Tuesday, April 2, 2024

GRICE E LILLA: L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE DI VICO -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Lilla: l’implicatura conversazionale di Vico – filosofia italiana – Luigi Speranza  (Francavilla Fontana). Filosofo italiano. Grice: “I like Lilla; for one, he ‘revindicated,’ as he puts it, the philosophy of Vico, which, in Italy, is like at Oxford ‘revinidcare’ Locke!” Formatosi nelle scuole dei Padri Scolopi aderì alle idee cattolico liberali divulgate dai filosofi della prima metà dell'Ottocento: Gioberti, Minghetti, Balbo e Rosmini al quale dedicherà molteplici studi subendone una marcata influenza. Lascia Francavilla per l'ostentata contrarietà di tutto il clero  alle sue idee patriottiche d'ispirazione giobertiana, manifestate apertamente nel "Programma d'insegnamento filosofico" pubblicato sul giornale il "Cittadino leccese", decise di trasferirsi a Napoli ove ebbe modo di confrontarsi con le idee di Sanctis, Spaventa, Settembrini, Tari e Vera. Si laurea e insegna a Napoli. Durante questi anni videro la luce "La provvidenza e la libertà considerate nella civiltà", "Dio e il mondo", e "La personalità originaria e la personalità derivata" (Nappoli, Rocco), nei quali getta le premesse degli studi filosofici e giuridici in cui si cimenterà per tutta la vita: la storia della filosofia, la filosofia teoretica e la filosofia del diritto; sviluppando altresì e precorrendo una moderna concezione del rapporto tra "diritti umani e progresso scientifico" sin da “La scienza e la vita” (Torino, Borgarelli) -- titolo paradigmatico del suo saggio – cf. Grice, “Philosophical biology,” “Philosophy of Life” Insegna a Messina. Furono quelli gli anni più fecondi della produzione scientifica volta a perfezionare la sua concezione dello Stato, approfondire le fonti rosminiane, confrontarsi con le teorie evoluzionistiche di Spencer e contemporaneamente intrattenere contatti epistolari con alcuni fra i maggiori filosofi, giuristi, patrioti e storici dell'epoca quali:  Jhering, Bluntschli, Roy, Tommaseo, Capponi e molti altri. Saggi: “Kant e Rosmini” (Borgarelli, Torino); “Aquino” (Torino, Borgarelli); “Filosofia del diritto,”“Critica della dottrina utilitarista liberale empirica etico-giuridica di Mill”“Le supreme dottrine filosofiche e giuridiche di Vico ri-vendicate” -- “La pretesa persona giuridica e le funzioni personali degl’enti morali” (L. Gargiulo); “Della Riforma civile di Spedalieri” (Messina, Amico); “Le fonti del sistema filosofico di Serbati-Rosmini” (L.F. Cogliati); “Due meravigliose scoperte di Rosmin-Serbatii: l'essere possibile e l'unità della storia dei sistemi ideologici, Cogliati, Il Canonico Annibale Maria Di Francia e la sua Pia Opera di beneficenza, Messina, San Giuseppe, Manuale di filosofia del diritto, Milano, Società editrice , Pagine estratte. Martucci, Il concetto dello stato  Antonio Tarantino, Diritti umani e progresso scientifico: Polacco, La "Filosofia del diritto” (Randi); “Filosofia” (Milano, Giuffré); Tarantino, “La filosofia della giustizia sociale, Milano” (Giuffré) – cfr. H. P. Grice, “Social justice” in “The H. P. Grice Papers,” Bancroft, MS. In occasione del conferimento della "Cittadinanza onoraria (di Messina) alla memoria, su nettuno press.Tarantino, Diritti umani e progresso scientifico: emeroteca.provincia.brindisi. Martucci,Il concetto dello stato, su emeroteca.provincia.brindisi.  Treccani, su treccani. Lettere a Jhering. non accordabile col supremo principio della Scienza Nuova Ilmiolavoro Vico rivendicato» meritòl'onoredi essere preso in considerazione dai due più competenti degli stu dii vichiani, ed al giudizio dei competenti bisogna dare gran peso, perchè effetto di conoscenza bene approfondita sopra un determinato autore, specialmente se si mira ricostruire la mente di Vico. Questi scrittori sono Ferri e Fornari i quali si trovarono in pienissimo accordo, tanto da far supporro che fosse effetto di un concetto prestabilito. L'accordo fu pie nissimo nella prima parte del lavoro di carattere puramente critico e riconobbero che la rivendicazione delle dottrine filoso fiche e giuridiche da tutte le fallaci interpetrazioni fatte in Europa Rivista Italiana di Filosofia. Quando gli opuscoli hanno un valore così notevole come quello qui sopra indicato del prof. Lilla , è giusto segnalarli all'attenzione degli studiosi piuttosto che i volumi di gran molo o di poca sostanza. Questo lavoro dice molto in poche pagine e il suo intento è questo: rivedere i giu dizi che sulle dottrine del Vico sono stati portati in Italia , in Germania e in Francia particolarmente, ricostruire dietro indagino esatta il concetto di questa dottrina e questo intento ci pare raggiunto. Il Vico non è sem plicemente un ontologista platonico, come parrebbe dal giudizio del Gioberti, nè un razionalista kantiano, o piuttosto un precursore del Kant, come sembra a Spaventa, nè un positivista como fu rappresentato da altri. Questi apprezzamenti risultarono dall'interpetrazione parzialeesoggetti va di qualche parte dei pensieri filosofici del Vico che nelle sue opero non sono esposti in ordine sistematico , e che l'autore di questo lavoro con grande dili genza raccoglie e combina riferendo le formole e le parole proprie dell'autore della scienza nuova sparse nei moltiplici suoi scritti. »   era esauriente e condotta con criterii elevati. La mia interpretazione sulla vera mente di Vico fu riconosciuta vera ed adeguata tanto che il Fornarì mostrò vivissimo desiderio di veder fecondare quelle supreme linee con svolgimenti ed appli cazioni. Dominato da tale pensiero concepii il disegno di scrivere un lavoro di lena, mirante ad un triplice scopo di rivendicare, illustrare, ed integrare la mente dell'autore della « Scienza Nuova» A tale scopo indirizza i tutte le mie ricerche attingendo sempre maggiori lumi dalle sue opere edite ed inedito e fin anche dai manoscritti che si conservano gelosamente nella bi· blioteca Nazionale di Napoli. I grandi genii, e segnatamente il Vico che, come non ha guari, fu appellato da un poderoso intelletto di una delle più famose Università il più grande filosofo del mondo, muovono da una idea madre fecondissima ed alla quale rannodava tutte le idee secondarie e particolari. Uvità ed armonia cioè perfetto organismo è la nota caratteristica del lavoro dei sommi.Ed io vado riunendo non poche idee per ricostruire su solide basi quest'opera di architettura gigante e le mie indagini non ric scono infruttuose, e ne è prova evidentissima questo frammento inedito dal titolo « Pratica della Scienza nuova . » Non poche censure mosse la turba dei filosofanti al Vico perchè s'ispirava a concezioni idealistiche negligentando la pra tica della vita. Tale critica presenta apparenze di verità tanto che il Vico stesso no rimase impressionato,ma raffrontando dottrine a dottrine si coglie il genuino e loro vero significato. La grand o idealità diquestamassima «la storia ideale eterna delle nazioni» « Il Lilla ha liberato la dottrina del Vico da tutte le fallaci inter petrazioni. La sua dottrina che mi pare giusta, merita di essere più larga mente svolta. » Nel volume delle Onoranze; è una vera esagerazione , e chi si addentra nella parte riposta del sistema Vichiano si accorgerà che non si possa ascrivere ad essa une perfetta interpetrazione astratta e specialmente raffrottandola colla psicologia sociale che sta a base del processo del filosofo napoletano. Bisogna por mente innanzi tutto alle tre fasi che percorre l'umanità nella sua storica evoluzione; età del senso, della fantasia, e della ragiono. E molto più alla dottrina del corso e ricorso delle nazioni, cioè al loro periodo d'infanzia, di giovinezza e di vecchiaia. Valga ciò a smentire l'assoluto idealismo del Vico ilquale è puramente immaginario. Tutta la seconda Scienza nuova è derivata dalla psicologia sociale evoli tiva e tutti i diritti, i costumi, le religioni, le costituzioni p o litiche degli stati sono emanazionidiquesto principio.Nelprimo stadio tutto è divino, gli uomini inselvatichiti hanno un diritto divino, tuttoprocededagliDei;ilGoverno teocraticorappresen ato dagli oracoli, la lingua divina per atti muti di religiose cerimonie. In Giove e Giunone si personifica ciò che si riferisce agli auspicii ed alle nozzo: la Giurisprudenza è scienza d'intendere i misteri della divinazione; il giudizio divino, cio è che nei templi divini,tutte le azioni sovo invocazioni agli Dei :ogni dritto è divino,ogni pena è sacrificio, ogni guerra assume carat tere religioso ed ha giudici gli Dei: od il giudizio di Dio si riduce a duello ed alle rappressaglie : tali categorie sono sim boleggiate dal lituo, dall'acqua e fuoco sopra un altare. Seguo poi un ordine di fatti eroici da cui deriva la natura eroica, o dei nati sotto gli auspicii di Giove, il costumo eroico como quello di Achille, il governo civico o aristocratico o dei for tissimi, la lingua eroica o delle armi gentilizie o stemmi.I ca ratteri eroici come Achille ed Ulisse, che personificano tutte le grandezze e i savii consigli. La giurisprudenza eroica, che stà nella solennità delle formule della legge, la ragione di stato conosciuta dai pochi provetti del governo , il giudizio eroico che consiste nell'esatta osservanza delle formule e precipua mente deriva il feudo dalla proprietà dei forti. Infine c'è un or dine di fatti umani, cui corrisponde la natura umana intelligente e perciò benigna,modesta, che riconosce per legge lacoscienza, la ragione, il dovere, e poi il costume officiale, indi il diritto umano fondato dalla ragione, il governo umano dettato dalla ragione, la lingua umana, Abbiamo motivo di credere che il Vico impressionato dalle obiezioni dei contemporanei vollo dichiarare il supremo princi pio della Scienza Nuova , cioè la storia eterna ed ideale delle nazioni con questo frammento e senza addarsene disconobbe l'efficacia positiva della Scienza nuova. Egli dotato di mente speculativa, pratica e progressiva, non si poteva mai acconciare a vivere di formule astratte e di  umana , il parlare articolato , i caratteri in telligibili, che la mente umana rivelò dai generi fantastici se parando le forme e le proprietà dai subietti. La giurisprudenza umana che mira non al certo, ma alvero delle leggi. L'auto rità umuna che nasce dalla rinomanza di persone capaci e sa pienti nelle agibili ed intelligibili cose , la ragione umana o ragione naturale che divide a tutte le uguali utilità. Il giu dizio umano velato di pudore naturale e mallevadore della buona fode che ai fatti applica benignamente le leggi temperandone ilrigore.E questi fatti hanno ancheiloro simboli nellabilanciache rappresenta le qualità civili nelle repubbliche popolari, perchè la natura ragionevole è uguale in tutti gli uomini. Questi tre ordinidifatti riposanointreprincipii, chesono:iltimore, l'amore , il dolore, simboleggiati dallo altare, dalla pace e dal l'urnacineraria,ecosì sifondarono loreligioni, imatrimoni e l'immortalità dell'anima.In questiconcetti siriassume tutta la seconda Scienza nuova. Rispettaro tutto quanto i nostri maggiori operarono di grande è la disposizione più favorevole a quest'opera di conciliazione, ma perchè il ri spettonon portiadelleideeesclusiveenonsoffochilalibertàdeinostri giudizi verso lo scopo ultimo della scienza, avvicinata a questo scopo la pro duzione più perfetta dell'uomo , ci rivela la sua imperfezione , in questo modo èriconosciutalanecessitàdell'Ideale,perchè fossecriticatoemiglio rato il presente.  puri concetti metafisici, poichè il processo inquisitivo che egli seguiva aveva un fondamento storico e dava origine ad un temperato e ragionevole positivismo, pel quale non si poteva disgiungere la scienza dalla vita.Egli ben vedeva che la scienza fuori la vita era una vana supellettile intellettuale , un giuoco dialettico del pensiero e non punto proficua al beninteso pro gresso delle nazioni. Esiste un ideale di perfettibilità , supe riore , ma non indipendente dalla vita , verità questa intuita dall'antesignano della scuola storica tedesca,da Savignys,ilquale era ammiratore passionato delle istituzioni giuridiche romane nelle quali vedeva la più alta manifestazione del progresso giu ridico. Ma fatto maturo di anni e di senno confessò apertamente che per quanto possono sembrare perfette le istituzioni romane, pure comparate all'idealità mostrano la loro incompiutezza. Vico gittò le basi di una vasta costruzione scientifica fondata nel processostorico– filosofico.E dàbiasimoaldivorziofraquesti due processi metodici, in questa memoranda sentenza « Pecca rono per metà i filosofi perchè non accertarono le loro idee coll’autorità dei filogici; peccarono per metà i filologi perchè non inverarono la propria conoscenza coll'autorità dei filosofi». La storia ci rivela il certo, l'origine, le fasi o gl'incrementi degl'istituti politici, sociali giuridici, e la filosofia rivela l'ele mento razionale e addita le perfezioni ideali, cui si possono inalzare;veritáquestaintuitada Bacone daVerulamin «I filosofi, dic'egli, scoprono molte cose belle a contemplarsi, ma impossi bile ad essere attuate, ed i giuristi ragionanı) come prigionieri nelle catene. Alla mente di VICO si affaccia, un dubbio che poteva presentare questo supremo principio della scienza studiossi ripararvi con questo frammento inedito. « Tutla quesť opera è stata ragionata come una scienza puramente spe culativa intorno alla comune natura dello nazioni. Però sembra per quest’istesso mancare di soccorrere alla prudenza umana, ond'ella si adoperi perchè le nazioni, le quali vanno a cadere o non ruinino affatto , o non s'affrettino alla loro ruina ed in conseguenza mancare nella pratica , qual dev'essere di tutte le scienze, che si ravvalgono d'intorno a materie , le quali dipendano dall'umano arbitrio , che tutte si chiamano attive. Anche nella coscienza dei grandi vi sono delle oscil lazioni sulle loro concezioni. Il Vico nel fram . citato, dice che la scienza pratica non si possa dare dai FILOSOFI, ma i filosofi civili e i reggitori degli stati possono creare costituzioni politiche e leggi, e richiamare le nazioni al loro stato di perfe zione. Niente di più vero: le nazioni e tutto il mondo moralo creato dall'arbitrio umano non può ridursi a categorie logiche, non può essere sottoposto alla legge ferrea della necessità, e quindi la scienza puramente contemplativa o ideale non può contenere nella sua orbita le leggi relative dei fatti umani. Se quest'ordine è indipendente dalla necessità logica, può essere (1) Qui do legibus scripserunt, omnes vel tanquam PHILOSOPHI, vel tan quam Jureconsulti, argumentum illud tractaverunt. Atque Philosophi pro. ponunt multa dictu pulcra , sed ab uso remoto. Jureconsulti autem ,suae quisque patria legum , vel etiam Romanorum , aut Pontificiarum placctis abnoxüetad dicti, judicio sincero non utuntur,sedtanquam evincolis sermocinantur. Tractatus de dignite et augmentis scientiarum ; solo regolato o disciplinato dalle scienze pratiche ed attive e non dall'ordine puramente scientifico. Nel capitolo VIII della seconda Scienza nuova pare che VICO incorra in un'incoe renza, in quanto si propone di trattare di una storia eterna sulla quale corre di tempo la storia di tutte le nazioni con certo originiecerteperpetuità,e poidico chelescienze pratiche possonoregolarelavita.Ma come si può parlare d'una storia eterna, sulla quale sono modellate le storie di tutte le nazioni se il mondo morale, con tutti i suoi fattori , procede dall'arbitrio umano ? Questo ardito disegno del Filosofo Napoletano racchiude un pen siero riposto. Questa Storia eterna delle nazioni, modellatrice, esemplatrice di tutte le storie delle nazioni è uno dei più grandi problemi della Scienza Nuova, che è assai bisognoso di com menti illustrativi ed esplicativi. In questo capitolo si nasconde una speculazione alta, e, dirò meglio, vertiginosa. Qui il Vico si rivela come idealista, o meglio tale appare, poichè nello stabilire un ideale comune a tutte le nazioni pare che proceda con un metodo astratto e formale, cioè como un ideale fanta stico di pura creazione del cervello. Parvenza vana inganna trice! Ad un pensatore meditativo apparisce,com'è infatti, una dottrina a fondo realistico. Essa non è generata ma è ricavata da uno studio coscienzioso ed accurato dei fatti. Il diritto naturale delle genti è reale quanto la natura umana, ed è la fonte di questa dottrina. Secondo la mente del Vico non si potrà revocare in dubbio l'esistenza d'un dritto naturale, comune a tutti i popoli. Cotal diritto, comune a tutte le nazioni, ricavasi dalla psicologia sociale , la quale ci attesta la natura comune sociale dei popoli.  Questo argomento comparativo trova la sua conferma nel fatto irrecusabile che questo diritto comune, patrimonio di tutto le genti, non poteva essere stato trasferito o comunicato da p o   polo a popolo, perchè fra loro non vi era, nè era possibile nes suna comunanza di relazione.(1)Ponendo mente all'esistenza di un diritto naturale identico a tutti, o perciò universale e necessario, non si può negare un sicuro fondamento all'esistenza d'una sto ria eterna nella quale corrono di tempo in tempo le storie di tutte le nazioni. Il diritto é uno, come uno è il tipo umano. Nella varietà dei costumi dei popoli vi è qualche cosa che non va ria nè si trasforma. Dunque uno è il diritto, ed una è la storia ideale delle nazioni , la quale è fondata sull'unità del diritto. Dunque dalla medesimezza del costume, sigenera ildirittona turale,e da ciò nasce ildisegno di una storia eterna delle na zioni Concetto ardito e profondo, poichè in tanto è possibile una storia eterna ed ideale, in quanto vi è un tipo unico nel di ritto e nel costume. I grandi genii hanno il presentimento di certe verità che poscia approfondite dalle venture generazioni acquistano piena coscienza. Questa divinazione del VICO oggi è rifermata dalla analisi comparativa degli istituti giuridici e politici , e questa scienza divinata dal Vico è una delle più belle glorie dei nostri tempi, a cui un forte ingegno siciliano addisse il suo ingegno e ne abbozzò il primo disegno. E qui si adombrano le prime lince di un metodo armonico fra il vero e il fatto, fra LA FILOSOFIA e la Storia La Storia dei costumi deve emanare da due cause coefficienti:dall'ordine reale e dell'ordine ideale,e così si avvera ilgran principio del Vico che « verum et factum recipro cantur » Ma l'ordine ideale per non essere una chimera deve Ideo uniformi nate appo interi popoli fra essi loro non conosciuti, debbono avere un motivo comune di vero. Scienza nuova, Dignitá. avere un'origine per quanto rimota,ma sempre realistica, non è fantasmagorico, ma ricavato,o meglio osservato nell'elemento comune che presenta il costume dei popoli,e perciò non è in fecondo e sterile,ma proficuo alla vita. (1Questo brano è tolto dal capitolo Incoerenze di Giambattista Vico del mio lavoro inedito: La mente del VICO rivendicata, illustrata e integrata.  A riassumere la dottrina giuridica di Vico  è indispensabile determinare i principi fondamentali  dell» scuola storico-filosofica da Ini splendidamente  rappresentata.   La Scienza Nuova è lu riprova più sicura della  «lenominazione apposta ; iu quel lavoro di architettura gigante si vede adombrato il disegno del¬  l’armonia fra i principii razionali e il fatto storico.   La psicologia sociale è il substratum delle leggi,  delle religioni, delle lingue e di tutti gli altri elementi della civiltà. In quella filosofia della storia  contenuta in germe LA FILOSOFIA DEL DIRITTO POSITIVO, perchè le costituzioni civili, sociali e politiche sono  conseguenza necessaria della vita, della cultura e  dei costumi delle varie nazioni.   Egli divide in tre grandi periodi la storia civile  delle nazioni, cioè l’età del senso, della fantasia e della ragione, e tutti i fattori dell’incivilimeiito, dalla  religione alla lingua, da questa alla giurisprudenza  c infine alla politica rispecchiano fedelmente le immagini e i caratteri di quei tre grandi avvenimenti  '‘tarici. Anche nell’opera, De universi iurte et prtnùfno et fine uno le ricerche del DIRITTO FILOSOFICO sono  accompagnate dall’indagine storica e innumerevoli applicazioni fa al diritto romano, da cui poi si eleva  ai supremi principii giuridici. Questo sapiente indirizzo trova la ragion di essere in quel supremo pronunziato del De antiquissima Italorum sapiential, che « verum et factum reeiprocantur. Il fatto adunque deve procedere di  conserva col vero, altrimenti si cade o nel forma¬  lismo astratto o nell’imperiamo gretto. E con questo criterio VICO dà biasimo ai FILOSOFI ed ai filologi; mancarono per metà I FILOSOFI perché  non accertarono le loro idee con l’autorità dei filologi, e mancarono per meta i filologi perchè non  avverarono le loro idee con l’autorità dei filosofi.  Il vero e il fatto sono due termini convertibili, e,  perchè convertibili, l’indagine storica trova la sua  vera integrazione nei principii di ragione, e questi  hanno il loro fondamento nell’ordine dei fatti bene  accertati.   Storia e Ragione sono adunque i due fattori del  diritto filosofico e, quando si scinde il fatto dal vero,  si avrà del diritto un’idea esclusiva, incompiuta, o fallace. Il diritto, secondo VICO, è un’idea umana, vale  a dire un principio ideale e storico, o meglio un  principio ideale che si attua nella storia; e tanto  è vero ciò che mette radice nell’ordine eterno dell’eterna ragione o dell’eterna volontà in quanto  prescrive alia volontà umana l’equo bono. Secondo questa dottrina il diritto deriva da due  cause coefficienti, cioè: l’utile e l’eterna ragione. L’una dà la forma e l’altra la materia. Utilità»  fiiit occasio iuris, honestas causa. Tutto ciò risponde esattamente allo spirito del sistema vichiano. Infatti la plebe, insorgendo contro il patriziato, conquistava i propri diritti, eppure era mossa dalla molla dell’interesse. Sicché il progresso morale e  civile delle nazioni era occasionato dalle passioni, lagli interessi, i quali contribuivano a far riconoscere i principii razionali. Quao vis veri sen liumann ratio virtus est quantuin cum cupiditate pugnat. Quantum utilitates diligit et exquat, quao  nnum universi iuris principium unusque iincs. L’utile non è per sè stesso né onesto nè turpe, ma  pnò divenire l’uno o l’altro quando è o confonne o disforme alla giustizia. Ecco dunque come il diritto ha l’anima e il corpo,  la materia e la forma, ed lia un contenuto etico, che applica nell’utile. E da ciò segue la definizione del diritto: Igitur ius est in natura utile a eterno, coniincusu acquale. I punti salienti nei quali si rias  mine la teorica del Vico sono i seguenti : l’indagine storica, base della ricerca razionale, convertibilità. del vero col fatto; insidenza del diritto nel  bene, incarnata nella formula dell’equo buono : inerenza dell’equo buono nell’ordine eterno; futilità  in quanto è regolata dalla ria veri; l’utile è materia;  e la ragione forma del diritto.Vincenzo Lilla. Lilla. Keywords: implicature, Vico, Vico ri-vendicato, Vico ri-vendicate, Luigi Speranza, “Grice e Lilla: la semiotica di Vico” – The Swimming-Pool Library. “Il Vico di Lilla” – The Swimming-Pool Library.

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