Saturday, August 13, 2011

F. Costa, pittore genovese

VITA

DI FRANCESCO COSTA

Pittore .

ECCO un altro Pittore Profpcttico, e nella Profeffione valente al par del Muftacchi, di cui molti anni vifle compagno.

Fu quefti Francefco Cofta nato in Genova l'anno 16*72. Suo Padre, che amico era del Pittore Gregorio De' Ferrari, pofe il figliuolo fotto la coftui difciplina . Il Ferrari , conofciuta V indole del Giovane atta più, che ad altra fpecialità , a quella della quadratura , e dell' ornamento: ve lo indirizzò, ed in breve ne lo rendè cosi efperto; che potè il buon Difcepolo in tali lavori fervire al Maeftro; efeguendone puntualmente i difegni. In fatti egli col difegno del Ferrari dipinfe nella Chiefa de' Santi Giacomo, e Filippo le belliflìme profpettive, e i nobili fregi, che colà fono. I fregi però in quella parte di eflà Chiefa , ove dipinte veggonfi le figure da Paolo Girolamo Piola, feceli il Cofta aflai tardi; cioè, allora, quando era gik molro più avanzato nell'Arte: come ben fi conofee dalla più elegante, e delicata maniera, che egli vi praticò.

Strinfe poi quefto Pittore amicizia^col Muftacchi: ed ambiduc, ficcome di cuore, così di pennello furono tempre conformi. Onde non picciol numero di pitture per lo ìp*" zio di venti e più anni infieme formarono; fra le quali af

fai notabili fono quelle della fala, e di alcune ftanze del palazzo Grillo in Pegli. Opere tutte d'ottima intelligenza r e condotta . ,

In compagnia del Figurifta Domenico Parodi dipìnfe il Di Cofta i capricciofi arabefchi del falotto di cafa Negrone, già Francesco menzionato nella vita di eflò Parodi. In compagnia poi CoSTa' di Paolo Girolamo Piola ( che del folo Cofta per le profpettive fervivafi ) dipinfe i maeftofi ornamenti, e le bizzarre architetture nelle volte di due falotti entro il palazzo del fu Signor Giacomo Filippo Durazzo , lungo la ftrada Balbi, nelle quali per l'invenzione, e per L'armonia delle tinte.* egli fuperò fe medefimo.

Colori in Santa Brigida le profpettive delle due principali Cappelle. Lavorò nella volta d' un falotto entro il palazzo Serra: e quella d'un altro falotto in cafa Ferretti. Fece inoltre le profpettive della Cappella Torre in Santa Maria di Confolazione: e quelle, che ornano la principale, e le laterali navate della Chiefa di Santa Marta.

Suoi fono gli ornamenti del coro nella Chiefa di S. Tommafo: fuoi quelli della Chiefa di Santa Chiara in Albaro: e fuoi gli altri ornamenti, e le profpettive y che veftono da fommo ad imo le Chiefe di Santa Croce de' PP. Miniftri degl' Infermi, e di Santa Maria Maddalena de' PP. Somafchi.

Lavorava egli fempre in compagnia de' noftri più eccellenti Pittori di figure , appreflò i quali sì per la fua molta perizia nell'Arte, sì per la fua bell'indole, e per le_» facete fue novellette, che raccontar foleva, era accettiflìmo. E in ordine alla fua perizia non lafcerò di foggiugnere, che egli fu verfatifilmo in tutte le .più rigoròfe leggi della Profpettiva: che le fue tinte fono al maggior fegno artificiofe , e paftofe: e che i fuoi ovati tendono in sì fatto modo al rilievo; che porgono all'occhio un dilettevole inganno. Tanto valeva la coftui Arte..

Era il Cofta nelle fue facezie, ed arguzie così circofpetto; che nell' ufo di efle mai non oltrepafsò i confini della modeftia, né mai offefc perfona veruna; perciocché amava egli bensì l'allegria , ma abborriva al foramo i motti pungenti, e fatirici, che diceva difconvenirfi a una lingua

Q3 Cri

Criftiana, come femi di malevoglienza, e di odiofità. Recava adunque divertimento con tutta grazia, e civiltà, univerfalmente ricercato nelle convenzioni, di cui era l'aDi nima, a cagion delle fue mentovate facezie. Una di efte Fcv£CESCJ Per faS8IQ voglio Qui riferirne. Trovoflì egli una fera in TA* certa veglia, ove alcuni millantatori, per efaltare la propria famiglia , fpacciavano rodomontate de' loro Antenati. Il buon Pittore ftava cheto cheto ad udirli; quando fu invitato da un di coloro a dir qualche cola de' proprj Maggiori; e_. a far noto di qual nobiltà portaffero il vanto. Allora egli rifpofe: Io mi ricordo, che il mio Nonno era perfona di tal condizione; che non ijputava in tetra , fe non ne' giorni fefiivi. Uno di elfi gliene chiefe tofto la ragione: e il Pittore foggiunfe : Perchè ne' giorni di lavoro fi fputava fempre nelle mani, per poter meglio afferrare la zappa. Così molto dava ad intendere, fenza che alcuno avefle motivo di richiamarfene. Finì il Cofta di vivere 1' anno 1740. feffantotteiimo di fua età. E noi perdemmo in lui un Pittore profpettico di sì diftinto merito; che qui in tal genere ci refta tuttavia-p a dcfìdcrarne l'eguale.

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