Speranza
Apollo del Belvedere
Autore:
Leocares
con restauri di Giovanni Angelo Montorsoli
Data:
350 a.C.
circa
Materiale:
marmo bianco
Dimensioni:
224 cm
Ubicazione: Musei Vaticani,
Vaticano, Roma.
L'Apollo del Belvedere (il nome
deriva dal cortile del Belvedere in Vaticano, dove un tempo era stata collocata)
è una celebre statua marmorea risalente al periodo post-ellenistico (seconda
metà del II secolo a.C.) quando i Romani avevano conquistato tutta la
Grecia.
L'Apollo del Belvedere fu ritrovato ad Anzio verso la fine del
XV secolo, durante il Rinascimento.
A partire dalla metà del XVIII secolo, venne
considerata come uno dei supremi capolavori dell'arte mondiale, nonché come
modello assoluto di perfezione estetica.
L'Apollo è copia di una statua in
bronzo creata tra il 350 ed il 325 a.C. dallo scultore greco Leocares.
Prima
della collocazione nel Cortile del Belvedere, l'Apollo, che sembra sia stato
scoperto nel 1489 a Grottaferrata, dove Giulio Della Rovere era abate in
commendam, ricevette solo poche attenzioni dagli artisti, benché esso fosse
stato abbozzato due volte nel libro dei disegni di un allievo del Ghirlandaio
durante l'ultima decade del XV secolo. Benché si sia sempre pensato che la
statua appartenesse a Giuliano Della Rovere prima che egli venisse eletto
pontefice, col nome di Giulio II, il suo collocamento appariva confuso fino al
1986: il cardinale Della Rovere, che portava il titulus di San Pietro in Vincoli
si spostò da Roma durante il papato di Alessandro VI (1494-1503); Deborha Brown
ha dimostrato che frattanto l'Apollo soggiornò nel giardino dei Santi Apostoli e
non nella chiesa titolare, come presunto.
Descrizione [modifica]
La statua
di marmo bianco, alta 224 centimetri, rappresenta il dio greco Apollo, che ha
appena ucciso Pitone, divinità ctonia proveniente da Delfi. La muscolatura,
ancora tesa, lascia intendere lo sforzo che segue alla battaglia contro Pitone,
mentre i capelli a boccoli ricadono fluidi sul collo e raccolti elegantemente
sul capo, cinto dallo strophium, una fascia ornamentale simboleggiante una
divinità o un re. Il dio è interamente nudo, ad eccezione del mantello (clamide)
avvinto alla spalla destra, che si rovescia solo sul braccio sinistro ed in
parte del dorso.
La parte inferiore del braccio destro e la mano sinistra,
mancanti al momento del ritrovamento, vennero ricostruiti da Giovanni Angelo
Montorsoli, scultore e collaboratore di Michelangelo.
La
didascalia nella statua effigiata, essendo la copia romana della statua bronzea,
di conseguenza va modificata. AUTORE: IGNOTO ; DATA: periodo post-ellenistico -
II secolo a.C.
Voci correlate [modifica]
Musei Vaticani
Gruppo del
Laocoonte
Apollo
Bibliografia [modifica]
Itinerario nell'arte volume A
(G. Cricco, Francesco P. Di Teodoro; Zanichelli)
Altri progetti
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Belvedere
Collegamenti esterni [modifica]
Musei Vaticani online
Il
giardino del Belvedere
Portale Roma Portale Scultura
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