Wednesday, August 1, 2012

Musei Capitolini -- Nuova Ala

Speranza


Musei Capitolini

per ammirare

il nuovo allestimento dell’esedra di Marco Aurelio,

l’area del Tempio di Giove Capitolino, le sculture degli Horti Romani e le Sale Castellani

L’Amministrazione Comunale, con un eccezionale impegno, è riuscita nell’intento di mettere a disposizione un nuovo importante settore del
Complesso Museale Capitolino che, inaugurato alla vigilia delle festività natalizie e aperto al pubblico dal 23 dicembre: una occasione di rinnovato interesse nei confronti dei Musei Capitolini per i cittadini romani e per i visitatori italiani e stranieri per i quali Roma è una meta privilegiata.

Sono stati infatti portati a termine i lunghi e complessi lavori che hanno determinato uno straordinario ampliamento dei percorsi museali con la creazione un’ampia e luminosissima sala vetrata all’interno del Palazzo dei Conservatori, denominata "esedra di Marco Aurelio", progettata da Carlo Aymonino.

La realizzazione del progetto è stata curata dall’Unità Organizzativa Edilizia Monumentale della Sovraintendenza Comunale diretta dall’ architetto Lucia Funari.

I lavori sono stati seguiti dall’architetto Massimo De Carolis, in qualità di responsabile del procedimento, e dall’architetto Antonio Barella, responsabile dei restauri architettonici sul Colle Capitolino.

I lavori, durati due anni, hanno avuto un impegno finanziario di oltre cinque milioni di Euro, finanziati con fondi di " Roma Capitale" e in parte con fondi comunali.

L’attuazione del progetto ha portato all’acquisizione, nel cuore del percorso museale, di un’ampia sala riservata al gruppo equestre di Marco Aurelio, alla statua colossale di Costantino e all’Ercole in bronzo dorato. In tal modo queste opere prestigiose trovano una definitiva sistemazione che permette di ammirarle da vicino, in un contesto nuovo, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia e conservazione delle ormai fragili opere bronzee.

Il lungo e complesso lavoro scientifico e organizzativo che ha portato a questo significativo ampliamento ha visto impegnato, nel suo complesso, l’intero staff scientifico dei Musei Capitolini e in particolare la dott.ssa Maddalena Cima per le fasi di preparazione e attuazione del progetto e per l’allestimento degli Horti Romani, la dott.ssa Margherita Albertoni per l’esplorazione archeologica dell’area del Tempio di Giove, il dott. Claudio Parisi Presicce per i lavori relativi al gruppo equestre di Marco Aurelio propedeutici alla sua nova collocazione e la dott.ssa Antonella Magagnini per la sistemazione della Collezione Castellani.

L’ideazione del nuovo basamento ad opera dell’architetto Francesco Stefanori, lungi da creare un impossibile confronto con quello michelangiolesco della piazza, ha portato alla creazione di un supporto molto particolare che coniuga l’esigenza di una corretta visione alla possibilità di un " incontro ravvicinato" con la straordinaria statua di Marco Aurelio.

Con la sistemazione di questo nuovo settore museale è quasi completato il lavoro di ristrutturazione del complesso museale capitolino, ormai proiettato verso l’attuazione del progetto
" Grande Campidoglio"che sarà reso possibile grazie all’imminente disponibilità di altri edifici presenti sul Colle.

I nuovi spazi che vengono inaugurati consentono un armonico percorso intorno all’esedra di Marco Aurelio

Il primo settore consiste nel riallestimento, nelle ultime sale dell’appartamento dei Conservatori, della
La Collezione Castellani, esposta nelle originali vetrine ottocentesche e composta per la maggior parte da vasi greci ed etruschi di straordinario rilievo. Tra i pezzi più noti della collezione sono degni di particolare menzione il famoso cratere di Aristonothos (VII secolo a.C.), con la scena dell’accecamento di Polifemo da parte di Ulisse e dei suoi compagni, e una rara statua in terracotta raffigurante un dignitario etrusco, proveniente da una tomba di Cerveteri del VI secolo a.C.
 
Il secondo è contraddistinto dal rientro dalla Centrale Montemartini delle sculture provenienti dagli
Horti sull’Esquilino, i meravigliosi giardini di proprietà imperiale rimessi in luce negli scavi di fine Ottocento. Il loro riallestimento nella sede originaria della Galleria dei Fasti e nelle sale adiacenti del Palazzo dei Conservatori è stato accuratamente studiato per creare un suggestivo contrasto con l’architettura cinquecentesca del Palazzo stesso.
 
Il terzo settore è rappresentato dall’
esedra del Marco Aurelio nella quale, oltre all’imperatore filosofo, troverà posto ciò che resta della statua colossale di Costantino proveniente dal Laterano, parte significativa della donazione di Sisto IV istitutiva del primo nucleo delle collezioni capitoline nel 1471 e la grande statua dell’Ercole in bronzo dorato che costituisce la prima acquisizione dei Conservatori per la raccolta capitolina nel 1484.
• Infine il quarto ed ultimo settore è formato dagli spazi interamente rinnovati dal progetto Aymonino che fanno da corollario all’esedra del Marco Aurelio. In uno scenario di grande suggestione, una luminosissima galleria aperta sul Giardino Caffarelli, realizzata sull’area delle antiche scuderie del Palazzo, offre la possibilità di ammirare per la prima volta, con un ricco apparato di disegni ricostruttivi e plastici, gli straordinari risultati dell’esplorazione archeologica del Campidoglio. Completata nel 2000 nell’area del "Giardino Romano", ha costituito l’indispensabile fase preliminare alla realizzazione della grande esedra del Marco Aurelio.

Le scoperte archeologiche

L’area del c.d. "Giardino Romano", ora occupata dall’Esedra di Marco Aurelio, è stata interessata da un’estensiva esplorazione archeologica che ha portato uno straordinario contributo di conoscenza alla storia più antica di Roma.

In questo lembo della collina del Capitolium, che anticamente declinava verso l’Asylum (attuale Piazza del Campidoglio), le scoperte archeologiche hanno portato alla luce rari materiali riferibili a strutture di carattere abitativo e funerario.

L’ambito cronologico di riferimento comprende i primi stanziamenti dell’età del bronzo (XVII-XI secolo a.C.) - attestati da lavori di terrazzamento del pendio per l’ampliamento del Colle e da aree di

ritrovamento di materiale ceramico frammiste a resti di macellazione di animali domestici quali buoi, capre, maiali - continua per tutta l’età del ferro (X-VII secolo a.C.) - testimoniata da sepolture e dalle prime abitazioni in muratura con tetti di tegole- sino a giungere, nel VI secolo a.C., all’originario impianto del
Tempio di Giove.

L’esplorazione dell’edificio templare, risalente all’età dei Tarquinii, ne ha riportato alla luce le strutture di fondazione, ora in gran parte visibili all’interno del percorso museale.

Di particolare impatto e di grande suggestione sono i resti murari che visivamente costituiscono la delimitazione ma anche lo straordinario fondale del gruppo bronzeo del Marco Aurelio e che, come chiaramente si evince dal plastico ricostruttivo realizzato in questa occasione, appartengono alle fondazioni del colonnato di uno dei lati lunghi e del pronao del tempio dedicato a Giove Giunone e Minerva.

Le fondazioni di questo edificio, oggetto di spoliazioni fin da epoca rinascimentale, mostrano con la loro impressionante altezza - circa 12 metri fino al piano del pavimento del pronao - l’imponenza di questo tempio che misurava ben 62 metri di lunghezza x 54 di larghezza. Votato da primo Tarquinio, ma edificato con grande dispendio di danaro e di manodopera da Tarquinio il Superbo, fu inaugurato, secondo le fonti, soltanto dai primi consoli della repubblica nel 509 a.C.

Con l’apertura di questi nuovi settori il
percorso museale capitolino raggiunge la superficie complessiva di circa 10.000 metri quadrati, alternando spazi storicizzati, come le splendide sale caratterizzate dagli affreschi cinquecenteschi e dai famosi bronzi giunti sul Campidoglio sul finire del Quattrocento, o le sale del Palazzo Nuovo, con il loro ordinamento settecentesco, con settori di più recente sistemazione e acquisizione. Tra questi rivestono un ruolo particolare la Galleria di congiunzione, con il nuovo allestimento della raccolta epigrafica, il Tabularium con lo splendido affaccio sul Foro Romano e infine il valore aggiunto rappresentato dalla Terrazza e dal Giardino Caffarelli che occupano un’area complessiva di 4000 metri quadri.

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