Parchi e Ville storiche
| |||||||||
| |||||||||
Quando si parla di parchi e ville storiche, non si può non
sottolineare come Roma possegga un patrimonio ambientale incredibile e come
all'interno di questo ci siano alcune realtà che vanno guardate con occhio di
riguardo: con la bellezza dei loro giardini, l’originalità delle soluzioni
architettoniche e la ricchezza di contenuti artistici, i parchi e le ville di
Roma rappresentano spesso veri e propri musei all’aperto tanto da rappresentare
da sempre l’anima aristocratica della capitale: le vicende storiche delle aree
verdi di Roma forniscono il documento della sua cultura, divenendo la storia
stessa della città. E’ grazie al verde dei parchi, delle ville e dei giardini se
a Roma, possiamo oggi ammirare alcune vedute indimenticabili quali, ad esempio,
il ricamo vegetale nel Giardino del Lago di villa Borghese, i viali ombrosi di
villa Celimontana, la girandola dei Pini di villa Paganini, la visione in
controluce di villa Sciarra al Gianicolo, lo scorcio del Colosseo visto dal
parco del Colle Oppio, i grandi scenari degli antichi acquedotti nel Parco
dell’Appia Antica, gli incredibili tramonti dalla terrazza del Pincio. A Roma il
verde contribuisce a creare tutta una sinfonia di colori, di luci e di ombre che
induce a meditare sulla grandezza del creato e sulle opere dell'uomo ispirate
alla natura.
| |||||||||
|
Parco del Colle Oppio - Monti - viale del Monte
Oppio
Il parco di Colle Oppio si estende su una buona parte della
superficie anticamente occupata dalle Terme di Traiano e di Tito e custodisce i
resti della Domus Aurea ma passeggiando lungo i viali si può godere di magnifici
scorci del Colosseo e del Palatino. Il Colle Oppio fu sede di intensa
urbanizzazione e di realizzazioni architettoniche in età romana, poi durante il
Medioevo venne progressivamente abbandonato e per larga parte occupato da
giardini ed orti. Nel 1871, nell'ambito delle programmazioni urbanistiche rese
necessarie dalle nuove esigenze di Roma capitale, l'area venne destinata a
giardini pubblici e fu inserita nel progetto di tutela e valorizzazione della
cosiddetta "zona monumentale riservata". Il primo nucleo del parco fu realizzato
tra il 1928 ed il 1932, dall'architetto Raffaele de Vico. Il giardino si
impernia sull'incrocio di due assi viari principali (Viale Mizzi e Viale della
Domus Aurea) dotati di ingressi monumentali ed arricchiti da una serie di
fontane realizzate sfruttando la naturale pendenza dei luoghi. Tra queste, vanno
ricordate la fontana delle anfore, il grande ninfeo con decorazioni in tufo e le
due fontane gemelle affacciate su Via Labicana. La vegetazione presenta una
piacevole sintesi tra piante mediterranee (pini, lecci, cipressi, oleandri),
essenze esotiche tipiche del giardino paesistico (palme) e specie tipiche dei
giardini antichi (rose, mirto, alloro).
| ||||||||
|
Villa Aldobrandini - Monti - via Mazzarino
La villa, situata sull'estremità del colle del Quirinale, è stata
realizzata nella seconda metà del Cinquecento dall'architetto Carlo Lambardi per
la famiglia Vitelli che successivamente la cedette agli Aldobrandini. Giacomo
Della Porta, architetto di fiducia dei nuovi proprietari, dotò il palazzo di
scale e logge e di una facciata continua sul giardino che fu arricchito con
alberi ad alto fusto, mentre I viali furono arredati con statue, vasi, cippi, ed
alcune fontane. Nel 1926, ormai ridotta di dimensioni per l'apertura di via
Nazionale, passò allo Stato italiano: Il palazzo e parte del giardino, oggi
chiusi al pubblico, furono assegnati all'Istituto Internazionale per
l'Unificazione del Diritto Privato; il resto del parco, è passato al Comune di
Roma che lo ha aperto al pubblico e su progetto di Cesare Valle, fece costruire
nel 1938 una scalinata per il nuovo ingresso pubblico su via Mazzarino.
L'apertura del tracciato di Via Nazionale, alla fine del XIX secolo, ha
sacrificato gran parte del giardino storico ed ha trasformato la villa in un
giardino pensile al quale si accede salendo circa 90 scalini articolati in due
rampe che partono da Via Mazzarino. Grazie alla sua struttura circolare e alla
sua posizione a strapiombo su largo Magnanapoli, è possibile ammirare suggestivi
scorci dei Mercati Traianei, della Salita del Grillo e del palazzo del
Quirinale.
| ||||||||
Giardini del Quirinale - Trevi - via del
Quirinale
I giardini del Quirinale rappresentano una delle aree verdi più
belle e affascinanti della Capitale. Famosi per la loro posizione privilegiata
che li costituiscono quasi come "isola" sopraelevata su Roma, sono stati nel
corso dei secoli modificati a seconda dei gusti e delle necessità della corte
papale. L'attuale sistemazione integra il giardino "formale" seicentesco
prospiciente il nucleo originale del palazzo con il giardino "romantico" della
seconda metà del Settecento, conservando di quell'epoca la Coffee House
edificata da Ferdinando Fuga come sala di ricevimento di Benedetto XIV
Lambertini. Complessivamente, giardini del Quirinale misurano 4 ettari, che
iniziano con il grande viale delle palme per proseguire con sentieri tracciati
da siepi di bosso e alloro arricchiti da molte fontane. Palme, pini, lecci,
camelie, magnolie, rose e cedri del Libano contribuiscono a rendere ancora più
suggestiva la vista magnifica su tutta Roma che da qui si può ammirare. Una
particolarità dei giardini del Quirinale è il famoso organo ad acqua, tuttora
funzionante tramite una piccola cascata con un salto di 18 metri proveniente
dalla collina, sufficiente ad alimentare l'organo per non più di mezz'ora.
Oggi il Palazzo e i giardini sono residenza del Presidente della
Repubblica italiana e sono aperti al pubblico solo in occasione della Festa
della Repubblica,
| |||||||||
| |||||||||
|
Giardino di Carlo Alberto - Trevi - via Piacenza
Il giardino, situato di fronte al Palazzo del Quirinale, era
originariamente chiamato anche Giardino del Quirinale ma successivamente prese
il nome dal monumento equestre di Carlo Alberto di Savoia qui montato nel 1900.
Il giardino fu creato per la visita a Roma dell'imperatore Guglielmo II nel
1889, ospitato nell'ala del Palazzo del Quirinale antistante. Per la venuta
dell'imperatore fu possibile solo la creazione di un giardino effimero che durò
il tempo della visita ed il giardino definitivo fu realizzato nel 1893-94,
quando furono costruiti un laghetto e uno spazio ellittico centrale circondati
da vialetti con pregiate varietà di piante sia mediterranee che
esotiche.
| ||||||||
|
Parco di S. Andrea al Quirinale - Trevi - via
Piacenza
Il parco è annesso al complesso conventuale di S. Andrea al
Quirinale. I religiosi che rientravano dalle missioni in lontani paesi avevano
la tradizione di riportare piante sconosciute, che venivano ospitate nel parco:
per questo oggi si possono ammirare i bellissimi cedri secolari e un esemplare
di canfora di notevoli dimensioni.
Il terreno venne espropriato nel 1871 dal Ministero della
Real Casa, nell'ambito delle sistemazioni progettate dopo il 1870, che
prevedevano la sistemazione dei Ministeri e del Parlamento, le strutture
pubbliche più importanti del nuovo regno, vicino al Palazzo Reale del Quirinale.
Nel 1887 furono affidati a Giuseppe Roda, giardiniere reale, i lavori per la
realizzazione di un giardino che venne realizzato nel 1888. Nel 1969, per
iniziativa del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, il giardino fu
aperto al pubblico, anche se la consegna ufficiale al Comune avvenne solo nel
1998.
| ||||||||
Passeggiata del Pincio - Campo Marzio - salita del Pincio
La Passeggiata del Pincio venne concepita
dall'amministrazione napoleonica, insediata a Roma dal 1810, per soddisfare
molteplici esigenze di natura urbanistica e sociale: da un lato la sistemazione
della stessa piazza del Popolo come ingresso principale a Roma da Nord,
dall'altro l'esigenza di dotare la seconda città dell'impero di uno spazio
urbano finalizzato allo svago e alla salute del popolo. Quando nel 1814 l'impero
napoleonico si dissolse, i lavori del Pincio, già iniziati secondo il progetto
dell'architetto francese Berthault, proseguirono sotto il restaurato governo
pontificio e furono diretti dal Valadier. Portata a compimento tra il 1811 e il
1823, la Passeggiata del Pincio è stata, fino alla metà del '900, il vero e
proprio parco cittadino, la promenade urbana, il giardino dove i romani hanno
potuto gustarvi innumerevoli eventi e spettacoli, dalle girandole pirotecniche
ai concerti bandistici in voga a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, fino
agli appuntamenti musicali odierni. Ancora oggi è meta di passeggiate e il
piazzale Napoleone, che si affaccia su Piazza del Popolo, è una delle mete
preferite dai romani e dai turisti. A piazzale Napoleone I, dal cui Belvedere si
gode uno dei migliori panorami di Roma, ha inizio la serie di 229 busti di
uomini illustri, collocati a partire dal 1849. Alle spalle del belvedere è un
grande slargo ed in asse con il piazzale è una fontana rotonda al centro del
quale è stato posto nel 1868 il gruppo che rappresenta Mosè affidato alle acque
del Nilo. Sul Viale dell'Orologio si trova l'orologio ad acqua attribuito al
padre domenicano Giovanni Battista Embriago e qui collocato nel 1873 al centro
di un laghetto circondato da una cancellata di ferro. Il Viale dell'Obelisco è
ancora organizzato in massima parte secondo il progetto originario del Valadier
che aveva ideato una fusione tra il giardino all'italiana e il giardino
romantico all'inglese. A metà del viale si erge l'obelisco che l'imperatore
Adriano aveva dedicato al suo favorito Antinoo: rinvenuto nei pressi di Porta
Maggiore, l'obelisco venne trasportato e collocato al Pincio nel 1822 per volere
di Pio VII. Tutta questa zona è organizzata in funzione della Casina Valadier,
realizzata nel 1813 da Giuseppe Valadier che ristrutturò il preesistente casino
Della Rota in caffè, facendolo diventare uno dei punti focali della passeggiata.
| |||||||||
| |||||||||
|
Villa Medici - Campo Marzio - via della Trinità dei
Monti
Lo spazio in cui sorge la villa era occupato in epoca romana dagli
Horti Luculliani; caduto l'impero, la sua posizione periferica ne causò
l'utilizzazione a vigna fino a quando nel 1576 la proprietà fu acquisita dal
cardinale Ferdinando de' Medici, che commissionò i lavori della villa a
Bartolomeo Ammannati. Secondo il gusto dell'epoca, una parte dei ruderi furono
interrati, mentre bassorilievi e statue romane riemerse dalle vigne venivano
incastonate, in una sorta di grande museo all'aperto, nella facciata della villa
e nel grande giardino. Per un secolo e mezzo la villa fu uno dei luoghi più
eleganti e mondani di Roma, sede degli ambasciatori del Granducato di Toscana
alla corte papale. Quando, nel 1737, la linea granducale dei Medici si estinse,
la villa passò ai Lorena, come il Granducato, la villa venne progressivamente
spogliata di tutte le sue collezioni a seguito del desiderio dei Lorena di
radunare a Firenze tutte le collezioni medicee.
Durante l'età napoleonica, Bonaparte vi trasferì l'Académie de
France à Rome: in questi ultimi anni all'Accademia si deve la valorizzazione del
complesso come sede di prestigiose manifestazioni e mostre artistiche che
mantengono vivo l'impegno di diffondere la cultura d'oltralpe a
Roma.
| ||||||||
|
Giardini del Campidoglio - Campitelli - via di Monte
Caprino
Il giardino si arrampica sulle pendici del colle del Campidoglio,
in una zona dove nel medioevo in questa zona pascolavano capre e pecore, da cui
probabilmente deriva il nome Monte Caprino. I frati dell'Aracoeli coltivavano
qui i loro ortaggi ed infatti, tranne per alcune palme, la vegetazione era
composta da arbusti, cespugli da fiore e cactacee. I primi lavori per
trasformare l'area in un giardino furono eseguiti nel periodo del pontificato di
Pio IX quando l'architetto comunale Gioacchino Ersoch e il capo giardiniere
Augusto Formilli, furono incaricati della costruzione di un pergolato ricoperto
di piante, che portasse alla piazza del Campidoglio, per proteggere i passanti
dal sole nei mesi caldi. La pergola con tubi in ferro fu costruita a ridosso
della scalinata dell'Aracoeli ed ultimata nel 1881. La pubblica apertura del
giardino si ebbe il 20 settembre del 1887. Nel 1931 partirono i cantieri di
trasformazione del colle nella forma che oggi vediamo.
| ||||||||
|
Parco della Resistenza dell'Otto Settembre - Ripa - via
Gelsomini
Il parco occupa un’area triangolare tra viale Aventino e viale
della Piramide Cestia. Il parco venne concepito da Raffaele de Vico in due aree,
una di contesto urbano con pini, lecci e palme che mediano il passaggio tra
l’Ufficio postale limitrofo e l’area verde ed una di raccoglimento intimo che
ospita un gruppetto di pioppi ed una fontana con l’anfora ed un insieme di ulivi
ordinati all’interno di partizioni rettangolari.
| ||||||||
Giardino degli Aranci - Ripa - piazza Pietro
d'Illiria
Il
Giardino degli Aranci, il nome con cui generalmente si indica il Parco Savello,
per la presenza di numerose piante di aranci amari che lo caratterizzano, si
estende nell'area dell'antico fortilizio eretto dalla famiglia dei Savelli (da
cui il nome Parco Savello) intorno al 1285 nei pressi della chiesa di Santa
Sabina sull'Aventino. Il giardino, come si presenta attualmente, fu realizzato
nel 1932 dall'architetto Raffaele de Vico, dopo che, nell'area che i padri
Domenicani della vicina chiesa tenevano ad orto, era stato previsto di destinare
a parco pubblico, in modo da offrire libero accesso alla vista da quel versante
del colle, creando un nuovo belvedere romano, da aggiungere a quelli già
esistenti del Pincio e del Gianicolo. Dal belvedere affacciato sul fiume si gode
una splendida vista di Roma che va dall'ansa del Tevere alla Basilica di S.
Pietro. Il giardino, piantato ad aranci, con riferimento all'arancio presso cui
predicava S. Domenico, fondatore dell'ordine, conservato nel vicino chiostro di
S. Sabina e visibile tramite un foro aperto nel muro del portico della chiesa,
ha un'impostazione estremamente simmetrica, con un viale mediano in asse con il
belvedere, che è stato intitolato a Nino Manfredi. L'ingresso principale, in
Piazza S. Pietro d'Illiria, fu arricchito nel 1937 dal portale proveniente da
Villa Balestra sulla via Flaminia.
| |||||||||
| |||||||||
|
Villa del
Priorato di Malta - Ripa- piazza dei Cavalieri di Malta
La
Villa del Priorato di Malta è la sede storica del Sovrano Militare Ordine di
Malta ed ospita le ambasciate presso la Santa Sede e presso lo Stato Italiano
dell'Ordine.
Il
sito, a picco sull'Emporio del Tevere, già nel X secolo era occupato da un
monastero benedettino fortificato; passò poi ai Templari e, dopo il loro
scioglimento, ai Cavalieri Ospitalieri, predecessori dell'attuale Ordine, che vi
stabilirono il loro Priorato. Profondi restauri furono operati dal XV al XVII
secolo, ma nel 1765 il nipote di Clemente XIII, cardinal Rezzonico, affidò a
Piranesi la ristrutturazione dell'ingresso al Priorato. Il risultato, unica
opera architettonica dell'autore, fu la piazzetta settecentesca, esemplare quasi
unico a Roma di ambientazione urbanistica rococò, sulla quale si apre il portale
d'ingresso alla Villa. La piazzetta è nota soprattutto perché dal buco della
serratura del portone d'ingresso è esattamente inquadrata, in fondo al giardino,
la cupola di San Pietro.
| ||||||||
|
Roseto Comunale - Ripa - via di Valle Murcia
Il Roseto comunale di Roma si sviluppa sulle pendici dell'Aventino,
appena sopra il Circo Massimo e segue la pendenza del terreno con una forma ad
anfiteatro.
Originariamente il roseto comunale si trovava sul colle Oppio, ma
andò distrutto durante la seconda guerra mondiale. L’'area dove ora fiorisce il
roseto, la Valle Murcia, era invece sede dal III secolo a.C. di un tempio di
Flora, ed era poi rimasta agricola fino a quando, vi fu collocato dal 1645 il
cimitero ebraico e il sito era per ciò detto "Ortaccio degli
Ebrei".
Il cimitero ebraico fu spostato nel 1934 in un settore del cimitero
del Verano, e nel 1950 il Comune, con l'accordo della Comunità ebraica decise di
ricreare il roseto nell'area attuale. L'antica destinazione non fu però
cancellata: i vialetti che dividono le aiuole nel settore delle collezioni
formano in pianta il disegno di una menorah, il candelabro a sette braccia, e ai
due ingressi venne posta una stele con le Tavole della Legge di Mosè che ne
ricorda la passata destinazione, opera dell'architetto Angelo Di
Castro.
Nell’area sono ospitate circa 1.100 diverse specie di rose che
permettono di tracciare l'evoluzione della rosa dall'antichità ad
oggi.
| ||||||||
|
Orto Botanico - Trastevere - largo Cristina di
Svezia
L'Orto botanico di Roma è situato nell'antico parco di villa
Corsini, un tempo residenza di Cristina di Svezia.
L'antenato dell'attuale Orto botanico di Roma è il Simpliciarius
Pontificius Vaticanus, cioè il giardino dei semplici dove si coltivavano piante
medicinali e utili, presenza costante nei monasteri, già menzionato sotto il
pontificato di Bonifacio VIII. Successivamente ricostruito da Pio IV e da Pio V
che lo ingrandirono, ebbe un periodo di decadenza e di abbandono fino a quando
Alessandro VII ne fece uno dei principali giardini botanici d'Europa,
utilizzandovi l'acqua dell'acquedotto che Paolo V aveva condotto da Bracciano al
Gianicolo, ripristinando l'antico acquedotto di Traiano.
Con l'unità d'Italia, nel 1883, l'Orto botanico approda alla sua
odierna dimensione, quando lo Stato acquisisce la proprietà del giardino di
Villa Corsini.
Il giardino ospita attualmente oltre 3000 specie vegetali; con i
suoi dodici ettari di parco e circa 2.000 metri quadrati di serre è uno dei
maggiori d'Italia.
| ||||||||
Passeggiata del Gianicolo - Trastevere - viale Garibaldi
La Passeggiata del Gianicolo, da cui si gode uno dei panorami più
suggestivi del centro storico di Roma, è costituita da due grandi viali
alberati, costeggianti Villa Aurelia, che si riuniscono nel piazzale Garibaldi
per proseguire poi in un'unica strada che scende a tornanti verso la chiesa di
Sant'Onofrio. La sistemazione del Gianicolo a giardino pubblico era iniziata,
in realtà, già sotto il Governo pontificio, con la collocazione, nel 1857, di un
busto a Torquato Tasso presso l'antica quercia dove il poeta si ritirava a
meditare; la passeggiata aveva l'aspetto di un'alberata di olmi, robinie e
platani e l'area oggi occupata dall'Ossario garibaldino era sistemata con un
giardino all'inglese. Nel 1883 le nuove istituzioni "italiane", Stato e Comune,
acquistarono l'area per trasformarla in passeggiata pubblica, dedicandola alla
memoria della Difesa di Roma: sin dall'inizio si pensò ad un arredo
"celebrativo" che potesse rievocare i contenuti patriottici della storia del
luogo. Sulla sommità della Passeggiata (piazzale Garibaldi), fu eretto un
monumento in onore di Giuseppe Garibaldi: si tratta di una grande statua
equestre su un basamento decorato da gruppi bronzei raffiguranti episodi di
battaglie garibaldine e le allegorie dell'Europa e dell'America. Il monumento fu
inaugurato nel 1895, ma fu anche deciso di collocare lungo la Passeggiata del
Gianicolo i busti dei garibaldinii che avevano combattuto per la difesa e per la
liberazione di Roma nel 1849. Così, tra il 1885 e il 1888 vennero collocate al
Gianicolo numerose erme di eroi garibaldini. Completano l'insieme dei monumenti
celebrativi gianicolensi il Monumento equestre ad Anita Garibaldi, realizzato da
Mario Rutelli e inaugurato nel 1932, edil faro donato alla città dagli Italiani
d'Argentina in occasione del cinquantenario dell'unità d'Italia e per
commemorare Roma capitale (19 Settembre 1911). Dal 1904, sotto il Belvedere del
Gianicolo, alle ore 12 in punto tre soldati ogni giorno caricano un obice a
salve e sparano un colpo. E’ una tradizione che continua ancora oggi e vede la
domenica la partecipazione di romani e turisti.
| |||||||||
| |||||||||
|
Villa Lante - Trastevere - passeggiata del
Gianicolo
Villa Lante al Gianicolo è una delle ville romane meglio
conservate del Cinquecento: fu costruita su progetto di Giulio Romano tra il
1518 e il 1531 e comprendeva un giardino di forma quadrangolare antistante la
facciata e un viale in asse con la palazzina. Il proprietario, Baldassarre
Turini, volle utilizzarla come residenza di campagna per feste e riunioni
letterarie, ma non molto tempo dopo la sua morte, avvenuta nel 1543, gli eredi
si disfecero della proprietà, vendendola nel 1551 ai Lante che la mantenerono
per 250 anni, così che il loro nome, come spesso accade, è prevalso sul primo.
Costoro, già proprietari dei terreni limitrofi, ne
ingrandirono il giardino portandolo a nove ettari, ma questo, un secolo dopo,
venne tagliato dalle mura di Urbano VIII che dovevano incorporare nel centro
abitato la parte settentrionale del Gianicolo. Nel 1817 la villa fu venduta ai
Borghese e successivamente acquistata, nel 1909, dall'archeologo tedesco
Wolfgang Helbig che già vi abitava dal 1880, che la rivendette nel 1950 allo
Stato Finlandese che lo ha destinato a sede della sua ambasciata presso la Santa
Sede e dell'Istituto Romano di Finlandia, che si occupa di ricerche
archeologiche.
| ||||||||
|
Villa Sciarra - Trastevere - via Dandolo
Situata sulle pendici del Gianicolo e addossata alle mura
gianicolensi, con i suoi sette ettari e mezzo di superficie è uno dei parchi
romani più interessanti dal punto di vista botanico e paesaggistico, ricco di
originali fontane e gruppi scultorei di ispirazione
mitologica.
Ha
ricevuto il suo nome da uno dei rami della famiglia Barberini, i principi
Sciarra di Carbognano, ai quali giunse in eredità dopo essere appartenuta, tra
gli altri, agli Ottoboni, ai Mignanelli e agli stessi Barberini. Con la perdita
della proprietà da parte di Maffeo II Sciarra in seguito a speculazioni
finanziarie sbagliate, il terreno venne diviso in lotti e una vasta estensione
del territorio della villa fu destinata ad area edificabile; si salvò la parte
più alta dei giardini intorno al Casino Barberini che, dopo altri passaggi di
proprietà, venne acquistata nel 1902 da George Wurts. L'aspetto attuale della
villa è interamente frutto delle trasformazioni effettuate dagli ultimi
proprietari, George Wurts e la moglie Henrietta Tower. Quest'ultima, nel 1930
alla morte del marito, donò la villa a Benito Mussolini ponendo la condizione
che fosse destinata a parco pubblico; con piccoli interventi realizzati da
Raffaele De Vico il giardino fu aperto così come lo si può ammirare tuttora.
Molto interessante è anche il patrimonio verde che unisce
essenze proprie della flora italiana e mediterranea ad una vasta scelta di
essenze esotiche.
| ||||||||
|
Villa Farnesina - Trastevere - via della Lungara
La Villa della Farnesina fu commissionata all’architetto
Baldassarre Peruzzi dal banchiere senese Agostino Chigi, lontano dagli affanni e
dalla dimora cittadina in via dei Banchi. La costruzione fu decorata, oltre che
dal Peruzzi stesso, da Raffaello e da Sebastiano del Piombo con affreschi
ispirati ai miti classici. Alla fine del '500 fu acquistata dal Cardinale
Alessandro Farnese, da cui viene il nome di Farnesina, per distinguerla dal
Palazzo Farnese, al di là del fiume; secondo un progetto di Michelangelo un
ponte sul Tevere doveva collegare le due proprietà dei
Farnese.
La villa passò poi ai Borbone, poi al Duca di Ripalta e
infine fu acquistata dallo Stato italiano come sede dell'Accademia d'Italia. Ora
è proprietà dell'Accademia dei Lincei.
| ||||||||
|
Villa Maraini - Ludovisi - via Ludovisi
Gioiello dei primi del ‘900 romano, Villa Maraini fu
costruita dall’architetto Otto Maraini per il fratello Emilio, industriale
svizzero. Sorge su una collina artificiale ed è circondata da un giardino con
ninfeo a forma di grotta.
Dalla sua caratteristica Torre Belvedere si gode una vista
suggestiva su tutta Roma.
| ||||||||
|
Parco degli Scipioni - Celio - via di Porta
Latina
Il Parco degli Scipioni copre un'area compresa tra le antiche
vie Latina e via Appia, all'interno della cerchia delle Mura Aureliane.
Realizzato nel 1929 dall'architetto Raffaele de Vico, il parco prende il suo
nome dal Sepolcro degli Scipioni che si trova al suo interno. Le prime scoperte
archeologiche dell’area, caratterizzata fino ad allora da orti e vigne,
risalgono al 1614 e proseguirono fino alla prima metà del XIX secolo. Dopo
l'unità d'Italia, il Comune acquistò la zona archeologica e nel 1926 fu avviato
il restauro integrale del sepolcro degli Scipioni e la sistemazione dell’area
circostante che terminò nel 1931.
Il giardino è caratterizzato da tre sistemi di viali che si
incrociano diagonalmente, subordinati al più ampio viale centrale che parte
dall'ingresso di Via di Porta Latina. I percorsi sono delimitati da alberi ad
alto fusto, tra cui pini e cipressi, mentre altre piante mediterranee come
lecci, allori, mirti, fiancheggiano i ruderi
archeologici.
| ||||||||
|
Passeggiata Archeologica - Celio - piazzale Numa
Pompilio
La Passeggiata Archeologica, o Parco di Porta Capena, fu
realizzata su progetto di Giacomo Boni, Rodolfo Lanciani e Nicodemo Severi per
tutelare i monumenti antichi dall’espansione delle costruzioni moderne. I lavori
di sistemazione iniziarono nel 1914 ed il parco venne inaugurato nel 1917: il
risultato fu una zona verde che si estendeva dalle Terme di Caracalla al Circo
Massimo. Già negli anni trenta il parco fu alterato con lo sventramento di Via
dell'Impero e l'allargamento di Via di San Gregorio. All'interno della
Passeggiata si trova la chiesetta sconsacrata di S. Maria in Tempulo in Via
delle Camene, restaurata e adibita alla celebrazione dei matrimoni civili.
| ||||||||
|
Parco di S. Sebastiano - Celio - via delle Terme di
Caracalla
Il Parco fu istituito nel 1925 quando, dopo lunghi espropri,
l'area fu consegnata al Governatorato di Roma come seconda zona della
Passeggiata Archeologica.
Adibita in epoca romana a sepolture e a eleganti residenze,
la zona fu nell'alto Medioevo luogo di vigne e di orti legati alla presenza di
complessi religiosi e assistenziali. Al suo interno si trovano la Chiesa di S.
Cesareo e la Casina detta del Cardinal Bessarione. Nel 1934 fu decisa la
costruzione della sede della Scuola Giardinieri, per la formazione di
giardinieri comunali. Nel 1936 venne creata, nella parte più alta dell'area a
verde, una colonia elioterapica utilizzata annualmente per la villeggiatura
estiva dei bambini. La vocazione scolastica del parco, inaugurata negli anni
Trenta, è tuttora mantenuta con la presenza di due scuole materne.
| ||||||||
|
Parco Egerio - Celio - piazzale Numa Pompilio
Il parco deve il suo nome al fatto che alle pendici del
Celio, poco fuori le mura, sorgeva il leggendario Bosco delle Camene, dove in
una grotta scaturiva una fonte d'acqua, presso la quale, secondo la leggenda, la
ninfa Egeria si incontrava con Numa Pompilio e gli dava consigli per il governo
della città. L'attuale sistemazione delle pendici del parco con prati, alberi di
alto fusto e arbusti, garantisce il mantenimento paesaggistico della quinta
verde del colle, vista dall'Appia Antica.
| ||||||||
|
Parco di S. Gregorio al Celio - Celio - salita di S.
Gregorio
Il parco situato sul versante sud-occidentale del Colle Celio
è stato ricavato dall'antico orto del Monastero camaldolese di S. Gregorio al
Celio. Il monastero possedeva, oltre alla chiesa e all'oratorio dedicati a S.
Andrea Apostolo, una biblioteca, una foresteria, un granaio e una stalla; il
tutto inserito nella vocazione assistenziale e caritatevole dell'istituzione
gregoriana che costituirono un hospitium per i poveri e i diseredati e
finalizzando lo sfruttamento della proprietà in loro possesso al sostentamento
personale e dell'opera di assistenza. Con la liquidazione dell'Asse
Ecclesiastico dopo il 1870 il complesso monastico fu consegnato al Comune di
Roma ma il complesso ha sempre mantenuto le finalità
socio-assistenziali-pedagogiche. Oggi vi è un asilo comunale, per l'infanzia,
mentre l'ex convento è occupato dalla Congregazione delle Suore di Madre Teresa
di Calcutta.
| ||||||||
|
Semenzaio di S. Sisto - Celio - piazza di Porta
Metronia
Adiacente a Villa Celimontana, costituisce fin dall’inizio
del XIX secolo il vivaio per la produzione di piante per i giardini e parchi
pubblici di Roma e ospita la sede del Servizio Giardini del Comune di Roma. Qui
viene coltivata con cure particolari la delicata collezione di azalee che ogni
anno, nel periodo della fioritura, viene esposta lungo la scalinata di Trinità
dei Monti, a Piazza di Spagna. Il Semenzaio ospita anche una ricca e preziosa
collezione di orchidee, rinomata per i numerosi premi vinti.
| ||||||||
|
Villa Celimontana - Celio - via della Navicella
Tra le ville del centro storico è sicuramente una delle più
note e frequentate. Come dice il suo nome, è situata sul colle Celio e ha
l'ingresso principale in piazza della Navicella, quasi attaccato alla chiesa di
S. Maria in Domnica. Nella prima metà del Cinquecento il sito era occupato da
una vigna ed in seguito trasformata in villa dalla famiglia Mattei, che affidò
l'incarico di costruire un casino a Giacomo del Duca, seguace di Michelangelo.
La fama dei giardini Mattei era divenne ben presto notevole, non tanto per la
vegetazione in sé quanto proprio per la ricchezza dei marmi antichi, soprattutto
bassorilievi e anche un obelisco egizio risalente al periodo di Ramsete II,
tanto è vero che la sua visita era quasi un obbligo per i viaggiatori e nello
stesso tempo uno dei luoghi prediletti dalla nobiltà per i suoi intrattenimenti.
Il giardino è legato anche all'apostolato di San Filippo Neri: era consuetudine
infatti farvi una sosta ricreativa, durante il pellegrinaggio alle Sette Chiese.
Infatti i Mattei concedeva no l'apertura del loro giardino al popolo romano,
almeno una volta all'anno, in occasione del pellegrinaggio alle Sette Chiese
istituito da San Filippo Neri. Con l'estinzione della Mattei casata avvenuta nel 1801, si ebbero diversi passaggi
di proprietà fino a quando la villa pervenne al barone bavarese Riccardo
Hoffmann: a seguito della guerra 1915-18 , lo Stato Italiano la confiscò a
quest'ultimo proprietario come bene appartenente all’ex nemico. Dal 1926 è una
proprietà del comune di Roma, che assegnò il Palazzetto Mattei alla Società
Geografica Italiana, ed è parco pubblico dal 1928.
| ||||||||
|
Parco della Mole Adriana - Prati - lungotevere
Castello
La sistemazione a giardino dell'area, detta anticamente
"Piazza d'armi", fu realizzata negli anni trenta del XX secolo. , quando il
Governatorato avviò i lavori di realizzazione dell'attuale parco affidandone il
progetto ad Attilio Spaccarelli, che organizzò il giardino con un doppio filare
d'alberatura lungo tutti e quattro i rampari, aiuole lungo la cinta quadrata ed
un parterre triangolare nella piazza d'armi.
Per collegare i viali superiori al giardino basso furono
realizzate, di fronte ai bastioni, due scalee monumentali coronate da esedre
arredate con fontane. In occasione del Giubileo del Duemila è stato realizzato,
accanto a Castel Sant'Angelo, sul lungotevere, un giardino classico
all'italiana.
| ||||||||
|
Villa Glori - Parioli - piazzale del Parco della
Rimembranza
Il Parco di Villa Glori è situato sul Monte Caciarello,
un'altura che da Via dei Monti Parioli scende fino al Tevere. Fu acquisita per
uso pubblico dall'amministrazione Nathan allo scopo di creare un parco
panoramico sfruttando la felice posizione di altura. Il progetto di
risistemazione fu eseguito nel 1923 da Raffaele De Vico e nel 1930, al suo
interno, fu realizzato un "Parco della Rimembranza" in memoria dello scontro tra
garibaldini e guardie pontificie che ebbe luogo il 23 ottobre 1867 e che costò
la vita a Enrico Cairoli, che insieme al fratello Giovanni e ad altri settanta
volontari aveva raggiunto Roma allo scopo di scatenare l'insurrezione del popolo
romano. Poco distante dalla sommità vi è il Piazzale dell'Altare sul quale si
erge la colonna commemorativa dei caduti del 1867. Sul piazzale di Villa Glori
sorge un Momumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
| ||||||||
Villa Borghese - Pinciano -
Il Parco di Villa Borghese occupa una vasta area nel cuore della città,
compresa tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale
Flaminio, ed i nuovi quartieri Salario e Pinciano sorti nei primi anni del
Novecento. E' tra le ville romane una delle più ricche di testimonianze
artistiche e paesaggistiche. Al suo interno racchiude edifici, sculture,
monumenti e fontane, opera di illustri artisti dell'arte barocca, neoclassica ed
eclettica, contornati da alberi secolari, laghetti, giardini all'italiana e
grandi spazi liberi. Per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti
culturali, la villa è definita "Parco dei Musei". Descritta nelle guide della
città di tutte le epoche, ritratta da artisti famosi, ispiratrice di celebri
musiche e di intense pagine di letteratura, Villa Borghese lascia trasparire
ancora oggi, negli scorci inattesi del suo parco, lo splendore di un tempo. Dopo
l'Unità d'Italia si aprì il contenzioso tra la famiglia Borghese e lo Stato
italiano sul possesso della Villa e al termine di una lunga controversia legale,
lo Stato italiano acquistò nel 1901 l'intero complesso monumentale. Nel 1903 il
Parco fu ceduto al Comune di Roma e aperto al pubblico. Nell'atto di cessione lo
Stato mantenne la proprietà del Casino nobile e della ricca collezione artistica
in esso contenuta, per trasformarlo in pubblico museo. Nel 1908 venne realizzato
il cavalcavia di collegamento con il Pincio e nel 1911 nella zona del terzo
recinto venne inaugurato il nuovo Giardino. Nel 1911 fu aperto il nuovo ingresso
verso Valle Giulia, che collegava la villa alla nuova viabilità realizzata per i
nascenti quartieri Parioli e Flaminio, e fu realizzata la grande scalinata di
accesso a piazzale Firdousi. Fin dal 1904, nei viali della villa vennero
collocati monumenti celebrativi dedicati ad illustri letterati o eroi stranieri,
dono delle proprie nazioni alla città di Roma, che inaugurarono una tradizione
ancor oggi viva.
| |||||||||
| |||||||||
|
Villa Balestra - Pinciano - via Ammannati
L'attuale giardino pubblico di Villa Balestra con vista sul Parco
di Monte Mario è quello che resta di una splendida villa cinquecentesca adagiata
sulla sommità dei Monti Parioli al di sopra del tratto iniziale di viale
Tiziano. Acquistata dal Cavaliere Giuseppe Balestra nel 1880 fu smembrata a
partire dal 1910 e divenne proprietà del Comune di Roma nel
1939.
Del parco originario resta solo una porzione: l' attuale area dei
giardini pubblici di proprietà del Comune di Roma copre una superficie di poco
meno di 15.000 mq., ha una forma ellittica ed è strutturata su due viali
paralleli e tre grandi aiuole con alberature ad alto fusto.
| ||||||||
|
Villa Strohl Fern - Pinciano - viale Madama
Letizia
Villa Strohl Fern corrisponde al vasto comprensorio boschivo e
prativo confinante con la linea terminale della Villa Borghese dal Propileo di
sinistra fino alla Scalinata su Valle Giulia. La villa fu voluta dal nobile
alsaziano Alfred Wilhelm Strohl che si era rifugiato a Roma come esule per la
particolare situazione politica della sua terra d'origine contesa all'epoca fra
Francia e Germania. La villa era stata immaginata come una sorta di “piccola
patria”, un approdo per artisti e letterati: infatti, oltre all'edificio
centrale, sono presenti edifici di stile neogotico e piccoli chalet, pensati
come dimore degli ospiti-artisti.
Alla sua morte, nel 1937, la villa passò per testamento allo Stato
Francese e da alcuni decenni vi è ubicato il Lycée Chateaubriand di
Roma.
| ||||||||
Villa Ada Savoia - Salario - via Salaria
Villa Ada è il secondo più grande parco pubblico di Roma dopo
villa Doria-Pamphili. Situata sulla via Salaria, poco fuori le mura aureliane,
l'area della villa corrisponde a un territorio abitato sin dall'epoca romana:
sulla collina oggi in parte occupata dal Forte Antenne, prospettante la
confluenza del Tevere con l'Aniene, era infatti ubicata l'antica città di
Antemnae.
La zona del parco sulla sinistra di via Salaria, estesa
proprio fino alla confluenza del Tevere con l'Aniene, era frazionata, ancora
alla seconda metà del Settecento, in innumerevoli poderi e tenute, con vigne,
boschi, seminativi e canneti, tra i quali emergevano casini nobili e giardini.
La parziale unificazione di queste proprietà si deve al principe Luigi
Pallavicini alla fine degli anni Ottanta del Settecento, poi, quando nel 1871
Vittorio Emanuele II e la sua corte si insediarono a Roma, il re acquistò la
villa e le aree limitrofe che si estendevano fino alle pendici di Monte Antenne,
per costruirci la propria residenza e la tenuta di caccia. Il progetto e la
direzione dei lavori furono affidati al paesaggista Emilio Richter, Direttore
delle Ville e Parchi Reali ed in pochi anni vennero costruite le Scuderie, la
Torre neogotica e la Villa Reale. Contemporaneamente alla costruzione degli
edifici, vennero realizzati lavori di sistemazione del parco con la costruzione
di due laghi e la messa a dimora di circa 100.000 piante. Alla morte del re, nel
1878, la villa fu venduta al conte di origine svizzera Tellfner, amministratore
dei beni della casa reale, che la chiamò Ada in onore della moglie. Dopo poco
più di un ventennio, nel 1904, il complesso venne riacquistato dai Savoia e
divenne residenza reale fino al 1946 (Villa Savoia). Alla caduta della monarchia
nel 1946, la parte della Villa che era proprietà personale del re rimase ai suoi
eredi, mentre quella proprietà della casa reale divenne patrimonio pubblico e
dopo alcuni interventi di sistemazione, nel 1957, è entrata a far parte delle
ville di pertinenza del Comune di Roma e quindi liberamente accessibile. La
parte privata è stata invece lasciata in uno stato di abbandono pressoché totale
e conserva ancora oggi molti tracciati del vecchio impianto, tra cui quelli del
giardino settecentesco.
| |||||||||
| |||||||||
Villa Torlonia - Nomentano - via Nomentana
Villa Torlonia, la più recente delle ville nobiliari romane,
conserva ancora oggi un particolare fascino dovuto all'originalità del giardino
paesaggistico all'inglese e alla ricca e inaspettata quantità di edifici ed
arredi artistici disseminati nel parco. La vigna situata lungo la Via Nomentana
ad un miglio da Porta Pia, fu acquistata dal marchese Giovanni Torlonia nel
1797, poi la tenuta divenne una delle più fastose residenze della nobiltà
romana. Dapprima,
tra gli anni
1802-1806, il Valadier trasformò il preesistente edificio in un casino nobile
ispirato alla Farnesina Chigi e nella sistemazione del parco. In seguito, negli
anni dal 1835 al 1842, con i lavori diretti da Giovan Battista Caretti e
Giuseppe Japelli che furono ulteriormente ampliati il casino nobile e
trasformato il Villino dei Principi in un edificio neorinascimentale; fu
edificata la Limonaia, un anfiteatro e le scuderie; la parte nuova che, a
differenza di quella più antica conservava l'impostazione data da Valadier, fu
sistemata secondo i canoni dei giardini all'inglese, con montagnole, scogliere
rustiche, fabbriche esotiche quali la Serra Moresca, la Capanna Svizzera, poi
divenuta Casina delle Civette, e il Campo dei Tornei. Nel 1925 la Villa venne
concessa come residenza a Mussolini fino al 1943. Nel giugno del 1944 tutto il
complesso fu occupato dalle truppe del comando anglo - americano che vi rimase
fino al 1947. Nel 1977 la Villa fu acquistata dal Comune di Roma e dal 1978 è
aperta al pubblico.
| |||||||||
| |||||||||
|
Villa Mirafiori - Nomentano - via Nomentana
Fino alla metà del XIX secolo nel sito in cui si trova ora
Villa Mirafiori si trovava una delle più celebri osterie romane, meta di gite
"fuori porta", l'osteria della Baracca, che compare in molte piante ed è
menzionata nelle cronache cittadine fin dalla fine del Settecento. Nel 1855, un
appezzamento di terreno lungo la Via Nomentana, confinante con l'osteria, fu
acquistato da Giovanni Malatesta, che incaricò il giardiniere d'origine tedesca
Emilio Richter di sistemare la vigna secondo i canoni di un parco all'inglese,
mentre veniva avviata la costruzione dell'edificio destinato a residenza
padronale, con accanto alcuni piccoli manufatti rurali. I lavori non erano
ancora ultimati quando la proprietà Malatesta fu acquistata dal re d'Italia,
Vittorio Emanuele II, il quale, volle una sede romana anche per la moglie
morganatica, Rosa Vercellana, da lui nominata contessa di Mirafiori, detta la
"bella Rosina". La villa fu sistemata con gran cura, il palazzo arredato
lussuosamente ed il parco affidato all'opera di Richter, divenendo tra i più
belli della città; furono però fasti di breve durata: alla morte del re, nel
1878, la Villa fu venduta e progressivamente lottizzata. Oggi la Villa è sede di
un istituto universitario ed il parco è in gestione
pubblica.
| ||||||||
|
Villa Mercede - Tiburtino - via Tiburtina
L’originario complesso de "La Villetta”, proprietà della
famiglia De Reinach e di Teresa Lemoine, risale al 1913. La Lemoine nel 1931
cedette al vicino Istituto delle Suore Ausiliatrici tutta la proprietà con
l'edificio della "Villetta" e la chiesa di S. Maria Ausialiatrice allora in fase
di costruzione, che sarebbe stata consacrata nel 1933.
Villa Mercede era, allora un'area di circa 22.000 mq.
compresa tra via Tiburtina, via dei Marruccini, via dei Ramni, via dei Luceri e
fino al 1970 fu tutta di proprietà delle suore Ausiliatrici che in parte la
lottizzarono. Parte dell'area fu acquistata nel 1975, per destinarla a centro
sportivo aziendale, dal Banco di S. Spirito e nel 1979 fu aperta al pubblico, a
seguito di una convenzione con il Comune di Roma. Nel 1983 il Banco di S.
Spirito cedette definitivamente al Comune di Roma la porzione del complesso di
Villa Mercede tra via dei Marruccini e via Tiburtina. L'area comunale, di circa
8.000 mq., è aperta al pubblico; nella parte privata della villa si trovano,
invece, le strutture architettoniche di maggiore importanza: la "villetta",
l'edificio principale che ospita le suore Ausiliatrici e la chiesa di S. Maria
Ausiliatrice, oggi dedicata a S. Tommaso Moro.
| ||||||||
|
Villa De Sanctis - Prenestino Labicano - via
Casilina
Chiamato anche Parco Casilino-Labicano, la villa accoglie una
rilevante zona archeologica ed un parco di 13 ettari che costituisce il polmone
verde del comprensorio Prenestino-Labicano. Il parco in epoca romana era noto
"ad Duos Lauros" e faceva parte dei possedimenti di Elena, madre dell'imperatore
Costantino, ed ancora è visibile, nella Villa, il mausoleo a lei dedicato.
Inoltre nel parco sono localizzate le Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro,
terze per estensione dopo quelle di S. Callisto e S. Domitilla.
La storia di Villa De Sanctis come parco pubblico è iniziata nel
1994 con l’inaugurazione dei primi tre ettari nella zona situata tra via
Casilina e via dei Gordiani; prima di allora l'area era occupata da alcuni
depositi di auto in demolizione, depositi di materiale edile, un circolo
sportivo, orti e frutteti e persino un ristorante. Gli eventi che hanno
preceduto l’inaugurazione sono piuttosto tormentati e segnano un arco di tempo
di oltre 50 anni.: solo nel 1994 poterono aver inizio le operazioni di sgombero
da edifici e materiali che insistevano abusivamente sull'area, l'area liberata
viene bonificata e su di essa realizzati un giardino con un campo giochi
attrezzato ed alcuni campetti sportivi.
| ||||||||
|
Villa Fiorelli- Tuscolano - piazza di Villa
Fiorelli
L'area oggi adibita a parco faceva parte di una proprietà, un tempo
molto più ampia, appartenente ai Costantini nei primi dell'Ottocento, poi
passata ai Fiorelli, area che venne a poco a poco espropriata e quindi
edificata. A fine Ottocento la villa manteneva la classica struttura della
proprietà rurale, poi a partire dal 1922 iniziò la più rilevante trasformazione
di Villa Fiorelli: l'area fu espropriata per avviare la prevista edificazione
del quartiere di "case economiche" con il risultato di dimezzare lo spazio verde
disponibile. Nel 1930 il Governatorato acquisiva i terreni residui della
proprietà Fiorelli, con il vincolo esclusivo di destinazione a parco pubblico a
uso del quartiere. L'area fu dunque trasformata, su progetto di Raffaele de Vico
in una piazza - giardino: quando venne aperta al pubblico degli edifici
originari non rimanevano che un piccolo rustico e il piano interrato della
proprietà, che servì quale rifugio antiaereo nel corso del secondo conflitto
mondiale.
| ||||||||
|
Villa Lais - Tuscolano - piazza Giovanni
Cagliero
Villa Lais è un esempio di residenza suburbana risalente ai primi
anni del '900. Fino al XVIII secolo l'area era suddivisa in vigne e la proprietà
dei terreni era del latifondo ecclesiastico, il Capitolo Lateranense, che la
cedette alla famiglia Merolli, che ne rimase detentrice fino alla prima metà
dell'800. Nella seconda metà del secolo divenne proprietà dei Costantini e nel
1906 venne a far parte degli "Orti Lais". I Lais trasformarono la rustica vigna
in residenza borghese suburbana: venne creato un giardino "padronale" limitrofo
al villino e costruiti nuovi edifici di servizio. La villa subì numerosi danni a
seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, rimanendo in stato di
semi abbandono e con la creazione dalla metà degli anni cinquanta del vicino
quartiere di abitazioni, l'area originaria della villa si ridusse alle attuali
dimensioni. Con l'acquisto del Comune di Roma dell'intera villa e dei suoi
giardini, si è pervenuti alla completa apertura della villa quale giardino
pubblico e dell'edificio nobiliare quale sede per istituzioni comunali.
| ||||||||
|
Parco 17 aprile 1944 - Tuscolano - via Monte del
Grano
Il Parco prende il nome dalla data che il 17 aprile 1944 quando le
truppe d’occupazione tedesche rastrellarono circa duemila abitanti del Quadraro
inviandone un migliaio verso i campi di concentramento da cui fecero ritorno in
meno della metà. Il giardino si sviluppa intorno al mausoleo conosciuto come
Monte del Grano per la sua forma simile ad un moggio di grano rovesciato,
risalente al II secolo: si tratta del terzo mausoleo, in ordine di grandezza, di
Roma dopo la Mole Adriana ed il Mausoleo di Augusto. Il sarcofago, rinvenuto nel
monumento nel XVI secolo ed ora conservato ai Musei Capitolini, era stato
erroneamente identificato con quello di Alessandro Severo ma comunque la sua
monumentalità fa ritenere che vi fosse sepolto un membro di una famiglia
imperiale. Nel secondo dopoguerra l’area intorno al mausoleo ha subito un
intenso processo di urbanizzazione che ha cambiato radicalmente l’aspetto di
tutta l’area. Per impedire il degrado del monumento, circondato dall’edilizia
intensiva, il Comune di Roma ha proceduto nel 1966 all’esproprio e alla
sistemazione del mausoleo e della zona circostante, destinandola a parco
pubblico.
| ||||||||
|
Parco Torre del Fiscale - Tuscolano - via dell'Acquedotto
Felice
Il parco, inserito all’interno del Parco Regionale dell'Appia
Antica, prende il nome dalla Torre del Fiscale (XII-XIII secolo) ed è ricco di
resti storici, tra cui il tracciato dell'antica Via Latina, con la presenza di
sepolcri e resti di ville romane, oltre ad un piccolo borgo in cui sembra che il
tempo si sia fermato. Il Parco di Tor Fiscale offre scenari unici: qui si
possono osservare attraverso le arcate degli Acquedotti Romani, i vecchi casali
agricoli. Tor Fiscale ancora conserva un nucleo storico-archeologico-ambientale
di notevole pregio che lascia stupiti i visitatori che ne appezzano la
straordinaria atmosfera distaccata con verde, suoni notturni lontani dal
traffico e scorci di paesaggi antichi, che condizionano positivamente
l’immaginario.
| ||||||||
|
Parco della Caffarella - Appio Latino - via della
Caffarella
Il Parco e la valle della Caffarella costituiscono parte integrante
del Parco dell'Appia Antica, di cui ne costituiscono l'accesso principale e
privilegiato. La valle della Caffarella prende il nome dalla famiglia che
possedeva il più grande dei casali sparsi in questa campagna. E’ ricco di
monumenti che sono stati costruiti nel corso dei secoli: nell'area si
conservano, in un suggestivo paesaggio agricolo, numerosi resti di ninfei, di
sepolcri e di templi. Le notizie più antiche risalgono al III secolo a.C. quando
parte della Caffarella era posseduta dalla famiglia di Attilio Regolo. Nel II
secolo d.C. fu proprietà della famiglia di Annia Regilla, che lo portò in dote
al facoltoso e potente marito Erode Attico. Alla morte di questo, dal III secolo
d.C., la tenuta entrò a far parte del Demanio imperiale. Fu allora che Massenzio
vi edificò il suo palazzo, il circo e la tomba del figlio Romolo. Dopo la caduta
dell’impero tutta l’area fu progressivamente abbandonata e incorporata nel
patrimonio ecclesiastico. Nel medioevo la zona divenne strategicamente
importante e furono costruite numerose torri fortificate. Fu nel XVI secolo che
la valle assunse il nome definitivo: i Caffarelli, nuovi proprietari,
ricondussero il complesso ad una funzionale azienda agricola, al centro della
quale edificarono il casale della Vaccareccia. Il fondo passò poi nel 1695 ai
Pallavicini, e da questi nel 1816 ai Torlonia. La storia recente è una storia di
difficili espropri che hanno permesso la creazione di un Parco pubblico di
importante valore naturalistico. Si tratta, infatti, di un parco con una grande
varietà di specie botaniche e di ambienti che vanno dai campi coltivati a
piccoli e fitti boschi popolati da una ricca
fauna.
| ||||||||
|
Villa Lazzaroni - Appio Latino - via Appia Nuova
Costituisce un importante esempio di trasformazione, alla fine del
secolo XIX, di un insediamento agricolo e produttivo del suburbano di Roma in
residenza padronale, fenomeno molto diffuso in quell'epoca. All'epoca per i
Lazzaroni, famiglia di nuove fortune , la realizzazione di una villa "di
delizia" era indispensabile per completare l'immagine dei neoaristocratici in
cerca di legami, almeno simbolici, con la grande nobiltà romana dei secoli
precedenti. I lavori di ristrutturazione effettuati nella vigna sulla via Appia
Nuova iniziarono con l’ampliamento del casale rustico preesistente, per
proseguire poi con il parco, concepito come ricco giardino padronale. Dagli
inizi del '900 alterne vicende hanno alterato l'aspetto e le proporzioni del
complesso. Già nel 1908 esso venne utilizzato come ricovero per gli orfani del
terremoto di Messina, poi la Villa passò, dopo l'ultima guerra, in proprietà di
una congregazione religiosa, che vi fece edificare un orfanotrofio, poi divenuto
asilo, ed una chiesa, in seguito trasformata in teatro. All'inizio degli anni
sessanta, vennero ceduti al Comune i primi due ettari di parco che furono
interessati da una risistemazione del giardino e nel 1979 il Comune di Roma ha
acquisito tutta l'area, ristrutturando l'edificio padronale che è stato adibito
a sede degli uffici del IX Municipio.
| ||||||||
|
Villa Bonelli - Portuense - via Montalcini
Collocata sulla sommità di una collina, costituisce un ottimo punto
di osservazione per ammirare la città. Da documenti di archivio risulta che già
nel 1839 esisteva una struttura che, poi, a partire dal 1906, viene indicato
come Villa Balzani. Nel 1925 Michelangelo Bonelli acquistò la tenuta Balzani
scegliendo questa parte della campagna romana, allora in una posizione marginale
ed interessata da fenomeni malarici, per applicarvi i nuovi sistemi di
coltivazione agricola da lui sperimentati in Umbria, ed arricchì quindi giardino
e parco con alberi da frutta e vigneti pregiati, e ingrandì notevolmente Casa
Balzani che fu ribattezzata Villa Bonelli. Negli anni Ottanta la villa è stata
acquistata dal Comune di Roma: il Casino nobile è oggi sede del XV
Municipio.
| ||||||||
|
Villa Flora - Portuense - via Artom
Costituisce il più importante esempio di verde storico del
quartiere Portuense. L'attuale nome della villa deriva dalla denominazione
"Hotel Flora", assegnato al complesso dalla Casa generalizia dell'Ordine dei
Servi di Maria ai quali è stata espropriata nel 1975 dalla Regione Lazio per la
realizzazione di un parco pubblico e quindi nel 1978 acquisita dal Comune di
Roma. L'area, nota nei documenti ottocenteschi e novecenteschi come Villa
Signorini, è costituita da un casino nobile e due manufatti agricoli. Di
notevole pregio è il parco, costituito da un lungo viale, fiancheggiato da
cipressi , che sale dalla via Portuense.
| ||||||||
Villa Doria Pamphilj - Gianicolense - via di Porta S.
Pancrazio
Villa Doria Pamphilj, con i suoi 180 ettari di superficie è il più
grande dei parchi romani ed è una delle "ville" meglio conservate della città:
ingrandita nel tempo grazie alle continue acquisizioni di terreni fra loro
confinanti, conserva numerose tracce delle trasformazioni susseguitesi dal
Seicento all'Ottocento. Numerose parti della villa conservano tuttora cospicue
testimonianze dell’epoca romana e medioevale; l'edificio più antico della villa
è conosciuto come "Villa Vecchia" ed esisteva già nel 1630 quando la tenuta
venne acquistata da Panfilo Pamphilj. Tra il 1644 e il 1652, sotto il
pontificato di Innocenzo X Pamphilj, venne costruito ad opera degli architetti
Algardi e Grimaldi, il complesso della "Villa Nuova". Nel Settecento, la Villa
dei Pamphilj venne ampliata attraverso alcune importanti annessioni di terreni
limitrofi. Nel 1849 la villa fu teatro di una delle più cruente battaglie per la
difesa della "Repubblica Romana": nel periodo immediatamente successiva alle
battaglie combattute nell’area del Gianicolo e nella stessa villa vanno
segnalate l’Arco dei Quattro Venti, ingresso monumentale della Villa, le Serre
antistanti Villa Vecchia e il Monumento ai Caduti Francesi. La villa rimase di
proprietà della famiglia Doria Pamphilj fino ai primi decenni del Novecento. A
partire dal 1939, il Comune di Roma dette inizio ad una serie di espropri,
culminati nelle due aperture al pubblico del parco: nel 1965 fu resa accessibile
la parte occidentale della Villa, mentre nel 1971 fu definitivamente acquisito
il settore orientale del parco, con apertura al pubblico nel 1972. L’intera
Villa è oggi di proprietà del Comune di Roma, fatta eccezione per il Casino del
Bel Respiro, acquisito nel 1967 dal Demanio dello Stato ed attualmente sede di
rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
| |||||||||
| |||||||||
Giardini Vaticani - Città del Vaticano - viale
Vaticano
I Giardini Vaticani occupano circa due terzi della superficie della
Città del Vaticano e si estendono da sud a nord-ovest del piccolo Stato. I Musei
Vaticani li separano dalla zona nord dove risiedono la banca, il giornale e i
Palazzi Apostolici dove abita il Pontefice. I giardini sono il luogo di riposo e
di meditazione del Romano Pontefice sin dal 1279, quando papa Niccolò III
(1277-1280) riportò la residenza papale dal Laterano al Vaticano. All'interno
delle nuove mura, che fece erigere a difesa della sua residenza, il Papa fece
impiantare un frutteto, un prato ed un vero e proprio giardino; questo primo
nucleo sorse nei pressi del colle di Sant'Egidio, dove oggi si trova il
Palazzetto del Belvedere ed i Cortili dei Musei Vaticani. Il periodo di maggiore
sviluppo architettonico dei Giardini è comunque tra il Cinquecento e il
Seicento, quando vi lavorarono artisti e architetti come Donato Bramante e Pirro
Ligorio, oltre a pittori e incisori che ritraggono la bellezza del luogo, tra i
quali Antonio Tempesta, Giovanni Magari e Giambattista Falda. La cultura, l’arte
e la filosofia rinascimentale influenzarono i giardini non solo attraverso
l’architettura stessa, ma anche con la costruzione di bellissime fontane, statue
e tempietti. Grandi sono le testimonianze storico-artistiche rinvenibili nei
giardini: dagli stessi giardini sono ancora visibili, ad esempio, le antiche
Mura Leonine in due tratti: quello più antico vicino alla Palazzina della Zecca,
in prossimità della Fontana del Sacramento e l’altro tratto, restaurato da
Niccolò V, visibile sul colle insieme alle due grandiose torri circolari, dette
torre della Radio e Torre Gregoriana. Innumerevoli sono anche le fontane, tutte
di straordinaria bellezza, delle quali va ricordata in particolare quella della
Galera. Essa è il risultato di tre secoli di elaborazioni e cambiamenti che
l’hanno resa ancora più scenografica. Un magnifico galeone che spara getti
d’acqua dai suoi cannoni. Notevole è anche la fontana dell'Aquila, probabilmente
la più cara ai romani: “vera e propria mostra dell'Acqua Paola a Roma, destinata
a fare da pendant all'altra grande mostra, cioè al Fontanone del Gianicolo”. Nei
Giardini si trovano, oltre alle Mura, alle Casine e ai giochi d’acqua, anche
tempietti, santuari e grotte dedicate alla Madonna. È da segnalare quella
dedicata alla Madonna della Guardia (1937) in ricordo della Grotta di Lourdes,
dove si conclude il mese Mariano con la suggestiva processione “Aux Flambeaux”.
A fare da sfondo a tutti questi importanti simboli della storia e della fede è
la natura: piante, alberi, fiori, arbusti, rampicanti provenienti da ogni parte
del mondo che rendono il giardino in qualunque stagione dell’anno un tripudio di
colori, profumi. I Giardini che sono composti di varie zone (Giardino
all'italiana, Giardino all'inglese, Orto del Papa) sono anche sede di uffici
statali, come il Palazzo del Governatorato e il Tribunale di Stato, della
direzione della radio statale (Radio Vaticana), della Stazione ferroviaria
Vaticana e dell'ex Specola Vaticana.
| |||||||||
| |||||||||
|
Parco Giovanni Paolo I (Villa Veschi) - Aurelio - via
Moricca
Villa Veschi rappresenta un interessante esempio di complesso
residenziale realizzato dalla borghesia imprenditrice romana agli inizi del
Novecento. L'odierna villa, nota anche come parco Giovanni Paolo I, somma motivi
neomedievali e neorinascimentali, secondo la moda romana di fine Ottocento-inizi
Novecento. Ad esso è collegato un corpo di fabbrica con torrino merlato. Del
complesso di Villa Veschi fa parte anche la chiesetta neoromanica in mattoni
della Madonna del Lavoro e una parte del parco ospita un asilo nido. Dal portale
sul muro di cinta parte un viale rettilineo, che arriva ad un ninfeo, con vasca
arricchita da sculture e prospetto decorato, proseguendo poi fino ad un casale,
nelle cui vicinanze si trova un giardino all'italiana. La parte restante
dell'area verde è rappresentata da un parco ricco di essenze esotiche e
mediterranee, provvisto di un padiglione vegetale con arredi decorati a mosaico.
Della villa è attualmente aperta al pubblico solo la parte inferiore.
| ||||||||
|
Villa Carpegna - Aurelio - piazza di Villa
Carpegna
La villa fu costruita dal cardinal Gaspare dei Conti di Carpegna
per ospitare le sue collezioni numismatica e di sculture, oggi nei Musei
Vaticani. La villa rimase di proprietà della famiglia Carpegna fino alla fine
dell'Ottocento, quando fu venduta all’asta: da questo momento molteplici
passaggi di proprietà si sono succeduti tra i quali quello da parte della
baronessa Caterina von Scheyns nel 1902 che fece della villa un vero e proprio
salotto internazionale, aperto ad ospiti illustri. La villa, dopo ulteriori
passaggi di proprietà, è stata acquisita dal Comune di Roma nel 1978, anno in
cui è stata avviata un'opera di recupero. Dal 1998 al 2000 la villa è stata
oggetto di vari interventi di restauro che hanno interessato il Casino Nobile
oggi sede della Quadriennale di Roma.
| ||||||||
|
Parco della Pineta Sacchetti - Trionfale - via della Pineta
Sacchetti
Il parco sorge su di un terreno originariamente di proprietà della
famiglia del pontefice Pio V, poi ceduto nel 1598 alla famiglia Sacchetti, che
vi fece costruire una villa di campagna su progetto di Pietro da Cortona. La
villa, all'inizio dell'800 era ridotta a ruderi ricoperti da abbondante
vegetazione e nel 1859 la famiglia Sacchetti vendette la proprietà del Pineto ad
Alessandro Torlonia che fece abbattere definitivamente ciò che restava del
Casino. La famiglia Torlonia la mantenne fino al 1956 quando la vendettero ad
una società immobiliare che aveva alcuni progetti di costruzione immobiliare
sull’area. Tali progetti furono tuttavia bloccati dai vincoli imposti dal Comune
di Roma e dal Ministero dei Beni Culturali e nei primi anni settanta il parco è
stato acquistato dal Comune che lo ha destinato a parco pubblico ed oasi
naturalistica.
| ||||||||
|
Villa Madama - Della Vittoria - via di Villa
Madama
Villa suburbana costruita nel XVI secolo per volere del cardinale
Giulio de’ Medici futuro papa Clemente VII su progetto di Raffaello, fu così
chiamata da Madama Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V e moglie di
Alessandro de’ Medici proprietario della Villa dopo la morte di Clemente VII,
passò poi ai Farnese e ai Borbone. Nel corso dell'800 e i primi del '900 la
villa finì in rovina, venendo adibita a fienile, magazzino agricolo e, finanche,
ad alloggiamento di truppe. Nel 1913, ormai degradata e ridotta al livello di
fondo agricolo, venne acquistata da Maurice Bergès, un ingegnere di Tolosa
innamorato di Roma, che la fece ristrutturare da Marcello Piacentini. Dal 1941 è
proprietà del Ministero degli Esteri e utilizzata come sede di rappresentanza
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che la utilizza come luogo di
rappresentanza per ospitare ricevimenti diplomatici, conferenze, convegni o
altre attività istituzionali.
| ||||||||
|
Villa Mazzanti - Della Vittoria - via Gomenizza
Si trova alle pendici del versante orientale del parco di Monte
Mario. Alla fine del XIX secolo, l'ingegnere Luigi Mazzanti esponente della
nascente borghesia, fece realizzare la sua dimora suburbana su un preesistente
edificio appartenuto alla famiglia Barberini. Nel 1967 la Villa è passata al
Comune di Roma e dopo il restauro realizzato dal Consorzio Parchi di Roma é
stata aperta al pubblico. Sede dell'Ente Regionale "Roma Natura", è al centro
del parco di Monte Mario che fa da sfondo con una folta vegetazione di lecci,
pini, allori, oleandri, cipressi e varietà di palme, catalpe ed agavi.
| ||||||||
|
Villa Mellini - Della Vittoria - viale del Parco
Mellini
Insieme a Villa Sciarra è una delle ville quattrocentesche di Roma.
Sembra che Monte Mario, chiamato Montemalo nel medioevo, debba il suo attuale
nome a Mario Mellini, potente signore dell'epoca, che vi realizzò la propria
residenza. Fu apprezzata in tutte le epoche da papi e personaggi famosi per la
sua eccezionale collocazione e per la quiete e la salubrità della zona, poi alla
fine del XIX secolo furono realizzate la torre del primo Meridiano d'Italia e il
Forte di Monte Mario; da allora e fino al 1935 venne adibita ed utilizzata come
sede militare. Successivamente ospita l'Osservatorio Astronomico di Monte Mario
e del Museo Astronomico e Copernicano di Roma.
| ||||||||
|
Parco delle Valli - Montesacro - via Val d'Ala
Inserito nella Riserva Naturale Regionale dell’Aniene, il parco è
stato aperto nel 2006 con la sistemazione del Pratone delle Valli, un'area
urbana inizialmente destinata alla costruzione di appartamenti, ma che, dopo un
contenzioso durato più di quindici anni, il Comune di Roma ha acquisito
destinandolo a parco pubblico. All’interno del parco sono stati piantati 1.500
alberi della macchia mediterranea; sono presenti percorsi, aree giochi per
bambini, piazzole di sosta, aree per cani, gazebo, strutture portabiciclette,
tavoli da pic-nic, panchine ed un percorso attrezzato denominato "Policrosalus"
articolato su 15 stazioni con attrezzi ginnici.
| ||||||||
|
Parco Nemorense - Trieste - via Nemorense
Progettato da Raffaele de Vico, fu inaugurato con il nome di Parco
Virgiliano nel 1930, in occasione del bimillenario della nascita del poeta
latino. Questo parco costituisce uno dei punti d'incontro preferiti per gli
abitanti dei quartieri circostanti in quanto riesce a coniugare le esigenze di
un parco "di quartiere", dotato di attrezzature per il tempo libero e di giochi,
con una semplice ma raffinata progettazione ispirata a modelli paesistici e
naturali. L’ampio stradone principale percorre il perimetro del parco e si
articola con tre viali minori che collegano l'area per i giochi dei bambini, a
nord, e quella per il caffè e il concerto all'aperto, dal lato opposto. Il
piazzale a sud è caratterizzato da un laghetto di forma irregolare, in asse con
uno chalet rustico costruito adibito a punto di ristoro.
| ||||||||
|
Villa Alberoni Paganini - Trieste - largo di Villa
Paganini
Le origini della Villa sono legate al cardinale Mariano
Pierbenedetti da Camerino che acquistò la Vigna nel 1585 per trasformarla in
residenza di prestigio. Nel 1722 la tenuta venne acquistata dal Cardinale Giulio
Alberoni che intraprese importanti lavori di sistemazione degli edifici e del
giardino di cui rimane oggi visibile solo la fontana a parete addossata al
piccolo fabbricato attiguo al Casino Nobile. Il bene passò poi nelle mani di
numerosi altri proprietari che trasformarono la Villa ed il parco secondo il
gusto romantico ottocentesco con tracciati viari sinuosi e irregolari, un
laghetto rustico e diverse fontane. Quando nel 1890 la proprietà venne
acquistata dal Senatore Paganini, tutta la vasta campagna circostante il Casino
Nobile, coltivata a vigna e canneto, era man mano scomparsa sotto la pressione
della crescente espansione edilizia, ed il parco lottizzato e frazionato in
numerosi villini. Nel 1934 il Comune di Roma acquistò il complesso per
destinarlo ad uso pubblico adibendo il Casino Nobile a sede scolastica; nel
1938, sul lato di via Nomentana, venne collocato il monumento ai caduti nella I
Guerra Mondiale del quartiere Nomentano, opera di Arnaldo Zocchi.
| ||||||||
|
Villa Chigi - Trieste - via di Villa Chigi
Realizzata a partire dal 1763 per il cardinale Flavio Chigi, è un
pregevole esempio di villa suburbana settecentesca. Il cardinale Chigi acquistò
i terreni sul “Monte delle Gioie” dando il via ai lavori di ristrutturazione di
un casale rustico per adattarlo a residenza padronale. Nel giardino della Villa
fu impiantato, nella parte occidentale, un giardino all'italiana decorato con
arredi scultorei; nel versante orientale fu invece realizzata una promenade
costituita da un lungo viale centrale alla cui metà si apriva uno slargo
circolare decorato da una fontana. Nel secondo dopoguerra i Chigi vendettero
tutta l'area agricola e il parco sottostante, ma il frazionamento della
proprietà avviò il complesso ad una veloce distruzione. Alla fine degli anni ’70
il Comune di Roma avviò un’azione espropriativa intesa ad assicurarsi almeno
l'area del parco. L’edificio di Villa Chigi e l’annesso giardino all’italiana
rimasero di proprietà privata, separati dalla parte pubblica del parco da una
recinzione.
| ||||||||
|
Villa Leopardi Dittajuti - Trieste - via
Nomentana
La Villa Leopardi Dittajuti è un esempio di residenza di fine
Ottocento, frutto della trasformazione di un'area agricola in giardino. Fino ai
primi anni del XX secolo l’area aveva un uso essenzialmente produttivo, che
tuttavia nel corso degli anni aveva progressivamente perduto a vantaggio di un
nuovo utilizzo residenziale. Nel 1905 iniziarono i lavori di costruzione di una
casina padronale completata poi con la sistemazione di un giardino di piccole
dimensioni, con viali tortuosi e aiuole irregolari: di quella sistemazione
sopravvivono una piccola fontana in cemento di gusto neogotico nei pressi della
palazzina e le cancellate d'accesso in ghisa e ferro battuto. Nel 1975 il
complesso è stato espropriato dal Comune di Roma e destinato a parco pubblico.
| ||||||||
|
Parco Don Cadmo Biavati (ex Forte Prenestino) - Prenestino
Centocelle - via delle Palme
Il parco, inserito nel quartiere di Centocelle, è pieno di zone
ombrose, create da varie essenze arboree, tra cui predominano imponenti
eucalipti. Occupa l’area dell’ex Forte Prenestino che si trova all'interno
dell'area verde, all'altezza del VII Km della Prenestina. Al centro della
costruzione, a forma di trapezio isoscele, è situata la piazza d'armi, suddivisa
in due parti da un casamento. Gli ambienti del Forte sono parzialmente interrati
e ricoperti da pendii erbosi con cespugli ed essenze arboree, quali acacie e
biancospini.
| ||||||||
|
Villa Gordiani - Collatino - via Prenestina
E' un parco archeologico, situato presso il III miglio della via
Prenestina, che contiene i resti di una vasta villa patrizia, tradizionalmente
identificata con quella della famiglia imperiale dei Gordiani. All'interno del
complesso venne costruita, a metà del XIII secolo, Tor de' Schiavi, che poggia
su strutture antiche. Nel 1422, la zona divenne possedimento dei Colonna. Il
parco che fu istituito col piano regolatore del 1931 e fu riqualificato negli
anni '60, è propriamente detto Parco archeologico di Villa Gordiani, e si divide
in due settori, separati dalla via Prenestina: Tor de' Schiavi e il Mausoleo dei
Gordiani.
| ||||||||
|
Parco Alessandrino - Alessandrino - via Molfetta
Il parco si sviluppa tra Via Molfetta, Via del Pergolato
all'Alessandrino e Via Tor di Tre Teste. E' caratterizzato da importanti
presenze archeologiche , come l'acquedotto Alessandrino, del quale si possono
ammirare alcuni scorci, immersi nel verde della campagna coltivata, all'altezza
di Via Walter Tobagi. Il giardino è attraversato da ampi percorsi e da una pista
ciclabile. Al suo interno è stato realizzato un teatro all'aperto, circondato da
un boschetto di pini, lecci e aceri.
| ||||||||
|
Parco Palatucci - Alessandrino - via di Tor Tre
Teste
Già Parco di Tor Tre Teste, per il ritrovamento nella zona di un
frammento marmoreo, raffigurante tre busti di personaggi togati posto sulla
parete di una chiesetta settecentesca addossata alla torre. La torre, innalzata
nel XII secolo allo scopo di indicare la proprietà di una famiglia nobile
proprietaria dei terreni circostanti, è in parte crollata. Il parco prende il
nome dal commissario di pubblica sicurezza Giovanni Palatucci, medaglia d'oro al
merito civile per aver salvato la vita di 5000 ebrei durante la Seconda guerra
mondiale. All’interno del parco si trova uno specchio d'acqua nel quale vivono
ninfee, fiori di loto, canne palustri e gallinelle d'acqua.
| ||||||||
|
Parco degli Acquedotti - Appio Claudio - via
Lemonia
Il Parco degli Acquedotti fa parte del Parco Regionale dell'Appia
Antica. ed al suo interno ricomprende edifici antichi, tra cui la villa delle
Vignacce e il casale di Roma Vecchia. La villa detta le Vignacce è una delle più
grandi ville suburbane di questa zona: I resti conservati della villa si
riferiscono ad un grande complesso termale e ad una cisterna a due piani,
alimentata dal vicino Acquedotto Marcio. Il Casale di Roma Vecchia e la località
in cui si trova sono così chiamati in quanto, data la grande estensione delle
sue rovine, nel Settecento si riteneva che queste appartenessero ad un’altra
città antica simile a Roma. Si tratta di un casale-torre, situato lungo la via
Latina, probabilmente sul luogo di una antica stazione di posta, risalente al
XIII secolo. La zona, destinata a verde pubblico fin dal Piano Regolatore del
1965 era rimasta in realtà sempre occupata da costruzioni abusive e da
baraccopoli che si addossavano all'acquedotto Felice ma nonostante ripetuti
interventi di bonifica e di restauro degli acquedotti avvenuti nel corso degli
anni '70, la zona era rimata piuttosto abbandonata e solo negli anni 80, grazie
ad una forte pressione dell’opinione pubblica, l'area degli acquedotti fu
inserita nel Parco dell'Appia Antica.
| ||||||||
Parco dell'Appia Antica - Appio Pignatelli - via Appia
Antica
Il Parco Archeologico Urbano dell’Appia Antica è un’area protetta
creata nel 1988 che include la vasta zona archeologica nella zona sud orientale
di Roma e offre al visitatore un’esperienza indimenticabile, in una cornice
suggestiva dove si fondono in perfetta armonia aspetti naturalistici e
importanti monumenti archeologici, elementi che da sempre caratterizzano questa
zona dell’Agro Romano compresa tra Roma e i Castelli Romani. Per salvaguardare e
valorizzare questo immenso patrimonio storico-naturalistico è stato istituito il
Parco dell’Appia Antica, che ha come punto di riferimento principale proprio la
Via Appia, definita dagli antichi “Regina viarum”. La superficie del territorio
compreso nel perimetro del Parco è di circa 3.400 ettari e comprende il Parco
dell’Appia Antica propriamente detto, relativo ai primi 16 chilometri della
Regina Viarum da Porta San Sebastiano a Frattocchie, la valle della Caffarella
(200 ettari), Il Parco delle Tombe di via Latina (6 ettari), Parco degli
Acquedotti (310 ettari incluse la villa dell Vignacce e la villa dei Sette
Bassi); Il Parco di Tor Fiscale (24 ettari circa), la Tenuta di Tormarancia (220
ettari) e quella della Farnesiana (180 ettari). Il primo tratto del Parco
comincia dalle mura Aureliane, dove la via Appia esce da porta S. Sebastiano. Da
qui fino al Belvedere di Cecilia Metella la strada è chiusa da entrambi i lati
dai muri di cinta delle grandi tenute di epoca post-rinascimentale; qui si
trovano inoltre alcune delle più importanti catacombe cristiane, tra cui quelle
di S. Callisto e di S. Sebastiano. Il tratto compreso tra il Circo di Massenzio,
il mausoleo di Cecilia Metella ed il Grande Raccordo Anulare è ricco di
testimonianze archeologiche costituite principalmente dalle tombe monumentali
poste lungo la strada; di quest’ultima si conserva per lunghi tratti il basolato
originale. Tra la via Appia Antica e la via Appia Nuova si trova inoltre
l’imponente complesso della Villa dei Quintili. Dopo il Raccordo Anulare, il
paesaggio si apre sulle grandi tenute dell’Agro Romano fino ai Castelli Romani.
Un altro aspetto del paesaggio dell’Agro Romano è offerto dalla cosiddetta area
degli acquedotti, compresa tra la via Appia Nuova e la via Tuscolana e
caratterizzata dalla presenza delle grandi arcate superstiti degli acquedotti
che portavano l’acqua a Roma dai vicini colli, mirabili opere d’ingegneria degli
antichi Romani. La sede del Parco dell’Appia Antica, punto di partenza delle
visite guidate, si trova nei locali della ex Cartiera Latina. La via Appia è
chiusa al traffico nei giorni festivi e costituisce il luogo ideale per
passeggiate a piedi o in bicicletta alla scoperta di un immenso patrimonio
naturalistico e storico-artistico veramente unico al mondo.
| |||||||||
| |||||||||
Parchi dell'Eur - Europa - passeggiata del
Giappone
Nell'ambito della realizzazione del comprensorio dell'EUR,
l'architetto
Raffaele de Vico tra il 1951 e il 1961, progettò e diresse i lavori di
completamento del verde; a lui si deve perciò la maggior parte delle
sistemazioni come si ammirano oggi. Il verde dell'EUR è oggi articolato in un
sistema di cinque grandi parchi, che fanno di questo quartiere uno dei più
dotati di verde pubblico a Roma. Il Parco Centrale è caratterizzato da grandi
giardini che circondano il lago artificiale, meta di attività sportive e
culturali, tra cui si notano il Giardino delle Cascate realizzato con scogliere,
pietre naturali e piante lasciate crescere in forma spontanea e il Teatro Verde
dal quale si possono ammirare gli spettacoli di suoni, luci ed acqua che si
svolgono le sere d'estate nel Giardino delle Cascate. Il Parco del Turismo è
situato sul lato ovest della Via Cristoforo Colombo ed è arredato con la grande
stele-fontana dei Drei e i bassorilievi del Bellini. Il Parco del Ninfeo,
separato dal Parco
del Turismo da Viale Romolo Murri, prende il nome dalla fontana del Ninfeo,
realizzata nel 1940 e posta a ridosso del palazzo degli Uffici. Il Parco degli
Eucalipti, che era il grande bosco piantato nell'Ottocento dai Frati Trappisti
dell'Abbazia delle Tre Fontane allo scopo di migliorare la salubrità dell'aria e
fabbricare elisir medicinali, si sviluppa su un lato della Via Laurentina. La
sistemazione di questo parco in cui si contano circa 1500 piante, comprende
un'insieme di terrazze, belvedere, vialetti e passaggi sopraelevati. E infine il
Parco dei divertimenti che si trova tra Via delle Tre Fontane, Viale
dell'Industria e Viale dell'Artigianato. Del parco fa parte anche il laghetto
dell’Eur, un bacino artificiale con funzioni estetiche e ricreative che si
sviluppa su una superficie di circa 100000 mq. metri quadrati e ha una
profondità massima di 4 metri.
| |||||||||
| |||||||||
|
Parco Canale dello Stagno - Lido di Ostia Levante - via Mar dei
Sargassi
Inaugurato ad ottobre 2007, il "Parco Canale dello Stagno" è
costituito da 95mila metri quadrati di verde dove benessere, sport,
architettura, natura e tecnologia si fondono in un connubio perfetto, frutto
della collaborazione tra pubblico e privato, che ha visto da un lato il Comune
di Roma e la Concessionaria Insieme per lo Sport e dall’altro la multinazionale
del benessere Virgin Active. Il risultato è un' impianto polifunzionale, dove
trovano posto una molteplicità di servizi quali, oltre al villaggio fitness
Virgin Active, anche un palazzetto dello sport, campi sportivi all’aperto, uno
spazio giochi gratuito per bambini, attrezzature per la ristorazione ed il relax
e un laghetto naturale. Inoltre è presente un'area dedicata allo svolgimento
delle feste di compleanno dei bambini. Il tutto immerso nel verde dei pini e
delle essenze caratteristiche della macchia mediterranea che fanno di questa
area, lungo il Canale dei Pescatori e al confine della Pineta di Castelfusano,
un unicum per tutta la costa laziale.
| ||||||||
|
Parco di S. Maria della Pietà - Trionfale - piazza S. Maria della
Pietà
S. Maria della Pietà ha ospitato fino ad alcuni anni fa il
"Manicomio di Roma". Solo nel 1978, con l’avvento della legge 180, con i suoi 35
padiglioni e 24 ettari di parco, è sede di uffici comunali, ASL ed altre
attività in ambito sanitario ed il parco storico è stato aperto al pubblico.
Costruito nei primi anni del XX secolo, il complesso architettonico, che occupa
una superficie di circa 27 ettari di terreno, di cui 19 a verde, è dotato di 36
edifici detti padiglioni. Particolare interesse riveste l'intervento,
recentemente realizzato, sulle aree verdi del parco, in particolare sulle
essenze arboree che rischiavano di scomparire. Piantate contestualmente alla
costruzione del complesso, esse avevano assunto, nel corso degli anni, un
notevole valore botanico e paesaggistico. Nel parco vegetano spontaneamente
l'alloro, e le querce sempreverdi, inclusa la sughera, e svariate specie di
origine sub-tropicale; vi sono i lecci, le robinie per i viali, i tigli per
creare zone d'ombra, pini, cedri, cedri della California, eucalipti e cipressi
per le aree boscate, originariamente messe a dimora per la loro funzione
balsamica, palme, sequoie, pini domestici e molte altre specie.
| ||||||||
Tenuta Presidenziale di Castel Porziano - Castel Porziano - via
Pontina
La
Tenuta Presidenziale copre una superficie di 5.892 ettari e si estende lungo il
litorale, delimitata in parte dalla via Cristoforo Colombo e dalla strada
statale Pontina, in parte dalla strada statale che da Ostia conduce ad Anzio.
Nata come riserva di caccia e azienda agricola, la Tenuta è andata
progressivamente perdendo queste specifiche destinazioni: nel 1977 l'attività
venatoria è stata vietata e le coltivazioni sono oggi considerate come parte
integrante dell'ambiente e del paesaggio tipici dell'agro romano. La Tenuta
presenta la maggior parte degli ecosistemi tipici dell'ambiente mediterraneo:
procedendo dal mare verso l'entroterra, si incontrano un’ampia zona di spiaggia
incontaminata, dune recenti sabbiose con piante pioniere e colonizzatrici, dune
antiche consolidate con zone umide ed aree a macchia mediterranea, con specie
verdi ed aromatiche. In gran parte, il bosco è caratterizzato da querce cui si
affiancano altre specie quali pioppi, frassini, ontani, aceri e carpini. Il
sottobosco è particolarmente ricco degli arbusti tipici della macchia: ginepro,
mirto, lentisco, erica, corbezzolo, ginestra, alloro, ma elemento fondamentale
del paesaggio è costituito senz’altro dal pino domestico. Alla grande varietà
della vegetazione corrisponde un'analoga ricchezza di specie faunistiche:
numerosa è la popolazione di cinghiali e daini, insieme con famiglie di caprioli
e di cervi. Di rilevante valore biologico sono anche altri mammiferi: la lepre,
la martora, la faina, il tasso, la volpe, l'istrice ed il riccio. L'ambiente
della Tenuta offre anche un ottimo rifugio a varie specie di uccelli, sia
stanziali che migratori. Tra i residenti stabili si possono ricordare i picchi
di varie specie, la ghiandaia, rapaci diurni come la poiana e notturni quali
civette, allocchi e barbagianni. Tra gli uccelli di passo, oltre a numerosi
trampolieri, anatidi e limicoli, tutti attirati dalle zone umide, la tortora, il
colombaccio, il rigogolo, la beccaccia ed il nibbio bruno.
| |||||||||
| |||||||||
Pineta di
Castel Fusano - Castel Fusano- via della Villa di Plinio
La
Pineta di Castel Fusano, situata presso il lido ove secondo la leggenda avvenne
lo sbarco di Enea, costituisce la più vasta area di verde pubblico del Comune di
Roma. La Pineta ebbe nei secoli proprietari illustri, quali gli Orsini, i Corona
ed i Fabi, per passare ai Sacchetti nel 1620 ed infine ai Chigi. Nel 1932 fu
acquisita dal Governatorato di Roma ed aperta al pubblico l'anno successivo. La
pineta presenta zone con vegetazione più o meno fitta, a seconda che domini la
macchia sempreverde autoctona, in prevalenza lecci, o il pino domestico.
Quest'ultimo, introdotto alla fine del 1600, ha dato origine al paesaggio
monumentale che contraddistingue il parco. Un vasto lembo di macchia litoranea
si estende poi parallelamente alle dune, con prevalenza di leccio, corbezzolo,
lentisco, fillirea, erica arborea, mirto, alaterno, ginepro fenicio, rosmarino
ed osiride. In un simile ambiente è presente una fauna molto varia: picchi,
upupa, capinere, cinghiali, donnole, volpi, faine, ricci, istrici, tassi e
testuggini. Di particolare bellezza, il parco di Castel Fusano è caratterizzato
dalla presenza dei resti della Villa di Plinio, risalente all’età
Giulio-Claudia. L’area della Pineta fa parte della Riserva naturale statale del
Litorale Romano.
| |||||||||
| |||||||||
Parco di
Ostia Antica - Ostia Antica - via dei Romagnoli
Il
parco costituisce il più grande complesso archeologico del Lazio: per la sua
bellezza e l'interesse degli scavi, è stato classificato dall'Unesco tra i
maggiori siti archeologici del mondo. Indipendentemente dalla visita dei resti
archeologici è interessante osservare l'area degli scavi con gli occhi del
botanico e del paesaggista. La sistemazione della vegetazione in questo caso ha
infatti formato l'oggetto di uno specifico studio approfondito realizzato alla
fine degli anni '30. I lavori sono stati diretti e in parte rielaborati da
Raffaele De Vico, che eseguì anche il restauro del teatro, sulla base di un
progetto di Michele Busiri Vici. Lungo il viale che inizia da Porta Romana si
trovano filari di platani ed eucalipti. Nelle aree periferiche agli scavi si
vede un prato naturale con gruppi di alberi, pini, cipressi e lecci,
opportunamenti disposti. Le masse arboree fanno da sfondo al profilo dei resti
archeologici. Ad integrazione degli allineamenti scomparsi delle strutture
murarie, sono state poste siepi geometriche miste, mentre all'interno dei ruderi
sono stati realizzati piccoli tappeti erbosi allineati con uno o due arbusti da
fiore come oleandri. Lungo le strade della città riscoperta, a ridosso delle
pareti di prospetto delle case, si possono osservare esemplari isolati di
cipresso e di pino da pignoli, cespugli di rosa canina, oleandro ed edera.
| |||||||||
|
Thursday, August 30, 2012
PARCHI E VILLE di ROMA
Speranza
No comments:
Post a Comment