Speranza
Antonio Salieri nasce
a Legnago in
provincia di Verona il
18 agosto del 1750 in una casa
di cui è rimasto solo
l'arco della porta,
che oggi si trova nel Museo Fioroni,
da un'agiata famiglia
proveniente dalla
vicina Angiari.
Infatti il padre era un ricco commerciante
di
salumi e lardo, questo fa sembrare quasi incredibile che il figlio sia diventato
un grande musicista visto che in famiglia nessuno aveva questa tendenza per
l'arte della musica.
Anche se chissà per quale motivo o per quale suggerimento
il padre mandò il figlio Francesco a scuola di musica e addirittura a quella
famosa di Giuseppe Tartini a Padova.
Allora Legnago era una cittadina in cui
l'economia si basava
su una fiorente agricoltura e su un intenso commercio.
Alla
caduta di Napoleone, Legnago formò insieme a Verona, Mantova e Peschiera, il
famoso "quadrilatero" difensivo dei domini austriaci nel Lombardo-Veneto.
I
Salieri però vengono da Angiari (Franciscus Salier viduus de Anglari)
queste
sono le prime notizie che si hanno della famiglia, riportate in un documento,
che si trova conservato in un registro dell'Archivio Parrocchiale di Legnago.
Il
padre di Antonio si era sposato due volte, la prima volta con la diciassettenne
Elisabetta Bonanome, e da questo matrimonio nacquero cinque figli.
Rimasto
vedovo dopo soli 40 giorni si sposa con un altra diciassettenne Anna Maria
Scacchi, la differenza di età tra i due era di 21 anni!
Da questo matrimonio
sono nati ben nove figli, tra di essi anche Antonio (18 agosto 1750)
Salieri
era di statura piuttosto piccola, ne grasso ne magro, carnagione bruna, occhi
vivissimi e capelli neri.
Un uomo umile per amor di pace e che odiava oziare.
Vestiva alla moda, ma evitava gli eccessi, amava molto i dolci e le confetture
dei quali era molto goloso, invece non gli piaceva il vino e beveva solo acqua.
Aveva la mania della pulizia e dell'ordine, da poterlo paragonare a un
interessante soggetto di studi freudiani.
Era generoso con tutti in particolar
modo con gli allievi poveri, religioso e di carattere allegro e vivace. I suoi
hobby erano la letteratura e faceva lunghe passeggiate solitarie, che forse lo
aiutavano a meditare.
Egli manifestò fin da piccolo uno spiccato talento
musicale, Antonio ancora bambino e alle prime armi con la musica criticò un
organista molto famoso in quell'epoca e al rimprovero del padre rispose che lui
avrebbe suonato con più solennità.
Non gli furono risparmiate le disgrazie
familiari, come la morte della madre e di lì a poco quella del padre, inoltre i
disagi economici portarono alla disgregazione della famiglia.
Quando rimase
orfano del padre aveva appena 14 anni, andò a stare a Padova e fu ospitato dai
frati minori, dove un suo fratello Pierantonio era monaco e che gli insegnò le
prime nozioni musicali e anche a suonare il violino e il cembalo. A 15 anni si
trasferì a Venezia per imparare l'arte del contrappunto, alla scuola di Giovanni
Pescetti. In quel tempo solo Napoli faceva concorrenza a Venezia per il primato
di Musikstadt (città musicale) in Italia.
Qui conobbe Florian Leopold Gassmann,
Kapellmeister (Maestro di cappella) Gassmann era un compositore boemo nato a
Brux e già celebre per le sue messe, sinfonie e opere, che nel 1770 ascoltandolo
ne rimase affascinato e fece pressione perchè il promettente giovane lo
raggiungesse ad ogni costo in quella che era allora la capitale della musica
classica europea per raffinare i suoi studi e trovare orizzonti più ampi di
quelli ormai angusti e soffocanti della Repubblica Serenissima in declino, anche
se un declino fastoso e splendido soprattutto per le arti e per la musica, ma
purtroppo sempre un declino. Gassmann gli insegnò contrappunto e composizione,
oltre alla lingua tedesca, francese e latina. Lo fece entrare alla Corte di
Giuseppe II d'Asburgo, e lo amò come un figlio fino alla morte, dove poi
trascorrerà la maggior parte della sua vita. Anche nella capitale austriaca
Salieri ottiene subito un grande successo, si presenta per la prima volta con
l'opera "La Locandiera" aveva 20 anni, un anno dopo a 21 anni presenta "Le donne
letterate" che ha avuto un grande favore del pubblico, e da personaggi di spicco
nel teatro dell'epoca come Pietro Metastasio, Ranieri de'Calzabigi, ma
soprattutto Gluck che ha dato al giovane Salieri l'avallo della sua benevolenza
e della sua stima che poi ne è diventato un grande amico. Salieri fu dunque un
artista affermato, le sue opere furono apprezzate in Europa. Ripete il successo
con l'opera "L'Armida" rapresentata un anno dopo 1771 che fece il giro dei più
importanti teatri tedeschi, fino ad arrivare a Copenaghen. Grande compositore di
musiche sacre , liriche e classiche, ma soprattutto teatrale, in cui si rivelano
notevoli qualità drammatiche. E nel 1773 compone un concerto per organo, un
concerto per flauto, oboe ed orchestra, e due concerti per piano. Salieri faceva
ampio uso dei tromboni, questo strumento che Mozart aveva usato solo nel "Don
Giovanni".
Quattro anni dopo nel 1774 alla morte di Gasmann, Salieri per le
sue grandi capacità assume il ruolo di Maestro di cappella, (il più giovane che
si abbia notizia) poi nel 1778 scrisse l'opera "Europa riconosciuta" nel 1784
"Le danaidi" in cui appare come una persona che anticipa espressioni romantiche.
1790 compositore alla Corte Imperiale Asburgica di Vienna. Dove poi trascorrerà
la maggior parte della sua vita. Salieri non era per niente geloso tanto è vero
che aveva rifiutato di prendere la direzione della Cappella Imperiale per
dedicarsi solo all'insegnamento. Tra i suoi allievi ci furono Beethoven,
Schubert, Liszt, Hummel, Czerny e fra i suoi pupilli vi fu anche uno dei figli
di Mozart Xavier, quasi a legare indissolubilmente i loro due nomi. Dopo i
grandi successi viennesi ed europei, egli fu invitato a tornare in Italia. E'
molto ammirato dalla Corte Imperiale di Maria Teresa e a 28 anni l'Imperatrice
Maria Teresa d'Austria gli commissionò per l'inaugurazione del Regio Ducal
Teatro, (oggi Teatro alla scala di Milano) fatto costruire a Milano, con la sua
opera "Europa riconosciuta" che venne rappresentata il 3 agosto del 1778 e che
lo portò al massimo livello di notorietà. E nel 1779 all'innaugurazione del
Teatro alla Cannobiana. Da quì per Salieri inizia una carriera
sfolgorante.
Il 10 ottobre del 1774 Salieri si sposa con Teresa
Helferstorfer, testimoni furono il signor Hoffmann e il dott. Leopoldus
Auenbrugger. Le chiacchiere non furono favorevoli a questo matrimonio, ma a
dispetto di questo fu un'unione felice, con la nascita di otto figli a
differenza del film di Amadeus di Milos Forman dove viene propagandato
stupidamente il voto di castità!
Salieri andò ad abitare in Seilergasse, oggi
con il nome di Gottweihergasse n°1 nel primo distretto di Vienna, nella casa
della moglie, dove visse tutta la vita.
Antonio Salieri è stato anche
uno dei primi musicisti ad usare le "sordine" e anche il primo compositore ad
arricchire un motivo con le "variazioni". E fece un autentico capolavoro con il
tema le "Follie di Spagna" (di anonimo) col quale creò ben 26 variazioni per
orchestra, sfruttandone ogni variazione e tutte le possibilità sonore.
Per
l'onomastico di Giuseppe II d'Asburgo, nell' "Ouverture Accademica" in Do
maggiore, Antonio Salieri inserì l'Inno Nazionale austriaco del "700. Non si
contano i suoi riconoscimenti: il cavallerato della Legion d'Onore, la nomina a
membro dell'Academie Royale des Beaux Arts, la decorazione con la Civil -
Ehrenmedaille d'oro. E fu socio di innumerevoli istituzioni musicali francesi e
tedesche. Contribuì alla fondazione del conservatorio di Vienna.
Schubert
non ancora ventenne, sotto l'esperta guida di Antonio Salieri, musicò più di 500
Lieder per canto e pianoforte e molti di essi sono dei veri capolavori. Salieri
compose anche molta musica strumentale, serenate, sinfonie, overtures,
variazioni, oratori, cantate, come anche un Requiem e sei Messe, ingrandendo
sempre di più la sua immagine. Fra le sue trentanove composizioni per il teatro
si ricorda: "Armide" (1771) "La scuola dei gelosi" (1778) "Der Rauchfangkehrer"
(1781) "Les Danaides" (1784) "Tarare" (1787) "Axur re d'Omus" (1788) "Palmira
regina di Persia" (1795) "Falstaff o Le tre burle" (1799) un tema tratto da "Le
allegre comari di Windsor" di Shakespeare poi verrà ripreso da Giuseppe Verdi
per il suo Falstaff.
Salieri non aveva mai imparato bene la lingua tedesca,
pur avendo un'ottima istruzione letteraria. Però l'amore per la moglie e i
figli, la protezione al figlio di Mozart, e quella alla famiglia di Gassman, la
munificenza come vicepresidente dell'Istituto Pensioni. Insomma Salieri fu un
galantuomo.
Col passare degli anni si diffuse una leggenda in cui Antonio
Salieri si vide coinvolto nella rivalità con Wolfgang Amedeus Mozart di sei anni
più giovane, a sotterranee manovre di palazzo, gravato da accuse di plagio, e
anche di aver provocato la morte di Mozart mediante avvelenamento per gelosia, e
a questa diceria priva di fondamento si sono ispirati diversi artisti nel corso
dei secoli.
Alexander Sergeevic' Puskin, che ha creduto a queste voci
scrisse nel 1830 un breve dramma in versi intitolato "Invidia" che poi cambiò in
"Mozart e Salieri", nel quale si narra che un Salieri roso dalla gelosia
commissiona un "Requiem" all'odiato Mozart suo rivale, con l'intenzione di
rubarglielo, una volta avvelenato e spacciato per suo.
Invece secondo alcuni
storici musicali potrebbe addirittura essere stato Mozart ad aver plagiato
Salieri più di una volta.
Possibile che Antonio Salieri, di carattere buono,
famoso, ricco, poteva mai essere geloso di un artista ancora sconosciuto e
povero? Poi i due si stimavano e Mozart ha composto variazioni su pezzi di
Salieri e Salieri le ha fatte su brani di Mozart.
Era anche poeta e scrisse
più di 200 poesie,e come compositore ha avuto dei splendidi trionfi, e oltre a
una quantità di musiche da balletto , ha scritto anche i concertos compreso un
concerto per organo e uno per pianoforte, una sinfonia per compleanno, e un
insieme delle variazioni di "folia di Spagna" (il folly della Spagna) l'aria di
ballo usata da Corelli e molti altri compositori di musica baroque era un grande
compositore e un vero gentiluomo. Lo dimostra anche il fatto che rifiutò di
prendere la direzione della Cappella Imperiale, rinunciando così i tanti onori,
denari e privilegi, per dedicarsi solamente all'insegnamento dei suoi allievi,
che per lui erano la sua missione e il suo mondo. E aveva ragione!
Ma gli
innamorati di Mozart non volevano mai credere che un genio creativo tanto amato
dagli Dei potesse poi proprio da questi essere fatto scomparire, ancora in
giovane età. Era molto più logico in termini emotivi inventarsi che fosse stato
Salieri ad avvelenare Mozart. L'invidia è un sentimento diffuso e molto più
accettabile che l'improvvisa scomparsa di un genio.
Sappiamo invece che era
insofferente alla superficialità, voleva da chi prendeva lezioni da lui il
massimo impegno, la serietà, la precisione e la perfezione. Salieri lodò ogni
opera di Mozart, ha avuto parole di lode per il "Flauto magico" e non fischiò il
"Don Giovanni" e fu proprio lui a far conoscere a Mozart la musica di Bach
(allora quasi dimenticata)
Salieri fu anche insegnante di Beethoven, che
grato gli dedicò tre sonate (Op.12) con tanto di dedica per il suo
maestro.
Ma ancora oggi malgrado le molteplici smentite, viene da molti
ricordato come responsabile dell'avvelenamento di Mozart e della sua morte,
anche se è stata storicamente provata l'infondatezza di tale calunnia. Anche
perchè il movente che egli avrebbe dovuto avere per fare un simile delitto
sarebbero stati la gelosia e l'invidia, cosa impossibile per via dei suoi grandi
e continui successi. Che invece Mozart finchè era in vita non aveva mai
conosciuto,credo che questa dovrebbe già essere una prova sufficiente. Ma la
leggenda perdura ancora e si pensa che Salieri ammalato e anche mentalmente
turbato si fosse confessato colpevole di tale delitto, ma tanti biografi hanno
approfondito, questa storia attraverso testimonianze attendibili e fonti
storiche, fino a renderlo innocente oltre ogni dubbio.
Salieri fu tra i
musicisti di allora (e non erano pochi) l'unico a seguire il funerale di Mozart,
e dopo alcuni anni su insistenza della vedova a dare lezioni di musica al
figlio.
p.s. per rendere il film "Amadeus" di Milos Forman,
drammatico a tinte fosche e misterioso (e naturalmente commerciale) si è
utilizzata una banalissima cattiverie. Dove si racconta del presunto
avvelenamento da parte di Salieri. Mentre invece la vita di Salieri è costellata
di pregi grandissimi. Uno dei migliori maestri nel firmamento musicale di tutta
Europa.
Nelle ultime composizioni di Mozart e di Beethoven e in molti altri,
c'è sempre qualche cosa di Salieri, come uomo e come musicista ha più dato che
ricevuto.
Minoritenkirche.
La chiesa nazionale di Vienna
dedicata alla Madonna della neve, fu un posto caro a Antonio Salieri, in quale
ne è diventato un aggregato dal 1770.
In questa chiesa il 22 giugno 1825 è
stata eseguita per la prima volta la "Messa di Requiem" da lui composta e da
eseguire nell'occasione della sua morte.
Il 22 giugno dell'anno 2000 a 175
anni dalla sua morte, in un atmosfera carica di romanticismo, la Messa è stata
riproposta nella stessa chiesa, in ricordo del Maestro e della sua grande
umanità.
Nella prima navata a destra della chiesa si trova un monumento in
marmo di Carrara, eseguito da Luccardi nel 1885. Per ricordare la lunga
permanenza a Vienna di Metastasio, come poeta di corte di Maria Teresa.
Nel
panello centrale vi è riprodotto il solenne momento in cui il poeta riceve la
visita e la benedizione di Papa Pio VI che con il volto stanco guarda fiducioso
il Papa che lo benedice, dietro di lui il compositore Antonio Salieri, che gli
sorregge il cuscino, lo segue Mozart che si asciuga le lacrime, mentre Franz
Joseph Haydn, inginocchiato guarda il Papa in atteggiamento fiducioso. Al centro
il crocifisso che ha cristianamente orientato la vita del
poeta.
Notturno
Mi piace di pensare che una sera, uscendo
da teatro, ancora stordito dagli applausi che scroscianti avevano salutato
l'esecuzione della tua ultima fatica, tu abbia fermato la pariglia che trainava
la carrozza verso casa, per scendere lungo la riva del Danubio. Alle spalle
sentivi lo scalpitio dei cavalli che, impazienti battevano gli zoccoli al suolo
e mentre nel cuore il tumulto della serata s'andava lentamente placando, ti
sovvenne d'un altro fiume, d'altri cavalli d'una terra lontana e ricordasti
l'aria assopita di meriggi estivi, le strade sterrate, le voci nei campi, le
brume autunnali, le notti silenti di inverni solitari...
Era il tempo in cui,
camminando lungo le rive erbose del fiume, giunto a un boschetto di pioppi radi
le cui tremule foglie vivravano leggere nell'aria sospesa della sera, per
trasformare in musica il mormorio dell'acqua, il fruscio delle fronde e il volo
di stormi radenti i filari. Ed era una musica sempre nuova, ora solenne ora
gioiosa, ora discreta ora sommessa, ora prorompente e imperiosa, un turbinio di
note che s'affollavano nella mente facendoti tremare d'emozione mentre le ombre
dei pioppi s' allungavano inerpicandosi pigramente lungo l'argine dell'Adige che
scorreva davanti a te ignaro di quel tumulto, proprio come ora faceva il
Danubio.
Con gli occhi della mente, tracciavi il profilo irregolare dei
tetti, disegnasti quello semplice ma severo di un campanile lontano; a ben altri
palazzi eri avvezzo da anni eppure il ricordo di quelle povere case ti colpì con
la forza di un pensiero da tempo trafugato dalla memoria. Un dubbio ti colse,
avrebbe mai quella terra finalmente conosciuto la tua musica, saputo della tua
giornata? Alcuni di quelli uomini, che avevano sperimentato solo la fatica del
vivere, avevano creduto in te nei giorni della tua prima giovinezza, e qualcuno
forse avrebbe continuato a credere...
Sorridesti a quel pensiero, voltasti le
spalle al grande fiume e risalisti in carrozza, i cavalli frementi per l'attesa
ripartirono ad un allegro galoppo e di lì a poco la notte si richiuse alle tue
spalle, in un silenzio quasi devoto.
Antonio Salieri muore a Vienna il 7
maggio 1825 a ed è sepolto al Zentralfriedhof di Vienna. Al suo funerale
Schubert suo allievo prediletto diresse il Requiem che lo stesso Salieri aveva
scritto diverso tempo prima per la sua morte. Sulla sua tomba è incisa una
epigrafe nata dalla mente e dal cuore di un suo allievo e successore Joseph
Weigl nella direzione dell'opera di Vienna, che dedicò al grande musicista, e
dice così:
"Riposa placido, liberato dalla polvere, ti fiorirà
l'eternità.
Riposa sereno, in eterne armonie si libera il tuo spirito
che
cammina, su note magiche, verso eterne bellezze."
Fra le tante e
bellissime opere del grande compositore ne ho scelto una della quale vi racconto
la trama:
Axur, Re d'Ormus
Opera in un prologo e cinque atti su
libretto di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Prima rappresentazione:
Opera, Parigi, 8 giugno 1787
Atto primo
Il soldato Atar di
umile origine che grazie al suo comportamento, al suo coraggio, e al suo eroismo
si è guadagnato il posto di comandante, torna a casa da Aspasia la sua amata
sposa, dopo una guerra vittoriosa.
L'unica infelicità le frequenti
separazioni da lei, ma fedele al suo Re (al quale una volta ha anche salvato la
vita) suddito devoto e amato dal popolo come un eroe. Attaccato al suo dovere
anche se spinto dalla moglie ad abbandonare il servizio non riesce ad
abbandonarlo.
Un giorno mentre Atar e Aspasia si trovano in giardino, vedono
lingue di fuoco levarsi dalla loro casa. Atar accorre per spegnere il fuoco,
Aspasia viene rapita da un soldato, e Atar quando torna fa appena in tempo a
vedere trascinare via sua moglie con la forza e caricarla su una
nave.
Atto secondo
L'azione si svolge nel palazzo di Re
Axur.
Il guardiano del serraglio Biscroma, sa che Axur ha ordinato di rapire
Aspasia e implora al Re pietà per Atar al quale anche lui deve la vita.
Ma
già da tempo Axur è invidioso e geloso per la stima che Atar gode presso il
popolo e per la felicità con Aspasia. Che a lui pur essendo un Re e avendo
centinaia di donne a sua disposizione viene negata, così decide di rovinargli la
vita.
Altamoro, il figlio del fedele servitore e Grande Sacerdote di Axur
communica la notizia della buona riuscita del rapimento e Axur da ordine a
Biscroma una festa per il giorno dopo.
A palazzo si trova anche Atar che
disperato chiede aiuto a Axur per ritrovare Aspasia. Axur finge di essere
addolorato per la notizia, ma in cuor suo gioisce e ironizza delle lacrime di
Atar, "le lacrime di un eroico soldato per una donna" e gli promette di
mettergli a disposizione una nave per le sue ricerche.
Atto
terzo
Axur viene informato da Arteneo il Grande Sacerdote che nuovi
nemici minacciano il regno. Si deve nominare un condottiero per l'esercito, ma
per rafforzare la vigoria guerresca del popolo, vuole che si creda che sia il
cielo stesso a sceglierlo.
Artenio chiede a Axur quale sia il nome che
vorrebbe suggerire al'indovino. Axur suggerisce Altamor il nome del figlio di
Arteneo.
Biscroma nel fratempo incontra a Palazzo Atar e gli dice la verità
su Aspasia, cioè che si trova prigioniera sotto falso nome (Irza) nel Serraglio
di Axur, e intende calare una scala in un punto che sia raggiungibile dal mare,
per dare la possibilità a Atar di introdursi di notte nei giardini. Il popolo
che nel frattempo si è riunito davanti al tempio giura obbedienza e fedeltà al
condottiero scelto dal cielo, il cui nome viene annunciato dalla innocente bocca
del bambino Elamir.
Anche dietro i suggerimenti di Arteneo, Il bambino Elamir
pronuncia il nome di Atar. Il popolo gioisce felice e Atar si dichiara pronto a
prendere il comando dell'esercito. Altamoro lo offende mettendo in discussione
la scelta e Atar lo sfida a duello.
Atto quarto
Axur cambia
idea e la festa prevista nel serraglio che doveva svolgersi il giorno
successivo, vuole che venga fatta subito, Inutilmente Biscroma cerca di fargli
cambiare idea, perchè in questa notte Atar intende furtivamente introdursi nel
serraglio, ma Axur rimane fermo nel suo proposito. Allora Biscroma con una
astuzia decide di far terminare prima del tempo la festa.
La festa
incomincia, Aspasia viene fata entrare da alcune schiave.
Si esegue
un'arlecchinata con l'approvazione di Axur. Biscroma riceve le lodi di Axur,
mentre intona una canzoncina, nella quale si racconta del suo salvataggio avuto
per mezzo di Atar. Ma appena Biscroma ne pronuncia il nome viene aggredito da
Axur che si avventa su di lui in preda all'ira, e tutti fuggono.
Fiammetta
che teme per la vita di Aspasia lancia un grido, la quale nel aver sentito
nominare Atar sviene, questo fa tornare indietro Axur che si precipita nelle
stanze di Aspasia. Intanto Atar si è introdotto nel serraglio dove si incontra
con Biscroma che per non farlo riconoscere da Axur lo traveste da negro. Axur
irato lascia in quello stesso momento la stanza di Aspasia che lo aveva
fermamente respinto. Per vendetta e punizione, per l'umiliazione subita, alla
vista del negro gli viene in mente una nuova azione malvagia, e intende fare
sposare Aspasia al negro. Aspasia disperata per la sorte che l'attende e
convinta che Axur abbia fatto uccidere Atar, invoca la morte.
Quando Biscroma
annuncia a Aspasia che il negro sarà il suo futuro marito, lei piangendo prega
Fiammetta di farsi condurre da lui al suo posto con un travestimento. Deluso
Atar scopre che Irza non è la sua Aspasia. Axur che ha dato ordine di uccidere
il negro, perchè ancora una volta vuole tentare di ottenere la simpatia di
Aspasia, ma in quel momento le sue guardie irrompono nel Serraglio, Biscroma
trattiene i soldati rivelando loro che il negro è Atar. Ma sapendo che ormai per
lui non c'è più scampo, si fanno indietro inorriditi.
Atto quinto
Atar viene condotto da Axur il quale gli infligge la pena di
morte.
Atar stesso disperato invoca la morte per lui e maledisce Axur
mettendolo in guardia sulle conseguenze delle sue cattive azioni.
Gli
communica anche che quella che lui ha in suo potere col nome di Irza non è
Aspasia.
Axur risentito fa condurre da lui Aspasia, Atar e Aspasia come si
vedono felici cadono uno nelle braccia dell'altro. Fiammetta confessa a Axur del
travestimento e lui la punisce con la morte.
Axur ordina di separare Aspasia
e Atar e che Atar venga ucciso. Ma Aspasia minaccia di uccidersi estraendo un
pugnale, se le guardie si fossero avvicinate a Atar.
Ai piedi di Axur si
precipitano schiavi e schiave scongiurandolo di avere pietà e il popolo in
tumulto ha invaso il Serraglio e pretende che Atar venga liberato. Biscroma è a
capo di una schiera di soldati per liberare Atar. Ma Atar gli incita al rispetto
verso il loro Re e e prega loro di fermarsi. Axur ormai si è convinto che il
potere di Atar sul popolo è molto più superiore del suo, maledicendolo insieme
al popolo si trafigge. Atar viene acclamato dalla folla come il nuovo Re, che
prima rifiuta, ma poi accetta i loro desideri, ma non si lascia togliere le
catene perchè esse devono indicare al popolo che userà il suo potere solo per il
loro bene
In ricordo di un grande compositore.
Dei rinomati vini
DOC della provincia di Verona oggi portano con onore l'eticchetta di Antonio
Salieri , i vini sono: Amarone, Bardolino, Recioto, Valpolicella, e Custoza.
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