Saturday, August 13, 2011

Guida artistica per la cita di Genova, vol. 1 -- Alzieri

Luigi Speranza

Yn Italia, dove ogni città, sia pure di minor conto, è ricca d'oggetti artistici, dove ogni tempio, ogni palazzo può vantare alcunchè di pregevole, ove ogni sasso, a dir di quell'antico, ci rammemora un nome, una Guida è tal libro, che ad ognuna di esse tornerebbe a gran disdoro /' andarne priva. Mi si dirà, che nelle principali almeno si trovano guide per ogni bottega di libraio, da mettersi in mano dello straniero che scende a visitar la penisola, senza che gli bisogni di commettersi ai ciceroni di piazza, o vada chiedendo per chiese e palazzi delle cose più degne a vedersi. Ma domando io: v han soltanto stranieri a cui sia necessaria una Guida per conoscere le-bellezze del nostro paese? I cittadini ne soti eglino istrutti a sufficienza, o v han poi molti che sappiano rispondere a chi li chiedesse del meglio che possegga in fatto d'arti la patria loro? E come dunque non si trovano che pochissimi, i quali sappiano sdegnarsi che l'avidità dell' oro faccia sovente un vergognoso baratto col forastiero di quelle opere che fan luminosa testimonianza del genio italiano? E come dunque veggiam noi i possessori medesimi mostrarsi ignoranti delle cose che posseggono, e non di rado far conto d una cosa leggera mentre lascian ire a perdizione le migliori? E come dunque si cancellano tratto tratto sugli occhi nostri i più squisiti dipinti, o si fan rinnovare da cattivi pennelli? E come si lasciano perire i monumenti della nostra antichità, che han la ventura di scampare alle rovine del tempo e degli uomini? E come finalmente si veggono ad ogni pie sospinto indizi o di trascuratezza o d'ignoranza, che ci fan segno allo scherno degti stranieri, e sono di continuo rammarico ai pochi zelanti del patrio decoro ?

Adunque i ufficio di chi scrive una Guida non dee limitarsi ai bisogni dello straniero, che per lo più tocca di volo una città, e ne visita i principali monumenti per condiscen

dere all'uso, o per soddisfare -una curiosità che non va punto associata coll' intelligenza, lo scrivo (e il dico apertamente) pei cittadini e pei forastieri, e con più calda speranza di giovare a!primi che non ai secondi, e con maggior desiderio di piacere a quelli che a attesti. La qual protesta non è inutile; perchè altre forme si vogliono adottare in un libro destinalo a guidare per chiese e palazzi il galante monsieur e la profumata madame che vengono d oltremonte per rimaner tanto in Italia quanto basti ad insultarla un tantino, ed altre convengono ad un opera intesa ad erudire il cittadino intorno agl' ingegni che onorano la sua patria, e all' opere che la fan riguardevole. Basta ai primi la semplice indicazione dei luoghi, e un nudo catalogo de principali oggetti, visti i quali, gettano il libro come cosa inutile, e proseguono in altre città; ai secondi conviene un volume, che adoperato ad ogni momento di nobile curiosità, resti continuamente nel loro gabinetto.

Fra le cagioni onde le arti genovesi sono tenute dagl' italiani in concetto assai minore del merito, principalissima è la mancanza di una compiuta e ragionevole istoria ; ma v ha

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eziandio buona parte il difetto d'una Guida che possa darsi a mani dell' intelligente senza vergogna. E in questo la città nostra ebbe tale sfortuna, che anche oggi, mentre ogni altra della penisola gareggia nel vantare le proprie bellezze, Genova è priva d un libro bastante, non dico a farle conoscere minutamente, ma ad accennare le principali senza spropositi da muovere ad ira e disprezzo. Non vuole disconoscersi l'opera pubblicata nel 1780 dal Cav. Carlo Giuseppe Ratti, il quale fu primo ad insegnar la via che dovrebbe seguirsi da chi ponesse mano a simile lavoro; ma oltreché le improvvise mutazioni resero in gran parte inutili le fatiche di lui, parecchie mancanze gli vanno apposte che non sono di poco momento, ne di leggier danno.

Pongo tra le prime l'aver egli accennate soltanto le opere moderne; e dico moderne nel senso artistico, avendo trascurato quasi per intero ciò che in fatto d'arti del disegno fu prodotto in Genova innanzi al xvi secolo. Ora che la storia non si vuole ristretta ad una pura analisi delle cose più note, ma si' spinge a rintracciare le fonti d onde è derivato il progresso e la perfezione dell' ingegno, ad esamitiare per quali esempi e con quali passi migliorò e s'accrebbe l' esercizio delle liberali discipline, che si direbbe d'un libro che lasciasse nell' obblio i monumenti de primi secoli italiani , e saltasse di pie pari a numerar quelli che appunto sono il frutto d'uno sforzo gradato , e di que lenti periodi che deggiono dar forma ed ordine a chi imprendesse una storia generale? Aggiungasi che molte pitture e sculture eseguite ne secoli anteriori, specialmente nel quindicesimo son dotate di quella schietta semplicità che le rende assai più preziose agli sguardi del dotto di molle e molte che vennero in luce nelle epoche più moderne; laonde il passarle in silenzio non è tanto un' ingratitudine verso la nostra antichità, quanto una frode a chi cerca d erudirsi, poichè tende a vantare la cornitela de manieristi, e a deprimere il gentile e purissimo gusto di que primi artefici. Così fece il Ratti, in iscusa del quale si -potrebbe allegare l'aver vissuta un epoca, in cui l'affetto verso le cose antiche Iacea non solo nel comune de cittadini, ma ben'anco ne cultori delle arti, ed in cui il gusto di costoro non era ancor scevro affatto delle passate corruzioni. Ma oggidì non avremmo scusa per chi tenesse dietro a metodi ed al giudizio di lui, e tanto varrebbe nell'opinione de dotti la noncuranza delle opere antiche, quanto lo sbrigarsi col silenzio della più nobil metà delle glorie nostre.

Per quel ch' è diligenza in quella parte che egli credette più degna d' osservazione, dico nelle opere posteriori al xv secolo, il Ratti è unico sin qui, tuttochè non manchi d'omissioni di grave momento, e questo vanto gli fu perpetuato insino ai nostri giorni dalla vergognosa ignoranza di quanti inlesero a scriver Guide. Nel decorso del libro mi tornerà in acconcio di notar queste mende ; palazzi interamente obbliati sebben ricchissimi d affreschi, ed opere, di gran merito taciute in que luoghi stessi che egli prendeva a descrivere. V han ragioni per credere, che il compilare un esatta Guida paresse lavoro sudato e di troppo lunga pazienza eziandio a quest' uomo pazientissimo, e sovra ogni altro artista bramoso d illustrare la patria e indefesso ne mezzi di raggiungere ial meta. Nè forse avrebbe passale in non cale molte cose pregevoli, se nella descrizione di parecchi luoghi non si fosse ristretto a cavar materiali dal Soprani, o a fidarsi alle relazioni di per

sane o poco esatte o pco intelligenti. E questo io dico senza scemargli encomio d accuratezza; che nella descrizione d'una tanta città è lode, se non erro, invidiabile, ìavere scordato un picciol numero di cose.

Una terza osservazione gli si può fare riguardo al giudizio ed alla critica. 0 si scrive una Guida per accennare il meglio d una città a chiunque non ha pazienza di vedere ed esaminar tutto, come è il forestiero che guarda e passa, o si scrive per erudire i cittadini su quanto posseggono, per dar loro un' idea di ciò che in ogni tempo si produsse dalle tre arti sorelle, in una parola per informarli a giudicar rettamente sui loro artisti, e distinguer l' uno dall' altro ne metodi, nell' indole, nel gusto, nelle epoche, nella scuola, e in quegli infiniti gradi di merito che sono del loro ingegno. Nel primo caso direi superfluo il tener parola, com ei fece, d'ogni opera e d'ogni autore sia pur mediocre; nel secondo ini par difetto il tessere un catalogo di nomi senza aggiungervi un opinione che misuri il valore dell' opera. Non è da supporre che tutti coloro, i quali si provveggono d'una Guida per recarsi ad una visita minuziosa de patrii monumenti sian colti

abbastanza per giudicar a" ogni cosa seco medesimi, giacchè i dotti son pochi, nè il buon gusto, benchè in parte ci venga da natura, può mai svilupparsi secondo il bisogno ove non abbia opportuna scorta a cominciare almeno con rettitudine un esame. Non porrò a sindacato il suo modo di vedere nell' arte in que luoghi ove pur ci dà così di volo il suo giudizio, nè giova il ricordare la taccia che alcuni gli danno a" aver prodigati speciosi nomi alle private quadrerie per guadagnarsi l' animo de maggiorenti; ma non posso dissimulare, come il tracciar la sua' Guida con fila sì estese, e con mezzi sì scarsi di formare giudizi, sia nel mio avviso lo stesso che il mettere innanzi ad un uomo un miscuglio di metalli senza insegnargli a scerner l'oro dal ferro. Oltrechè la lodetributata a un lavoro insigne e invoglia dell' osservarla lungamente e per chi sa che le migliori son talvolta le ultime a prevenire e guadagnar l'attenzione del meno esperto, parrà chiaro esser questo il mezzo più spedito a dirozzare, dilettando, il gusto della moltitudine. Nè altro mi giova apporre a quel degno uomo, perchè non sembri ingrato uffìzio di detrarre alle sue lodi, quello eh'è in me desiderio d'accennare i modi con cui si può ridurre a compimento un lavoro, che sol tracciato a metà procacciò a lui non comune rinomanza e gratitudine fra cittadini e stranieri. Non è colpa, od almeno è più lieve, ristringere un opera in più angusti confini di quelli che il dotto per avventura esigerebbe, sì veramente che misurato il suo stadio, l'autore il corra sicuro, e tocchi la breve sua meta. Si rivolga il biasimo a chi scrive con vergognosa cecità ed ignoranza, qualunque sia il limite e lo scopo che prefigge a se stesso. Per disdoro e danno della patria non iscarseggiarono temerarii di tal fatta dal Ratti in poi, anzi più che temerarii, ingannatori della pubblica fede, poichè miser mano in materie straniere affatto alla loro capacità, col solo intento di soddisfare alle speculazioni d'un editore, e intascare con lieve fatica una somma di denaro. Noi disprezziamo egualmente questa turba ciarliera, e quando con istupida negligenza lascia nell' obi blio le migliori cose nostrane, e quando con ridevole generosità ci regala opere di sommi che non abbiamo nè avemmo mai, scambiando Tiziano con un Palmieri, Correggio con un Piola , Canova con un mediocrissimo lavoratore di marmi, e le sculture del quattrocento con quelle di due secoli appresso. Non ho pazienza che basti a numerare le costoro sciocchezze, le quali empirebbero troppo lungo catalogo, ne meri-' tan confutazione perchè tratto tratto si scuoprono da se stessi. La più grave fatica per loro fu quella di copiare il Ratti, e il fecero con tanta esattezza che riprodussero nelle lor guide fin gli errori di stampa occorsi nell' edizione di lui. Ove aggiunsero per mascherare l'ignoranza, e dove tolsero per maggior brevità, non dissero parola che non fosse uno sproposito. Contuttociò si fé gran mercato di cosiffatti libri, tanta è la necessità di averne uno qualunque sia, specialmente degli stranieri, che i cittadini non son condotti a tale obblio di se stessi da menar buone agli autori così sformate scritture. Per tal guisa crebbero gli errori senza che alcuno ponesse un argine a tanta piena; poichè se il comporre un libro cattivo come quelli che accenno è lieve affare e da commettersi a qualsivoglia ragazzo, il distenderlo colla copia e la precisione che si richieggono è fatica di più anni, e di molte veglie, e di pazienti investigazioni.

È questa, o Lettore, l' unica lode che attendo

al mio, del quale è tempo ch'io esponga le fila. Gran tempo dubitai sulla forma che meglio gli convenisse, o potesse meglio condurmi allo scopo di esser breve senza sterilità o copioso senza noiose lungaggini. Ragunale le necessarie notizie, due volte posi mano alla compilazione dell' opera, ed altrettante me ne rimasi, parendomi dapprima essermi scostato di poco dalle misere proporzioni d'un elenco, e al secondo esperimento d'essermi troppo avvicinato alla prolissità delle dissertazioni. Miglior partito credetti il battere una strada di mezzo tra questa e quella, cosicchè non ne venisse noia a chi men ama di vagare in molle notizie, nè troppo gran desiderio restasse a chi vuol copia di giudizi e di cenni artistici. Per quel che riguarda la parte, islorica o cronologica de monumenti, mi son tenuto al metodo istesso, e dove mi riuscì senza procacciarmi nota di negligente ha sacrificato ali amore di brevità quello di parer copioso ed erudito. E agevol cosa è parerlo agli occhi della moltitudine, riempiendo molti fogli di documenti utili od inutili che siano, o intarsiando magri articolelti di lunghissimi brani tolti a prestito da mille autori, i quali non son letti da coloro stessi che fan meraviglie di così sterminala merce ; ma chi ha fior di senno, considera con al" tretlanta facilità, che il puro necessario deve soltanto avere accoglienza in una Guida, ove la noia è forse il peggior dei difetti. Non ho lasciato però d'afforzare le mie parole colX autorità de documenti, ove V importanza e l'antichità de'fatti mi sembrava richiederlo, e il feci in guisa che il volume non ne avesse soverchio ingombro, scegliendo e riportando qué brani che fanno al proposito, e possono specialmente riclamare l'attenzione del dotto. Così spero di evitare egualmente e l'accusa della prolissità e quella della scarsezza, e confido che tu non prenda meco corruccio perch'io lasci lacune e desidera nella mia descrizione, o fida sul fatto mio perchè affondi in un mare di futilità le cose profìcue e degne a sapersi. Accennato il metodo, dirò brevemente dell' ordine da me adottato. Dacchè mi proposi di registrare nell' opera eziandio le minute cose che interessano l'arte o la storia patria, e quanto è bene che i cittadini conoscano, ho creduto d' ottenerle più gradimento col tracciare un continuato cammino diviso in giornate, come reggiamo aver fatto unicamente il Ratti, al quale

fo poche modificazioni, parendomi che il giro ordinato da lui non possa esser nè più acconcio nè più spedito a visitar la città con esattezza. Per tal modo mi verrà opportuno l'additare al cittadino anche certi oggetti d'antichità , certi monumenti di storia che andrebbero perduti allo sguardo più sagace, e sfuggirebbero allo scrittore che formasse il suo contesto per classificazione di articoli. Oltrechè un tal sistema quadra col titolo ch' io scrivo in fronte assai meglio d'ogni altro, essendo io d'avviso che il guidare tanto significhi quanto il condurre V intelligente sul luogo, additargli ciò che di per sè può ignorare, tacere affatto o toccare appena quel che gli dice uno sguardo alle opere che va esaminando; e per lo contrario essere uffizio d altri scritti l'enumerazione scrupolosa dogni oggetto, come fan quelli che in una Guida numeran le colonnette d'una facciata, descrivono i colori del marmo, o scendono a somiglianti inezie per inorpellare la loro incapacità di salire ad importanti e sicuri giudizi. Nè io da questi ho saputo astenermi qualunque siano per sembrare all' intelletto degli artisti e dei dotti; nè son così tenero delle opinioni ch' io creda di riuscir giudice autorevole in una materia che ha parti innumerevoli e diverse, e che dipende per molte dal gusto di chi giudica. Ma perchè molte osservazioni che partono da notizie positive non avrebbero un luogo determinato nel corso dell' opera, e riuscirebbero a me inopportune, e noiose a chi legge, ho messo in principio un brevissimo cenno sulle arti del disegno in Liguria, adombrandone i principii, la decadenza, il rinascimento, e indicandone le varie vicende nell' epoche moderne. Coloro che di cose nostre son meno, che esperti, informati che sieno da qué principii, si terran paghi delle brevi nozioni sparse nel contesto, mentre dai primi han norma sicura alla storica intelligenza, A questi cenni ho aggiunto un discorso intorno a diversi circuiti di mura eseguili in Genova ed alle progressive ampliazioni della città, dietro la riflessione ch' esse medesime fan parte degli elementi artistici, e posson' esser utili alla intelligenza topografica de luoghi, e cagione di diletto al cittadino che tuttodì ne ha sott' occhio o le opere od i vestigi. Il che riputai vantaggioso di sostituire a' compendii di storia civile introdotti in quasi tutte le Guide, più forse coli' intento d accrescerne la mole che di promuoverne il frutto; giacchè un cenno è sempre debol cosa, se non si connette alla natura del libro, se non ne è quasi 4'esordio, se non prende sviluppo dall' opera medesima.

Non debbo tacere, per qual forma io proceda ne giudizi e nella nota delle opere di arte. La mia Guida è ordita colle fila più estese, per ciò che concerne il mimero delle cose da notarsi. Consentirò con chi opina, che alcuna non meriti d' esser proposta all' attenzione degli uomini colti, anzi d'esser pure accennata, ma parventi temerario e odioso, e superiore alle mie forze il fissar questi gradi di merito, e sentenziare a qual di esse convenga dar luogo, e quale condannare al silenzio. Tutte adunque hanno un luogo nel volume, o degno e onorevole, o basso ed oscuro, o mediocre, secondochè mi sembrò doversi a ciascuna. D' altro lato io non potea rifiutarmi alla generalità assunti una volta i caratteri e le forme d'una rivista critica, la quale non deve soltanto avvertire il bello, ma distinguerlo dal difettoso sicchè l' osservatore, oltre all' ammirazione dovuta ai migliori frutti dell' ingegno apprenda a formare assennati giudizi per lunga successione di confronti. Quanto alle opere a" autore incerto e di dubbia apparenza, non volli seguire l'uso de molti che a tutto costo pronunziano un nome, sapendo quanto di leggeri si cada in errore, specialmente in fatto di pittori genovesi, vaganti spesso in imitazioni dell' altrui. Ma siccome ove pure non è certezza di autore, è pur sempre l'impronta decisa a"una scuola, così non venni meno all'uffìzio d'indicare lo stile che vi domina, e l'artista a cui si potrebbe attribuire il lavoro con maggiore probabilità, lasciando intero il campo a migliori giudici. De viventi scrivo riservato, e senza biasimo o lode, ove noi chiegga o. la importanza del lavoro, o X utilità d'un osservazione , ammaestrato per assai prove di quante spine sia sparso un campo nel quale i meno valenti sono i più teneri della lor fama, e i cattivi levano più alto rumor di se stessi. Di tutti costoro, alcuni tra quali son fiore d ingegno, faranno ragione i posteri, lontani da odio od amore di parte, e fuori di quelle villane insidie che mai non cessano al coscienzioso e sincero scrittore; tuttochè io mi persuada che il silenzio stesso mi verrà messo a delitto da quelli, che non han coraggio a sostenere un'urbana censura mischiata agli elogi. Per

/' esame degli autori ho preferiti i monumenti che trovami in chiese od altri luoghi pubblici a quelli che si custodiscono ne palazzi privati; sia perchè de primi abbiamo tal copia ila sopperire al bisogno, sia perchè il cittadino può recarvisi con quella frequenza e facilità che non potrebbe nelle stanze o gallerie de' signori. In queste la brevità doveva esser maggiore per due ragioni; prima perchè V esaminare ad uno ad uno i lor preziosi dipinti sarebbe materia di più volumi, e poi perchè il mio lavoro, qualunque sia, ha per iscopo d illustrare singolarmente le arti genovesi, e non quelle di scuola straniera, e adempiere in tal guisa ad un uffìzio di patria carità, che studiato da' principali municipii d Italia, varrebbe, se non m inganno, a fornire sufficienti materiali ad una storia artistica nazionale.

Cosiffatta è [opera ch' io ti presento, o cortese Lettore, condotta a fine col sudore d'oltre a sei anni; il che voglio avvertire, non già che io creda ridondarmene pure la magra lode della pazienza ; ma perch' io stimo esser debito anzi necessità in chi stende una Guida V impiegarvi quel tempo che il lavoro esige, e che domanda la doppia fatica di correre più e più

volte alla visita de singoli monumenti, e di richiamarne al pensiero le bellezze e i difetti nel silenzio della propria stanza per consegnarne la nota e i giudizi in iscritto. Nuli altro io ti chieggo che un moto di gratitudine alla mia buona volontà, e al desiderio di esser utile alla mia patria col provvederla d un libro che tuttora si stima mancante; portando certezza che ninno vorrammi recare a vanità questo mio desiderio. Con tutto questo crederò io che ì' opera esca in luce perfetta, se non altro per ciò che riguarda l'esattezza ? Sebbene io volgessi ad un tal fine i principali miei studi, son tanto lungi dal riposarmi in questa lusinga, quanto io credo impossibile che un solo uomo valga a riuscire incolpabile, vtmi nell' estrema diligenza, vuoi nel formare opinione delle infinite produzioni che fan nobile e ricca la città nostra. Stimerò d aver fatto più che molto ove pure io abbia inoltrato di un sol passo nel sentiero che guida alla perfezione , e se l'opera mia possa un giorno per mezzo dì correzioni e d'aggiunte esser degna del tuo applauso; giacchè per questa prima stampa mi fa scudo la sentenza dell' abate Luigi Lanzi; non doversi portar giudizio definitivo d un autore nella sua prima edizione. Di mezzo a tanta onda di letterarie ambizioni, non sarà inutile ch' io esprima i miei voti schietti ed ingenui alla tua benevolenza. Rinunziò apertamente alle lodi che potessero venirmi da chi vuole prodigarle innanzi di leggere od intendere ciò che loda, se pure è da attendersi che vengano lodi a me Umido scrittore, e non uso a mercarle colle arti di molti; e sorrido a biasimi che gì' inqueti e i maligni -potessero gittarmi contro per sola speranza di turbarmi un tratto quella onesta consolazione ch' è l'unico frutto di molte fatiche superate con amore e costanza. Ringrazio per lo contrario e ringrazio fin d'ora chiunque rivedendo con attenzione le presenti pagine, vorrà essermi largo di critiche cortesi ed urbane ; non già che mi torni a conforto il conoscere d' a$ere in alcuna cosa errato (come usano di millantare i più superbi) ma perch' io posÈa in tal guisa radunar correzioni, vantaggiarmi nella precisione e nella copia delle notizie, e profittarne per ulteriori appendici e ristampe. Vivi felice.

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