoro ve*  nirte tuttavia contaminato, e guado dalla  trafeuraggine, e fonnolenza de’copifti. Io a»  vrei per verità molto caro avuto di abbatter*  mi (e non all’ Originai medelimo dell’ Auto-  re , almeno a qualche copia elàtta , e fedele;  il che per diligenza ufata non m* è venuta  pienamente fatto di conlèguire. Spero però,'  che mercè 1’ afliftenza da perlbne delle buo-  ne lettere amanti predatami > le quali lì fono    validamente adoperate in correggerla , rive-  dendo poco men che tutti i palli nel proprio  fonte, e togliendovi que* moiri , e quali in-  finiti errori incorfivi nelle copie ; il cottele  Lettore non avrà molto che deliberare . V*  ho in fine aggiunta un’Offervazione fopra la  medefi ma, affai tortele mente dal Sig. Gir ola-  7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami , la  quale fono più che certo , o Lettore , che  non t’ increfcerà d’aver Ietta. Vivi felice , e  - favorirci col tuo aggradimento la buona incli-  nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van-  taggio . La fegùente notizia , polla per più  contezza dell* Autore dell’Opera , è tratta dal  Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men.  thenio . • ’ '• '■ » •   V. Giureconfulto Italiano , na.  Io in Napoli a* 6 . d' Ottobre V anno 1 666. fece  la pratica nella fua Patria , e ranno una copio,  ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo  di monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde .  va co ’ più infigni Letterati d’ Europa . Traduf-  fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano . Scriffe  un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma-  teria di religione , come pure un ’ opera toccante  V impresone di monete move . Morì a' $. di  Marzo Vanno 17.14. ' •    BE AT 1S S IMO   «   P A D R E.    f * » **•    ♦ » « 4    %# * • * t •    • • f f • f   l,i * • »    ; r     r* « *   I.    ’ s.    »4 I     Ntichìflìmo coftumefu  Beatissimo Pad re ,o  dir il vogliamo naturai  genio, ovvero inclina-  zione, o qual egli fi .fia avvenimento  degli uomini, i quali a’pofteri hanno  avuto in penfiero di lafciar qualche me-  moria per mezzo delle lettere, di muo-   A * verfi    Digltized by Google     %   verfi a tal opra da picciola e lieve oc-  cafione , ed. alle voi ce incominciare da  balle , e aHai deboli fondamenta , ed  indi poi pian piano p a dare più olcre fin-  ché al defiato fine fi aggiunga ; e quali  Tempre digiuni , e non mai fazj di di-  vorare fulle carte il tempo , e l’ore.  Quindi è , che veggiamo , che una fa-  - tica, la quale fui principio fu ftimara  opra di pochi fogli , tratto tratto li  avanzi » e fi accresca in tanta gran-  dezza , e mole , che a gran pena fe  ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av-  ' venuto a me io già divido; ma non fo  com’egli avvenuto fia . Perocché aven-  do già per foddisfare al gènio de* Depu-  tati » incominciato a fcrivere una lette-  ra indirizzata alla Santità' Vostr a  intorno al procedimento del Santo Uf-  fìzio nella noftra città di Napoli ; cer-  to è, che io non ebbi altra intenzione^  che di raccorre breve e femplicemente  le ragioni) ch’ella ne tiene. ..Indi po>i  crefcendo da giorno in giorno , o ciò  folfe per l’ampiezza della materia > o   per la moltitudine delle ragioni , e va»  rietà degli argumenti, e delle autorità  che fi recavano in prova; s’ è tant’ol- .  tre la fcrittura avanzata. , eh* è -per  comporre un volume intero .. Così io  mentre penfava di avere già compita  tutta la fatica , volli ancora inveftiga-  r e la cagione , el’ origine de* movimen-  ti > e tumulti della noftra città, acca»   * »   duti per tal procedimento nel tribunale  del Santo Uffizio ; quand’ecco che io  conobbi-, Ae vidi chiaramente, che la  cagione-di tai tumulti altro non fia fra-  ta c che una tal gelofia, per così dire,  di Scuole coll* occafione d' una . cer*  ta Filofpfia , nomata- comunemente  Moderna , avvegnaché dia fia anct»  chiffima , e profetata dagli uomini mi-  gliori, e più fa vj della noli r a città. £  perchè la cofa o non è pur ben intefa ,  ovvero fe intefa , per ambizione, por  aftio, o per altra cofa , è contrafiata a  campo aperto , fono forzato , come av«  vifai nella fuddetta altra fcrittura > con  quell* altra lettera , indirizzata pari-   A 2 racn-    f    i    Digitized by Google    mente alla Santità* Vostra , dimoi  Ararne apertiflinumente la verità. ( per  ordine ancora datomi da’ medefimi De-  putati ) acciocché niente li taccia per  quello , che convenevolmente appar-  tiene alla difefa così della vita » come  della fama de’ noftri cittadini ; e difen-  dere un lungo ragionamento > per far  palefe una volta > e più chiara teliimo-  nianzaal mondo dell* empietà della Fi-  iofolia Ariftotelica * « dell* innocenza  di quell* altra che chiaman Moderna;  al di cui manifeflamento ben poteano  dare opera gli altri , e non ftarfene sì  lentamente a ripofo in una caufa pub-  blica, e di tanta, importanza ,• perla  quale ne lìamo malignamente tacciati ,  echi per Eretico» e chi per Ateo» fe-  condo il livore» e l’ignoranza di quelli  banditori del Periparo; mentre vene  fono pur molti intendentilììmi di que-  lla novella Filofofta , che meglio di me»  e più profondamente l’appararono» il  che loro eforco a fare ugualmente , per  non cadere almeno nel bialìmo» che Ci-    .cerone diede a coloro , che appretto di  fefolirengon na 'corti i tefori delle let-  tere!,, fenza farne partecipi gli altri ;  così dicendo nell’orazione a favore di  Archia . Pudeat , ft qui ita fe litteris  abdiderunt , ut nibil po fjìnt ex bis , ne -  que ad communem adferre fruSìum ,  ncque in : adfpeSìum , lucemque proferì  re . Ma non con animo , che pubbli-  candoli quella fcrittura » vi lìa taluno,  che fcrivcndo full’ifteffa materia , del-  le medelìme co fe li avvagha , facen-  done un’ altro edificio , in cui non vi  ila di nuovo che una deferente figu-  ra, e dimenfione. . .   Laonde tralafciando la parte difpu-  tabile, dalla quale fempremai la veri-  tà fugge , e ne va lontana , opponen-  doli ragioni a ragioni , . argomenti ad  argomenri , e fpette volte iofifmi co*  fofifini pugnando » con aliai delibera-  to conliglio ho, fcelta la-parte idonea,  in qua ponete, argumenta licei , non  argument ari . , La quale ettendo màe-  fira della vita , e de’ tempi , e de’co-   A 3 ftu-    «   « _ _   fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j   potrà affai bene acconciamente com-  parire più fchietta, e più finceramen-  te difenderli avanti la Santità* Vo-  stra la caufa oneftilfima, e il diritto  di quella Filofofia iniquilfimamente  oltraggiata dalla turba de’ Peripatetici . Così furon degni di grandiffima lo-  da tanti fcrittori , e Greci , e Latini ;  i- quali all* i fioria fi appigliarono , po-  nendo perpetuo filenzio alle difpute ,  tormento degl* ingegni delle Scuole li-  cenziofiflime delle feienze : così anco-  ra fu degnilfimamente commendato an-  che dagli eretici fiefii il dottilfimoCar-  dinal Baronio , il quale dovendo fcri-  vere delle colè appartenenti alla noftra  Chiefa cattolica » lafciando a’ chioftri  le controverfie , e le quefiioni , elefie  con affai maturo , e più fano avvedi-  mento la parte ifiorica > per trarne le  confeguenze- più vere , e reali . Plus  enim Annate s Baranti > quam Contro -  verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt .  • .£ qui io avrei già finito , nè bifb.   gne-    ; . 7  gnerebbe più dilungarmi : ma perchè   1* origine di tutto ciò è. d’ uopo che Ha  palefe , prima di paflare più oltre , e  affine , ,-cbe niente fi taccia per quello,  che appartiene alla difeia , così della  vita , come della fama de’noftri citta-  dini; egli è neceflario far noto ancora  alla Santità' Vostra, che 1 * origine  di quelli nuovi rigori dell' Inquifizio-  ne ella è data , che vedendoli pur trop-  po fuora de’chioftri dilattate le lette-,  re, e propagata nella noQra patria la  Filofofia , la quale o fia. propria fata-  lità / portando fempremai feco defla  difagj , e fyenture , come dice Boe-  zio , Atque boe ipfo affine s fuiffe vtde-  mur maleficio , quod tua imbuti dìfcU  pìtnis o Pbìlofopbia :o-fia per propria-  gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-,  fanti ; perchè Nibil volunt inter borni'  nes credi jmlius , quam quod ipfi te w,  nent / ha cagionato a’ medefimi fai  movimenti,. che fi fon lafciati a dire,  .che quella fpffe di pregiudizio aliano*  Ara fede , perchè da’ principi d’ A-ri-,   A4. fio- .    /•»    »   Itotele lontana fia, come per la tanta  autorità data ad Arinotele , diede mo*  tivo a taluno di dire fcherzando: Se»*  %a Ariftotele noi mancavamo di molti  articoli dì fede : come fe quelli fof-  fero (tati cavati dalla dottrina d' Ari-  notele , e non dalla facra Scrittura ,  e da altro ; che tanto dir non fi po-  trebbe di S. Paolo , quanto alcuni han  detto d’ un autore gentile , quando,  come fcrifle un altro autore , e con  fenno : Sanila fanliorum non babet  _ bete Pbilofopbia .   Ma prima di venire allo fcioglinaen-  to di quelle vaniflìme oppofizioni , egli  è di bifogno ricordare alla Santità*  Vostra , quanto fia (tata commenda,  ta la Filofofia non meno da' Gentili,  che da* fanti Padri medefimi . Ecco  quel > che se diffe Tullio . Pbilofopbia  am vita parentem , & hoc parricidio fe  ( quifquam ) inquinare audet y & tam  impie ingratus effe , ut e am accufct ,  quam vereri de ber et etiamfi minus per -  cipere potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi-   lo m    I    ! 9   lofopbìa efl revfrà maximum lonutn t  & poffeffio i & apud Deum verter abili fi  qua" ducit ad eum > & fi flit fola > &  fanti i , beatique Htì, qui mentem et do-  nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo-  pbia reti am rationem intelligit ; quare  omnes homines pbilofopbari % & barre  pracipuam fanti ione m ducere (de. San  Clemente 1* Aleflandrino n* avvifa lo  fteflò, e Sant* Agortino parimente co-  sì : Qui Pbilofopbiam fugiendam putat %  nibil  vult aliud , quarti noi non amara  fapientiam . E 1’ A portolo quando dif»  fe , Videte ne quii vos decipìat per Pbi-  lofopbiam t egli intefe di quella Filofo-  fia , la quale con folli argomenti da  Sofirti > e fecondo lemalfime del mon-  do 6 produce ; il che chiarirtimo fi feor-  ge dalle parole che feguono , a ut ina •  nem fallati am % fecundum traditionem  bomìnum , fecundum dementa mundi .  11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk  no medefimo, detto luogo fpiegando:  Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con-  fiderete rem magnam , totoque animo   ap-    Digitized by Google    *°   appetendam ffgnifieat ( fiquìdem Pbiìoì  fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), .  cautifftme Apcfialus h ne ab amore fapie a*,  ti* deterrere videretur , fubjeeit fecun -  d*m dementa bujus mundi .   . Egli è dunque affai ben chiaro, che  nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o  niun altro fanto Padre , Greco, o La-  tino , abbia giammai pretefo , che quel»  la apparare non fi doveffe ; anzi che  leggiamo tutto il contrario , come s’è  detto. Al che aggiugner u può - l’av-  vertimento di S. Clemente l’ Aleffan-  drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante  Domini adventùm , Crucis ad jufiitiam  fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei  caltum t & pietatem utilem effe (*j La   m* * » i j C|tt3e l •   ». ■ •   » » ...   " « » « ...(*) Quello non fi vuol in terpefrar In modo, che  S* Clemente Aimafle , che I Greci fi giufti6catfe-  ro per mezzo della Filofofia .» Egli credeva , che  la Filofofia remotamente gli difndnetfe alla cogni-  zione di Crifio , dando lor notizia del vero Dio,  c fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli er-  rori . Per altro fenza la Divina grazia , la fede,  la carità &c. non credette, che uom fi giuftificaf-  • fe. Vedi Naral Alefiàndro Dijfert. Vllh in Hijior . ,  E cc kf. f*c. IL    Digltlzed by Google    qual co fa ugualmente avverti il Cardi*  nal Palla vicino : La Fibfofia nelle dot-  trine Teologiche è utile come i foldati  frante ri negli eferciti; cioè in maniera  che fervano > ma non comandino . Im-  perocché a tutti fi permette la liber-  tà di fìlofofare. Bona mene ( dice Se-  neca ) omnibat patet , omnes admittit ,  omnes ad hoc fumus nobile r , nec rejicit  quemquam Pbilofopbia , nec digit > omni-  bus lue et . Tanto maggiormente che  la natuta invidiofà per così dire a li-  vellare i fuoi Segreti avarifiimaraen-  te permette , che ora una cola , ora  un* altra fi fveli , come s’ è finora  fperimentato per tante ofiervazioni  fatte e che fi fanno in molte cele-  bri Accademie dell* Europa , (copren-  doli fempremai novelli arcani » non  che nuove, e plausibili opinioni nel-  le Filosofie . Jn Pbilofopbia ( lafciò  fcritto Seneca fcefio ) re maxima , &  involai iffima , cum etìam multum atìum  fuerit , omnis tamen atas , quod agat ,  inveniet . Quindi Atenagora , che det-  tò    k*   tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani agl*  Imperatori Antonino , e Commodo  ambeduo filofofi , dille : Nulìum in  Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più  oltre così : Profeto autem bac crimine  vacat . Tutto ciò però intender fi dee  per la cognizione di quelle cole > che  dipendono da caufe naturali, non al*  tri menti foprannaturali. Il che fu con-  fiderà to dal medefimo Seneca , ancorch*  ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~  nam mentem , quam fiultum ejì opta -  re, cum pojfis a te impetrare. Non fune  ad Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri-  ma di lui avvisò Simplicio , Eos folum  de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata «  ifie: nequaquam autem de Ut ^ qua fa «  fra naturam exifiebant .  r : Ora fia lecito d* efaminare più efpref-  famente, fela Filofofia, che chiama»  Moderna fia d* alcun pregiudicio alla  noftra fede cattolica .   . Primieramente è neceflario, ch'io  rinnovi alla mente della Santità* Vo-  stra quei tempi più frefchi , in cui   sì    Digitized by Google    sì felicemente apparò le feienze tut-  te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri  infìeme . 1* idee della prima fua età ;  perchè non v'è co fa (come ditte il  Cardinal Bentivoglio ) che maggior-  mente I’ animo ricrei , che la memo-  ria degli anni fcolarefchi , perchè ciò  egli non è altro , che un tornare a vi-  vere quella vita innocente , e piò  lieta dell’ uomo. Si ricorderà dunque  Vostra Santità» , che malamente  quefta Filofofìa fia nomata moder-  na , perocch* ella è più antica , anzi  la primiera d’ Bardefane, ed altri  difenfori della Religione, furono tutti  Platonici • Ed a chi non è palefe l’A-  leffandrina fcuola in Oriente , ripiena  di tanti fanti Padri, e tutti Platonici?  Origene, Clemente, Cirillo, Eraclio,  Dionifio , Atanafio , ed altri , io modo  che Aleflandria , non meno per lofplen»  dorè della difciplina Ecclefiaftica , che  della domina, fu dimata un’altra Ro- i  ma, e la feconda fedia Patriarcale do»  po quella di S. Pietro . Sant’Agoftino  nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \  d* altri rettifica eflere flati Platonici ,   quando e’ narra la vilìta , che fece a Si m>  pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio,  raccontandogli i libri eh' egli aveva  letto de’ Platonici , da' Vittorino Ora-  tore Romano tradotti in Latino , che  morì poco dopo d’elferfi fatto Criftia-  no . Sopra la qual cofa fè palefe anco-  ra il piacere, che ricevette Simplicia-  no in fentire , che non era caduto nel-  la lezione d'altri libri di Filofofia , pie-  ni di menzogne, e d* inganni; ma lo-  lamente in quei de' Platonici , che in*  fegnavàno la conofcenza di 'Dìo, e del  Verbo Divino , le di cui parole fono  qu ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non  in aliorum Pbilofopborum f cripta incidi f-  fem , piena faltaciarum , & deceptionum ,  fecundum dementa bujus mundi : in illh  autem omnibus in ftn aari Deum ' % & ejus  Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli 1  chiamò i Filofofi di Dìo amatori ; ed  Eufebio nel libro XI. della Demolirà-  zione Evangelica , narra , commendan-  do tanto le contemplazioui di Plato-  ne, averle tratte da’facri libri degli E-'   B x brei ,    IO   *, *   brei, cioè dell’Ente primiero ndelPI-  dee , deli*, immortalità dell’ Anima ,  della produzione dell’ Univerfo ,;del  bruciamento del Mondo , del R i forgi -  mento de’ morti , della Terra cele (le*  e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti ri-  portato ancora da Teofilo Galeo in di-  fefa della Filofofia Platonica; ed Eu-  febio. (lefib la difugualianza tra la Fi-  lofofia Platonica ,.e T Ariftotelica in  quella maniera divisò : Mofes , Hebra't-  que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r  ih mòdo • che fecondo  la jua dottrina il Mondo * non è già - una  monarchia , ma poliarchia y o piuttòflo  anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i.  anzeno ha' affai ben ■ condannato . *   II, Platone chiama 'Dio nofìro fovra -  no Padre:' Arinotele non conofce ver fin  Dio' per padre . 1 * «4 u«>v > -.-v. ->   III. Platone nel primo- libro della fua   Repubblica affìcura , - che Dio fia > una  fo fianca (empiici fftma : • Arinotele ah duo-  decimo della fua 'Me taf (tea , lo pone  nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e  compone. B 3 IV-    il   . ; IV. Platone nel [e fio della fua Re-  pubblica , che Dio fta nofro fommo be-  ne : Arinotele al duodecimo, della fua  Metafiftca , che' Dio fta un bene , che  conviene folamente al primo Cielo > del  quale egli è Motore. > ,   . V. Platone nel quinto della ' fua Repub-  blica y che Dìo fta la fovraha Sapienza: .  Arinotele y che. fta un' intelligenza , che  conofcendo le cofe un he rf ali » non, f appi a  le. particolari . • •**..«   VI. Platone nel Timeo y che Dio fta   onnipotente,: Ari fot eie nell Opere fue ,  che, non abbia ' altra potenza. > che di  far muovere il Cielo. , .   VII. Platone nel.Filebo , , nel Soffia*  e nel Parmenide % thè . Dio abbia crea-  to le foftanze incorporee: Ari fatele che    tati .   ? X; Piatone , che il Mondo offendo' un  corpo , abbia . una potenza finita: Ari-,  (tot eie , che il Cielo , e il Mondo abbia-  no una potenza infinita dì muover fi .   XI. Platone y che il Cielo , e il Mon-  do^ come corporei ftano corruttìbili • A*  tintotele incorruttibili « -   = XII. Platone , che- Dìo [taf opra ogn\  e fiere , J opra ogni foftaitzai Arifioteic-y.  cbe’fìa falò foftanza .    ^ X /. . Platone che hi fogna pregare   D.io .a fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote -  le , , che Dio. -non .poffa- fentire, le no fi re  preghiere , non conofcendo le cofe parti»  eoi ari .   XXllvPlaton* i/ebe p uomo di buo-  na vita. i:. fta gradevole' a Dio: Art fia-  te le , che non .io gradifc4-\ t % 'non cono»  fcendolò\ «'■Vi (. ^ viv   ■.XXIII, Platone , che dopo morte , 7*   ani-      «*    *5   anime de * malfattori fatto gafligate : ' A-  ri flot eie-, ube /’ anime e fendo corrotte  Col corpo i non -patif canti- più altro . f  ■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti rifer-  gerantio' 1 Arijìotele , che dalla privanti*  otte all'abito non vi fia "rif òr pimento .   XXK Piatone , che V anirne derub-  ili faratino collocate in luogo y dove fa-  ranno molto' felici i' Arinotele non cono-  fce alcun- luogo di quefia fori a . • '■   ' Quindi il Sidonio-difle, Explicatut  Plato, ìmpiicat ut Ari fot elei, 'e il Pei  trarca del difcorfo dell* ignoranza di  fe ftefloy e d’altri, attéfta , che Pia*  toner» Divinum, Ari fot e lem Damo» iuta  Grati nuncupabant ; e però nel Trioni»  fo della Fama, così di lui. degnamene    te canto:    A •    \ \    • t I n it    . V'olfimi dà man manca , e vidi  . Plato, .......   Cfo n quella fcbiera andò più prefr  , . fo al fegno, . s  «* 4 / ?«*/ aggiunge , a chi dal cielo  ...... ^ dat o • .. '*■ ...   E fi-    *, £ finalmente tutti concordano, che  la Filofofia di Platone fia fiata la più  favorevole > ed acconcia , e quella d*  «Ariftotele la più contraria , e pregiu-  diciale alla dottrina della nofira Chie-  fa cattolica, E Sant* Agoftino attefla.  Platonica f amili* Pbilofopbos facillìme  omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe  Cbrifiianos , Anzi un Autore, che fé*   ce una Diftertazione del modo di ftu-   « \ 1   diare la Teologia , impreca coll’altre  di Ugone Grozio De Jìudiis inflit uendis ,  vituperando aifatto la Filofofia Ari»  fio te lica , e ragionando egli degli anti-  chi Filofofi Crifiiani , così dice \ \Qm  quis effet Arifiot elicti s , eo minus • Còri-  flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge :  Olir» multi viri pii , (S doElì % Origene: t  Clemens Alexandrinut , Jufiinus , Augu -  jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c-  clefiam Cbriftianamtranfierunt : f ed nul-  li y aut certe pattei ex fcbola Ariftotelis ,  qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , &  arguti is inferii erant . E il medefimo  Autore dice f che Pietro £amo era  -fi d’opi*    Digitized by Google    d’ opinione , che fi dovefle bandire da T  tutte le Scuole , ed Accademie la Me-t  tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi   I   ( fono parole dello fleflò Autore ) stiri  do fi us , & perfpicacis in Philofopbia ju-  dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant )  Tbeologiam illam , quam ? Arinotele s in  Metapbyjica docet » impietatem omnium  impie tatum maxime execrabìlem , & de->  tefiabilem effe confirmat , adeoque ex A-  cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s fa-  flit atum efi . Avendo egli ancora propo-  fto> fecondò l'ufo dell’ Uni ver (Ita di Pa*  rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro ,  e primachè caduto fofle nell’erefla, pub*  bliche Conclufioni,per le quali foftenne,  Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4  & commentiti a effer , e perciò ifuoi fcrit-  ti in Francia in grandiflimo pregio fono  tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap*  porta il medeflmo Autore > che Omnes  Metapbyficas a regno fuo expulit t & exfu-  Idrejuffit . Come primamente Antonino  Caracalla, conofcendo ancor egli quefra  verità , vietò affatto l’ Accademie de’   ‘ Pe-    /    Peripatetici , 'facendo bruciare ancora  tutti i Iibrrd’ Arinotele . E Pietro Poi-  ret nel libro de Deo , le diede più. che  bando dalle fcuole con quella ’ defini-  zione: Pbilofopbia e fi contemplatiti , vel  cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari -  fiotelicarutii t vel fimiVtum , ad oblivi] ce n-  dum Dettm , mentemque tumidi s tenebri! t  & inquieta - pet ulani ta implendam ; In  modo che da’ mèdefimi Eretici fi con-  feda edere la Filosofia Ariftotelica dan-  nofilfima al Criftianefitrio.    : £ chi potrà giammai dubitare , che  la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata l’uni-  ca e fola cagione, anzi l’origine ftefta  di tutte 1* creile, eflendo ciò mani fe-  llo per l’autorità di tutti gl’lftorici,  e di tutti i fanti Padri , ' che in quei  tempi fiorirono, i quali erano preden-  ti alle difpute , e ne’ Concili ftefti per  confutarle ? Aezio Vefcovo d* Antio-  chia ne’ primi tempi appunto della no-  ftra Chiefa , non fu egli Eretico, e  poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe-  usì non peraltro, fe non perchè trop-     *9   po addetto alle Categorie d* Arinote-  le egli era , come nota Svida; ed Epi-  fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio afr  fermano.. De Chrijìo magis Academico t  quant Eccleftaftico more f ape differebat .  E fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi  Ateo, coro’ è detto,; fu. privato della  Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la ftefla,  che l’Eunomiana , detta da Eunomio  fuo, difcepolo , e compagno nell’erefia;  fu fino alla morte perieguitata dagl*  Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te-  miftio Ariftotelico , come nota Svida  ftefio , chefcriffe fopra il trattato del-  la Fifica ». dell*. Animai» e d’altri libri  d’ Arinotele , fu Eretico, come Gio-  vanni Filopono. ; N ice foro così d’eflb  loro dicendo : Johannes ifte Philopone -  us Alexandrìnus , . ita ut diximus T rithei-  tarum i hdereticorum pr afe Bus fuit , prò-  inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut  jub .Valènte Agnoetarum feft & , qua conventi» lucis ad Be-  Hai? £ S. Gregorio Nazianzeno ugual-  mente ne fa molta doglianza, dicendo :  In Ecclefiam irrepftffe captiones fopbiflicas ,  ac pravum art if cium Arinotele# artìs ,  & bujus generis alia , veìut ALgyptiacas  quafdam piagar . E altrove così . Abjice  Ariflotelis minutiloquium , Jagacitatem ,  & art ifi cium: abjice mortale s illos fuper  Anima fermones,& human a illa dogmata.  Ed in altro luogo deteftando in tutto e  per tutto Ariftotele il chiama Struggit »•  re della provi de n^a Divina . Ireneo in  in quefto modo ne parla: Minutiloquium,  & fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt  Ariflotelicum , fidei inferre conantur :  Lattanzio così ; Arijlotelem de Deo    ìpfum fecum dtfftdere , & repugnantia di-  cere t & Jentire immo Deum nec colu-  ti, % nec curavit « San Girolamo ad Eu-  ftochio feri vendo : Attende & tu fa -  tuorum fapientum princeps Ariftoteles .  In altro luogo . Omnium b*reticorum do-  ppiata fedem fthi & requiem inter Art -  fiotelif , 0 Cbryfippi [pineta reponunt ,  & Ut fub diem cunfia concludam fer mo-  ne , de illis fontibus univerfa dogmata ar -  gumentationum fuarum rivulis . trabunt .  E femprcmai.con aperto vocabolo Gi-  rolamo fteflb verfutiet chiama gli ar-  gomenti di lui. Origene ne* libri ch’ha  fatto contro Celfo , grida in più luo-  ghi contro d’ A ri Itotele come nocivo  al Criftianefimo > e la maggior parte  degli altri fanti Padri fono del mede-  limo fentimento, come Sàn Giuftino  nel Dialogo per la verità della religio-  ne Criftiana- con Trifone Giudeo : S.  Clemente PAleflandrino nelfuo avver-  timento , . che fa a’ Gentili ; Eufebio in  più luoghi delle fue Opere: Sant’Ata-  nalio contra Macedonia no : San Gre-    Digitized by Google    gorio Ni fieno eontra Cunomio : San  Gregorio Nazianzeno più voice nelle  fue Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri  contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di nuo-  vo ne* libri degli Uffizi : S Gio. Grifo-  ftomo fall* Epistola a* Romani ; e fo-  pra tutto, quel» che ne feri fie Tertul»  liano in più d’un luogo nel libro delle  Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel di  San Paolo , Ne quii tot decipiat per  Pbilofopbiam , intende egli quella d’A«  riftorele vana , e fallace per fentenza  di tutti. Quindi Cirillo l’ A leflandrU  no gridava.* Heeretici- nìbil aìiud , quarti  Arifiotelem ruSlant . E Sant’ Ambrogio  con ugual fentimento, e colle lagrime  agli occhi dicea , Reliquerunt Apofiolunt »  fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni  Melchior Cano così ; Habent Arifiote-  lem prò Cbrtfto , Averroem prò Retro ,  & Alexandrum prò Paulo . E tant' ab  tri, i quali l'hanno riprovato, e con*  futato , foto per timore, che non s’irn-  primefle al Criftiano un carattere deb  fa fua dialettica » per efler tutta con»   *• C tra-    traria alla femplicità della fede > la qua»  le altro non richiede , che una umile  fommiffione» e totale credenza, fenza  veruno ragionamento , e difcorfo uma-  no . E finalmente lafciar non fi dee  ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo Ferre--  rio » che fremeva contro un tanto abu-  fo nelle Scuole . Quel Predicatore io  dico tanto zelante , che introduce la  vigilanza dell’ Inquifizione .per man-  tenere la purità della fede, non appel-  la egli queft-a dottrina d’ Arinotele, e  quella d‘ Averroe fuo feguace, Pbia  ìas ir  che nell’ anno MCCIV. fotto Filip-  po ;1* Augufto , per pubblico confi-  gli©,' come dannevoli alla noftra fe-  de i libri della Metafilica , che al-  lora folamente veduti s’erano, e tut-  ti gli altri ancorché, non veduti , e  foflcro per ^comparire , fu ordinato >  che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec-  co le : parole . , dell’ Iflorico riporta-  .te dal medefimo Padre Petavio >  in diebus .uillis .legebantur, Parifiis. li-  belli quidam ab Arinotele > ut dice ?   » C i ban-  bamur, compo fiti t luì aocebdnt Meta -  pbyftcatn ,  éf 4 Graco in Latinum  translati; qui quoniam non folum pre-  dilla bareft fententiis (ubtitibus occafto *  **0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/ sondane  investii pr abere poter ant , jufi funt 0-  mnes comburi t & fub paena excommuni-  eationis cautum eft in eodem Concilio ,  ne quìi de cetero eoi fcribere , legere  fra fumerete vel quocumque modo b abe-  re. Esfei anni dopo che fu condanna-  ta ia Metafilica dei medeiimo , il Car-  dinal di S. Stefano mandato in Fran-  cia da Innocenzio III. in qualità di Le-  gato , proibì a* Profeffori dell* Oniver-  fità di Parigi d’ infegnare più la Fifica  del medefimo Arifrotele , il che fu con-  fermato poi per una Bolla di Gregorio  IX. come ancor prima per lo Concilio  •Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu pa-  rimente vietato leggerli più la Fifica  a’Religiofi ; quindi dall* Università del-  la Facultà Teologica di Parigi , c da  Francefco primo fu fcabilito > Che s*   r    Digitized    37   infognale la f 'anta Scrittura , i fanti  Canoni > i fanti Padri , la Teologia an-  tica con tutta la purità e femplicità  pofjtbile , e che fe ne sbandi (fero tutte le  vane fattigliele , come riferifce coll*  autorità di molti , M. Baillet . Alma*  rico ( narra il medefimo Ifrorico , ri*  portato dal P. Petavio (tetto ) non fu  egli eretico , come feguace de* princi*  pj d* Arifrotele? Simone de Turne ce*  iebre Profettòre di Teologia della me-  defima Univerfità di Parigi, e David  Dedinant, poco tempo dopo , non fu-  rono acculati per eretici , come trop-  po attaccati, a* fentimcnti d* Arinote-  le ? Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi-  * tierfi, i Porretatii» come Iettatori del  medefimo , non furon eglino eretici ?  Quefte fono le parole del prologo del  libro contro le fentenze de* medefimi  condannate « Quii quii hoc legerit , non  dubitabit quatuor labyrintbos Francia ,  id efl Abaelardum , & Lombardata , Pe-  trum PìEìavìnum , & Cilbertum Porre*  tanum uno fpiritu Arijìotelico affiatos ,   C j dum    3 * .   dum ineffabtìia Trmitatis , & Incarna-   tionìs fcholaflica levitate t raffi arcnt ,  multai barefet olim vomuiffe , & adbuc  errore s pullulare. I Luteri, i Calvini ,  iMelantoni , i Buceri, i Zuinglj , e '  gli altri loro feguaci , ancorché apparen-  temente fi dimoftraflfero nemici. d’Ari-  ftotele, gettarono, e coltivarono i loro  velenofi Temi , non con altri ^principi fe  non 'con quelli d’Ariftotele ftefio . I  Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna-  rono da’ veri fentimenti deirimmorta-  lità dell’anima, non con altro errore ,  fe non con quello d* Ariftotele medefi-  mo . I Serveti , i Socini , i Poftelli ,  non con altra direzione che di lui ftefio  divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ;  e fceleratifiìme innovazioni alla noftra  Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è  lo ftefio che l’Ateifmo Exiit ( dice il  Campanella , col fentimento ancora di  Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo,  ed uno de’ più facondi Scola dici del Tuo  tempo, ed il maggior ornamento della  famiglia Domenicana , degnifiimo Vef-   , co-    Digltized by Google    J9   covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio  uno de'Padri , che intervennero ahCon-  cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex    Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco-  ra : Ex Arinotele nata funt in Italia pe*  fiifera illa dogmata de mori alitate animi ,  & divina circa res bumanat improvi dea-  tia. £ Seneca ancorché Stoico , perchè  la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag-  guaglia,' come dice Girolamo il Santo  nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar  cancellare dal cuore di Nerone Aio di-    fcepolo que* peftilènriflìmi. fentimenti,  che imprefli. gli *avea. Alèflandro d\E-  gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe-  ripatetico. Come Peripatetico fu ancor  ' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau-  mety il che* vien -riferitò da Pico della  Mirandola ; avendo ancoi egli ( Arido*  tele io dico) d’ una maniera- infegnato la  fua Fitofofìa ad Alèflandro , e d’ um al-  tra in Atene, quafi che varia , ediver-  fà la.lnat ural Filofofìa infegnar fi dovef»  fe ad un Principe ciré al popolo ; del che  molto-de me. querelò «Alèflandro • cor»    4 ® . . „   Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó   nel dominio delle lettere , come fa  di più mondi . £ il Carpentario , an-  corché eretico, nel principio del libro   della fua JFilofofìa libera , non dice li-   • \   bera mente così tjQuis enim ita ferver fi  genti e fi , qui mecum nitro non fatea*  tur., Pbilofophorum Principi ( d* Arino-  tele ei parla )) ut bomini multa falja »  & erronea ; : ut etbnico, & pagano mul*  ta impia , & profana ; ut primo in*  fìauratori multa . manca , & $mperfe *  fi a excictife». £ il Padre Petavio ftef-  fo , torno a dire , il genio veramente  della Teologia * e delle feienze , il qua-  le degnamente appellare fi dee il fior  degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato  tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto*  rità. d’Anaftafio Sinai ra, non dice egli  così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem  Via: Ducem nominavif, tefiit e fi , ha*  reticos omnet , qui vel contra Incarna*  tionit dogma nefarium movere belìum ,  ex ilio Ari fìat elico fonte fuxiffe . Indi  egli è , che 1\ Autore fiefib della Filo-    Digitized by Google    4 * .   fofia volgare re fatata ; così contro i  fetrarj del medefimo grida : Et adbuà  Arifiotelem leghi s t interpretamini , de-  fenditi ! , & exornatis.   Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa-  dri medefnni , e da molti favillimi , e  dotti (fimi Autori è (lato ancora nota-  to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif-  fe tutto un Trattato contro i dogmi a  e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi-  pio del quale così ragiona : It nibil dà  rebus , quas definiendas ftbi commenta -  tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li-  bro contro a Giuliano fra i Filofofi »  eh’ hanno errato , principalmente ri-  pone Arinotele . E' perciò molto deri-  fo da Bafilio , e particolarmente per  quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma-  teria prima , e che la materia abbia  una limpatia naturale d* unirli i e per-  fezionarti colla forma - Eufebio nel li-  ti ro della Preparazione dell’ Evangelio*  e in quello contro i Filofofi detefia non  (blamente la vita» i cofiumi, la Filo-  fofia morale > e naturale ; ma la fua   Me-      4 **   Metafifica, come una pelle delle Re-  pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan-  na come Sofilla ., ed a fe fteflo contra-  rio . Ambrolio ugualmente come va-  rio, e incollante.- Come menzognero,  efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo- ,  doreto, S. Bernardo, e il .Beato Sera-  fino da Fermo . San Tommafo allegane  do Agoftino medefimo coll’autorità del  Gcllio, prova, che fia un impoflore >  come rapporta il Campanella.. Scoio,  e Francefco Mairone , come un igno-  rante affatto della Metafifica, e che le  cofe tra effo loro repugnanti a-yefle ap-  provato . Gio. Pico della 'Mirandola ,  e Francefco Patrizio il riprendono nel-  la Geografia , e nell’ Agronomia, nel-  le Meteore , nejl’jftorie degl’ animali;  e eh* egli abbia ! malamente creduto ,  che la terra fia più elevata verfo il  Settentrione, che altrove.* che’l Da-  nubio prenda l’origine da’ Pirenei . Pie-  tro Gaflcndp lo biafima nell’errore in-  torno alla Galaflìa , all’ origine' delle  Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol-  . . •> te    s   V   N   te altre fimili cofe . Telefio, Duran-  do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo >•  Cherneo , Galilei , Maurneo , e Pie-  tro Alliacenfe , e Niccola di Cufa Car-,  dinali , ed ultimamente il P. Valeria-  no Magno , piiffimo , e dottiamo au-  tore Cappuccino , che fu Miffionario  al Nord, il confutano» l’ acculano, e  lo tacciano di molte altre limili fcioc-  chezze . La fomma , e la foffanza fia,  dice il medefimo Gaffendo ,che non  v’è per fona, che fenza roffore diffen-  der lo poffa , nè fenza tema , e nota ef-  preffa d’infamia, e di vituperio , che  l'eguire lo voglia nell’ impoffibilità del-  la creazione per lo ftabilimento del fuo  principio , che noii fi faccia niente dal  niente: che il Mondo fia eterno» e l’a-  nima mortale : che la previdenza di  Dio fia talmente limitata nelle cofe ce-  letti , che non fi eftenda più di queir  lo, ch’è fopra la Luna , negando an-  corai’ idee, e confeguentemente il Ver-  bo di Dio , non che Dio fteffo auto-  re di tutte le cofe : l’efiftenza degli  . An-    ^ ^ ' -   Angeli, de* Diavoli! , l’Inferno , eia  gloria beata,, e con ciò le pene adat-  tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni , &  Supere s , effe fabulas Legislatori! e' dif-  fe nel libro II. e XII. della fua Meta-  filica. £ tutto ciò o fia propria difav-  vedutezza , o fi a perchè fi ano fiate  trafilate , e guade le fue opere , co-  llie vogliono alcuni , perocché egli fa  uno de’ maggiori Filofofi della Grecia»  di cui molto n* hanno celebrata la fa-  ma , e la dottrina, come dice Macro-  bio : Nibil tantus vir ignorare potuit *  Certo egli è nondimeno , che leggia-  mo predo Diogene Laerzio , antichif-  fimo autore , che Cleante Stoico fin  da’fuoi tempi dir folea , Peripateticit  idem uccidere , quod litteris , qua cum  bene fonent , fé ipfas tamen non nudi*-  unt * £ che il medefimo Arifiotele fof.  fe fiato chiamato in giudicio a pena  capitale dagli Ateniefi, per non poter  (offrire anche nella loro politica , e  falfa religione quei bugiardi , e corrot-  ti principi d’ Arifiotele, diruttori per   così    Digitized by Google    così dire dell* uomo , e di Dio freffo }  la qual pena egli fchifò colla fuga .  Per la qual cofa in quella maniera fcla-  mò il Campanella di fdpra lodato; Et  nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma -  gijlrum , ne àum tontra Patres > & Con-  cilia / aera jubentia , quod jubebant A *>  tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat  in illis, fciolonm au£lori%abit in nobisì  Abfit Cosi il fuo difeorfo conchiu*  dendo. O Ecelefia prudente r paftores ,  & o prudente s priucipes , vefirum eft  banc domenicani perni eiem agnofeert »  & prodigate . : i .   £ quel , che maggiormente reca  maraviglia egli è , che quei medefimi,  che 1* hanno comentato , difendono  Platone , dove Aratotele lo danna , e  quei > che 1* hanno feguifato in molte  cofe , non folamente 1* hanno contrad*  detto y ma 1* hanno quali infamato .  Alberto Magno l’arguifce , Quod ani-  mai Coeli mot or e m facit . San Tomma*  fo lo beffa , Quod bine Mundi eterni-  tatem adferuit > illine animarum immor •    4 « . .   t alitatevi fili contradixerit . Scoto il fot-   tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam in -  conflanter de anima fenferit . E quel ,  che fommamente notar fi dee egli è ,  che il mentovato Alberto Magno, tan-  to feguace d’ A ri (lo te le, per lo dubbio,  ch’egli aveva» fe bene, o male avef-  fe ragionato , in quello modo prote-  •ftandofi ne’ Tuoi comentarj , conchiu-  fe : In bis nibil.dixi fecundum opimo-  nem me am propriam ; fed juxta pofitio -  nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au-  det , vel reprebendat , non me .   Quindi S. Tommafo fteflò, difcepo-  lo d’Alberto Magno, fi avvalfe nella  fua Teologia di quella Filofofìa , e di  .quella morale d’ Ariftotele , che più.  purgatamente fu difcefa in compendio !  da S- Gio. Damafceno , avendo da ef-   • & * % « , v - ^ * W   fo prefo un modo, più particolare, e  (incero ; e il Campanella afferma , che  S. Tommafo . Nullo palio putandum  efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote-  lem expofuiffe , ut occurreret malis per I  Arifìotelem illatis. E S. Tommafo me-    Digltized by Google    47   defìmé^iì lamentò molto con altri Fi-    lofofi più giudiciofi del fuo tempo ,  che gli Arabi, e i Mori colà nell' Àfri-  ca avevan contaminata laFilofofia, e  T Opere tutte d’ Ariftotele , per non  faper eglino molto bene di Greco; per  la quai cofa Giovanni Lomejero nel  fuo libro della Biblioteca n* avvisò ;  Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue -  runt , quid de bis putandum e fi , qua  in Lattnum.converfa funt ? Sed melius  cum eo a Slum efi, qtsam cum aliis , . quo*  rum opera funditus perierunt , & ipfe  c auffa cxtitit cur multa per irent , qui  aliar um gloriam adfetraxit .. Indi  Monfignor Ciampoli chiamolla Filo-  fofia Morefca t Monfignor Minturno  Barbarica , e tutti Pagana-. E ben-  ché in «tempo poi dello /cadimento  dell* Imperio , e dell; Imperatore Pa-  leologo > venuti alla noftra Italia i  Greci filosofanti , e, fcienziati, forte ri-  fiorita; la nobiltà dell’ idioma Greco 9  delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap-  prettano! già eStinte* e tamraerfc coll*    ♦*   innondatone de* Barberi ; eglino parò  fi manifeftarono gagliardi difenfori del*  la Filosofia Platonica » e particolar.  mente il Cardinal BeiTarione Arcivef*  covo di Nicea , e il più dotto tra elfi  fai merito di cui tolfe il Papato laru*  fiicità dell* Arcivefcovo Perotti Tuo fa*  migliare » e concia viftaj dicendo in pri*  mo luogo contro i Peripatetici , eh* e*  glino .malamente . Conantur Ariftote •  lem ex gentili) & infitteli Apoflolum f&  sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum  Feripatcticorum dottrina no» convenite  Ne formò molte E pi (loie ; il quale  fu poi feguitato da' maggiori ingegni  Italiani» cioè da Marfilio Ficino , Gio.  Pico della Mirandola , e da altri cat-  tolici , e particolarmente da Niccola  di Cufa , e da Pietro Bembo ambe*  due Cardinali ; il quale contro d* Ari*  itatele così fclamò: Fovemus ferpentem  inter vifeera noftra . Di maniera che  vedeli per lo più Tempre ofiervata là  Platonica t la Democritica , e 1' Epi-  curea Filofofia « e (fendo che fono tut-  to    \    Digitlzed by Google    z. . 49   te uniformi in concedendo , che gli Ato-  mi foflero i primi principi di tutte le  co fé corporee , e che il fovrano bene  del piacere non confìtta ne’ diletti in-  degni , e brutali ; ma (blamente nell»  animo , e nella vitaonetta, e tranquil-  la della virtù : non come altrimenti  voleva Arittotele , conti* è detto . .Fu  notato bensì Epicuro per così dire pla-  giario > avendo pubblicati per fuoi i li-  bri degli Atomi di Democrito, «dan-  nata in lui l' opinione della mortalità  dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti,  per la fua moderazione, e moralità ,  fembrarono così giutti , e ragionevoli  a Girolamo il Santo , che propofe a*  Crittiani di fuo tempo la lezione de*  fuoi libri ; e da molti fanti Padri eì fu  commendato . E San Gregorio Naziao-  zeno, così ne ragiona: jQuis crederete  Mode rat us , & cafìus dum vixit fuìt fi-  le , dogma moribui probans. E Sant’Am-.  brogio ancorché più fevero d'ognaltro  fanto Padre, e nelle Filofofie più ri-  gido» pur egli ftimò effere più cpmpa*   * . D ti*    59   tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari-  notele i portici , come affatto danne-  voli non che pericolofì ; perocché ne*  libri degli uffizj al Cri diano apparte-  nenti » così n’ avvisò ; Epicuri Hortot  tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il  che rien confettato ancora da Lattan-  zio » e da Origene contra Cello . Ari*  Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que-  lla Filofofia adunque d’ Epicuro , o fe  altrimenti chiamar fi voglia Democri.  tica » vien molto largamente di vi fata,  e comprovata dall* incomparabile Pier  Gattendi > Canonico , e poi Propoflo  nella Chiefa di Digne fua patria , Teo-  logo , e profeffore delle Matematiche  feienze in Parigi» il quale fu di pura*  e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri  ornamenti della Francia» o quali l’ora-  colo detto delle lettere del fecol no-  Uro» di cui giudamente dir li potreb-  be , eh* egli intorno alle cofe filofofi-  che » e feienze Matematiche ne diede  il giudicio cóme Pittagora , e fpiegol-  le come Platone . Indi il volere qui ri-  pe.    5 1   petere , anche in menoma parte quel*   10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto ,  farebbe un ridire miferamente ciò » eh’  egli felicemente ne diffe ; e tanto mag-  giormente , quantochè noi richiede la  prefente fcrittura, per edere il tutto  notiflìmo alla Santità' Vostra. An-  zi in qualunque altra occalione che  fofle , farebbe un cimentar la propria  ftima , ed acquetarli certamente la  rota di temerario , e d’arrogante. Ma  da lecito farne qualche parola , e dir  folo > che il Galìendi avendo apprefo  nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle,  e da eflo poi tutti i varj fiftemi degli  antichi Filofofanti , per quanto gli fu  permeilo dalla condizione umana » e  dal fuo proprio intendimento » e abi-  lità ; volle dopo feguitare , e perfe-  zionare quella d’ Epicuro , come piti  acconcia , e proporzionata Filofofia  d’ ognaltra , ammettendo gli Atomi  principi di tutte le cole corporee ;  come fende di fe Giacomo) Colonna   11 Vefcovo al Petrarca:   Da    Se    5 *   Se le parti del corpo mio diflrutte ,  E ritornate in atomi > e faville .   Softenendo però , che Dio gli abbia  creati , e che Dio averte lor dato il  movimento) e il dirtendimeato , e la  figura.   E che il corpo umano, fia di minu-  ti ffime particelle coni porto, leggefine*  libri del diritto Civile, e propriamen-  te nel Titolo de judiciis , nella Lege  ' Proponebatur , così dicendo A 1 fono Var-  rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful-  to, e Confole di Roma, Quod fi quis  pittar et , partibut commutati s , aliam rem  feri: f ore, ut ex ejus ratione nos ipfi non  idem eflemus , qui abbine anno fuiffemur,  fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent , ex  quibus particul'ti mìnimts confliteremus ,  bue quoti die ex noflro corpore dee e dere nt,  aliaque extrinfecus in earum locum acce*  derent. Ouapropter, cujus rei Jpecies e a-  dem confifieret , rem quoque eandem ef-  fe exifìimari &c.   Quelta Filofofia è (lata feguitata  / v in    io molte i e quali innumerabili carte-  dre dell’ Europa, e ballerebbe fol di-  re, eh* ella non è altrimenti proibita  da verun Pontefice voftro predeceflb- ;  re; anziché quali in tutti i luoghi cat-  tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap-  para , e li profèta . Sia ancor lecito  aggiungere a tante dottrine che li ad-  ducono dal mede fimo G a flcndi , e da  altri, per corroboramento di tal Filo-:  fofia, un’ altra autorità di S. Grego.:  rio Vefcovo di Nilfa, la primiera «fé-:  dia della Cappadocia, il quale viveva  nel quarto fecolo, fecondiamo di tan-  ti e tanti fanti Padri , e Dottori della  noftra Chiefa , fratello di S. Balilio il  grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se perocché egli diffe:  Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa -  bat aures . £ finalmente foggiunfe,  Che Veritas placet , & vincit . Carte -  fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma-  li . Onde ravvedutili gli altri , fi di-  chiararono ugualmente Cartefiani .  ^Soggiungendo ancora altriTeologi , che  fentimenti di Renato intorno all’efi»  ftenza di Dio fi conformavano con quei  medefimi di Sant* Agostino , diftefi  nel librò X. della Trinità > e -propria-   merv    5 *   mente nel capitolo X. Ed un dotti f-  fiimo Padre , di cui ne lafcia il no-  me lo fcrittore della vita di Rena-  to , vi aggiunfe molte altre limili dot-  trine > eh’ egli aveva ritrovato in pro-  va delle opinioni di Renato ; in mo-  do che ciò fu di gran gioja.a Rena-  to fteflò, in fentire, che i fuoi penile-  ri erano uniformi con quei di Sant’A-  goftino , e di Sant'Anfelmo nel libro,  detto Profologio , e d’altri fanti Padri.  E per li fentimenti dell' anima io vi  aggiungo Glaudiano Mamerto , uno  de’ più celebri fonti Padri, . che fiori  nel quarto fecolo ftefiò della noli ra  Chiefa , che compofc un divinilfimo  Trattato dell’anima t in confutando  quell’ enormilfimo errore di Faufto ,  Ve f covo di Rems nella Francia, che  tenea quella falfiffima opinione >xhe  nelle creature non vi fia niente d’ in-  corporeo; ma Solamente in Dio . Que-  llo Trattato fu dedicato. a Sidonio  Apollinare, amiciflimo di Mamerto;  .ed egli è molto elegantemente, e con   foni-    59   fommo giudicio , e finimmo • ingegno  dirtelo , in cui trattanfi le queftioni  metafifi che con ogni chiarezza , e fa-  cilità poflibile in prova dell’immorta-  lità dell’ anima in modo che non vi  è fiato chi migliore, di lui ciò abbia  comprovato . Fondando egli con ro«  bufiifiitne ragioni, che l’anima operi  tutta intera ne’ Tuoi movimenti: che  non fi mova nè verfo l’alto, .-nè ver-  fo il baffo , o altrove ; eh* ella non  fia nè lunga» nè, larga, nè più alta r  eh’ ella non abbia parti interne , nè  efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta,  ella immagini , e penetri tutta in  tutte le fofianze : eh* ella fia tutta  intendimento , tutta fentimento , tut-  ta immaginazione , tutta di. qualità»  e non altrimenti di quantità; e final-  mente , che fia immagine di Dio »  e confeguentemente incorporea , e im-  mortale. Et quia imago Dei efi , non  e fi corpus . E che però cerchi Tempre  Dio , e defideri conofcerlo , non con al-  tra immagine di Divinità, chedelia /ua    6o   propria ; e che fola mente il corpo fi  tnifuri per lo fuo di (tendi mento in  lunghezza» larghezza, e profondità ,  e con altri fomiglianti principi , de*  quali fe la maggior parte fi veggono  nelle Meditazioni , e negli altri libri  di Renato » dir fi potrebbe , o che  Renato gli abbia stolti da Mamerto ,  ò ch’egli abbia avuto un ingegno geo»  metrico » giudo » e uguale a quello  di Mamerto . Da tutto ciò adunque  fi vede » che quelli principi di Rena»  to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre ,  che fu Mamerto » gran Filofofo , e  gr.and* Oratore , il quale fu giudicato  uno de’migliori, e favillimi Padri del-  la Chiefa: che meritò la dima d’ ef-  fere tenuto dotto , quanto Girolamo;  dedruttore degli errori , quanto Lat-  tanzio ; provatore della verità » quan-  to Agodino; e che fia levato in alto t  quanto Uario ; che abbia ancora fa-  vellato , come Grifodomo ; riprefo ,  come Bafilio ; confortato» come Gre-  gorio/ e che fia dato fertile » come Orofio; robufto, come Ruffino; nar-  ratore, come Eufebio; dettatore, co*  me Eucherio ; declamatore , come  Paolino ; e foavitfimo , come Ambro-  gio .   Quella adunque nuova Filofofia , o  rinnovellata per dir meglio Filofofia  di Renato, è fiata feguitata, e dife-  fa dalle migliori Uniycrfità, e proviti-  eie dell'Europa, ed infegnata pubbli-  camente nelle cattedre più rinomate  del Mondo ; e i cattolici fieffi ne fo-  no difenfori , non che gli autori , e fer-  rar] ancora , così attefiando il dottif-  fimo Sorel ne’ Tuoi libri della Scienza  universale . La dottrina di Momìt Defi  cartes oggigiorno è feguitata in molte  , Accademie , e conferenze . V* ha de*  Prof e (fori di Filofofia , che /* infegnano.  Molti fe ri appagano piu , che del -  la Filofofia antica . La quale vien con-  fermata con pubbliche (lampe da mol-  ti Religiofi , che n’han divifato tanti  e tanti libri che nulla più, approvati  da’ loro Superiori , e fpeciali/fimamen-   te    Digitized by Google    te ne fono Seguaci nelle cofe più prin-  cipali i dottiifimi Padri Merfenni , e  Detei , e Niceron Minimi . IIP. Mai-  gnani, e il P. Barde : T incomparabi-  le P. Nicolle , e il P. Malebranche ,  che nel fuo libro de inquirenda Verità -  te vi pofe tutti i principi , e tutti le  parti della fua Filofofia Opera , che fi  potrebbe appellare ' 1’ ultimo sforzo  dell’ ingegno umano ; ed altri Padri  dell* Oratorio di Parigi , i quali furo-  no ancora amiciffimi di Renato, e fo-  pra ognaltro affezionati (fimo , e mol-  to famigliare di lui , e della fua JFilo-  _ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de»   maggiori Teologi della Sorbona , e che  M per la fublimità del fuo ingegno , ed  eccellenza della fua dottrina , fi può  - £ /giustamente chiamare l’Aquila degl*  ingegni, lo Splendore dell’età noftra,  e il più gagliardo foftenitore della fe-  ‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il quale col  __ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in   ~ * cui con robufte ragioni , e con eloquen-   za veramente Grifciana ha fondata 1*   eli*     J     e fi (lenza reale di Cri (lo nella fantini**  ma Eucaristia , e poi con altri volu-  mi , autorizzando colle fentenze de*  fanti Padri e Greci, e Latini di feco-  lo in fecolo, e della Chiefa Orientale  ancora , che fervirono di ri fpofta al li-  bro di Monsù Claudio , Minirtro di  Charenton , approvati da tutti gli Ar-  ci vefcovi , Vefcovi * e Curati della  Francia > e da altri Teologi , e Dotto-  ri della Sorbona ; ha dato tal confu-  sone a'Calvinirti , colla lezione di quel*  lo , che molti d’elfi illuminati , fi fo-  no uniti alla nortra Chiefa , come il  Vefcovo della Roccella , uno degli ap-  provatoti fuddetti l’attefta: e per tan-  ti altri libri , che quali ogn’ anno di  fua vita ha dato alle (lampe , fe ne  va carco di gloria , e d* anni con  quella folitudine , propria d* un let-  terato in Olanda , dove gran tem-  po menò la fua vita ugualmente  Renato , con rifiuto magnanimo  delle cofe del Mondo . Parimen-  te furono di Renato amorevoli il   Car-    I    «4 ,   Cardinal de Bagne , e il Cardinal di  Ecrè, e il Cardinal Berul , e il Car-  dinal Barberino* quando ei fu Lega»  to alla Francia * il quale tanto fu a-  mantiflìmo delle cofe dell’anima > che  non per altro . pare * eh* egli avelie  trasportato dall’ idioma Greco al no*  Uro Italiano la vita di Marco Aure*  lio Antonino Imperadore , eh* ei def*  crifle di fe fteflb a fa fteffo * fé non  per dedicarlo all’ anima fua , come  Specchio veramente, e dottrina , quel  libro* delle cofe morali * che ponde-  rar fi debbono dall* uomo ; perciocché  tutte le cofe di quaggiù, anche in ai-  tiamo grado confiderate * fvampano  in nulla . Fu protetta » e difefa anco*  ra quefta Filofofia da tutti i Principi*  e potentati ftelfi d* Europa } e partico-  larmente dal Re di Francia* che grati-  ficò di due penfioni Renato* e dalla Re-  gina di Svezia * in cafa di cui egli mo-  ri * ed ella in grembo della Chiefa ;  coftà venuta , e fatta cattolica per o-  pera fola d’un folo Renato * com’ el-  la      65   la fteffa afferma in fua lettera , che fi  legge nella vira del medefimo; l’auto-  re della quale narra ancora , che la  iua maniera di parlare della Religio-  ne fece convertire alla noftra. Chiefa  il Marefciallo di Torrena , un Ateo ,  e due Proiettanti; e dalla Principcfla  Ehfabetta r fu nomato il refugio de’  cattolici di Olanda , ed al medefimo  furono celebrati i funerali con aflìften-  za di molti Prelati, e delì’Ambafcia.  tore di Francia -, e d* altri perfonaggi  illuftri t ed Ecclefiattici , e fu compian-  to con funeftiffime Orazioni, e lugu-  bri apparati dalle migliori Accademie,  a cui ugualmente furono rizzati più e.  pitafj e maufolei, ed impreffe medaglie  in memoria della fua pietà , e dottrina .  - Ed ancorché i Padri Gefuiti , i  quali poffono dar norma, ed efemplo  per la loro dottrina , e - fantità di  coftumi , abbiano, particolare infti-  tuto , e regola di feguitare affolu-  tamente .la . Filofofia d’ Ariftotele ;  il che vien riferito ancora da uno   E fcrit-    66   fcrittore , così dicendo : Apud Jefuitas  ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo -  fopbia prater Ariftotehm [equi , qua  caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non alia  de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam  qmd abfque ea non poffe cum Jefuitis  rette difputari ; nulladimeno vedefi ,  che molti d’ elfi di celebre .fama , e  d’ una vita efemplare , non fedamente  la FUofofia.Ariftotelica hanno trala.  fciata, ma quella novella forma difi-  lofofare hanno abbracciata , come fo-  no il P. Fabbri , • il P. Cafati , ' il P.  Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies »  e il P. Bartoli . La qual cofa li olTer-  va per lo modo di filofofare , fpiegan-  do gli effetti della natura per mezzo  delle particelle, eh’ eglino -han tenu-  to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam-  pe , le quali non altrimenti permettonli  fe non coll’ approvazioni d’altri Padri, ,  a ciò deflinati dal medefitno lor P.  Generale, o Provinciale . Il P. Char-  let , ugualmente Gefuita , che fu affi-  ttente Francefe del P. Generale della  Compagnia, e milfionario nell’Attjefi*  ca, non fu egli amico , protettoref^é  direttore di Renato? 1} rJ*>j Giacomo*  Dinet ^Provinciale nella Francia,:^*  conf flore di Lodovico XIII. e di Lo-:  dovico XI V. non fu affezionato di Re--  nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j  mente Gefuita, benché una volta, gli?  avelie contraddetto » e riprovate lo,  Meditazioni , non fu egli medefimo £>  che ravvedutoli, fi riconciliò con Re»  nato IfelTo per mezzo del medefimo P.;  Dinet ? Il P. Atanafio Kircher preoc-'  cupato una volta dall’odio contro Re-»  nato, non procacciò poi la fua amici»  zia, e corrifpondenza èri! P. Miland  ugualmente Gefuita, non fu feguace  della Filofofia. di Renato, riducendo;  in compendio le di lui Meditazioni , ed  in metodo Scolallico per infegnarle a’  fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo  Padre prima di partire per 1* America,  volle oflequiofamente , e con particó*  lar fentimento dar. 1* ultimo addio: a  Renato fuo amiciflìmc , quali che in   £ 2 tal    68 '   tal dipartenza non fendile altro cor-  doglio, che di lafciar Renato , non  già i Tuoi compagni , i parenti , e la  patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non  fu egli parziali (fimo di Renato, e fat-  to Rettore del Collegio di Chiaramon-'  te a Parigi , non dedicò i due fuoi li-  bri di Filìca a Renato , conformandoli  co’ fentimenti del medefimo ? Pren-  dendo ancor egli la difefa contro Paf-  cale per l’opinione toccante il Vacuo.  IlP.Vatier, parimente Gefuita , non  fu egli fettario di Renato , ed appro-  vante delle maniere di fpiegare il fa-  crofanto mifterio della Santilfima Eu-  cariftia, fecondo i fuoi principi, e ra-  gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen-  te amiciflirao i II P. Francò , il P#  Fournier furono tanto amici di lui ,  che gli dedicarono i loro libri-. Il P.  Fonfeca, benché Portoghefe , e il P.  Ciermans Fiamingo , ma ugualmente  Gefuiti, fecero un elogio alla Metafi-  lica del medefimo . In fomma tutti i '  Padri-Gefuiti de’ Collegi della Fran-  i eia    Digltized by Google    69   eia furonoapprovatori , e fettatori della  filofòfia di Renato, co’ quali egli ebbe  una continua corrifpondenza , e vicen-  devoi commercio di lettere ; e della Tua  vita ne' due libri ultimamente pubbli-  cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP.  Rapini , Umilmente Gefuita fi fia al-  quanto allontanato da’fentimenti di Re-  nato , dicendo egli molte cofe contra lui,  ie quali quanto fian meritevoli di rifpo-  ila lo dican gli altri , noi comportando  la prefente Scrittura ; nulladimeno il  xnedefimoP Rapini, parlando egli pri-  3 fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi  egli tròppo attratto nel fuo Trattato  dell* immortalità dell'anima , così di  .Renato favella : Le Meditazioni Meta «  .fifiche del Defcartes hanno avuto della re.  f> ut azione j perch'egli s'interna più che al -  .trinci midollo di quefte materie. Soggiun-  gendo a quefte parole l’autor della vita  di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti  Suarez , e Fonfeca , de* quali prima egli  aveva parlato, e che p affano per i migliori,  e più profondi Met affici delle Scuole . •   E 3 Ag-    Aggiungendoli ancora , che-veden*  do le Univerlìtà Protettami di Bafilea  e d* Olanda effer pur troppo pregi udi-  ziale la Filofofia di Renato al Calvi*  nifmo, Il concitarono tanto contro Re*   . nato , che non contenti di fori vere con-  tro la fua dottrinargli ordirono anco-  ra contro la per fona molte calunnie,  in modo che GisbertoVoezio Miniftro  d* Utrecht , per avergli oppofto con  malignità il     Ir   r»       V    *   {   t    >    t   ì   |   *   *    t   .ì   r • —    74   tìamo le vivande fenza penfarci , dice  il dottiffimo Boezio, noi refpiriamo  dormendo fenza ciò considerare, e tan-  to meno faper fi, pofTono 1* altre cofe  naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò  fcritto Cicerone ) ita omnia crajjts oc»  calta , & circumfufa tenebris , ut nul-  la acies bumani ingenti tanta fit , qua  penetrare . in coelum , & terram intrare  pofjit i Corpora noftra non novimus , qui  fit fitus partium , quam vim unaquaque  pars , babeat ignoramus . L’Angelo del-  le Scuole manifestandone la ragione  nella fua Somma, così favella : Quia  ratio bumana in rebus bumani s ejl multum defciens , cujus fignum ejl , quia Pbilo/o-  pbi de rebus bumanis naturali invejìi-  gatione perfcrutantes in multis errave •  runt , & / ibi ipftt contraria \fenferunt ..  Il che Similmente avea detto Crifo.  Homo ; Hi ipji , qui ad omnem pom-  pam de Pbilofopbia gloriantur, multos ,  & plurimos de eifdem cauffts fcribentes  libros , non modo fimpliciter difcepta-  rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque  ' di »    X    1S   dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino fteflb,  delle cole Metafifiche ragionando, con*  figliò : Noli qu^rere quid fit Veritas %  fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi •  num corporalium , & " nubila ■ pban t af-  ta at a , & pertutbabunt ferenitatem t  qua primo iftu diluxit tìbi , ut dìce-  rem Veritas . • Non perchè quella non vi  lìa ; ma perchè di quella capaci non fu-  mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve-  ri effe al'tquìd non negamut , pertipi pof-  fe negamus : E altrove : Non enim fu-  mar ii , quibus nihil verum effe videtur ;  fed qui omnibus veris fai fa quidam a-  djunSla effe dicamus tanta fimilitudi -  ne y ut nulla inftt certa judicandi , &  difcernendi nota . £ quella è la cagio-  ne , per ria- quale tanto fi lamentava  A gofiinò medelimo dell* ignoranza u-  •mana. QUomodo hoc fcio, quando quid  fit tempus nefcioì-An forte ne feto que-  madmodum- die am quod fcio ? Hei mi-  bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam !  Come Plinio parimente compaifionan*  do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò   mi*      L     9     f    »   ' 1   $   i    an incredibili celeritate vol-  vatur : quanta fit terra crajjitudo , aut  qtitbus fundamentis librata > & ( ufpen -  fit . £' volere ciò difputare, e con-  ghietturare Lattanzio il medefimo di-  ce , non e (Ter altro , che difeorrere , e  giudicare di cofe fatte in remotifiime  parti non mai da noi vedute , o fapu-  te . Quindi il medefimo Lattanzio- ,  così ragionando , il fuo difcorfo con-  chiude : Si nobis in ea re feientiam  vendicemus , qua non potejl feirì , non-  ne infanire videamur , qui id affirmare  audeamus , *» quo revinci po/Jimus ?  Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet*  ri ab bomine non poQunt , /city />«-  , furìofi , dementefque funt ju di-  cati di ? £ A rnobio così ; X?*»*/  incerta r fuf-  penfa ; magìfque omnia verifimilia , quam  vera , Minuzio Felice dille , Indi il  Poeta .j   In-    8 $   Incerta bac ft tu poflules '   Battone certa facere nihilo plus  ■ 1 agas >   Quam ft des operata , ut cum ra-  • tione infantai .   £d in confermamento di ciò , fs noi  riguardar vogliamo a quel, che n’han  giudicato i medelimi , e i primi fetta-  tori delle Filofofie, ritroveremo , eh’  eglino fteffi han detto > aver fondato  il filofofare fu i principi dell’ ignoran-  za medefima, comen’avvifà Arnobio  fteflo . Ipft denique principe t & feti a-  rum patres , nonne ipfa e a , qua dicunt ,  fuit eredita fufpicionibus dicunt* Zeno-  ne, e tutti gli Stoici negarono 1’ opi-  nazioni ftefle .• Opinar i entra , te feire ,  quod nefeias , non ejl fapientis , fed te-  mer a rii potius , ac fluiti . Socrate ,  Quod neque feiri quicquam poteft, nec  opinati oportet . Adunque Tota Pbilo-  fophia fublata efl , difle Lattanzio.  Ariftotele fteffo ne’ libri della Metafi-  sica così ; De bis- enìm omnibus non mo-  ** ’ Fi do    \    84   do invenire veritatem difficile ejl , verune  ncque bene ratione dubitare facile ejl .  Gli Accademici contro a’ Filici, Nul-  la m effe fcientiam , ed ogni cola proba-  bile . Democrito , che la verità delle  fcienze ftia nell’- abiflò nafcolta . Arce-  fila ( narra Epifanio ) nomato il mae-  ftro dell’ignoranza da Lattanzio ftef-  fo , niente doverli affermare di certo ,  negando all’ uomo la fcienza , riponen-  dola lolo in Dio , e Dio ftelfo Non nifi  ignorando fcire pojftmus Là onde Cice-  rone così tutto il fuo detto fiabililce :  Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit ,  non pertinacia , aut fludìo vincendi , ut  mihì quidem videtur , fed earum tettine  ohfcuritate , qtu ad confejjionem ignora-  tionif adduxerant Socra tem , & velutì a-  mantes Socratem, Democrìtum , Anaxa-  goram , Empedoclem , orane s pane vele-  rei ; qui nìbil cognofci , nihil per dpi , ni-  hil fciri pofje dixerunt : angttjlos fenfus ,  imbecillos animoiy brevia curricula vita t  & y ut Democritus , in profundo verita-  tem effe demerfam; opinicnibus , & injìi -   tu-    S J    Digitized by Google    8 5   tutìs ornata teneri : . nìhil ■ ventati reità*  qui : deinceps omnia tenebri! circttmf ti-  fa effe dixerunt . £ della varietà di tan-  te opinioni , dell* incertezza delle fa-  enze y e della moltitudine di tanti Fi-  losofi giudiciofiffi ma  pirico così ne ragiona : Ita etiam in'  hunc mundum , velati in quamdamma -  i gnam domum , accefjìt multitudo Pbi -  lofophorum t ad quarendam veritatem ,  quam qui acceperit e fi veriftmile e am  non credere , quod reEìe conjecerit . li  quidem certe non dicit ejse \aliquid ,  quod judicetur verità! , propterea quod 4  in eorum ,r qua funt natura , nìhil pef-  ftt comprebendi . Il che vien confermato  ancora da Galeno, così dicendo: Scien-  tiam neque apud Pbilofophoi , prafertim  dum rerum naturam perfcrutantur , in-  ventai . Ammonio tanto fettario d’ A-  riftotele fteffo n’allega la ragione: Quia  diverfitate opinionum, diverfo modo rei ef-  fe verni velf alfa! : quoniam autem opinio-  ne ihominum varine funt ,& incerta , ideo  fcientiat quoque e] se variai , & incerta!, ac   F l prò -    86   proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie ».  tiam , & veritatem. Avendo ciafcuno  il fuo fenfo , e la fua fantafia a parte,  perchè , come fi dice , quanti uomini,  tanti pareri:   m   Mille homìnum fpecies , & rerum  difcolor ufus .   Per la qual cofa è egli moltd virifimi-  le, che ognuno dipenda dalle fue fan-  tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis o-  pinio affluxus diffe Empirico fletto; di  qui viene , che Eraclito nominava O-  pìnìonem facrum morbum . Quella è  quella , dalla quale fìam tocchi , e  non dalle co fe medefìme, la quale di. -  pende dalle prevenzioni , ed anticipa-  zioni della mente , Sua cuique cum (tt  animi cogitatio , colorque prior . Come  ancora per la flima fuperiore al meri-  to , eh’ ognuno fa di fe flefTo * cagio-  natagli dall’ amor proprio, eh’ è il più  cieco, ed il più violento d’ognalero,,  a niuno ceder volendo : Pbilautia enim  ejl omnium amorum violentiffìmus , cete-   .. * ToJ-    i   *7   rofque fuperat ; vien fempremai a darli  cieco , ed imperfetto il giudicio . A -  mor , ftcut odium , ventati! judicium  nefcit , ditte Bernardo il Santo. E 1*  uomo non ha altro di proprio, che il  mentire, e *1 peccare . Nemo enìmba v  het de fuo y nifi mendacium , & pecca -  tum . Per la qual cola , torno a dire  con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi-  lofofia? O coll'autore de’ cinque Dia-  loghi , della Filofofia fletta parlando :  Non e fi enìm de terminisi fed de tota  profefftone coment io . Cioè, che non vi  fia affatto certa , e determinata Filo-  fotta, anche Propter natuv alerti borni -  num ad difjentiendum facilitatem . Re-  nato medefimo per primo principio  nelle fue Meditazioni non pone egli  1’ averli Tempre a dubitare nelle co-  fe filofofiche? In modo eh’ e’ con mo*  deftiflima protefiazione la Tua Filo-  fotta dirtele , confettando egli . dì fe  fletto nella IV. Meditazione così . Cum  enìm jam feiam naturam me am effe vai -  di tnfirmam , & limitatam . Ed etten*   F 4 do-    88   dogli (lato una volta afpra, ed acerba-  mente jfcritto contro da un Padre Ge-  fuita , di cui virtuofameate non volle  palefare il nome alle (lampe , fé ne la-  mentò benignamente in una lettera ,  che fcriffe al P. Dinet Tuo amico , ri-  chiedendogli , ch’ei tro valle il modo,  acciò gli fi notificaflero gli errori , per  emendargli , così dicendo-; Nibil enim  inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum  mearum certitudinem experiri , fi forte  a magni! viris ex aminata nulla ex parte  falfa rsperiantur , vel faltem errorum  admoneri , ut ìpfos emendem . Come di  (e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid  vel incautius , vel tndoSìius a me pofitum ,  ab aliis merito reprebenderetur , necm't-  randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì-  gnofcendum , atque gratulandum , non  quia errai um eft ; fed quia improbatum.  E pure quello Padre non aveva lette,  nè vedute l’opere di Renato ; così egli  fcrivendo nella medefi ma lettera: Etfi  enim mibi valde indignum videretur ,  hominem Rtligìofum , cum quo nulla    n    *9   mibt unquam inìmìcitia , nee quidem  notitia intercejjerat , tam . publice t  tam aperte , tam infolenter de me ma •  le dixìfje , nibilque aìiud balere excu «  f atlanti , . quota quod diceret , fe Dif*  fertationem meam de Metbodo non le*   gip-- \ •   £ tutto quello perchè ben Sapeva  non eflervi certo filtema di Filofofia,  che l’uomo Scuramente Seguitar do*  vede ; elfendo ella in tante fette di-  vifa j che Varrone fin da* Suoi tem-  pi ducento ottantotto ne conta , e  Temiftio trecento: onde Sant’Ambro-  gio gridò: lnter bas diffenfiones , qu&  veri potejl effe affina t io ? £ Lattanzio  ugualmente così : In qua ponimus ve*  ritatem ? In omnibus certe non potejl  Or che direbbero Ambrogio, e Lat-  tanzio Hello fe foffero a* tempi no-  ftri , ; vedendoli in maggior numero  Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra  Religiofi (ledi , dalla Chiefa non con-  traddetta , quella io dico sì fiera , e da  non mai rappattumarli , e quietarli tra   Tom-    9  . „ . .   Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re-  alifti, ed altri, e tutti Ariftotelici , a  fembianza degli Arabi , de* Greci , e  Latini , i quali eran difcordi in fegui-  re , ed interpetrare 1’ opinioni del me>  delimo Arinotele, come rapporta Pi-  to della Mirandola . Per la qual .cola  Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò :  In litibus omne fiuditim , ornai s   nibiì denique de quo univerfi una men-  te , ac voce confentiant . £ San Bafilio  di quei , che furon tenuti i primi Savj  della Grecia, dice non efiervi nè an-  che una fola ragione ferma, e collan-  te . Nee fola quidem ratio , apud Gr ita ut eos refel-  lere nibil fit negotii , cum illi propria  dogmatibus evertendo fujficiant. E Teo-  > doreto (ledo in quella maniera favel»  la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~  età tum de anima , tum de corpore ,  tum de bominis genitura , & confiit ut io-  ne inter fe litem exercent , dum olii  qttidem bac » alti vero illa pr a ferunt ,  alti rurfus & bis & - illis contrariam o-  pinionem adducunt , neque enim verità-  tìs dicentes fiudio , & defiderio teneban-  tur ; fed inani gloriola » & ambitioni  fervientes, ex quo fané faBum efi, ut  in errores multo: inciderint . Per la qual  cofa in quella maniera n’avvisò Minu-  zzo Felice : Itaque indignandum omni-  bus y indolofcendumque efi , audere quof-  dam certum aliquid de fumma rerum ,  ac majeftate decernere » de qua ab o-  mnibus faculis feftarum plurimarum uf-  que adbuc ipfa Pbilofopbia deliberat *   Ed    i t    Ed allora » che le Filofofie de’Greci in*  cominciarono a comparire al cielo Romano, i Romani ftelfi non s’appiglia*  rono a veruna d’cfle, foggi ungendo Ci-  cerone , perchè non eran sì balli gl’ in-  gegni Romani , che avelfero a foggia*  cere alle altrui difcipline ; perocché Ro-  ma t che aveva trionfato nell* armi ,  non comportava farli fervile alle lette*  re : anzi i Romani ftelfi non fi manife*  fìarono giammai fettatori d* alcuna Fi-  losofia, ed i Nobili li guardavano, co*  me da una pelle , di non efl'er tenuti  tali ; perchè certi , che avevano prò*  felfato la fetta Stoica , come Bruto ,  e Caffio ; Aruleno , e Sorano ; Sene*  ca, e Trafea , ed altri erano tutti mal  capitati , come macchinatori di congiu-  re > quantunque Seneca flelTo avelie  altrimente prote flato in una delle fue  .Epi Itole , dicendo : Non me cu'tquam  mancipavi , nttllius nomen fero , multum  magnorum ingenio virorum tribuo , ali -  quid et fi meo vindico . Onde lubito che  alcuno attendeva alla Filofofia, ca-    , 93   deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te   Tacito di Agricola fuo focero . E a 'tem-  pi notòri dal Re di Francia con un fuo  arrefio delli d’Ottobre 1668. fu  proibito a tutti i fuoi fudditi di chia-  marli l’un l’ altro fettario > e fpecial*  mente Gianfenitòa. I fanti Padri me-  defimi avvertirono non dover elfere  fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle-  mente 1’ Aleffandrino > così dicendo :  Praterea non particularìs fefia efi eli-  genda , [ed quidquìd omnes reile dixe -  runt Stoici , Platonici , Epicurei > Ariflo-  telici . Hoc totum [eie Slum dico Pbilofo-  pbiam. E Sant’Agoftino nel libro deh  le Confezioni, diffe, Non iftam , a ut  illam feti am , [ed ipfam , quacumque ef-  jet , fapientiam diligebam > q vare barn ,  & ampie Sì ebar , Quindi San Tommalo  ne’ fuoi Opufcoli infegnò con Agotòino  medefimo , Non effe adfentiendum alieni  Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex  omnibus decerpendum^quodreiìe dixerint.  E fra moderni filofofanti Pietro Petito  afferma nelle Differtazioni , che fece   in-    Digitized by Google    f    »♦   incorno alla Filofofia ftelfa di Cartellò ,  doverli notare d’arroganza colui, che*  preflumcr voglia d’ alfentire più ad u-  na fetta, che ad un’altra , la ragione  egli rendendo : Ne uni precipue inba-  rentes , in alias fotte me Hot e s , iniqui,  & contumeliofi viderentur . Ed ancora  quell’ altra» perchè non puote perfo-  na veruna, benché a tutt’ uomo vi s*  applicale , apparare , e farli capace  di tutte; conciolfiecofachè non potreb-  be darne retto giudicio , lodando più  una , che un’ altra Filofofia . Omnium  ( die’ egli ) fetta rum fieri perfette pe-  ritum , humanum piane captum exce-  dit . E a fen lenza d’ Euripide .* Unus  non omnia vìdet . E Galeno così : Dif-  ficile effe , ut qui homo fit , non in  multis peccet , quadam videlìcet peni-  tus ignorando , quadam vero male in-  dicando , & quadam tandem negligen-  tius fcriptis tradendo . E quando vo-  glia alcuno vantarli di fapere , appet-  to di quel , che non fa , egli è nul-  la , dille Temiltio . Ea , qua novimuty   por-    I    i    Digitized by Google    9 $   por t ione minima contìnentur , fi .colla*  ta, & comparata bis fuerint , qua igne*  ramus. E Paganino Gaudenzio Teolo-  go , e Protonotario A poftolico nel Li-  bro degli errori delle Sette , parlando  egli delle Scuole di Zenone) di Plato-  ne , di Democrito , e d’ Arinotele ,  così n* avvisò : Illusi quoque colligendum,  in iis , in quibus nobis Cbnfiianis diffi-  derà licet > non effe exploratam verità *  tem. Magna nobis fas e fi uti liberiate  extra illa , qua arcem Re ligio ni s non  refpidunt , ut defendamus , quod nobis  probabilius videretur.   , Ora egli è vero , com’ è verini-  mo, che quei medefimi tanto fegua-  ci d’ Arinotele fono gli autori , oppu-  re gli approvatoti neflì dell* opinione  probabile nelle cofe Morali , ammet-  tendola per lo parere di due , ed an-  che alle volte d’un folo Teologo, dot-  to , e dabbene ; perchè nella Èilofofia  non ammettono ugualmente la proba-  bilità per tanti, e tanti gravifiimi au- -  tori, e Teologi , e fanti Padri medeli-   mi.      9 t   mi , dove ancora vi è la libertà di file*  fofare , fecondo Ariftotele fteffo ? Per-  chè concedere la probabilità nelle co-  fe Morali, e poi nelle Fifiche negarla?  Perchè amettere la probabilità in quel-  le co fe, che riguardano i precetti del  Decalogo, e di Cri Ilo, e poi contrad-  dirla nelle Filofofie , così incerte , e  dubbiofe? Perchè approvar , per co-  sì dire, la libertà di teologare, e poi  oppugnare la libertà nel filofofare ? In-  trodurre il probabile nelle cofe fpiri-  tuali, l’improbabile nelle feienze uma-  ne : magnifiche opinioni nel mefiiere  dell’ anima, Gretti cancelli nell* ope-  razioni dell’intelletto, argomenti nel-  la Morale, freno agl’ingegni : fetenza  nelle confcienze, confidenza nelle fet-  enze : ed in un motto , Accademici  nella ^Teologia, Dogmatici nelle Filo-  fofie : Filofofi nella Teologia , e nella  Filosofia Teologi?   Di qui neceffariamente nefegueper  forza de’ loro argomenti medefimi , o  che neghino affatto la probabilità nel-  le    97 '   le co fé Morali , o feguitandola , la con-  fe(fino .lunga certamente s’ in-  gannerebbe , perocché eflendo.fi dopo  tante fette fcòvérro, -nuove' delle, nuo-  vi pianeti , ed altri fenomeni,: e tane*  altre cofe, e quali :un nuovo Mondo *  par eh’ egli era d’uopo di nuova Filo-  fofia per inveli igarle , non badando 1*  antiche, per le quali torno 3 dire con  Seneca dedo , Multum adhuc re fìat 0-   - perii, multumque refìabit ; nec ulti noi  to pofl mille facula pracludetur oc c a fio  aliquid adbuc adjiciendi . E altrove c  Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+  perta noi nefcìffe mirentur . Plotino  predo Teodoreto così : Multa , qua  nobis 'ohm latebant , ipfa die i invenie tJ   Ed il Poeta:   • v . * •   Multa dies 9   tabilii avi   f 4 k • • t *   Rettulit in melius   • 4 * # « * • 0 t • •   » • * ' ,» * » t   E noi fopravanzando in due mila anni  d’ efperienza , fiam piuttofto fuperio-  ri . . Indi Cicerone tteflò fin da* Tuoi  tempi vantava d* efferfi la fua etàl.u-  gualmente fatta fuperiore nell’ arti, e  nelle» feienze , perchè più finamente  refe migliori , e perfette , come ugual-  mente de’fuoi tempi affermò Tacito .•  Nec omnia apud priores meliora , fed  nojira quoque atas multa laudit > . &  art tu m imìtanda pofleris . £ che i Mo-  derni abbiano trapaflato , e fopraftat-  to gli Antichi > egli è chiaro per tanti   G 3 fpe-    variufque lai or ma-    I    102 .   fperimenti , e. nuovi inftrumenti per  elfi fatti nelle celebri Accademie di  Firenze, della Fraocia , della Germa-  nia, dell’Inghilterra , di Lipfia , ed al-  trove ; come ancora per molti libri  ciò fi comprova ,• e particolarmente per  quelli delPerhault nel paragone tragli  Antichi, e i Moderni; e del.P. Rapi-  ni nella comparazione de’ medefimi %   , * * i « V * * ' * . | * *   dottilfimi in vero , ed eloquenti Ili mi  fcrittori . Quelle fono le parole del me*  defimo P’ Malebranche : Si quis Ari-  jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui ([e  crederet , tum ih folis dumtaxat intei «  ligendis merito • forte incumberet , [ed  quii id credat , cui faltem mens jana  fuerit ? quin ratio noe monet ìpfos no-  vi s Pbilofopbis inferiore s effe , quippe  bis mille annorum , quo tempori s fpatio  silos Pbilofophos fuperamus , experien-  ti a nos efficere debuit pe/tticres . E  più nobilmente da Renato {ledo in  quella maniera : Non eft quod anti-  quis multum. tribuamus propter antiqui-  tatem , (ed nos  potius jis antìquiores  .... di-    Digitized by Google    10 $    dìcendi ; jam en'rn fenior e fi mundus t  quatti tutte » major emque babemus rerum  experientiam . Il che fu detto fi foll-  mente prima dal P. Antonio Pofle-  vini dottillimo , ed eruditismo Ge«  fuita - \Quamobrem fi diutius vtxijjet  Anftotekt , vel fi jam revwifceret pofl  tot fxcttla » quibtts ali £ res innumera t  ac propemodum alter orbis emerfit , mul-  ta effet correSìurus , quia contraria not  experimur . Ed anche fulle feene dal  latiniStno Comico . • r-   I   Res y tetas , ufus » aliqtiid adpor-    ' ; tet novi y   Aliquid admoneat , ut qu quos varia de parte  Ventai éff anditi- non cernant , propte>ea  quod uni fefe Arinoteli non dediderunt  fnodo y fed adeo devoverunt , ut fi fue -  rit opus , prò dogmatibus ejus tuendit  in fierrum , fiammamque ruaUt;' in cu -  jus Pbilofopbia fi quafdam opinione s pra-  va! conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret  e a defiomacbaturum putem &c. -E vicn  confermato ancora dal medesimo So-  rel , così dicendo .* Noi ci' prete jìia-  mo di voler men male ad Arinote-  le , che agli 'Arifiot elici . ; JZjfi fono  guelfi , che ofiinatamente #* oppongono a  cofe > ch’egli , fe vive (fé riceverebbe   con piacere , per far profitto de' nuovi  lumi , che ai .Mondo comparir vedreb-  be. Lamentandoli ancora il medefimo  P. Malebranche , che li ut piar imam,  qui adverfus quafdam Pbilofopbia veri -  ’tates : ree e ns ‘ compertas pertinacia s ob-  firepunt , quibufdam innovatìonibus in  Tbeologia detefiandis, pertinacia! a db at-  tere 1 & indulgere videntur-. Quando   i fe-    Digltized by Google    iò 5   i feguaci fteflì d” Ariftotel® , Ammo-  nio dico» e Simplicio» : antichilfimi au-  tori, avvertirono non dover effere gl»  Interpetri ^cogì attaccati a’fentimenti  delmedefimò» cornei ex tripode pro-  nunziati, e tanto meno , come fetta-  rj fcguirgti . Ammonio così: Horum  . vero explanatcr debet ; neque per bene -  volentiam afiruere conari ea , qua per -  per am funt ditta , ac velati a tripode  ea recipere t fed fuum ìpftus adferre  dicium . Simplicio in quell’ altra ma-  niera : Dignum autem Ariftotelicorum  fcriptorum expofetorem oportet , non ef-  fe vacuum undequaque magnitudine il-  lius mentis . Oportet quoque judicium  babere fwcerum^ jut neque ea , que re-  tte ditta funt , malo more fufcipiendo ,  invalida ofiendat , neque ft quid ani-  madverftone indigeat , omni contentane  inculpabilia moneret , velati in Pbilofo-  pbi fettam fe fe infcripfe/tt •   Anzi infra i Giureconfulti ancora ,  i quali a guifa di Filofofanti fi divife-  ro ugualmente in fette , chiamandole   Tul-    v    ioS   Tullio Famtlias diffentìentet ; legge fi,  ch’eglino non erano cosi pertinaci in  feguire le loro fette , che liberamen-  te non dicefiero i loro proprj lenti-  menti , ed alle volte a quei della con-  traria fcuola non aderifiero , come fi  vede praticato tra Capitone , e La-  beone > i quali furono i primi fetta-  tori affatto contrari fotto Auguflo ,*  e fotto Vefpafiano , ancorché vi folle  quella de' Proculejani , e Pegafiani ,  e l’altra de’Sabiniani, e Caffiani, af-  fai più contrarie fra efiò loro , perchè  quei 1’ Aritmetica proporzione, e quc-  fti la Geometrica feguitavano, gli uni  Stoici , e gli altri Accademici elfendo;  nulladimeno fu riguardevole la loro  modeflia in non aderire tanto fervil-  jnente alle loro famiglie , che volle  la loro modejflia avellerò apportato  freno alla libertà delle loro opinioni.  Matiifejia futi , & confpicua vtterum  Jurifconfultorum mode fi a y quod non  ita nec certa alicujus feSìa opinionibus,  nec futi quoque peculiaribus fententiis   inh il quale ragionando  di Cello; contrario alla fetta di Jabo*  leno , fotto Adriano > e Antonino Pio f  così loggiunge : Et fané videtur bh  Celfus non adeo partium fiudiis addiSlut  fuiffe ; • quintino Uberrima voluntate in  utraque verfatut barefi , & qua ( ibi ad  palatum fuere , nullo babito feSìa fua  refpetlu [elegiffe . E in ritornando al  medefimo Arinotele , leggeli nell’ O-  pere di effo lui, ch’egli non prelume-  va tanto di fe , che altri onninamen-  tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif-  fe un autore ) noi docet Arìftoteles *  quam quod etiam docuerat Plato : ni»  mirum fe ipfum refutare. Dicendo dife  quello medelimo autore. Omne equidem  genus Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f-  co, & quamvis ex pr : mis fludkrum rudimen-  ti! , Peripatetici , Stoici , aut Ac aderitici  audivimus, pofiremotamen fapientijjimum   quem-    IO?   f uemque Scepticam faSlum , tanquam  ffanum aliquem in fetenti* campii in -  gredientem video . E chi fece la nota  al libro del fuddetto autore, foggiun-  fe : Plato docuit Veritatem omnibus re*  bus effe anteponendam . Male ergo fibi  confulunt , qui veterum , a ut Arijlote -  ìis placitis ita ob finate inbarent , ut  tnalint cum illis .  Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi Pare * '■  r», e nelle Mofetc , e di Francesco Re-  di . Il nobilissimo ritrovamento dell*  argento vivo ne* cannelli per la prova  del vuoto del Torricelli , efaminata  alla lunga dal P. Bartoli Gefuita : de*  Vortici del gran Renato ; e di tanti ,  e tant* altri ritrovati del Verulamio ,  del Sorelli , del Keplero , del Gil-  berto, dello Steiliola, del Campanel-  la , del Digby , del GaSTendi , del Boy-  le , ed’ altri. Neil’ Algebra il Cardi-  nal Slulio , che non ha rinvenuto col  fuo libro Mefolabium , e il Cardinal  Ricci in quello De maximis , & mini-  mii ? Nell’ Agronomia che non hanno  fcoverto i moderni ? dimostrando i  Cieli edere fluidi, e non più orbi So-  lidi, come vollero gli antichi : i pia-  neti Stimati prima fare i loro giri in-    ili   >»   torno alla terra , muoverli intorno al  Sole; Venere mutar le lue fall , o  figure a gutfa di Luna : Mercurio ,  e Marte ancora far lo' Hello : Giove   • « t   edere circondato da quattro delle ,  chiamate Medicee, e Saturno da cin-  que altre , come ditte il Cattini .* ef-  fer la Lunà un corpo di fùperficie di-  fuguale , e montuofa : ritrovarli nel--  la faccia del Sole molte macchie di'  difuguale grandezza , e di varia dura*  zione, agli antichi affatto ignote; eia  qualità, e difpolizione delle Comete»  e d’altri corpi celelti non intefe da A-  riftotele , ed ; inveftigàte da Ticone ;  e dal" Galilei : la Zòna torrida ere-  duta inabitabile, etter abitabile, Antì-  pode! , qui imaginarìì dicelantur , nunc rt-  vera effe t & alia f excent a , ditte il noftro  Luca Tozzi nella fua Lezione: e final-  mente l’agghiacciamento de* liquori non  etter condenfazione.ma rarefazione con-  tra Ariftotele:ne’gravi cadenti accelerar-  fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef-  fer il tempo radice quadrata dello fpazio   de-    r    I    «   ì *   Jt   # Ir     I     t    IM '  '#1    « J    ij    V   I   1:i   r    11.    ' avverandófi  quello, che dagli antichi (ledi fu pre-  detto , e fi confeda da Cicerone anc'o^  ra : O pintori um commenta delet dies 't  natura judicia confrmat . E però egli  è vero , che quella Filofofia d’ Ari-  notele dagli Àriftotelici (ledi non è  altrimenti commendata , così dicendo 1  il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride  monjìrandum ( id quod etiam tritura  ejì apud omnet Ariflotelicos ) nidiata-  e!}e in Arifìotelis libris fcientificam de-  fnonftrationem qua ' perfedìiffma fit y &  omnibus numeris abfoluta' it agite nàti  effe ipfius doSlrinam inconcuffam . La  quale ha avuto- tanta varietà , ed  incodanza di fortuna , óra 5 abbrac-  ciandofi , ora rifiutandoli > che nul-  la più , dome fi può- leggere Irt  quel libro di Giovanni Launoi ^ quin-  di in fimil calo ebbe a dire un au-  tore Francefe : In effetto fi vede 1 ';   che la fortuna ugualmente efercita il  fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio-  ni , che jopr a /’ altre coje umane ;   . H ma    ma. non già fopra ìe mentì purìffime ,  e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem*  pre è (lata bìafi mata, come nociva al*  la noftra religione , e proibita da’  Sommi Pontefici , e da* Concili ltefli,  com* è detto, e da quello Lateran eTe  nella Seflìone ottava affatto vietato da  infegnarfi piu nelle Scuole, come rap-  porta il Campanella , e Neri nel libro, detto Setta Pbilo -  fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con-  ciliarti Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo-  telila non immorari , quoniam babet ra-  dica infetta!.   ' J ' ' *  * i  . ,   Ma Te, come poco dianzi io dilli ,  fra tanti Filofofì , i prìncipi di Rena*  to fono piìi conformi alla nollra reli-  gione, chi non dirà, che colf ui, più che  Ariftoteie .feguìr li debba ? Perocché  chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri-  lliani co* medelimi principi di Renato,  li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A-  goftino il. Santo , da cui o avvertito  Renato , o Renato col proprio fpirito  Criftiano, e filofofico meditandogli ,    Digltized    US   gli ha pubblicati , e dirteli. Parole del  Santo , nella Città di Dio , fecondo i  documenti -del quale compofe il fuo  Cftema Renato : Quìcumque igitur Pbi-  lofophi de -Dea fummo > & vero ifìa jen-  jerunt y quod & rerum creatarum fit  ejfefior y & lumen cognofcendarum , &  borni m agendarum » quod ab ilio nobis  ftt & princtpium'- natura meritar   doZìrin# * & felicita s vitee , five Pla-  tonici accomoda tius numupentur ? fi ve  quodlibet aliud fu a feti a. nomea impo *  nani ; five itant ammodo J onici generiti-  qui in eit precipui -fuerunt , ifìa jenfe -  rinty ficut idem Plato , & qui eum be-  ne intellexerunt : five etiam Italici prò-  pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , & fi  qui -forte alii: ejufdem Pententi# in ìd  idem fuerunt : -.five -. aliar um quoque gen-  tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba  li , Hi f pani. , alìique reperiuntur , qui  boQ viderint. , ac docuerint ; eos amnes.  ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò  -tV* H 2 fin -    x 1 6   pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f vo-  lt fle co’principj diRenatofi unifor-  merebbe con S. Gregorio Nifleno, di-  cendo egli nella narrazione della vira  di Moisè : Si immortalerà effe animarti  Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe  non negat , - creatoremque omnium , d  quo curiti a depende nt , & vere adfeve -  rat , ac rationibus quantum fieri potè fi ,  demonftrat ; propìtius nobis Dei angelus  fiet. Quella adunque è la Filofofia ve-  ramente Criftiana , e non altrimente  Pagana , come quella d’ .Arinotele  Quella è la '. Filofofia veramente cat-  ' tolica , fecondo gli avvertimenti de’  fanti Padri-.»..... .   Quella è quella Filofofia di Rena-  to, il quale fdegnando di vedere piò-  involte , e deturpate le fcuole Criftia-  ne nelle Filofofiede’ gentili, meditò,  e diltefe una Filofofia affatto lontana  dal Paganefimo , conformandola, alla,  noffra fanta religione, alla quale pa-  reagli , che folo mancafle ,* per laper •  egli molto bene , che Definitisi! erat -   - i Pia -   »    r    «7   Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri -  fii , & eo rum I afte atta in Ecclefta pro>  nibilo' babetur , come il dottiflìmo Re-  my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea  infegnato colla fentenza fuddetta; de-  liri dimando le Filosofie d’ ambedue  il piiflimo. Prudenzio , in quella ma-:  niera dicendo . ,t    Confale barbati delir amenta Pia -  >tonis .«   Confale » & birce fot Cynicos > quos  • fomniat , Ó* quos   Texit Arijloteles torta vertigine  , -nv- nervotv   • Quella .è quella Filofofìa di Re-  nato il quale confederando , che   tutta la Filofofìa Agoflino il Santo   diftinfe in due foli principi , che fo-  no 1* immortalità dell’anima , accioc-  ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’ efi-  lienza diDio» acciocché riconofciamo  la noftra origine . Pbilojopbi# duplex   guaflio e fi , una de Anima > altera de  Deo . Prima ejficit y ut'nofmet ipfot  nove rimas : altera originerà noflram ;   H 3 fon-    ri8   fondò i principi dei fuo fi'lofo/are fu  quefte eterne,. ed infallibili verità., v ;   .Quella è; quella Filofofia di Rena*,  to, la quale non folo , come didi, fu  > lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed  uomini di fantiffima vira,. -ma fpecial-  mente dal P. Merfcnni , intendentifli-  xno delle Matematiche, e 'Teologiche  fcienze , così dicendo in un' Epiflola :  Son refiato forprefo , che .un -uomo , il  quale non ha fluitato in Teologia , ab -  ha rifpofio sì fondatamente / opra punti  import antijfimi della noftra religione . lo  l'ho trovato così uniforme- collo, fpirito ,  e dottrina dì Sant' Ago fino., che. offerì  vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti  dell'uno , e dell altro . E più oltre  così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes  infptra Soavemente l' amor di Dio , di  modo che non pojfo perfuadermi , che  la Filofofia di lui non fta , per Aornare  in bene , e in ornamento dell a.. ver a re -  ligione . Ed in un’ altra Lettera. , che  fi legge registrata nel primo Tomo  della Geometria . del medefimo P.   Mer-    Merferini, cosi feri ve à Retiatd fteffiò:'  Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii  cam illam 'ab eruditi: viri: adeo exo-  ptatam , prope dieta edìturum , qud  longe perfeSfius cum dofir# fdei myftfr  riis conveniat > omnium catbolicoriim  nomine iibì maxima: ,qua: poffum ,  gratids b’abtó > qui non folum Pbilofp-  pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV  bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , .   Quella è quella Fflofófia di Ruba-  to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù  Parlier Antiqua' fide:, Tbeologia no?  va perchè Vincenzo Lirinefe dicea,  Ecclefiam non dovere nova , fed nove \  Sòltenendó egli , che i principi di Re-  nato fono più acconci > ed oppdrtuni  di quelli , onde fi fervono' volgarmén-  te gli altri , in ifpiegando ì mifteij  della nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi   fia cofa nella fua Filófofià > che non  s’accord» co* principi della hofira Chie-  fa cattolica , così il detto Parlier at-  teftando ; Ma egli ba fatto altresì ve-  dere t non avervi altra Filo fifa ,~che  d H 4 me-    1    t V !    , .1   b*      ‘H*’    •h    »•   .t    no   meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj  della fede della Cbiefa . : .. ...   Quella è quella Filofofia di Rena*  to , della quale il profondo , ed acu-  tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu*  .cle ne diede il giudizio . , e prefagio  infieme , dicendo., che 1' opinioni di  Renato faranno un giorno comuni .  ed univerfalmente ricevuta , toltene  però alcune pochiflìme cofe, copie ri*  ferifle llaut I pj;e G della vita del medefi-  mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto ,  che l opinioni del • DejcarW,. diverrei   * ** » « Li V. • • » »* A'i . * *   botto un.', giorno affatto comuni t e fareb»  fono univer/aìmente ricevute . ,  rr»r alcune poche . E con ciò verifican-  doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf-  fone, intorno ad Arinotele Iteflò , di-  cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile , le  quali innanzi (e vittorie di Siila non erano  introdotte , nè conofciute in Italia , potrebbe  venir tempo , che non oftante /’ ofiin anione  degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno  f cartate , * . / r   Quella è quella Filofofia di Renatola   * V '  Cattolica religioni*  profefftone perfeverans y me prafente , &  exbortante , mortem cum vita commu-  tanti , Cbrifti Salvator» redemtionem  petit ur us . In ipforum fidem coram Dee  tejìimonium perbibens , prafentem Aflum  fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli -  ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667.   Que-   o pur per  geiofia di gloria» da cui vien tócca, e  facilmente turbata la Repubblica de’  Letterati . E fe in alcune cofc la Tan-  ta .Sede-ha voluto , che refii donec  cpYrigatur , potrebbe alla fine la San-  tità' Vostra purgandola , fedare tan-  te liti, e difpute , ancorché il contra-,  rio malamente pretenda, e con danna-  bile temerità la famiglia d’ alcuni Re.  ligiofi , Solo per mantenere odi nata-  mente le loro opinioni nelle loro Filo-  fofie , come vien riferito dal P. Gre-  gorio di Valenza , dal Vefcovo Fra  Melchior Cano , e da altri . .   Ma refiino pur nelle , fcuole que-  lli , e sì fatti argomenti , e ragioni  intorno alla varietà delle Filofofie,  e Vostra Santità* a cui s’appartie-  ne di fiabilirne la verità./ perocché   non    **$   non ceffan mai tali contefe ; concor.  dandoci piuttofto , come Seneca ditte»  la divertirà degli orologi ne’ momenti»  che de’filofofànti le fcuole,e partico-  larmente tanto più fiere , quantochè  fono d’ ingegno ; ond’ ebbe a dire uni  certo autore: Citiut in gratiam , pojt  mutuai cladei ingerita redeunt 'regei- »'  quam partium fìudio infiammati pkilo-  fopbi . Vnaqueque enim feda ( Lat-'  tanzio ditte-) omnei aitai- evertit , ut  fe j fitaque confrmet , nec ulti - alteri  fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea -  tur . Ita ut ( foggiunfe Eufebio  non lingua , & calamo foltim , verum  etiam manibui pralium -geratur . E  sì fiottili ? e facili in rifutando  beifando 1* una 1’ altra , com’; egli’  è più agevole il riprendere , .che 1*  insegnare ■; il convincere la bugia ,  che ritrovare la verità E. in ve--  ro che ha che fare la Filofofia u—  mana colla - ' celefte , eh’ è • la reli-  gione , così appellandola Crifnftomo  in più luoghi ? Religio Cbrijìiana  ve-    Digitized by Google    I.i6   9 0 •   vera » & caelejlìs Pbilofopbia eft . Che hi  che fare la Filofofia umana > o fia l’an-  tica , o fia la moderna colla fede , quan-  do non v,’è altra Filofofia più vera, che  la dottrina della Chiefa ?• Hanc ipfam  folata comperi efse ver am , atque utilem  Pbilofopbiam .» di/Te Giudino . C fe al-  cuna cofa di vero avellerò detto i Fi-  Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di quel-  la-rgli riprende Agodino . Si qua Pbi-  lofopbi vera dix/rqnt , ab eis effe tan-  quam injufiis poffefforibus vindicanda .  E però 1* Apodolo delle genti , fopra  ognaltra cofa efprelfamente comandò:  Captare intelleRum in obfequium jidei  noe debere  qua rat ione demon -  firari nequeunt . Conciolfiecofachè la  nodra fede derivi da principi altiflìmi,  e fopraqnaturali . Che ha che fare la  ragione umana colla Teologia ftelfa ?  Qjtemadmodum enim ( dice il Ver u la-  mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua*  rere per inde e fi , ac fi viver quarat  inter mortuos , ita contra Pbilofopbiam  in Tbeologia quarert aliud non e fi V  quarti mortuos quarere inter v'tvos . Ol-  treché la Filofofia egli è ancella , e  ferva della Teologia medefìma la  quale , come regina , delle fcienze ,  tragge dietro di fe incatenate tutte 1*  altre facoltà > e difcipline umane ; la.  qual cofa in piìi luoghi vien detta da  S. Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res  divinar intelligere velie , e fi candent.  ferrant i , non forcipe yf ed digito contee  Slare . Lo fteffo in quelF altro modo .*  Nibil commune babet bumana ratio  collata in divinis ; ideoque * blafpbemia    I    \    1 '     4   *#   . |   f ■' condan-  nata per comune parere de’ mede li mi  Arillotelici , • a tellimonianza del, !*.  PolTevini di fopra lodato ; ardirono  di dire quella eflere la vera -, quella  elTere la più certa, quando mon effer-  vi niente di vero , e di certo nelle Fi*  lofofie , Porfirio dilTe : Nulium effe in  Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo  Hello altrove : De rebus Pbilofopbia  multa diSla effe a Gradi , veruni ex  conjeSìura . Quindi è, che.Adexerci-  t attorie m ingenti Pbilofopbias > effe inven-  tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co-  sì : Pbilofopbias ft elegantias , & argu-  tias dixero , reSìe cenfeam appella fj e .  Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti }  efler quelle originate arrelìa PlutarcOi  Omnes videlicet P biìofopborum feSlas ab  fìomero originerà fumfiffe . lpfeque Art -  fioteles fatetur Pbilefopbos natura Pbi -  lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos   ■ ' '/•      .--J    Digltized by Google    li*   effe. De’ quali per li loro fogni , e fe-  gni dati alle delle , diffe Manilio   Fit totum fabula Coslum — • '• .   Vuole però Macrobio-» che Nec omni-  bus f abititi Pb lo jopbia repugnai , nec o-  mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio  fpezialmenre chiamò' la Filofofia d’A-  ri Itocele quoddam fabulamentum . Leg-  gendoli preìfo Varrone' ancora : Porre-  mo nemo agrotus quidquam (orrtniat tam  ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi -  Jofopbus . E predo Cicerone lo (ledo:  Nefcto quomedo nibil tam abfurdi dici  potelì , quod non dicatur ab aliquo Pbi -  lofopbo . E parlando della barbarica  Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi  ne lafciò fcrirto: Quod hi novi Pbilo •  fopbi apud Gr fecondo il Paflavanti , diconfot-  tigliezze , e noviradi , e varie Filofo-  fie con parole miftiche , e figurate ,  che nulla conchiudono , come di Por.  firio l’Ariftotelico , tanto nemico de*  Crittiani , e della Criftiana dottrina  cantò il Petrarca:   Pot firio y .cbe d'acuti, fillogifmi  Empiè la dialettica faretra ,  Facendo contea s / vero arme i fo-  fifmi .   Dicendo fimilmente il Petito , eh’ e-  glino (ledi non intendono quello, che  dicono, e tantomeno gli uditori. Non  ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne-  que de quibus affirmant . Il ,he fece  dire al Verularmo : Habet hoc ìnge -   nìum bumanum , ut cum ad folida non  fuffeccrìt , in futihbus atteratur . Po-  co o nulla badando, quando fentono  altrimeore parlare nella Teologia dell'  Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj  Aedi, come n’avvifa il P. Malebran-  che . Nejcio tamen qua mentis per-  turbatione nonnulli eferantur , fi ali-  ter quam Arijìoteles , pbilofopbari a si-  de as , dum parum curant , an in re-  bus T beolcgicis ab Evangelio Patribus t  & Concilìis non difeedas . Il che fu  detto primamente da Monlignor Ciam-  poli , chiamandogli in primo luogo  ambizioni di parere più Peripateti-  ci , che Cattolici , poi fclamò; Che  perversione di gìudicio è quefia , volere      f    ...Il      f    f    ! i     fk •     «    ,j t|    Sì    *    Ir    134   introdurre una religione più fedele ad  Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di  maraviglia, proccurano coltoro ('dice  l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di jof-  fogare tutte l' altre fette nella maniera  dagli Ottomani ujata , i quali non la-  j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli ,  per ijlabilire sì magi fralmente i loro do-  gmi in tutte le fctiole Crìfiane . Come  riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula-  mio. Arifìoteles more Otbomanorum re-  gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra -  tres fuos omnes trucidaret . Credendo  ancora di ritrovar in quello loro mae*  Aro la falute , e di Ilare con elfo lui  sì llrettamente attaccati , come ad un  fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe-  ro buttati da una tempella per fuggi,  re il naufragio . E così appiccati , ed  ubbidienti , dice un altro autore alla  Filofofia del medefimo , che fembra  lor commettere un delitto di fellonia  il partirli un menomo punto da lui ,  in modo che non dicefi Peripatetico  chiunque in tutto non s’ abbandona a’   fen.    Digitized by Google    H5   feriti menti del medefimo. Eaàem men-  te ( dice il medefimo P. Malebranche  in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta di-  scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi  enìm eo licentia deveniat ut ratióne &  mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe-  res te evafurum effe in magnum Philo-  fopbum : oportet enim difcipulum ere.  dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo-  pra lodato , in quell’ altra maniera .*  Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co-  no di pubblicare , che non bi fogna Sof-  frire alcuna innovazione nè' riformazione  nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo  piezzo per. renderle perfette . • Ma. a chi  creder affi; piuttofio , a degli f chiavi , e  mercenari* che non. fanno jemplicemente,  che. difiribuire per gli feriti i t e per le loro  lezioni la dottrina , ch'eglino hanno tro-  fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi  oltre il medefimo Sorel così : Ci fino  delle perfine così f empiici , che credono,  che non fi debba ; rivocar pili in dubbio  quello , eh' è in Arjfiotele , che quello »  eh' è nell' Evangelio . , ■ . ..   I 4 ' Non      ■ i   ¥ '   »       I   l‘ "   .vjfl     :   l*V  « /    !>       4    1   Non mancandovi ancora degli altri,  ì quali per difendere cotefta lor Filo-,  fofia fi danno alle maldicenze , ed  alle fatire , poco avvertendo non ef-  fervi fatira maggiore > che quella  della ragione llefla , la quale rende  bugiardo , ed ignorante colui , che  vien convinto da fbrtifiimi argomenti ,  facendo ingiuria ancora a tanti uomi-  ni dabbene , e a tanti Religiofi, co-  me fono i Padri de’ Minimi , e i  Padri dell’ Oratorio , ed i migliori  Gefuiti , eh* han feguitato la Filo-  fofia moderna , e foraftieri , e Ita-  liani , e in Bologna particolarmente ,  dov* è Campata la Filofofia moder-  na , fotto nome Burgundi a , infegna-  ta pubblicamente a tempo , che  Vostra Santità’ era ivi Legaro . E  perciò coftui in quella maniera vien  riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri-  pta fumma funt , & au fioritale dignif-  ftma , qui nuìlum verbum , quod revo-  care deber et omifit . Hoc quifquis non  efi adjequutus fecundas babeat partes    *37   modeftU , quia primas non potuti ba-  lere Capti nti & catbedrar primas  ambiente s ; in quello modo con in-  crepazione favella : A deo nimirum   altercando • non modo verità f arnitti-  tur , jed caritas exjìinguitur , & dif-  pntandi modum majorum exemplo tan-  tum agreffos , nulla modeftia repagu-  la cohibent ; ; Onde Luca Holftenio  eruditilfimo Bibliotecario , -dolendoli  della difunione della Chiefa Orien-  tale , ed Occidentale ebbe a- di-  re : LuEluofum fcbtfma Orienti! , &   Occidenti s Ecclefias divìdens induxit  dijput aridi pruritus , omnia in quafito-  nem , & controverfiam > • poftb abita  cantate , adducens ; nulla venta »   ' tis cura , fed uno vincendi ftudio ;  .e a confuet udine , vel opinione aliis   legern fr^jcribens » & quod • mife-   ra ,    Digitized by Google    * 3 $   ra j ó* afflìtta fortuna duri (firn atto ha-  hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir, fugati-  ti um ludibriis impune pateat -, Dicendo  un altro autore : Jd nec Pbìkfophum ,  multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur.  Nè qui termina la loro baldanza, ar-  rogandoli , ]a medelìma poteftà della  SENTITA'- Vostra in condannare quel-  lo., che non mai ha condannato nè  Vostra Santità’ , nè altro Pontefi-  ce , dico, 1’, opinare nelle Filofofie, for-  zando gl’ ingegni umani a feguir folo  ifentimenti d’un gentile. Peripatetico,  e con noyp giogo privarli di quella li-  bertà, ch’.abbiamo per diritto di na-  tura , e per legge d’ Iddio , che ci ha  Jafciato il liberamente penfarc e medi-  tare :> il che è quali l’ unica, e fola ra.  gione , colla quale provali , che l’uo-  mo lia ragionevole, e l’anima immor-  tale . Quindi è , che prefe giufta oc-  cafione Tommafo Moro ( alle di cui  lodi ogni penna è ..vile per elTer egli  chiari (fimo non meno nelle lettere ,  che nella pietà Criftiana, per la quale    *39   facrifìcò fa vita , c i beni , e la fami-  glia della ) di formare appodatamen-  te una DilTertazione intorno a que*  Teologi di fuo tempo » dandole que-  llo titolo : Differtatio Epiftolica de a-  lìquot fui tempori s Tbeologaftrorum ine •  pt'jis ; non per altro , fe non perchè  quedi co* principi d’ Aridotele difen-  dere voleano , o piuttodo offen-  dere la Teologia , • in quella ma-  niera fgridandogli : Quamobrem piane  non video qu  qui in fuo fterquilinio fuperbit > ac. extra  illa fepta fi panilo producatur longius »  illico ignota rerum omnium facies , tene-  bras > ac vertiginem offundit . E più ol-  tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi-  rum in modum verfa rerum vice contin-  gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in  argumentoja loquacitate pofuerat > jam    I    fenex infantijfimus omnibus rifui foret ~  nifi fluititi^ fu* fuperciliofum fuentium t  fapientia loco pratexeret ; imo potute  hoc ipfo ridìculus , quod qui fuerat  Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce  reddatur , & inter loquentes fedeat ,   v" * ' %   Per fon* muta > truncoque ftmìlli-   tnus Herma.   • . * '   E Umilmente Gio. Gerfone il gran  Cancelliere della Chiefa , e dell’U*  niverfità di Parigi , non potè atte-  nerli di non- querelarli ancor egli  de* Teologi di fuo tempo , in que-  lla maniera dicendo : Cur appellati-  tur Tbeologi nofìri tempori s fopbifl* ,  ut verbofi , imo & pbantafiici , nifi  quia r elidi is utilibus , intelligibilibus  prò auditorum qualìtate > transferunt  fe ad nudam Logicam , vel Metaphy •  ficam , etz/nw Mathematica™ > ubi t  & , quando non oportet , i».   ten fionc formarum , nunc de div'tfione  continui , nunc detegendo fopbifmata The-  ologicis termini s adumbrata , pri-  ori-    Digltized    oritates quafdam.in Divini! , menfuraf % '  durationes , injìantias » ftgna natura ,  éf ftmilia in medium adducentes ,   vera r & foli da effent , ficut non  funt , ad fubverfiotiem tamen magie .  audientium • , vel irriftonem , quam  re Sì am fidei adipe ationem proficiunt .   •• Come eziandio de’ filofofanti diiuO  tempo il giudiciofiflimo Niccola Le-  oni co , {limato il più dotto delia  fua età , nel Dialogo , a cui diede  il titolo di Peripatetico , così lafciò  fcritto : An non ego decem integro s   annos , borum auditori a , ne die am  ìufira , ad fidu a contrivi opera ? om -  nefque illorum ineptiat , . & futile s co-  ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an*  ribus ebibi ? anxie femper quteritans  fi quid inde excerpere poffem , ne va-  cui s , quod dicunt , manibus & ofei-  tans domum rtdirem . Verum , Dii  immortale s , quam rerum inanità -  tem ■ apud silos , quantam      ?    ■ u   ? r      I    y   i     r4.it:   mìb't magis fapere vifus fum , f »»  quod cum Ulti de fi pere aliquando de (li-  ti ; »  così egli' ragiona ?  Quofdàm pbilofopbantium avibus fimiles  vide ri, qui levitate quadam , & ambi-  tione ingenti e lati , alta petunt , &  Phiftca fcrutantur tantum : aliot cani-  bit t , qui laniare , & vellicare avidi *  foli Logica adbarefcunt ut pelli , & in  ea rixantur , & mentem ad ulteriora   non mittunt . Indi leggiamo predo La*  erzio , che da Euclide fofle fiata no-  mata la Logica Rabiem difputandi : e  leggiamo ancora che Arifione antichif-  firno Filofofò quelli tali Cum iis compa -  rabat , quicancros comedunt . Nam prò-  pter exiguum alimentum circa crujìas ,  & teftat diu occupantur .   Quindi Mario Nizolio, che fece un  Trattato de' veri principi , e del vero  modo di filofofare, fi lamentò non po-  co di Leonico parimente , e di Pico ,   com’ eglino s’aveflero folamente rifen-  tiro degl’ Intepetri e non d' Arino-  tele , origine, e caufadi tutti. i mali*  così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi-  randola co» tra barbato* Ariflotelis Inter-  prete* conqueritur , & vere Me quidem t  Jed quemadmodum Leonicus , non cami-  no jujìe , quia pratermittit eum , qui tan-  forum illis errorym. c auffa fuerat , boa  eji Arijìo telem . Sed o Bice non re Sì e  faci* , cum de foli s Ini erpretibus Arifto-  teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem ,  qui omnium malorum cauffq , & origo f it-  iti. » omittis ; dìcen* te perdidiffe meliores  anno* , tantafque vigilia* apud Interpre-  te* Arinoteli * , & nollens illud dicere  quod erat verius , eadem ■ illa omnia te  multo ante perdidiffe apud Ariftot.elem ;  Per la qual cofa pareagli , che miglio-  re d’ ognaltro avefle fatto il Valla ,  che lafciando gl’ Interpetri fi prele la  briga in dar la colpa ad Ariftotele, co-  me vero autore, e primo fonte di tan-  ti errori , e fallita , riprendendolo a-  pertilfimamente dov* egli andò errato. Maravigliandoli grandemente il mede-   fimo Nizolio ancora della barbarie del   , .   lor favellare , Qui 5 e fi enim in fcbolit  ijiorum pbilofopbaflrorum tam parum ver*  fatti s , qui non centies audierit , potentia -  Ut atei, quidditates . entitates , ecceitates ,  univerfalitates , formalitates , materiali -  tates , & alia Jexcenta hujufmodi verbo -  rum monfira , qua qui pattilo frequentiut  ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per •  vert untar , ut neceffe ftt eos , non folum  valde falli, & errare in pbilojophando ,  fed etiam in loquendo , & fcrìbendo ve -  hementer fadari , & confpurcari . Co-  me ugualmente molto fé ne querelò  Apulejo per alcune novità di parole a  fuo tempo introdotte , le quali difle  egli non fervire che all’ofcurità delle  cole. Datar venia novitati ve ri or um ,  rerum obfcuritatibus fervientibm . E fi-  nalmente cosi il medefimo Nizolio  tutto il fuo difcorfo conchiufe: Qui-  bus ita monftratìs , ut tandem aliquan-  do & Caput hoc pofìremum , & totum   bttnc Librum abfolvamus , ita concludi -   K mus ,    X4$   tnuf , ut reììnquamus duo memoria man»  danda , & adfidtte diligenter cogitanda  omnibus , r^iìte pbilofopbari cupiunt ,  quorum unum e fi , Ubicumque, & quot»  Cumque Dialettici, Metaphyfìcique funt ,  ibidem , & totidem effe capitales . veri i  latti bofìes : alterum vero » Quandiu  in fcboiii pbilofopborum regnabit, Ari fio -  rrtex 7/te Dialetticus , Ó* Metapbyftcus,  fonditi in eis & falfitatem & barbari -  fi» „ fi non lingua & orit , at perocché   la Pitagorica > nomavafi Italiana } ila  Platonica per efler egualmente Pitta*  gorica non potea (limarli , anzi piut-  tolto dottrina , e Capienza > tche •Filo*  fofia, come dipendente da quella de*  gli Ebrei. La Stoica poi , Epicurea ,  o (ìa Democritica riguarda più la Mo*  tale , e il regolamento de’coltumi .che  altro. E quella d* Arinotele io 'fon per  dire edere la medeiima con quella d*  A ree fila, (limata la più enorme ; per-  chè quelli malamente (i ferviva della  Platonica , infegnatagli da Crantore  Platonico t imbrattandola co* (odimi  di Diodorot (ottilifiuno dialettico , e  col mutabile» e fuggitivo di Pirrone*  acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che  dicealì di lui » come narra Plato > 'ex  pojìerioribus Pyrrbo * ex mediti Diodo •  rui ; E (eguitando Eufebio (ledo »  cosi parla di lui : H/c autem fubtìlìtch  tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus  erat , . & Pirrbonis ratiocinationibus Pia*  tonte am eloquentiam feedavit ■ , & modo   K a toc y     /     I     I   >    «I *    qua ! pria ! aflruxerat ,  confutare . Erat igitur Hydra capita  fap proprio enfe amputanti nec aliquìd  habem utile » , nifi quod libenter > &  audiretur , & videretur . E dell’ of-  curità , e ftrepiro di parole , di cui  fon pieni i libri d’ Arinotele con ter-  mini vaghi , e generali , in modo che  appena rinvenire fi poflan due , an-  corché fuoi feguaci , e Tettar j , che  convenir fappiano in un medefimo   fen-     Digltized by Google    fentimento ; ecco il P. Malebranche  come ne fa chiari/lima testimonianza:  Quamvii cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am  fc docere adfeverent & autument , vìx  tamen duo reperientur , qui circa ejat  fententiam inter fe conjentiant ; quanti,  am revera /iriflotelis libri adeo objcurl  funt , totque fcatent termini t vagit &  generalibui , ut eorum opinione s , qunC  ipft maxime adverfantut non fine verift-  milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In non-  nulla illìus operibus quidlibet ipft adfcri-  bere lìcet , quia in ijs ntbil pene dicìt t  quamvts multa magno (Irepitu deblate-  ret : quemadmodum pueri campwnas fo-  ndu fuo quidlibet dicere fingunt , quia  campana ingentem edunt fonum , nec  quicquam dicunt . ' \   Quindi non fenza roSTóre de’ me-  desimi Ariftotelici Gio. Sculero nell*  Orazione per cosi dire inaugurale ,  eh’ ei fece intorno al riftauramer-  to della Filofofia con quel princi-’  pio-: .   ‘ i    diffe : Quid magli noxiura Cbrijlìanre  }uventuti Cógitarì fot e fi ,  a  tenerti audire ? Quid periculoftus quarti  tene* riniti eofum animiti > qui ad majo »  ra defìinantut , & qu bui > juo tempo •  re > fine ReìpubVtca » fitte Eoclefue ad L  tninìfiratio committenda , talia , in fi ahi»  lire , aperte Tbeologis Cbriftian qui ex prafcripto propri t inftitu-  tì \ five ex adfeSlu erga praceptores.  certi! opinionibui adharent , omnia fe-  cundum illos dtjudicanl , quacumque  auEìor ìtale y & demonflratione po fi b abi-  ta , ad eafdem trahentes quidqutd au-  diunt i qmdquid ìegunt . Il che fo al-  mamente difpiacque ancora a Rodol-  fo Agricola , uno de’ primi - letterati  del fecolo pattato, (*) che di tanti FU  lofofi 'dell’ antica età era folamente   - • * ■ * ■ * * 4 ri-   • *   • » •  m 1 , -»«. % • * • * »• » •> *   , (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il Signor  Valletta { criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun-  tò : ma veramente Agricola non toccò  plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché nacque Tan-  no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite-  mio • * v     Ci       u   *    ir    tì   ì  1 •     f    y       v»   A'   r   (■   ’i   I    \   t       I    'I    Jil   f    :n       ; -ib,  pra coftui muore T ultimo Audio de*,  vecchi . ... Ecco le Aie parole ? Quid  de Ari ftotele die am ? hic gnìm prope*  modum [ohi omnium prife a alati! Pbi-  ìojopborum permanfit in manibui : hunc  [ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur ,  attìngunt : hunc .primum pueri difeunt  buie ultimum jenum jl uditi m immori -  tur : hunc artet omnei , omnia fiu*  diorum genera terunt , trahunt,, dif*  cerptmt . Ma non già dopo che il  Cartello aprì, il vero fentiero al mi-  gliore , e più certo modo di filofo*  fare;, che ad un Criftiano convenga*.  Come ugualmente tutto ciò fu con»  fiderato dal dottilfimo Vanhelmon-  zio , dicendo ; Jndignor & merito »  quod ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado »  lefcentet male ìmbuant . Lamentan-  doli egli fra 1* altre cofe , non ben convenire la definizione pi che Ari*  Itotele diede all* uomo chiamando-  lo Animai ' Rat tonale ; , ■ • non avendo  egli conofciuto la Tua creazione > nè  T effetto d’ ella ; e perciò 1 , dice il fud«   detto autore malamente fervirfène le   * •   fcuole Criftiane Vituperai am ìtaqttc   definitìonem exìfiimo t qua homo Ani *  mal rat tonale , vel e a effenti ee defcrì-  ptione depìngitur . Siquidem ex ulti •  mato fine dejìinationum . proprietatibus  in creando - dejiniendut erat , fi .finii  fit cauffarum prima ex Arinotele . Qua-  propter nec hominii de fini fio e fonte  Pagani f mi mendicanda erat ì qui ere*  ationem , ejufque fines piane ignora*  vit , Così egli defìniendolo ; Homo  ergo eft creatura vivent in corpore • per.  a rum am immortalem oh honorem Dei *  fecundum lumen » &: ad tmaginem Ver-  bi . Quando Arinotele -diede una  definizione all* uomo che nulla va-»  le » - non 'Vedendoli in quella nè crea*  tura di Dio , nè immortalità dell*  anima , da ‘ effo lui affatto negata *    Digitized by Google    *54   come Cerna verun dubbio l’ affettano  Ciucino nella Parerteli , Teodoreto  nel Libro della natura dell* uomo ,  Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani-  ma Origene in più luoghi delle Tue  Opere, Gregorio Nazianzeno nella dif-  puta contro Eunomio , il Cardinal  Gaetano nel Trattato deli’ Anima ,  Plutarco y Galeno , ed infiniti altri  fcrittori profani . Per lo che non fen*  za ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é-  to f dicendo nel Libro delle Ptefcrizio-  ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo,  J Qui illis Diale Che am inHituit , artifi -  eem (Intendi , & defiruendi verfipellem t  in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit  nec t allietate Panos - , oec ar*  tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu -  jus' sentii , & terra domenica > . nativo •  que - fenftt Jtalos iffoi > & Latìnot $  fed pktate , ac religione , atque  naiionel ’•   que [uperavìmus . •• ’• • :i   E finalmente eonofeendofi ancora   dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele   ef-      li   •* *   è 1  > :   »   f     r    f     Ì-1    h    È   i    l -     i   Ir    À ,   • I   f   ./■»    t    •1    a  # •   i    li      I   t5*   eflere in pregiu diciò della religione ,  fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de-  gli Afrnonei ( come fi legge nell* irto-  ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma-  le diti us qui docet filium fuum Pbtlofo-  pbiam G rac am . : Il che vien riferito  ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li-  bro Vir fapiens . Quindi, non fia ma-  raviglia , quando leggiamo preffoCle-  mente 1’ Aleflandrino , Grata itaque •  Pbilofopbia , ut alti volunt , a Diabo-  lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la  venuta del noftro Salvatore, ancorché  * empj , pur dannarono la Filofofìa d’A-  riftotele ; perocché avendo pubblicato  il Re Moisè un Libro» a cui diede il  titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato,  dagli altri Dottori d’aver corrotta la  loro religione » per aver in effo pur  troppo mefcolata la Metafilica d’ Ari-  flotele , come narra il P. Si mone nel  fupplemcnto al Libro delle cerimonie/  e de’coftumi de’ Giudei di Leone Mo-  dena .. Ed io in finendo dirò di lui  con il gran Pico della Mirandola ;     Mali prtnctpiì finis masut .   Da turco ciò , che fi è fin qui rap*  portato , potrà la Santità 1 V ostra  pienamente avvifare quànto fian da ri-  prenderti co fi oro , ì quali ardi (cono di  biafimare quefta Filofofia , che mala-  mente chiaman moderna , e nuova , e  dannarla come fcandalofa , e mala - r  quando finora nè la Santità’ Vostra*  nè gli altri fantiflìmi Pontefici antecefi»  fori * hannola giammai penfiata con-  dannare . Anzi il contrario leggiamo  riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI»  in una Bolla ; ciò egli è * . che niuna.  cola tra filofofanti , ed altri , che fico-  lafiicamente fi contende, giammai fi'  danni o in difiputando* o fcrivendo , o  in pubblicando , che pria dalla Santa  Romana Chiefia condannata non fia ;  Ma quando anche ciò non fofie , qual  furore , o fpinto dii zelo ijpinge tant*  oltre, cofioro ad incagionar coma- rea *  e mala una Filofofia * che ha per au-  tori uomini cattolici , • dabbene , e di  integrifiìma vita ; avendo per lo con*    x$8   trario la lor Filofofia per autori fio.  mini gentili , e tra gentili i più per-  vertì, e federati ? Qual ila (iato già il  lor Padre Arinotele, e di che coftumi  l’iftorie de* Greci, e de’. Latini ne fan  piena , ed affai- ampia tedimonianza ;  Quai fentimenti , e quanto perniziofi  sì alle Repubbliche , sì alla j religione,  che a* Tuoi tempi lì tenea tra Greci ,  egli lanciato abbia a’ poderi la San-  tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a  quello , che per 1* autorità d’ infiniti  fanti Padri , e di molti altri autori pro-  fani fi è riportato, porrà benignamen-  te giudicarlo., Non evvi Tanto Padre,  che per otto e più - fecoli riprefo - , e  biafimato non l’abbia , nè mai leggia-  mo , che alcuno l’abbia feguito, o fia  dato così dettamente legato alla di  lui dottrina , come tuttavia fon codo-  ro. Dottrina veramente tre volte per-  niziofiflìma , madre, e fonte di tante  e tante erefie + che per tanto tempo  didurbarono. ed affliflero la Chiefa ,  e di Crido la vede lacerarono . E fe  .. : rifor-    159   riforgefle il gran Bafilio, quanti equa-'  li de’ noftri tempi riprenderebbe più  fortemente, che non fece ad Eunomio^  ed agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j t -  quali giuravano Tulle parole d* Arino-  tele, come full* Evangelo > e pofero in  ifcompigtio la Chiefa d’ Oriente? Che  diremo degli Atanasj, e degli A leffa n*  dri Vefcovi d\ Aleffandria ? . Quanti  Crilìiani taccierebbono d’ Arianifmo,  yeggendogli così attaccati ad Arinotele,  onde Tempio Ario prefe Tarmi , e le  faettc contro del Verbo ? Non farei  per mai finirla , fe voleffi addurre par*  titamente tutte Terefie , • che da’fegua*  ci d’ Arinotele fono fiate indotte nell»  Romana Chiefa per tanti fecoli , e di  giorno. in giorno van riforgendo. Baffi  fol dire , che da fei , o più. fecoli tut-  ti gli errori fian venuti da oriondi per  così dire , e figliuoli del grande Aride*  tele ... i ' «   • Ma fliafì pur colla fua pace Arido*  tele , con quella pace , che nel più cu-  po dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar  > fi può    i6o   fi può- Siali ' flato Arinotele non tan-  to federato ; anzi dirò più , fiati (tato  uomo dabbene, avvegnaché gentile ei  lì (offe . Sianli Santi tutti gli Arifto-  telici, i quali hanno avuto , ed hanno  il nome di Criltiano . Siali la lor dot-  trina ottima-, e di niun pregiudicio j  non però avrà che far nulla colla no-  Itra l’anta' religione nè di buono , nè  di malo . Siali io dico , e ridico la lor  dottrina profittevole in ifpiegare gli ar-  cani della natura , la natura delle pian-  te » degli animali , e che lo io ; non  dovran perciò biafimare tutte 1’ altre  Filofofie , eh’ eglino non profèlTano ,  quando quelle niuna cola infegnano ,  che contraria lia a’ buoni collumi , al-  le leggi naturali, ed alle leggi di Cri-  Ho , e della Chiefa . Coloro, che rin-  novate l’hanno tutti fon già morti cat-  tolici , ed in feno della Chiefa , lenza  veruno fofpetto , quantunque minimo  d’ erefia . E* conceduto , che in qual-  che Libro d’ alcun Filofofo Criltiano  vi folle qualche opinione » chiaramente   con-    rii   'contraria alla verità della religione ,  fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla  Chiefa di condannarla . Potrebbe!! pe-  rò ( parlo pieno di rifpetto, e di zelo,  con quella riverenza ed ubbidienza ,  che lì dee alla Santità* Vostra , ed  alla Santa Chiefa ) dìdimamente con-  dannare quella opinione eretica , ovve-  ro fcandalofa > come fece per molte  dichiarazioni AlelTandro VII. ed altri  Pontefici ; e non ributtarli tutto il cor-  po d’un libro , il quale lì compone d*  infinite, e varie opinioni , delle quali  la maggior parte niuno attaccamento  ha , ovvero dipendenza colla verità del-  la fede. Così leggiamo Origene , e  Tertulliano lìcuramente , avvegnaché  ambedue in molte co fe lian traviati ,  come poco ollervanti della nollra reli.  gione . Così leggiamo ancora ' San Ci-'  priano Martire , quantunque folle fia-  to d'opinione , che i battezzati dagli  eretici lì doveflero ribattezzare ; laqua-  le poi fu dannata dalla Santa Chiefa'  per mezzo d’ un Concilio > come an«   L co.    3   * 6 »   cora tanti altri errori di Lattanzio >d*  Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir-  to nelle cofe di tanta importanza » cioè  nella Teologia , potrà ancora efler-Te- /  cito nelle Filosofie , le quali van de-  correndo femplicemente degli arcani  della natura.   Il filosofare , Beatissimo Padre ,  fu Tempre mai , conforme s* è dimo-  ftrato , libero , e permefiò a chi che  fia , purché contrario egli non fia alla  religione > alle leggi umane > ed a’ buo-  ni coftumi. Non han cofa gli uomini»  che fia più lontana > e men foggetta al-  le poteftà terrene, che il loro Spirito.  Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e  quando fi veggono rapire la libertà de*  loro penfieri ; perocché tanto è toglie-  re la libertà del filosofare ,■ quanto è  togliere la libertà dell’ opinare ftefTo,  non effendo altro le Filofofie che opi-  nazioni * Quindi è, che coloro, i qua-  li per dura legge delle genti fono fchia-  vi delle altrui volontà > pur fi riman-  gono liberi nelle loro opinioni , ed i lor   pa-   e    Digitized by Google    padroni > i quali han poteftà della lor  vita, non poflòno difporre de’ loro li*  beri fentimenti . Solamente lo fpirita  dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av-  vinto , elfendo egli folo la prima veri-  tà per elfenza , la quale non può giam-  mai nè ingannarli , nè ingannare ; ed  iòdi poi ancora la fua Chiefa > la qua-  le ci favella da fua parte , toccando a  lei d’interpetrare gli oracoli , ed arca-  ni di Dio . Indi quella ubbidienza del-  la nollra ragione libera all* autorità  Divina fu fempre giudicata da tutti la  prima , e più grata vittima , che noi  dobbiamo offerire a Dio. Il facrifizio  certamente non è egli fanguinofo , è  ben però il più pregiato , e caro ; pe-  rocché conduce gli fpiriti nollri , na-  turalmente di ripofo impazienti a sì  felice fervi tù , principio » e mezzo d*  ogni nollro bene, e falute • Perchè li  dee in ciò ufare grandilfima diligenza,  nè legare sì llrettamente quello nollro  libero arbitrio in cofe , le quali poco ,  o nulla montano ; perocché potreb-   Lz beli    befi temere di qualche rivolgimento ,  o per così dire temerità dal vederli  sì ftretto , e incatenato . Oltreché po-  trebbeli da ciò dar luogo di penfar  malamente , che la noftra fede dipcn-  deffe da’ principi delle Filofofie, e che  la noftra religione » ed Arinotele fot  fero sì Erettamente uniti , e me (cola-  ti , che 1' una fenza l’altro non polla  da noi crederli. Sarebbe ben tre volte  incollante la noftra fede , fe ftabilita  folle fopra così balle , e poco (labili  fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni,  ed alle frafche de’ Filofofanti . La ve-  rità vien ricercata si dalla Filofofia ,•  ed è Hata ricercata già per migliaia d*  anni ; ma non giammai però è Hata  ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo-  luto lafciare il Mondo all’efercizio in-  nocente delle Filofolie , ed all’incerto  inveftigamento delle cole naturali , e  però alle difpute . Mundum tradidit  difputation'tbus eorum. Conforme anco-  ra va dimoftrando San Gregorio Nazianzeno in un difeorfo, ch’egli detta   delle    /    . *65   delle dìfpute. La Teologia fola ha ri-  trovata la verità, perch’ella fola s’ ag-  gira intorno alla vera luce , e prima 1   ferità , eh’ è Iddio , principio d’ ogni j   noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo-  flolo di non fapere altra cofe, cheCri-  tto crocifitto. Quefla verità ritrovata  nella Teologia altri non poffede , che 1   la noftra fanta religione , la quale quan-  tunque contrattata , ed afflitta da tan-  ti e tanti tiranni , pur fempre mai •   vìttoriofa per tanti » e tanti fecoli ha  trionferò , e trionferà per fempre più  gloriofa . Veritatem ( ditte un autore )   Pbilofopbia quper ciò fare ha volu-  to fervirfi ; perocché verfando quefte intorno  ad una caufa , la quale al prefente fi può dir  prelfochè comune, di comune , ed univerlal  difefa ancora elleno pedono molto acconcia-  mente fervire . .   . Recando adunque le molte parole fue m  una , quella nella foftanza fembra edere fia-  ta T idea di lui . Egli ha come in due parti  divifa tutta la Lettera , in una delle quali s*  è ingegnato di biafimare, e deprimere il pia  che ha potuto Ariftotile; e nell’altra lodare,  e portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli  ha depredo Ariftotile , comparandolo prima-  mente con Platone , e inoltrando , che il  principato tra i filolòfi è di quello fecondo;   L 4 chc      *6$   che da tutti i fanti Padri molto è flato cele*  brato: che la fua filofofìa è la più favorevo-  le, ed acconcia alla Chiefà cattolica ; e che  quella d’ Ariftotile è la più contraria, e pre-  giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare ,  che Ariftotile è flato 1* origine di tutte l’ere-  fie.* eh’ è flato biafimato da tutti i fanti Pa-  dri , e finalmente tutto quello ha raccolto ,  che può fèrvire di biafimo , e di vitupero di  quello filolofo • Di qui è pallato a glorifica-  re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e  quali uomini e fiata la lita filofofìa appro-  vata , e ricevuta : com’ ella s’ uniforma a’fen-  timenti de’ fanti Padri : come ferve molto per  difi reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af-  fai. Onde porta l’incertezza di tutte le filo-  fofie per cagione del corto intendimento u*  mano , e porta Umilmente la libertà di giu-  dicare , eh’ hanno gl’ intelletti nelle materie  fìlofcfiche y ha concitilo, ellère molto da ri-  provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile .  C jntra il quale molte colè di nuovo adducen*  do, e moltiflime altresì a favore di Renato,  della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri-  co ; finalmente conclude , effere forte da ri-  prendere coloro , che ardifeono biafimare la  filofofìa moderna , la quale non fido al paro  coll’ Ariftotelica può andare; ma in oltre ad  erta dee ellère antiporta , come quella , che  dalla Platonica fi deriva , e per più altre lo*    4   i6$   di, ch’egli affai minutamente, e a lungo ya  numerando.   Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio-  ne col medefimo fine dell* autor fuo , cioè a  prò della moderna filofòfia , alcuna colà of*  fervare; dico in prima, non effere molto da  commendare Io ftabilire la difefa di effe mo-  derna filofòfia fopra la depreffione d’Arifto-  tile, e fopra la deificazione, per dir così, di  Renato delle Carte . Quantunque volte un  eccellente fcrittore ha occupato un poftocon-  fiderabile nella repubblica delle lettere, non  manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta-  no , e di coloro , che lo deprimono fuori del  dovere . Vero è , che ci fono ancora difcreti  eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo  feparando , quel prudente mezzo eleggono  nel dar giudicio , che fecondo dirittura di ra*  gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei  addurre per confermazione di ciò: ma perchè  fopra Ariflotile procede ilnoftro ragionamen-  to , volentieri io non mi partirò da eflo. Per  efempio adunque de’ glorificatori affettati di  quello filofofo fia Averroe , il quale in que-  llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do *  Urina efl Stimma Veritas, quoniam ejus intei*  lelhts fuit finis bumani intclleftus ; quare bene  dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , & da*  tus nobis Divina providentia , ut non ignori   mus Doffibilia feiri . E nella Prefazione alla   .. Fifica; Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc  Metaphyficam ) quia nullus eorum , qui fecu *  ti funt eum ufque ad hoc tcmpus , quod efl  mille & . quingentorum annorum , quidquam ad*  didit , nec invenies in ejus verbi s errorem ali*  cujus quantitatis , # ta/ew £// per quan-  to egli raedefimo ne dice , venti anni interi  fpefi avendo iti Squadernare i libri d* Ariflo-  tile , anzi oracolo , che giudicio è da repu-  tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago  al libro JY. del fuo Examen vanitati* dottrir  Tue gentium : Multa apud Ariflotelem erudì . f >   tio , multa eleganti a fcribendi , inulta etiam ,   fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita* *   - JLo fcrutinio fin qui da noi fatto di varj ,  c oppofti giudicj intorno al medefimo fog-  getto formati, può fervir di regola nel giudi- 1   care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir  gna nè alla bellezza della virtù, nè alia brut-  tezza de’vizj lafciarfi cosi rollo ingannare , nè '    2   1 -    I 7 i * ■ . .   fafcinare in modo la vi (la , che fi travegga  e fi finarrilca quel fenderò dì mezzo, per cui  Tempre colla (corta della ragione dobbiamo  proccurare d* incamminarci . Ma egli fi ritro-  vano uomini d’ immaginazione tanto gagliar-  da e forte , che poiché hanno fidato la men-  te nella qualità d’ un oggetto , non (anno  tanto o quanto fidarla per dominarne le al-  tre - Conoro confederano ' le colè (blamente  per quel verfo, a cui dal moto de* (oro fpi-  riti fono portati , e di qui è, che o il bene  folo , o il male precifamente contemplano »  Quello predominio dell’ immaginazione in  nelfun’ altra opera per mio avvilo meglio fi  fcorge , quanto in quella de veris principiis ,  & vera ratione pbilofopbaudi di Mario Nizo-  iio. Quello fcrietore avendo al principio con-  ceputo della (lima verfo Cicerone, e vdeldifi  credito per • Ari dotile ,‘a poco a poco  s* è lafeiato condurre a tale , che nuli*- altro  che il lodevole in quello , e in quello nuli*  altro che il biafimevole egli vedeva . Gli è fi-  nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche 1’  imperfezioni del primo roderò divinità , e le  cole anche buone del fecondo fodero vizj , e  magagne . Di qui è , che negli accennati li-  bri , egli conculca ogni opinione, e lèntenzia  d’ Arillotile, e glorifica ogni detto di Cice-  rone ; per qualunque definizione anche de-  bole , e imperfetta del quale, egli s’ ingegna   di    *    di ritrovare principi , da cui fi deduce com*  ella è giuftiflima , e vera. Quella lòrta di li-  bri può efler utile per quelli , che all* oppo-  fla parte fono dalla palfione portati / perchè  fcorgendo nella lettura di elfi il rovescio, co-  me fi dice , della medaglia , può avvenire ,  che s* inducano a dubitare di quello, che fi-  no allora aveano tenuto per fermo . Per al-  tro e T uno e 1* altro di quelli eflremi me-  rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà ,che  più i retti giudici impedifca quanto quello fv la-  mento della ragione, a cui la fantafia ha tolto  la briglia di mano,. Intanto la vanità, e lafu-  perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat-  to cibo , perchè o colla deificazione, o colla  deprelfione altrui o coll’uno e l’altro inlìeme,  fi fpera di potere llabilire la propria fama «  Egli avviene nonpertanto , che la colà il più  delle volte va tutt* all’ oppollo . Nulla è  che minor imprelfione faccia nelle menti de-  gli uomini, e che più agevolmente dimenti-  chino , quanto quelli sforzi violenti : degl’  intelletti da troppo gagliarda immaginazione  trafportati : non altrimenti appunto , che 1*  azioni llravaganti , e inufitate de’ pazzi , ap-  pena s’oflèrvano . E chi è egli , che fìlolò-  fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di-  Mario Nizolio? lo non ritrovo appena regi-  flrato il filo nome tra i nemici d’Àrillotile .   . Ma ritornando in via, dico, che l’autore   di    Digitized by Google    !    di quella Lettera fembra effere (lato alquan*  to tocco dal prurito y di cui abbiamo fin qui  favellato , mentre con tutto lo sforzo dello  fpirito s y è ingegnato di raccogliere il polfibL.  le con tra Ariftotile, e dall* altro canto por-  tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova  facendo > e nulla intentato lalciando per ap-  pannare, e far violenza agl* intelletti de’luoi  leggitori . Per contraflegno della fila palilo*  ne , anche dentro a* cancelli di puro racco*  glitore degli altrui giudicj, offervifi il modo ,  eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere vio-  lentemente contra Ariftotile alcune parole  del P. Petavio, dette ad altro intendimento,  anzi in propofito tutto conti ario. Quello Pa-  dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago  alla fua Opera de* Dogmi Teologici , dopo  avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio ,  nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la  filolòfia Ariftotelica , foggiunge al fine cobi:  Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius in  totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo*  hgiécque conjortio univerfam Ariflotelis philofo*  phiam tanquam Cbriflo irrvifam , & inimicami  atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam  uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an-  drinus in primo Stromateon > ut alibi memini -  mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium  paullo pofl purgabimus . Ora il nollro autore  prende da quello palio quelle lòie parole ;   Ari m  Ari flotti is j>hilofophiam tanquam Chriflo invi,  fam , & inimicam i atque ab hofle illitis Dia.  bolo profeti am ; e le porta come un detto del  P. Petavio contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E  chi non vede però che il prurito di conculcare  quello filofofo ha fuggerito all’autore della let-  tera una sì aperta , e abominevole ftorpiatura?   E pure y fe per 1* altro verfo vogliamo ri-  guardare e Arillotile , e il Delcartes , non ci  mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a-  prirànno la ftrada a deificare il primo , ed a  deprimere , e conculcare ancora il fecondo ,  lènza nè pure aver bifogno di ricorrere a tali  artificj . Ogni volta che uno fcrittore s’ha a.  cquiftato un gran nome nella repubblica del-  le lettere , e mafTìme per lungo tratto di tem-  po , ’è pazzia l’immaginarli , che tutte le co-  fe lue pollano eflère tee . Il buono làrà mi-  fto col men buono , come di tutte l’ umane  cofe , che perfette giammai non li videro j  fiiole avvenire ; e però quelli , eh’ amano dì  cogliere negli eftremi , troveranno in amen. -  due le parti da làttollarli . Il punto Uà , che  non lì lufinghino d’innalzare una fabbrica ,  che non polla eflère da alcun altro colle ilei*  fe forze diftrutta , per non ritrovarli contra  la loro efpettazione ingannati. Un altro, che  riguardi lo fteflò oggetto dal lato oppofto a  quello , che 1’ hanno riguardato efli , ritro-  verà tolto gli liromenti da dilhuggere in   quel*    !   I    176   quella fletta fucina dov’eglinò gli avevano ri.  trovati per fabbricare - Di quella difputa d’  Ugone da Siena, al tempo del Concilio , che  fi cominciò in Ferrara , riferita dall* autor  della Letteta, come cola inftituitaperefalta-  re Platone, e deprimere Ariftotile, così nel.,  la fua Cronaca lafciò fcritto Filippo da Ber-  gamo : Cumque Nicolaus Marchio , & multi  in Synodo congregati pbilofophi excellentes ad -  venijfent , cuniios in medium philofophia jocos  adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ±  Arifloteles fuis in Operibus contendere , ac  magnopere dijfentire videntur , cdocens eamfe  partem defenfurum y quamGraci oppugnandam  ducer ent , five Platone m y fi ve alium je fequen -  dum arbitrarentur . Lo fletto atteftano Enea  Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione delF  Europa , e Andrea. Tiraquello nel capìtolo  XXXI. del libro de Nobilitate . Ecco pertan-  to , che il fine d’ Ugone non fu V efaltazion  di Platone , e Pabbaflàmento d* Ariftotile ,  come vien fuppofta : ma fi profefsò di voler  difputare problematicamente , che vai a dire,  difendere la parte impugnata , e per confe-  guenza difendere o l’uno, o l’altro di quelli  due fUofofì . Cosi il Concilio Lateranefe V.  a torto vien portato alla facciuola 114. come  difàpprovatore , e condannatore della filofo-  fia Peripatetica nella Scffione Vili. Bafta fo-  to leggere P accennato luogo per chiarirli ,  che quello Concilio non condannò nè Anda-  tile, nè Platone, nè alcun altro filofofo in  particolare : ma generalmente della filofòfia  ragionando , proibì primamente I* abufo a  que’ tempi introdotto di difendere nelle pub-  bliche Tefi, che circa lo dello punto, quel-  lo era da dire fecondo la filofofia , e quefto  fecondo la verità : ovvero tal colà fecondo la  filosofia e r a vera, che fecondo la fede erafal-  fa . In fecondo luogo ordinò a tutti i Lettori  pubblici delle Univerfità , chefpiegando i  fìlofòfi, avvertilfero la gioventù degli errori  loro , alla fede noftra contrari , -confutando*  gli, e riprovandogli . E finalmente (labili ,  che niunCherico doveffe dopo io ftudio della  Grammatica appigliarli a quelloodeilaPoefia,  o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo-  gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis  Janlìif , & utilibus profijfionibus Sacerdotes  Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia ,  & Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant.  E tanto è lontano , che i Padri di quefto  Concilio abbiano avuto in animo d’oltraggia-  re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen-  nate cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun-  to che dire in contrario, fi levò fufo Niccolò  Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^  Quod non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo -  nerent Pbilofopbis difputantibus de veritate in -  ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente   M - Ari»    Digitized by Google    178 ...   .Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti  fecundum verità rem tali* opimo e fi fai fa . Si-  milmente di queir Aezio Vefcovo * che dall*  autor deir Epiftola è rapportato come uno *  che per troppo ftarfi attaccato alle Categorie  cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e diventaflTe  Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV-  della Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc  aiitem facit Cat egorii s Ariflotelis ( fic liber iU  le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex quibus  difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie-  nti y ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio -  telis feopus . Ille namque propter fopbifias phi*  lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con -  fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis  fopbiflis dicavti. Itaque Academici * qui Pia-  toni* y ac Plotini fcripta e L 9 immaginazioni belle piut-  rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode ,  le quali fono fparfe per tutto il corpo del-  la fua filolòfia y e che tinta di fanatifmo  T hanno fatta comparire . I Vortici , che  da fonti torbidi Italiani , come fono quel-  li di Giordano Bruno Nolano , ha prefi  il . Defcartes per far girare la fila tripli-  ce materia ; fono colori , che poffono fer-  vire a fare un ritratto di lui tutto diver.  fo da quello , che ha fatto V autor del-  la Lettera * Il Padre Malebranche mede,  fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e  approvatori della dottrina di Renato , co-  sì lafciò fcritto nel libro ili. patte L  capitolo» IV. della ricerca della Verità .  Mortsù Defcartes era anch'egli uomo y fog -  getto all 9 errore , e all 9 illufione , come gli  altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope-  re y non eccettuando nè pure la fua Geome*  * tri a y in cui non fi a . qualche fegno della  debolezza dello fpirito umano . Non bifo-  gna adunque fi are alla fua parola ; ma  leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci av~  vertijfe . Non fono anche mancati uomi-  ni dotti , i quali hanno fatto vedere , che  Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede ,    i8i   cd è contrarla a molti dogmi cattolici - AI-  cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere-  fie di Pelagio , e di Neftorio : ed altri ,  eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e  all* Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo-  fto a quefli tali , e che vi fi rifponde.  rà : ^ma quello appunto è quello , che il  di fopra da noi detto conferma , e che  moftra quanto agevol colà fia o, ecceder  nella lode , o ecceder nel biafimo , quan-  do non s 9 ami di fidar V occhio che o ne*  fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem-  bra adunque , com > ho detto , degno di  molta lode il difegno di ftabilire la difefa  della filofofia moderna fopra le lodi , el*  efaltazione di Renato Defcartes , e fopra  i biafimi , e depreflione d * Ariftotile , fic-  oome fopra un fondamento , che fi può di-  ftruggere con quella fteflà facilità , con  cui s è innalzato : e per mezzo del quale ,  fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a  flabilire quello , che V autor filo medesi-  mo in alcun luogo con molte parole s 9 e  ingegnato di diftruggere , cioè il farli fè-  guace indivifibile d* alcun filofbfo partico-  lare .   Ora diciamo alcuna cofa della principal ra-  gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian-  tato la difefa della filofofia modèrna ; la qua-  le fi è , che derivando ella dal fonte di Pia-  rvi 3 «o*    iS z   tone, fìlofcfo fupcrioread Ariftotile, appro-  vato dagli antichi Padri, e riconofciuto come  molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol  eflere riprovata , maflimamente in confronto  dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è J }a*  fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa  di tutte V erefie.   E quanto al primo , cioè quanto al prin-  cipato ,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif-  ficile, molto dibattuta, e da niiino per anche  decite quiftione ha prefo a diterminare il no-  Aro autore , augnandolo al primo • La dif-  ficoltà di tal decisione procede , che molti ef-  ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo ,  amendue ancora hanno le loro imperfezioni.  Secondcchè pertanto fi vogliono riguardare sì  nell* uno, che nell* altro più quelli, che ques-  te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote  porre V uno all* altro.   Ma per quello , che riguarda il fecondo y  cioè quanto al far ufo dell* uno, o delP altro  nella Teologia , e nelle cole della religione ,  non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo-  mini dotti qual fia da preferirli . Se per Pla-  tone fta P ufo , che moftrano averne fatto i  primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile  va privo in tutto di fimi! pregio , mentre al  riferire d’Eufebio nel libro VII. cap. XXXIL  della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an-  che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif-   pJea«    plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle-  mente Aleffandrino lib.V. Stromatam, riferita,  che Ariltobolo con molti libri provò, la (liofoba  Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri  Profeti derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp*  pìonem , infieme col mentovato Eufebio nel lib.  IX. cap. V. de preparatane Evangelica , recano  un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da  cui fi fcorge, come quello filofofo, eliendo m A-  fia, tenne lunghi, e fciendfici ragionamenti  con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol.  te belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con*  tenute . Anzi fu opinione d’alcuni , che lo «el-  fo filofofo , avendo avuti per mezzo d Alelìan.  dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac-  coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono  fra moderni ( lafciando per ora da parteltare i  libri de vietate Arijlotelis , de f alate Anflotchs ,  ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra  la Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in-  segnarono a tutta lor polla di moftrarc, eh e-   alino pattano d’accordo , come Giorgio Trape-  zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco,  ed altri . Sopra così fatta lite pertanto a muno ,  s’ io non vado errato , difpiacerà il prudente   giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen-  te dall’autor del la Lettera il maggior ornamen-  to della famiglia Domenicana. Divo Augufli ,  wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de loets  Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom   Enea Gazeo , di Teofìlo Patriarca d’ Antio-  chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio Ce-  fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze-  [ no , di Girolamo , di Crifoftomo , e di Teodo-  reto, ne’quali, tutti concordemente biafima-  no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co-  me quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva  dato palcolo, e fomento ad infiniti errori , ed  erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è  fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli   non    i     f    188   non è l’unica cagione di tutte V erefie : ma  Platone fenz’alcun dubbio, in quella parte lo  fupera, ed è flato guardato di malocchio da*  Padri; e l’ accollarli , ch’egli fa in qualche  modo più a noi , è ridondato in nollro mag-  gior pregiudicio . Di qui fu però , che negìi  ultimi tempi , quando Giorgio Gemillo , il  Cardinal BelTarione , il Cardinal Gufano , e  Marlilio Ficino illullrarono , e fecero rifiori-  re la Platonica limola, quali tutti nonpertan-  to {limarono miglior avvifo, o almeno minor  pericolo, attenerli tuttavia ad Ariflotile. Sen.  tali lòpra ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran-  celco Pico Mirandolano , il quale nel libro 1 V.  capitolo IL del fuo Ex amen vanìtatis dotivi,  ttee gentium , in quello modo lafciò Icritto.  Alti nihilominus , Platone poflhabito , haferunt  Arifloteli , exiflimantes illum noflr & exatìe,  fed in comuni defumta ) prxbere aditum faci -  lius po/fit , quam Arifloteles , qui rationibus ,  non fide , foleat plurìmum & fere femper inni -  ti . Ma il talento di avvallare Ariflotile , e  cacciamelo del mondo , e della memoria de-  gli uomini; non ha lalciato Icorgere all’ au-  tor della Lettera, non dico le lodi fue ; ma   nè    Digltized by Google    nè pure i biafimi, «Squali i medefimi Padri  ne’medefimi luoghi, in cui nello ripigliano,   » anche il fuo maedro fogliono non punto di-  verfamente trattare . Per cagion d y efempio  nel capitolo XJ. del Libro intitolato Regala  Monacharum , a S. Girolamo già attribuito ,  fi leggono quelle parole ; Attende , & tu fa-  tuorum fapientum princeps Arifloteles . Elleno  però fono Hate tolto notate dal nodro auto,  re , e nella lettera aliai avidamente inferite :  ma queir altre: Verum non fine labore didicu  ) fii tuam Japientiam fatuam Plato y folamente  due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine;  Non banv fatuitatem doéìijjimam Athenis Plato  didicit , non Arifloteles y non Anaxagoras > non cete -  rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita  non fono Hate avvertite da lui , nè notate ,  non altrimenti, che feo non iforitte, o rafe,  e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo,  che dopo quel detto da lui in difcredito d* A-  f rillotilc recato , immediatamente al medefimo  . filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi mil-  mente, non fo come, c tolto agli occhi del  nollro autore? Et fi fueris abfque dubitano,  ne prfdigium , grandeque miraculum in tota na+  tura y cui pene videtur infufum , quicquid  naturai iter efl capax humanum genus , 43c.  Le quali parole anzi della foiocca abbjezio-  > ne , e viltà del Chiofatore Arabo, che del-  la gravità Geronimiana tenere mi fcmbra-   no   r    190   no (*) Vero è però, che da tutti i Critici efl  fendo coiai opera da quelle di Girolamo fe pa-  rata , e come lavoro di più baili tempi , non   fu*   (*) Averroe nella Prefazione alla Fifica 4 parlan-  do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in indi-  viduo uno tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa-  re , che corrifpondano qtìeft e parole : Si fuerir ab -  fque dubitation e prodigi um 3 grand eque mìraculurn in  tota natura . Averroe ancora fopra il libro JL della  generazione degli animali , così lafciò fcrirto : Lau*  demur Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in  perfezione 5 appropriavitque ei vltimam dignità tem  bumanam ò quam non omnis homo pottft in quacum -  que £tote attingere . Alle quali parole s } accofta-  no ùmilmente quell* altre : Cui pene videtur infu -  fum , quicquid naturaliter efl capax bumanutn gsnut .  Di qui fi può formar conghiettura , che cotal Li-  bro non fia flato feri ero prima del 1150 , in cui fio-  rì Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e  parecchj veftigj di fcolaftico , e Parigino idioma ,  che vi s* incontrano y e che pofTono fervire per  confermazione di quello 3 maggiormente ancora  tutto ciò fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo*  Do nel capitolo X. Ut quafi quorundam pbilofo -  pborum videretur in eis verificavi opinio , qui unam  ponunt in bominibur univerfir animar» folam . La qual  è opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor-  tato Averroe mefTa fuori e difefa , impugni 3 da  S. Tommafo,e finalmente condannata nel V. Con-  cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè per  . altra parte dell* accennata opera fi fa menzione del pranfodo-  po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è nella  Chiefa confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5  perciò potrebbe argomentarli 3 che il Libro non fof-    f    Digitized by Google    . *9i   fna giudicata * (**) non era da farfi arma  fuor di ragione contra lo Stajprita del  nome d’un tanto Padre . Ben piu vantag-  giofo e per V autore della Lettera , e per la  verità flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope-  re i veri '(entimemi di sì gran Santo intorno  a ciò rintracciato , e quafi fpigolato avefle ,  mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto-  tile dal glorificato Platone non mai guari lon-  tano ritrovato avrebbe - Come (opra il capi-  tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato-  ne m : Arifloìdis revolve verfutias y & proba -  bis verum effe quod dicitar : labor flaltoram  affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi. al-  tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y  & Platonem videantar fimplicitatern Ecdefi  e fin dove fi debba  fèguitargli • Poflòno è vero accodarli f chi  piu , e chi meno a* dogmi della noftra re-  ligione , fecondo i fonti da* quali attinie*  ro le loro cognizioni ; ' ma non è però  giammai da fperare , che ferifcano il fe.  gno , perchè le tenebre , nelle quali vi-  veano , loro non permettevano d y arrivare  tant* alto . Altro dunque non fi può in  /quella parte , che com piagnere la mifèria,  e infelicità loro : per altro il biafimo , e  la lode non ha propriamente luogo fòpra  elfi ,?fe non quando fi confiderano • da fe,  come puri filofòfi , e fèparatamente da* do-  gmi de* Criftiani. T   Ora palliamo a dilcorrere brevemente  dell* idea generale , che P amore della  prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha  divifato > che la difefà di Renato Defcar-  tes fia la difefa della filofofia moderna , e  la condannagione d* Ariftotiie fia la con.  dannagione cella volgare.   Incorno a ciò è da avvertire , che la mo-  derna filcfòfia non è in modoconftituita dal-  la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e   N Mo' Moderno fìa la medefitrià cofa. E 1 ben vero,  che non fi può eflère Cartellano lènza eflère  ancora Moderno; ma non è vero, che non  fi pofla eflère Moderno fenza eflère Cartefia-  no , Per la qual cofa la filolòfia Cartefiana  fi ha alla Moderna , come la fpezie al gene-  re. Ancora è da notare, che avvegnacchè la  volgare fiJtfofia abbia voluto unicamente ac.  taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi ella  lèrvira per intenderlo dell* ioterpetrazioni de-  gli Arabi , i quali per l’ignoranza delle lirt^  gue, e per mancanza d’erudizione, peflima-  mente 1’ hanno iotefo: nè lette avendo gli  Scolaflici quefte interpetrazioni nell’idioma ,  .in cui da’ loro autori erano fiate fcritte ; ma  dall’Arabico trafportate in Latino , o come  alcun dice , in Ebreo dall’ Arabico , e po.  fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ; può et  fere per ciò aflai facilmente avvenuto , che  la mente d’ AriflotiJe per lo diritto intendi-  mento prefo , fia del. tutto oppofta a quella  degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola.  Ilici a quella d’Ariflotele. Ora di qui ne fé-  gue, che come vituperandoli, e condannan-  doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe-  rerebbe , .nè fi condannerebbe il Defcartes ; '  così per l’oppoflo lodandoli, e difendendoli  il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino ,  nè fi difendano i moderni . Similmente fi c-   come vituperandoli , e condannandoli gli Sco-  la-    Digitized by Google    lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè  fi condanni Arittotile • cosi potrebbe dare  il calo, che vituperandoli, e condannandoli  Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con-  dannaflèro gli Scolatici , eh’ è quanto dire  la filolòfia volgare. E* ben vero però, che  quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e  preffochè imponibile ; perchè non è da cre-  dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten-  dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma  piuttotto piggiorato affai ; cosi il vituperare,  e il condannare Arittotile pare , che provi  molto quanto al vituperare , e condannare  la filolòfia volgare . Ma per 1’ oppofta {ra-  gione il lodare, e il difendere Renato Dett  cartes non pare, che provi tanto per quello^  che fpetta al lodare , e difendere la filcfofia  moderna;.. .   Perbene adunque, e acconcia diente difen-  dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me*  ftieri cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon-  tà ^.o difetto del quale, la lode , e il bia*  fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora  quello , che fembra la filofofìa moderna  conttituire , e alla volgare degli Scolali ici  immediatamente oppofta; renderla , fi è lo  lcotimento del giogo Peripatetico , e di  qualunque altro particolar filolòfo ; e la  pura ricerca della verità. dove , e in qua-  lunque luogo ella fi fia . La ichiavitù nel.   N * la    196 . .   la quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani*  ino baffo , e fervile , avevano pollo il loro  intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper-  tutto fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^  tutto difufa , e inoltrata , ed avevano cbbli*  gato tutto il mondo a non filofofare con al-  tra mente , che con quella ' d* Ariflotile •  Avvegnaché fopra infinite quiflioni di filo-  lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo-  fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia  eglino s* erano immaginati di làper tutto ♦  Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio-  va n Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem  pkrique omnès arbitrobantur . Quella però è  la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui.  ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men-  te d’ Ariflotile,' che a ricercare la lidia veri,  tà della colà . Molti hanno incominciato a  riflettere , che quello era un travaglio molto  penofò , e che il frutto non -iftance era aliai  tenue. Hanno offervato, che per quella via,  al più non fi’ poteva venire in cognizione che  di quanto fapeva Ariflotile , che vuol dire  di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che s*  avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar-  ti al tempo de* primi ritrovatori • fono Tem-  pre comparlè rozze ,     19 7   tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo-  erito, e d’ Ippocrate , molto fi làpeva per  squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del tempo  era venuto anzi perdendo che no, e le fet-  enze s* erano piuttolìo abballate , e o Taira te,  ^he illuflrate, e innalzateli , com’era di ra-  gione - Conchifero adunque , che quello modo di filofofare degli Scolatici èra irragione-  vole , e barbaro , e non tendeva ad altro , che  a coprire tutto il mondo d’ una miferabile i-  gnoranza, mentre , come avvertì anche Sene»  .Qui aitimi fequtiur tiibil inventi , imo ne*  que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il pri-  , che a’ adpprò a trarre la filofofia del mi.  fero fervaggio , in cui li giaceva , inoltrando  èllere lecito fentire diverfo da Ariftotile co*  duci tre Libri Diale Elie arum difputatwmm , che  fcriflfe a ^quello fine . Anche .Giovati Francei-  co Pico Mirandolano ne’ tre .ultimi Libri del  fuo E* amen vanitati s dottrina gentium , molte  colè difputò contra lo lìdio filofofo ; e mol-  te altresì ; Lodovico iVives ne* fuoi Libri de  cauffts corrupanrm artium , per non dir nulla  delTelefio, del Patrizio i e d’altri fomiglian.  ti ,ii quali pure tennero la ll'eflà via . Die*  tro le velìigie di coltoro Galileo Galilei in  Italia, e Prancefeo Barcone, in Inghilter-  ra inftituirono Un modo di frlólòfare libero,  e del tutto oppolto, all’ antico. Scola Iti co, e  gittarono le prime fondamenta di quella ft-   r«o n ? •  io.    t98   lotcfia che fi chiama Moderna/ non perchè  fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari po.  Iti in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli  uomini ragionevoli altra via non hanno mai  tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo ? in.  fezione orribile , e univerfale degii Scolaftick  iqtiali amava n meglio di fcioccheggiare coti  Ariftotile, che con altri tàggiameme'iditcop*  rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria,  eipj fono fiati felicemente richiamati , e pa.  fti in ufo da moderni . Aperta cosi Ja fi rada  da queftì due nobili, e valorófi ingegni . «  primo de* quali fu il primo ancora , che chia.  mo in ajuto della filofofia le Matematiche,  e che con profpero avvenimento Je v’ intro-  dufie; comparvero ben tofloCartefio, e Gali   , do ?r, r £ na . altri ec.   celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì diverte   ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e  cosi fatto utile recarono a tutte I» altre arti ,  e fpecialmente alla Medicina , che ben fece,  ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e  miterevole fia la condizione di qpefti aridi ,   f d, g' 1 ™ d* Ariftotifc ; e quanta fia   la necetfita di battere altra via per ben fìioi   babugemus in Italia Galil quotiefeumque ipfi permittitur libere quo*  cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen -  ta in oppofitum defunty pracipue quantum ad  pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus minufve . /.  Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla-  tim ac auttpfis innotefeit opimo 5 quacumque  aliter fentiendi , aut fcribendi pr aclu fa facuh  tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum  fruflra tranfigitur , germanum vefligando prò*  prii auttoris fenfum > fpeciatim in aliquibus con-  troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit : III  Hinc ea penitus non declinari y qua timentur  abfitrda , hoc efl circa opinandi libcrtatem ;  Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem quem-  piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo -   . i ntn -    Digltized by Google    tot   tendo trabere , ita ut in eunlfis fihi patroci.  nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis libe .  rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re.  .rum natura fentire , & quod fcrutanda veri,  tati plurimum obefl ita jur are in verba dolio,  rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li.  eeat refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco  Divi Atfguftinì norma m fequi cportet , adferen.  tis , quantavis auiloritate , ac fanlìitate fulge.  fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir.  tnumque affenfum co folum effe prabendum ,   ? to rationes ejus illum a nobis extorqent . VI.   andem Deum onice. effe , cujus auHoritati ,  nipote maino infallibili , fit tace fidendum.  «   I 3    4 t 1 » i    INE.     0 •* •           ) :t \    2O3      ; u    • * * • M    s i  Delle cofe notabili , contenute nella  preferite Lettera , . e -nell’; ; ;  Offer vazione .■    M *    * •     » si  pone in Dio. 84. gran fbfifta. 147. 148  AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J   AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8  . * 1 ?4- condanna Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi  * : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9. pròBaMJifti venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda >  fanti Padri ..   da altri . 40. 41. 45. fuoi libri condannati .  35. 36. notato di gravi errori da’ Padri , ed  r , altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori filo-  . lòfi delia Grècia 44. fu chiamato in giu-  *5 ^icio . 44. fuoi principi bugiardi . 44.; infa-  mato da 1 fuoi feguaci lteffi ., 45-46. fe ve-  nifle ora al mondo fi difdirebbe. 103. 104  c noniftimò di dover eflère norma univerfà-  le . 107. e 1 origine di tutti gli errori de  interpetri. i^.fwacrfcurità. 148. 149. è  li ìóJò tra tanti filofofi,(:he fia ftudiatq, fxid ila  V n izio ne deIL*iTOii\c> biajtj ma|? - 1*   - immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica  T fofìftica . 154. lodato affettatamente .169  flrabocchevolmente biafimato> 170.. 172  giudici retti fopra il medefimo . 171. non  •%• •   C Ano ( Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu-  ì dicio del medefimo intorno a Piatone ,  . ; e jAnilotile. ; !.. 183   Capitone : fct raggiante i, ; Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io intorno al-  , la filofofìa Cartefiana. . {, 120   Cartefto ( Renato ): lii che fondamenti pian-  « tane il fuo fiftema - 53.. fiioi principi giu*  ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57  «‘ fo*! fuoi protettori converte la Regina di Svezia . 64. e   . altri . 65. lupi fentimenti fi conformano  v «> n que , de y Padri.  n8. chiamato il refu gio de J cartoli-  . • 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle   univerfità Protettami . 70. fuoi nemici -  fiioi difenlòri . 71. 72. pone  per primo principio il dubitare . 87-fua prote-  it azione , $7. a ma d’effère corretto. 88. per-  chè fine meditate una nuova, fflofofìa. 116  lodato dal P. .Merlènni . 118.119. s’uniforma  fo’ftntimenti di Platone. 121. fuoi coltami.   iiz. giudicio fòpra il medefi.   ino del Malebranche . 180. fua filofofia  -difefa dalle migliori univerfità d’Europa.   61. ù     »Ojr   61. fi dee antiporte a quella d* Ariftolile.  114. è veramente Criltiana  lodata.  prefagio del Caramuele intorno al*  la medefima- 120. è tratta dalla Genefi perchè contraddetta da alcuni ha dato motivo a molti di dar in pazzie .  ed empietà. 179. fuoi difetti U  ha alla Moderna come la fpecie al genere Cartellano , e Moderno non è lo   fteflq. 19+   P. C a fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna. 66  Caffi ni: fila oflervazione . ili   Celfo: contrario a J a bolero. 107   CeJ alpini ( Andrea ) .* fua. (coperta. Charlet : amico del Cartello.. • . 66   Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia .   è interpetre degli arcani Divini . 163. Ve-  di Teologia .   P. Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici-  zia del Cartello Clemente ( AlefTandrino ): non iftimò, che i  Greci fi giuftificafièro per mezzo della fìlo-  lòfia. Cicerone ( M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo-  Ito. 172   Cielo : (ita grandezza , materia , e moti igno-   ti. • . . .• '• '>'••• ' Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1   P.Ciermans : loda il Cartello. Concilio Latermefe V. : filo luogo alla Seflìo-   ne    to8   Tie 8. fplegato . D Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte-    bracciata fua opinione intorno alla   i . . •   P- Detei: Cartellano . Defcartes . Vedi Carte fio.   Digiuno : fin quanto abbia durato nella Chie-  *'• là il pranlò dopo Nona.  p. Di net ( Giacomo )ì amico del Cartello . >   Dio: è la prima verità. . 163   Difpute : la verità fogge da eflè . 5. fono un   tormento degl’ingegni . 6 . hanno diftrut.   * to la filolofìa . altro lor pelfi-   mo effètto. 137. Vedi Filofofi i Perìpate.    E Berardo ( Gio. ) difende il Cartello. 71  Epicuro : plagiario. 49- commendato da’  Padri . 49. 50. 53. fua filofofìa abbracciata.  48. 51. 53. anche da’ Padri meri.  •• tò della medesima . 49. 53. illultrata dal     tiri) Sette.    E    Gal'    . ; 209   v ; G^irenaiv T " - ; ' 5 °   Erbe : non fi fa la loro virtù Ereboore : ( Adriano ) : Cartellano. . 7 O  Euclide: fuo detto ’ ; \ r \ * : f ’ Eunomiam: giurano 4 filile parole d’Ariftotile.   - ^ 59 . ,   Etintìniicr: compagno d’ Aezio nell’erefia . 29   ‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r . 7 6 : è riprefo da   ’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7*    Eurìpo : fuoi vortici non fi fa donde derivi-   ■ ' • 81    no*. « , .   • .op * u:- t \ r r *jLvì r   r f r   *• » /i # ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* • 1 I • #   5 " Fabbri i abbraccia la fìlofofia Moderna.   p. Farvagtie : difertfore del Cartefio. • 5^  Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic.   • *'/», ‘ : v>- ! v .   Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore dell In.   '• cfuifizione. * * .. . .. . 34   Fìlopono X Giovanni ) .* eretico . ^ ' ■ 2.9   Filo fof are : è permeilo à tutti . -ir. liberta di  •' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb-   : bà avere.' • ^ ^ — ^*54   Filofofi'r contrari a fe medefimi .' 74. ton-  ’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno.   •' ... .-L 'i. a_ . 1 14 fri-    • I • « »    » « t  “ « •.    ?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole .  • i-! o *J°»    1     ZIO   330. dicono le maggiori pazzie. *3 1. fé. ne  - può trar bene, e male per la religione , 19^  non poflòno eflère biafimati di queftó *191.   • non bilbgna fperare , che parlino da Cri-   tìiani. 193. biasimo 1 e lode quando abbia,  luogo lopra euì. ' Filofopa: commendata’ da’ Gentili ) $ da^Pa-  dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^  : non è altro che opi nazione  non  . ve n'ha al mondo. divife in mille  fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91  130. non abborrifce Je novità * 98. fogget-  ta a nuove (coperte. 100. 101. ancella del.   . la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata per  efercitazion dell’ ingegno Jia avuto  t. origine dajle fàvole de’ Poeti . 130. . non è  . contraria a tutte le. favole. 131.nan.haan.   cor trovato la verità. .,-y '^64   Filofofia Antica : fua / debolezza . j Hj-è up   • giuoco fanciulldco Vedi Àrtjlotùc ~ y  . 'Peripatetici t Scelffiiai •  Fihfofià, ' Moderna : malamente n; ’4 • v - . 198     ‘ " j; - :l ;;;;i 51   Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di feguita*  c re Ariftotile. 65. molti hanno abbracciato  la fìlofofìa Moderna*. Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93  G indie io : norma .da tenerli nel. dar gfridició.  .cr 171. noti bifògna dar negli cftremi Giureconsulti : non fono così pertinaci , come  v : i iPcripa tctìdl*;! f: >\ fi j . vui !;; .1,06.107  Giuflino ( Martire ) : convertito per mezzo  -ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7  f. Grandamy : amico del Cartello . 68   O 2 Gran*    i    212 .    Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r  S, 'Gregorio ( Nifleno ) fuo elogio. 53. Epi-   _ laureo. . .. 53- 54   P. Grimaldi : abbraccia la filofofia Moderna.   • L ^ •   ^ ' t   \ * ; , M • - » . • ■ \ •   «•..*# t 4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V •      * ' i »»•'   #..*•> « y i »    ♦ • f . r    I * *    % 4   \ * •    I Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« % ’  Incendy: ne* monti , non fi fa come fi  i-ì facciano. . • *:,. ' \    r . . » .   ^ . »... » ir f-.' % » “ 1 .   «ili i • » r - •    r » M ' • « 1 » t : ♦: io5   i Lampi : non n fa come s’ ingenerino.   .    ci. ;   P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè. 57   ,   ? . S . •   Stoici : negano 1 * opinarionì . 83. lofpetti ap-  po i Romani. -    * '    T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO prefagio in-  torno ad Ariftotilc verificato a 120    ■Temiflio: eretico. ’ *9   Teologi: loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 °   Teologia : le novità in eflà fimo pericolofe . 98  ammeflè dagli Scolali ici. 164.133. è regina  delle fcienze. 127. non ha che fare colla fi-  , lofofia.127. 128. ha ritrovato la verità. 165  Icolallica non fi dee riprovareperchè fa ufo  . • d* Arittotile." . » 7 ?   Terremoti : non fi là come fi facciano . 81   Terra : ignoto fu qual baie fi libri , e quanto  Ila grande. "8*   Tejt pubbliche : loro abufo al tempo del V.   Concilio Lateranelè . *77   Ticcùne: file {coperte: • ” ^   S. Tommafo ( d’ Aquino ) : come , e a che   fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo lamento .   * . * » • • , ,   47 - ' • - _    Digltized by Google    iZlO   Tmricdli : .dio ritrovamento . . ' jio   De Turne ( Simon ) : perchè acculato d* ere-  fia. , ... 22    f   • f    V   ' “ f*** j    »' i • ■* ^   * • • ♦ I    V ' Alla ( Lorenzo .) r Tuo penfiero appro-  vato dalNizolio. 144. Fu il primo a li.  re: nega Topinazioni. 83. fua fetta  fofpetta appo i Romani. Giuseppe Valletta. Valletta Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.

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