Saturday, August 13, 2011

Carbone, pittore genovese

NON meno eccellente nel dipingere fiori e, che nel fare ritratti fu Gio. Bernardo Carbone; di cui, ficcome molto è il merito; cosi vorrei poter dir molto; ma le troppo fcarfe notizie di lui avute mi sforzano a dirne poco .

Egli ufci alla luce del mondo l'anno 1614. inAlbaro, ameno territorio di Genova. Suo Padre, Cittadino affai facoltofo, e diftinto, ebbe in Patria prerogative, ed uflìzj

onorevoli;

onorevoli; come pure i fuoi Progenitori. Pervenuto Gio. Bernardo all' età capace di far elezione d'impiego, fi dichiarò per la Pittura. Onde fu raccomandato a Gio. An- , drea de' Ferrari infigne noftro Pittore, fotto la cui difcipli- Di do. na ftudiando perfeverò, infinattantochè fi vide in buon poi1 Bernamo tetto di quefta nobile facoltà . Caimm.

Sul principio erano i fuoi lavori d' argomenti florici, o favoleggiati, di che molta lode n' avea sì per la giufta diftribuzione delle figure, sì per le loro naturali movenze, come diede a vedere nelle due tavole de' Santi Battifta, e Rocco , lavorate per la Parrocchiale di S. Martino in Aibaro , fituate a' lati della porta d'entrata. Ma invogliatoli pofcia di fare ritratti, e oltremodo piacendogli la fingolar maniera del Vandik, diedefi ad imitarla; e fé appieno non la raggiunfe, almen viciniflìmo andolle. Imperocchè moitiflìmi ritratti del Carbone fono flati in diverfi tempi venduti , fpecialmente ad intelligenti Inglefl, che prima confina attenzione gli efaminarono, per non isbagliarne l'Autore, giudicato da eflì il Vandik: e poi fcoperte non effer quelli di lui, pur dell' inganno non fi fono lagnati, ma_ . anzi cari fe li fon fempre tenuti; che cari fon fempre i dipinti , quando fon buoni.

Faceva il Carbone i ritratti ad olio di qualunque grandezza; e fin di quelli da incaflrarfì in anella, e con fomiglianza, ed efpreflìone maravigliofa . Di fuoi ritratti molti ne fono in quefta città . E per notarne alcuno de' più facili a veder fi , uno è quello , cne fta entro la loggia de' Signori Spinola, rapprefentativo del fu Signor Aleffandro di tal cognome: un altro è quello, che fi conferva apprendo il Signor Carlo Leopoldo Doria; e quello ritratto è d' una bontà tanto egregia; che fovente è ftato da' periti creduto effer Opera del Vandik .

Nato a quefto Pittore il defiderio di vedere la città di Venezia , e le pitture più infigni, che 1' adornano; colà trasferiflì . Ciò gli fu di non poco vantaggio; concioflìachè, quantunque già valente nell'Arte egli folle: nondimeno tanto trovò da appararvi; che alla patria fece ritorno provveduto di più feconda invenzione, e di più particolare finezza,

B 2 Mori

Mori di que' giorni in Genova Valerio Caftello , ftretto amico di Gio. Bernardo, e Pittore di quella rinomanza , che ,, nel primo Tomo della prefente ftoria vien riferito: ed avenDigio." do coftui lafciato poco più che abbozzata una di quelle taBernardo vole a frefco , ch' egli avea prefo a dipingere in Santa Maria Carbone . ^ Zerbino , quando la morte lo colfe: tu chiamato il Carbone ad ultimarla. Efeguì quefti l'opera con tale im.fazione del pennello di Valerio; che certamente niuno fe n' avvedrà , fe non farà informato di ciò, che ho qui ferino. La tavola è quella , che dimoftra la Prefentazione della Vergine al Tempio.

Una belfiflìma tavola di Gio. Bernardo fta efpofta nella Chiefa della Nunziata del Guaftato entro la cappella della Nazione Francefe . In detta tavola è rapprefentato S. Luigi Re di Francia, che a ginocchia nude fui pavimenro adora la Croce con un' aria di si tenera divozione, che la muove eziandio negli fpettatori. Dietro al Santo comparifeono in atto di maraviglia alcuni della fua Corte: e al di fopra v' ha una Gloria d'Angioli d'una bellezza veramente di Paradifo. Crederà facilmente chi legge, che quefta tavola incontranè diftinta lode , ficcome la meritava: e pure avvenne tutto 1' oppofto . Vedutafi da chi 1' aveva commefla, fu giudicata di poco buon ettetto; e perciò rigettata. Si diede incumbenza di farne un' altra a non fo qual Pittore di Parigi. Venne queft' altra , e fu locata all' Altare . Ma etta ancora ne fu ben prefto tolta via; perchè inferiore di molto a quella del Carbone . Fu ordinata ad altro Pittore pur di Parigi la terza, che non tardò a comparire. Ma ella ebbe il medeiìmo incontro della precedente. Per farla breve: bifognò rimettere al pofto quella del noftro Carbone , che al confronto riportò fopra le altre due la palma; le quali due furono per grazia deftinate a ftarfi a' fianchi della cappella; e vi fanno quella figura, che farebbono due paltonieri cenciofi , che tenefTero in mezzo un gran Perfonaggio pompofamente veftito.

Altre tavole per Chiefe conduffe queft' Artefice. Una ve n' è nella Parrocchiale del luogo di Celle in Riviera di Ponente, entrovi S. Antonio di Padova; ed una in Riviera di Levante nella Chiefa principale di Lerici, dimoftrante

la Viiìtazione della Vergine a S. Elifabetta . In private cafe

ancora fi confervano alcune fue tavole, che ben danno ■

a divedere quanto degno feguace egli foffe dell' efimio Di do,

Vandik , cosi ne'ritratti, come nelle (toriate compofizioni. e"**TM0

Affai ben veduto, e flimato vivea fra noi quefto nofiro Pittore; che molte, e molto più rare Opere avrebbe effettuate, fe la Podagra, onde fovente era travagliato, non gliel' aveffe impedito . Quefta , dopo lunghi, e feroci affalti, finalmente occupatogli il petto, lo trànè a morte_^ l'anno 1083. fefflantanovefimo di fua età.

Fu il fuo cadavere trafportato da Genova a Santa Maria del Monte, ed ivi con funebre pompa fepolto.

Lafciò fette figli., quattro mafehi, e tre femmine, che tutte e tre furono onorevolmente maritate. De' mafchi niuno feguitò la Profeflìone paterna: due morirono Preti, e due altri fecolari. Viffero tutti de' beni aviti, e degli avanzi lafciati dal Padre, che molto nel dipingere avea^-. guadagnato , e poffedeva in Genova una nobil cafa , la quale nel 1684. diftrutta fu dalle bombe francefi; ed era fituata nel luogo medefimo, ove fta eretto l'Oratorio del Suffragio .

Nient' altro fo dire di Gio. Bernardo Carbone, di cui nulla avrei faputo , toltone il nome, fe uno di quefti fuoi figli, che ultimamente nonagenario mancò, non m' aveflT e provveduto di quefte poche notizie; dal quale ebbi anche il ritratto da me qui jremeffo, che potrà deflare, in chi fi farà a vederlo, il defiderio d'un Soggetto per noi di affai onorevole ricordanza.

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