Saturday, August 13, 2011

Bertolotto, pittore genovese

VITA

DI GIO. LORENZO BERTOLOTTO

Pittore .

PER lo giro di quali due fecoli è fiorita la Pittura^ in cafa Bertolotto; e fol da pochi anni in qua vi è mancata . Di quefta famiglia, tra le cittadinefche di Genova affai riguardevole, ufcì per lo piimo nel fecolo decimofefto Filippo, che attefe a far di ritratti con_* qualche felicità di fomiglianza . Da Filippo nacquero Michelangiolo, e Lorenzo; il primo de'quali alla Pittura attefe: ma poco più del Padre riufeivvi. Vi riufci però egregiamente Gio. Lorenzo, figlio di effo Michelangiolo; ed è Irato il miglior Pittore, che abbiamo avuto di quefto cognome , conforme chiaramente dimoltrano le principali fue Opere, che or qui fotto riferirò.

L'anno, in cui nacque Gio. Lorenzo, fu il 1640. Il primo Maeftro, che nella Pittura lo infimi (Te, fu il Padre, il quale fcórto in progreflò di tempo, che il figliuolo era d' un ingegno affai perfpicace, e pronto ad apprendere più di quello , che egli infegnar gli poterTe: lo pofe fotto la dlfciplina di Gio. Benedetto Caftiglione. Que(ti^per qualche tempo lo tenne appreflò di fe: ma dovendo poi portarli altrove; lo lafciò qui in abbandono al proprio talento . L'efperto Giovanetto feppe sì ben coltivacelo; che, fenza altra guida giunfe ad un ottimo poflèdimento della Prófeflìone;

come

come dimoftrollo indi a non molto in varie tavole, che_> per alcuni fuoi Amici dipìnfe.

L'anno 1666. fece per quefta Chiefa di S. Domenim una tavola rapprefentante la Dicollazione dell'Apoftolo S. Gia- Di &o. corno. Egli riempiè quefta tavola con figure di grandezza _ Lorenzo naturale, che più grande fembra di molto di quello fìa_»*£&TOLOTTO• realmente; né v'ha dentro cofa, ancorché menoma, che_* non fia piena d' arte, e di grazia.

Ebbe quindi occafione a' un ampio quadro da fala_., commeflògli dal Sig. Eugenio Durazzo per lo fuo funtuofo palazzo lungo la ftrada Balbi. Fecelo, efprimendo Gio. Agoftino Durazzo , che in qualità d' Ambafciadore della Repubblica vien introdotto all' udienza di Maometto IV. Gran Signore di Coftantinopoli. Bella , e capricciofa molto è quella pittura per la ben intefa compofizione, e per la varietà degli abiti, di cui fi veggono abbigliati i Cortigiani di quel Monarca; due de' quali per le braccia prefentano quefto Ambafciadore veftito da Doge al loro Sovrano, che, feduto fui trono, fta in atto di cortefe accoglienza . Tal quadro può paflare per un capodopera del noftro Pittore, che-, certamente non ne ha mai fatto altro uè migliore, né pari.

Nelle cafe private , e ne' palazzi de' particolari, più che in pubblico, fi confervano fue dipinture . Molte ne fono in cafa Rebuttò , che ordinate gli vennero dal Sig. Marcantonio di quefto cognome . Molte pure ne aveva il Sig. Carlo Spinola nel fuo palazzo di ftrada Lomellina; alcune delle_> quali raoftravano i principali accidenti della vita del cafto Giufeppe; e molte altrest compofte di confimili facre Storie fi confervano preffo altri Cavalieri, come cofe pregevoli.

Delle efpofte in pubblico, fua è la tavola della Santa Terefa rapita in eftafi; la qual tavola fta dentro la Chiefa di S. Carlo a lato dell' Organo . Di fuo pennello fon pure la tavola rapprefentante le Spofalizie di Santa Caterina in— S. Teodoro: e quella del B. Simone Stok, che riceve lo Scapulare dalla Madonna, in Santa Maria del Carmine-.: Cccome di fuo è 1'elegante tavola dell'Affunta congliApoftoli al baflò, locata ad un Altare della Chiefa di S. Agnefe. E di fuo è quell' altra di S. Brunone avanti la Vergine entro ■">: «,. . G 4 V Oratorio

1' Oratorio di S. Antonio Abate lungo la ftrada Giulia.- . E finalmente ftimabiliflìma di queft' Artefice è quell' altra , .che fi conferva nella Chiefii della Vi(itazione; ove ha figu

Di do. rato con paftofa, e forte maniera, Maria Vergine in atto Lorrnzo d'abboccarfi con la Cognata Elifabetta. Bafta folo veder quefta tavola per conofcere di quanto buon gufto foffe il Bertolotto nella Pittura.

Quando venne in Italia Giacomo III. Re della granBrettagna , nel panar ch' ei fece per Genova , ebbe occalìone di vedere certa pittura di quefto noftro Artefice; e s\ gli piacque; che alcune gliene commife. Lo fteflò fecero varj Signori di quella Corte, a' quali in progreflò di tempo foddisfece: e n' ebbe da tutti generofa rimunerazione .

Molte tavole del Bertolotto andarono per le Chiefe_> della Liguria; ed una ultimamente ne vidi ad un Altare della Chiefa de' PP. Francefcani dell' Offervanza al Porto Maurizio . In quefta tavola (la efpreflò il tranfito di S. Giufeppe; ove fimilmente fono del Bertolotto i due quadri laterali co* Santi Raimondo, e Bernardino da Siena: ma quefli non fono si belli, come la tavola principale.

Pervenuto il Bertolotto alla vecchiaia, profeguiva ciò non oftante a dipingere col fervore di quando era nella robufta virilità: ma non già con pari vivezza , e leggiadria d'invenzione; perocché gli fi cominciava a indebohre la tefta. Tuttavia in età di quafi ottant' anni non ricusò 1' incarico di fare un gran quadro per 1' Oratorio di S. Giacomo della Marina; ed è quello, in cui (la figurato Teodomino Vefcovo d'Irida, che fa tagliare il bofeo, ad oggetto di rinvenirvi il nafcofto corpo del Santo Apoftolo Giacomo : giuda la ftoria. A dir vero, quefta tavola, al confronto delle altre, feomparifee d'affai: con tutto ciò non vi fi feorge durezza, né alterazion di polfo nel maneggiar del pennello. V ha piuttofto fiacchezza di tinte, e mefchinità ne' dintorni: nel rimanente abbonda di cofe buone; e fopra tutto la compofizione vi ha il fuo fpecial merito.

Vide quefto Pittore l'ultimo de'fùoi giorni nel 1721. in età d'anni ottantuno, e dopo averne panati preflòché due confinato in letto dalla vecchiaia. Fu il corpo di lui con_

onorevon efequie fepolto nella Chiefa della Nunziata del Guaftato; dove fin dall'anno 16oo. s'aveano i fuoi Maggiori fatta fabbricare la tomba. ,

Lafciò dopo di fe due figli, Michelangiolo , e Domenico. Digio. Il fecondo, che era Prete, morì, or fon quattr' anni. Il pri- Lomnzo ino, che alla Pittura attefe , mancò affai vecchio l'anno 1765. £rT0I.CTT0« Coftui non ci lafciò fue Opere; ftantechè tutta la fua abilità , ed occupazione fu in riftorare quadri de' migliori Maeftri: ed in ciò molto valfe .

Ma ritorniamo a Gio. Lorenzo fuo Padre. Egli fu uomo d' indole ottima, e di be' coftumi. Vifle fempre con civile fplendidezza, non tanto per gli emolumenti, che riportava dall' Arte fua , quanto per le buone rendite d' alcuni poderi di fuo patrimonio. Lafciò al figlio Pittore una preziofaraccolta di f lampe, e difegni de' primi Maeftii; la quale fu poi anche aumentata da elfo figlio . Morto coftui, ella fi vendè dagli Eredi per notabili prezzi. E ben li meritava maggiori.

Avremmo di Gio. Lorenzo il ritratto, s' egli avefle_» avuta la fofferenza di lafciarfelo fare dall' egregio Molinaretto , che fpeffo gliene fece inftanza . Quindi annoiato un giorno il Bertolotto, in aria di fcherzo gli diffe . V' ubbidirei , fe voi fofte il Vandik . Del qual motto il Molinaretto s' offefe: e però fu da indi innanzi, fe non troncata affatto, almeno fcemata di molto l'antica loro amicizia.

In fine a gloria di queflo valentuomo conchiuderò con le parole flefle del Cavalier Marcantonio Francefchini, il quale ebbe conofcenza del Bertolotto, lo praticò a lungo , ed offervò minutamente i lavori di lui. Interrogato quefto egregio Pittore dell'abilità del Bertolotto, rifpofe: Effere cojìui un de più eccellenti Projeflori, che avejjfe attorcila nojira città .

No comments:

Post a Comment