Thursday, August 8, 2024

GRICE E PUBBLICIO

All'interno stesso della più ortodossa tradizione dell'ars memorativa ciceroniana non erano mancate espressioni di una particolare sensibilità per il problema delle immagini. Certe pagine dell'Oratoriae artis epitoma (Venezia, 1482) di lacobo Publicio —5º PUBLICI IACOBI, Oratoriae artis epitoma, sive quae ad consumatun spectant oratorem, Venetiis, 1482. L'opera del Publicio fu ristampata nel 1485 a Venezia (Erhardus Radtole augustensis ingenio miro et arte nel 1485 a Venezia (Erhardus Radtolt augustensis ingenio miro et arte perpolita impressioni mirifice dedit) e successivamente ad Augusta nel 1490 e nel 1498. Qui si è fatto uso dell' Inc. 697 dell'Angelica di Roma.i giovano senza dubbio a comprendere come tra queste immagini e quelle delle iconologie sussistesse un legame reale. Le intentiones simplices e « spirituali», affermava il Pubblicio, non aiutate da nessuna corporea similitudine, sfuggono rapidamente dalla memoria. Le immagini hanno appunto il compito, mediante il gesto mirabile, la crudeltà del volto, lo stupore, la tristezza o la severità, di fissare nel ricordo idee termini e concetti. La tristezza e la solitudine saranno il simbolo della vecchiaia, la lieta spensieratezza quello della gioventù, la voracità sarà espressa dal lupo, la timidezza dalla lepre, la bilancia sarà il simbolo della giustizia, l'erculea clava della fortezza, l'astrolabio dell'astrologia. Ma soprattutto gioverà richiamarsi, nella costruzione delle immagini, all'opera dei poeti, di Virgilio e di Ovidio. Le loro raffigurazioni della prese delia colo dei in lo che to uso d felinogeni care ed egregie co Oratoriae artis epitoma, cit., d4v. - d4v.

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